Celebra il suo 110° anniversario TSUM il luxury department store russo che con il suo approcio commerciale innovativo offre da anni un’esperienza unica alla sua clientela. La storia di TSUM nasce nel 1907, a Mosca, dall’ambizione di Andrew Muir e Archibald Mirrielees. I due imprenditori ebbero la visione di aprire grandi magazzini moderni, simili a quelli già presenti nel resto d’Europa e negli Stati Uniti. Fu fondata così una società commerciale chiamata “Muir & Mirrielees” che diventò con gli anni il più grande department store in Russia e il terzo in Europa, dopo i londinesi Harrods e Selfridges. Il negozio oltre ad offrire servizi innovativi, ancora inesistenti nei comuni store, come resi, cambi, un ristorante, una sala d’aspetto e ascensori ad alta velocità fu il primo ad ospitare un reparto profumeria. Sucessivamente, nel periodo sovietico, “Muir & Mirrielees” acquisì il suo attuale nome, TSUM (Grandi Magazzini Centrali), mantenendo comunque i connotati del passato. Ancora oggi, TSUM e la sua filiale di San Pietroburgo, DLT, vantano uno dei migliori team creativi capaci di selezionare per la loro prestigiosa clientela una vasta offerta di servizi innovativi e collezioni; dal prêt-à-porter, alle calzature, agli accessori dei più prestigiosi marchi di moda del mondo.
Siyah è un brand di abbigliamento disegnato da Tomas Lanza, designer italiano con una forte passione per i trend di strada e le loro peculiarità che cambiano da città a città. La nuova collezione Fall/Winter 2017-18 parla proprio di questo, ispirata al film ‘Blade Runner’, racconta di una Los Angeles del futuro dove l’avanguardia minimalista si amalgama al fermento creativo del punk-rock e i diversi elementi di stile si mixano costituendo il DNA del brand. Il nero – Siyah in turco significa ‘nero’ – è il denominatore comune della collezione, completamente realizzata Made in Italy, composta da intriganti accostamenti di tessuti e silhouette over nei sopra e slim fit nei sotto. Oltre alla cromia, ad accompagnarci in tutta la collezione sono i nastri d’ispirazione militare, applicati sulle maniche dei capispalla, nei pantaloni e addirittura sul mondo jersey. Quello creato da Tomas è un mondo che guarda al futuro. Con occhio attento e mai scontato.
La quarta edizione di ISKO I-SKOOL™, leader mondiale nella produzione denim e nell’innovazione tessile, è pronta per scoprire gli studenti di fashion design più creativi in giro per il mondo. Quest’edizione è dedicata alla moda del futuro, il tema è GENDERFUL che celebra coscientemente una nuova modalità di concepire le molteplici possibilità con le quali possiamo rappresentare noi stessi. Ai giovani designers è richiesto di realizzare un outfit per uno dei due temi proposti: dall’unisex al multisex e l’ identità oltre il gender. Gli studenti più talentuosi avranno la grandiosa opportunità di accedere a un fashion network professionale e di essere gratificati con prestigiosi stage e collaborazioni nel settore dell’industria e oltre. Il progetto ha ricevuto un consistente sostegno da parte di alcuni partner con il prezioso contributo di molti brand, tra i quali: Swarovski, Replay, Jacob Cohen, Liu Jo, solo per citare alcuni.
Dalla Cina all’Europa passando per USA e Giappone, sono tante le scuole che prenderanno parte alla competizione intitolata “Denim Design Award”, dal POLIMODA, alla NABA, allo IUAV, fino al Chelsea College of Arts, la School of Art, Design and Architecture di Helsinki, la Parsons di New York, il Beijing Institute of Fashion Technology, e tante altre.
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Sportivi oggi è il vostro turno. La tecnologia ha pensato anche a voi e noi siamo qui per farvi scoprire qualche oggetto curioso che, perché no, potrebbe aggiungere o addirittura migliorare la vostra concezione di fare quello che amate.
Sei un addicted degli sport estremi e vorresti riviverli quando e con chi vuoi? Parrot BEBOP 2 FPV è quello che fa per te! Il nuovo drone con la nuovissima funzione “follow me” ti seguirà ovunque, dalla corsa all’arrampicata, allo sci alpinismo, alle uscite in barca o in bicicletta con la famiglia.
Design semplice ed elegante e connettività più avanzata, Misfit Phase è lo smartwatch ibrido che stavi cercando; monitora passi, distanze percorse, durata e qualità del sonno. Resiste all’acqua fino a 50 metri, Misfit Phase può essere utilizzato anche come un autentico telecomando per controllare i brani musicali o scattare foto con lo smartphone. Un accessorio di cui non potrai più fare a meno!
Radar Pace, è il nome degli occhiali intelligenti firmati Oakley ideati da Luxottica group e Intel. L’occhiale è dotato di un sistema di allenamento ad attivazione vocale in tempo reale in grado di rivoluzionare il modo in cui monitori e analizzi le tue prestazioni, un vero e proprio allenatore virtuale in grado di supportarti in ogni fase dell’allenamento.
A differenza dei vogatori tradizionali, Waterrower offre un allenamento senza urti ed eccessivi carichi, perfettamente appropriato anche per scopi riabilitativi. Waterrower è un modello vintage, progettato dal designer John Duke che l’ha studiato in modo da essere adatto ad ogni ambiente e arredo.
Sei un amante dei giri in bicicletta? Ecco un dispositivo creato appositamente per non perderti mai! Hammerhead è un dispositivo che collegato al tuo cellulare e applicato sulla bicicletta stessa ti indicherà la strada, attraverso un sistema lumini, in modo da non doverti fermare mai e consentendoti di gustare a fondo il panorama.
Converse presenta la nuova Chuck Modern Collection, una collezione che celebra la storica Chuck Taylor, ispirandosi ai 108 anni di storia Converse. La Chuck Modern unisce dettagli tecnologici e innovativi a quelli tradizionali. Presentata all’interno della collezione Spring/Summer 2017, la Chuck Modern collection comprende diversi modelli: the Lux, East vs. West, la Chuck Modern Colors, e la Future Canvas, che verranno presentati durante la primavera, mentre le Breathable e le Future Mesh arriveranno solo in estate. La protagonista della collezione è la Chuck Modern Lux. I modelli Lux presentano una tomaia in pelle morbida, il puntale monocromatico e lo storico patch in rilievo. La storia della Chuck Taylor viene narrata nel video – a cura del regista Karim Huu Do- Forever Chuck Scenes, in cui il protagonista è il rapper Vince Stapes, il quale guida gli spettatori in un coinvolgente itinerario attraverso la cultura urbana di Los Angeles, mostrando come la Chuck taylor ha influenzato lo streetstyle della città delle celebrities. Nel video partecipano personaggi di fama che hanno contribuito alla storia di Los Angeles, come il giocatore degli LA Lakers Jordan Clarckson e Spanto, founder dei Born x Raised. La Chuck Modern Lux è un must have: simbolo della rivoluzione che ha coinvolto la giovane generazione della west coast. É un perfetto accessorio per sottolineare ogni tipo di outfit, dal pantalone casual all’abito da red carpet. La nuova collezione sarà disponibile, in esclusiva negli store online Kith and Blends dal 9/02, e su Converse.com dal 17/02 .
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Prada Luna Rossa Carbon, la nuova fragranza presentata da Prada, è una miscela atipica di alcune essenze. Il componente principale è il carbonio, che assume sembianze sempre diverse: lucente o scuro, diamante o grafite. Questa sua caratteristica si riflette nella fragranza, dura come la roccia ma rinfrescante come l’aria pungente. Prada Luna Rossa Carbon è una combinazione di estratti vegetali distillati a vapore e di fibre sintetiche. La fragranza ricorda il profumo agrumato del Vert de bergamote insieme all’ambra secca dell’ambroxan e al legnoso patchouli. Oltre a questi preziosi elementi organici, spiccano le essenze degli agrumi e del pepe, amalgamate a quella della lavanda, evergreen delle fragranze Prada. Dietro la freschezza naturale si celano ingegno e innovazione, la scelta della roccia come elemento principale va oltre la tradizione per valorizzare la struttura della fragranza. Anche la struttura esterna è frutto di modernità, infatti la confezione è realizzata in ardesia, carbonio o giaietto, combinata con la base nera in vetro opaco e vellutata al tatto. La distintiva linea rossa della casa è incisa sul vetro con una tecnica ad alta precisione conferendo equilibrio all’insieme. Il volto scelto per esprimere il carattere della fragranza è Tim Schumacher, in un suggestivo scatto bianco e nero del fotografo Craig McDean. Prada Luna Rossa Eau de Toilette è energico e sofisticato, invece Prada Luna Rossa Eau Sport sprigiona la forza e la purezza dell’acqua .
MOMODESIGN , famoso marchio milanese per la produzioni di caschi di qualità, introduce una linea di scarpe dedicate a un uomo urbano. Influenze leisure e sportive combinate a elementi tipici del mondo delle due ruote creano delle calzature sempre più a misura d’uomo. La collezione è versatile, pratica e adatta per vivere i diversi momenti della giornata in città. Il brand utilizza i loro materiali tecnologici e il loro know-how per creare una linea performante e contemporanea, pensata a un target dinamico, non solo agli appassionati di moto.
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New Era, brand di riferimento per la realizzazione di cappelli, propone un ritorno alle origini con la nuova collezioneHeritage Series SS17per celebrare la sua storia quasi centenaria. In questa stagione i cappelli sono arricchiti da stampe che si ispirano agli anni ’80 e ’90, per richiamare gli stili e il mondo pubblicitario di quell’epoca, con grafiche retrò e messaggi audaci. In quegli anni, in cui Internet era ancora un’utopia, questi slogan erano un modo per informare i clienti sulle nuove uscite. Il brand sceglie tessuti vintage, etichette e loghi del tempo per far rivivere la magica storia dello sport in modo autentico.
Goliardico, irriverente, incantato. Il Carnevale è la festività in cui tutto diventa possibile e tutto è concesso. La personalità che ciascuno di noi indossa tutto l’anno si cela dietro una maschera e si annulla. Il travestimento diventa espressione di libertà assoluta e sfrenata.
Città- simbolo per eccellenza del Carnevale è Venezia, che anche quest’anno ospita un evento unico nel suo genere, definito dalla ABC Television “una delle dieci esperienze che bisogna assolutamente fare nella vita”: il Ballo del Doge. Giunto alla sua XXIV edizione, il Ballo è nato dalla sensibilità creativa della stilista e imprenditrice Antonia Sautter, che quest’anno ha scelto un tema che celebra la sua amata Venezia in tutte le sue sfaccettature: Venezia è so Splendid, so Magic, so Glam, so You! Per l’occasione, la splendida cornice in stile gotico veneziano fiorito di Palazzo Pisani Moretta ha accolto 400 ospiti internazionali, che hanno potuto assistere a performance sorprendenti di più di 90 artisti e cenare con i deliziosi piatti dello chef Nicola Batavia, accompagnati dal gusto raffinato dello champagne Pommery, sponsor ufficiale del Ballo. Le porte del Palazzo, per una sola notte, come in un sogno effimero, hanno svelato un mondo fantastico, pervaso da un’atmosfera onirica, in cui si perde la percezione del reale e si lascia spazio alla fantasia più audace, in un susseguirsi continuo di esibizioni, musiche e danze spettacolari e di suggestioni orientaleggianti che ricordano lo storico legame privilegiato della città con l’oriente bizantino. Lo stile immaginifico delle scenografie evocava mondi fantastici e cieli stellati, accesi da stelle speciali, a cui gli ospiti hanno affidato un desiderio. Tradizione, arte, glamour e moda hanno caratterizzato questa serata, in cui i veri protagonisti sono stati gli ospiti, avvolti nei tessuti sontuosi dei costumi disegnati e confezionati da Antonia Sautter, così come le maschere, le parrucche, i gioielli e gli accessori. Sono tutti pezzi unici, realizzati rigorosamente a mano nell’Atelier veneziano e contraddistinti dal gusto e dalla ricerca continua della stilista. Una notte, dunque, in cui realtà e sogno si mescolano fino a confondere il confine che li separa e in cui si può ascoltare l’eco lontana di epoche passate e rivivere l’eleganza e il fascino senza tempo della romantica Venezia.
La CWC GALLERY di Berlino ospiterà un’esibizione delle opere di Rankin, uno dei fotografi viventi più rispettati al mondo. La mostra, intitolata semplicemente “Rankin”, include più di 50 opere create dall’artista dal 1995 a oggi. I visitatori sono invitati ad accedere al suo affascinante mondo. I lavori presentati appartengono a progetti differenti- includenti gli iconici nudi di top-model come Heidi Klum, Kate Moss e Gisele Bündchen, ritratti di artisti celebri, per esempio David Bowie. Tutti i capolavori vanno oltre le convenzioni, Rankin ha l’abilità di attraversare le frontiere artistiche, creando la sua idea di bellezza e degli standard al di fuori della consueta ordinarietà insita nelle fotografie. Le sue opere sono parte di collezioni private e pubbliche e sono state esposte in tutto il mondo, ancge al NRW Forum a Dusseldorf, al Kunsthalle Rostock e al National Portrait Gallery di Londra. RANKIN dal 25 Febbraio al 1 Aprile 2017 CWC GALLERY Augstrasse 11-13 10117 Berlino- Germany
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Alsteca, brand italiano che realizza occhiali da sole unisex, presenta dei modelli rivoluzionari realizzati con un materiale all’avanguardia, shape-memory. La montatura Venetian, aggiunge il ponte metallico e la nuova lente tecnologica flate base due. È disponibile in numerose tonalità contrastanti, turchese, marsala, rosa cipria e camouflage, tutte abbinate a eleganti rifiniture in bronzo e argento. Un accessorio immancabile per la prossima stagione estiva. Il modello Wynwood acquisisce un nuovo styling con la superficie effetto legno realizzata a mano con verniciatura artigianale, mentre le lenti marroni rispettano l’eleganza tradizionale. Alsteca si impegna ad anticipare le tendenze, utilizzando lenti in policarbonato infrangibili/ antigraffio e la montatura -effetto soft-touch- è flessibile e leggera, con un peso di soli 16gr.
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Velar è la nuova arrivata nella famiglia Range Rover, si posiziona fra Range Rover Evoque e Range Rover Sport. La Land Rover si riafferma come leader nel settore automobilistico dei SUV. Quasi mezzo secolo dopo dalla fondazione della casa automobilistica nasce il quarto modello della gamma Range Rover. Velar è caratterizzata da semplicità, riduzionismo visivo ed è customer oriented, quindi studiata per le esigenze personali del cliente. La casa progetta un modello avant garde, glamour e moderno ma capace di mantenere le linee eleganti. Raffinata per ogni occasione, performante per ogni terreno. Il nome Velar di origine latina (da velare, il cui significato è celare) risale ai prototipi di pre-produzione Range Rover del 1969. Le informazioni complete su Range Rover Velar saranno disponibili il 1° marzo 2017.
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Una vera rivoluzione. La nascita delle Air Max nel 1987 ha lasciato un segno: da quel momento le innovative sneaker si sono diffuse rapidamente, dalla corsa al basket, dall’allenamento al tennis, tanto da diventare un autentico oggetto del desiderio in tutto il mondo. Per celebrare il trentesimo anniversario di Air Max 1, il 26 marzo 2017, Nike ha istituito l’Air Max Day, che sarà preceduto, per tutto il mese di marzo, dal lancio di silhouette retro, remix e all’avanguardia. Si tratta della nuova collezione di modelli Air, la cui protagonista assoluta è l’attesissima Nike Air Vapormax.
Le risorse di Nike Air sono ancora tutte da scoprire ed esplorare.
