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Photographer: Lucie Hugary
Stylist: Nicholas Galletti
Groomer: Richard Blandel @ B Agency
Model: Etienne Robert @ Elite Paris

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Cinecult: Loro 1 e Loro 2 di Paolo Sorrentino

Ambizioso e impavido il regista e fine cineasta napoletano Paolo Sorrentino si cimenta stavolta nell’impresa ardua di raccontare attraverso fatti di finzione, più o meno reali o verosimili, un personaggio complesso e pregnante come Silvio Berlusconi. Secondo il regista che ha diviso il film in due capitoli il primo più allegorico e leggero, il secondo più intimo e politico pregnante Berlusconi lo è, anche se non ha usato questo termine per definirlo, in quanto somiglia al torero di Hemingway che compare in ‘Fiesta’. E come il torero plaudito dalla sua corte multiforme non ha paura di affrontare l’arena dell’opinione pubblica fra consensi e dissensi altalenanti e il giudizio castrante seppur legittimo della magistratura e di un establishment di sinistra poco incline alle sue serenate.

La cinematografia surreale e visionaria si riverbera nell’estetica magniloquente firmata da Paolo Sorrentino, che potrebbe essere anche il David LaChapelle del cinema internazionale soprattutto in questi due film, ‘Loro 1’ e ‘Loro2’, distribuiti per l’Italia dalla Universal Pictures. Due capitoli di un’unica saga grottesca quanto tragica, comica quanto pensosa e carica di pathos. Entrambi i capitoli iniziano in Sardegna e sviluppano i fatti che si sono svolti in Italia fra il 2006 e il 2010 con un Berlusconi intento nella seconda parte ‘Loro 2’ a convincere i famigerati sei senatori a passare dalla sua parte per conquistare l’ambita maggioranza.

Se il primo film racconta l’ascesa di Berlusconi e con lui di alcuni personaggi si potrebbe supporre Sandro Bondi, Daniela Santanché e il ‘talent scout’ Giampaolo Tarantini (ma sono solo supposizioni) con forse Stefano Ricucci e Francesca Pascale e sicuramente Noemi Letizia, nel secondo capitolo arriva il dramma, lo scontro e la separazione fra il re del Bunga Bunga e il corifeo delle olgettine da un lato ovvero Silvio Berlusconi spudorato e gaudente impersonato da un sempre sublime Toni Servillo e dall’altra una eloquente Elena Sofia Ricci che, interpreta Veronica Lario e durante la discussione clou del secondo film svela la vera natura di Berlusconi: “Sei rimasto il solito piazzista”. Ma se il film in 2 atti che non punta un dito accusatorio in modo netto-almeno non è l’intento dichiarato del regista-su Berlusconi sottolinea una cosa è che la per così dire la ‘forza’ e la‘grande risorsa’ del leader di centro destra, la sua abilità di venditore di cui dà un saggio efficace proprio all’inizio di ‘Loro 2’.

Fra feste, bambole, menestrelli, sprazzi di saggezza politica e non e il grande silenzio della magione in Sardegna che avvolge tutto, presidiata da un personaggio enigmatico interpretato da Dario Cantarelli c’è un bello spazio per far venire in superficie le verità, le emozioni, i sentimenti che definiscono l’anima di Silvio Berlusconi. Sullo sfondo accanto alla poetica fotografia di Luca Bigazzi che tutto scolpisce, un cast d’eccezione, composto fra gli altri da Ugo Pagliai Anna Bonaiuto, da Fabrizio Bentivoglio e Riccardo Scamarcio, da Kasia Smutniak e Roberto Herlitzka.

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SPRING SUGGESTIONS OF STYLE

I nostri nuovi suggerimenti di stile per la stagione calda. All’insegna del tempo libero.

Think pink! Anche con un look sportivo un tocco di rosa illumina la primavera e l’estate!

Un’idea da copiare: mescolare righe e micropattern, così come diversi toni del blu!

La borsa perfetta per l’estate: maxi! Per accompagnarvi nelle tante avventure che vi attendono: dal mare alla montagna.

Dare to mix and match! Mondi e colori diversi possono trovare twist inaspettati nel vostro guardaroba.

Altro colore vincente di questa stagione calda: orange is the new black!

Siate spiritosi sempre, anche nel look: è il passe-partout per una estate spensierata.

Photographer: Alisson Marks
Stylist:: 3
Stylist assistant: Cristina Florence Galati and Emanuela Cinti
Grooming: Gianluca Casu
Model: Matteo Festuccia

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A Torino il drink è servito

A Torino il prossimo sarà un week end ad alto tasso alcolico. Infatti al Museo Nazionale del Risorgimento italiano si terrà To Drink, la prima manifestazione organizzata dall’associazione Spiriti Indipendenti e dalla scuola di formazione professionale di EvHo, dedicata al bere di qualità. Al salone torinese le più grandi aziende internazionali di beverage porteranno in degustazione i loro prodotti, per mostrare i nuovi trend della mixology, della distillazione, della liquoristica, della produzione birraia artigianale e della viticoltura italiana e internazionale.

Oltre ai grandi marchi internazionali saranno a Torino anche le piccole produzioni provenienti da tutta Italia, che organizzeranno degustazioni esclusive di spirits in purezza e miscelati. Attenzione particolare verrà riservata naturalmente al Vermouth, storica eccellenza del capoluogo piemontese.

To Drink ospiterà anche i vini della provincia di Torino, l’eccellenza vitivinicola torinese proposta in degustazione oppure miscelata da grandi bartender. Il tour di degustazione comprende anche un’area dedicata alla produzione di birra artigianale dove il pubblico potrà assaggiare le eccellenze di alcuni tra i migliori mastri birrai italiani.
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DA MILANO A ROMA: 5 MOSTRE FOTOGRAFICHE DA NON PERDERE

Una stagione intensa per gli appuntamenti sparsi in Italia, da Milano a Torino, passando per Roma, con la fotografia contemporanea, che esplora tematiche diverse.  Vi proponiamo una selezione, in giro per l’Italia, di cinque mostre fotografiche assolutamente da non perdere.

A Milano, domenica 20 maggio e fino al 10 giugno, debutta Christian Boaro con la mostra “The Naked Truth”, allestita negli spazi del PlasMA, la galleria d’arte del Plastic – storico club milanese – inaugurata nel 2014. Una selezione di Polaroid scelte tra gli scatti di oltre dieci anni, che indagano le unicità, le imperfezioni fisiche e le fragilità dei soggetti – presi dalla strada, dai social, dai club e dagli incontri di lavoro – che hanno acconsentito a mettersi a nudo davanti alla camera. Non solo fisicamente, perché la bravura di Boaro sta nel farsi specchio e catturare, con uno sguardo quasi documentarista, l’intima essenza d’ognuno: un’incrinatura nello sguardo, un braccio lasciato cadere a coprirsi. Un’eterogeneità di forme, sessi e sessualità, giovani e meno giovani, che nel proprio insieme aspira, idealmente, a rappresentare il mondo.
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Il Museo Ettore Fico di Torino, in collaborazione con Fundacion Mapfre di Madrid, organizza fino al 29 giugno una vasta retrospettiva su Duane Michals, uno dei fotografi contemporanei che ha rinnovato il linguaggio fotografico con maggiore intensità, in bilico tra poesia e fotografia. Michals interpreta quest’ultima non come strumento di memoria visiva, ma come mezzo per la ricerca di ciò che non può essere visto, che rimane nascosto e lo fa introducendo la tecnica della sequenza per raccontare storie immaginarie e iniziando a disegnare a mano, sulla superficie delle sue copie, brevi testi che fungono da contrappunto o integrazione alle immagini. Come lui dice: «Non mi interessa la stampa perfetta. Mi interessa un’idea perfetta. Idee perfette sopravvivono a stampe scadenti e a riproduzioni economiche. Possono cambiare le nostre vite». Non importa quale sia il mezzo, ciò che conta per lui è non ripetere mai se stesso, inventare nuovi modi di comunicare con il resto del mondo, raggiungere il profondo dell’essere o ridere di se stessi.

Ancora per pochi giorni, fino al 27 maggio, l’incantevole Palazzo Pallavicini di Bologna presenta Vivian Maier, una delle fotografe più apprezzate di questo secolo sulla base delle foto dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greendberg Gallery di New York. Il lavoro della Maier, rimasto nell’ombra fino al 2007, è venuto alla luce dopo che John Maloof, figlio di un rigattiere, acquistò un box a un’asta, da cui emersero effetti personali femminili e una cassa contenente centinaia di negativi e rullini, tutti ancora da sviluppare. L’originalità di Vivian Maier si esprime nel catturare particolari e dettagli evocativi della quotidianità raccontando così la strada, le persone, gli oggetti e i paesaggi e nell’ossessione per la propria figura, imprimendo la sua ombra, il suo riflesso, la sua silhouette nello scatto. La mostra, divisa per sezioni (infanzia, autoritratti, ritratti, vita di strada, forme e colore), contiene 120 fotografie in bianco e nero, di cui 10 in grande formato, 90 di formato medio più una meravigliosa sezione di 20 foto a colori relativa alla produzione degli anni Settanta dell’artista.

Di nuovo a Milano, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini presenta, fino al 22 luglio, L’ITALIA DI MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, una raccolta di 150 immagini di venti tra i più importanti maestri della fotografia del XX secolo. L’esposizione, curata dal direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, Walter Guadagnini, con il patrocinio del Comune di Milano e il sostegno di Rinascente, celebra i settant’anni di Magnum Photos, una delle più importanti agenzie fotografiche del mondo fondata da Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert. Organizzata per decenni, la mostra racconta cronaca, la storia e il costume del nostro Paese dal dopoguerra a oggi: il funerale di Palmiro Togliatti, l’affermazione in Italia nel turismo di massa e le discoteche romagnole degli anni Novanta, per citare alcuni esempi. Un affascinante intreccio di fotografie celebri e di altre meno note, di luoghi conosciuti in tutto il mondo e di semplici cittadini, protagonisti delle vicende sociali, politiche e culturali italiane, che si fa tentativo di rileggere il passato e il presente per cercare di interpretare la complessa fisionomia della contemporaneità.

