NETGEAR ORBI FAMILY 

Sia che viva in un appartamento, sia che viva in un loft, la famiglia moderna ha un’esigenza comune quando si tratta di abitazioni: una rete Wifi veloce. I sistemi WiFi Tri-Band Orbi di Netgear, rendono disponibili in tutta la casa una connessione internet dedicata ad alta velocità. Questi sistemi sono gli unici che sfruttano la tecnologia WiFi Tri-band, in grado di fornire massima velocità a tutti i dispositivi connessi, indipendentemente dal loro numero. Ma i sistemi Wifi Netgar non sono solo veloci ma anche belli: infatti i nuovi Orbi presentano design diversi per tutti i gusti.

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RUGGINE, LA MOSTRA SUL TEMPO

È stata inaugurata venerdì 15 dicembre in via Santo Stefano 91/a a Bologna, la mostra fotografica RUGGINE di Paolo Gotti. Il tema che il fotografo ha voluto porre in primo piano è quello dell’inesorabile scorrere del tempo. Le fotografie sono molto poetiche e hanno come soggetti i più vari e malinconici, come una carriola arrugginita, o una carcassa di automobile.
RUGGINE come simbolo di decadenza e di ineluttabilità del destino di ogni cosa.
Le immagini sono accompagnate da racconti “minimi” di Natascia Ronchetti, scrittrice e giornalista; quelle più significative faranno parte del calendario tematico RUGGINE.
La mostra resterà aperta fino al 6 Febbraio 2018.

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ZAINO VS BORSA: DILEMMA MASCHILE

Un tempo un uomo si definiva dalle scarpe o dalla cravatta. Oggi, invece, l’uomo non lo fa solo l’abito ma anche la borsa. L’accessorio tipicamente femminile, protagonista indiscusso del quotidiano e di mille film (basti pensare alla valigetta di James Bond o agli zaini dei ragazzi di Stranger Things) è diventato negli ultimi anni non solo sempre più utilizzato dagli uomini ma un vero e proprio feticcio. Si va dalla cartella da postino usata dagli hypster allo zainetto di nylon nero sdoganato dai creativi passando per la classica borsa 24 ore prediletta da manager e fanatici dell’ordine. Ad ognuno la sua, la borsa è ormai diventata un ottimo distintivo per distinguersi dalla massa.

Indispensabili già nel Medioevo, le borse morbide, antenate delle nostre, venivano utilizzate principalmente per trasportare con sé denaro e oggetti di valore non essendovi altro modo se non quello di portarli a mano. Quando poi, sugli abiti, iniziarono ad essere cucite le tasche, le borse da uomo vennero abbandonate completamente e fu solo agli inizi del Novecento, mentre l’esperienza del viaggio si faceva comune e l’automobile diventava un mezzo di trasporto di massa, che si ebbe la vera e propria diversificazione tra baule e valigia 24 ore, quest’ultima destinata ai businessmen, ‘a coloro che viaggiano per meno di ventiquattr’ore o poco più’ e che Louis Vuitton lanciò il primo baule griffato.  Negli anni ’50 poi, un modello in legno di colore rosso divenne il simbolo dei lavoratori pubblici e degli imprenditori inglesi, essendo utilizzata dal governo per trasportare il budget annuale prima del discorso del cancelliere, mentre dobbiamo tornare alla fine degli anni ’60 per trovare il primo zaino in nylon. Lo zaino dei banchi di scuola è infatti relativamente recente perché i primi modelli con la zip erano esclusiva degli alpinisti e degli avventurieri. I modelli più ‘moderni’ e leggeri arrivano come risposta al bisogno degli studenti universitari di portare da un’aula all’altra del campus i propri libri, considerato che fino ad allora si utilizzavano alternativamente una valigetta 24 ore dotata di bretelle, detta satchel, e la ‘book strap’, il cinturone di cuoio che si legava attorno ai libri.

Oggigiorno entrambe non sono più solo un mezzo pratico e funzionale ma un vero e proprio strumento capace di caratterizzare e affermare l’identità di ciascuno. Dai cartoni animati alle stampe più disparate, in tinta unita o con applicazioni, le sfilate Uomo hanno visto tornare di moda lo zaino (se mai era passato), reinterpretato nelle versioni più varie: dal classico maxi zaino da campeggio a modelli sobri e urbani dalle linee essenziali, da usare come borsa per l’ufficio o per lo studio. Forme e usi che riflettono i tempi, modificandosi e adattandosi alla sempre più diffusa mobilità e portabilità del lavoro.

Se poi, inizialmente, la 24 ore era suddivisa internamente per comparti, utili a separare i diversi documenti, col tempo si è arricchita di scompartimenti e tasche per contenere oggetti tecnologici e relativi accessori, come carica batterie, cuffie, hard disk.

I modelli possono essere diversi, da quello elegante con manici corti ed in pelle, passando per quella sportiva, in tessuto a quella con annessa tracolla. E’ un accessorio insostituibile e ancora molto presente in passerella, uno statement che indica potere, educazione e opportunità.

Per gli indecisi, a metà strada, quasi un ibrido, troviamo la messenger bag, la famosa ‘borsa da postino’, nata a metà dell’Ottocento per essere posta in sella ai cavalli e contenere pacchetti, giornali, telegrammi e altre missive da consegnare con urgenza, e che, in caso di imprevisti, poteva essere portata tranquillamente sulle spalle. Ai cavalli si sostituì poi la bicicletta, fino a che nel 1980, John Peters fondò Manhattan Portage e la messenger bag divenne il trend urbano che non ha mai smesso d’essere, realizzata in canvas o in pelle, a fantasia o logata (o entrambe), per qualunque tasca e qualunque estetica.

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Rinaldini: la pasticceria italiana in tutto il mondo

Con un investimento di 6 milioni di euro, la Rinaldini Pastry Spa è il più grande progetto industriale e finanziario italiano legato al mondo della pasticceria. Nato dall’incontro fra Roberto Rinaldini, pluricampione mondiale di pasticceria e di gelateria, e Micaela Dionigi, presidente del Gruppo Società Gas Rimini, il progetto ha un business plan che prevede la creazione di un laboratorio produttivo a Rimini di quasi 4mila metri quadrati, l’apertura di oltre 30 punti vendita in tutto il mondo, l’assunzione di 250 persone e il raggiungimento, entro il 2022 di un fatturato di 25 milioni di euro. «Il sociale – ricorda Dionigi – ci ha fatto incontrare e per alcuni anni abbiamo portato avanti un progetto a sostegno dell’oncoematologia pediatrica. Nel conoscerci ho apprezzato il talento e le idee innovative del Maestro Rinaldini ed è stato per me naturale convergere in un progetto comune che ci ha trovato in sintonia. In pochi mesi, grazie anche al contributo del nostro consulente strategico Mario Esposito, siamo riusciti a definire un piano industriale che mi ha pienamente convinto».
Il primo Rinaldini Shop aprirà a Milano in marzo in via Santa Margherita, a ridosso della Scala, e vedrà la nascita di una nuova collezione di torte dedicata ai momenti storici del tempio della musica. Seguirà poi Roma (con ben 2 aperture entrambe nel centro storico) e poi Rimini e un Mall del lusso ancora top secret. Fuori dall’Italia è già previsto lo sbarco a Londra e Parigi. «È la naturale evoluzione della mia attività – spiega il Maestro –  avevo bisogno di una società strutturata che mi permettesse di raggiungere le mete che mi sono prefissato. La priorità era e resta quella di offrire ai clienti un prodotto di qualità superiore con il valore aggiunto della mia ricerca creativa». Nei Rinaldini Shop non ci saranno solo le dolcezze iconiche del Maestro (Venere Nera, MacaRol, ChocoColor, GramBelline e così via) ma anche il salato e una serie di proposte vegetariane e vegane. Il tutto preparato nel laboratorio riminese che servirà tutti i punti vendita. «Apriremo alla ristorazione – conclude Rinaldini – con un menù del territorio romagnolo che vedrà in carta piadine, passatelli, strozzapreti, tortellini e lasagne».