Li avevamo lasciati in piena bufera sentimentale ma i due non si danno per vinti: in ‘Cinquanta sfumature di nero’ diretto da James Foley e distribuito da Universal Pictures, secondo episodio della saga erotica letteraria bestseller di E L James, Christian Grey (Jamie Dornan) e Anastasia Steele (Dakota Johnson) mettono in scena una relazione che si tinge decisamente di toni dark. La bella favola amorosa che i due sembrano intrecciare nel primo film’Cinquanta sfumature di grigio’ è sottoposta a dure prove perché nella vita di Mister Grey, lo scapolo più ambito di Seattle, emergono zone d’ombra provenienti dal passato e di cui Grey sembra non voler parlare. La storia continua con un Christian Grey ferito, che cerca di persuadere una cauta Ana Steele a tornare nella sua vita. Lei esige di rinegoziare i termini del loro accordo sentimentale in cambio di un’altra possibilità. I due iniziano così a ricostruire un rapporto basato sulla fiducia, e a trovare un equilibrio, ma riaffiorano alcune figure misteriose provenienti dal passato di Christian, decise a distruggere le loro speranze di un futuro insieme. E la love story molto glamour diventa un thriller non privo di scene bollenti ma in realtà molto pruriginose più che realmente erotiche. Chi ha amato Eyes Wide Shut specialmente il Fidelio Party e 9 settimane e ½ -peraltro Kim Basinger interpreta nel film un ruolo molto enigmatico e torbido, quello di Elena Lincoln, ossia colei che ha iniziato Grey ai piaceri dell’eros- non rimarrà deluso. Nella fitta trama di intrighi e di personaggi dai risvolti più cupi come la ex sottomessa e succube di Grey, la tenebrosa squilibrata Leila Williams (Bella Heathcote) e il fascinoso boss di Ana Steele, l’editore Jack Hyde (Eric Johnson) licenziato perché denunciato da Ana Steele per molestie, si fa avanti il gioco della seduzione intrisa di potere: anche se preferisce il romanticismo alle perversioni di Grey, Ana Steele è curiosa di visitare ancora la ‘stanza dei giochi’ pur se con prudenza. Degna di nota la scena del rituale delle sfere d’argento. Il film, non privo di colpi di scena, riserva non poche sorprese anche sul personaggio di Grey e sembra a tratti virare verso la suspence, pur non rinnegando la sua vocazione alla messinscena di un eros patinato e felicemente glamourizzato. Chi ha amato i primi 2 episodi si tenga già pronto al seguito.
Pepe Jeans London, nella nuova campagna SS17, invita tutti a prendere parte alla propria sfilata proponendo un’esperienza digitalizzata. Georgia May Jagger e Jordan Barret sono i modelli protagonisti della campagna e conducono gli spettatori virtualmente lungo Portobello Road, rinomata via londinese per i mercatini dell’usato e dello shopping sfrenato. Gli scatti fotografici sono stati curati dal professionista Scott Trindle, che ha saputo catturare spirito e stile ecclettico tipici di Portobello Road.L’obiettivo di Pepe Jeans è coinvolgere tutti in modo attivo, partecipare alla competition è molto semplice! Basta indossare il proprio outfit Pepe Jeans preferito, simulare look e attitude che riprendano il magico atmosfera della zona W11th, in fine caricare un’immagine fissa o in movimento sui social e condividerla aggiungendo l’hashtag della competition #WalkThisWay. In questo modo, chiunque potrebbe avere la possibilità di vincere ed essere così fortunato da sfilare nel film di Pepe Jeans London.
VictorVictoria, è un brand-laboratorio nato dall’intuizione creativa dell’imprenditore veneto Sergio Tegon. Il marchio confeziona capi atemporali, in cui l’universo maschile e femminile si contaminano a vicenda, per entrambi vale il gioco della geometria e dell’eleganza discreta. Le collezioni esaltano la sartorialità e la pulizia della silhouette, un’estetica limpida che richiama il minimalismo metropolitano degli anni Novanta. Nella camicia bianca, simbolo della collezione, sono presenti delle analogie ma differenti peculiarità pertinenti ai due guardaroba. Altri elementi della collezione sono il trench, i pantaloni, i blazer e la maglieria, tutti simili ma senza perdere di vista le due distinte collezioni. I capi sono realizzati con tessuti pregiati e arricchiti con ricercate stampe ripescate da importanti archivi italiani. Il brand si rivolge a un target trasversale, sia italiano sia estero, che vuole avere uno stile retrò ma contemporaneo. Il blu Navy regna sostituendo il classico nero, accompagnato dal verde salvia, dal kaki e dal bordeaux con alcuni interventi dell’oro caldo e delle raffinate stampe. I protagonisti del brand non sono i capi, ma l’anima stessa del brand, dedicata a chi la reinterpreta e la fa propria. La collezione sarà in vendita dalla prossima FW17, adesso una capsule collection è già disponibile all’Excelsior di Milano e presto lo sarà anche sull’e-commerce.
La nuova collezione Primavera/Estate 2017 di GANT Rugger trae ispirazione dall’arte, in particolare dalla musica di Bob Dylan, che ha contribuito a suscitare il movimento ecologista negli anni ’60, e dagli affascinanti tessuti ricamati dell’artista svedese folk Karin Larsson. Inoltre GANT si avvicina agli sport di strada, con un’edizione di capi indispensabili con dettagli unici e moderni: jeans denim, camicie, blazer estivi e nuovi tocchi ai caratteristici outfit. La collezione completa il guardaroba con tessuti eccellenti e silhouette informali e rilassate pensate per uomini che guardano al progresso e conducono stili di vita attenti al rispetto dell’ambiente. La caratteristica più importante di questi capi, infatti, è la ricerca nell’utilizzo di materiali eco-friendly: la selezione jersey è realizzata esclusivamente con cotone organico. Insieme alle camicie oxford organiche, questo rappresenta un passo successivo per la moda verso l’ecosostenibilità. I colori predominanti per questa stagione raccolgono l’eredità degli sport americani: si crea un mix di tinte classiche e nuovi colori vegetali, che combinano sfumature di blu, crema e sabbia con elementi naturali di verde e rosso. Le fantasie-chiave, invece, giocano su una ridefinizione delle classiche righe e su un perfezionamento del motivo a quadri standard.
Design e alte prestazioni. Queste le parole chiave che descrivono l’esclusiva limited edition di sneakers, firmata Antonia per Pony (Product of New York). Il modello si ispira a uno degli iconici best seller del brand Pony, la Top Star Greenwich, ripresa e rivisitata grazie all’inconfondibile direzione artistica e creativa di Antonia, fashion retailer di fama internazionale, presente a Milano e online con la sua piattaforma. Realizzata con morbida e soffice nappa bianca, la scarpa si arricchisce di dettagli verde oliva, come i lacci e il tag posteriore, e di un leggero traforo, che delinea il caratteristico logo a V di Pony. Materiali di alta qualità e dettagli inediti conferiscono una ricercata semplicità a questa sneaker, che si distingue dai classici modelli della collezione. La limited edition è disponibile da Antonia Milano, all’interno del vivace quartiere Brera, presso Excelsior Milano, da Antonia Macao e online.
Non un semplice paio di sneakers. Le nuove IGNITE Limitless lanciate da Puma sono state progettate appositamente per affrontare le frenetiche giornate in città con estremo comfort, ma senza dimenticare lo stile. Ai piedi del cantante e style icon The Weeknd, Global Brand Ambassador e Creative Collaborator di Puma, le proporzioni originali e inaspettate della scarpa si uniscono a materiali innovativi e a dettagli funzionali che assicurano la massima performance, come l’intersuola in IGNITE FOAM, la costruzione in neoprene 4-way stretch clamshell e la chiusura a strappo che conferisce maggiore sostegno e solidità alla calzatura. Le sneakers sono state studiate per garantire protezione e sicurezza in qualsiasi momento della giornata, per questo sono dotate di un sistema riflettente 3M sul tallone e sulla linguetta, indispensabile per assicurare una buona visibilità anche in situazioni di oscurità, e di un sistema protettivo in Kevlar resistente e waterproof.
Per l’uomo tenace che non ha paura di osare e di vivere pienamente l’attimo presente è uscita la nuova irresistibile fragranza WANTED di Azzaro dal carattere boisé-esperidato-speziato, impreziosita dalle note provocanti del limone e dello zenzero, addolcita dalla delicatezza del cardamomo, resa elegante dal ginepro prirogenato e irrobustita dalla sensuale dolcezza della fava tonka e dalla tonalità boisé del vetiver. La preziosa essenza è racchiusa da un packaging all’altezza, che racchiude le passioni maschili senza tempo, richiamando i meccanismi dell’orologeria e i pistoni del motore di un’auto sportiva.
Il colosso irlandese presenta, per la prossima stagione P/E 2017, una linea interamente dedicata agli amanti dello sport e del fitness. Donna, uomo e bambino, la nuova collezione PrimarkWorkout combina stile, performance e comfort puntando tutto sul dinamismo di capi versatili e all’avanguardia che si fondono perfettamente nel guardaroba quotidiano. Colori sgargianti, stampe mimetiche oppure floreali, fanno da collante per tutta la nuova proposta. Tessuti traspiranti garantiscono una performance d’eccellenza e agevolano i movimenti, mentre la peculiarità hi-tech di materiali ad asciugatura rapida assicura il mantenimento della giusta temperatura corporea durante l’allenamento.
The Brian&Berry Building, fiore all’occhiello di Milano per l’alta moda, l’high-tech e la gioielleria, ospiterà AirDP Style, concept brand di Alessandro Del Piero, per la presentazione in esclusiva nazionale delle sue collezioni, contraddistinte da leggerezza e innovazione. La collezione include le sneaker AirDP by iShu+, i piumini AirDP by Goose Tech e gli occhiali AirDP by AirEyeWear. Sarà possibile vedere e acquistare la collezione dal 23 al 28 febbraio al Piano 0 del luxury shop. Al brand sono dedicate 4 vetrine del palazzo per esporre i propri prodotti tech, curati dall’ex capitano Alessandro del Piero, Lele Danzi e Paola Frodi. Le sneakers AirDP by iShu+sono trasparenti, colorate, traspiranti e frutto di una studio di 2 anni. Inoltre è possibile personalizzare la propria sneaker cambiando i calzini, presentati in diversi motivi e colorazioni, tutti realizzati in Fibra Deodorante. I piumini, fatti a mano, sono tutti in tessuto di poliuterano trasparente, antiallergico e antimacchia . Piume colorate spiccano dal tessuto trasparente. In occasione dell’esposizione presso Brian&Berry Building sarà in vendita una special edition.
“La Statale Arte” accoglie, fino all’11 marzo 2017, un’artista che, fin dagli anni Settanta, ha contribuito a rendere Milano una delle capitali dell’arte mondiale: Nanda Vigo. Un’artista eclettica, anche designer e architetto, i cui lavori sono difficilmente definibili secondo rigide categorie, in quanto sono frutto di una costante ricerca transdisciplinare, in cui la luce rimane l’elemento centrale e dominante. In questo spazio esoterico la realtà spaziale perde i suoi contorni certi e definiti, proprio grazie a giochi di luce naturali e artificiali che si specchiano e si riflettono in continui rimandi luminosi. Il progetto, il primo “monumentale” a essere realizzato per uno spazio esterno, è alto 10 metri ed è costituito da otto piramidi di diversa altezza con al centro un cilindro. Di fatto rappresenta la più imponente installazione mai creata da Nanda Vigo. Per la sua realizzazione sono stati fondamentali il duro lavoro e la passione della project manager Stefania Morici: “Quando sono stata contattata dal Presidente dell’Archivio Nanda Vigo, Allegra Ravizza, e da Donatella Volontè, curatrice del progetto, Exoteric Gate era ancora un’idea, un disegno su un foglio (non esisteva né un render, né un fotomontaggio, né un progetto esecutivo, né l’ingegnerizzazione dell’opera). Per cui il mio lavoro come project manager, come in una sorta di una catena di montaggio, è stato quello di rendere “concreto” il progetto di Nanda Vigo, creando il team di lavoro in grado di realizzare l’opera e coordinando e supervisionando costantemente lo sviluppo del progetto, in modo da garantire sia il rispetto dei tempi che della qualità”. Un’opera di concretizzazione che comprende tutte le molteplici e delicate fasi del progetto, dall’analisi dei costi fino alla promozione e sponsorizzazione dell’evento. Una sfida ancora maggiore, se si pensa ai ristretti tempi di esecuzione, che è stata vinta grazie alla professionalità di tutti coloro che hanno collaborato con Stefania Morici, a cominciare dall’architetto Danilo Reale, a cui è stata affidata la supervisione di tutte le parti più delicate e tecniche del progetto.
“Exoteric Gate” è un’esperienza sensoriale che permette ai visitatori di travalicare, come in un sogno, il mondo del reale per esplorare le dimensioni dell’irrealtà e della trascendenza.
“Non voglio essere patinato, punk o alternativo, voglio solo essere!”. Così Jim Osterberg, al secolo Iggy Pop, si definisce nel docu-film distribuito da Nexo Digital e da Bim, al cinema solo il 21 e il 22 febbraio, una pellicola di grande spessore narrativo che il magistrale cineasta Jim Jarmusch dedica a Iggy and the Stooges’ un gruppo rock che formatosi nel 1967 si sciolse poi nel 1973 in seguito a problemi di droga di molti dei suoi componenti e cioè Dave Alexander che morì di polmonite nel 1975, i fratelli Ron e Scott Asheton scomparsi pochi anni fa e naturalmente Iggy Pop che per un periodo fu affiancato alla chitarra elettrica da James Williamson. Quest’ultimo dopo lo scioglimento della band si dedicò all’ingegneria e all’industria elettronica mentre Iggy Pop volava in Europa per lavorare con David Bowie. Nato nella città di Ann Arbor, in Michigan, proprio nel periodo in cui si affermava la controcultura giovanile, lo stile potente e aggressivo del rock ’n’ roll di ‘The Stooges’ capitanati da Iggy Pop – una delle figure tutt’ora più appassionanti e iconoclaste della storia del rock- rappresentò una novità esplosiva nel panorama musicale della fine degli anni Sessanta. Aggredendo il pubblico con una miscela di rock, blues, R & B e free jazz, la band pose infatti le basi per quello che sarebbe stato chiamato nei decenni successivi il “punk rock alternativo” e venne così inserita dalla rivista Rolling Stone nella lista degli artisti immortali. Il nome della band ‘The stooges’ che significa ‘fantocci’ derivava dal fatto che i componenti della band ritenevano che tutti se la prendessero con loro anche se non facevano niente. Il film, pregevole per la ricerca di immagini, video e filmati, si snoda attraverso una serie di interviste a Iggy Pop e agli altri membri che si sono avvicendati nella band. Nel 1970 gli Stooges raggiunsero l’apice della fama e lasciarono un’impronta indelebile nella moda, nell’arte e nel cinema come testimonia il film ‘Velvet Goldmine’ che innescò la bomba della reunion della band nel 2003, dopo 35 anni dal suo scioglimento. Iggy Pop è particolarmente originale nel suo modo di stare sul palco che, come viene detto nel film, “dimostra che la vita è nell’attimo presente e che quell’attimo deve essere intenso”. “Faccio cucina espressa” soleva dire ai tempi d’oro l’Iguana Iggy Pop a sottolineare la freschezza delle improvvisazioni che caratterizzavano le sue performance. Una carriera anarchica fatta di successi e cadute che lo hanno consacrato assieme a The Stooges come punto di riferimento assoluto del punk americano. Dalle sue parole emerge pian piano tutto ciò che ha fatto di The Stooges una band capace di cambiare l’immagine stessa del rock anche grazie al confronto con Velvet Underground, Nico, John Cale e incontri come quelli con Andy Warhol e naturalmente David Bowie. Vibrante.
Nike + Run Club a Milano e Roma si arricchiscono di una speciale sessione domenicale. La domenica è il giorno giusto per allacciare le scarpe e correre, non ci sono scuse che tengono. Un’ora o poco più da dedicare completamente a se stessi, grazie al supporto di Esperti Coach, Trainer, Pacer e Atleti in grado di ispirare e supportare i runner – principianti e maratoneti – a correre sempre meglio e sempre più lontano. La prima Just Do It Sunday Run a MILANO è in programma domenica 19 febbraio, con una Long Run (è possibile scegliere tra 5 /7 e 10km) che costeggerà i Navigli. Al termine un brunch rifocillerà tutti i runner. A ROMA, invece, l’appuntamento è fissato alle 11.34 presso Cisalfa Sport Roma Eur. Inoltre Nike ha dato via al progetto “Nike Hoodwaves Sessions” per guardare la città con nuovi occhi, con la possibilità di vivere il training in location inaspettate e di scoprire o riscoprire i diversi quartieri di Milano, instaurando un nuovo rapporto con il luogo in cui si vive dominando lo spazio urbano con la propria training crew.