Per festeggiare il 50° anniversario del 1968, il Museo di Roma in Trastevere ospiterà fino al 2 settembre la mostra fotografica e multimediale “Dreamers 1968. Come eravamo, come saremo” ricostruita, grazie agli archivi storici di quell’anno da AGI Agenzia Italia, che ha recuperato il patrimonio di tutte le storiche agenzie italiane e internazionali. Non solo occupazioni e studenti, ma anche e soprattutto la dolce vita, la vittoria dei campionati europei di calcio e le altre imprese sportive, il cinema, la vita quotidiana, la musica, la tecnologia e la moda. Come scrive Riccardo Luna, curatore insieme a Marco Pratellesi, sul catalogo della mostra: «Questa non è una mostra sul passato ma sul futuro. Sul futuro che sognava l’ultima generazione che non ha avuto paura di cambiare tutto per rendere il mondo migliore […] quello che ci ha colpito sono gli sguardi dei protagonisti, l’energia dei loro gesti, le parole nuove che usavano». Oltre all’esposizione sarà organizzato un ciclo di eventi e incontri estivi, che si svolgeranno nel Chiostro del Museo, dedicati ai principali momenti musicali, sportivi, politici, culturali e cinematografici che hanno caratterizzato l’Italia nel 1968.
DREAMERS 1968 - ADRIANO MORDENTI - IL TERREMOTO DEL BELICE, MACERIE DELLE CASE DISTRUTTE

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Joaquín Sorolla: un pittore fra moda e dipinti

Quando nasci in una famiglia di commercianti di abiti e hai la vena artistica ti si presenta un bivio: o disegni abiti o dipingi personaggi ben agghindati. Joaquín Sorolla, pittore impressionista spagnolo, ha scelto la seconda opzione e ha rappresentato nelle sue opere il meglio delle tendenze degli anni a cavallo fra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Il suo amore viscerale per la moda unito alle sue conoscenze tecniche hanno fatto sì che i suoi dipinti siano una sorta di catalogo di vestiti, gioielli e accessori.

Il pittore però non si è limitato a dipingere le tendenze del suo periodo, ma le ha riportate anche attraverso fotografie, schizzi e lettere, che sono pieni di riferimenti a diversi aspetti del vestire. A sottolineare questa capacità del pittore valenciano di rappresentare gli abiti e gli accessori del suo tempo con una precisione maniacale c’è la mostra “Sorolla e la moda” che si chiuderà il 27 maggio nelle due sedi madrilene che la ospitano: il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza e il Museo Sorolla. Per realizzare questa esposizione, curata da Eloy Martínez de la Pera, i due musei hanno riunito oltre 70 opere provenienti da musei e collezioni private nazionali e internazionali, alcune delle quali esposte per la prima volta al pubblico, insieme a una selezione di accessori e vestiti dell’epoca.
Così accanto al dipinto “Clotilde con traje nero” in cui la moglie-musa Clotilde è ritratta abbigliata con un abito nero, c’è il manichino con indosso un abito nero in cotone e taffetà proveniente dal Metropolitan Museum of Art  di New York.

Attento alle novità in ogni particolare della vita della borghesia della sua epoca, Sorolla non poteva non dedicare alcune delle sue opere alla vita da spiaggia. Infatti fu proprio nella seconda metà del XIX secolo che vennero scoperte le virtù benefiche dei bagni di mare. Molti dipinti hanno come sfondo le spiagge di Zarauz, Santander, San Sebastián, della Costa Brava come “Clotilde en la playa” che è accostato a un abito bianco in pizzo e cotone proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra, o “Sobre la arena” che è abbinato a un long dress di Paul Poiret in garza di seta e tulle di cotone.

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Una mostra d’archivio per celebrare i 50 anni di Ermenegildo Zegna nel prêt-à-porter

Uomini all’Italiana 1968. La confezione Zegna: dalla sartoria all’Industria è il titolo dell’esposizione ospitata dal 6 maggio al 28 ottobre 2018 a Casa Zegna a Trivero (Biella), dove ha sede lo storico lanificio del Gruppo, aperto da Angelo Zegna nel 1910. Con questa mostra d’archivio, la rinomata Casa di Moda italiana celebra il cinquantesimo anniversario del suo ingresso nel settore Ready-to-wear, onorando una storia che da sempre è volta ad anticipare e a cogliere profondamente l’identità maschile in perenne cambiamento. Il pubblico è immerso in fotografie, materiali d’epoca e capi d’abbigliamento vintage che raccontano il percorso del marchio dalla commercializzazione artigianale alla maestria sartoriale, che lo hanno eletto uno dei maggiori brand maschili di lifestyle di lusso a livello internazionale. Gli abiti storici del marchio, creati tra il 1968 e il 1970, sono indossati dai busti Bonaveri, divenuti ormai sinonimo di manichino nell’ambito della moda haute de gamme a livello mondiale. È stato proprio intorno al 1968 che i fratelli Angelo e Aldo, figli di Ermenegildo Zegna, hanno sentito l’esigenza di avvicinarsi al ready-to-wear, modernizzando la loro offerta, senza mai rinunciare all’eccellenza. L’esposizione ripercorre l’inizio di questo percorso, fino a esplorare il concetto di Italian Lifestyle, ricercato in tutto il mondo.

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Insta Grammar Cars: quando le foto di Instagram diventano un libro

@camdenthraser, courtesy of Lannoo Publishers

Nel periodo di maggior successo di Instagram, la casa editrice belga Lannoo Publishers ha deciso di raccogliere in una serie di libri il meglio dei post del social network del momento, in modo da non perdere ciò che di più bello l’applicazione ha da offrire. Automobili e tecnologia sono i protagonisti di Insta Grammar Cars, e la ragione è chiara: le automobili classiche e vintage costituiscono la nuova moda del momento, catturata da fotografi amatoriali che, con la loro creatività, possono fornire un’interessante punto di vista ed essere d’ispirazione per i più appassionati. In questa raccolta si possono scoprire ritratti di macchine meravigliose delle più grandi case automobilistiche, alternati da frasi ispirazionali. Si tratta di auto del calibro di Porsche, Lamborghini, Cadillac, Jaguar e tante altre, a cui si accompagnano quote di persone influenti, come Henry Ford, il principe Filippo, Francoise Sagan e Alexandra Paul.

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L’HOMME JACQUEMUS, A GIUGNO IL VIA UFFICIALE

Piccoli indizi rilasciati dall’inizio dell’anno, ma la notizia è qui: Jacquemus si appresta a lanciare una collezione di menswear.

Simone Porte Jacquemus è il re degli hints e del non detto, per settimane con l’hashtag #newjob ha tenuto il mondo della moda sospeso, tra curiosità ed eccitazione. Rumors e speculazioni non si sono fatte attendere, tra chi lo vedeva da Cèline e chi lo sapeva già da versace. Lo scorso febbraio, alla fine del suo show, eccolo uscire a ringraziare il pubblico con una felpa che dice “#newjob L’Homme Jacquemus”.
Il beniamino della moda francese contemporanea, ha lanciato la sua prima collezione nel 2009 a soli 19 anni, aggiudicandosi il prestigioso LVMH Prix nel 2015. Uno stile classico, quello della donna Jacquemus, che rielabora i concetti semplici dell’estetica francese – righe, chemisier, blazers – in un’ottica che si muove tra commerciale e concettuale. Decostruttivismo e poetica.

La notizia ufficiale, di una linea maschile, è però arrivata pochi giorni fa attraverso il suo account Instagram, una foto da lui scattata del rugbista francese Yoann Maestri. La collezione verrà presentata durante la settimana della moda parigina, il 25 giugno prossimo in Costa Azzurra.

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Una nuova avventura per il designer naive, che si lancia una sfida: creare e imparare qualcosa di nuovo, sulla base dell’avventura che è stata la moda donna, alla scoperta di sé stesso e di quello che sarà l’Homme Jacquemus.

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FRAGRANZE MEDITERRANEE

È un dato di fatto, baie e calette italiane sono tra le più belle del mondo, così il mediterraneo diventa una fonte inesauribile d’ispirazione. Ogni terra che si affaccia sul mare porta con sé aromi particolari, legati alle tradizioni e alla flora del luogo. Perché non ritrovare questi profumi anche nelle fragranze che ci accompagneranno questa stagione? Eccovi alcuni suggerimenti dal cuore meditarraneo da scoprire:

Acqua di Parma, Chinotto di Liguria

L’ingrediente principale di questa fragranza ha leggendarie origini orientali, ma è italiano da secoli, anzi ligure. Amaro e dolce al tempo stesso, è il centro di delizie di pasticceria e irresistibili bevande amaricanti. Chinotto di Liguria è il respiro della natura ligure che cresce rigogliosa sulle rocce a picco sul mare. Il cuore della fragranza fiorisce di gelsomino e geranio, rinfrescandosi con le note dinamiche e vibranti del cardamomo e rosmarino. Nel fondo sopraggiungono il silenzio e la pace del patchouli e del muschio.

Hermes, Un Jardine en mediterranee

Il primo Parfum-Jardin Hermès creato nel 2003, in sintonia con il tema dell’anno: il Mediterraneo. Un viaggio emozionale, una passeggiata olfattiva in un giardino in riva al mare, traboccante di alberi e di fiori, pieno d’ombra e di luce, di mormorii e di silenzi, di emozione e di pace. L’alchimia della creazione ne fa un luogo immaginario accessibile a tutti tramite la magia del profumo. Con la sua fragranza legnosa, verde, fruttata, è un mosaico di sensazioni olfattive, visive e tattili.

Chanel, Eau de Cologne

Appartiene alla collezione Les Exclusifs che racconta una storia di fragranze che parlano tutte il linguaggio di Chanel. Questo significato singolare e universale fonde, come nessun altro, il passato, il presente e il futuro.  Notiamo subito Esperidi e il neroli che per tradizione rappresentano la colonia, ma la qualità è così rara e i composti sono così finemente assemblati da farle perdere un po’ della sua modestia. Più fine, più nervosa, ha già un tono fiorito e leggero. Ma sempre generosa, regala grandi spruzzi di innocente voluttà.