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Cinecult: The Greatest Showman di Michael Gracey

“L’arte più nobile è quella di rendere gli altri felici”, parola di Phineas Taylor Barnum, l’uomo che in piena epoca vittoriana ha rivoluzionato la storia dell’intrattenimento lanciando l’idea progressista del circo con l’effetto socialmente radicale per l’epoca di sdoganare sul palcoscenico soggetti straordinari e borderline, apparentemente deformi e reietti dalla società borghese, assurti con lui ad attrazioni di un pubblico variegato. Nel suggestivo biopic-musicale dedicato a P.T. Barnum, i suoi sogni e i suoi amori, distribuito da 20th Century Fox ‘The Greatest Showman’ diretto magistralmente da Michael Gracey e con un cast stellare-il gentleman Zac Efron, la bionda Michelle Williams, l’atletica Zendaya e una Rebecca Ferguson dalle fulve chiome-il divo Hugh Jackman appare perfettamente a suo agio cantando e danzando agile come un performer di Broadway, nei panni del protagonista, inventore del ‘più grande spettacolo del mondo’. Il film che si è già aggiudicato tre candidature ai Golden Globe 2018 racconta le alterne vicende e le lotte di un uomo visionario che con le sue idee folli e anticonvenzionali fece dell’arte di far sorridere la gente un business. Coraggioso e provocatorio, ma anche romantico e sognatore, Barnum con il suo circo, prima in un edificio e poi sotto un tendone a New York, con la sua vibrante energia positiva da autentico innovatore diede un ruolo, una coscienza e un’identità a una serie di personaggi emarginati nella vita reale che uscirono dall’oscurità grazie a lui per brillare come falene sotto le luci della ribalta: dalla donna barbuta all’uomo lupo, dal nanetto promosso a generale napoleonico all’uomo più grasso del mondo, l’uomo tatuato e i trapezisti più agili che la storia ricordi solo per citarne alcuni. Di umili origini, figlio di un sarto scomparso prematuramente Barnum, sposato con la bella Charity (Michelle Williams) che invece proveniva da una famiglia della upper class e che gli dette due figlie, mirò sempre molto in alto alla ricerca di un riscatto sociale e del consenso di quel mondo élitario che lo aveva sempre rifiutato. Per questo decise di portare in tour per farla conoscere in America e nel resto del mondo la bella cantante Jenny Lind (una straordinaria Rebecca Ferguson) ribattezzata ‘l’usignolo svedese’ che gli valse il plauso dell’alta società. Diverso fra i diversi, criticato dalle masse e bersaglio prediletto della stampa bacchettona, Barnum dimostrò all’establishment conservatore e classista che la posizione sociale di un uomo non è determinata tanto dal censo quanto dalla sua fervida immaginazione. Del resto la sua carriera nello showbiz si svolse in America il luogo dove ogni sogno si può avverare e i visionari possono esprimersi in libertà e senza tabù. Il film è una sfolgorante apoteosi di una dimensione immaginifica e straordinaria dell’intrattenimento dove tutto è possibile, fra magnifiche coreografie, soundtrack da cardiopalma e abbaglianti luccichii di cristalli –Swarovski ha contribuito in parte alla realizzazione dei magniloquenti abiti di scena creati dalla formidabile costumista Ellen Mirojnick-accanto a momenti di struggente e intenso romanticismo come l’idillio contrastato fra Phillip Carlyle (un talentuoso Zac Efron) socio di Barnum e rampollo di una famiglia facoltosa e la povera ma bella Anne Wheeler (Zendaya che rimarrà un’icona con il suo body lilla scintillante) reclutata da Barnum fra le trapeziste. Una curiosità: il motivo musicale ‘This is me’ cantato dall’intero cast del film e scritto dagli stessi parolieri di ‘La La Land’ potrebbe essere fra le canzoni favorite agli Oscar 2018 per la ‘miglior canzone originale’. Lasciatevi conquistare dalla passione contagiosa di un film che è un inno alla gioia, ai sogni e alla libertà di cambiare.

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Arcane Cane Crush medaglia d’oro allo ShowRum Tasting di Roma

Il rum Arcane Cane Crush, è stato nominato Best in Class per la categoria Agricole (il distillato non viene prodotto dalla melassa, sottoprodotto della lavorazione della canna da zucchero, ma dal vesou, puro succo di canna non sottoposto all’estrazione dello zucchero) Style Unaged all’ultima ShowRum Tasting Competition di Roma, la più grande rassegna dedicata al rum in Italia. Arcane Cane Crush è un rum molto aromatico, fruttato e morbido con una ricchezza di aromi sottili e freschi che gli ha fatto ottenere, dalla giuria di 18 esperti, il premio più prestigioso che un rum possa ottenere in Italia. Prodotto a Mauritius, il rum Arcane è ottenuto dalla distillazione di succo di canna puro, che offre una ricchezza incredibile di aromi sottili. Inoltre Arcane rivoluziona il classico rum bianco, che di solito è meno aromatizzato,  trasformandolo invece in un rum molto aromatico, fruttato e morbido con vasto bouquet di aromi, delicati e freschi. Questo avviene grazie a due diverse distillazioni, la prima a Mauritius in appositi contenitori e la seconda a Cognac, in Francia, nei più classici piccoli alambicchi. Ed è proprio negli alambicchi, che Arcane tira fuori il suo aroma unico e il caratteristico colore purissimo e scintillante.

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NATALE: i regali dell’ultimo minuto

Natale si avvicina, è aperta la caccia al regalo dell’ultimo minuto. Avete poco tempo a disposizione? Siete lavoratori o studenti, oppure eterni indecisi? O magari, più semplicemente, pur carichi di tutte le buone intenzioni, avete poca fantasia e vi siete ridotti all’ultimo? Non scoraggiatevi, niente panico. Noi di MANINTOWN abbiamo selezionato alcuni imperdibili articoli per Lui, così diversi da soddisfare qualsiasi tipo di uomo (e di tasche).
Iniziamo con dei regali tipicamente invernali: perché non il cappellino di Franklin and Marshall da abbinare allle calze di Alto Milano? Entrambi, ovviamente, nel colore must have del Natale, il rosso. Se, invece, durante i giorni di festa avete in programma gite o passeggiate all’aria aperta, perché non optare per una scarpa da trekking firmata Grisport o una versatile sneakers, rivisitazione del modello GEL-LYTE III, di Asics? Anche Alcatel non resta indietro con le tendenze e propone un orologio per i più atletici. Valutare le prestazioni fisiche non è mai stato così semplice. Per rimanere in tema athleisure, Sport Boost propone delle cuffiette senza fili, comode e super cool.
Basta, ora, con il fitness! Torniamo in città e all’uomo classico, metropolitano, che sicuramente apprezzerà le bretelle proposte da Boggi o, se più trendy, gli astucci super tecnici firmati Freitag. Lo stereotipo per cui i regali “da casa” sono tristi e poco apprezzati è ormai superato, per cui perché non regalare una teiera per affrontare questi freddi inverni? WESCO ha proprio la risposta a questa domanda, proponendo una teiera dal design inconfondibile, il colore? Rosso ovviamente.

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WEEKEND A CORTINA

Cortina d’Ampezzo resta una meta ideale per un week end lungo, tra sport, attrazioni turistiche, food &wine, ma anche fashion. Lo dimostra l’evento Cortina Fashion Weekend, che segna l’inizio della stagione invernale all’insegna dello shopping e con eventi organizzati dai diversi negozi. Qui alcuni indirizzi da non perdere per un week end in alta quota ma con stile.

HOTEL & SPA. Per un soggiorno all’insegna del relax da provare il Cristallo Resort & Spa l’unico 5 stelle delle Dolomiti che propone una vera “epicurean experience” che coinvolge ogni aspetto del soggiorno, dalla gastronomia al Coach della Salute,  un’esclusiva del 5 stelle: un professionista del benessere a tutto tondo, che accompagna gli ospiti, seguendoli individualmente e occupandosi di tutte le dimensioni del wellness, comprese alimentazione, sonno, movimento. Un approccio personalizzato che si sposa perfettamente a tutte le attività fisiche praticabili in inverno a Cortina, approfittando di un territorio eccezionale sul piano paesaggistico e votato allo sport.  Altro hotel e ristorante da provare è il Rosapetra Spa Resort, che sorprende per il design curato da Carlo Samarati, che ha firmato spazi, volumi ed essenze del resort. Dalla Spa al ristorante vivrete un’esperienza di totale relax con vista ineguagliabile sulle Dolomiti.

SHOPPING @ FRANZ KRALER. Cortina è anche una meta dove sta crescendo la passione per la moda. Cuore pulsante dello shopping di Cortina, in Corso Italia, i Kraler, storica famiglia di ceppo asburgico attualmente composta da Franz, la moglie Daniela e il figlio Alexander, hanno recentemente inaugurato il più grande department store italiano in Corso Italia 119 suddiviso in corner dedicato ai brand top della moda, ospitando l’exclusive dj set del leggendario compositore Giorgio Moroder e un’installazione a cielo aperto del giovane artista internazionale Stefano Ogliari Badessi.  Raffinato e versatile, si sviluppa su due piani, con la zona calzature al primo livello interrato e la zona abbigliamento al piano terra. Al piano rialzato le ampie vetrine si affacciano sulla piazza antistante e godono della fantastica prospettiva di tutto il Corso fino al campanile della chiesa. In contemporanea con l’apertura invernale della luxury boutique di Corso Italia, Kraler ha anche ampliato il luxury department  di Dobbiaco,  dove è stata presentata  la prima collezione leisurwear  di Fendi dedicata all’alta montagna all’interno di un suggestivo chalet gonfiabile.  Commenta Daniela Kraler: “Ho voluto collegare il tessuto urbano con una serie di negozi che proponessero un customer journey, un’esperienza di shopping che va al di là del semplice acquisto. Tutto questo risistemando edifici relativamente nuovi, regalando alla loro architettura un carattere inconfondibile, un’anima per offrire una degna cornice alle maison più importanti del mondo.”

Sempre nel segno del glamour è la sesta edizione del WinteRace, la gara d’auto d’epoca invernale, tra le più attese della stagione, che si svolge dal 1 al 3 marzo, con partenza e arrivo a Cortina d’Ampezzo.