Per conoscere tutti gli appuntamenti e prenotarsi per la corsa:
nike.com/milano
nike.com/roma
Ha sfilato durante la New York Fashion Week, la Yeezy Season 5 firmata Kanye West, una nuova collezione per la stagione Fall 2017 da scoprire in tutti i sensi. Pier 59 è stata la location che ha ospitato lo show riservando al pubblico non poche sorprese. Gli spettatori sono stati accolti, nel buio più totale, in un’ampia stanza, al centro un nero parallelepipedo sul quale sono stati proiettati a rotazione i look di collezione in modo da mostrare la Yeezy Season 5 a 360°. Attorno al parallelepipedo, invece, hanno sfilato i veri e propri capi dall’ispirazione sportswear in linea con le stagioni precedenti, ma con qualche tocco in più. L’elemento che maggiormente ha attirato l’attenzione sono stati i tessuti utilizzati da Kanye per questa Fall 2017. Tute di Jeans, che richiamano il mondo workwear, look militari, camicie di flanella, giacche oversize in Goretex e cappotti in pelliccia hanno colpito gli spettatori rendendo lo show un vero e proprio fenomeno mediatico, e non solo per i nomi noti presenti in passerella.
Paolo PecoraMilano ha presentato una capsule collection per la FW 18 realizzata con l’artista canadese Allison Katz e House of Voltaire. Il progetto porta alla creazione di 3 serie di maglie con motivo floreale a edizione limitata, curate da Paolo Pecora e vendute nel celebre Temporary shop House of Voltaire durante il periodo natalizio. L’ispirazione ai fiori nasce da una casuale scoperta di Katz in un negozio di porcellane grazie a un dipinto floreale su un piatto di manifattura inglese che ha rapito l’estro e il cuore dell’artista. Secondo Katz , i fiori oggi sono così saturi di significati da non trasmettere nuovi segni ed emozioni, invece, per l’artista costituiscono il motore propulsore della sua fantasia e dei suoi sensi. Frutti, fiori, animali esotici, oggetti surreali ed enigmatiche figure le permettono di meditare continuamente sulla natura e sui simboli a essa correlati. Per la cura dei particolari, per l’approccio all’ornamento questo prodotto tessile trova affinità con la storia inglese delle arti applicate. Lo stesso fiore, nel corso della storia, può essere fonte di ispirazione per più persone e lo si può ritrovare in un tessuto jacquard di Morris, dipinto su porcellana o ricamato a macchina in Italia da Katz e Pecora. Una seconda serie di maglie è stata presentata a Pitti e sarà in vendita per il prossimo inverno.
Un grande sorriso e un entusiasmo travolgente. Così si presenta Paul Smith, che torna a Pitti Uomo, dopo più di vent’anni, come special guest per il lancio della collezione PS by Paul Smith per l’Autunno/Inverno 2017. La collezione celebra l’essenza del brand “Classic with a twist” e propone abiti dalle linee classiche ma con inconfondibili dettagli inaspettati che rendono ogni capo unico e particolare. Paul Smith è stato il primo designer ad essere invitato nel 1991 a sfilare a Pitti Uomo, come racconta lui stesso durante l’intervista in esclusiva per MANINTOWN, e questo lo rende ancora più contento e orgoglioso di tornare a Firenze. In questi anni la moda è cambiata radicalmente e ha acquistato una dimensione fortemente internazionale, diventando accessibile in qualsiasi luogo e momento con un semplice click. Lo stilista britannico ammette, con un po’ di rammarico, che l’avvento di internet ha rivoluzionato completamente le modalità di acquisto, determinando di fatto una crisi dei negozi fisici, a favore dell’online shopping. Per scoprire altre curiosità, guarda la video intervista.
Blauer Usa, brand dell’azienda veneta FGF industry, in collaborazione con Bridge srl, presenta una collezione di scarpe per uomo e per donna. La nuova linea INFORCE presenta fondi in gomma carro-armato e guardoli applicati. In questi modelli robusti – boot,anfibi, pompieri o paracuduti – le tomaie sono realizzate in pelle vintage e in colazioni “uniform” (black, dark brown, burgundy). La collezione verrà presentata al MICAM dal 12 al 15 Febbraio. RUNNING
La linea running si arricchisce di materiali come le oily suede mixati con tessuti spinati o tecnici e dettagli in nylon camou. La linea MEMPHIS per uomo presenta tomaie multi laterali con applicazioni in gomma nel counter, la suola innvovata presenta dettagli in tinta o in contrasto sulla midsole. SNEAKERS
La linea FW7 è rappresentata dai modelli carry over MURRAY, PHOENIX, YUMA e TACOMA. Materiali vintage, pelli con stampe tartan, presentate in un mix di nuances calde. Le nuove NEW YORK sono realizzate in morbidi pelli o suede vintage, o materiali tecnici come la lycra presente nei modelli a doppia zip.
Reebok Classic realizza una campagna per ripercorrere l’evoluzione di Club C negli ultimi trent’annni, così il brand si affida alla professionalità del regista Nabil. Le Club C sulla pellicola vengono indossate dal repper statunitense Kendrick Lamar. Nella nuova campagna chiamata “Hold Court” SS 2017 Reebok Classic e Kendrick rafforzano il messaggio della campagna precedente esaltando l’intreccio tra la sneaker che ha segnato lo streetwear e Kendrick stesso. Kendrick, che da sempre si è ispirato alla sua adolescenza per la sua musica, invita i giovani “ad assumersi la responsabilità e a trovare la tua passione”. Nel video parla anche di audacia e di sicurezza di se stessi, infatti racconta che quando indossa la Club C si sente protetto, più determinato. La Club C è una sneaker all’altezza dei suoi ambiziosi sogni, con una silhouette essenziale, che si adatta allo stile court, in campo e in città. É una Club C.
C’era una volta “il profumo”; quello che le nostre nonne usavano per tutta la vita, unico e insostituibile. C’era una volta appunto perché oggi sono pochissimi coloro che rimangono fedeli ad un unica fragranza per tutta la vita. Arduo non avere la curiosità di cambiare, avendo a disposizione sul mercato una varietà impensabile in passato. Cresce poi il numero di chi ama costruirsi un guardaroba olfattivo, da alternare in base agli impegni e all’umore e, perché no, in base al look. La novità è che, dopo anni di monopolio del mercato da parte delle grandi maison, è in aumento il numero degli appassionati dei profumi di nicchia. In tanti sono stanchi di sentire la scia del proprio profumo indossata da altri e sono alla ricerca di nuove esperienze olfattive. Da quando però la nicchia è esplosa, trasformandosi in trend, sta diventando difficile orientarsi tra le tante proposte che arricchiscono il mercato, di stagione in stagione, soprattutto per un neofita. Fondamentale una guida preparata come Alberto Anselmi, proprietario con la sorella Chiara, della catena di profumerie Desirée a Milano, a cui abbiamo chiesto di suggerirci dei profumi di nicchia, da uomo e da donna, selezionati in base allo stato d’animo.
Depressi. Ci vuole poco a far precipitare l’umore ai minimi storici, soprattutto per chi ha una vita stressante e ritmi di lavoro frenetici. Un profumo non ti cambia la vita ma sicuramente sentirsi addosso l’odore luminoso del neroli, il fiore dell’arancio, aiuta ad affrontare la giornata, soprattutto il lunedì, il giorno più odiato della settimana. Il neroli è perfetto perché sa di pulito e mette di buon umore. Provate Fleur D’Oranger di Evody.
Grintosi. Siete pronti a conquistare il mondo e sentite che niente e nessuno potrà fermarvi? Provate Patchouli Leaves di Montale, un patchouli avvolgente e fresco dai toni legnosi.
Felici. Quando ci si sveglia al mattino di buon umore e il mondo sembra sorridervi. Consiglio Bergamask di Orto Parisi, un bergamotto luminoso con un sillage persistente, per una fragranza a base di bergamotto.
Innamorata/o. Le farfalle nello stomaco, la testa tra le nuvole, il sorriso ebete stampato sul viso, tutti sogniamo e inseguiamo l’amore. Nei primi mesi, caratterizzati da passione rovente, l’imperativo è essere sensuali; iniziando dal profumo. Via fioriti e agrumati, scegliete invece note più seducenti. Rocabar di Hermés: sandalo e vetiver ambrato.
Trasgressivi. Avete voglia di osare ma siete timorosi? Iniziate dal profumo, è meno costoso di un cambio di look, meno rischioso di un nuovo hairstyle (i capelli non ricrescono all’istante). Scegliete una nuova fragranza fuori dagli schemi e lasciatevi andare. Tom of Finland di Etat Libre D’Orange: cuoio e vetiver, una nota classica che diventa trasgressiva.
Irritati. C’è il/la collega di lavoro che gioca sporco, tramando alle vostre spalle, e con cui dovete condividere spazio e giornata. La lista delle persone irritanti potrebbe continuare all’infinito.Iniziate a farvi “sentire” con un profumo, efrastornate a suon di note olfattive. Inondatevi di Stercus di Orto Parisi, con burro di oud, animalesco e intenso.
3 team. 120 giorni. 2.100 km attraverso l’Europa e 21mila euro in palio da donare per una buona causa rigorosamente “green”. Questi gli ingredienti principali del Tour Adventure, organizzato da eneloop™. Il brand, parte della Panasonic Corporation, produce batterie ricaricabili sostenibili e, grazie a questa coinvolgente iniziativa, intende sensibilizzare il suo pubblico riguardo al tema dell’ecosostenibilità. Un’avventura declinata anche nel mondo social con una pagina Facebook dedicata, attraverso cui seguire e sostenere attivamente le squadre partecipanti nelle varie missioni che si presentano durante il tragitto. Compagne di viaggio per eccellenza di ogni team sono le batterie eneloop, precaricate con energia solare e ricaricabili fino a 2100 volte. Elettronica e ambiente si incontrano nella prospettiva di una vita migliore all’insegna del rispetto per l’ambiente e, di conseguenza, per ognuno di noi. Le iscrizioni rimangono aperte fino al 17 aprile 2017.
Grande prova per un Denzel Washington in forma smagliante che sullo sfondo di una umida e accaldata Pittsburgh racconta in ‘Fences’ il dramma interiore di un eroe-antieroe, Troy Maxson, un netturbino da lui stesso interpretato prima a Brodway e poi ora sul grande schermo, un uomo che ha rinunciato al suo sogno di diventare campione di baseball per condurre un’esistenza stabile e solida accanto alla moglie Rose(Viola Davis) e perché non accettato in quanto ragazzo di colore per diventare qualcuno inseguendo il suo sogno . Nel film, distribuito in Italia da Universal Pictures International Italy e candidato a 4 premi Oscar, fra i quali quello alla miglior sceneggiatura non originale del gigante della letteratura americana August Wilson, morto nel 2005, autore della pièce vincitrice del Premio Pulitzer dalla quale è tratto il film, e quello al miglior attore per Denzel Washington che ha anche diretto e coprodotto la pellicola, emergono tutte le frustrazioni e le miserie di un uomo che è stato un fenomeno a suo modo ma che ha capito, dopo mille vicissitudini fra cui l’esistenza da homeless, che “La vita non è tutta rose e fiori” e non riesce a tenere unite le sue ultime certezze come il nucleo familiare che si sgretola a causa del desiderio di Troy di costruire un’altra famiglia con una donna diversa da Rose, gettando tutto alle ortiche. Troy dovrà difendere il suo’recinto’ e le sue dighe o ‘barriere’ (da cui il titolo del film) da tutti i conflitti con i grandi e profondi cambiamenti sociali che il popolo afroamericano stava attraversando nell’epoca, gli anni’50, in cui è ambientato il film, cambiamenti che il protagonista si ostina a rifiutare e a non riconoscere. Nella sua ottica di prigioniero di una vita meschina costruita su false certezze, Troy non asseconda le inclinazioni artistiche del primo figlio Cory (Jovan Adepo) e la vocazione atletica del secondogenito Lyons(Russell Hornsby), che vorrebbe sfruttare una borsa di studio per entrare nella squadra di Football professionistica e che poi troverà un avvenire nell’esercito. “Cosa accade-si chiede Denzel Washington nelle note di regia- quando si è bravi abbastanza ma si fallisce comunque? Dove va a finire tutta quella energia quando non puoi esprimere il tuo talento? Troy sarebbe potuto diventare un campione nel suo sport e invece è semplicemente bloccato nel tempo, mal-equipaggiato per gestire un mondo in cambiamento e frustrato per la sua occasione mancata”. Una grande regia, una scelta oculata dei costumi e una tecnica magistrale dell’inquadratura rendono questo film un monumento della drammaturgia dedicata alla denuncia sociale sulla condizione dei neri d’America, un filone affrontato con solida dignità e dei dialoghi ricostruiti con grande perizia drammaturgica. Stupenda l’interpretazione di Mykelti Williamson del personaggio di Gabriel, fratello mentalmente menomato di Troy e interessante la prova attoriale di Russell Hornsby che interpreta il secondo figlio di Troy, in perenne lite col padre. Eccezionale il ruolo che nel film e nell’opera di Wilson interpreta il blues, un’atmosfera dello spirito più che una colonna sonora.
Sole, mare, amici e surf. Questi gli ingredienti principali di una perfetta giornata estiva, come quella catturata dall’obbiettivo fotografico di Byron Mollinedo nella nuova campagna pubblicitaria di Alberto Guardiani per la Primavera/Estate 2017. Colori vivaci, uniti a un design semplice e rilassato caratterizzano le nuove calzature, ideali in qualsiasi occasione e momento del giorno. Gli “scatti rubati” raccontano il mood di questa stagione, all’insegna della libertà e della joie de vivre.
Raf Simons debutta a New York con la collezione ready-to-wear per Calvin Klein. In uno spazio che sembra un’opera d’arte, lo stilista immagina la diversità dell’America lasciando realizzare e rappresentare ciò all’artista Sterling Ruby. Infatti, la collezione e lo spettacolo sono un omaggio all’America, che è insieme futuro, passato, Art Deco, persone abbigliate in stili diversi, un miscuglio di tutto. I capi d’abbigliamento realizzati riflettono questo melting pot, differenti stoffe, protezioni in plastica sui cappotti, antiche trapunte fatte a mano. La coesistenza crea nuove forme.
Woolrich debutta nel mondo della calzatura con un progetto fedele ai tratti caratteristici del brand. Woolrich Shoes unisce allo stile sportivo e outdoor un design urbano, presentando dettagli ricercati nei modelli più outdoor ed elementi tecnici nei modelli cittadini. Le due suole sono state realizzate in esclusiva per Woolrich da Vibram- marchio di riferimento della calzatura da montagna. Il primo modello riprende la tradizionale suola da montagna “a carrarmato”, mentre l’altro sviluppa un nuovo battistrada incorporando il tipico check del brand. La suola è pensata per ogni tipo di condizione e terreno. Cura del Made in Italy, comfort e versatilità caratterizzano la nuova collezione, attraverso materiali selezionati di alta qualità tra i quali il 60/40 Ramar Cloth, da sempre simbolo dell’ Arctic Parka. La collezione è divisa in due categorie di modelli, una ispirata all’outdoor e una ispirata alla città: dalla classica Running Shoes presentata in più versioni, con pellami tradizionali e materiali tecnici, al tradizionale Boot da montagna. Modello iconico della collezione è l’Hiker Boot, connubio tra un vera scarpa da hiking e una suola che, grazie alla mescola vibram, è adatta anche ai momenti in città.
Coco de Mer, il lussuoso marchio di lingerie, in occasione di San Valentino, presenta un film per invogliare le donne a riprendere in mano il controllo di questa giornata. Il video è stato realizato da Rankin e vede Pamela Anderson, Coco de Mer ambassador, come la protagonista di un sovversivo film umoristico. Nelle scene, Pamela Anderson fa ritorno a casa nel suo appartamento. Nel momento in cui l’attrice si sveste e si prepara per la sensuale notte di San Valentino, siamo indotti a credere che lei stia aspettando un uomo. Invece, il film sorprende il pubblico. Basato sull’ironia, il sentimento dominante è il senso di leggittamazione della donna. Riguardo a Pamela, Rankin dice che l’attrice sia stata la figura ideale per giocare con la percezione delle persone su San Valentino. The Full Service agency- con sede a Londra- è stata ideata da Rankin, produce intere campagne in un edificio, dalla creazione alla produzione. Adesso Maruska Mas è stata nominata come loro Director Managing. Sul progetto la direttrice dice che l’obiettivo dell’agenzia è spingere l’advertising di un brand oltre i limiti, infatti la collaborazione con Coco de Mer è il perfetto esempio di questo e della loro passione per i brands. Questo film è solo l’inizio di una collaborazione che vede coinvolti insieme The Full Servive, Pamela Anderson e Coco de Mer.