Dolce&Gabbana, Velvet Cypress

Una fragranza legnosa, agrumata e fresca ispirata al cipresso italiano dei paesaggi mediterranei. La dose vigorosa di cipresso riflette la sua sfaccettatura frizzante in un’elegante essenza legnosa agrumata fresca. Il cipresso italiano è uno dei tratti più iconici dei giardini mediterranei. A chiudere l’eleganza del legno di Cedro per un omaggio alla campagna italiana di fine estate.
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Tom Ford, Neroli Portofino

È la rivisitazione di un’Eau de Cologne classica ispirata alle acque azzurre e splendenti, alla freschezza della brezza marina e alla verde della vegetazione che fa da cornice alla Riviera italiana. L’esordio è di olii agrumati come il neroli tunisino, limone siciliano, mandarino invernale siciliano e bergamotto. Lavanda, fiore d’arancio, rosmarino e ambra conferiscono alla fragranza la ricca complessità che la contraddistingue creando un effetto che non può passare inosservato.

Kilian, Intoxicated e Vodka on the rocks

Appartengono alla collezione Addictive State of Mind e sono l’ideale per accompagnare con un tocco lussuoso e irriverente le serate estive. Del resto, questi profumi accattivanti con ingredienti e oli squisiti non possono che suscitare pensieri pericolosi. Come la miscela afrodisiaca di Intoxicated con vaniglia, geranio e bergamotto, oppure Vodka on the rocks con la suggestione orientale del cardamomo e del coriandolo uniti a rosa e mughetto.

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Corse spaziali: La nuova Adidas Solarboost

Si è chiusa lo scorso weekend la due giorni di Adidas dedicata al lancio delle nuove SOLARBoost running. Sabato 19 Parco Sempione e l’arco della Pace hanno visto protagoniste una serie di attività sportive e all’insegna del divertimento mentre Domenica 20 i più temerari hanno corso la Polimi Run, una corsa di 10 km che si sviluppa in un percorso tra le due sedi del Politecnico di Milano.

Noi c’eravamo, e abbiamo provato le nuove SolarBoost insieme a Saverio Ricciuti, personal trainer e strenght coach di Adidas Runners. Saverio, con i suoi programmi di allenamento ha accompagnato i corridori per tutta la settimana con delle sessioni serali di workout all’interno del parco, testando poi i risultati durante il weekend di sport.

Protagonista indiscussa di tutta la settimana è stata proprio la nuova scarpa, ispirata alle scoperte ingegneristiche della NASA e costruita all’insegna della funzionalità. L’elemento di spicco è la Tailored Fibre Placement, una tecnologia pionieristica che permette di disporre in maniera mirata le fibre composte da materiale Parley (un materiale innovativo ottenuto da rifiuti riciclati, che vengono recuperati prima che possano raggiungere gli oceani). Nasce così un prodotto senza precedenti in termini di comfort, calzata e sostegno, proposto in un formato leggero, che permette ai runners di muoversi sicuri a qualsiasi velocità e su qualsiasi distanza. È proprio questa la sensazione che si prova appena indossata, infatti la nuova tomaia  è progettata per avvolgere il piede in modo preciso nei punti in cui è necessario ottima per i professionisti e ideale per i principianti perché ha una calzata che mette subito a proprio agio. Non resta dunque che metterla alla prova.

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Mille Miglia, la corsa più bella del mondo.

Siamo stati a Brescia con Chopard che dal 1988 è partner storico e cronometrista ufficiale della Mille Miglia, la leggendaria gara automobilistica inaugurata novant’anni fa. Dal 16 al 19 maggio, quattrocentoquaranta equipaggi si sono affrontati su un percorso lungo mille miglia (circa 1.600 km), seguendo il tracciato storico da Brescia a Roma e ritorno, toccando Ferrara, Cervia, San Marino, Siena, Parma e il celebre circuito di Monza.

Fedele alla tradizione avviata nel 1988, Karl-Friedrich Scheufele, co-presidente di Chopard e pilota appassionato di auto da collezione, ha concorso anche in occasione di questa nuova edizione in un percorso che si è aperto giovedì 16 maggio e si è concluso a Cervia. La seconda tappa ha condotto i concorrenti  fino a Roma, per riscoprire la città dei sette colli al calare della notte. Venerdì 18 direzione Toscana, con i suoi paesaggi incantevoli, per poi proseguire verso Parma, in Emilia Romagna. Infine, il sabato mattina, i piloti hanno iniziato il ritorno verso Brescia, dove c’era ad attenderli un pubblico ancor più caloroso.

Dalla partnership di lunga data con questo evento sono nati gli orologi Mille Miglia e ogni anno il brand presenta una serie limitata e numerata. Il modello di questa edizione è il Mille Miglia 2018 Race Edition con un quadrante bouchonné e contatori che s’ispirano a quelli dei cruscotti storici. In questa versione sono disponibili “solo” 1.000 esemplari in acciaio e 100 esemplari in acciaio e oro rosa 18 carati.

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ALLA SCOPERTA DI WRAD: MODA E INNOVAZIONE SOSTENIBILE

Matteo Ward, Silvia Giovanardi e Victor Santiago sono i tre giovani imprenditori e creativi dietro a WRAD, non solo un brand emergente, ma un vero e proprio movimento che si fa portavoce di temi importanti, per innescare una rivoluzione sostenibile nel mondo fashion e che sarà presente a WHITE di giugno 2018 in qualità di special guest. Una rivoluzione, la loro, che inizia con una semplice t-shirt, la GRAPHI-TEE, vincitrice del prestigioso RedHot Design Award “Best of the Best 2017”, uno dei più importanti riconoscimenti del design mondiale, che ha premiato questo progetto tutto Made in Italy grazie all’utilizzo della tecnologia circolare, una risposta innovativa all’utilizzo di sostanze chimiche nei processi di tintura incentrata sul recupero della grafite, un tipo particolare di scarto industriale atossico. Il design di GRAPHI-TEE è ispirato alla tradizione e riprende una tecnica di tintura tramandata nei secoli dagli abitanti di Monterosso Calabro, un piccolo centro in provincia di Vibo Valencia che ospita l’unica miniera di grafite presente in Italia. In questo modo si crea un prodotto di qualità, atossico e particolarmente morbido in jersey jacquard di cotone organico certificato GOTS sviluppato per GRAPHI-TEE da Walter Corriga di Tessile EcoBio, e soprattutto si crea consapevolezza del problema reale e sempre più urgente dell’inquinamento, di cui il mondo della moda che fa uso di sostanze chimiche e tinture tossiche rappresenta uno dei principali responsabili. Dopo le GRAPHI-TEE, un programma di ricerca e sviluppo ha portato allo sviluppo della tecnologia g_pwdr, co-sviluppata con ItalDenim e Alisea Recycling Projects, che riduce l’impatto ambientale della produzione del denim nella fase di tintura del 94% in termini di consumo d’acqua, emissioni di CO2 e utilizzo di sostanze chimiche.

What’s Real? è il nome della collezione FW 18 di WRAD, presentata alla SEEK Contemporary Fashion Trade Show di Berlino, caratterizzata dal colore greyphite, ottenuto sempre dal recupero dalla polvere di grafite, a eccezione di due look speciali realizzati con tessuti militari riciclati.

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Budding star, Jules Houplain

Il giovane attore francese Jules Houplain ha fatto il suo debutto nel 2014, iniziando a recitare sul palco a solo 12 anni e partecipando a serie televisive e film, incluso Hidden Kisses, vincitore di molti premi, sulle lotte e problemi di un teenager gay nell’era dei social media. Interpreta il figlio di Juliette Binoche nel film in uscita Celle que vous Croyez e ha già un altro film in programmazione per il 2019  –  tutto questo e non ha ancora 20 anni. Abbiamo incontrato Jules durante alcune riprese, per scoprire cosa lo ispira.

 Hai studiato in una scuola di arte drammatica: come è cambiato il tuo approccio al lavoro?
Sono cresciuto, la mia recitazione è diventata più forte e le mie tecniche di preparazione sono migliorate. La gente, probabilmente, ha una sorta di talento naturale per la recitazione, ma esse un attore richiede molto lavoro.

Cosa ti ispira?
Il cinema francese.

Chi è il tuo mentore?
Mio zio Ludo.

Con quali registi sogni di lavorare?
Nicole Garcia, Francois Ozon e Xavier Dolan.

Chi sono i tuoi attori/attrici preferiti? 
Al Pacino e De Niro per le loro performance sempre perfette e Juliette Binoche con cui sto lavorando proprio adesso per un film. 

Qual è il tuo segreto per recitare al meglio?
Ho bisogno di conoscere gli attori con cui lavoro, instaurare una sorta di amicizia con loro, così da essere più sincero.

Come attore, è importante che i tuoi ruoli abbiano un impatto su tematiche sociali?
Si. E’ necessario aprire nuove vie di pensiero e dialogo sulle tematiche sociali. Il mondo sta cambiando. Un attore dovrebbe rappresentare e dare una voce a coloro che non ne hanno. 

Come ti prepari per un nuovo ruolo?
Cerco somiglianze con le persone che conosco.

Quali sono i criteri per cui decidi di prendere parte ad un nuovo progetto?
Il personaggio, la storia e il regista.

Come ti prendi cura della tua creatività?
Mi alleno, leggo e guardo film – spesso anche diverse volte così da poterli analizzare per bene.

Ti aspettavi che la tua carriera iniziasse così?
Non ho mai pensato che sarei stato capace di vivere facendo questo lavoro.

Dove ti vedi tra dieci anni?
Facendo ancora questo lavoro, spero! E qualche progetto internazionale, perchè no? Sarebbe molto gratificante.

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Talent: Jules Houplain
Interview by Kim Laidlaw
Photographer: Edoardo de Ruggiero
Styling: Nicholas Galletti
Grooming: Sebastien LeCorroller @ Airport agency for Bumble&Bumble

Viaggiare con stile.