Info utili

http://www.cortinadolomiti.eu/it
http://www.franzkraler.it
http://cortinafashionweekend.com

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Revolution, Musica e ribelli 1966-1970, dal Beatles a Woodstock

Già approdata al Victoria and Albert Museum di Londra, luogo dove è nata la rivoluzione, la mostra Revolution, Musica e ribelli 1966-1970, dal Beatles a Woodstock, è arrivata a Milano il 2 dicembre fino al 4 aprile 2018. I temi della mostra sono le storie, i protagonisti, i luoghi, gli abiti e i film di questi quattro intensissimi anni rivoluzionari i cui effetti hanno plasmato la società contemporanea. La mostra, a cura di Clara Tosi Pamphili, giornalista e storica della moda, si terrà negli spazi della Fabbrica del Vapore.
La “Revolution” come idea nasce contemporaneamente in differenti parti del mondo, ma vede in Londra il suo maggiore e, più evidente, motore propulsore. Sono questi gli anni dei Beatles, dei Rolling Stones, e degli Who nella musica, e delle prime gambe scoperte e dei capelli lunghi nei ragazzi nella moda; un periodo di grande attività rivoluzionaria che, grazie ai suoi temi così vivi, si è profuso come un’onda, arrivando a condizionare addirittura noi.

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Il calzino: quando, come e perché

A righe, microfantasia, tinta unita, di cotone o di spugna? Il calzino è ufficialmente entrato a far parte di quegli accessori di cui il guardaroba maschile deve essere fornito. Se prima non ci si poneva troppa attenzione, oggi diventa un vero e proprio elemento caratterizzante del look di ogni persona. Certo dipende dalle occasioni, ma perché non mescolare anche un po’ le carte in tavola e i codici dello stile? Scoprirete che potrete raggiungere risultati inaspettati e spiazzare chi, nella vostra abilità nel vestirvi, ha perso le speranze. È sicuramente il mocassino in cuoio e il completo a richiedere un calzino sobrio, tinta unita, ma magari con un twist, come un bordino colorato a contrasto, in questo modo andrete sul sicuro. I più eccentrici però potrebbero non essere d’accordo, infatti un abito classico per loro potrebbe risultare un po’ noioso; in questi casi una micro fantasia, magari abbinata alla cravatta, potrebbe risollevare le sorti di un look tendenzialmente tradizionale. Che siano uomini maturi o ragazzini, l’attenzione al dettaglio, soprattutto negli accessori come le calze, interessa ormai davvero tutti senza distinzione di età e stagioni, diventando un elemento con cui giocare e differenziarsi dalla massa. Possiamo dire che in inverno le calze siano un oggetto senza dubbio utile, funzionale e in alcuni momenti addirittura essenziale, ma chi ha detto che debba essere usato solo durante la stagione fredda? Protagonista su molte delle passerelle maschili della stagione SS18, ma non solo, il calzino sta davvero rivoluzionando i look contemporanei. Colorato e non, spesso, sottile o lavorato, portato a metà polpaccio e abbinato al pantaloncino corto è diventato un vero e proprio trend tra i giovani che popolano le strade cittadine. Proprio in questo panorama la spugna torna alla ribalta e non solo in ambito sportivo; il calzino rigorosamente bianco con dettagli neri, che originariamente veniva associato ai campi da tennis o all’atleta di pallacanestro, viene oggi riportato nel quotidiano e abbinato, sia nell’universo maschile che femminile, a un sandalo, alla ciabatta o comunque a una scarpa aperta. Grande tema del calzettone di cotone sono invece le righe che spesse o sottili, si vedono davvero di tutti i colori; la riga orizzontale a differenza delle micro fantasie, che possono risultare più eleganti, ha infatti un sapore più casual, allegro e scanzonato. Tutto certamente dipende dalle tonalità, la stessa fantasia con colori più accesi infatti può risultare con meno classe ma magari più giocosa e eccentrica. Stesso concetto lo ritroviamo nel motivo a quadretto che, interpretato in tutti i modi possibili, trasmette sensazioni opposte se trattato con colori tenui o accesi, con spessore fine o meno.
Un universo, quello delle calze, davvero senza confini, un linguaggio visivo che lascia spazio alla fantasia e alla libera espressione nei molti contesti della vita quotidiana basta solo scegliere il messaggio che si vuole comunicare.

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AVETE GIÀ SENTITO PARLARE DI JEFF WARD?

cover_Photographer: Yasmine Kateb; Grooming: Erik Torppe of Erik Torppe Artistry

Nato e cresciuto negli Stati Uniti, con la passione per la recitazione sin dalle scuole elementari, Jeff Ward è un attore e scrittore americano di cui sentiremo parlare parecchio nei prossimi mesi. Attesissima è la quinta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D., che vede tra i nomi del cast quello di Jeff, nei panni di un personaggio “chiave”. Lo abbiamo conosciuto nella serie Channel Zero: The No-End House, dove ha interpretato il ruolo di Seth, un ragazzo magnetico e carismatico con un background difficile, con cui Ward dice di avere poco in comune. Per il futuro, l’attore sogna di coniugare le sue più grandi passioni, scrittura e recitazione, arrivando ad occuparsi della regia e della scenografia, del mondo del teatro e del cinema. MANINTOWN Ward per conoscerlo meglio e scoprire obiettivi e sogni in serbo per il suo futuro lavorativo. Nel frattempo, attendiamo di vederlo recitare nella nuova e avvincente stagione di Agents of S.H.I.E.L.D., prossimamente disponibile su Netflix che, a detta dell’attore, ci terrà incollati allo schermo del computer.

Quando hai iniziato ad interessarti al mondo della recitazione?

Alle scuole elementari ho interpretato un ruolo in una recita. Il mio insegnante scrisse una versione di Tom Thumb ed ho avuto il ruolo del protagonista. Questa esperienza, assieme ad un’ossessione adolescenziale per la cinematografia, mi hanno spinto ad avvicinarmi al mondo della recitazione.

Hai un attore che ti ispira?

Naturalmente, ce ne sono tanti. Il primo che mi viene in mente è Cillian Murphy. Anche Sam Rockwell, Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Tilda Swinton e Mark Rylance, tanto per nominarne alcuni. Recentemente, poi, ho amato le performance di Jude Law e Diane Keaton in, The Young Pope ed anche quella di Robert Pattinson in, Good Time.

Il tuo ruolo di Seth nella serie Channel Zero: The No-End House è stato descritto come quelli di “un ragazzo magnetico, pacato e carismatico”. Ti riconosci nel personaggio che interpreti?

Non molto. Siamo persone abbastanza diverse. Seth è orfano e questo condiziona la sua personalità e la sua visione del mondo. Non è necessariamente qualcosa di negativo, veniamo solamente da differenti background. Lui è un ragazzo interessante, vi consiglio di guardare la serie per conoscerlo meglio.

Ti vedremo nella quinta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.Puoi anticiparci qualcosa sul tuo ruolo, definito dai rumors, un ricorrente personaggio “chiave”?

Tutto quello che posso dirvi è che la quinta stagione sarà davvero avvincente. Sono molto fortunato a interpretare il mio personaggio e mi sono divertito parecchio durante le riprese. Chi è un fan di Star Wars, Star Trek, Planet of the Apes, Guardians of the Galaxy adorerà questa stagione.

Sei interessato ai nuovi trend di moda?

Non molto. Ho visto la nuova collezione Yeezy, amo Kanye Wes,t ma la nuova collezione non mi è piaciuta affatto. Continuo, però, ad essere un grande fan delle scarpe che disegna.

Se potessi scegliere, quale ruolo ti piacerebbe interpretare?

Amleto o Iago, in Otello.

Che direzione credi che prenderà la tua carriera nei prossimi dieci anni?

Spero di poter lavorare nel cinema e nel teatro, sia come scrittore che come regista. Sto iniziando a capire come funziona il mondo della recitazione, specialmente nell’ambito del cinema. Spero di essere portato per questo mondo e che la recitazione sia nel mio futuro.

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NUOVA EVOLUZIONE DELLA SCARPA DA TRAINING: NIKE METCON 4

Ogni modello di Nike è testato dagli atleti più esclusivi, tra cui Josh Bridges, che ha testato proprio la nuova scarpa da training Nike Metcon 4. Dopo la Nike Romaleos, la Metcon è la training shoe più resistente: questa quarta versione ha subìto infatti importanti upgrade che l’hanno resa ancora più performante. Gli elementi che non sono cambiati sono la suola e l’imbottitura, entrambi studiati per gli allenamenti più intensi. Tra le novità principali, invece, riscontriamo: una resistenza senza precedenti, un’imbottitura dell’avampiede più avvolgente, nuovi occhielli per regolare meglio le stringhe, una linguetta imbottita e infine il nuovissimo sostegno per il tallone che è un elemento dai connotati anche estetici.
La Nike Metcon 4 sarà disponibile dal 19 dicembre su nike.com e dal 4 gennaio in selezionati punti vendita.

