Sensazioni tattili e nouvelle couture per Touch me Made in IED

Tecnologia e virtuosismi sartoriali si fondono armonicamente nella passerella dei diplomati IED Roma 2019 in fashion design e Design del Gioiello che ha animato il calendario dell’ultima edizione di Altaroma.

I ragazzi di IED Roma hanno la stoffa e sanno fare squadra. Lo hanno dimostrato nel final work di qualche giorno fa dal titolo emblematico ossia ‘Touch me’, sinonimo di una miscellanea di stili e di mondi creativi, per ‘una moda che vuole essere vissuta, indossata, toccata’. La sfilata dei giovani talenti versione 2019 di fashion Design e Design del Gioiello di IED (Istituto Europeo di Design) Roma, presentata al ‘Pratibus District’ di Viale Angelico nel calendario della rassegna di Altaroma, segue di qualche settimana l’exploit di ‘The time is now!’.

Un grande evento moda che a Firenze, durante Pitti Uomo 96, ha risollevato la questione del futuro del pianeta mobilitando varie sedi IED d’Italia, il CID e Greenpeace Italia sull’emergenza della sostenibilità declinata in 5 minicollezioni da uomo molto apprezzate anche dai media. E pochi giorni fa nella capitale durante la maratona di moda, gli studenti diplomati IED Roma selezionati da una giuria di qualità composta da esperti del settore e giornalisti, hanno sfilato in pedana come stilisti veri, proponendo una roboante contaminazione fra lo streetwear hi-tech e la tradizione sartoriale.

Uno dei temi chiave della sfilata di fine corso di quest’anno è stato il phygital, una crasi di physical e digital, che fa coesistere fisico e digitale, sintetizzando la necessaria unione tra atomo e bit sulla scorta di quello che secondo Walter Benjamin era ‘il balzo della tigre all’indietro’. Touch me è un richiamo provocatorio, un invito a vivere la vita avvalendosi di tutti i sensi.

“La felice combinazione tra alta sartoria e ricerca tecnologica ha dato vita a una selezione di progetti talmente intensa da poter essere sentita in profondità, anche senza poter essere toccata” ha dichiarato Laura Negrini, direttore di IED Roma. I ragazzi si sono sbizzarriti fra pizzo sangallo e vinile, ricami certosini e tecniche avant-garde, cappe di taffetas e abiti da disco queen del futuro, tessuti olografici e iridescenti e outfit zen e molto giap. Come nel caso di Cecilia Fefè e Andrea Luisa Berger, un’italiana e una norvegese, che oltre ai progetti distinti ispirati al nuovo Oriente dalla Turchia al Sol Levante, hanno unito le forze insieme al giovane creativo Rom Uzan per il progetto ‘Parcae’ ispirato ai fluidi pepli dell’antichità classica che si racconta sul filo delle Parche, e presentato a Firenze durante ‘The time is now!’.

“I nostri studenti si sono confrontati con il ritorno alla manualità, alla tradizione e alle lavorazioni artigianali senza dimenticare il supporto che hanno potuto trarre dalla tecnologia, che in Touch Me diventa un ulteriore stimolo per la creatività”, commenta Paola Pattacini, direttore di IED Moda Roma. La sfilata si è svolta a poche settimane da un importante riconoscimento per lo IED: l’inclusione per varie categorie di premi nella classifica annuale ‘The best Fashion Schools in the World’ elaborata dalla rivista ‘Business of Fashion’ (BOF).

Foto: Luca Latrofa

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Omaggio a Carlin Dunne, campione della Ducati

“ Tutto era pronto. Dopo settimane di attesa, sessioni di test, frenetiche ore di preparazione,  emozioni, sconforto ed eccitazione, tutte quelle sensazioni che si mescolano e creano l’ebbrezza della competizione, finalmente domenica.

La bandiera a scacchi ha salutato la tua partenza, e tu hai accettato l’invito alla sfida. Gas spalancato, ginocchio a terra, e via, curva dopo curva. Erano 156 in totale, e tu ne hai fatte 155. Perfette, senza alcuna sbavatura, lottando contro il cronometro che, metro dopo metro, stava decretando il tuo successo, quello della squadra che aveva lavorato e sognato con te nei lunghi giorni di preparazione a questa gara. 155 curve su 156, ne mancava una sola. Solo pochi metri e avresti tagliato il traguardo da vincitore, conquistando quell’alloro che ti spetta di diritto, per il quale hai lottato, hai fatto sacrifici, hai dato la vita.

Avresti fatto registrare il nuovo record della gara. Avresti potuto godere del plauso di media e pubblico. Avresti conquistato il posto nell’olimpo e scritto definitivamente il tuo nome nella storia di questa gara. Ben 4 volte avevi concluso da vincitore, ma questa sarebbe stata speciale, assoluta!

Quel maledetto dosso, quella assurda fatalità, quella sorte beffarda e cattiva. Perché ti è stato negato il tuo trionfo? Perchè non abbiamo potuto tutti godere del tuo successo? Perchè…?

Prima di partire, in una delle tante interviste che hai rilasciato, sempre accompagnate da quel sorriso che resterà indelebilmente presente in tutti noi che ti abbiamo conosciuto, al giornalista che ti ha chiesto se puntavi al record, avevi risposto: “Certamente. Ma se la montagna non è d’accordo, il record non si fa…”. Oggi, quelle parole, suonano come una nefasta profezia, ma confermano il grande rispetto che avevi per questa sfida e per questo colosso di granito che, con la tua moto, scalavi e affrontavi, curva dopo curva. Ha vinto la montagna?

No Carlin, hai vinto tu, amico mio. Hai vinto la “Race of Clouds”. Hai vinto la sfida più grande, quella che consacra gli eroi. Il tributo che tutti i partecipanti, i concorrenti, gli avversari più agguerriti, hanno voluto darti a fine gara, è stata la conferma di quanto la Pikes Peak fosse tua e di quanto tu appartenessi a questa gara, a questa montagna che ti aveva conquistato e rapito, di cui oggi – e per sempre, ne farai parte. Adesso ci sei tu in quelle nuvole che ne proteggevano la vetta quando, prima della partenza, guardavi il tanto ambito traguardo. Questa gara è tua. La montagna è tua. La storia è tua. Grazie Carlin, ci mancherai tanto. “

Queste le parole con cui Francesco Rapisarda, direttore della Comunicazione della Ducati saluta il campione Carlin Dunne.

Ci lascia un campione generoso che nello stesso spirito del dare aveva documentato la preparazione alla gara in una serie di video, che rimangono a ricordo della sua grinta e della persona gioiosa e speciale che era.

Questo il suo ultimo video, filmato il giorno precedente alla gara.

Il giorno successivo, il 30 giugno 2019, Carlin ci ha lasciati a pochi metri dal traguardo della Pikes Peak, pronto a stabilire un nuovo record, ci lascia da campione a causa di un dosso, come descritto nelle parole sentite dell’amico e collega della “famiglia” Ducati. Esattamente come un membro di famiglia, Carlin Dunne era amato da tutti. Carlin Dunne correva con il numero 5. Durante l’annuale evento Superbike a Laguna Seca dal 12 al 14 Luglio, la Ducati ha scelto di celebrare il 25mo compleanno della 916 realizzando una versione della Panigale V4.