Ogni giorno comunichiamo attraverso chat incolori, inodori, sostanzialmente sterili e impersonali. Così, anche i messaggi di affetto e d’amore hanno perso la loro intensità. In vista del giorno più romantico dell’anno, San Valentino, viene in soccorso Bloovery, la nuova soluzione di flower delivery a portata di click, per dare nuova linfa vitale ai pensieri e far rifiorire le emozioni. Pensata soprattutto per gli uomini che non hanno perso la voglia di sorprendere, ma che spesso si trovano disorientati di fronte a infiniti cataloghi. Romanticismo e tradizione incontrano le nuove tecnologie: grazie a questa innovativa startup, con una semplice app, una chatbot su Facebook o direttamente dal sito web mobile, l’utente dovrà solo inserire l’occasione per cui desidera inviare i fiori e riceverà sul suo dispositivo i consigli più corretti e l’assoluta garanzia che sarà proprio la sua scelta a essere consegnata al destinatario. Come mostra la video-story con protagonista la web star Edoardo Mecca, “le donne amano i fiori e gli uomini che li regalano”.
Per ora disponibile solo a Milano e nell’area metropolitana, il servizio di delivery si espanderà su tutto il territorio nazionale nel corso del 2017.
Fra poco è San Valentino e tutti gli innamorati cercano di stupire la dolce metà con un regalo originale. Noi di MANINTOWN ci siamo chiesti come i single vivano questa giornata. Edoardo Mecca, oggi celebre web star, insieme a Bloovery (qui l’articolo correlato) – l’app che consente di acquistare e consegnare fiori in modo semplice – ha individuato ben 9 stereotipi di single, basandosi sugli stati d’animo dimostrati più comunemente. Eccoli. Il Romantico: alla sua lei regalerebbe tutto l’amore del mondo. Per lei andrebbe ovunque, anche sulla Luna.Il Nostalgico: si chiede cosa faccia la sua ex, con chi stia trascorrendo San Valentino, nonostante siano passati un po’ di anni da quando si sono lasciati.Il Disperato: decide di reagire, è San Valentino. Come reagisce? Auto-regalandosi delle rose rosse.L’imprenditore: ma quale San Valentino, lui pensa al fatturato, all’economia, non ha tempo. Cupido non fa fatturare.Il Menefreghista: San Valentino non gli interessa, è sopravvalutato, non si aspetta questa festività per dimostrare il proprio amore.L’Anti consumista : è una festa a scopo commerciale, ti obbligano solo a spendere soldi. Il Mai una gioia: è pessimista, non vince la partita neanche quando gioca da solo ai video games.Il Playboy: è il tipico sciupafemmine, incontra una donna diversa ogni due ore. Una per l’aperitivo, una per cena, una per il dopo- cena. Il Tattico: lascia la sua ragazza il giorno prima di San Valentino. Perché? È troppo stressante l’iter della giornata, regali, cena, rose. È più facile riconquistarla qualche giorno dopo. Riesce a riaverla? Le donne sono un po’ vendicative.
E voi riuscite a immedesimarvi in uno di questi stereotipi? Siete più l’imprenditore che lavora tutto il giorno, ignorando Cupido, o il playboy che non se ne fa scappare una? Ammettiamolo, tutti almeno una volta nella vita siamo stati feriti da Cupido, urtati dalle coppie smielate aspettando con piacere (e anche con un po’ di rassegnazione) il giorno successivo, per festeggiare degnamente San Faustino, inno alla libertà.Guardate il video per scoprire questo lato di voi stessi.
Marina Yachting, nella campagna primavera/estate 2017, aggiunge al classico stile marinewear del marchio un tocco di urban style per un look finale sobrio e semplice. Il brand degli appassionati di navigazione e di vela in questa collezione propone una linea pensata anche per un uomo metropolitano. Al maglioncino a righe bianco/blu, un classico del brand e dell’abbigliamento marinaro, si abbina un denim blu e giacche in nylon con dettagli a contrasto, perfette per i momenti in città perché sportive e versatili.
Amore e liberazione tipiche degli anni 60’ arrivano in una versione ribattezzata nella nuova collezione ss2017 Tommy Hilfiger. Il look must della stagione è un inno alla positività e allo spirito libero, con colori tenui e tessuti che richiamano le stampe degli anni ’60, strisce americane, stampe floreali e cachemire particolari. Abiti comodi e facili da indossare secondo le necessità del customer odierno, così il brand si ispira ai miti dell’epoca unendoli alla nuova collezione. La collezione rende liberi i classici attraverso lo stile cool e irriverente del loro brand. L’amore celebrato nella campagna si riflette nella capsule collection per San Valentino in cui predomina il rosso, tradizionalmente colore della passione.
Una bella vacanza ogni tanto è proprio quello che ci vuole per staccare la spina, per fuggire dallo stress di tutti i giorni e dalla monotonia della quotidianità. Vuoi proprio lo stress, vuoi un periodo no per entrambi, a volte anche un viaggio può diventare insopportabile in coppia, se non si fa altro che litigare e discutere anche per le questioni più banali. E si finisce per tornare in città più stanchi e nervosi di prima.
Ecco qualche consiglio per passare una bella vacanza senza incavolarsi (e fare arrabbiare troppo la propria partner).
Prendetevi delle pause. Se vi trovate in vacanza in qualche capitale o città, o avete messo zaino in spalla e siete partiti all’avventura, il viaggio può risultare stancante. Concedetevi dei piccoli break: ogni tanto sostate da qualche parte, riprendete fiato, riposatevi quel che basta per ripartire più carichi di prima.
Fate pace rapidamente. A tutte le coppie capita di discutere, sarebbe molto più strano se fosse il contrario. L’importante è non portare rancore troppo a lungo. Guardatevi negli occhi e sorridete: siete in vacanza! Quanto avete desiderato questi pochi giorni insieme?
Mantenete la calma. Potrà sembrare banale, ma in vacanza l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Basta poco: perdere il proprio bagaglio, oppure dimenticare il caricabatterie a casa (a chi non è mai successo?). Cercate di non innervosirvi troppo, restate sereni e tranquilli per quanto possibile. Il cattivo umore è contagioso e finireste sicuramente per battibeccare.
Tenete conto delle spese. È davvero brutto per una coppia litigare per questioni legate ai soldi, ma può succedere. Provate così: a inizio vacanza fissate un budget e dividetelo per due, dopodiché unite le forze e mettete la stessa somma in una sorta di “cassa comune” da utilizzare insieme per le cene, le escursioni e le varie uscite.
Godetevela. Vi amate? Sì. Siete in un bel posto? Sì. Avete desiderato a lungo questi giorni insieme? Se la risposta è ancora sì (ed è di certo così), semplicemente cercate di cogliere la felicità e la serenità di questi momenti. E lasciate tutto il resto, la negatività e lo stress, a casa.
Bonotto, manifattura tessile fondata nel 1912, presenta nel suo showroom milanese “Private Callas: Dresses and memorabilia in a textile scenery by Bonotto”, dedicata al soprano più celebre nel mondo, Maria Callas. La mostra, a cura di Maria Luisa Frisa e Gabriele Monti, viene realizzata in occasione del quarantesimo anniversario della scomparsa dell’artista. Il lanificio presenta una collezione inedita di tessuti ispirati all’eleganza dell’artista e il libro intitolato “Maria Callas: The life of a Diva in Unseen Pictures”, edito da Roads Publishing. Il volume è accompagnato da è un racconto iconografico della Callas, proveniente dall’archivio di Fondazione Progetto Marzotto. “Private Callas” nasce dalla collaborazione con la casa editrice Roads, La Rosa Mannequins, Santex Rimar Group e Santa Margherita. La mostra è ospitata negli spazi suggestivi di via Durini 24, magica dimora milanese, ed è sviluppata come un percorso fra i preziosi oggetti provenienti dall’archivio Callas di Fondazione Progetto Marzotto, che raccontano un’epoca, con memorabilia della vita quotidiana e di quella artificiosa del palcoscenico. Abiti da giorno si mescolano a eleganti abiti da sera di Biki, Dior e Yves Saint Laurent, a raffinati gioielli, a drammatici costumi di scena, a ritratti, fotografie e locandine originali, che testimoniano le stagioni operistiche del soprano alla Scala. Per l’occasione Bonotto ha realizzato delle scenografie tessili che accolgono i pezzi in esposizione e che, nelle ricercate soluzioni cromatiche e decorative, richiamano i colori e le atmosfere dei palcoscenici calcati da questa straordinaria protagonista del Novecento. Al riguardo, il direttore creativo del brand, Giovanni Bonotto spiega: «Disegnare lo spirito Callas nei tessuti è stato come stare in una stanza nera, dove a un certo punto entra una lama di luce». Infatti “Private Callas” ha consentito di osservare la moda ai tempi delle dive degli anni Cinquanta e Settanta.
Dal 1 febbraio 2017 al 3 marzo
via Durini 24, Milano Orario dal lunedì al venerdì
dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 Il sabato e la domenica su appuntamento
Theory Men’s Fall/Winter 2017 è una delle prime collezioni di Theory ad essere ideata e sviluppata al Retailing Innovation center (FRIC) a New York. Il FRIC è un laboratorio che si occupa dello sviluppo di prototipi che utilizzano le tecnologie più avanzate. Theory Men nella nuova collezione propone un ordine nuovo e moderno nell’armadio maschile. La linea è presentata in uno spazio del FRIC e arricchita dalla bellezza delle sculture dell’architetto italiano e designer Ettore Sottsass. Ogni tessuto e capo sono caratterizzati da dinamicità e urban lifestyle. Ogni stile è stato pensato per un uomo che è impegnato nel lavoro e che crede nel progresso.
Parigi, due bellezze disarmanti – Sara Sampaio e Andrew Cooper, – i toni del bianco e nero che risplendono sotto l’obiettivo di Sebastian Kim, i protagonisti che si muovono disinvolti e pieni di grazia (un video di backstage firmato da Bruno Miotto testimonia armonia e leggerezza): in primo piano la linea shoes and bags di Hogan che gioca su morbidi contrasti, una palette minimal, estremamente raffinata, di bianchi e neri, con accenti pop perfettamente misurati, come la suola rialzata, in multicolor, che arricchisce il modello glam delle sneaker da donna. Clutch con rifiniture eleganti, glitter per spezzare il nero avvolgente: modelli in delavé per l’uomo, variazioni di grigi che si sposano bene con l’outfit formale di un businessman contemporaneo, dinamico e veloce nella giungla metropolitano. Hogan è carattere e affermazione, è equilibrio e innovazione. Per una campagna pubblicitaria efficace nel suo concept essenziale.
Il brand veneto di jeans di lusso Jacob Cohen riafferma e conferma con forza il suo posizionamento di nicchia, lanciando il progetto “Made to Measure”, rivolto ad un target particolarmente esigente in termini di qualità. In un raffinato scrigno in legno i veri amanti del luxury denim possono trovare tutti gli elementi indispensabili per personalizzare il proprio jeans con dettagli unici e preziosi: uno speciale tessuto di cotone disponibile in una palette di dieci colori da abbinare ad altrettanti tipi di bottoni, in bagno d’argento, oro e laccati e le etichette in cavallino con logo in argento, anch’esse da customizzare. Grazie a questo progetto, la tradizione sartoriale di Jacob Cohen incontra il gusto personale dei suoi clienti per creare pezzi unici ed esclusivi.
La nuova campagna pubblicitaria della SS17 di Paul Smith celebra la città di Londra e la forza della positività, ispirandosi alle sontuose feste nella case d’estate e allo spirito after party del carnevale di Notting Hill. Protagonisti del video sono i danzatori, che si incontrano generando un’esplosione di energia. Paul Smith fonde le colorazioni calde dell’India ispirandosi alla Londra cosmopolita degli anni ‘60, in cui il designer era solo un ragazzo che apprezzava incuriosito le varie influenze presenti nella City per eccellenza. Nella collezione maschile, ai dettagli della sartoria sono accostate tonalità vivaci e pregiate lane italiane. Paul Smith realizza una collezione attuale, i suoi capi, attraverso la scelta di colori intensi, vogliono essere un raggio di sole in un periodo storico drammatico.
La nuova campagna primavera/estate2017 di Giorgio Armani è presentata con una serie di ritratti in bianco e nero scattati da Mert Alase Marcus Piggott. Negli scatti vi sono pose naturali e un intimo gioco di sguardi, sottolineati dalla leggerezza dei capi. La campagna riflette appieno l’iconico stile della maison. La campagna debutterà sulla stampa internazionale a partire da Marzo 2017.
Nato dal laboratorio di innovazione del marchio, la linea Raw Research II esplora le possibilità illimitate del denim. Sperimentazione, ricerca, innovazione: la capsule collection Raw introduce innovazioni denim come prototipi, rappresentando la filosofia di design RAW G-Star nella sua forma più pura. L’innovazione clou è la ricerca di un nuovo concetto di denim 3D: la serie Motac, risultato di uno studio ergonomico mirato del corpo umano in movimento. L’approccio usato è la combinazione di denim rigido con pannelli flessibili in tessuto per risultati davvero sorprendenti.La capsule collection Raw Research II è la prima dopo l’annuncio di Aitor Throup come direttore creativo del marchio. Il designer testimonia così la sua visione del futuro del denim. La collezione sarà disponibile in selezionati high-end concept store in tutto il mondo dai primi di Giugno 2017. g-star.com
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«Aiutiamo le persone ipovedenti e che soffrono di cecità a identificare rapidamente oggetti, utilizzando tecnologie accessibili e all’avanguardia». Si presenta così, sul sito ufficiale Aipoly, l’applicazione nata con l’obiettivo di aiutare le persone di tutto il mondo con problemi visivi.
Il concept su cui si basa quest’app è piuttosto semplice. Dopo averla scaricata dallo store – al momento è disponibile solo per dispositivi iOS – gli utenti possono scegliere il metodo di riconoscimento di cui hanno bisogno, tra quello degli oggetti e quello dei colori. Successivamente, basta puntare la fotocamera verso ciò che si vuole identificare. Dopo pochi istanti, Aipoly ha completato l’operazione richiesta, pronunciando il nome o il colore ad alta voce.
Il progetto, nato dalle menti di tre giovani, Marita Cheng, Simon Edwardsson e l’italiano Alberto Rizzoli, si basa su una nuova tecnologia chiamata “machine vision”, che studia le reti neuronali utilizzate dagli esseri viventi per riconoscere gli elementi all’interno di un’immagine. E ha già fatto il pieno di consensi: oltre al successo ottenuto in Giappone, dove sono già stati effettuati oltre ottomila download dall’inizio del 2016, il software è stato premiato al Ces 2017 di Las Vegas come una delle applicazioni mobili più innovative del 2017.
Aipoly attualmente è disponibile in sette lingue diverse e vanta un archivio di circa cinquemila parole e quasi mille colori, che è costantemente aggiornato: tutti gli utenti possono infatti contribuire inserendo personalmente nuovi oggetti, aiutando così a migliorare ulteriormente l’applicazione. «Può identificare diverse centinaia di oggetti fin da subito e può farlo tre volte al secondo – spiegano dal team – Non c’è bisogno di scattare foto, l’app è in grado di vedere e pensare costantemente. Nel prossimo futuro, Aipoly potrà anche comprendere scene complesse e la posizione degli oggetti del contesto, in modo che possa descrivere le relazioni tra gli oggetti che vede».
Altro sviluppo futuro per la startup è “Poly”, software che è stato presentato proprio in occasione del Ces e che nasce come una sorta di “Siri per le immagini”: «Proprio come la famosa assistente di iOS – fanno sapere dal sito ufficiale – Poly risponde ai vostri dubbi, ma attraverso la vista. Poly può fare un sacco di cose, come identificare animali, controllare la vostra alimentazione e tanto altro ancora».
Come gli abiti, che cambiano in base alle stagioni, anche i profumi dovrebbero essere scelti e indossati adeguandosi al cambio di guardaroba. Se la primavera e l’estate si tende a scegliere fragranze fresche e tonificanti i profumi invernali dovrebbero avvolgersi intorno come una sciarpa di cachemire, evocando la sensazione di calore sulla pelle. L’inverno è il momento ideale per esplorare nuovi territori olfattivi, durante questa stagione le fragranze durano di più sulla pelle in quanto è meno esposta, e si diffondono meno a causa dell’aria più fredda. Quindi via ai sentori più inebrianti.