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Cinecult: l’ora più buia di Joe Wright

Cover_Courtesy of Universal Pictures

Un Churchill così non si era mai visto: dall’intimità più umoristica che lo dipinge come una macchietta in vestaglia rosa a fiori e con i piedi nudi alla fierezza del suo lato pubblico da ‘leone’ con tutta la sua magniloquente energia e la sua tempra sanguigna, la sua umanità e i suoi mille dubbi nel portare l’Inghilterra a schierarsi con la Francia nel maggio del 1940 fortemente convinto del valore della resistenza per combattere il comune nemico, Adolf Hitler. Questo e molto altro ancora nella bella pellicola storica ‘L’ora più buia’ (The Darkest Hour) diretta da Joe Wright, regista premiato ai Bafta e distribuita da Universal Pictures con Gary Oldman candidato all’Oscar in splendida forma nel ruolo del grande Winston Churchill, coraggioso e caparbio nelle scelte e nominato primo ministro il 9 maggio 1940 dopo Neville Chamberlain (Ronald Pickup), che nel frattempo era condannato a un infausto destino per via del suo cancro incalzante. Nei giorni in cui il dittatore tedesco stava per invadere la Francia Churchill, pur essendo un personaggio poco popolare in Parlamento per via delle sue trascorse vicissitudini di Gallipoli, doveva formare necessariamente un governo di coalizione per far fronte all’emergenza di un’invasione dell’Inghilterra da parte delle truppe naziste. Brusco e irruento, ma anche saggio e facondo oratore, Churchill che aveva il peso del mondo sulle sue spalle in quelle ore disperate, deve convincere della validità della sua strategia di governo il re che non lo aveva mai perdonato per aver approvato il matrimonio del fratello con Wallis Simpson e che era inizialmente favorevole alla linea diplomatica morbida e aperta a trattative di pace con Hitler portata avanti dal Visconte di Halifax(interpretato da Stephen Dillane). Churchill è affiancato dalla sua ‘roccia’, la sublime Kristin Scott Thomas che si cala con disinvoltura nel ruolo di Clemmie Churchill, la moglie del primo ministro che alla vita pubblica del marito aveva sacrificato la sua sorte di donna amata ma anche trascurata, Churchill cerca disperatamente di salvare dalla furia nazista le truppe inglesi di fanteria accerchiate dal nemico a Dunkerque, 300.000 uomini sacrificando purtroppo i 4.000 soldati della guarnigione stanziata a Calais: fra questi, vittime di avverse e tragiche circostanze c’è anche il fratello di Elizabeth Layton, segretaria di Churchill, timida, fragile ma anche decisa interpretata da Lily James, attrice di grande talento. Il film coglie tutto l’arco delle sfumature emotive del grande statista che credeva nel coraggio di essere sé stessi e nelle proprie idee. Memorabile la scena girata in metropolitana in cui il capo del governo si rende conto del favore popolare alla sua linea dura contro il nemico Hitler. La storia gli ha dato ragione e ha premiato il suo carattere indomabile e la sua incapacità di dominare le emozioni, apparente difetto ereditato dal padre che ha modellato la sua personalità rendendolo un colosso. Film interessante e avvincente per chi vuole scoprire i risvolti più ‘mondani’ e concreti di un personaggio titanico della storia universale e la sua profonda carica umana.

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LA VINTAGE COLLECTION PER I 30 ANNI DI KIPLING

Kipling festeggia i suoi 30 anni con la prima collezione uomo della sua storia: la Vintage collection, una capsule ispirata interamente agli anni ’90. La collezione è composta da cinque modelli, tutti ripresi dagli storici archivi del brand, e presenta i dettagli classici che identificano Kipling, come l’iconico logo rotondo e gommato, le grosse zip e la conosciutissima scimmietta portachiavi. I cinque modelli selezionati per la collezione sono un marsupio, una tracolla, uno zainetto, uno zaino monospalla e una weekend bag, tutti disponibili in cinque varianti color-block: giallo senape, rosso, carta da zucchero, nero e bianco.

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Nuovo direttore generale per The Coca-Cola Company

È Kees-Jan de Vries il nuovo direttore generale di The Coca-Cola Company per l’Europa Centrale e l’Italia. La sua sede operativa sarà a Milano, da dove opererà per Italia, Albania, Austria, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Laureato in economia presso la Business School di Amsterdam, Kees-Jan de Vries vanta una notevole esperienza internazionale in ambito marketing e commerciale, con 23 anni di esperienza nel Sistema Coca-Cola. Infatti, ha iniziato la propria carriera nel 1994, in Coca-Cola Enterprises, l’allora imbottigliatore per l’Olanda. Passato in The Coca-Cola Company nel 2006, de Vries ha ricoperto il ruolo di Global Account Director di Coca-Cola fino al 2010, gestendo il portafoglio internazionale dei clienti retail. È poi stato nominato direttore generale della business unit Nordics fino al 2015, quando è stato posto alla guida dei mercati di Austria, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

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Selinunte brinda con Mandrarossa

Selinunte – il parco archeologico greco più grande d’Europa, situato sulla costa sud-occidentale della Sicilia, a Castelvetrano, in provincia di Trapani – ha finalmente un sistema di illuminazione degno della sua importanza. Settesoli che, con i suoi 2mila viticoltori per 6000 ettari di superficie vitata è la più grande cantina vitivinicola europea, ha avviato il progetto “Settesoli per Selinunte”, prevedendo per ogni bottiglia di vino venduta, che 10 centesimi vengano destinati a interventi per la conservazione e la fruizione del sito. il consumatore può partecipare anche in maniera più attiva, facendo una donazione e usufruendo, così, dei benefici dell’Art Bonus. «Il progetto – spiega Vito Varvaro, presidente di Cantine Settesoli – è partito nel 2016. A oggi abbiamo raccolto oltre 200mila euro. L’obiettivo è arrivare a 500mila euro per i restauri e lanciare quindi il sito di Selinunte e il territorio come meta obbligata per i turisti che visitano la Sicilia». Settesoli lavora sulla tradizione anche in cantina. Infatti, insieme al Consorzio di Tutela della DOC Sicilia, si sta impegnando nella ricerca delle varietà di uve più antiche e rappresentative dell’Isola.
Photo by Antonio Lori
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AW LAB E MAJESTIC ATHLETIC

AW LAB presenta la collezione esclusiva di apparel del brand americano Majestic Athletic, ideale per gli appasionati di street sportswear. Majestic Athletic è stata fondata negli Stati Uniti nel 1976 e dal 1984 disegna e produce le divise ufficiali della Major League di Baseball.
AW LAB e Majestic hanno deciso di collaborare, unendo le proprie forze, per disegnare una collezione apparel di prodotti legati alla Major League di Baseball che troverà senza dubbio i favori degli appassionati di sport, street culture e moda. La collezione è costituita da due line, Uomo e Donna, che vertono su hoodies maxi e cropped, felpe, pants, T-shirt e beanies. Le tonalità previste sono il grigio, il verde militare e il (total) black con le insegne tono su tono.
AW LAB propone i suoi esclusivi capi in tutti i suoi store e su aw-lab.com

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La pizza napoletana è patrimonio dell’umanità

L’altra sera, a consolare Napoli dall’uscita della sua squadra di calcio dalla Champions League, ci ha pensato un altro simbolo della città partenopea. Infatti “L’arte del pizzaiolo napoletano”, dopo 8 anni di negoziati internazionali, è stata inserita fra i patrimoni immateriali dell’umanità. A Jeju, in Corea del Sud, con voto unanime del Comitato di Governo dell’Unesco, è stato riconosciuto che la creatività alimentare della comunità napoletana è unica al mondo. Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale”.
L’ “impresa pizza” genera in Italia, secondo i dati dell’Accademia Pizzaioli, un business di 12miliardi di euro e impiega almeno 100mila i lavoratori fissi, ai quali se ne aggiungono altri 50mila nel fine settimana.
Ogni giorno solo in Italia, si legge in una nota di Coldiretti, si sfornano circa 5milioni di pizze nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio, dove si lavorano in termini di ingredienti durante tutto l’anno 200milioni di chili di farina, 225milioni di chili di mozzarella, 30milioni di chili di olio di oliva e 260milioni di chili di salsa di pomodoro.
L’amore per la pizza trova il suo apice negli Stati Uniti che, con 13 chili a testa l’anno, guidano la classifica mondiale. Gli italiani sono invece i primi in Europa con 7,6 chili l’anno seguiti da spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono questa classifica.

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Talent Made in Italy: RAMODESIGN

Esplorare tutte le potenzialità del legno per dare vita a oggetti dal design unico che prendono forma dalla potenzialità dello stesso materiale. Questa la filosofia di RAMODESIGN, ideato da Omar Cosentino, giovane talento che abbiamo incontrato nel suo studio di Via dell’Orso 16 nel cuore di Brera a Milano.

Parlaci della tua formazione

Sono a nato e cresciuto a Milano. Dopo aver studiato come grafico pubblicitario, ho deciso di dedicarmi a materie tecniche, perché la mia passione è sempre stata creare e capire come sono realizzati oggetti meccanici ed elettronici. Dopo aver lavorato per alcuni anni nel settore della meccanica, ho iniziato un nuovo percorso cambiando radicalmente vita, e dedicandomi alla realizzazione di oggetti di arredo con materiali naturali.

Quando hai iniziato a lavorare nell’interior design?

Sicuramente la spinta iniziale è venuta da mia moglie, che mi ha sempre sostenuto e spinto a sperimentare e approfondire la mia passione per l’artigianato. Nel 2015 ho deciso di dare forma alla mia passione, realizzando una serie di oggetti di design unici fatti a mano come tavolini, lampade, quadri, cornici, sculture e altri piccoli accessori in legno.