Nasce cosi’ la Panigale V4 25mo Anniversario 916, unica e realizzata in serie limitata e numerata a sole 500 unita’. Jason Chinnock (CEO della Ducati North America) e da anni amico del campione, ha annunciato la decisione della Ducati di dedicare la numero 5 della serie Panigale V4 in onore a Carlin Dunne. La numero 5 della serie Panigale V4 e’ stata in effetti “ritirata” dal mercato e verra’ messa all’asta per dedicare il ricavato alla raccolta dei fondi per offrire supporto alla madre di Carlin.

Oltre all’asta Ducati ha creato un’iniziativa GoFundme sempre a supporto della madre.

Infine, il 14 Luglio, il Team Aruba.it Racing-Ducati ha corso la Superbike a Laguna Seca con il numero 5 sulla carena delle moto ufficiali di Alvaro Bautista e Chaz Davies e con una livrea speciale ispirata alla moto presentata. Vittorioso sulla sua nuova Panigale V4 R, il giorno stesso Chaz Davies annuncia inoltre la donazione all’asta della tuta di gara sempre in onore di Carlin. E’ una famiglia unita e fedele quella Ducati e dei fans.

Copiose anche le dediche in queste due settimane dalla morte del campione sui social media da parte di fan, amici e appassionati del motociclismo, Carlin Dunne, a soli 36 anni aveva gia’ toccato la vita di migliaia di fan, lasciando un vuoto incolmabile.

Ride in Peace Carlin!

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Travel tips: Copenaghen

Copenhagen, la celebre capitale danese, è il place to be per l’estate. Innanzitutto perchè regala un clima mite soleggiato ed è la meta perfetta per chi ama girovagare tra bancarelle di preziosi vinili e sollazzarsi tra una prova di un chiodo mod’s e uno shearling per prepararsi al rigido clima danese invernale.

Tra una passeggiata all’ora del pranzo oppure per un’energica colazione perchè non fermarsi da Ibsen? Questo locale offre una mise en place irripetibile: la colazione è molto accogliente e si ha la possibilità di scegliere tra un tipico brunch danese oppure croissant, skyr o torta. Immancabile per uno spuntino veloce l’hot dog di Dop con fries.

Una visita al mercato delle pulci di Ravnsborggade per tornare a casa dal vostro viaggio estivo con ninnoli e soprammobili ( o perché no, i mobili stessi) unici e very danish. Per il vintage, grande passione di molti millennials, consigliamo gli spazi austeri con grandi vetrate divisi da minimal scaffalature nero pece di Time’s Up Vintage, dove potrete scoprire il best of dalle passate stagioni a prezzi veramente ragionevoli.

Concluderà il tutto la foto di rito (in barba a chi dice che i clichè annoiano) alla recentemente deturpata Sirenetta, ora tornata più meravigliosa che mai nell’area portuale della città. Enjoy!

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Il cuore di Marco Ferri è in Africa

Marco Ferri, classe ‘88, ex concorrente dell’edizione 2018 “Isola dei Famosi” e figlio dello storico difensore dell’Inter Riccardo Ferri, è laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Lingue e Comunicazione IULM (Milano) ed ha ottenuto un Master in International Marketing presso la European School of Economics (Londra). Inizia la carriera di modello all’età di 18 anni, per poi atterrare nelle tv cilene e spagnole nel 2014 con la partecipazione a reality shows. Oggi lega il ruolo di influencer marketing al volontariato, un progetto che gli sta molto a cuore. La sua più grande passione? I viaggi.


Mi dà appuntamento a casa sua e io penso che lo faccia per proteggersi, per giocare in un campo familiare, per “stare al sicuro”. Entro quindi in punta di piedi, perché intervistare è un po’ scoprire, e come lo psicologo “rovista, indaga” con una domanda, così l’intervistatore “scava” per far emergere la persona e lasciar riposare il personaggio.    Mi accoglie con un gran sorriso nella sala con il tavolo del poker, quello dedicato alle serate con gli amici, mi rivelerà più tardi. Una sottile consolle ospita due bicchieri da whisky, un Bombay, un Ramazzotti e altri liquori; alle pareti sono incorniciate copertine vintage di Vogue: raccontano la sua passione per la moda. Sul tavolo davanti al divano ecco “Valentino, at the Emperor’s Table”, il libro firmato dallo stesso couturier, conosciuto al suo compleanno nel 2018.   Iniziamo la nostra chiacchierata per ripercorrere la storia e le passioni di Marco Ferri, figlio del calciatore Riccardo Ferri da cui ha ereditato la passione per lo sport; un volto che si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alla partecipazione all’Isola dei famosi 2018. Dopo i successi e i gossip televisivi Marco è oggi impegnato nella sua carriera e crescita nel mondo dei social media come influencer e digital marketing specialist.

La casa di questo moderno arbitro d’eleganza, ricca di dettagli che svelano il piacere delle comodità e guizzi da don Giovanni, mi fa tornare in mente un passaggio che Proust, nella «Recherche», regala al personaggio di Swann: “Diverse volte basta rovesciare le reputazioni create dalla gente per avere il giudizio esatto su una persona”.      Chi è il vero Marco Ferri, dietro l’immagine nota? Sulle pareti grigio scuro che portano alle camere ecco un prima e un dopo: Marco a un anno con pantaloncini a righe bianco e neri e una t-shirt rossa in tono con le sdraio fronte mare, in un sorriso spensierato di quell’età che non conosce ancora dolori, e Marco a 25, cui le righe fanno da sfondo a un corpo tonico e a uno sguardo che le esperienze hanno reso più sicuro. Nella camera da letto, nel loro fiero isolamento su una piccola mensola laccata di nero, una glacette e due boule da vino rosso, intonse e linde, pronte per essere servite davanti al camino che arde a comando. Saranno oggetti d’uso o simulacri rituali?

Viaggi moltissimo. Quale meta ti ha cambiato la vita? Quando si parla di mal d’Africa si parla seriamente, è qualcosa di profondo che si radica in noi e magari rimane lì per poi tornare a galla, com’è successo a me, che ho avuto la fortuna di visitarla già da bambino. Andai in Kenya con i miei genitori, era una vacanza tra Malindi, Watamu e i villaggi locali per esplorare la realtà kenyota, e quando sei giovane sì ti colpisce, ma non hai ancora i mezzi per “muoverti” e fare qualcosa. Quest’anno quella lampadina si è riaccesa, quella voce rimasta dentro di me mi ha sussurrato cosa fare e finalmente il progetto ha preso vita: ho unito il mio lavoro di influencer marketing al volontariato.