Se per i profumi autunnali e il clima ancora mite si tende a preferire fragranze ancora fresche e aromatiche come i Fougère, quando la temperatura scende ancora di più, si può pensare a ricchi profumi legnosi – quelli che danno la sensazione di stare seduto davanti a un fuoco scoppiettante sorseggiando un buon bicchiere di whisky. Ecco una selezione di profumi maschili di nicchia perfetti per l’inverno.
1697 di Frapin: con note speziate di rum, cuoio e cognac.
Feuilles de Tabac di Miller Harris cascarillo cubano, patchouli malese e pepe.
Black di Comme de Garcons, fumoso e dark con note di cuoio, catrame di betulla e pepperwood.
REPLICA By The Fireplace di MAISON MARGIELA: accordi fumosi e boisé, a cui si aggiunge la dolcezza della castagna, che evocano il calore di un caminetto in pieno inverno.
From left: Neil Barrett shirt; From right: A.N.G.E.L.O. Vintage T-shirt
“I need to be myself, I can’t be no one else” – Lyrics for Supersonic by Oasis
Photographer| Fabrizio Martinelli Stylist| Martina Verità Model| Andrew @bravemodelmanagement Hair And Make Up| Roberto Mambretti @auraphotoagency Digital and Photo Assistant| Ennio De Cola
New Designers at Coin Excelsior ph. Allucinazione per Altaroma
Approdata nell’ex caserma di via Guido Reni 7, diventato un hub stimolante e spazioso per ospitare eventi di diversa rilevanza e portata, Altaroma cambia d’abito. E acquista un nuovo slancio creativo con un calendario ricco di appuntamenti che in 4 giorni hanno acceso i riflettori, oltre che sull’alta moda per happy few, anche sulle realtà più giovani e bisognose di sostegno. “Abbiamo scelto questa nuova sede per questa edizione perché è più centrale e quindi più raggiungibile e poi è così grande e funzionale da consentire di poter organizzare sfilate quasi in concomitanza fra loro; inoltre si trova di fronte al Maxxi con cui istituiremo sinergie sempre più strette anche per le prossime edizioni”, spiega il presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi. E aggiunge: “Occorre che Altaroma diventi più liquida e aperta per sostenere nuovi progetti creativi e che faccia sempre più dialogare al suo interno le sue espressioni creative più tipiche: cinema, arte e moda”. Non per niente la maison Fendi in cui la stilista è tuttora attivamente coinvolta a livello creativo-a Silvia Venturini Fendi si deve l’invenzione della borsa feticcio ‘baguette’ e attualmente riveste la carica di direttore creativo delle collezioni uomo, bambino e accessori donna di Fendi- ha aperto il nutrito calendario della manifestazione con una mostra al Palazzo della Civiltà Italiana, ribattezzato Palazzo Fendi che fino a luglio ospita la mostra ‘Matrice’ dedicata a Giuseppe Penone. L’artista piemontese d’avanguardia si appresta a donare a Roma in aprile 2017, grazie al munifico intervento di Fendi, una sua scultura-installazione che sarà collocata a Largo Goldoni, di fronte a un’altra sede romana di Fendi. La solenne apertura mondana della personale dedicata al grande artista, il primo dell’arte contemporanea a fare un simile dono a Roma, ha aperto la kermesse capitolina che attrae sempre più giovani e compratori stranieri, soprattutto asiatici, incuriositi dalla varietà di proposte e di eventi proposti dalla manifestazione, sempre più aperta a un dialogo con il Comune di Roma e con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che eroga i suoi fondi per Altaroma. Accanto ai nomi altisonanti dell’atelier hanno sfilato le collezioni per l’autunno-inverno 2017-18 di talenti emergenti come Greta Boldini, ispirata dalla leggerezza delle falene e della pelliccia poggiata su abiti vagamente rétro, di Marianna Cimini, che si rifà a una donna forte e fragile come il bambù giapponese, di Miahatami disegnata dall’iraniana Narguess Hatami che reinventa un’oasi nel deserto lavorando i tessuti come preziosi tappeti Kilim. Dopo i consensi della prima edizione è tornato inoltre in passerella Portugal Fashion sfilata collettiva dei 3 designer portoghesi Pé de Chumbo, Estelita Mendonça e Susana Bettencourt, una presenza che rispecchia l’evoluzione della creatività del Portogallo aldilà dei confini geografici. Oltre a dare visibilità agli accessori dei finalisti di Who is on next? Come Akhal Teké, Azzurra Gronchi e Lodovico Zordanazzo, Altaroma ha presentato fra gli altri eventi l’inedito Silent Vernissage, un percorso multisensoriale in via del Pellegrino popolato di live performance, istallazioni e video proiezioni in un viaggio virtuale vissuto dai visitatori muniti per l’occasione di avanzate cuffie wireless in una contaminazione di stili e culture, arte e moda, di cui Altaroma è sempre più imbevuta.
Durante la fashion week milanese Dsquared2 lancia un progetto unico di co-branding con l’iconico branddell’anti pioggia senza tempo K-Way®. La capsule collection è un mix del design contemporaneo e irriverente di Dsquared2 con lo stile informale e funzionale di K-Way®. Unendo l’iconografia dei due brand, l’effetto finale è un capo dotato di spontaneità e carattere forte. Le giacche, reversibili e facili da piegare, potranno essere indossate senza distinzioni da lei e lui. I tratti della giacca in nylon K-Way® vengono risaltati su giacche oversize dallo stile di Dsquared2: colori vivaci e frizzanti, come il giallo e l’arancione. Altre giacche invece si arricchiscono con patch o check di color rosso e nero ispirati agli sport canadesi e di stampe floreali prese in prestito dalla collezione autunno inverno di Dsquared2. La capsule collection dai “dettagli sovradimensionali” verrà lanciata a partire da luglio 2017.
Una sera di quelle come tante ad Art Basel, la manifestazione dedicata all’arte che si tiene ogni anno a Miami. All’interno dell’hotel The Webster, nel cuore dell’Art Déco district, è stata presentata l’anteprima della collezione uomo primavera/estate 2017, che celebra la collaborazione tra il pittore Gary Baseman e il brand americano Coach. Il negozio all’interno dell’albergo è stato trasformato in uno speciale universo di disegni e schizzi di Baseman, con oggetti personalizzati dai suoi personaggi, come il cattivo Buster e Le Fauve e dalla stampa “wildbeast”, una rivisitazione fumettistica del classico leopardato. Il concetto dell’installazione è nato dalla cooperazione di lunga data dell’artista con Stuart Vevers, il direttore creativo della storico marchio, per il quale ha creato stampe e grafiche esclusive, che si abbinano all’iconografia classica americana (avete presente lo smiley? Per Baseman e Coach si liquefa mentre continua a sorridere) e la cui simbologia e stile contraddistingue la collezione 2017 uomo e donna, dal sapore college e rockabilly. Durante la serata l’artista ha personalizzato dal vivo due modelli di giacche biker in pelle, spiegando l’origine della partneship creativa.
Poliedrico illustratore, designer e autore del famoso cartone animato Disney Teacher’s Pet, vincitore di tre Emmy Awards, Gary Baseman è considerato una delle gure di spicco della scena Pop Surrealista californiana, caratterizzata dalla contaminazione tra arte e cultura. Mr Baseman ha iniziato la sua carriera a New York tra la seconda metà degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta, come fumettista per The New Yorker, The New York Times, Rolling Stone, Time, Atlantic Monthly e The Los Angeles Times. Ritornato in California, Baseman si è dedicato a esplorare diverse forme d’ibridazione tra arte, moda, pubblicità, design, musica e cinema e ha coniato il termine “Pervasive Art” per definire la sua estetica, in grado di offuscare la linea di confine tra Fine Art e Commercial Art. Quali sono le tue influenze? «Oltre a Darger, l’artista schizofrenico e autodidatta di Chicago morto nel 1973 che per oltre sessant’anni ha realizzato segretamente un manoscritto illustrato di oltre 15mila pagine e fonte d’ispirazione per molti autori pop surrealisti, c’è la stella dell’arte Andy Warhol, Mark Rothko, Man Ray, Takashi Murakami. All’inizio della mia carriera guardavo a Miguel Covarrubias, Charles Addams, Walt Disney e agli artisti dei vecchi cartoon Warner Bros. Apprezzo poi Maurizio Cattelan, Gregory Crewdson e Jeff Koons».
Gary Baseman tuttavia non è solo un pittore o un creatore di cartoni e giocattoli. Lo si capisce subito perché, dopo una serata a parlare di arte e vita in giro per Wynwood, il quartiere degli artisti, dove ho avuto il privilegio di avere una visita guidata, penso sia più un guru o un lifecoach. Nonostante le sue opere abbiano una vena dark, il risultato, guardando, è quello di una contagiosa energia, anche osservando le facce più contrite o gli scheletri stilizzati, viene da sorridere. Tutti i personaggi che popolano la sua fantasia sono capaci di impersonare stati d’animo ed emozioni, come fossero veri profeti dei credo filosofico-esistenziali dell’artista. I suoi disegni, a tratti anche gotici e macabri, altro non sono che rappresentazioni delle paure e dei contrasti emotivi che noi tutti viviamo. Gary mi spiega che i suoi protagonisti hanno tutti un nome, a cui è collegato il loro significato all’interno delle sue opere. Il primo di cui parliamo è Toby, un pupazzo vero e proprio, che viaggia con Gary in giro per il mondo e che anima il suo Instagram, «Toby è sempre al mio fianco, fa i selfie e le foto con i personaggi più interessanti che incontro durante il mio girovagare. L’ho creato in un momento della mia vita molto particolare, in cui mi era difficile fidarmi degli altri. Toby, a dire il vero, ha visto la luce a Roma, dove ho scattato una foto di lui alla Cappella Sistina, luogo in cui ho riprovato a fotografare la stessa immagine, più e più volte. All’ennesimo scatto è arrivata una guardia e mi ha detto “nessuna foto qui”! Ho provato a riporre la fotocamera, ma mi ha fatto cancellare no all’ultimo scatto. Il potere della Chiesa è forte in Italia». A proposito di potere, parliamo di quello delle donne. Nella cifra artistica di Gary occupano un posto importante. Baseman, infatti, ama circondarsi di ragazze che nei suoi dipinti si trasformano in veneri nude, per intrattenere in maniera affettuosa, passionale o violenta i suoi apparentemente ingenui pupazzi. «Le donne sono le vere eroine della mia arte e non sono mai trattate in maniera negativa. Sono le protagoniste dei miei quadri, non sono ritratte come odiose né come bellezze ideali. Sto realizzando un progetto fotografico che ha a che fare con la moda, realizzando una serie di costumi da bambola, quasi dei grembiuloni anni ’50, che utilizzo per vestire le mie Wild Girls, ovvero ragazze dai volti interessanti che noto per strada e diventano, poi, le modelle dei miei shooting e le muse per i prossimi disegni. Sono guerriere come le Vivian Girls di Henry Darger. Combattono il male. Possono sembrare bambole, ma tutti i miei personaggi sono così». Se Toby è il personaggio più famoso di Baseman, una sorta di feticcio della cattiva coscienza dell’artista, Dumb Luck, il sorridente coniglio storpio con la gamba amputata in mano, è l’epitome dell’idiozia. Chouchou è, invece, una creatura che assorbe le energie negative e le trasforma in una densa crema bianca che fuoriesce dal suo ombelico, mentre HotChaChaCha è un piccolo demone, che rende gli angeli impuri, privandoli dell’aureola e Ahwroo, un gatto che diventa feroce se non riceve attenzioni e inizia a graffiare, ispirato direttamente da Blackie, la gatta di Gary dal carattere mutevole e dall’aspetto inquietante e tenero al tempo stesso. Tutti i personaggi di Gary, compresi quelli disegnati per Coach, sono come lui stesso definisce, «membri di una società segreta che custodisce i nostri desideri più nascosti, una celebrazione della bellezza imperfetta e del dolce amaro della vita prendendo parte all’eterno conflitto tra bene e male, tra gioia e dolore, tra amore e morte in un caleidoscopio di colori che animano una sorta di lunatic-park.» Parlando di società segrete e segreti, ne hai uno da rivelarmi? «Mi piace pensare che, se entri in contatto con i miei personaggi sia indossando una T-shirt di Coach o guardando uno dei miei cartoni animati, io sia un libro aperto, non ho segreti perché sono tutti sulla tela o nelle pagine dei miei schizzi. Devi solo indovinare il codice giusto».
Tra i Paesi ricchi di tradizione e sempre più dinamici per la moda, è l’India che stupisce per l’estro creativo dei suoi talenti. Tra i nomi per il menswear spicca Suket Dhir, che arriva per la prima volta a Milano all’interno di WHITE MAN & WOMAN, presentando una collezione introspettiva e all’insegna dell’artigianalità di nuova generazione. Premiato con l’autorevole International Woolmark Prize 2016 Mr. Dhir, dal suo piccolo studio nel quartiere di Lado Sarai, ultimo hub creativo di Nuova Delhi, trae ispirazione dai ricordi atavici di una giovinezza pura, che rilegge la memoria del nonno con l’ombrello al braccio – prototipo ideale di un’eleganza scevra da sovrastrutture – no alle vacanze estive tra i frutteti di mango e le piantagioni di un’India molto diversa da quella attuale, ma sempre ricca di suggestioni: uomini composti, con un senso altissimo della forma e delle proporzioni. Linee pulite e senso del colore sono i tratti fondamentali di questo designer, che si è diplomato al National Institute Fashion Technology di Nuova Delhi. Poi, anche grazie all’International Woolmark Prize, il successo è arrivato col giusto clamore anche grazie al supporto della moglie-manager in grado di gestire abilmente il marketing del marchio e l’animo mite di un Punjabi Hindu. Una sorta di outsider del fashion system indiano, artefice di una moda sinonimo di artigianato raffinatissimo e caratterizzata da una palette di colori intensi. Dhir attua una sintesi armoniosa fra geometrie contemporanee, silhouette portabili e un gusto etereo, utilizzando tessuti prevalentemente ecologici di alta qualità come cotone, lino, bamboo, mussola ne, seta e lana. Forme in apparenza classiche, che nascondono un twist eccentrico e molto ricercato.
A WHITE MILANO Suket Dhir debutta con la sua attesa collezione The Royal Within, un viaggio unico attraverso espressioni artigianali differenti, tra scoperta e gioco, per poi approdare a tratti più elevati. Un nome e una moda da tenere d’occhio nel panorama del menswear internazionale.
Nata e cresciuta nel quartiere di Brooklyn, Cachee Livingston, in arte Kitty Cash, ha studiato moda all’FIT prim di lavorare come publicist e scoprire nella musica la sua vera passione, girando il mondo per i suoi dj-set in compagnia di amiche come Solange o Missy Elliot. Ora è diventata anche una beniamina dello stile, non a caso ha anche una sua rubrica sull’Huffington Post, ha appena lanciato una linea di abbigliamento e l’ultimo mix, contraddistinto da sonorità ricercate in cui spicca tutto il suo savoire-faire.
Chi è Kitty Cash? Una dj e publicist innamorata della moda.
Quando comincia la tua carriera? Ho cominciato come dj per Kilo Kish. Dopo, ho creato “Love The Free“, una serie di mix con musiche originali di alcuni dei migliori artisti della scena internazionale come Willow Smith, Sampha, Vic Mensa, Jesse Boykins III, Dev Hynes, Kelela, SZA, Roma Fortune e molti altri.
Com’è il tuo lavoro? Voglio stare sia dietro le quinte sia sul palco. Certo, è piuttosto strano, però questo bilanciamento mi mantiene saldamente ancorata a terra.
Una parola per il tuo stile? Individualità. Passo dallo sport all’elegante e ho una vera passione per le scarpe e il denim, meglio se a vita alta per slanciare la figura.
L’ultimo mixtape è il terzo volume della serie “Love The Free” Vol.3, quali sono le particolarità di questo nuovo mix?
Ho fatto anche da producer da sola con artisti del calibro di Lil Yachty, Raury e Solange. C’è un po’ più di Kitty in questo mix.
THE PACK BY KITTY CASH
Kitty Cash continua ad ampliare il suo raggio d’azione, con il lancio di “The Pack”, la sua prima linea di merchandise. La collezione è composta da una T-shirt bianca, una felpa e un bomber stile college con grafiche che si rifanno alla sua serie di mixtape “Love The Free”, intitolata The Pack. Il lancio è stato supportato dal video del lookbook diretto da J.Cavallini e fotografato da Quil Lemons. La musica (che non può mancare quando si parla di Kitty) è “In Love” by Million Dollah Rah.