Come nascono i tuoi lavori? Da dove prendi ispirazione?

Ogni oggetto è realizzato interamente a mano da me. Dopo aver selezionato diversi tipi di legno di recupero, studio e analizzo la forma del materiale da cui nasce l’ispirazione per il design del pezzo. Nascono così lampade fatte da un unico tronco o tavolini, che poggiano su grosse radici nodose; utilizzo resine per incastonare sezioni di rami per creare mosaici di legno che diventano quadri o mattonelle per pavimenti. E’ proprio il legno che mi ispira e dal quale trovo l’idea per ogni mio pezzo di design. Il motivo che mi ha spinto a scegliere il legno naturale come strumento per creare i miei oggetti, è proprio perché il legno stesso racchiude già un’idea di design, che deve essere solo portata alla luce, senza stravolgerne la naturale bellezza.

Le tecniche di lavorazione

Utilizzo diversi tipi di tecniche, a seconda di quello che devo realizzare. Ogni lavorazione è fatta a mano, dall’intarsio alla levigazione del legno alla saldatura delle strutture metalliche. Molto spesso sperimento tecniche nuove per ottenere risultati inediti, soprattutto con le pitture e le resine, con le quali realizzo quadri che abbinano il legno a tecniche pittoriche. L’applicazione del colore su alcuni oggetti viene effettuata facendo colare la pittura, che dona effetti marmorei ottenuti quasi casualmente. Il colore che prediligo utilizzare è il blu in tutte le sue sfumature.

Quali sono i tuoi pezzi più rappresentativi?

Di sicuro un tavolino realizzato con più di mille pezzi tutti tagliati a mano, che compongono un mosaico di cerchi tenuti insieme da una resina trasparente da cui emergono tutte le venature dei venti tipi di legno utilizzati; e anche una lampada scaturita da una enorme radice di faggio capovolta su cui poggia un paralume di carta.

Sogni e progetti per il futuro

Vorrei che questa mia passione mi portasse sempre di più a padroneggiare ogni tecnica di lavorazione del legno e del ferro per realizzare tutti gli oggetti che visualizzo nella mia mente. Condividere le mie creazioni con chi apprezza le lavorazioni artigianali mi spinge a continuare a crescere e a concepire sempre nuovi design.

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Intimissimi Uomo in versione Sport

Intimissimi Uomo continua a raccontare l’universo maschile immerso nella sua quotidianità dove si ama il comfort ma non si rinuncia allo stile. Sacrificio, impegno e determinazione sono i valori insiti nel brand, impersonati dal calciatore Marco Borriello, il surfista Francisco Porcella e l’atleta di sport estremi Niccolò Porcella: il comune denominatore tra questi sportivi è la passione per l’avventura e le emozioni forti. Il mondo Intimissimi Uomo è raccontato attraverso gli store dalle superfici contenute e dagli spazi e arredi funzionali, con materiali naturali ed elementi vintage.
Questa è l’ultima sfida del Gruppo Clazedonia: il nuovo brand di intimo, maglieria, nightwear, calzetteria e beachwear creato esclusivamente per il mondo maschile, per le sue esigenze e caratteristiche.

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Cosa si nasconde nel cassetto dell’intimo di un uomo?

Rafael Nadal x H&M

L’eterna battaglia è da sempre tra slip e boxer. I primi anticamente erano un indumento riservato agli uomini, generalmente di lino e a forma di calzoni lunghi, anche se sembra che addirittura il faraone Tutankhamon avesse nel suo guardaroba un capo intimo di forma triangolare molto simile allo slip moderno. Solo nel XIX secolo gli slip sono diventati di uso generale e sempre più corti, fino a diventare della misura attuale. Preferiti in particolar modo dagli sportivi, sono tuttora i più acquistati dagli uomini, in tutti i tessuti e fantasie, anche quelle più divertenti e sbarazzine.

Dai ring i boxer, la “divisa” tipica dei pugili, sono diventati un indumento intimo, grazie all’azienda statunitense Everlast, che, nel 1925, ha ideato i cosiddetti “boxer trunks”, sostituendo la tipica fascia di cuoio in vita del modello sportivo in un comodo elastico. È solo nel 1975 che i boxer tornano a far parlare di sé, grazie a una pubblicità in bianco e nero ideata dal brand Sears, e considerata scandalosa, perché ritraeva un uomo in boxer di cui sembrava si intravedesse una parte dei suoi genitali. Il vero successo è arrivato negli anni Ottanta, grazie allo spot della Levi’s, in cui l’affascinante e giovane modello inglese Nick Kamen si toglie jeans e t-shirt in lavanderia, restando solo con i suoi boxer.

Da quel momento in poi, i boxer si sono conformati alle diverse tendenze, come quella degli anni Novanta, definita “sagging”, in cui l’intimo diventa il vero protagonista del look, spuntando in modo evidente dai pantaloni a vita bassa. I modelli di allora, chiamati “boxer brief”, erano caratterizzati principalmente da un elastico importante, in cui appariva vistosamente la griffe di turno. Dal 2005, alcuni marchi hanno creato l’hot-boxer, un modello più corto rispetto ai precedenti, che mette in evidenza le natiche lasciandole parzialmente scoperte nella parte inferiore e anche grazie a un elastico cucito internamente.

La scelta del modello più adatto può dipendere dalla propria conformazione fisica e dalle occasioni d’uso. Ad esempio, il cosiddetto boxer short o American boxer, scelto soprattutto dagli americani, è ampio, dotato di una vestibilità morbida e, per questo, può risultare più scomodo da indossare sotto ai pantaloni. Il classico boxer short presenta un’apertura sul davanti, che può essere chiusa con un bottone o una cerniera in metallo. Poi ci sono i gripper boxer con elastico in vita e gli yoke front boxer che, al posto dell’elastico, hanno un cordino regolabile ed erano molto diffusi durante la seconda guerra mondiale. Molto spesso gli American boxer sono indossati da soli, a mo’ di pigiama, come si vede nelle serie tv e film americani.

Un buon compromesso tra gli slip e i boxer short sono i boxer attillati, particolarmente apprezzati dagli uomini che praticano sport, infatti non segnano, neanche quando si indossano con pantaloncini corti, e consentono un’ampia libertà di movimento.

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MILITEM: NUOVO BRAND AUTOMOTIVE

MILITEM è un nuovo brand registrato italiano di auto di lusso, che però lavorA solo su veicoli americani; anche la componentistica è rigorosamente Made in USA. Sinonimo di esclusività e artigianalità, MILITEM crea dei veicoli studiati per migliorare l’esperienza di guida, in maniera affidabile e sicura. Seguendo questi presupposti sono stati creati MILITEM WRANGLER JI, JII e JIII, e il più recente MILITEM RAM 1500 RX.
MILITEM ha inoltre inaugurato presso lo show room di Monza, il primo corner istituzionale del proprio brand. In questo ambiente saranno esposti i modelli della gamma con una particolare attenzione ai fattori legati alla sostenibilità ambientale: MILITEM ha infatti utilizzato materiali riciclabili.

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Il Pop-up store di Ray-Ban a Milano

Apre in piazza San Babila, a Milano, il primo pop-up store italiano di Ray-Ban. Lo store offre un’ampia ed esclusiva offerta di prodotti Ray-Ban e si configura come un luogo in cui il consumatore può entrare in contatto con la storia e il futuro del brand: i modelli Ray-Ban, nella loro continua evoluzione, verranno mostrati periodicamente sulle interfacce interattive dello store. Questa inaugurazione è una nuova importante tappa strategica nel piano di sviluppo del brand e di Luxottica, il gruppo leader nel design, produzione e distribuzione di occhiali di fascia alta, di lusso e sportivi con circa 9.000 negozi in giro per il mondo.

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Cinecult: La ruota delle meraviglie di Woody Allen