Qual è il progetto? Dedicare i miei viaggi di lavoro a realtà difficoltose come quelle africane e dare una mano concreta, acquistando mezzi di prima necessità: alimenti, pannolini per i bambini, indumenti, set per l’igiene personale… La più grande gioia è quella che ti porti a casa, quella che ti regala la luce negli occhi dei bambini che ti ringraziano per una caramella, quei sorrisi che vorresti donar loro tutti i giorni per i giorni a venire; la gratitudine delle madri (gli uomini di giorno sono fuori al lavoro, in genere svolgono lavori artigianali i più fortunati, mentre altri stanno in città a girovagare sui motorini) che si rallegrano per la visita e i piccoli doni. Ricordo i bambini che si divertivano ad acchiappare un drone, e com’erano educati in attesa del loro turno per ricevere qualcosa dalla grande spesa fatta insieme alla mia troupe. Se tutti facessimo quel poco, forse la situazione cambierebbe, questo è il messaggio che sto trasmettendo anche sui social: sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe.

La tua paura più grande? Ho paura di non innamorarmi più.

Sento una nota di distacco: una delusione? La società si evolve e oggi le relazioni sono diventate più effimere e superficiali: mi portano a sentirmi un poco vittima del sistema. Chi non ti conosce crede di avere in pugno la verità, solo perché legge i contenuti dei tuoi account social, che per me sono lavoro e traducono una piccolissima parte dei miei pensieri e della mia vita intima.    Ho paura che i pregiudizi, che hanno spesso le persone che incontro, possano limitare gli aspetti più romantici della conoscenza. Prima dei social c’era più naturalezza e ci si dava il tempo di scoprirsi.

Esiste una canzone che racconta il tuo viaggio? Possiedo una playlist in ordine cronologico a cui aggiungo canzoni da cinque anni, dovessimo pescarne una a caso, tra queste, saprei raccontarti la città in cui mi trovavo in quell’istante, cosa vivevo e la sensazione che mi provoca, è come sfogliare un album di ricordi.    Per esempio mi viene in mente ‘Electricity’ di Dua Lipa che mi ha accompagnato in viaggio verso Dubai. E ancora un’altra canzone ha accompagnato nel 2014 il mio percorso in Cile da Nord a Sud, dopo aver partecipato a tre programmi molto forti: Morandè con Compañia, Gran Hermano VIP 5  e la Divina Comida, un programma di cucina per il quale fui premiato.

Quali i profumi che ti caratterizzano? Ne alterno quattro in base agli stati d’animo: Eau de Rhubarbe Ecarlate di Hermes (“lo uso in estate”); Rive Gauche di YSL, daylight; Spicebomb di Viktor&Rolf, legnoso e speziato, il cui package è una bomba a mano; Wood & Spice di Montale, legnoso, ha molto successo con le donne.

E quali sono i profumi che ami sentire su una donna? Non sono un fan dei profumi forti su creature tanto delicate, sarebbe come profanarle. Coltivo la semplicità, gli odori naturali dei capelli appena lavati e quelli della crema spalmata sul viso prima di andare a letto.

Se ti dicessero “hai 30 secondi prima di partire per un lungo viaggio”, cosa porteresti con te? La mia GoPro,  un drone e il filo interdentale.

Foto: Marco Onofri
Stylist: Miriam De Nicolò
Location: Vistaterra, Via Carandini 40 Parella (TO)

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Olii essenziali: come usarli per il nostro benessere

Se avete mai sentito il profumo di una rosa, allora avete anche provato le qualità aromatiche di un olio essenziale. In questa frase è riassunta la filosofia di doTerra ®, una delle aziende leader a livello mondiale, nella diffusione degli oli essenziali e delle loro caratteristiche benefiche. Nel 2008 a Pleasant Grove nello Utah un gruppo di amici, che avevano già maturato una significativa esperienza nel settore degli oli essenziali, fonda la doTerra ® mettendo sul mercato 25 essenze speciali e scegliendo l’evocativo nome di origine latina “dono della terra”.

Quella del brand non è solo una filosofia e un business ma è prima di tutto una missione, quella di portare i benefici degli oli essenziali al maggior numero di persone possibile, nel pieno rispetto della salute e della salvaguardia del territorio. Questo è l’obiettivo del Co-Impact Sourcing ® un codice con cui l’azienda si impegna a rispettare un insieme di regole per il sostegno e lo sviluppo del territorio e delle comunità coinvolte nella coltivazione delle materie prime necessarie. Mentre la Healing Hands Foundation sostiene le comunità con progetti specifici e mirati che riguardano soprattutto sanità, educazione e microcredito. Queste caratteristiche sono alla base del successo internazionale di questa realtà, dei suoi prodotti e delle sue pratiche, come il massaggio Aromatouch ® codificato e registrato da loro per una più efficace applicazione degli olii e un potenziamento della loro efficacia. Grazie a questo successo, cinque anni fa doTerra ® arriva in Italia, dopo una forte affermazione a livello europeo. Gli oli essenziali possono essere diffusi topicamente o aromaticamente, e ognuno può sperimentare l’effetto su di sé. Ad esempio le miscele che usa per affrontare e alleviare i problemi di ogni giorno sono Balance, Serenity e Peace che aiutano a ridurre l’ansia, Motivate e Passion che aumentano l’energia, Cheers e Citrus Bliss invece sono per il buon umore.

Lo sa bene Adele Diana, fondatrice del MOT Studios di Milano presso il quale ne insegna l’utilizzo nella pratica yoga. La sua filosofia personale l’ha sempre portata a privilegiare l’uso di rimedi naturali dove possibile e in questo senso l’aromaterapia è una delle discipline che recentemente si è più sviluppata: cosa c’è di più naturale di un olio estratto dai fiori secondo una tradizione che affonda le sue radici tra gli antichi greci?

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Suprema e Arturo delle Donne a Taomoda 2019

Il mare protagonista della storia dell’uomo: da Ulisse alle più moderne migrazioni le onde segnano da sempre il destino di chi decide di affrontarle. Così Arturo delle Donne con la sua mostra fotografica “Il mare non ha paese”, dal 12 al 21 luglio a Palazzo Ciampoli di Taormina, guarda al mare come spazio di un racconto senza limiti che inizia con Ulisse che scappa da Polifemo e finisce nello stesso mare al largo delle coste catanesi, trascorsi oltre 2000 anni, con l’attracco della Motonave della Marina Militare Diciotti carica di migranti, uomini che come Ulisse vagano tra alte e basse maree in attesa di un approdo sicuro.

Due i progetti che si intrecciano nel percorso espositivo: Racconti di mare che raccoglie pagine di romanzi marinareschi (Il vecchio e il mare, Moby Dick, La rivolta dell’Elsinore, L’isola del tesoro), piccoli diorama che lo stesso Delle Donne costruisce per poi fotografare; l’altro The same sea è il grande dittico fotografico sulle migrazioni contemporanee, le grandi navi affollate, Il viaggio di speranza dove anche la documentazione delle migrazioni contemporanee, le coperte termiche che sembrano accendersi sui ponti delle navi come segnali luminosi, oltrepassano la cronaca.

È un lavoro artistico dove moda e arte si intersecano e dialogano in un mondo immaginario dove il sogno l’immaginazione diventano realtà virtuale a 180^, con le riprese del produttore e regista Alessandro Parrello per la sua casa di produzione West 46th films (docufilm Matera 2019, Nikola Tesla The man of the future), che con i nuovi sistemi di ripresa e l’ausilio della computer grafica consente un volo immaginario all’interno del modellino, potendo così vedere, scegliere, commentare i capi di Suprema.

