KOMONO lancia la Signature Collection

Un brand che mostra sin dall’inizio un DNA artistico e che in giapponese significa piccole cose/accessori. Una storia nata nel 2009 dall’incontro da Raf Maes e Anton Janssens in Belgio che decidono di puntare su orologi e occhiali dall’aspetto luxury, ma a prezzi decisamente accessibili. Una storia di successo che festeggia un importante traguardo. Così per lanciare la nuova Signature Collection KOMONO ha chiamato 9 giovani artisti per la creazione di opere esclusive che interpretano in modo visionario alcuni modelli di orologi, veri pezzi iconici del marchio. Ogni artista ha quindi potuto esprimere la propria identità e il proprio stile attraverso opere esclusive e visioni originali ispirate alla collezione e alla filosofia stessa di KOMONO. La Signature Collection si compone di modelli dalle linee essenziali in metallo argentato, cinturino e quadrante nero. Un design minimal ed elegante che si adatta e si abbina facilmente nel guardaroba di chiunque. Proprio questa apparente semplicità nasconde uno studio attento e ricercato che i nove artisti proveniente dalle parti più diverse del mondo, dal Belgio all’Argentina passando per Spagna e Polonia, hanno riletto in modi e linguaggi molto diversi tra loro. Commenta Anton Janssens, Ceo&Founder di KOMONO: “Per noi è importante sostenere i giovani artisti per ridare indietro energia e creatività che ci riporta alle origini del DNA del brand e alle persone che ci hanno ispirato. Sono contento di poter far conoscere nomi nuovi attraverso questo progetto. E proprio Anversa con la scena di giovani creativi che vengono a studiare alla Royal Academy of Fine Arts è per me un riferimento e un legame importante con Komono e la città”. Partendo proprio da Anversa, città dove è nato il brand, Louise Mertens artista e graphic designer, ha lavorato su foto ricche di texture ed effetti pittorici. Da Londra il duo di fotografi Kim Jakobsen To e Hamish Wirgman rivelano una “verità” vulnerabile condivisa con il soggetto attraverso l’atto di fotografare, uno sguardo che è allo stesso tempo intimo ma anche voyeuristico. Una rappresentazione più dark e fragile della mascolinità è quella di Nicasio Torres, artista e illustratore di Las Palmas (Gran Canaria) e ora di base a Barcellona. All’opposto l’illustrazione colorata e ironica di Debby Woo, artista e illustratore di Taiwan ma di base in Francia, che tratta temi cari ai millenials, ma dal punto di vista delle donne. E sempre un focus sulla femminilità e sulla forma femminile deformata è al centro delle opere di Amber Vittoria da New York che mescola digital e illustrazione tradizionale. La costante attrazione per la tensione fisica e mentale caratterizza il lavoro di  Csilla Klenyanszki, ungherese di nascita ma olandese di formazione. La sua attuale ricerca si concentra sul gender, sulla relazione uomo-oggetto e sul tempo. Si muove tra Tokyo e New York Frankie Cihi, che lavora su forme naturali e organiche per celebrare la fugacità della vita e il senso del tempo. Colori caldi e della terra invadono l’opera dell’argentina Daiana Ruiz che ha interpretato il brand col suo spirito latino-americano e grande libertà espressiva. Collage surreali e ironici quelli di Barrakuz (al secolo Beata Śliwińska dalla Polonia) che gioca sulla ripetizione di forme, aggiungendo elementi 3D al tradizionale collage. Infine la fotografia di Arcin Sagdic esplora i confini tra il reale e l’immaginario, arte e scienza in fotografie dai contorni indefiniti e illusionistici. Tanti linguaggi e opere differenti dimostrano il potere della contaminazione artistica e la forza delle nuove generazioni di artisti.

 

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