Alle vacanze estive mancano ancora alcuni mesi, ma la bella stagione sta arrivando e così anche la voglia di passeggiate, gite e week end fuori porta. Che nei vostri programmi rientri la visita a un borgo antico, a una città europea o un viaggio d’affari oltre oceano senza dubbio avrete bisogno del bagaglio giusto. Per chi ama essere elegante in qualsiasi occasione non può fare a meno di scegliere le novità proposte da Tumi, azienda americana leader nella produzione della valigieria di lusso da oltre quarant’anni, per una valigia dal design semplice, sofisticato, ma soprattutto leggerissima. La nuova collezione Latitude infatti è costruita con l’innovativo polipropilene rinforzato, un materiale durevole, estremamente leggero, e allo stesso tempo incredibilmente resistente.  Se siete invece un tipo cento per cento funzionalità e qualità le valige Samsonite e Piquadro sono quello che fa per voi uomini urbani contemporanei, le mille tasche e l’organizzazione impeccabile diventeranno un must have per le vostre trasferte. In particolare la collezione Paradiver Light firmata Samsonite viene realizzata in tessuto teflon, facile da pulire e resistente a graffi e urti, perfetta per chi, di fretta, deve attraversare la città.

Colore, tocco sportivo e praticità invece sono le parole d’ordine per chi certamente non sta andando a lavorare ma desidera sfruttare questi primi weekend assolati; ecco che allora Freitag, Mandarina Duck e Eastpak entreranno a far parte della vostra lista dei desideri. La sacca Freitag, ormai da anni simbolo di funzionalità, sarà una perfetta compagna di avventure: leggera, vivace, ma soprattutto assolutamente impermeabile. C’è chi però alle ruote non può proprio rinunciare e anche nei viaggi brevi il trolley è una vera e propria necessità; le valigie firmate Mandarina Duck e Eastpak saranno allora una giusta via di mezzo tra dimensioni contenute, design contemporaneo e comodità. Per i più modaioli, anche quando si tratta di viaggi, consigliamo di dare un occhio alle borse e agli zainetti proposti quest’estate da Bally per un gusto sofisticato, pulito e colorato oppure, se avete un’anima un po’ retrò, Marni sarà la vostra scelta finale. Se invece è l’assoluta esclusività che cercate impazzirete per la collaborazione tra uno dei brand più in voga del momento e la valigia più desiderata di sempre. Parliamo di Supreme x Rimowa una collaborazione in cui tendenza e funzionalità combaciano perfettamente.

Non fatevi trovare impreparati, il momento di viaggi e trasferte è quasi arrivato, stanchi dall’anno trascorso fatevi trasportare dal desiderio di fuggire lontano e concedetevi lo sfizio di lasciarvi andare a una compagna di viaggio in più, la compagna di viaggio per eccellenza, una nuova valigia.

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ASA ONLUS CELEBRA IL CANDLE LIGHT MEMORIAL

Fervono i preparativi per l’International Candlelight Memorial una manifestazione nata con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul tema della prevenzione dell’HIV, un evento previsto per domenica 20 maggio in contemporanea in 115 città nel mondo.

Per questa speciale occasione ASA Onlus organizza due eventi. Il primo, venerdì 18 maggio dalle 1830 (in sede ASA di Via Arena 25 a Milano) con la presentazione del libro “Se hai sofferto puoi capire”. Il secondo domenica 20 maggio 2018, dalle 19.00 alle 24.00 al Teatro Franco Parenti di Milano, con l’evento “International Candlelight Memorial” che vede la partecipazione di diversi artisti sul tema U=U – Undetectable = Untrasmittable, un messaggio che invita a superare la diffidenza verso le persone sieropositive ancora soggette a discriminazioni.

Il primo appuntamento di venerdì 18 maggio è con la presentazione del libro “Se hai sofferto puoi capire” di Giovanni F. con Francesco Casolo (edito da Chiare Lettere) in cui Giovanni ci racconta la sua scoperta dell’HIV e come affronta la convivenza con questo “ospite” di cui non può parlare. Dalle pagine del libro emerge forte e chiaro lo stigma che circonda ancora oggi l’HIV. Leggendo i racconti di Giovanni appare evidente che le persone hanno paura di infettarsi e di conseguenza prendono le distanze dalle persone sieropositive. Al talk parteciperanno: Marinella Zetti (giornalista), Francesco Casolo, editor di chiare Lettere e co-autore di Giovanni F, Simona Trotta, psicologa del reparto pediatria dell’Ospedale Sacco e Angelo Ascari cardiologo e volontario all’ospedale Sacco.

Il secondo evento organizzato da ASA – Associazione Solidarietà AIDS Milano, è domenica 20 maggio 2018, dalle 19.00 alle 24.00 al Teatro Franco Parenti, con l’International Candlelight Memorial, una serata di incontro (con invito gratuito per la cittadinanza) durante la quale si alterneranno performance, reading di attori sul tema, e dj set che accompagnerà la serata. Il nome stesso ‘Candlelight’ rimanda al concetto di una fiaccolata commemorativa, ma ogni comunità nel mondo declina l’evento a secondo della mission che si propone. ASA, negli ultimi 10 anni, incorpora nell’evento principale una serie di iniziative rivolte ad un pubblico giovane per creare aggregazione e partecipazione. Quest’anno – grazie alla collaborazione con il Teatro Franco Parenti – ASA ha chiamato la compagnia teatrale Animanera che mette in scena lo spettacolo teatrale” Try Creampie! Vuoi venire a letto con me?”. Una performance interattiva one to one “per 10 spettatori ogni 10 minuti, il cui tema ruota proprio intorno alle storie di amori diversi all’insegna dei desideri travolgenti e totali. Amori che scorrono sulla sottile linea rossa che separa vita e morte, eros e violenza, autocoscienza e confusione. Un viaggio attraverso esperienze artistiche e letterarie, dove l’amore viene scandagliato nelle sue pieghe più segrete: dall’ossessione alla gelosia, dall’abbandono all’appagamento dei sensi, dalla lontananza al contatto fisico, dall’immaginazione alla realtà, attraverso parole sublimi ed evocative, a volte dolorose a volte ironiche. La seconda performance vede protagonisti i due attori Angelo Di Genio e Riccardo Buffonini che hanno scelto di interpretare alcune scene da The Normal Heart, film diretto da Ryan Murphy e tratto dall’omonima opera teatrale del 1985 di Larry Kramer, fervente attivista gay, sieropositivo, e fondatore del Gay Men’s Health Crisis, la più grande associazione di assistenza per malati di Aids nel mondo. Infine la serata vedrà uno speciale DJ SET di Thomas Costantin, artista e dj resident del Plastic, che si distingue per sonorità elettroniche e sperimentali. Thomas ha da poco lanciato il suo primo EP, Fire, prodotto da Emerald & Doreen Records,EP e vanta già collaborazioni importanti nel mondo della moda e del design.

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Commenta Massimo Cernuschi, medico infettivologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano e presidente di Asa: “Il Candlelight è nato nel 1983 per ricordare i morti di AIDS. Oggi è anche un modo per sensibilizzare contro la discriminazione e lo stigma che ancora colpisce le persone sieropositive e per diffondere informazioni sulla prevenzione. Due messaggi che in Italia vengono diffusi poco. Siamo davvero entusiasti di poter lavorare con attori e performer al Franco Parenti per coinvolgere le persone con il teatro e far conoscere le attività di ASA”.

ASA Milano punta a trasmettere il messaggio di prevenzione, invitando a superare lo stigma verso le persone sieropositive. Durante tutta la durata dell’evento saranno a disposizione operatori qualificati per fornire informazioni e distribuire materiale informativo.

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CALENDARIO EVENTI

Venerdi 18 maggio, presentazione del libro “Se hai sofferto puoi capire”

Via Arena 25 a Milano, dalle 18.30 

Domeninca 20 maggio, International Candlelight Memorial

Teatro Franco Parenti

Via Pier Lombardo 14 – Milano

Cocktail, Performance & Dj set

 

Dalle 20.00 alle 24.00 Spettacolo ” Try Creampie! Vuoi venire a letto con me?” di Animanera  

Dalle 20.30 alle 21.00 Performance di Riccardo Buffonini e Angelo Di GenioDalle

Dalle 21.30 alle 24.00 – DJ SET by Thomas Costantin

 

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PROFUMERIA ARTISTICA: I TREND DI STAGIONE

Andare oltre i soliti schemi utilizzando audaci accordi olfattivi capaci di lasciare davvero il segno, è la costante e il DNA dei più noti brand di questo settore. Questo filone è per antonomasia esclusivo e selettivo: le fragranze sono realizzate ad arte da maestri del profumo e rivolte a profondi conoscitori del mondo della profumeria, i packaging sono decisamente riconoscibili collocati in atelier raccolti e suggestivi.

Se è vero che la nicchia porta con sé un velo di mistero proviamo a svelarlo conoscendo più da vicino alcuni must have per questa stagione:

Intoxicated e Vodka on the rocks di Kilian

Appartengono alla collezione Addictive State of Mind e sono l’ideale per accompagnare con un tocco lussuoso e irriverente le serate estive. Del resto, questi profumi accattivanti con ingredienti e oli squisiti non possono che suscitare pensieri pericolosi. Come la miscela afrodisiaca di Intoxicated con vaniglia, geranio e bergamotto, oppure Vodka on the rocks con la suggestione orientale del cardamomo e del coriandolo uniti a rosa e mughetto.


Tepidarium di Calé Fragranze d’Autore

Come un cocktail dal nettare deliziosamente fruttato, a base di rum, acacia e un accordo di pina colada. Una sfumatura caramellata accompagna a scoprire il fondo legnoso e muschiato da cui fa capolino un ammaliante thè verde. Un concentrato di energia effervescente sulla pelle, un invito al relax talmente goloso da far venire l’acquolina in bocca.

Bergamotto di Positano di Floris

E’ un omaggio allo spettacolo mozzafiato della Costiera Amalfitana l’esplosione iniziale di freschezza data dall’intreccio tra bergamotto, mandarino e note marine. Il cuore è una combinazione vivace di fiori d’arancio e zenzero con un tocco di vaniglia, dal carattere morbido e cremoso, che conduce all’incontro tra legni, ambra e ambretta. L’accenno di calore che chiude la composizione evoca l’atmosfera delle serate mediterranee.

BLACK SAFFRON di Byredo

Una composizione orientale speziata con Zafferano del Kashmir. Note di testa di pomelo, zafferano, bacche di ginepro, cuore di violetta nera, accordo cuoio, rosa cristallo e per ultimo nel fondo legni chiari, lampone e vetiver.