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Foss Marai, l’azienda vinicola leader nella produzione dello spumante e la sua forza

La chiamano «viticoltura eroica» e Carlo Biasotto, fondatore dell’azienda vinicola Foss Marai, la racconta così:

«Eravamo bambini e i nostri genitori ci ordinavano di andare a cogliere l’uva: quello era il momento del pianto, perché sapevamo quanto duro e pericoloso fosse il lavoro».
Terreno con pendenza di 45 gradi, impossibilità dei terrazzamenti, necessità di intervenire a mano limitando l’ausilio dei macchinari che rischierebbero di ribaltarsi: ecco perché il lavoro dei viticoltori nel Valdobbiadene viene detto «eroico». Tanto suggestivo è il paesaggio, con le colline che intrecciano infinite sfumature di colore, dal verde trifoglio al verde felce, quanto difficile è il domarlo da parte dell’uomo.

È nell’area Conegliano-Valdobbiadene, oggi diventata Patrimonio Unesco, che nascono i vini Foss Marai, grazie al rispetto del “disciplinare dei vini di origine controllata e garantita Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” atto alla piena tutela del prosecco, vino simbolo del Made in Italy di qualità, senza forzare le piante e il sistema di coltivazione.

Oggi la famiglia Biasotto, formata da Carlo e Adriana con i figli AndreaCristiana ed Umberto, continua la tradizione di rispetto del territorio che è nel DNA dell’azienda, nata nel 1986. È un modello agricolo dove il segreto è il saper fare, la competenza artigianale, la precisione e la cura con cui vengono gestiti processi selettivi e produttivi complessi, spesso lunghi perché basati sul lavoro manuale, e per questo dispendiosi: ogni compromesso rovinerebbe la qualità dell’esito.
Nell’utilizzo dei lieviti autoctoni e indigeni del prosecco, in particolare della zona del DOCG, la zona delle colline, sta il loro punto di forza. Una selezione accurata viene fatta dallo stato esterno dell’uva, la «pruina», una cera che ricopre gli acini; ce ne è una moltitudine di tipi, e grazie alla collaborazione con l’Università di Piacenza si è giunti alla cernita dei lieviti idonei a portare a termine la fermentazione alcolica: sia per i vini base, risultato della trasformazione primaria da mosto a vino, sia per la fermentazione in autoclave. Grazie a questi lieviti viene garantita l’unicità, la tipicità e la varietà dell’uva, e si è in grado di mantenere l’aroma originario che invece con utilizzo di lieviti commerciali si perderebbe, dando prevalenza agli aromi fermentativi anziché varietali.

In piccole fiale da chimico si mantengono i lieviti madre; ogni tre/quattro mesi va rinnovata la parte marrone di mosto aga e va presa una piccola porzione di lievito (la parte bianca), poi reinoculata in una nuova fiala; ad una temperatura di 35/37 gradi si attende la crescita per una settimana fino a quando la colonia di lievito è in buona salute, per poi porre la fiala in frigorifero per la conservazione, costantemente monitorata.
La meticolosità del processo è necessaria per controllare che non ci sia alcuna interferenza di batteri, dato che nel prosecco è importante mantenere freschezza e vivacità. Fiore all’occhiello di Foss Marai, in questo passaggio, sono gli strumenti tecnologici innovativi utilizzati: dalle macchine con laser infrarossi agli strumenti “enzimatici” per l’esame di alcol e zuccheri.

Se altri produttori utilizzano lieviti commerciali, selezionati perlopiù da multinazionali, spesso olandesi, Foss Marai sceglie e lavora in casa i propri lieviti da 20 anni, con una produzione di 20.000 bottiglie al giorno, per un totale di 2 milioni all’anno circa. Il risultato è un timbro particolare e unico, e in annate non particolarmente favorevoli si riesce, proprio grazie ai 30 lieviti autoctoni, a dare lo stesso risultato di annate più felici, con gli stessi aromi e profumi, riducendo al minimo gli scarti tra una vendemmia e l’altra.

Molte sono le riflessioni che sorgono conoscendo la storia di questa famiglia, che ha messo l’amore per il proprio territorio prima di tutto, che ha fatto diventare «lavoro» la vita stessa. Jean Giono, scrittore francese nato da una famiglia di origine piemontese, riassumerebbe il pensiero in una frase, presa dal suo saggio «Lettera ai contadini sulla povertà e sulla pace», scritto nel 1938:

«Non si può sapere qual è il vero lavoro del contadino: se è arare, seminare, falciare oppure se è nello stesso tempo mangiare e bere alimenti freschi, fare figli e respirare liberamente, poiché tutte queste cose sono intimamente unite, e quando egli fa una cosa completa l’altra. È tutto lavoro, e niente è lavoro nel senso sociale del termine. È la sua vita.»

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Gli occhiali must have per l’estate

Ammettiamolo, la stragrande maggioranza di noi, quando alle prese con il bagaglio per un week end estivo o per le tanto agognate vacanze, come prima cosa da portare prepara gli occhiali da sole. E non solo per una meta dove sarà chiaro che il sole ci potrà accecare con la sua prepotenza! Vuoi mettere certi riflessi della luce in montagna? E sia mai che fra un museo o l’altro di una metropoli supercool i nostri occhi soffrano per gli sgradevoli riverberi sugli specchi di un grattacielo! Poi, se una come Anna Wintour o uno come Brad Pitt non vanno da nessuna parte senza l’occhiale must have di stagione, perché dovremmo essere noi da meno?
Qui una selezione che potreste avere proprio ora. La parte difficile per voi sarà scegliere solo un modello!

 

SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO

Eleganza, modernità e raffinatezza definiscono un’esclusiva selezione di montature in acetato disponibili in una varietà unica di forme ecolori iconici. Il modello da sole sl 274 di design squadrato in strato lucido bianco con lenti grigie tinta unita.

GUCCI

Modello caravan anni ’80 dal design audace, definito da una costruzione in acetato sulla parte superiore e terminali delle aste allungati. L’abbinamento tra le nuance naturali e la finitura metallica è enfatizzato dalla decorazione guilloché ovale con il motivo GG, utilizzata anche sulla piccola pelletteria di Gucci.

BALENCIAGA

Nel modello Hybrid il design sportivo estremo si contrappone nettamente alle tradizionali forme classiche fissando le aste in gomma iniettata con logo Balenciaga realizzato al laser e smaltato ad audaci frontali in acetato. Frontale in acetato avana scurolucido, aste in gomma grigia/nera/ rossa con lenti marroni tinta unita.

ALEXANDER MCQUEEN

Modello pilot dalla linea elegante e intramontabile, caratterizzato da lenti sfumate e da una preziosa finitura smaltata in rilievo sulla barra superiore, intorno alle lenti e sui terminali delle aste. Il logo Alexander McQueen è inciso al laser su entrambi i lati per enfatizzare il design del modello maschile.

DOLCE&GABBANA

Gli iconici occhiali da sole Domenico sono accessori dall’eleganza senza tempo, in puro stile Dolce&Gabbana. Il modello è caratterizzato da linee squadrate, spessori importanti e dettagli metallici. Oltre al classico nero, gli occhiali Domenico sono declinati in raffinati acetati striati con i seguenti abbinamenti: marrone con lente marrone, grigio con lente marrone, blu con lente fumo fotocromatica.