Kitty was photographed in Miami Photographer| Julien Boudet (Bleu Mode) Stylist| Giorgia Cantarini Grooming| Jeanette
Il designer belga Raf Simons ha presentato, durante la Fashion Week maschile di New York, la sua collezione Autunno/Inverno 2017 in collaborazione con l’autorità mondiale della lana, The Woolmark Company. L’inconfondibile stile innovativo di Raf Simons fonde passato, presente e futuro, grazie all’eleganza e alla precisione dell’arte sartoriale classica applicata all’originalità delle subculture dei giovani moderni. La sua ricerca di individualità incontra l’alta qualità del prêt-à-porter di lusso: la collezione nata da questa esclusiva collaborazione si compone di maglioni in lana merino, di tessuti e maglie prodotti dai più grandi tessitori e fabbricanti del mondo, tra cui la Manifattura SESIA e l’Olimpias Group. La costante ricerca di tessuti e consistenze ha dato vita a nuove forme che si modellano al corpo e alla mente dell’uomo contemporaneo.
La nuova tecnologia avanzata cushioning Fresh Foam New Balance ha attratto runners da tutto il mondo, in particolare il modello Fresh Foam 1080. La nuova collezione si è evoluta rispetto alla precedente, questa si focalizza sullo studio del punto di contatto del corridore con il terreno, migliorando il design dell’intersuola e garantendo una maggiore ammortizzazione.
La tomaia della Fresh Foam 1080v7 presenta design progettato per soddisfare una vasta gamma di altezze del collo del piede. Inoltre la tomaia fornisce un SupportoLateralmente e medialmente, mentre lungo tutta la scarpa il mesh è costruito per dare il fit corretto nell’avampiede. In abbinamento alle Fresh Foam 1080v7, New Balance presenta la linea di abbigliamento Viz Run, con cuciture e dettagli ‘glow in the dark’, capaci di rendere visibili i runner in condizioni di poca luce. light jacket, top e pant elasticizzati, sono stati pensati per lei e per lui.
Nella collezione di capi spalla SS17 MOMODESIGN introduce un nuovo concetto di lifestyle dedicato all’uomo urbano. Le Field Jacket disegnate da Leonardo Fasolo, sono dei capi innovativi a misura d’uomo in cui lo stile del leisure ed il tecnicismo del mondo delle due ruote si uniscono sia nella forma che nella funzione. Il brand crea una collezione per un uomo dall’attitudine urbana che necessita di capi pratici, leggeri, confortevoli, per vivere la giornata in città. Il concetto di tecnologia urbana si esprime attraverso la realizzazione di capi dai dettagli multifunzionali quali la cerniera “fast escape”,la morbida imbottitura dei cappucci, e dai materiali tecnici antivento, antipioggia e isolanti che rendono i capi funzionali ai massimi livelli.
Lo skydiving per evidenziare l’eleganza sartoriale e le performance eccezionali del nuovo abito firmato da Hackett London. Il famoso marchio inglese, per la primavera/estate 2017, ha creato la soluzione ideale per l’uomo sempre in movimento. Il completo, chiamato non a caso Journey, è confezionato con un’attenzione meticolosa per i dettagli: la lana utilizzata è leggera e ultra performante, inoltre è traspirante e in grado di assicurare il massimo comfort. Il filato impiegato offre qualità idrorepellenti, in più, essendo composto da un filo trattato completamente al naturale e igroscopico, è antibatterico e adatto a qualsiasi condizione di viaggio. Un’altra caratteristica che rende l’abito perfetto per i lunghi viaggi risiede nella capacità di non sgualcirsi durante i numerosi spostamenti tra aerei, taxi e auto, in quanto è stato progettato in modo da assecondare il movimento del corpo e per mantenere intatti aplomb ed eleganza. Perfetto anche dopo un atterraggio con il paracadute, come mostra il video virale “Landing in Style”, che celebra il lancio dell’abito, sottolineandone in modo divertente le qualità tecniche attraverso un eccitante sport estremo.
Inizia ad andare a vela a soli 8 anni, in Cornovaglia, vicino a casa. A 16 è già campione del mondo su Laser Radial e a 19 vince la prima medaglia d’argento olimpica alle Olimpiadi di Atlanta. Quattro anni più tardi, ha realizzato il sogno di ogni sportivo, con l’oro olimpico alle Olimpiadi di Sydney. Un atleta completo e molto concentrato sui propri obiettivi, ma con un savoir-faire tipicamente britannico: Sir Ben Ainslie è uno che va veloce, che sa cosa vuole e al quale piace vincere. D’altronde, l’adrenalina delle regate gli corre nelle vene da sempre dato che suo padre, Roddy, era un velista che ha corso il giro del mondo con la Volvo Ocean Race. Prossima tappa? L’America’s Cup, che si terrà a fine maggio alle Bermuda, per la quale si sta preparando assiduamente con il suo team Land Rover Bar con un solo traguardo: riportare la coppa a casa. Quando è sulla terraferma, guida una Range Rover Sport, ma come i migliori gentleman moderni, ha un Aston Martin in garage per i giorni di svago.
Quando hai cominciato ad amare l’oceano e la vela? Sono cresciuto in Cornovaglia, nel Sud Ovest dell’Inghilterra, dove il mare e la vela sono parte della vita di tutti i giorni. La prima volta che sono uscito a vela da solo è stata su un Optimist, uno scafo molto piccolo che ricorda un po’ una vasca da bagno, ma è quello con cui tutti i bambini imparano a navigare. Avevo otto anni e mio padre mi ha spinto fuori da solo e la sensazione di sentire l’acqua scorrere sotto la barca, stare da solo, avere il totale controllo e il senso di libertà è stata incredibile. È lì che è nato il mio amore per lo sport e per l’oceano.
Quando non ti alleni o non gareggi, che tipi di sport ti piacciono? La Formula 1, il golf, il ciclismo e il calcio, ma a essere onesti mi piace guardare qualsiasi sport agonistico.
Com’è una tua giornata normale se non devi allenarti? Se non abbiamo gli allenamenti mi piace trascorrere del tempo con mia moglie, Georgie, e mia figlia, Bellatrix di 5 mesi, godendomi la casa. Faccio comunque un po’ di allenamento tutti i giorni, ed è più facile quando non siamo in squadra, perché ho più tempo. Mi piace molto anche leggere.
Insieme al tuo team vi state allenando per la prossima Coppa America, quanto è importante e che tipo di sfida è? Si tratta di una sfida enorme. È ovviamente molto difficile vincere la Coppa, soprattutto al primo tentativo, ma il nostro obiettivo è quello. Significa molto per noi, essendo una squadra britannica: la prima gara si è tenuta intorno all’Isola di Wight nel 1851 e da allora non abbiamo mai più vinto, è questo che ci spinge veramente. Cercare di riportare a casa il trofeo.
Hai mai provato paura quando sei fuori a vela? Le barche con le quali navighiamo (foiling AC45s e barche America’s Cup Class, ndr.) sono incredibilmente veloci e usarle al massimo delle loro potenzialità significa essere sempre al limite. Sicuramente bisogna essere molto consapevoli dei pericoli e avere molto rispetto per la potenza di queste imbarcazioni. Quando navighi su questo tipo di scafi, sei molto concentrato.
Nel 2013, sei diventato Sir, da allora come fai a mantenere l’equilibrio tra Sir Ben Ainslie e “Ben Ainslie il vincitore olimpico”?
Credo che, invecchiando, si cambi un po’, naturalmente. Sposarmi, mettere su famiglia, essere capace di fondare una squadra sportiva e un business, hanno cambiato il mio approccio verso alcuni aspetti della vita. Il bello della vela, inteso come sport, è che, una volta in acqua, si sente subito la competizione e c’è un solo modo per vivere questa esperienza, cercando di vincere. Quando si torna sulla terraferma, però il personaggio cambia.
Cos’è che fa di un uomo un gentiluomo?
Il rispetto per tutti e le buone maniere. Secondo me sono queste le caratteristiche veramente importanti.
Quanto è importante avere il proprio stile (nelle abitudini, moda, etc.)? Molto. Credo che, sentire di essere un individuo con il proprio personale stile e il modo di affrontare la vita sia decisivo. La moda cambia come passa il tempo, è inevitabile, e allo stesso modo il gusto di un individuo cambia man mano che si cresce, e ancora una volta, è inevitabile. È tutto in evoluzione e nulla rimane mai fermo. È proprio questo il bello.
Prima dello scorso Natale, sono bastati poco più di 13 minuti perché il Patek Philippe Referenza 1518, calendario perpetuo con le fasi lunari in acciaio inossidabile, entrasse nella storia dell’orologeria come il modello da polso più caro mai battuto all’asta: 11 milioni di franchi svizzeri (10,2 milioni di euro). Ad aggiudicarselo, tra le 400 persone presenti nella sala di Phillips, a Ginevra, e altre 500 al telefono o collegate via internet, un anonimo. Perché il mondo del collezionismo di orologi è fatto così: un piacere da vivere, ma non da ostentare. Per capire abitudini e passioni di questa, neanche troppo piccola “setta”, abbiamo incontrato uno dei suoi adepti, disposto a fornire qualche consiglio, ma che – ça va sans dire – chiede di restare anonimo.
Perché appassionarsi di orologeria? Nel mio caso non mi sono appassionato io, ma è la passione che mi ha preso. Da sempre, anche piccolissimo, chiedevo in regalo orologi e li guardavo in tutte le vetrine. È un mondo tranquillo, che va lento e scandisce il tempo senza fretta. Mi sono avvicinato prima ai Rolex, poi sono passato ai Patek Philippe (che sono la mia collezione) e infine a marchi di nicchia per indossare cose non riconoscibili, ma continuo a portare spesso Rolex, perché è stato il primo amore.
Come si costruisce una collezione e che budget si deve avere a disposizione per iniziare?Seguendo una logica, un filone. Ci si può specializzare su una complicazione, oppure su un marchio, o su un’epoca. Ogni collezionista ha le sue paranoie in questo: Rolex a mio parere è un must, anche se io mi sono orientato su Patek. Si possono collezionare anche orologi da 50 euro, dipende dalle possibilità economiche. Io dico sempre di scegliere quello che si ama, perché gli orologi sono oggetti che si indossano e che trasmettono emozioni.
Nuovo o vintage e perché? Dipende dal tipo di collezione. Io sono più interessato agli orologi recenti.
Si possono ancora fare buoni affari nell’orologeria? Nel lungo termine direi di sì. Non è una cosa facile, però, perché negli ultimi anni i prezzi si sono alzati notevolmente quindi, affinché un modello si apprezzi e faccia guadagnare a chi lo vende, è necessario aspettare più a lungo di un tempo.
Dove ci si può informare su internet? Io seguo vari forum nel mondo. Timezone, Hodinkee e in italia Orologi & Passioni.
Il Coffee Pot, punto di ritrovo anche per personaggi del jet set internazionale, attori e influencer, è un locale confortevole, dal design curato nei minimi dettagli e dal menù moderno e originale. Tante le novità da provare: i sushi rolls, i poke bowl, i nigiri e soprattutto i tacos gourmet. La formula vincente della cucina fusion nippo-messicana si arricchisce di commistioni hawaiiane e di piatti costruiti con la tecnica della cottura a bassa temperatura. In cucina due chef di spessore e ottima formazione: Marco Fontana, responsabile delle proposte messicane, della cottura a bassa temperatura e della pasticceria, e Ajmal Ameer, responsabile del Sushi e Raw Food.
“Le Asiatique”, ristorante dedicato interamente alla cucina asiatica interpretata in chiave fusion, nasce da un’idea di Michelle Sermoneta e Stefano Calò. Il progetto, che si insedia in uno spazio di 300 mq, è un unicum nel panorama romano: all’interno di un palazzo del ‘700, un labirinto di 6 stanze dal carattere asiatico e romano al tempo stesso. Una proposta gastronomica studiata da un team guidato dallo chef Daniel Cavuoto. Ci sono Gyoza di anatra e foie gras con fonduta di parmigiano 36 mesi oppure Fiore di zucca in tempura con mozzarella di bufala, ponzu e mayo e riduzione di soia tra gli antipasti; Poke di salmone con riso, tartare di salmone selvatico, mango e uova di salmone o Ramen di maiale grigio con noodles, pancetta di maiale, funghi e alga nori tra i primi.
Nojo, nel cuore della capitale, nasce da un progetto di Alessandro e Marco Pica. Un ristorante fusion giapponese dove la tradizione nipponica incontra quella hawaiana e si fonde con la cucina moderna europea: un mix di stili sensazionali, studiato dal nostro food and beverage team con l’intento di regalare ai nostri clienti un’esperienza unica. La sera avviene la vera magia: tra le luci soffuse del lounge e un cocktail sapientemente miscelato dal bartender Salvatore, lo chef Valerio Esse ci racconta la sua visione del mondo della cucina fusion, con un menu che rompe tutti gli schemi del tradizionalismo culinario.
Storia di amicizia, fantasia e avventura ‘GGG’ di Steven Spielberg, distribuito in Italia da Medusa, è il primo film di Spielberg prodotto e distribuito (per l’America) da Walt Disney Pictures. Il film d’animazione e avventura racconta del rapporto di amicizia che sboccia fra il Grande Gigante Gentile (l’attore Marc Rylance) e la piccola Sophie (Ruby Barnhill) sullo sfondo surreale della terra dei giganti che con la loro arroganza si prendono gioco di GGG e minacciano gli umani e i sogni dei bambini. Ambientata in Inghilterra e tratta dal romanzo di Roald Dahl, questa favola tecnologica esordisce a Londra dove in un orfanatrofio la piccola Sophie non riesce a dormire e così incontra un gigante, che la porta nel suo mondo, dove vivono altri giganti. Questi giganti si nutrono di carne umana (soprattutto bambini), ma il gigante che ha rapito Sophie non è come tutti gli altri: il suo nome è GGG (acronimo di “Grande Gigante Gentile”), è l’unico della sua specie che non mangia uomini e per di più è molto gentile e socievole. Sophie e GGG diventano amici, e la bambina aiuta il gigante nel suo lavoro: creare e portare bei sogni ai bambini addormentati. Il provvido intervento delle truppe di Sua Maestà la regina d’Inghilterra (interpretata da Penelope Wilton) salverà gli uomini dalla prepotenza dei giganti carnivori e cementerà l’alleanza e l’amicizia fra il gigante e la bambina. Film notevole e magico, fiaba antibrexit e anglofila, l’ultima fatica di Steven Spielberg segna un ritorno ai film fantastici ricchi di effetti speciali come E.T. e altri capolavori di tecnica cinematografica. Spielberg vola alto con la fantasia avvalendosi di una tecnologia digitale ‘foto-realistica’ che consente agli attori di interagire davvero anche sullo stesso set o su set di dimensioni diverse, commisurati alle dimensioni dei vari personaggi. Con questa pellicola onirica e innovativa Spielberg si conferma uno dei più geniali e visionari interpreti del genere fantasy rappresentando con GGG un eroe positivo un po’ maldestro e ingenuo ma rigorosamente vegano in una storia che lancia un messaggio positivo importante: quando la realtà prende una brutta piega gli adulti sono pronti a usare il loro potere per soccorrere e salvaguardare l’innocenza dell’infanzia.
Leonardo Fioravanti, giovane promessa del surf italiano e mondiale invita i suoi ospiti per presentare, in anteprima mondiale, il film realizzato con Red Bull TV, che lo vede protagonista. Leonardo, che ha speso quasi tutta la sua vita sulla tavola da surf,- ha iniziato a 6 anni – è stato il primo italiano capace di accedere al circuito della World Surf League. Il film di 28 minuti – prodotto da Red Bull Media House – racconta il successo sportivo del giovane surfista, dalle spiagge caotiche laziali, alle paradisiache Maldive e al Portogallo, ripercorrendo anche i momenti salienti della sua carriera, la fatica per arrivare alla vetta e l’incidente del 2015. Anticipando di gran lunga i tempi, Leonardo si è guadagnato un posto di rilievo nel panorama internazionale del surf, qualificandosi nel 2016 per il prossimo WSL – Samsung Galaxy Championship Tour. La puntata Ride to the Roots dedicata a Leonardo è stata realizzata grazie allo straordinario supporto di Tag Heuer e sarà trasmessa su Red Bull Tv nella seconda metà di marzo 2017, per poi essere disponibile sulla piattaforma in VOD. Ride to the Roots è una serie prodotta da Red Bull Media House, dedicata al ritorno alle origini di un atleta o di un artista. Il film su Fioravanti ha visto 6 mesi di produzione tra Francia, Portogallo, Azzorre e Italia, Hawaii, contando più di 20 giorni di riprese. Afferma Leo sul film, “È stata un’occasione unica per riflettere e rivivere anche i più piccoli dettagli della mia vita sulla tavola.” Adesso Il surf è diventato disciplina olimpica e Leonardo vestirà l’azzurro degli italiani.