Una storia di emozioni e passioni dal sapore nostalgico e dal retrogusto tragicomico ambientata nel parco dei divertimenti e fra le spiagge della Coney Island anni’50 proposta con un’inflessione agrodolce e con grandi personaggi femminili. Nel suo nuovo film ‘La ruota delle meraviglie’ distribuito da Lucky Red e impreziosito dalla vibrante fotografia di Vittorio Storaro, il regista Woody Allen volge lo sguardo al passato, forse a certi miti estetizzanti di Hollywood degli anni d’oro come ad amosfere stile ‘Viale del tramonto’ o ‘Eva contro Eva’ rivissuti in una chiave più ‘terrena’ e meno magniloquente ma non meno intensa emotivamente per raccontare le fragili vite e i destini incrociati di quattro personaggi dalle vite miserande e dai grandi sogni. Questi sono Humpty (in inglese ‘tappetto’ interpretato dal bravissimo Jim Belushi), Ginny, moglie di Humpty (ruolo affidato al premio Oscar Kate Winslet in gran forma), Carolina (la brillante e sensuale Juno Temple resa popolare dalla serie televisiva Vinyl) e il grande sognatore sciupa femmine Mickey (il sex symbol musicale Justin Timberlake). La routine apparentemente tranquilla della vita di coppia di Humpty che beve molto e si divide fra la sua giostra e la pesca, e Ginny che sognava di fare l’attrice e invece lavora come cameriera in una tavola calda afflitta da frequenti cefalee e con un figlio a carico piromane Richie (il piccolo Jack Gore), viene stravolta dalla improvvisa comparsa di Carolina inseguita dagli sgherri dell’ex marito gangster Frankie. Mickey che fa il bagnino sulla spiaggia della pittoresca Coney Island per pagarsi gli studi da scrittore drammatico-sogna di diventare il nuovo Euripide o Eugene O’Neill e con il suo carattere rifà il verso ai seduttori come Clark Gable e Humphrey Bogart-è l’intercapedine amorosa fra Ginny e la figliastra Carolina: la prima, sola e vulnerabile ma ancora voluttuosa nella sua esuberanza valorizzata dalla lingerie d’epoca, rappresenta l’orizzonte realistico della sua vita sentimentale e la seconda, che al contrario di Ginny ha la sua stessa età, incarna il sogno di una vita romanzesca. Ginny, con le sue vicissitudini del turbolento e triste passato-affascinata dal cinema, dal canto e dalla recitazione ha tradito con un attore il primo marito musicista che l’ha abbandonata- è la vera eroina del film, con la sua vita disperata e solitaria e il suo tragico e delirante amore per il giovane Mickey, con il quale vorrebbe evadere dal suo rapporto senza speranza con Humpty. Allen la rappresenta come un personaggio da tragedia greca e insiste sull’incidenza del fato che domina le vite degli esseri umani, un motivo conduttore di molti film del cineasta d’oltreoceano. Il film è divertente e surreale per l’intensità della recitazione dei personaggi travolti e spesso schiavi delle loro passioni, perfino il piccolo Richie che appicca incendi nello studio della sua psichiatra ma non può fare a meno di rubare qualche spicciolo per andare al cinema, passione che condivide con la madre, innamorata delusa e grandiosa nel suo delirio. Notevole il lavoro della talentuosa costumista Suzy Benzinger che ha dovuto reperire migliaia di costumi per le comparse e ha dovuto anche costringere moderni corpi femminili modellati dalla palestra ad adattarsi a costumi e abiti degli anni ’50. Formidabile il luminismo suggestivo di Storaro che dà un tono particolare a ogni scena e ogni ambiente, evocando atmosfere rarefatte e un sensuale romanticismo.

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LE PASSIONI

Rosso e verde ma anche rosa e nero.
Il Natale Jo Malone è crazy and colorful, grazie all’english touch di Jonathan Saunders, il creativo inglese capace di incantare i suoi estimatori per gli abbinamenti cromatici e le suggestioni artistiche.
La più antica tradizione del Natale, vivace e gioioso, si accende di contrasti, ispirazioni giapponesi ed elementi ereditati dal cubismo.
Un’esperienza di sorprese visive tra audacia e luminosità.
Il Christmas Advent Calendar, che nasconde candele, colonie e altri regali, è da condividere in famiglia e scoprire giorno dopo giorno. Gli ultimate Cracker possono essere divertenti cadeaux da destinare agli amici, mentre la Orange Bitters Cologne, un caldo cocktail invernale, e la Green Almond & Redcurrant ceramic candle, sono decisamente da omaggiare agli affetti più cari.
Photo by Mattia Fiore
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Moncler: collaborazioni autunno/inverno 2017/18

Moncler presenta una speciale collezione per la stagione autunno/inverno 2017/18 realizzata in partnership con Kith, lifestyle brand based in New York. La collezione è composta di capi outerwear realizzati in nylon laquè, di t-shirt e felpe in jersey di cotone, e di pantaloni con imbottiture biker: marcia in più contro il freddo! I colori prescelti sono i classici tre della bandiera francese: bianco, rosso e blu, declinati su forme lineari e geometriche.
La collezione, ricca e variegata anche sul fronte footwear è disponibile sui canali retail di Moncler e di Kith.
Moncler e Kith presenteranno anche, in collaborazione con Asics, una linea di sneakers: la KITH X MONCLER X ASICS.

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LEVI’S® TAILOR SHOP

Levi’s® lancia la Print Bar, un nuovo concetto che consente ai consumatori di personalizzare le proprie Levi’s® batwing tee. Ancora oggi quindi si coglie come Levi’s® conservi le sue origini, rimanendo una tela bianca su cui esprimere sé stessi. Levi’s® Print Bar è un servizio che si aggiunge e completa il Levi’s® Tailor Shop. Sono tante le opzioni con cui personalizzare il proprio batwing, dal nome, alle iniziali, ai loghi diversi, agli skyline di alcune città.
In aggiunta alla Levi’s® Print Bar, il brand lancia un nuovo servizio di customizzazione in occasione del 50° anniversario della Trucker Jacket, che permetterà di croppare e aggiungere tessuti con stampe grafiche sul retro della Trucker.

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NATALE IDEALE

Regalare bellezza a Natale è un classico che si ripete ogni anno. Ogni beauty gift, piccolo o grande che sia, è il pensiero perfetto per prendersi cura di chi ci sta vicino, rendendolo felice almeno per un attimo. Ecco i must have per un grooming impeccabile, da regalare o regalarsi per le prossime feste.

Shiseido men holiday kit: Il kit iconico della linea maschile di Shiseido, ottimo per rivitalizzare e combattere i segni dell’invecchiamento comprende la Total revitalizer cream, una crema idratante per rughe e linee sottili; il Cleansing foam; la crema occhi Total revitalizer eye e, infine, il super siero Ultimune power infusing concentrate, il gesto ideale dopo la detergenza e prima della crema idratante.

I cofanetti Nuxe men: il Cofanetto uomo idratazione è un regalo ideale per l’uomo moderno che contiene i prodotti indispensabili della linea Nuxe Men, mentre la variante anti-età è caratterizzata da una selezione di “must have” per pelli mature.

Y, la fragranza dei millenials: Yves Saint Laurent crea un profumo che non si rivolge ad un singolo tipo di uomo, ma a un’intera generazione. Una fougèr bianca e nera, chiara e brillante in testa, ma forte e dark nelle note di cuore.

I Gift pack componibili di DEPOT: I prodotti DEPOT® sono creati su misura per le necessità dell’uomo, riprendono le formule originali dei primi gesti di cura personale maschile, reinterpretate in chiave moderna e sofisticata con tecnologie all’avanguardia. Si possono mixare prodotti Hair and Shave, oppure i classici della rasatura o anche gli specifici per barba e baffi.

WOMO, accessori da dandy:  Il brand dedica agli uomini più esigenti una linea di strumenti indispensabili per la cura della barba. Leggeri e pratici, i prodotti sono realizzati in Italia, in pregiato legno di frassino testa di moro, rifinito a mano e trattato con olio di lino e cera d’api. Spazzola per barba lunga o molto folta e pettine di piccole dimensioni per barba media o lunga.

Limited edition Gillette: Solo a Natale sarà disponibile questa edizione limitata, in partnership con “Justice League”. Presentata in un elegante gift pack, la limited edition offre l’innovativa tecnologia Gillette Fusion ProShield, abbinata alla speciale impugnatura, marchiata con il logo “Justice League”, rendendo questo prodotto premium un vero e proprio oggetto da collezione. Pelle protetta e rasatura impeccabile.

Le Male, eau de toilette: L’iconico profumo di Jean Paul Gaultier in una spiritosa veste natalizia, con il coloratissimo pack a tema snowball. Il mix inimitabile con menta, salvia, fava tonka, legno di sandalo e vaniglia.

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Burberry: una nuova collezione per Kris Wu

Burberry ha rivelato la sua recentissima collaborazione con il musicista, attore e suo ambasciatore, Kris Wu. La collezione verrà lanciata il 16 dicembre e consterà di 19 capi creati e curati dallo stesso Kris e da Christopher Bailey. La collezione è caratterizzata da capi sui quali sono stampati e ricamati i tattoo e i testi delle canzoni del musicista. Le magliette a stampe, sono, come lo stile dell’artista, comode e confortevoli, in una parola, oversized; la collezione include anche una giacca in pelle appositamente pensata per i biker, oltre a un trench e a un monopetto resistenti all’acqua, in un design relaxed-fit. In onore di questa collaborazione, Kris ha realizzato una nuova traccia nella quale condivide l’esperienza che ha vissuto con Burberry.