BURBERRY EYEWEAR

Modello a mascherina con lente a doppia specchiatura esaltata dal logo Burberry in versione rinnovata.

RAY-BAN

Nel celebrare una tappa fondamentale della storia creativa del brand, quest’anno il Ray-Ban Wayfarer propone colori innovativi e lenti cristallo sfumato trasparente per un look all’insegna dell’espressività. La selezione cromatica include proposte pop luminose e varianti più discrete, con strati grigi, rossi, blu e marroni sovrapposti ad havana colorati per ricreare un look immortale.

VERSACE EYEWEAR

Modello da uomo caratterizzato da un’estetica avanguardista e futuristica. La mascherina glasant è abbinata a delle nuove lenti laterali, a un ciliare avvolgente in metallo flat e ad aste ornate da un motivo con logo Versace inciso a laser. La palette cromatica include due varianti: oro con lenti marroni a specchio oro o nero con lenti grigie e dettagli 

IZIPIZI 

La collezione FLASH LIGHTS, ci porta in un universo magnetico e ovattato dove l’artificiale diventa realtà. Un invito al sogno e all’incanto grazie all’incontro di colori vibranti e di forme rotonde, morbide e leggere, caratteristiche della marca e 7 nuovi colori inediti dai tratti arcobaleno futurista.

KYME

Occhiale da sole MAXIME con asta gold e lenti marroni effetto gradient.

SARAGHINA EYEWEAR

Le lenti rettangolari, ultrapiatte e la leggerezza del metallo sottile sono i tratti distintivi che rendono unico il modello Tommy. Il suo taglio deciso e grintoso li rendono un must have davvero maschile.

ESTIARA

Lenti con trattamento Chroma contro gli effetti della luce blu e protezione totale UV 400, con montatura realizzata in Amanite®, un nuovo innovativo polimero termoplastico in esclusiva per il brand.

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Pelle normale: come idratarla in estate

Tra tutte le tipologie di pelle maschile, quella normale è certamente la più diffusa e risulta la davvero semplice da gestire per quanto riguarda l’aspetto dell’idratazione quotidiana. Se questa stagione cercate delle buone soluzioni idratanti, leggere da portare ma allo stesso tempo sensoriali, ecco le novità da provare subito.

Augustinus Bader The Cream

Una formulazione leggera dalla texture impalpabile che idrata e leviga la pelle per ridonarle un aspetto giovane. Rughe e linee d’espressione sono minimizzate. Ideale nel nuovo formato da viaggio 30 ml.

LA MER Blue Heart Special Edition

Un prodotto ricco, nutriente e prezioso, ispirato dal potere innovatore del mare e realizzato con le alghe marine raccolte a mano, vicino alle coste dell’isola di Vancouver, in modo sostenibile. Una crema per veri collezionisti!

Vichy Mineral 89

Booster di Acido Ialuronico e Acqua Termale Mineralizzante di Vichy all’89% che rinforza la barriera cutanea, fortifica la pelle e la rende ogni giorno più resistente e rimpolpata.

Glam Glow MOISTURETRIP™ 

Questo prodotto contiene tre ingredienti chiave: l’olio di semi ricco di Omega di Canapa e chaga lenisce la pelle dallo stress e riduce i rossori, mentre l’acido ialuronico dona idratazione e cura la pelle disidratata.

Guudcure Urban Cream H24 

Crema viso anti-inquinamento con Zeolite che protegge la pelle da tutti i tipi di inquinamento, come smog, polveri sottili e fumo. Consigliata anche in piena estate grazie alla sua texture leggera e traspirante. 

Bullfrog Siero Idratante Anti Stress

Formulazione a base di estratti di canapa, capace di mandare in fumo lo stress e legalizzare in pochi gesti un aspetto rilassato e rigenerato.

Seventyone Percent Feel Good Crema idratante

La formula olio-gel di “Feel Good” garantisce un effetto idratante di lunga durata grazie all’aloe vera, che dona una sensazione di incredibile freschezza grazie alle sue proprietà calmanti.

Björk & Berries Deep Forest Face Mist  

Ideale per dissetare il viso e restituirgli idratazione, è un’acqua spray idratante con una miscela rinfrescante di acqua di foglie di betulla biologica e acqua a base di frutti ricchi di vitamine. 

SYS superfood 4 your skin

Con il suo estratto di fico d’India e probiotici vegani, rinforza la pelle ed è intensamente idratante. Ideale per pelli che tendono a seccarsi.

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L’arte del viaggio: Christian Pizzinini e Antonio Lodovico Scolari

I travel ambassador per l’Italia di Atelier Voyage, fondatori di Pizzinini Scolari Comunicazione, si raccontano a Manintown.

Come è nata l’avventura con Atelier Voyage?

C. Ho conosciuto Gerhard Gerhard Lindermeir e Gabriel D. Doucet Donida di Atlier Voyage presso il Rosa Alpina di San Cassiano sulle Dolomiti. Insieme abbiamo capito che condividiamo molte passioni per i viaggi tailor-made e non solo. I fondatori aperto da pochi mesi il loro atelier di Milano e noi siamo diventati i travel ambassadors per l’Italia.

A. Idem.

Come vedi l’evoluzione del mondo social legato al business travel?

C. Il mondo social legato al viaggio all’estero è già ben delineato.

A. La figura dell’influencer è molto legata alle opportunità. Pochi sono in grado di raccontare i luoghi e gli hotel, ma spesso cadono nell’autopromozione di se stessi.

Tre aggettivi per definirti.

C. Curioso, esteta, intraprendente.

A. Dinamico, alla ricerca di stimoli continui, indipendente.

Meglio partire ben organizzati o a occhi chiusi?

C. Meglio andare sul sicuro e affidarsi a un travel designer.

A. La figura del travel designer è in grado di strutturare il viaggio, non sempre costoso, sulla base di necessità e budget.

Valigia piccola o grande?

C. Un esperto viaggiatore riesce a partire abbastanza snello.

A. Spesso si esagera con cose in eccesso, ma meglio un capo in più che un acquisto last minute. E poi noi italiani sappiamo vestirci bene.

I tre viaggi del cuore.

C. Uno dei miei resort preferiti è l’isola di Jumby Bay ad Antiqua. In Italia un posto magico è il Capofaro a Salina, immerso nei vigneti di malvasia. Ed anche il Tyrol di Selva di Valgardena, un hotel di tradizione, dove soggiorni tra amici. 

A. Ladakh, piccola regione indiana ai piedi dell’Himalaya, stretta tra il Pakistan e la Cina. Le Maldive e il Venezuela con le sue isole spettacolari. Peccato che ora sia off limits, spero di ritornare a Los Roques non appena possibile.

La persona migliore con cui partire.

C. L’amico del cuore e il mio partner.

A. Preferisco viaggi con poche persone o anche da solo, trovo che sia un piacevole momento da dedicare a se stessi.

Quale sarà la tua prossima meta?