Bois d’Hadrien di Annik Goutal

Nel 1981, data di creazione della Masion di profumi, Annick Goutal compose Eau d’Hadrien, oggi  reinventata  con Bois d’Hadrien, un fragrante Eau de Parfum con note più contrastanti che riflettono le asperità della terra ocra della Toscana.

Scherzo e Tender di Miller Harris

 

Prendendo spunto dal capolavoro di cambiamento e contrasto di F. Scott Fitzgerald, Tender is the Night, due profumieri hanno interpretato a loro modo lo stesso passaggio del romanzo, ciascuno applicando la propria abilità artistica per tradurre il testo in profumo. Proprio come viviamo un romanzo in un modo personalmente unico, lo stesso vale per la fragranza. Scherzo e Tender sono espressioni separate e intime, che esplorano il contrasto e il viaggio sensuale tra oscurità e luce.

COLLABORATION ALERT: VUARNET X NOAH

Ispirazione anni ’80 e impegno nell’artigianalità sono i valori che uniscono VUARNET, marchio parigino nato nel 1957, e NOAH, giovane brand newyorchese diventato già un cult, fondato da Brandon Babenzien, Direttore artistico di SUPREME per più di dieci anni. Da questa unione nasce una capsule retrosportswearin edizione limitata, composta da felpe, t-shirt, cap, swimwear, teli mare, tote bag e occhiali da sole, il core business di VUARNET, che ha rivoluzionato il mondo degli occhiali da sole, grazie all’invenzione di una lente eccezionale, la SKYLYNX, in grado di offrire la visione del rilievo, con cui lo stesso Jean Vuarnet ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali di Squaw Valley nel 1960. “Vuarnet condivide la stessa filosofia ed estetica di Noah. Le montature sono ideate per affrontare qualsiasi condizione di luminosità, dal mare alla montagna, mantenendo sempre uno stile molto elegante”: così Brendon Babenzien, fondatore e direttore artistico di NOAH, ha commentato la collaborazione, i cui occhiali, con le montature abbinate al colore del vetro minerale, sono Made in France by Vuarnet, mentre gli hoodies, le t-shirt, i cappellini e le tote bag sono Made in USA. Il costume da bagno dai colori vivaci è invece prodotto in Italia e il telo mare in India da un partner impegnato nel riciclaggio dell’acqua e che contribuisce alla formazione dei suoi dipendenti. La collezione è già disponibile a Parigi, New York, Tokyo, Londra e online.

us.vuarnet.com

noahny.com

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Sergio Melone, un personaggio dai diversi talenti

Personaggio poliedrico, attore, cantante e ballerino, Sergio Melone racconta il suo percorso, dei suoi sogni (realizzati) e di quelli nel cassetto su cui sta lavorando. Lo raccontiamo nell’intervista e nell’editoriale scattato da Davide Musto a Roma.


Come sei arrivato a Maggie & Bianca?
La danza è stata la mia prima passione. Ho studiato in Puglia fino a sedici anni per poi arrivare a Roma, dove avevo superato il provino di ammissione all’Opera di Roma.  Dopo essermi trasferito a Roma ho capito che la passione per la musica stava trovando un posto d’onore nella mia vita e quindi, dopo le prime lezioni di danza ho iniziato a prendere lezioni di canto e pianoforte. La recitazione è stata una conseguenza naturale di tutto questo. Non essere riuscito a superare l’esame finale all’Opera mi aveva posto a fronteggiare la domanda su chi volessi veramente essere. La risposta però arrivò anche troppo facilmente. MI ero reso conto che nel musical potevo cantare e ballare e inevitabilmente avere anche un’attitudine al teatro di prosa. Così, frequentando la Da.Re.C Academy di Gino Landi e grazie a corsi di perfezionamento negli Stati Uniti è iniziata la mia avventura.

Justin Timberlake, Ryan Gosling, Britney Spears, Christina Aguilera e Miley Cyrus, sono alcune star che hanno iniziato sui canali per i più giovani. Cosa andrebbe migliorato in Italia per avere, almeno in patria, la stessa popolarità?
Penso sia impossibile, ma d’altronde siamo italiani e noi adoriamo le cose impossibili. Tutti questi attori e cantanti sono da sempre una mia fonte d’ispirazione. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America canali come Disney Channel o Nickelodeon, producono molte più serie tv dedicati al mondo dei ragazzi e le più importanti etichette discografiche ne hanno capito il potenziale. In Italia siamo ancora indietro da questo punto di vista e forse c’è ancora poco talent scouting. Qui da noi i talent hanno la meglio e sono quasi diventati una schiavitù, ma a mio avviso sono prodotti fini a sé stessi e raramente portano veramente alla consacrazione di veri talenti.

Grazie a Maggie & Bianca avete girato il mondo in tour e inciso album, come ci si sente ad avere fan che vi acclamano come vere Rock Star?
Essere riconosciuti e apprezzati è una sensazione meravigliosa. Non riesco ancora ad abituarmici, ma credo che sia il giusto premio dopo tutti questi anni di studio e fatica e di tempo trascorso lontano dalla mia famiglia per coronare il mio sogno. Mi piace essere in contatto con i miei fan e spesso quindi mi collego in direct sui social per rispondere a tutte le loro domande. D’altronde come potrei non farlo? Solo loro che creano le fan page e si informano su qualsiasi cosa io abbia fatto in passato, cercano (e trovano) mie foto letteralmente introvabili. Sono qui anche grazie a loro.

Come ti spieghi il nuovo fenomeno teen movie da Rai Gulp a Disney Channel?
Tutto ha avuto inizio negli Stati Uniti  grazie al Disney Channel e all’impiego di molti bambini di talento che facevano parte del Mickey Mouse Club. Poi sono arrivate le prime serie che hanno incoronato i primi talenti diventati dei fenomeni commerciali di assoluto rilievo come Hilary Duff e Miley Cyrus. Il fenomeno è approdato in tutta Europa e anche la Rai ha deciso da qualche tempo di creare un canale dedicato ai più gioveni, Rai Gulp appunto. Maggie & Bianca Fashion Friends è la prima serie teen italiana marchiata Rainbow, che è lo stesso produttore delle Winx e Rai Gulp.

Qual è la parte che Sergio vorrebbe interpretare per farsi conoscere dal grande pubblico?
Un ruolo drammatico, perché vorrei che la gente vedesse la mia poliedricità nel recitare. Sento la necessità di confrontarmi con un ruolo più maturo e adulto ed evitare di essere riconosciuto solo per il ruolo del bello ma scemo in Maggie & Bianca.

Vita in Italia o all’estero?
Tutti quelli della mia generazione sognano l’Estero. Non si sa perché, ma fuori dai confini tutto sembra migliore, più facile. I miei impegni lavorativi al momento non me l’ho permettono, ma c’è un detto che dice :”if your dreams don’t scare you, they aren’t big enough”.

Forse dovrei iniziare a crederci. Bisogna puntare alla luna per arrivare alle stelle no?


Se dovessi scegliere tra danza e cinema, chi tra Roberto Bolle e Luca Guadagnino?
Roberto Guadagnino (ride). Non potrei mai scegliere tra danza, musica e cinema, non c’è una cosa che preferisco meno delle altre, sono tutte allo stesso livello e tutte mi realizzano e sono la mia grande passione. Forse un film sulla danza o sulla musica aiuterebbe a unire i diversi campi in uno.

Qual è il tuo rapporto con i social? Quanto tempo trascorri con il tuo smartphone?
Il mio rapporto con i social è decisamente contrastante. Li amo e li odio allo stesso tempo. Viviamo costantemente con l’ansia di essere presenti in quel canale o nell’altro. Vogliamo fare apparire le nostre vite sempre al top e far apparire noi stessi come, purtroppo spesso, non siamo. In più c’è la febbre dei follower. Tutti a preoccuparsi dei numeri. Quenti follower o quanti like e tutto questo, a mio avviso, ci sta rendendo schiavi. Forse sarò un po’ old school, ma preferisco artisti che quando stanno male, prendono una chitarra e scrivono una canzone. D’altro canto, trovo i social una buona piattaforma dove ognuno di noi può avere una voce e, dove, ognuno di noi può esprimere la propria creatività senza essere un numero.

Cosa ti vedi a fare da grande?
Spero ancora di fare questo mestiere, anche se è veramente tanto difficile. Sono pienamente convinto che non smetterò mai di avere queste passioni, anche se non dovessero diventare il mestiere che mi darà da mangiare.  

Cosa non manca mai nella tua valigia quando viaggi?
Il mio stile lo definirei molto “geek chic style”, perciò nella mia valigia non mancano mai le magliette dei band anni ’80 o ’90 o t-shirt con frasi tratte da telefilm o da canzoni famose, personaggi di cartoni animati, supereroi oppure con i loghi dei grandi brand commerciali come Pepsi o Coca-Cola. Sono un grande amante del vintage perciò, giro sempre con la Polaroid formato Wide! E’ il mio tesoro più grande.

Photography: Davide Musto
Total look: David Naman


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Lubiam: un connubio tra moda e arte

Siamo stati a Mantova con Lubiam, la storica sartoria maschile mantovana che ha rinnovato anche quest’anno la propria collaborazione con Mantova Creativa e il Complesso Museale di Palazzo Ducale, sostenendo la nuova edizione di “Scultura in Piazza”, un progetto che porta l’arte contemporanea nel cuore della città, in Piazza Castello.

L’azienda ha offerto il proprio supporto logistico e di risorse nella realizzazione dell’opera “Guscio” dell’artista Eduard Habicher. L’opera è un grande nastro in ferro Semioscillante dipinto di rosso e sembra parlare in modo dinamico con l’architettura di Palazzo Ducale. Una scultura attraversabile, un vero e proprio disegno nello spazio, segno della contemporaneità riconoscibile al centro di una scena rinascimentale. L’artista la definisce “quintessenza di impegno ed arte”. Per realizzarla ha ripensato proprio al rapporto virtuale dello spettatore con i pieni della scultura e del proprio corpo, invitando ad entrare nella struttura composta di travi di ferro per toccarla e sentirne la forza compressa.