Link alla nuova traccia di Kris Wu intitolata ‘B.M.’
https://empire.lnk.to/BM  

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Cinecult: l’Insulto di Ziad Doueiri

Un diverbio, un incidente apparentemente banale da cui nasce una controversia che finisce per dividere un intero paese diventando ‘un caso politico’. Può accadere tuttora in Libano anche a distanza di trent’anni dalla fine della guerra civile che ha insanguinato il paese perché il Medio Oriente è ancora una polveriera e la guerra è nella mente e nella coscienza della gente. Come conferma il film ‘L’insulto’ diretto dal talentuoso Ziad Doueiri candidato agli Oscar come miglior film straniero e distribuito da Lucky Red. La trama trae spunto da una lite, un fatto realmente accaduto al regista e co-sceneggiatore del film dove il cristiano libanese Toni proprietario di un’officina (Adel Karam) si scontra verbalmente e fisicamente con un profugo palestinese Yasser (Kamel El Basha) capomastro di un’impresa edile. Volano parole pesanti e il dissidio sfocia in un’aggressione fisica. La vicenda finisce in tribunale e dal primo grado si passa all’appello dove l’avvocato del palestinese dovrà fare i conti con l’accusa rappresentata dal padre dell’avvocato difensore. La stampa segue la vicenda appassionatamente, interviene perfino il presidente del paese per attuare una riconciliazione perché il contenzioso rischia di sobillare le due fazioni che si formano durante il processo, i cristiani libanesi e i profughi palestinesi, riaccendendo ostilità apparentemente sopite. Molto intenso, toccante il dualismo umano di Toni e Yasser che a tratti sembra evocare i duelli dei film western mentre Toni nasconde un segreto, una cicatrice psicologica non ancora rimarginata che lo spinge ad agire e a comportarsi con astio. Il regista ha saputo valorizzare nell’intreccio la posizione mediatrice e tollerante delle donne, specialmente quello della moglie di Toni, Shirine (la bravissima Rita Hayek) che contesta al marito l’orgoglio caparbio che non giova al loro rapporto e soprattutto alle sorti della figlia neonata. Per Toni ricevere le scuse di Yasser per l’insulto e le lesioni subite è per usare le sue stesse parole ‘una questione di verità’. Il regista definisce il suo film, che riteniamo molto riuscito anche artisticamente con gli effetti suggestivi legati al gusto dell’inquadratura, della fotografia e delle luci modulate magistralmente, “una ricerca della dignità. Entrambi i protagonisti sono stati colpiti nell’onore e nella dignità. L’insulto è sicuramente ottimista e umano e mostra il percorso che si può intraprendere per raggiungere la pace”.
Una grande prova cinematografica che è anche una lezione di vita e verità su un mondo a noi vicino che ancora soffre i postumi di traumi irrisolti e di conflitti interiorizzati da chi li ha vissuti sulla propria pelle. Da non perdere.

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L’Inter ha cambiato look. D’Ambrosio: «Siamo un’ottima camicia. Su misura»

Cambiare, con stile. È quello che sta facendo l’Inter, rimodellata dalle idee e dal carattere di Luciano Spalletti. La squadra nerazzurra ha ritrovato il fascino degli anni migliori e, di conseguenza, anche l’entusiasmo dei tifosi, che hanno invaso lo store Brooks Brothers di via San Pietro all’Orto, a Milano, per la presenza di Eder, Joao Mario, Santon e D’Ambrosio, in negozio per autografare gli scatti che li hanno visti modelli per la collezione disegnata da Brooks Brothers per l’Inter. Una linea che unisce il rispetto della tradizione – tanto quella interista, che quella stilistica di Brooks Brothers – e la proiezione al futuro, senza dimenticare l’eleganza: abiti creati in esclusiva in tessuto birdseye, con giacca monopetto tre bottoni, che presenta una particolare coccarda sul revers, abbinata alla classica camicia Oxford bianca, button-down e cravatta blu navy, in pura seta, con logo Brooks Brothers in oro e logo dell’Inter. Le divise realizzate dal più antico marchio sartoriale statunitense sintetizzano il cambio di look e di passo dell’Inter, come ci ha raccontato il laterale difensivo Danilo D’Ambrosio, grande appassionato di moda.
«Mi piace molto vestirmi, cerco sempre di abbinare tutti i dettagli nel miglior modo possibile. Alterno lo stile classico a quello sportivo, dipende molto dalle occasioni». Durante l’intervista Santon, ultimamente schierato sulla corsia opposta dal tecnico di Certaldo, comincia a ridere, incalzato da D’Ambrosio che chiarisce, «Al mio stile posso dare un 10 pieno, lui invece è all’opposto, gli darei 0». Dalle battute a un’attenta analisi del look dei calciatori dello spogliatoio interista, per assegnare lo scettro al compagno con maggior classe nello scegliere l’outfit, «Oltre a me, quello che si veste meglio è Candreva». D’Ambrosio, che organizzò un flash mob a sorpresa in piazza Duomo per chiedere la mano alla sua attuale compagna Enza De Cristofaro madre del piccolo Leonardo, confessa, poi, la sua più grande passione nell’ambito del vestiario, «Assolutamente le scarpe, sono letteralmente una malattia per me. Ogni weekend, dovunque vada, ne porto sempre diverse paia». Dallo stile al campo il passo è breve: quando gli chiediamo quale capo d’abbigliamento sarebbe questa Inter di Spalletti, D’Ambrosio non ha dubbi: «Sicuramente una camicia. Fatta su misura».

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SOTTO LA GIACCA: T-SHIRT O CAMICIA? REGOLE DI STILE E CONSIGLI

Emporio Armani FW 17/18

Non solo camicia: le tendenze della moda uomo vedono sempre più spesso t-shirt, polo o maglie invernali portati sotto alla giacca, con o senza cravatta. Stili per un uomo che ha voglia di rinnovarsi, di trovare nuovi tratti distintivi per esprimere il proprio essere e di ricercare un’individualità attraverso il proprio vestire. Il gioco sta tutto nel rimescolare i capisaldi dell’eleganza.

Ecco, le regole e i consigli da seguire per essere sempre impeccabili sono poche e semplici.

Coloro che hanno una pelle scura o olivastra dovrebbero prediligere i contrasti forti: camicia bianca con giacca nera, blu o rossa. Per chi ha una pelle chiara conviene invece orientarsi verso accostamenti meno decisi, puntando ad esempio su una camicia baby blue abbinata ad una giacca blue navy o magari scegliendo tra le gradazioni del marrone, sempre presenti sulle passerelle.

La camicia con il collo alla coreana è un capo da tenere sempre in considerazione, che non può mancare in alcun armadio. È una camicia giovanile che, indossata sotto all’abito, permette di essere elegante pur non prevedendo la cravatta, magari in Jersey o in Filo di Scozia. Ultimamente se ne trova anche una versione più fresca a girocollo, come fossero delle t-shirt, riprendendo le camicie da baseball americano.

La camicia che si va ad indossare sotto deve essere o in linea con lo stile elegante della giacca o più casual di quest’ultima, privilegiando una vestibilità slim fit che permette di avere una linea pulita sia nel caso in cui la si indossi fuori sia nel caso la si porti dentro il pantalone, scegliendo ovviamente una bella cintura che stia bene con il carattere dell’abito.

Altra regola da non dimenticare è che il polsino della camicia deve rigorosamente sporgere dalla giacca di circa 1 cm, così come il colletto dovrà seguire lo stesso principio in corrispondenza del collo della giacca, facendo attenzione che aderiscano bene tra di loro.

Nel caso si scelga di indossare una t-shirt, è meglio che abbia il bordo in Jersey, in quanto risulta più elegante, e che sia priva di taschino. Bianca o nera, bordeaux o baby blue, a fantasia. La t-shirt è accettata in ogni variante, a patto che l’evento in cui la si indossi non sia una cerimonia e che si rispetti l’abbinamento di colori. Nonostante le ultime tendenza vedano anche una t-shirt scollata sotto alla giacca, è preferibile indossarne una accollatissima.

Indossando una giacca in tweed si può scegliere la t-shirt o la camicia da indossarvi sotto in due modi: prediligendo il colore dominante della giacca, ad esempio indossando una t-shirt color zucca sotto una giacca a base marrone, o rompendo completamente gli schemi di colore per sdrammatizzarne la serietà, ad esempio con una t-shirt giallo neon.

Per quanto riguarda le fantasie, più che una regola è un consiglio: sbizzarrirsi. Che si tratti di una t-shirt o di una camicia, le si può scegliere in tinta o in contrasto con la giacca, o sovrapponendone di diverse. Polca dot su righe, tropical su mini cravatteria, quadri più grandi su più piccoli, e così via.

Con l’avvento della stagione invernale, si può sostituire alla t-shirt un maglione, sia esso dolcevita, a girocollo o con scollo a V, tenendo conto delle regole valide per gli altri capi. Un’ottima soluzione per risultare eleganti e cool senza soffrire il freddo.

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#ABSOLUTNIGHT MILANO: LA MIGLIORE MUSICA ELETTRONICA PER GLI EDIFICI DIMENTICATI DI FORGOTTEN

Che il fine ultimo fosse devolvere parte del ricavato a FORGOTTEN, il progetto di riqualificazione di edifici “dimenticati” nato nel 2015 dall’esigenza di valorizzare il patrimonio architettonico contemporaneo di Roma attraverso l’arte di talenti internazionali, lo si capisce dalla scelta della location della tappa meneghina di #AbsolutNight, il tour di ABSOLUT vodka e CLUB TO CLUB che, venerdì 24 novembre, ha portato sul ring i campioni della musica new-wave italiana, Simone Trabucchi/STILL e Alessio Natalizia/NOT WAVING, che con le loro frequenze sonore ed eclettiche vibrazioni hanno fatto ballare fino all’alba gli instancabili avventori della notte, in un’atmosfera a cavallo tra presente e passato. Che La prima regola nella boxe: “è vietato voltare la schiena all’avversario, mentre l’altro cerca di colpire con i pugni senza essere a sua volta colpito”, lo si doveva ripetere spesso negli anni ’50, a Milano, al Teatro Principe, una delle più grandi palestre di boxe, quando i pugili, con i loro incontri, facevano vivere al pubblico le emozioni di una serata speciale e di un evento fuori dal comune. Caratteristiche rimaste intatte per la tappa meneghina. Per l’occasione ha debuttato la nuova limited edition ‘Absolut Uncover’, con una cover blu notte che è un cielo stellato da strappare, per svelare la bottiglia costellata da mille bagliori iridescenti e un divertissement artistico, che ci ricorda la libertà di potere amare chiunque vogliamo. Cocktail d’autore, luci rosse al neon e video-installazioni interattive in leap motion, circondati dai filmati delle vecchie glorie della box e da un pubblico consapevole di trovarsi in una serata unica come poche. Noi abbiamo passato la notte ad ammirare la bellezza del luogo, le balconate su tre livelli che si svelavano a tratti nella semi oscurità, immersi nell’elettronica migliore e siamo andati avanti fino a che la pioggia – che ci aspettava all’uscita – non ci ha decretato vincitori.