C. Cape Town in autunno.

A. San Francisco in ottobre.

Il viaggio del futuro…

C. Un safari in Sudafrica, una crociera sul Nilo, una puntata a Tel Aviv, un saluto a Lisbona, alla scoperta del Brasile.

A. La Mongolia.

Qual è una Spa o un Hotel che hai amato? 

C. La Spa dell’Alpina Dolomites Gardena sull’Alpe di Siusi e L’Aman Hotel di Venezia.

A. L’Hôtel Ritz di Parigi, prima della ristrutturazione.


Cosa non può mai mancare in valigia?

C. Un buon libro.

A. Un libro.

Tre accessori utili che metteresti in borsa.

C. T-shirt, occhiali, costume.

A. Camicia, occhiali da sole, costume.

Il mezzo preferito.

C. Aereo.

A. Aereo.

La città più bella al mondo.

C. Parigi, rimane sempre la più elegante.

A. Roma.

Dove ti vedi in un giorno lontano?

C. Continuerò a sognare come ho fatto finora.

A. Non lo so ancora di preciso, un’idea ce l’ho e vedrò di concretizzarla.

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Grand road 2019

Si è conclusa il 2 giugno la prima edizione del Grand Road Venezia-Montecarlo, la gara riservata a supercar moderne di tutte le marche costruite tra il 1982 e il 2019 e organizzata dalla Scuderia Mantova Corse. Dopo tre giorni di competizione e 1000 km percorsi, a trionfare è stato l’equipaggio composto da Davide e Matteo Penitenti (n.11), padre e figlio originari della terra di Nuvolari, al volante di una performante (640 hp) Mercedes-Benz AMG GTR: la coppia è stata in testa alla gara fin dalla seconda tappa, dimostrando grande capacità e abilità in tutte le prove.

Ha partecipato anche il nostro inviato Andrea Mazzucca, a bordo della sua auto da collezione Aston Martin Vantage N420. È la numero 235 di sole 420, un’edizione limitata caratterizzata da un elegante ma grintoso colore carbon black con muso frontale in silver a contrasto; un dettaglio ereditato dalla tradizione delle Aston Martin da competizione da cui deriva il modello N420. Basato sulla versione di serie da 4,7 litri, il poderoso V8 della N420 è in grado di erogare fino a 420 CV. Cerchi in lega a 10 razze e un abbondante uso di fibra di carbonio permettono inoltre un risparmio di peso di 27 kg. Ma non è tutto. Ad incrementare ulteriormente le performance di questo modello c’è lo Sports Pack, un pacchetto che include uno sterzo dalle reazioni più immediate, sospensioni più rigide e un sistema di scarico più sportivo. 

“La GranRoad è un’elegante fuga in perfetto stile italiano, con un tocco British grazie alla Vantage, in alcune delle strade e panorami più suggestivi al mondo: non avrei potuto immaginare niente di più perfetto” racconta Andrea, “ho provato un piacere di guida assoluto ed un grip eccezionale specialmente con i guanti The Bad One in black e suede rosso, che ho indossato per tutta la durata di quella che è stata un’indimenticabile passeggiata lungo le strade panoramiche che da Venezia, passando per passi di montagna e due laghi di assoluta bellezza ed eleganza come maggiore e Como.

Un percorso assolutamente unico, lungo il quale un meraviglioso e luminoso cielo di primavera mi ha permesso di apprezzare appieno le inconfondibili linee della GT inglese: quell’ armonia perfetta di forme e proporzioni che da sempre ritrovo nel design e nello stile di questa eccezionale auto.

Senza parlare della magnifica opportunità di guidare l’auto in circuito come quello di Monza, da sempre regno della F1 e la pista di Balocco.

Dalle prime luci del mattino al tramonto, l’obiettivo è stato quello di raggiungere la meta attraverso le prove di regolarità, certo 350km al giorno non sono pochi e all’arrivo si sentiva la stanchezza ma si vedevano nel gruppo emozioni che traboccavano, tutti arricchiti dal ricordo di giorni pieni di passione e piacere di guida.”

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Style and travel tips: Cape Town

State cercando cose da fare a Città del Capo che siano groundbreaking? Prendetevi un break dalle vostre metropoli. Poche città offrono  musei e spiagge e diversi tipi di shop come la capitale del Sud Africa.

Una fusione di Estetica Africana e Occidentale, tessuti, pelle e altri materiali, gemme e pietre preziose, omaggi alle impareggiabili culture locali. Lo shopping a Cape Town è un’interessante selection nella forma di fabrics, pellame e altri materiali. La capitale inoltre ospita grandi brand internazionali e convenienti mall dove si può godere della vista di baie mozzafiato dietro a grandi vetrate nei coloratissimi o minimal store sia di marchi emergenti sia internazionali, le boutique negli iconici quartieri come Long, Bree e Kloof.

The V&A Waterfront è lo shop più visitato che combina un design di cinque segmenti, un porto dirimpetto alla montagna Table. Disparate attività in e outdoor. Cosa si trova? Market, prenotare un viaggio in elicottero. Per lo shopping ( che in vacanza non fa mai male) acquistate da “Millionaire’s Mile”.Kat van Duinen è uno spot di lusso con una vasta sleezione di abiti di ottima manifattura dall’hint esotica. Quintessenza la produzione di piume etiche (come lo struzzo e materiali quali il pitone) che troviamo sulle handbag dal manico in bamboo.

In altri termini, versioni più economiche della Bamboo di Gucci. 2Bop è uno streetwear brand ispirato dalle macchine da sala da video giochi Arcade che hanno segnato gli anni Novanta in Sud Africa. Il nome nasce dallo slang impiegato per inserire la monetina necessaria all’avvio del gioco. Non mancheranno le sorprese in questa metropoli dall’animo selvaggio. Biglietto esoso a parte, non avete già voglia di partire all’avventura?

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Le vacanze si fanno in bici

Negli ultimi anni le vacanze attive hanno avuto un vero e proprio boom, così come la sensibilità crescente per il mondo green. La bicicletta è l’unione questi due  modi di intendere la vacanza e lo stile di vita sostenibile. Da qui nasce il cambiamento che ha portato alla crescente richiesta di mobilità dolce, e del turismo lento. «Il turismo attivo – spiega Giordano Roverato, editore di www.viagginbici.com – unito all’enogastronomia e al turismo culturale, rappresenta una importante opportunità per le nostre regioni o località.