La prima edizione di questa kermesse nel 2016, aveva visto protagonista lo scultore giapponese Hidetoshi Nagasawa e l’opera Vortici, ora in esposizione permanente nello spazio verde di Lubiam. Proprio nel cortile dell’azienda tra un anno verrà posizionato anche “Guscio”.


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How to train like a Spartan

“Credo che ci sia un eroe in ognuno di noi. Lascia che ti mostri il tuo”. È questo il motto di Dimitri Filomena, il giovanissimo personal trainer alla Virgin Active di Milano Diaz, che da qualche mese ha deciso di condividere sui suoi account social la preparazione atletica per la Spartan Race, la competizione leader mondiale delle corse a ostacoli, con una classifica a livello globale, che spinge i partecipanti a superare i propri limiti, indipendentemente dalla preparazione atletica di partenza. Abbiamo chiesto a Dimitri di condividere con noi alcuni suggerimenti in tema di allenamento e alimentazione.

Cosa ti spinge a partecipare alla Spartan Race?
Nel mondo del fitness, e dello sport in generale, non si finisce mai di imparare e sperimentare cose nuove. La Spartan Race per me non è stata una semplice gara, ma un mezzo per riconoscere e affrontare alcuni miei limiti fisici e mentali che nella routine di tutti i giorni non mi rendevo nemmeno conto di avere.
Mettersi continuamente alla prova e superare sé stessi è ciò che ci spinge a dare il meglio di noi e, personalmente, ciò che mi fa sentire davvero vivo.

Quale tipologia di gara affronterai (sprint, super o beast)?
Ho già affrontato la sprint. Al momento sto preparando la Super che si terrà il 30 giugno ad Alleghe, sulle Dolomiti. In un prossimo futuro ci sarà sicuramente anche la beast.


Che programma di allenamento stai seguendo?
La mia preparazione si basa su un allenamento differenziato di sei volte a settimana.
Per affrontare una Spartan la prima cosa da fare è sicuramente allenare il fiato. Dedico quattro sedute, per almeno parte del mio allenamento, alla corsa, che può essere sulla breve, media o lunga distanza a velocità intervallata. Completo il tutto con allenamenti a corpo libero e funzionale ad alta intensità volti a migliorare forza ed agilità.

Quali sono le attività che possono aiutare anche i non professionisti a prepararsi?
All’aria aperta, come detto prima, sicuramente corsa e corpo libero. Se si ha la possibilità di frequentare una palestra, il Crossfit può essere una delle discipline più adatte alla preparazione della gara. In entrambe i casi, se non si è atleti, sarebbe meglio farsi seguire da un professionista del settore per rendete efficace ogni allenamento e dare un senso all’intera preparazione.

E per quanto riguarda l’alimentazione?
La più classica delle risposte a volte è anche quella più corretta; deve essere varia ed equilibrata. Fondamentale è l’apporto del giusto quantitativo di carboidrati, proteine e grassi che ci consente di avere le giuste energie per affrontare al meglio ogni allenamento. E’ giusto specificare, però, che questo è altamente soggettivo. Può variare da persona a persona a seconda di diversi fattori come età, sesso, metabolismo ecc… Ancora più fondamentale è ricordarsi di bere ALMENO 3 litri di acqua al giorno di cui uno durante l’allenamento per il recupero dei sali minerali persi durante questo

Il consiglio più importante per chi vuole partecipare?
Non aver paura. La paura di fallire e di sbagliare spesso non ci consente di vedere ciò che potremmo davvero essere o fare. Prova. Buttati. Di fatto, la Spartan è una gara contro se stessi dove ogni Spartano che corre con te è lì a darti sostegno e a ricordarti di non mollare mai.
Preparati. Tu dovrai fare lo stesso per ognuno di loro.

Perché hai deciso di condividere i tuoi workout sui social? Che ruolo hanno nella tua professione?
Mentirei se dicessi che non li utilizzo per allargare il mio business, ma prevalentemente uso i social per motivare i miei follower. In una società come la nostra è importante riuscire a comunicare che lo sport non è solo un passatempo, ma un vero e proprio stile di vita che migliora noi e tutti quelli che ci circondano.

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LE PERSONALITA’ DI ONESOUL BY GUARDIANI IN UN VIDEO

Onesoul_manypersonalities, il progetto di Guardiani che racconta le varie anime della sneaker unisex ONESOUL, diventa un video, diretto dal noto videomaker berlinese Senio Zapruder. I protagonisti, vicini al mondo dei Millenials,  interpretano le varie personalità della scarpa dall’animo sportivo, che non è una semplice sneaker, ma unisce elementi di design, combinando un fondo tipicamente running ad una tomaia essenziale dai volumi più formali, caratterizzata da logo della casa in metallo applicato alla fascia. La Guardiani Gang è composta dal BOY NEXT DOOR, con un completo rosso sdrammatizzato dalla canotta e dai movimenti decisi, come quelli dei lifestyle influencers; c’è poi il suo corrispettivo femminile, la ROCK ‘N BLONDE, una influencer a tinte dark. TECH LOVER rappresenta invece gli amanti della new wave dell’elettronica e techno, accanto all’altro grande fenomeno musicale contemporaneo del TRAP PRINCE, ovvero il purista della trap, conoscitore della storia del rap e hip-hop. Infine c’è THE V- DANCER, ballerino di Vogueing, simbolo della cultura queer worldwide. Insieme esprimono la loro joie de vivre sullo sfondo di luci colorate e tracce musicali che si alternano, come in una radio che si sintonizza in stazioni diverse.

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The irresistible Salim Kechiouche

L’attore franco-algerino Salim Kechiouche inizia da giovane, recitando nel film À Toute Vitesse a soli 15 anni. Prima di decidere di perseguire la carriera di attore a tempo pieno, si dedica allo sport diventando, nel 1998, campione di kick-boxing in Francia. Adesso, a quasi 40 anni, ha finito di lavorare con l’acclamato regista francese Abdellatif Kechiche, nel cui prossimo film lo vedremo recitare, dopo anni di collaborazioni, come per Blue is Warmest Colour ed il più recente Mektoub My Love.
Lo abbiamo incontrato a Parigi.

Boxe e recitazione, cosa hanno in comune e in cosa sono diversi?
Il desiderio di essere sotto i riflettori, di essere visti, di mostrare ciò di cui si è capaci. Il fatto di dover fare sacrifici e avere una mente forte. Nella boxe, devi nascondere il tuo dolore, nella recitazione è il contrario: devi aprirti e mostrare i tuoi sentimenti. Ho sempre sentito di essere spinto verso due direzioni diverse. Adoro quando vedi attori o attrici che si lasciano andare a quel pizzico di pazzia o si confrontano con delle emozioni molto forti. Puoi mantenere la tua forza e allo stesso tempo essere un po’ fragile. E’ un equilibrio delicato.

Hai lavorato a tre film con il regista Abdellatif Kechiche. Che tipo di relazione hai con lui?
Ne sono molto fiero. Abbiamo moltissimo rispetto l’uno per l’altro. Ci sono molte cose che ci accomunano: lui stesso ha fatto boxe e recitato,in passato. E’ come se fossimo una famiglia – un fratello maggiore. Ha una forte influenza su di me, non vi è dubbio. Lavorare con lui ti porta a cambiare l’approccio che hai con questo lavoro. Kechiche è un regista impegnato e lavorare con lui è impressionante. Si può imparare moltissimo.

In che modo ti approcci ad un nuovo ruolo?
Tu diventi il personaggio e il personaggio diventa te – i due si incontrano. E’ un processo istintivo, bisogna provare avere fiducia di sè.

Nei tuoi lavori hai affrontato temi diversi, l’adolescenza, la mascolinità, la sessualità. Secondo te che ruolo ha l’attore in relazione a queste tematiche?
Molta gente mi scrive dicendomi che alcuni ruoli, da me interpretati, li hanno aiutati a sentirsi più liberi. Spesso i vari ruoli hanno dei messaggi – questo è tanto interessante quanto le persone che ne vengono toccate in maniera profonda. Io cerco di mantenere la mia libertà e, per me, cinema e teatro sono spazi intoccabili destinati alla libertà. Quindi, se un messaggio può essere veicolato, è un bene porsi come un modello nella società.

Cosa accadrà adesso?
Il prossimo film con Kechiche, che abbiamo appena finito di girare! Mi piacerebbe tornare a teatro e vorrei scrivere – è qualcosa di completamente diverso, ma ci provo!

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Talent: Salim Kechiouche
Interview: Kim Laidlaw
Photographer: Lucie Hugary
Styling: Nicholas Galletti
Grooming: Richard Blandel @ B agency

 

 

INTERVISTA AL “NASO MATTO”: ALESSANDRO GUALTIERI

Irriverenza, trasgressione, ricerca interiore ed eccesso caratterizzano le fragranze delle linee create da Alessandro Gualtieri. Nasomatto da un lato, con le sue essenze di forte impatto che non hanno faticato ad entrare nei cuori di milioni di clienti in tutto il mondo e dall’altro il progetto Orto Parisi ispirato dal nonno Vincenzo, figura iconica del suo passato alla quale ha voluto dedicare un’emozione più viva e vibrante rispetto a quella di una semplice biografia.

Le composizioni sono accattivanti ed originali realizzate con materie prime di eccellente qualità e abilmente accostate tra loro. L’estrema persistenza è data dalla loro concentrazione in estratto.

Si dice che Alessandro sia un naso in fuga, e i suoi profumi siano talmente pregni di personalità perché mirano a soddisfare prima di tutto lui stesso e poi il pubblico come confermano le sue battute di seguito:

Come sviluppi i tuoi concept di fragranze?
Tutte le mie creazioni sono molto personali, mi lascio guidare dall’istinto.

Come li rinnovi?
Non li aggiorno nè li rinnovo, ciò che è fatto è fatto, sono sempre alla ricerca di nuove creazioni.

Come scegli i tuoi pack e la comunicazione del prodotto?
Ho un rapporto viscerale con tutti i materiali che uso, ogni dettaglio delle mie creazioni ha un significato, una storia o una dichiarazione.

Personalmente, che tipo di fragranze preferisci?
Mi piacciono sempre quelle/a nuove a cui sto lavorando.