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Un passato importante nel settore dell’editoria – ex Direttore Generale libri Trade del gruppo Mondadori e CEO di Einaudi, per dirne una – Riccardo Cavallero ha fondato nel 2016 SEM (Società Editrice Milanese). Come primo libro pubblicheranno un inedito di Federico Fellini, L’Olimpo. Il racconto delle passioni erotiche e drammatiche degli Dei, un’occasione per ripercorrere gli archetipi della nostra immaginazione in modo onirico e pungente, come solo lui sapeva fare, uno dei più grandi narratori del secolo scorso. Adesso, però, è il caso di soffermarsi sulle parole dell’Editore.
Parliamo di follia. La scelta di aprire una casa editrice nel 2016, quanto è folle? In un mondo dove la parola innovazione è la chiave di tutto, l’editoria libraria è rimasta essenzialmente invariata da Gutenberg in poi. Anche il processo di creazione di un libro non è cambiato. Dopo 25 anni di esperienza internazionale (Stati Uniti, Spagna/ Sudamerica e Italia) con l’amico Mario Rossetti – socio Fondatore di Fastweb e innovatore di vocazione – abbiamo deciso di provare a cambiare un po’ le regole del gioco. Struttura snella, professionalità solide e propensione all’editoria sartoriale. I libri sono trattati nella loro individualità, come prodotti unici. Spariscono le collane e l’omologazione dei formati in base a logiche corporate. L’unico brand che ci interessa è l’autore e la qualità delle sue storie. Non a caso abbiamo scelto un nome retrò e “trasparente” come Società Editrice Milanese. Per comunicare noi stessi non spendiamo neanche un euro. Investiamo in tecnologia e attenzione al servizio, invece. Per esempio, siamo i primi in Italia (e tra i primi al mondo) a offrire al lettore la versione digitale e-book e quella audio comprese nel prezzo dell’edizione cartacea. Vendiamo storie, e un lettore deve essere libero di decidere come accedere a esse.
È il caso di puntualizzare cosa si intende per Editore. Che professione è oggi? Fino all’avvento del digitale l’editore era, nel bene e nel male, colui che decideva cosa si sarebbe o non si sarebbe letto. Adesso questo non è più pensabile, la letteratura oggi è sicuramente più democratica e disintermediata, ma ci sono in giro moltissimi libri di livello infimo, in quanto la tipologia del business editoriale non consente più la cura e i tempi editoriali necessari per ottenere una qualità soddisfacente. Non sto parlando solo di alta letteratura, ma anche di progetti più popolari. Noi vogliamo riportare al centro del processo la figura dell’editore. Non è un’operazione nostalgica, è una scelta anche di business lungimirante. L’editore deve essere il braccio destro dell’autore, il suo coach non il suo aguzzino.
C’è un incontro, un momento o un fatto, che ti ha segnato e indirizzato verso questa realtà? È stato tutto abbastanza casuale. Mi occupavo di finanza, merger&acquisition. Poi, avevo circa 30 anni, sono entrato in Mondadori come Direttore Marketing. Io parlavo di libro come “prodotto” mandando in bestia molti dei miei colleghi. Mi davano del selvaggio, ma poi c’è stato il click . Quando mi hanno cercato per un altro lavoro, ho realizzato in un secondo che fare l’editore è il più bel mestiere del mondo e che volevo restare in un settore arcaico, ma affascinante. È un mestiere difficilissimo, totalizzante ed ad alto contenuto di stress. C’è una alchimia strana che non ho riscontrato in nessun altro settore. Certo, avere come controparte Ken Follet, Vargas Llosa o Nicolò Ammanniti aiuta a giustificare gli sforzi che si fanno nel quotidiano.
A cosa serve leggere? Serve ad avere uno sguardo più ampio sul mondo e a non avere paura. Serve a riconoscere punti di vista diversi dal nostro. Serve a non fermarsi, a non smettere mai di modificarsi e di imparare.
C’è una ricetta per capire se un libro è “buono”? È molto complicata e cambia tutti i giorni. Mille ingredienti e neanche una bilancia per pesarli. Solo l’esperienza, il fiuto e un po’ di fortuna.
Come è stato scovato questo inedito di Fellini, che uscirà a fine gennaio? Il nostro Direttore Editoriale, Antonio Riccardi, ha collaborato per molto tempo con Rosita Copioli, curatrice del testo, una delle studiose più affermate del Maestro Fellini. È stata un’operazione molto complicata, ma siamo fieri e orgogliosi di dare il via alle nostre pubblicazioni con un testo di questo spessore. Pensate che nell’idea di Fellini, il testo doveva contenere in nuce un soggetto per una serie TV. Questo quarant’anni prima del fenomeno Netflix. A proposito di attualità.
Se dico stile ed eleganza, a cosa pensi? Penso alla cerimonia del Nobel dell’82 e alla meravigliosa guayabera bianca di Gabriel Garcia Marquez, di cui ho avuto la fortuna di essere amico ed editore durante i miei anni spagnoli. Una persona mite e dolcissima, di una semplicità disarmante, per niente divo, ma con una stile inconfondibile sulla pagina scritta come nella vita. Era elegantissimo, pur non essendo affatto un adone. Gabo era Gabo perché non doveva dimostrare niente a nessuno. Quando è mancato non ho esitato a farmi 20 ore di aereo in tre giorni per andare al suo funerale. Unico.
Come un capo da indossare, un genere musicale o una corrente letteraria, così anche le cucine internazionali danzano, a una ritmica veloce, sulla giostra di ciò che è contemporaneo e glamorous. Ciclicamente la cucina torna alla ribalta, nelle sue più disparate consuetudini, nei profumi e nelle combinazioni curiose: molto è cibo oggi, dalle parole alla pubblicità, alle occasioni di socializzazione. Se si escludono il trend giapponese, declinato pure nelle versione più integrali del ramen o del sakè; quello libanese, a detta di alcuni chef italiani e non solo è la cucina più variegata, misteriosa ed allettante di tutte; tre sono le principali scoperte degli ultimi anni in fatto di gastronomia: la cucina peruviana, quella kmer e infine, una rivalutazione in chiave soft-chic della tradizione indiana.
Tocca comunque fare un salto a Londra – il costo dei voli, adesso, permette un comodo break nel fine-settimana, anche solo per provare queste novità – per scoprire Andina, un bistrò situato nel cuore di Soho, che ha catalizzato l’attenzione mediatica e di pubblico con risultati strabilianti: fusioni di influenze peruviane (hanno un’intera sezione della carta dedicata alle delicate ceviche) mixate ad aromi e coniugazioni più occidentali, il tutto condito da una scelta di cocktail e liquori di tutto rispetto. Andina è aperitiveria, brunch, ma anche design ed estetica visuale. Perché il cibo lo si gusta con gli occhi, prima di tutto. E non c’è nulla di più soddisfacente che uno stravagante mix-and-match di colori e furnishings, per allietare lo sguardo prima del palato.
La cucina kmer, troppo spesso “sottovalutata” a causa della vicinanza con la Thailandia, è ricca di una varietà davvero unica di spezie, fiori e radici, da poter abbinare sapientemente con molti ingredienti. La catena newyorkese Num Pang Sandwich shop, che vanta sei corner dislocati in alcuni dei punti più strategici della città che non dorme mai, aggiunge a quella che è l’arte culinaria di una tradizione gastronomica antichissima, quel tocco glam di freschezza e sobrietà minimal, che permette di godersi degli sfiziosi sandwich abbinati a tisane, spremute di zenzero e altri infusi, guardando il viavai meraviglioso di New York che freme, scorre e va. Vero e proprio must modaiolo in fatto di take-away e quick sit-in, Num Pang unisce coraggio, contaminazione e bella atmosfera. Non lasciatevelo scappare, la prossima volta che passerete nei dintorni di Manhattan.
Per chi adora le massime espressioni di filosofia del gusto, la ricercatezza estatica dei sapori che affascinano, quei bocconi d’oriente capaci di sconvolgere anche i momenti più retrivi, torniamo nella capitale britannica per parlare di Gymkhana, l’esclusivo club di Mayfair basato sui colonial clubs indiani, i cui piatti passano sempre sotto l’occhio esperto e portentoso di Karam Sethi, chef stellato ultra-conosciuto in patria e non soltanto, che “corrompe” con la sapienza della sua arte e mette d’accordo anche i critici gastronomici più severi. Gymkhana, un luxury restaurant che fa del buongusto uno stile estetico, di arredamento e di proposta del menù, propone rivisitazioni concettuali della cucina indiana, sperimenta riduzioni e salse che sfidano i classicismi e offre una selezione pregiatissima di vini di cantina.
Migration. Si identifica così, con una sola parola, il percorso estetico intrapreso da CLIMBER B.C. Migration perché nelle nuove collezioni di questo brand turco, ma dal Dna cosmopolita e che fa capo alla holding Cuno, si incrociano la tradizione millenaria orientale, la cultura occidentale, il savoir faire artigianale e l’imprinting industriale. Un crocevia, quindi, di stili e culture che si condensano in una linea d’abbigliamento maschile capace di esprimere sapore sartoriale, coniugato a intelligenza imprenditoriale. Con CLIMBER B.C. la silhouette diventa asciutta e disinvolta anche quando si riverbera nelle giacche a doppio petto, accompagnate dai pantaloni skinny, e nei completi rigorosi, arrivando a esprimere un modernismo in chiave urban, che guarda allo stile classico. C’è di più. La Black CLIMBER B.C., invece, è l’anima energica di questo menswear d’alta gamma, ed è tratteggiata dal designer Ümit Ünal, con un tocco avanguardista, dove il rigore monocromatico cerca di incontrare le esigenze delle nuove generazioni, non più interessate al mondo del fashion in sé, bensì ai singoli capi, più funzionali e semplici. Infatti, la linea sfoggia un approccio antropocentrico all’estetica maschile. Alle spalle di questo fenomeno del menswear, in costante ascesa sui mercati internazionali, c’è la lucidità di pensiero dei fratelli Samsama. Nati ad Adiyaman, un antico insediamento turco Via della Seta oggi patrimonio mondiale dell’Unesco – già dalle loro origini si poteva intuire il futuro che avrebbero intrapreso – i fratelli sono approdati a Istanbul nel 1985 e, dieci anni dopo, hanno dato vita al fenomeno CLIMBER B.C. Da allora, il brand ha aggiunto tasselli su tasselli alla sua storia estetica e imprenditoriale, arrivando a toccare con la sua eleganza oltre 30 Paesi in Europa e Asia, fino a lambire il cuore della Russia. Oggi questa realtà può contare su una rete capillare di distribuzione, che tocca più di cento punti vendita, tra monomarca e multibrand , a cui si aggiunge la strategica apertura della showroom di via Borgonuovo, 12, a Milano. Ulteriore segnale della volontà dei fratelli Samsama di essere presenti nelle capitali più importanti del design maschile.
Nella frenesia costante della quotidianità della metropoli iper-connessa, una delle poche oasi di rigenerazione è la palestra. Smessi gli abiti compassati del professionista, ci si riappropria del proprio corpo in libere canotte traspiranti. E poi, via, a riscaldare le fibre muscolari con una corsa scattante, liberatoria, lontana dalle mail e dalle urgenze pressanti. È il momento del sudore, del respiro profondo che scioglie le ansietà, dona quella consapevolezza del sé, del proprio corpo, in uno spazio temporale tutto proprio. Ingabbiati nei tunnel della metropolitana, stretti nei doveri della scrivania, cosa c’è di meglio di quel tripudio di energie che si libera sollevando pesi?
Le ripetizioni si susseguono cadenzate dalla voce del trainer che ti incita a completare quella serie di panca orizzontale e poi di nuovo qualche serie di crunch e ancora pull-down per rimettere in sesto un dorsale provato da ore, schiacciato sulla scrivania. Così, tra una chiacchiera e l’altra, forgiarsi fuori come dentro con il cardio e quella sequenza di macchine e di cavi fatte a posta per smuovere quella pigrizia che la modernità ci ha consegnato. Quindi, giù dentro serie su serie di rowing machine, shoulder press,biceps machine per concludere con un sano squat, con un manubrio singolo.
E quando appare il proprio corpo tonico sotto il calore della doccia, l’autostima schizza alle stelle e la voglia di rivivere quelle sensazioni di pienezza fa di ognuno un uomo nuovo. Rinascere in un’ora o poco più, stordirsi con la fatica fisica, per poi godere in compagnia delle endorfine che fanno dimenticare i problemi e i pensieri. In una palestra, alla fine, ci si sente come in un rifugio contemporaneo, da vivere tra i vari impegni e dove, giorno dopo giorno, prendersi cura di sé. La realtà lavorativa bussa, ma per un po’ lasciamola aspettare.
P.S.: il trainer mi ha consigliato di muovermi in questo percorso iniziale così:
Corsa piana su runner 10′
Bench press (panca orizzontale con bilanciere, ndr) 3 set 12 ripetizioni
Pulldown 3 set 12 ripetizioni
Crunch (addominali) 2 set 15 ripetizioni
Rowing machine 3 set 12 ripetizioni
Shoulder press 3 set 12 ripetizioni
Crunch (addominali) 2 set 15 ripetizioni
Biceps machine 3 set 12 ripetizioni
Push down 3 set 12 ripetizioni
Squat 3 set 12 ripetizioni
Crunch (addominali) 2 set 15 ripetizioni
Corsa piana su runner 15′
P.S.S.: provate anche voi. Che ne dite?
Nike ha presentato la Flyknit LunarEpic 2, la nuova scarpa da running con tomaia Flyknit leggerissima, aderente e senza cuciture chegarantisce supporto, flessibilità e traspirabilità.
L’intersuola Lunarlon è morbida e sagomata, con intagli al laser sui lati che si piegano all’impatto del piede. Grazie alla suola tagliata al laser l’ammortizzazione è amplificata e l’impatto si disperde sull’intero piede.
La nuova Nike Flyknit LunarEpic 2 sarà disponibile a partire dal 16 febbraio online e nei migliori punti vendita.
Svelata al mercato americano durante il salone di Los Angeles dello scorso novembre, l’Alfa Romeo Stelvio segna un vero balzo in avanti nella corsa al rinnovamento per il marchio del Biscione. Per descriverla al meglio si deve far ricorso ad un equilibrio linguistico: elegante arroganza. Questo innovativo suv-crossover è infatti la perfetta incarnazione di stile, sportività e di un’ attitudine alla sfida muscolare tutta italiana. Non a caso la versione scelta per l’onore del lancio è la Quadrifoglio; un 3 litri biturbo benzina da 510 cv sviluppato con Ferrari, in grado di portare questa belva fino a 285 km/h, passare da 0 a 100 in 3,9” e di farla girare al Nurburgring in 7′ 59”. Freni carboceramici? of course. Nessuna concorrente nel segmento può vantare numeri simili e non sorprende che la Stelvio abbia riscosso da subito sincera approvazione (e ammirazione) sia da parte del pubblico che dalla stampa di settore. L’ auto arriverà sul mercato europeo intorno al mese di febbraio, con a listino delle motorizzazioni 2.0 litri sia benzina che diesel; versioni queste più civilizzate e meno sportive della Quadrifoglio, ma non per questo meno appetibili. Il valore innovativo della Stelvio non si limita infatti al propulsore; l’auto è costruita partendo da Giorgio, la piattaforma Alfa Romeo su cui è basata anche la Giulia e che vanta delle prestazioni eccezionali in termini di leggerezza, dinamica e sicurezza. Prestazioni che le hanno valso anche il riconoscimento di Euro Car Body 2016. Qualità, avanguardia tecnologica e design sono gli elementi che oggi determinano il successo di un auto e del suo marchio, questi elementi la Stelvio li possiede tutti. Avanti così.