Basta pensare che una recente indagine di Eurosport ha stimato per il turismo sportivo un valore complessivo di 800 miliardi di dollari, il 10% della spesa turistica globale. Di questi, il cicloturismo rappresenta un ruolo niente affatto marginale all’interno del più vasto fenomeno sportivo. Fonti internazionali come l’Adventure Tourism Trade Association affermano che quasi la metà delle entrate delle agenzie che si occupano di turismo d’avventura è derivato dalle vendite di viaggi in bicicletta o dai relativi servizi di viaggio». La stessa associazione stima che l’Europa, con 44 miliardi di euro di giro d’affari, sia il secondo mercato dopo gli Stati Uniti, per il turismo in bicicletta. Per tornare in Italia, malgrado la carenza di infrastrutture e servizi, le presenze cicloturistiche rilevate nel 2018 ammontano a 77,6 milioni di notti, pari all’8,4% dell’intero flusso turistico in Italia e nel quinquennio 2013-2018 le presenze dei cicloturisti in Italia sono aumentate del 41%. «Proprio per questo motivo – continua Roverato – stanno nascendo sempre più strutture anche di alto livello, come i www.luxurybikehotels.com che mettono a disposizione dei clienti servizi pensati per i bikers. Depositi per le bici, attrezzatura per le piccole riparazioni e così via. Il cicloturista è un turista che si vuole “godere” il meglio della vacanza attiva e quindi ricerca il buon cibo, il buon vino e dopo una giornata in bicicletta, non disdegna una Spa in cui ritemprarsi». Sono sempre di più le agenzie specializzate che si occupano di tutto quello che può rendere faticosa o problematica una vacanza in bici. 

Trasporto bagagli da un hotel all’altro, guida che accompagna il ciclista, furgone per eventuali problemi meccanici, massaggiatore e chef. Sono solo alcuni dei servizi che vengono messi a disposizione da queste organizzazioni pensate per coccolare il turista. I prezzi possono andare da poche centinaia di euro a diverse decine di migliaia per una vacanza di una settimana. A sfatare ulteriormente l’idea del ciclista uguale turista povero bisogna segnalare che le agenzie che propongono pacchetti superlusso, portando in Italia americani, inglesi, australiani e asiatici, hanno difficoltà ad accontentare la richiesta, per mancanza di strutture e servizi adeguati.«Esistono due grandi tipo di turista in bicicletta – distingue Roverato – il “cicloturista” in senso stretto, ossia quello che utilizza la bici come un vero e proprio mezzo per gli spostamenti e per vivere la vacanza green a tutto tondo. Poi c’è il “turista ciclista”, cioè il turista che durante la vacanza fa escursioni in bici o si dedica al ciclismo, per il quale la bicicletta è intesa soprattutto come mezzo per svolgere un’attività fisica mentre scopre il territorio». Entrando nel dettaglio delle due tipologie i recenti studi hanno stimato 21,9 milioni i pernottamenti che rientrano nel tipo cicloturista puro. Sono però i turisti ciclisti a fare la parte del leone con 55,7 milioni di pernottamenti per il 2018. In termini più semplici quasi la metà dei vacanzieri attivi fa un uso frequente della bicicletta per scoprire il territorio che li ospita. Questo “nuovo” modo di assaporare quanto ci circonda ha un impatto economico molto rilevante per le terre attraversate da questi flussi turistici. I consumi complessivamente generati da questa categoria di turisti sono stati stimati per l’Italia in circa 7,7 miliardi di euro. «Tieni presente – conclude Roverato – che escluso il viaggio e l’alloggio, la spesa media giornaliera del cicloturista si aggira sui 66 euro, mentre quella dei turisti ciclisti e si colloca intorno ai 76 euro. Questo sta a indicare con una certa chiarezza come i cicloturisti, sfatando il pensiero comune,  rappresentino un segmento esigente, attento alla qualità e ai servizi offerti e con buone possibilità economiche».

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Check-in

Foto: Davide Carson

Stylist: Stefano Guerrini

Grooming: Giuseppe Tamburrini

Stylist’s assistants: Davide Spinella, Francesca Minardi, Greta Tedeschi

Models: Baptiste Giannesini @Brave Models , Nicolas Cabral @Relatum Models, Harry Goodwins @Independent Models MGMT – I Love Models Management

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Brand to watch: Circled

Un viaggio all’interno del colore, concettuale e personale, unito all’eccellenza dei materiali e della produzione italiana. Circled si propone come nuovo brand street fashion che cela dietro le scelte stilistiche, semplici ed immediate, una profondità di pensiero inedita e non omologata. 

A partire dalla prossima SS ’20, si presenterà al mercato con un total look ispirato alle tendenze design europee, unite da un comune denominatore grafico, un grande cerchio colorato e da maxi loghi che ne delineano la forte identità.  Massimo Salvoni, fondatore del brand e  artista concettuale, declina i capi icona nelle infinite varietà del cerchio, la forma perfetta, ispirandosi all’artista statunitense Kenneth Noland, affiliato alle correnti dell’espressionismo astratto e del minimalismo. 

Raccontaci del tuo background professionale

Ho iniziato nel 2002 a Livorno, dentro allo Spazio Blu Cammello nel progetto “INSIDE OUT” a fare le mie prime idee artistiche. Nello stesso anno all’interno di un edificio storico, Palazzo Lanfranchi a Pisa, trasportai un metro cubo di sabbia bianca raccolta a Vada, piantandoci sopra un campo di 2000 spighe di grano.Iniziai così questo viaggio “artistico” che mi ha sempre liberato da ogni oppressione della quotidianità.

Una serie di altre esperienze e poi, come un fulmine a ciel sereno, arriva CIRCLED. Non pensavo che avrei trasformato alcuni cerchi di pietra che già avevo fatto in vari angoli del territorio, in pezze di tessuto e invece…

Inoltre mi sono divertito con “l’arte contemporanea”, ho liberato le mie idee partecipando a diverse mostre e ho corteggiato l’arte in tutto e per tutto. 

Come è nata l’idea del brand? e il nome?

Questa linea inizia dalla volontà di trovare un’identità immaginaria incastonata all’interno di una serie di colori nei quali riconoscere se stessi, creando così un grande cerchio, un grande occhio. Un luogo dove dare forma ai pensieri e alle sensazioni. Il cerchio ha una storia filosofica e scientifica che affonda le sue origini nell’antichità. Oggi l’idea si sviluppa e si declina nelle infinite varietà di questa forma perfetta. Alla fine degli anni ’50 Kenneth Noland, artista statunitense affiliato alle correnti dell’espressionismo astratto e del minimalismo, iniziava ad elaborare forme circolari dipinte su tela. Ispirandosi a questa esperienza, con l’ausilio di nuove tecniche e grazie alla rielaborazione di nuovi cromatismi viene trasferita questa forma interessante sulle maglie.

Come nasce e si sviluppa la collezione?

Oggi, forse più di ieri, si notano miscelazioni tra design, arte e fashion e la collezione non si sottrae a questa tendenza. CIRCLED è un brand che nasce con uno stile Pop e che va orientandosi verso l’Hip Hop. Diversamente da quanto è stato proposto nelle stagioni precedenti, la nuova collezione esalta principalmente il nome del brand, CIRCLED, impiegandolo come elemento grafico e decorativo sulle superfici. Il lettering viene usato a caratteri cubitali in alcuni capi, mentre in altri viene ripetuto in dimensioni ridotte ma all’infinito. I tessuti utilizzati richiamano principalmente lo street ma sono anche riconducibili al mondo sport.

L’importanza del colore e del messaggio legato a esso

I colori possono avere declinazioni infinite, così come infinite sono le loro interpretazioni. Il colore lo si usa anche quando non viene utilizzato. CIRCLED è colore.

Quali gli artisti per te più importanti del panorama attuale?

Anish Kapoor, Vanessa Beecroft, Wolfgang Laib, Christo, Ugo Rondinone, Loris Cecchini.