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LA PROFUMERIA FRANCESE DEL FUTURO

Dal numero 4 di Rue de Castiglione, a Parigi, al mondo intero. Jovoy Parfumeur è un atelier di selezionati e prestigiosi profumi di nicchia, situato nell’arrondissement parigino delle fragranze, che dal 2006 ha aggiunto anche una linea di profumi scaturita dai ricordi di François Hénin e realizzata da nasi dalla vivace creatività. La Maison è nata nel 1923 grazie al guizzo artistico di Blanche Arvoy, che ha vissuto il suo momento d’oro negli Anni Ruggenti, quando i bons vivants della mondanità parigina acquistavano le spettacolari boccette di profumo Jovoy. Ora, grazie all’esperienza internazionale di Hénin, Jovoy consegna a livello mondiale una collezione di Eau de Parfum, Extrait e candele, ognuno con una sua storia. Ne abbiamo scoperta qualcuna proprio parlando con Hénin, ideatore e proprietario del marchio francese.

Qual è stato il suo percorso verso la profumeria francese?
In origine niente mi predestinava alla profumeria, ma è stato il caso della vita che mi ha portato a soccombere a ciò che definisco un “dolce virus”. Cresciuto in una famiglia classica, da un padre finanziere e una madre universitaria, non credo di avere mai avuto degli antenati nel campo della profumeria. Si può dire che sia una sorta di rarità nella mia famiglia. Tutto è cambiato con un viaggio in Vietnam. A 20 anni, diplomato alla scuola di commercio, sono partito all’avventura verso Saigon per confrontarmi con il mondo, scoprire e vivere prima di ritrovarmi intrappolato in un qualunque servizio di marketing, che immaginavo come una torre senza anima. Prevedevo di restare per qualche mese e invece sono rimasto degli anni in questo Paese, che ho amato con la passione della giovinezza, inebriato dall’energia che vi regnava, in totale opposizione al grigiore e alla noia parigina. Ho concluso il mio soggiorno montando uno stabilimento per la distillazione degli oli essenziali per la profumeria, alla frontiera cinese. La conseguenza è pressoché logica, un soggiorno di quattro anni a Grasse, la capitale dei profumi, per conto di una società che si occupava di creare degli aromi e delle fragranze. Ho rilanciato Jovoy nel 2006, ho aperto una boutique, poi due e adesso niente sembra poter fermare Jovoy, che si è imposto come un punto di riferimento nella profumeria di nicchia, al tempo stesso come profumiere e come profumeria.

Qual è il suo ruolo da Jovoy riguardo alla creazione di profumi?
I miei profumi sono altrettanti pezzi del puzzle che mi costituiscono. Ciascuna fragranza testimonia un bell’incontro, un ricordo, una storia intima. Scrivo lo spartito come un direttore artistico, ma è un “naso”, spesso indipendente e spesso femminile, che traduce in profumo le mie idee, i miei concetti e altri ricordi.

Come si possono definire i suoi profumi?
Jovoy è una casa profumiera parigina, inserita nella pura tradizione francese. Anche se è stato fondato durante gli anni folli, i miei profumi sono concepiti per i miei contemporanei e non coltivo la nostalgia del primo periodo. È quindi una collezione di fragranze moderne, senza limiti nella scelta degli ingredienti più nobili e rari. Una profumeria opulenta e sconvolgente, fatta per anime solari, seduttrici e alla ricerca di un’essenza unica, distillata in quantità ridotta rispetto ai giganti che inondano di profumo gli scaffali dei supermercati.

Cosa rende Jovoy diverso da una profumeria tradizionale?
È al tempo stesso una marca e una catena di profumerie, interamente dedicate ai profumi rari. Parigi, Londra, Doha e la settimana scorsa Dubai, per esempio, hanno tutte una profumeria Jovoy, che offre una selezione massima di un centinaio di marchi. I profumi sono proiettati verso l’avvenire, rispettando al contempo la tradizione parigina; le profumerie offrono un’esperienza unica per coloro, sia donne sia uomini, che cercano un’essenza rara di marche provenienti da tutto il mondo, compresa l’Italia e che condividono i nostri valori.

Qual è la storia più divertente associata a uno dei vostri profumi?
Direi un ricordo affettuoso della foto scattata per il profumo L’art de la Guerre. È stata scattata nella mia vecchia casa, con tutta una squadra che ha coinvolto Catherine, Olga e Christian, tre dei miei cinque figli. Non è affatto facile scattare delle foto con dei bambini piccoli, immaginatevi con i miei! Ci resta un ricordo di famiglia. È importante per me, perché apriamo molte profumerie e, con i miei due marchi, Jovoy e più recentemente Jeroboam, ho sempre meno tempo da trascorrere in famiglia.

Quali sono le tendenze per il prossimo anno?
Aspettatevi uno tsunami di note golose in generale. Il 2018 sarà un anno positivo e dinamico, spero, con un ritorno a uno spirito più festivo. Penso che la seduzione sarà più che mai all’ordine del giorno. Scommetto anche che le note marine saranno oggetto di un ritorno roboante, specialmente per gli uomini. D’altro canto, lavoro a una fantasia, rivisitare gli unisex degli anni ‘90/2000, per rivelare un nobile e irresistibile profumo marino. Abbiamo molto da fare!

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Jil Sander in mostra a Francoforte con “Present Tense”

Dal 4 novembre 2017 al 6 maggio 2018 il Museum Angewandte Kunst di Francoforte, accoglie la mostra “Jil Sander: Present Tense”, la prima mostra indipendente di una delle fashion designer più influenti della sua generazione, Jil Sander. L’esibizione segue un itinerario: tramite installazioni multimediali, fotografie, abiti e oggetti la designer mette in scena il suo approccio estetico e il suo stile. Bonaveri affianca Jil in qualità di partner della mostra e ha selezionato per l’occasione dei busti uomo e donna su misura. Tessuti, finiture e le composizioni degli elementi sono stati poi discussi direttamente con la stilista. Curata da Matthias Wagner K in stretta collaborazione con Jil Sander, la mostra è suddivisa in sezioni tematiche: pista, backstage, studio, linee di abbigliamento, accessori, cosmetici, fotografia di moda e campagne pubblicitarie, moda e arte, architettura e arte del giardino.

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CAPSULE COLLECTION BY EASTPAK AND MAISON KITSUNé

In campo di collaborazioni tra brand va sicuramente ricordata quella tra Eastpak e Maison Kitsuné. Il primo brand, famoso in principio come produttore di sacche e borse militari per l’esercito americano, oggi abbraccia un pubblico anche e soprattutto urbano. Il secondo è rinomato per il felice connubio che opera tra stile francese e giapponese e tra due interessi stilisticamente connessi, la musica e la moda.
Per questa collaborazione Maison Kitsuné ha reinterpretato cinque must-have Eastpak dandogli un tocco chic senza togliere nulla al classico look sportivo del brand americano. La capsule collection che ne deriva è caratterizzata dall’iconica grafica “Camo Fox” di Maison Kitsuné e si distingue per i suoi manici rossi e per il logo bianco.

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AMERICAN VINTAGE: COLLEZIONE HOMEWEAR FW17/18

American Vintage, brand francese di abbigliamento, firma una speciale homewear collection, per lei e per lui, che unisce l’underwear all’homestyle. Questo felice connubio ha come risultato un effetto cocooning, caldo avvolgente e accogliente, l’effetto che solo le mura di casa, rifugio dal mondo, possono dare.
I materiali prescelti per tutti gli articoli, culotte, body, felpe, sono i più nobili e naturali: jersey di lana a coste e cotone per gli interni amplificano la sensazione di comfort e avvolgono in un caldo abbraccio come fossero una seconda pelle.
È una collezione intima e intimista curata scrupolosamente nei dettagli e dai colori soft; bianco, beige, gris chin e carbone sono i più utilizzati.

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FGTR EVO LIMITED EDITION

MOMODESIGN presenta FGTR EVO LIMITED EDITION, un casco da collezione di cui sono disponibili solo 2.000 esemplari. Il FGTR EVO LIMITED EDITION, dal design già visto nel primo casco FGTR, si rinnova nell’estetica con un logo multicolor, un paranuca di pelle colore rosso e il visierino solare iridium giallo. A rendere ancora più rilevante l’esclusività di questa limited edition, è cucita a mano all’interno del casco la scritta “limited edition con numero progressivo”.
Il casco è artigianale ma al tempo stesso realizzato industrialmente con prodotti che garantiscono la massima qualità.

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