Giovani architetti, ingegneri, una prestigiosa commissione giudicatrice e centomila euro stanziati dal Gruppo Calzedonia sono stati i protagonisti del Concorso Internazionale di Idee per la copertura dell’Anfiteatro romano, simbolo di Verona. Un importante concorso per la salvaguardia della famosa arena, il grande monumento che fa parte del patrimonio culturale Italiano. Ieri, presso l’aula magna del Politecnico di Milano, sono stati svelati i tre progetti vincitori tra gli ottantaquattro esaminati. Ospiti della conferenza Flavio Tosi, Sindaco di Verona, e Sandro Veronesi, presidente del gruppo Calzedonia, che hanno sottolineato l’importanza degli obiettivi posti dal contest; creare una struttura – meno invasiva possibile – studiata in modo da proteggere il monumento dagli agenti atmosferici, garantendo la messa in scena degli spettacoli anche in caso di maltempo, ma soprattutto in modo da assicurarne una migliore conservazione. L’intento dei partecipanti è stato infatti quello di ideare una copertura leggera, facilmente apribile, reversibile, che non snaturi in alcun modo l’arena e non interferisca con il contesto architettonico circostante.
È, il gruppo tedesco SBP e GMP ad aggiudicarsi il primo posto, con un premio di 40.000 euro. La proposta, definita “geniale” dalla giuria, elabora una struttura ad anello, poggiata sul bordo superiore dell’Arena, che permette di raccogliere i teli di copertura, disposti su un solo ordine di cavi, consentendo un rapido mutamento di assetto, da aperto a chiuso. A rendere il progetto vincitore è stato il sistema di riavvolgimento dei cavi, che può permettere di mantenere quasi completamente libero lo spazio aereo soprastante.
Il secondo, con un premio di 20.000 euro, presentato dal capogruppo Vincenzo Latina, propone una soluzione che non altera i caratteri architettonici del monumento, in quanto la copertura è sostenuta da un anello poggiato sul margine superiore dell’Arena, che permette la chiusura e la protezione con segmenti gonfiabili accostati. Un progetto coerente e lineare che però non si è aggiudicato la vittoria, a causa dei cavi arei costantemente presenti al di sopra della cavea, che interferiscono visivamente in caso di copertura aperta.
Il terzo modello classificato, con un premio di 10.000 euro, presentato da un gruppo italo-spagnolo con a capo Roberto Ventura, ha proposto una struttura composta da teli sostenuti da cavi, che poggia su un sistema di alti pali all’esterno dell’arena stessa. Nonostante la coerenza del progetto, l’ideazione soffre di un forte impatto visivo sia dall’esterno che nello spazio aereo della cava.
Che sia per una gita in montagna o per una giornata urbana, ogni avventura ha bisogno di essere vissuta con il giusto abbigliamento e gli accessori adatti. Il gentleman moderno è sempre di più un viaggiatore attento allo stile e al comfort e non rinuncia mai ad essere all passo con le ultime mode. Anche d’inverno. Ecco cinque stivali, cinque stili diversi, tutti unici e irrinunciabili, da scegliere a seconda dell’avventura che si sta per vivere.
Saint Laurent
La famosa maison parigina propone questi stivali dall’aspetto robusto e in stile militare classico. Realizzati in Italia, con pelli dalla qualità estremamente pregiata, sono caratterizzati dall’imbottitura alle caviglie, dagli occhielli tonali e dall’allacciatura incrociata con lacci cerati, completati da una spessa suola.
Moncler
Il nome Moncler è l’abbreviazione del villaggio di montagna francese Monestier-de-Clermont e rivela tutte le origini del marchio. Queste scarpe da trekking sono state prodotte in Italia, in nabuk marrone liscio. Con suole in gomma che riportano il marchio rosso, bianco e blu, sono durature ed eleganti allo stesso tempo, pensate non solo per le attività alpine, ma da indossare anche in città, per aggiungere un tocco intrepido.
Timberland
Uno stivale da uomo chic, ma solido, che abbina camoscio e resistente camoscio rovesciato ed è rifinito con splendide cuciture. Stile classico e tecnologia innovativa convivono da sempre nelle calzature del brand e, grazie ai materiali leggeri e flessibili, questi stivali sono i compagni ideali per ogni tipo d’avventura.
Superga
Perfetto per l’inverno in città il polacchino modello slip on da uomo, con tomaia in vitello pieno fiore, fodera in pelle, intersuola in phylon e suola in gomma. Comodo e raffinato .è l’accessorio giusto da abbinare a un abbigliamento trendy e ricercato.
Ermenegildo Zegna
Questo hiking ha il colore del brandy ed è in pelle liscia, arricchita alla caviglia con inserti in maglia marrone. La zip sul lato lo rende pratico e facile da indossare, la suola in gomma superleggera, invece, fa sì che sia comodo da portare in viaggio.
Li chiamano Baby Boom, grandi promesse, stelle nascenti: sono le nuove generazioni di calciatori, giovani, ambiziosi e soprattutto ricchi di talento. Hanno tutti meno di 25 anni, ma sanno già fare la differenza in grandi club come Milan, Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester City.
GIANLUIGI DONNARUMMA
Una storia come la sua in Italia non si vedeva da anni. Esordio a 16 anni con una maglia pesante come quella del Milan, etichetta da predestinato e da erede di Buffon appiccicata addosso fin dalla prima presenza, posto da titolare conquistato con prestazioni da numero uno: Gianluigi – Gigio – Donnarumma è il secondo portiere più giovane ad esordire in Serie A, dopo Gianluca Pacchiarotti, ed è già un modello. Gigio è nato il 25 febbraio 1999 a Castellammare di Stabia, in Campania. È fratello minore di Antonio Donnarumma, anche lui calciatore professionista. Fino al 2013 ha giocato nel Club Napoli Castellammare. A quei tempi fece un provino con l’Inter, ma lui stesso racconta di aver preferito il Milan perché è la squadra per cui fa il tifo. Di Donnarumma si è sempre parlato molto bene e la sua stagione sta diventando l’esempio eccellente del nuovo Milan dei giovani, quello con un’età media di 26 anni, capace di conquistare la parte alta della classifica di Serie A. La sua stagione dei miracoli gli ha regalato anche l’esordio in Nazionale, grazie alla predisposizione per i giovani del ct Giampiero Ventura e le voci di mercato lo vorrebbero alla Juve nel prossimo anno, per decine di milioni di euro, nonostante Gigio si veda rossonero a vita. Quello che è certo è che la sua straordinaria carriera tra i pali è solo all’inizio.
ANDREA BELOTTI
La sua esultanza “da gallo” è legata alla sua infanzia, quella passata nella provincia bergamasca, tra la casa natale di Calcinate e l’azienda agricola della zia a Grumello, dove rincorreva i galli del pollaio. Nonostante il soprannome, però, Andrea Belotti è uno che la cresta non la alza quasi mai. Nato 22 anni fa in un paese di 6000 abitanti nel bergamasco, Belotti arriva al calcio che conta con l’Albinoleffe, dopo un provino andato male con l’Atalanta. Belotti debutta in B nel 2011/2012, con tanto di gol alla prima e, nonostante la retrocessione, nel settembre 2013 passa al Palermo, dove segna 10 reti alla prima stagione. È con il suo approdo a Torino che arriva la definitiva consacrazione: oggi è terzo in classifica marcatori con 10 gol in Serie A, onda lunga di un indimenticabile girone di ritorno la scorsa stagione, 11 reti, miglior marcatore dell’anno solare 2016 dopo Gonzalo Higuain. Torino è un’isola felice per crescere e fondamentale, per la maturazione di Belotti, è stata la mano di Giampiero Ventura che ha lasciato un tesoro in eredità a Mihajlovic. Lo stesso Ventura che gli ha concesso la prima convocazione in Nazionale della sua carriera. E che potrebbe portarlo sempre più in alto.
LEROY SANÈ
Leroy Sanè ha una storia familiare e sportiva con una trama così articolata e drammatica da sembrare un romanzo. Nato 20 anni fa da un matrimonio interrazziale tra padre calciatore senegalese e madre ginnasta tedesca, Sanè è il prodotto della stratificazione sociale della Germania moderna, con l’appeal della popstar e una riconoscibilità immediata. Il tutto mischiato a un’innegabile dose di talento, tanto che il suo è considerato uno dei trasferimenti più cari della storia degli Under 21, grazie al passaggio dallo Shalke 04 al Manchester City per 40 milioni. In Germania si era messo in luce come uno dei migliori gioiellini della Bundesliga, guadagnandosi la chiamata della nazionale tedesca per Euro 2016. Pare che il passaggio al City sia stato fortemente voluto da Pep Guardiola in persona e, anche se per ora non lo ha ancora impiegato su base continuativa, sa di poter contare su di lui. I genitori di Leroy, Souleyman e Regina, hanno avuto tre figli, tutti calciatori, ma è soprattutto Leroy che sembra aver condensato, nel DNA, l’esatta somma algebrica di caratteristiche e valori dei genitori. Abnegazione e talento, successo e umiltà. E poi, come tutti coloro i quali sono nati, cresciuti o hanno vissuto qualche anno nella Ruhr, una solidità di pensiero unica.
RASHFORD
Marcus Rashford ha 19 anni, 19 presenze e 4 gol nel Manchester United. La sua media realizzativa, apparsa impressionante nelle prime giornate, ha avuto un rallentamento fisiologico, considerando che i suoi 4 gol sono arrivati in soli 3 giorni. Il suo esordio in Europa League contro il Midtjylland, aveva coinciso con una doppietta tra il 69esimo e il 74esimo con cui era riuscito a ribaltare lo svantaggio iniziale. Con quella partita Rashford è diventato il più giovane marcatore del Manchester United nelle coppe europee, un record fino a quel momento detenuto da George Best. Chi parlava allora di predestinazione comincia ad avere qualche dubbio, ma gli aneddoti e i numeri per il giovane inglese parlano da soli. Rashford vive ancora con la madre, Mel, va a scuola, studia per gli esami nonostante guadagni circa 500 sterline a settimana, 38mila e 400 euro all’anno circa, lo 0,3% dello stipendio di Falcao lo scorso anno. A soli 18 anni non può ancora essere considerato un giocatore speciale, né può già essere considerato un sopravvalutato, ma un giovane di talento che sembra poter andare lontano. A patto che gli si lasci il tempo per maturare.
RENATO SANCHES
Sulla sua età, quest’estate, si è anche discusso parecchio, salvo catalogare tutto alla voce “accuse infondate”. E invece, Renato Sanches è davvero un classe 1997. L’acquisto del Bayern di Monaco e l’Europeo da protagonista con il Portogallo, fanno sì che le aspettative su di lui siano già elevatissime. Nato da genitori provenienti da due ex colonie portoghesi, Sanches è cresciuto in uno dei quartieri più poveri di Lisbona, Musgueira. Qui ha iniziato a tirare i calci al pallone, in una squadra, le Aguias da Musgueira che usa il calcio per togliere i bambini dalla strada, come si dice. Ad appena 10 anni viene notato dal Benfica, che secondo la leggenda avrebbe pagato le Aguias 750 euro e 25 palloni. Nove anni dopo, il Bayern, per acquistarlo, paga 35 milioni di euro più una serie di bonus eventuali che potrebbero portare la cifra fino a 80. Il 30 ottobre dell’anno scorso, giorno in cui ha esordito in prima squadra, il Benfica era ottavo in classifica e veniva da una pesantissima sconfitta nel derby con lo Sporting. Delle 26 partite successive (di cui Renato Sanches ne giocherà 23), il Benfica ne vince 24 andandosi a prendere campionato e coppa nazionale. Quest’estate è diventato il più giovane giocatore portoghese ad esordire in un Europeo, battendo il precedente record di Cristiano Ronaldo? Paragonato da molti a Clarence Seedorf, non soltanto per le treccine, il centrocampista portoghese unisce quantità e qualità e in un calcio come quello moderno non può che essere un bene. Questo potrebbe essere l’anno dell’esplosione definitiva.
RABIOT
L’eleganza di Van Basten, la gamba di Vieira e l’audacia di Verratti. Non è un automa alla ricerca della perfezione, ma alcuni dei modi in cui è stato definito Adrien Rabiot, classe ’95, quello che da tutti è stato indicato come la prossima bandiera parigina. Nato nella periferia di Parigi, solo ventidue anni fa, Adrien era uno dei calciatori più promettenti di una nuova ed eccitante generazione francese. Una lunga serie di infortuni hanno però interrotto quello che sembrava l’inizio di una carriera da star del pallone, così come i difficili trasferimenti che hanno tenuto Rabiot incatenato al Psg. Dicono sia dominato e controllato da sua madre, perché è stata lei a trattare il suo primo contratto da professionista e perché sbatte il telefono in faccia ad ogni procuratore che la chiama. Pare, però, che molte delle voci negative su di lui (e lei) nascano all’interno del Paris Saint-Germain. La svolta per Adrien Rabiot è arrivata durante la stagione 2012/13. All’inizio di quell’anno ha giocato titolare contro il Barcellona in amichevole (sostituito, tra l’altro, da un esordiente Marco Verratti), impressionando spettatori illustri come Lilian Thuram. Nonostante il segno positivo lasciato quel giorno, in Ligue 1 non ha giocato molto. Durante l’inverno ha insistito per andare via in prestito e trovare minuti di gioco, lo hanno accontentato e con la maglia del Toulouse è andato tutto secondo copione: dopo circa un mese è diventato titolare inamovibile, giocando 12 partite su 13. Tornato a Parigi ha ripreso con i suoi alti e bassi. Questa stagione era iniziata tra i migliori auspici, ma un infortunio alla coscia lo ha fermato nuovamente. La speranza è che Adrien Rabiot apra le ali, a costo di volare lontano da Parigi. Per quanto affascinante, la capitale rischia di fargli da gabbia.
MARTIN ODEGAARD
Martin Ødegaard è nato sei mesi dopo l’ultima gara della Norvegia in una fase finale della Coppa del Mondo, il 17 dicembre 1998. Quindi, sta per compiere 17 anni. È il più giovane esordiente nella storia del campionato norvegese, il più giovane esordiente nella storia della nazionale norvegese e il più giovane esordiente nella storia dei campionati europei. Ødegaard, in norvegese significa “fattoria abbandonata”. A voler forzare, si direbbe che è scritto che Martin debba lasciare la sua terra, ma il cognome è lo stesso di suo padre, bandiera della squadra della sua città. Suo padre Hans Erik è stato calciatore anche lui, centrocampista anche lui. Nato a Drammen, anche lui. E anche lui ha iniziato allo Strømsgodset, ma ci è rimasto per undici stagioni, mettendo insieme 241 presenze. Ora è il viceallenatore del Mjøndalen, neopromosso nella massima serie norvegese, il manager di suo figlio (che essendo minore di diciott’anni non può avere procuratore) e gestisce anche un negozio d’abbigliamento a Drammen. Lo zio Thomas è invece il fisioterapista della nazionale.
Dopo mesi in cui la Norvegia ha attirato osservatori da tutto il mondo, interviste, pressioni Martin ha scelto il Real Madrid. Per ora ha iniziato con la squadra B dei Blancos, l’anno scorso allenato da Zinedine Zidane. Si farà le ossa, si dovrà adattare alla Spagna e al suo calcio, e per un po’ non ne sentiremo parlare. Potrà ricordarsi di avere sedici anni, per un po’. Poi toccherà a lui.
TIELEMANS
Classe 1997, tecnicamente dotato e perfettamente ambidestro. Debuttando in prima squadra all’età di sedici anni si è aggiunto a un club ristrettissimo di campioni come Paolo Maldini e Wayne Rooney. La precocità di Tielemans è straordinaria perché tanti dei campioni che conosciamo hanno faticato a raggiungere il loro attuale livello di prestazioni. Per fare qualche esempio, Cristiano Ronaldo a 18 anni non aveva nemmeno 30 presenze tra i professionisti. Tielemans le prime 35 gare tra i grandi le ha disputate prima del compimento del diciassettesimo anno d’età. Per questo resterà ancora qualche anno all’Anderlecht, la società che conosce alla perfezione, nella sua città natale, e che lo ha accolto all’età di cinque anni, una squadra che gli garantisce la titolarità in un campionato competitivo e un numero stabile di presenze nelle competizioni europee. Una condizione che gli concede di crescere, fuori dal clamore mediatico che gira intorno ai grandi club. In una Nazionale attualmente florida di talenti e prima nel ranking FIFA, Tielemans ha trovato spazio per fare il suo esordio lo scorso giugno, contro il Galles, altra rivelazione delle qualificazioni per l’Europeo francese. Sul suo futuro non ci sono certezze, ma quel che è certo è che ci troviamo di fronte a un giocatore unico nella sua generazione e del quale sentiremo parlare ancora per tanto tempo.