Novità e anticipi su progetti futuri?
Sto cercando di fare qualcosa di diverso e comunicare con il pubblico attraverso altri canali. Sono in programma delle installazioni artistiche quest’anno, probabilmente mi vedrete al MANIFESTA 12 di Palermo. Ho appena lanciato la nuova fragranza Nudiflorum e sto lavorando ad un nuovo profumo per Orto Parisi. Infine ci sono alcuni work in progress di cui non posso ancora svelare nulla.

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Moda e fotografia a Hyères

Meta turistica per il mare e la natura rigogliosa, forse meno a la page rispetto ad altre città della riviera, Hyères si anima di presenze sempre più internazionali grazie a due appuntamenti molto speciali a Villa Noailles: l’International Festival of Fashion, Photography and Fashion Accessory e poi a luglio il festival del design.

Due appuntamenti che portano in città creativi e professionisti da tutto il mondo. Si è concluso da pochi giorni il Festival dedicato alla moda e alla fotografia, che ha visto protagonisti dieci designer per ciascuna delle categorie Moda, Accessori e Fotografia; i giovani selezionati hanno presentato i loro lavori durante una mostra e una sfilata, sottoponendo le loro creazioni al giudizio di una giuria, che quest’anno è stata presieduta da Haider Ackermann per la moda e Bettina Rheims per la fotografia. Così nella cornice modernista di Villa Noailles sono protagoniste una serie di mostre tra moda, fotografia e arte contemporanea, installazioni, performance, proiezioni e workshop. Grazie al lavoro di Jean-Pierre Blanc, fondatore e direttore generale del festival, la manifestazione è cresciuta in modo esponenziale, pur mantenendo un’atmosfera informale e dallo spirito indipendente, grazie al supporto di numerosi sponsor, che mettono a disposizioni importanti premi in denaro per i giovani.

“Dopo l’edizione con Karl Lagerfeld e la presenza di Chanel – spiega Jean-Pierre Blanc  – il Festival ha avuto un grande impulso. Si è realizzato il sogno di poter avere in giuria grandi nomi della moda, ma l’obiettivo non è quello di diventare sempre più grandi,  ma di organizzare un evento culturale che si di supporto per i talenti”.  Oggi tra gli sponsor del Festival spiccano grandi aziende come Swarovski, Chloé con il suo Prix per la silhouette che rivisita l’heritage del marchio, mentre Premiere Vision, la fiera leader nel tessile ospita i designer a Parigi mettendoli in contatto con le aziende tessili che vogliono supportare i giovani. E infine Mercedes-Benz, che dal 2012 sostiene il festival dimostrando il proprio impegno nel campo della moda. Per questa edizione ha presentato per la categoria Moda, lo showroom “The Shortlisted”, e “The Formers”, con pezzi d’esposizione firmati dai partecipanti delle precedenti edizioni.

Come negli anni passati, Mercedes-Benz  invita il vincitore del Grand Prix du Jury Première Vision o del premio Chloé a presentare la sua collezione allo spazio MBFW durante la Berlin Fashion Week a luglio 2018. Tra le mostre da non perdere a Villa Noailles: quella curata da Haider Ackermann dal titolo “A Vanishing Act” con i look di designer per lui importanti come ispirazione, da Undercover, Rick Owens fino a Madame Grèse Azzedine Alaïa;  per la fotografia la mostra-installazione “Bettina and Bill“ che tramite stampe e collage ripercorre le cover e gli editoriali di Bettina Rheims scattati a Los Angeles tra il 1994 e 1997 per il magazine Details. Tra i numerosi eventi il workshop presentato da Mercedes-Benz nell’ambito della #WeWonder fashion story con la partecipazione di Kevin Ma, fondatore di Hypebeast,  che ha riscosso grande interesse. “Sostenere talenti emergenti è uno dei motivi per cui sono orgoglioso di essere parte di #WeWonder – racconta Kevin Ma. E ‘stato bello vedere la creatività e l’entusiasmo di tutti i partecipanti selezionati con Mercedes-Benz. Mi sento privilegiato di essere stato in grado di parlare con loro del mio tema ‘Progression’, e spero che abbia contribuito a ispirare a pensare in modo innovativo su come costruire i loro marchi in futuro”.

La 33esima edizione del Festival di Hyères si è chiusa con la vittoria del Grand Prix per la moda al marchio menswear, Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh, un duo proveniente dai Paesi Bassi che si è formato alla Royal Accademy di Anversa. “Fish Or Fight” è il titolo della loro collezione che vuole rendere un omaggio alle origini caraibiche dei designer: outfit tridimensionali e in apparenza caotici in cui si mescolano influssi street, tailoring, elementi femminili e dettagli recuperati dalla mondo marino. Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh hanno portato una ventata di freschezza per lo styling ridondante,  il senso del colore e i patch decorativi che ricorrono su felpe e giubbotti. Un tocco sperimentale anche sulle scarpe pensate come zattere e realizzate in collaborazione con Nike, che ha creduto nel loro talento.  Il Grand Prix per la fotografia è andato all’irlandese Eva O’Leary, diplomata a Yale. La fotografa basata a New York ha realizzato una serie di ritratti di adolescenti cui di fronte ha posto uno specchio per coglierne la reazione dinanzi alla propria immagine riflessa.

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A FIRENZE IL MENSWEAR DALLA GEORGIA

La ricerca di Pitti Uomo continua con le nuove generazioni di menswear dalla Georgia. In occasione di Pitti Immagine Uomo 94 –  in collaborazione con MERCEDES BENZ FASHION WEEK TBILISI – a Firenze saranno presentati sei designer georgianiche presentaranno le loro collezioni alla Fortezza da Basso, nell’area speciale dello Spazio Carra (Padiglione Centrale – Piano Inferiore). GUEST NATION GEORGIA è un progetto realizzato grazie anche al supporto di LEPL Enterprise Georgia, l’agenzia che fa capo al Ministero dell’Economia georgiano e che favorisce e promuove lo sviluppo economico del paese.

I designer – selezionati  da Sofia Tchkonia, organizzatrice di MERCEDES BENZ FASHION WEEK TBILISI – sono: AZNAURI, ANUKA KEBURIA, GOLA DAMIAN, SITUATIONIST, TATUNA NIKOLAISHVILI, VASKA. 

Commenta Lapo Cianchi, segretario generale della Fondazione e direttore comunicazione ed eventi speciali di Pitti Immagine: ”La Georgia e l’Est-Europa stanno diventando luoghi tra i più dinamici per la creatività nel fashion, per questo abbiamo deciso di presentare sei tra i più innovativi brand georgiani pubblico di buyer e alla stampa internazionale. Nella selezione che porteremo a Pitti Uomo, inclusi progetti di menswear sviluppati per l’occasione, ci sono designer giovanissimi accanto a brand già affermati, ma tutti capaci di esprimere l’essenza del design più contemporaneo dalla Georgia, aperti alla sperimentazione e a una contaminazione creativa tra tradizione e modernità.

 Questi I profili dei brand che vedremo a Pitti Uomo 94:

 AZNAURI _ fondato a Tblisi nel 2016, Aznauri, con il suo direttore creativo Irakli Rusadze (fondatore del brand Situationist), mixa tradizione – il nome del marchio richiama la classe nobiliare georgiana – a stili che guardano agli anni ’90, per un moderno neo minimalismo. Partendo da una collezione di abbigliamento agender, il brand ha dato vita a un guardaroba completo con borse e calzature, per uno stile ricco di understatement.

AZNAURI
AZNAURI

ANUKA KEBURIA _ diplomata in Shoe Design alla St.Martin di Londra e con una vasta esperienza alle spalle che include la realizzazione di costumi per il teatro, la designer georgiana fonda il brand che porta il suo nome nel 2006. Nelle sue linee di abbigliamento, accessori e calzature, materiali naturali incontrano una grande qualità artigianale. Fil rouge: l’uso del nero e uno stile minimalista che unisce unisex e street style.

 GOLA DAMIAN _ a new dandy: nelle creazioni del brand Gola Damian, tagli e silhouette sportswear sono esaltati da materiali preziosi e geometrie inconfondibili. Con un mash-up tra contemporaneità e stile vittoriano, le sue collezioni fondono una molteplicità di ispirazioni eclettiche per uno stile sopra le righe e decisamente unico.

SITUATIONIST _ Irakli Rusadze è uno dei designer georgiani più noti a livello internazionale. Lo stilista autodidatta – che ha sfilato con Situationist durante la Milano Fashion Week – si ispira alla terra natale, la Georgia, e alle sue donne cresciute tra le difficoltà di una nazione post sovietica. Nelle sue creazioni, apprezzate anche da Gigi Hadid, una forte impronta tailoring incontra uno stile vintage con influenze culturali georgiane.

TATUNA NIKOLAISHVILI _appassionata di disegno e moda fin dall’infanzia, la designer Tatuna Nikolaishvili elabora, con il suo eponimo brand, creazioni dalle silhouette e dai cut originali per uno stile femminile e contemporaneo allo stesso tempo.

 VASKA _ laureato in architettura, Vasili Tabatadze debutta nel 2005 nel fashion con la sua prima collezione. Nel 2013 dà vita al suo brand Vaska. Nelle sue creazioni tessuti speciali, come antiche sete giapponesi, e naturali incontrano linee e geometrie quasi scultoree, per una linea dalla tiratura limitata.

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È TEMPO DI GELATO!

È bastata una settimana di caldo e i consumi di gelato sono volati. Infatti in quest’ultimo ponte lungo si sono mangiati il 30% in più di coppette e coni rispetto alla settimana precedente. Secondo l’analisi Coldiretti/Ixè il preferito dagli italiani (ne consumiamo oltre 6 kili l’anno) è il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie a offrire “specialità della casa” come i gelati con frutta e verdura locali ma anche con formaggi Dop o grandi vini.

Tutto il comparto utilizza ogni anno 220mila tonnellate di latte, 64mila di zuccheri, 21mila di frutta fresca e 29mila di altre materie prime. Quando siamo indecisi sul locale dove gustare il gelato è importante premiare quelle gelaterie che impiegano frutta e latte freschi italiani perché questi sono gli indicatori del vero gelato e non di un prodotto realizzato con surrogati di bassa qualità. Un rischio che non si corre nelle agrigelaterie, che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala.


Esiste anche un campionato mondiale del gelato artigianale: il Gelato Festival World Masters 2021, un torneo individuale internazionale di categoria con partner Carpigiani e Sigep – Italian Exhibition Group. In tutto il mondo concorrono alla conquista del titolo ben 5000 gelatieri che, dopo le varie eliminazioni, si ridurranno a 36 e parteciperanno alla tappa finale che si terrà in Italia. Il percorso di qualificazione dei gelatieri si snoderà attraverso una serie di appuntamenti, dalle centinaia di selezioni nelle sedi dei concessionari Carpigiani denominate “Gelato Festival Challenge” (non aperte al pubblico) alle oltre 50 tappe di Gelato Festival in giro per Europa e Stati Uniti, fino ai tre “Carpigiani Day” che si terranno nella sede di Anzola Emilia tra il 2019 e il 2020.

Il 5 e 6 maggio sarà la volta di Torino. In piazza Vittorio Veneto verrà allestito il Gelato Village dove si potranno assaggiare i lavori dedicati al capoluogo piemontese: dal gelato del patrono San Giovanni a quello ispirato al Gran Torino, da quello che valorizza le nocciole e il gianduja fino a gusti d’ispirazione più mediterranea o addirittura esotici. La prossima settimana toccherà Milano in piazza Castello (12 e 13 maggio) nell’ambito della Milano Food City e da giugno il Festival si sposterà all’estero con le tappe al McArthurGlen outlet di Berlino (1-2 giugno), Varsavia (9-10 giugno), a Covent Garden a Londra (23-24 giugno) e al McArthurGlen outlet di Parndorf (Vienna) il 6 e 7 luglio.
Il programma continentale culminerà con la All Star a Firenze (14-16 settembre), la gara dei campioni, che riunirà su un unico palco tutti i vincitori del Gelato Festival dal 2011 a oggi, prima di varcare l’Atlantico per l’edizione americana, in 8 tappe tra la West Coast e, per la prima volta, la East Coast.

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B&W STUDIES BY SARA BARCAROLI

Photography : Sara Barcaroli (sarabarcaroli.com) @sara_barcaroli
Stylist: Rebecca Muzzioli (rebeccamuzzioli.com)@rebecca_muzzioli
Assistant Stylist: Emilie Carlach @emiliecarlach
Makeup: Julia @juliawretzky
Hair: Sayaka Otama @sayakaotama

Models:
Kandioura @ Rockmen / @kandioura_fissourou
Bakay Diaby @ Bananas Models / @iambakay
Adama @ Rockmen / @slimdvms
William @ Rockmen / @wtrashn
Thierno B @ M Management / @titi_wap

THE INSIDER: @SIMONEDECHECCO FOUR SEASONS HOTEL RITZ LISBON

Una città dal ritmo lento e sornione: Lisbona è la città ideale dove starsene seduti al sole per un pomeriggio intero su un miradouro, guardando il mare di tetti e le imbarcazioni che navigano sul fiume Tago.
Colta, moderna ed organizzata il fascino di una delle più piccole capitali europee è chiaro fin dal primo sguardo, qui tradizione e modernità si fondono in un concerto armonico ben riuscito.

Museu Berardo

Sotto il sole caldo si potrebbe camminare senza una meta, perdersi nelle viette strette dell’ Alfama, il vecchio quartiere dei pescatori che ancora conserva gran parte del suo antico aspetto, visitare la Torre di Belém, che con i suoi delicati intarsi accoglie i visitatori che arrivano dall’ acqua, ed ammirare il Monastero dos Jerónimos, il monumento più importante della città.

Lisbona è una citta dalla cultura fervida e attiva. Il Museu Berardo raccoglie una delle collezioni di arte moderna e contemporanea più prestigiose del mondo. Il Museu Nacional do Azulejo, all’interno del cinquecentesco convento Madre de Deus, ospita invece una sorprendente collezione di azulejo, piastrelle di ceramica dipinta che rivestono le facciate delle case più antiche e ornano chiese e monumenti. Il MAAT, il nuovo Museo di arte, architettura e tecnologia disegnato da Amanda Levete, possiede una forza architettonica tale da renderlo un edificio-monumento: uno spazio pubblico che dialoga con l’ambiente e la città.

Di notte Lisbona conserva un fascino sornione. I ristoranti sono il luogo di incontro e di socializzazione preferito dai portoghesi: si mangia bene praticamente ovunque e la cucina tradizionale si fonde con garbo a sperimentazione e innovazione. Da provare le specialità della Taberna Moderna e del Cantinho do Avillez. Per una serata cool il posto del momento è JNcQuoi: un restaurant, bar, gourmet Store e Men’s Fashion Clinic da non perdere.

Sia che si decida di soggiornare a Lisbona un weekend, sia che si voglia rimanere per più tempo, l’hotel da prenotare è il Four Seasons Hotel Ritz Lisbon: una struttura anni 50 dove, tra arredi art decò e Louis XVI, vengono accolte opere d’arte eclettiche, dipinti ed arazzi che rendono questo luogo un vero museo di arte contemporanea portoghese.
Fondamentale ritagliarsi un’ora per allenarsi nella palestra sul rooftop e praticare running all’esterno ammirando dall’alto la città.

Suggestivo il SideCar tour proposto dall’hotel: 4 ore tra le vie antiche della città, passando per il Castelo de São Jorge e la Praça do Comércio con una sosta d’eccellenza presso la Pastéis de Belém, un’ istituzione della città.

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MORESI: UNA STORIA D’ECCELLENZA

Una storia iniziata nel 1977 quella di Moresi, azienda di maglieria di lusso in cashmere e cotone, interamente realizzata in Italia e, più precisamente, a Como. Da gennaio 2018 il brand ha completato la sua gamma, disegnando anche la linea maschile, presentata a Pitti Uomo 93.
La collezione è caratterizzata da uno stile artigianale e di alta qualità, con linee pulite ed essenziali, che si discostano dalla tradizione pura, rinnovandosi costantemente attraverso una ricerca continua. I filati utilizzati seguono la stagionalità: per la stagione invernale, i capi sono realizzati interamente in cashmere e lana merinos, mentre per quella estiva in cotone e viscosa della migliore qualità. La linea maschile si compone di capispalla che attualizzano le tradizionali silhouette dei blazer e dei cappotti e si arricchiscono di pattern originali, aggiunti ai classici intramontabili, come lo spigato, il pied-de-poule, il tartan e il Principe di Galles, declinati in diverse varianti cromatiche, dalle più classiche ad altre insolite.

Inoltre, la scelta della maglia, rispetto al tessuto, conferisce una maggiore morbidezza e comfort ai capispalla dalla vestibilità unica, che aggiungono eleganza e ricercatezza al guardaroba maschile di tutti i giorni.

 

Pubblicità e sport: due mondi che spesso trovano una via comune

Che ci sia un legame tra il mondo dello sport e quello della pubblicità è un dato di fatto, una constatazione più che legittima. In effetti la scelta di un testimonial per un brand di un certo tipo può ricadere su attori e attrici, modelle e modelli, ma molto spesso sono proprio gli sportivi a dare quella marcia in più a una campagna pubblicitaria e di comunicazione istituzionale. I casi che si possono fare sono davvero moltissimi, passando dal circuito del tennis mondiale, con i vari Roger Federer, Rafa Nadal e soprattutto con Novak Djokovic, campione serbo e uomo immagine che per certi versi richiama quel tipo di sportivo come Andre Agassi e John McEnroe. 

Dal tennis alla F1, dal calcio attuale a quello passato: la pubblicità e lo sport

Dal tennis, sport nobile ed elegante per eccellenza, si può passare con continuità al circuito della formula Uno, argomento hype e sicuro trend topic di questo periodo. Ed è facile accendere la tv o fare un giro sui canali social di ambito sportivo per trovare testimonial d’eccezione come Hamilton e Verstappen, visto che il concetto di sfida e di duello è intrinseco in una competizione individuale come quella della Formula Uno. Anche gli sport di squadra però possono avere il loro fascino, per via dei molti atleti che lo vanno a comporre. Si pensi ad esempio alla sfida del secolo tra i due campioni del calcio come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. Gli spot con questi due assi del calcio sono davvero numerosi, passando dai prodotti di abbigliamento, a profumi, doccia-shampoo e ovviamente ai giochi di simulazione come EA Sport FIFA 22, dove però in copertina spesso sono state le nuove stelle del firmamento calcistico attuale come Neymar Jr. e Mbappé, asso del PSG e della Nazionale francese a rubare la scena ai due campioni più stagionati. Eppure quando tocca scendere in campo ci sono ancora campioni come Gianluigi Buffon, Giorgio Chiellini o Dries Mertens, che riescono a fare ancora la differenza. 

Il caso di Zlatan Ibrahimovic: un campione con una carriera infinita

Senza dimenticare come uno dei giocatori simboli del Milan di Stefano Pioli ancora in corsa per la vittoria dello scudetto, sia proprio quello Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante svedese, classe 1981 si segnala per la sua carriera longeva e ricca di trionfi individuali e di squadra. La sua carriera è un esempio per molti calciatori alla ricerca di un primato e di un record da battere. Record che sono stati infranti da uomini simbolo come Andrés Iniesta, faro del centrocampo della Nazionale spagnola e naturalmente del mitico Barcellona, dove militavano anche Lionel Messi, Busquets, Mascherano, Piqué, Suarez. 

Puntare sulle capacità comunicativa è una scommessa come pronosticare sui risultati del campionato. Quando un calciatore diventa così famoso e popolare diventa una scommessa vincente, come ad esempio i nostri Andrea Pirlo, Fabio Cannavaro o per guardare sempre al passato Bobo Vieri, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, è piuttosto abituale che il mondo della pubblicità, della moda sportiva e in generale lo spettacolo, dedica di utilizzare volti tanto noti e sportivi così vincenti come testimonials. Si tratta di un sistema vincente e virtuoso, che ancora oggi a distanza di tempo tende ad attirare sportivi ed ex atleti che si sono costruiti la loro fama grazie a vittorie indimenticabili, in competizioni mitiche che non sono semplici da replicare.