Il capo che ritieni iconico?

Decisamente la felpa con lettering della collezione SS 2020. Racchiude in se tutte le caratteristiche del marchio. Il lettering impresso in modo circolare (fronte/retro), la fascia bianca ad intarsio che avvolge il capo e l’icona simbolo del brand sul braccio.

I personaggi che vorresti vestire nel prossimo futuro

Mi piacciono le sorprese

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Profumi per l’estate

Le note fresche e acquatiche sono il must have che non deve mancare durante la bella stagione. Ci accompagnano tutte le estati, sono perfette per il giorno e sul lavoro  perchè rinfrescano le giornate che si fanno man mano più calde. Ecco le novità del momento.

Byredo Sundazed

Questa fragranza esprime l’invito ad un totale abbandono nel sogno dell’estate. In apertura note decisamente agrumate per poi passare al cuore di neroli e gelsomino d’Arabia con un fondo di zucchero filato e muschio.

Creed Virgin Island Water

La vivacità degli agrumi si addolcisce nell’incontro con conturbanti gelsomini indiani e fragranti ylang-ylang. Le emozioni veleggiano e si mescolano accarezzate dai fiori di Tiaré in un goloso crescendo di cocco, fino a giungere all’approdo dove i sentori di legni tropicali incontrano il vigoroso musk del Tonkino.

Floris Neroli Voyage

In testa note verdi e amare del neroli, corroborate dal connubio di limone e note marine. Il cuore della fragranza è avvolto dal gelsomino, reso frizzante da zenzero e semi di finocchio. Il fondo è profondo e complesso tra note di legno di quercia della Corsica e i più sensuali ambra e musk.

Dolce&Gabbana Light Blue Sun

L’iconica Light Blue Pour Homme è rivisitata con l’aggiunta di un tocco di freschezza e poi soffusa con il calore del sole. Un fresco cocktail di bergamotto italiano e di succoso pompelmo ghiacciato viene rinvigorito con un pizzico di zenzero vivace e speziato e con una fresca ondata di acqua marina.

Davidoff Cool Water Man Summer Edition 

Un frizzante accordo di mandarino, un cuore luminoso di menta che infonde freschezza e intensità al profumo e infine il fondo di legno di sandalo che aggiunge forza e mascolinità.

Ck Summer

La fragranza è caratterizzata da una freschezza decisa, espressione dell’energia dell’estate. Accompagnata da nuovo pack che richiama i colori vivaci e brillanti della pop art.

Trussardi Riflesso Blue Vibe

In testa accordi di rhum, davana e yuzu. Il cuore di geranio apre le porte della percezione alla nocciola e da lì si entra nel mondo incantato dell’artemisia. Nel fondo troviamo il cuoio italiano, legno d’ambra e tabacco che legano l’intera fragranza alla tradizione del marchio.

Terre d’Hermes

Costruito come un “odore verticale”, con un autentico gioco di paradossi: note amare e variegate di pompelmo e arancia, sentore opaco e freddo di silice, accenti briosi di pepe e bacca rossa, infine morbidi e voluttuosi cenni di cedro dell’Atlante.

Salvatore Ferragamo Punta Ala

Salvatore Ferragamo ha voluto racchiudere inPunta Alauncocktail ricco di tesori naturali italiani quali agrumi, fiori e legni pregiati. La fragranza è radiosa e incantevole, un invito a trasmettere vibrazioni positive.

Penhaligon’s Cairo

Un intrigante accenno di spezie, come lo zafferano e l’incenso che evocano l’atmosfera suggestiva della città de Il Cairo. La rosa damascena crea un cuore pieno e affascinante, l’aromatico cypriol e la morbida vaniglia sono accompagnati da un trittico di legni iconici.

Jean Paul Gaultier Le Male X Supreme

Le Mâle, tanto virile quanto sexy, è una fragranza che offre una visione anticonformistica della mascolinità. La lavanda, che richiama l’odore familiare del sapone da barba, è trasformata dalla sensualità della vaniglia.

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Beauty travel

Il viaggio è insito nella natura dell’uomo, una delle fonti primarie del sapere e suggestione fondamentale per l’epica classica e per tutta la letteratura. Il sostenitore del pensiero viandante e discepolo del nomadismo interiore e non, quando viaggia legge, quando legge viaggia anche con la mente, in perenne ricerca della domanda giusta che gli faccia capire quali sono le risposte che sta cercando. Il viaggio poi può essere inteso non solo in senso fisico ma anche in senso metaforico. Per ogni viaggio che decidiamo di intraprendere però ci sono compagni ideali.

Per un viaggio all’insegna della ricerca interiore possiamo meditare con la candela di Jo Malone London Black Berry &Bay: un’esplosione di succo di more che si fonde con la freschezza dell’alloro e di legni fruttati per creare un’atmosfera rilassante e contemplativa. 

Se il viaggio è verso mete assolate portiamo con noi il travel-kit Sun protection Reyna Natural Cosmetics. È composto da tre prodotti nel formato 100ml: Bio Sun protection spf30 uva +uvb, emulsione solare water resistant, arricchita con principi attivi anti età e antiossidanti. La presenza di acido ialuronico, aloe vera, cetriolo e olio d’oliva garantiscono alla pelle una protezione contro il foto invecchiamento. Dopo una giornata di sole, l’After Sun gel idratante dopo sole rinfrescante e lenitivo con Aloe Vera, cetriolo e Bisabololo. L’acido ialuronico associato all’olio di avocado rende la pelle compatta e luminosa, mantenendo a lungo l’ abbronzatura. Allo stesso tempo può essere utile come complemento un cuscino da meditazione da viaggio, gonfiabile a forma di mezzaluna come quelli di Samten. Per la doccia, Shower e Shampoo vi consiglio i prodotti a base di vitamina f, olio di mallo di noci, estratto di carota, echinacea e Nasturzio che aiutano a mantenere l’abbronzatura e donano ai capelli luminosità e idratazione. Per chi ha la barba il kit beard care di Gentlemen’s hardware, composto da olio per barba, balsamo e pettine di legno di pesco. E ancora l’olio da barba con aloe vera, olio di camelina e tè verde di Bulldog Skincare for Men per ammorbidire, idratare e condizionare la tua barba. Bulldog offre un’ampia gamma di prodotti (creme, detergenti, balsami, oli) studiati per le esigenze dell’uomo che combinano il meglio della natura con il meglio della scienza. 

Infine per il viaggiatore romantico suggerisco il Moleskine kit, composto dallo storico taccuino, una mappa del mondo, una penna e un’etichetta per il bagaglio. Come scriveva Charles Baudelaire:“ma i veri viaggiatori partono per partire, cuori leggeri, si allontanano come palloni al loro destino, mai cercano di sfuggire e senza sapere perché sempre dicono: andiamo! I loro desideri hanno la forma delle nuvole”.

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Tra onde e fiori

Eco-esploratore, neo-contadino, regista e waterman, Emmanuel Bouvet a 47 anni condivide con noi la sua vita tra gli oceani del mondo e il suo giardino segreto nell’isola di Maui, nell’arcipelago delle Hawaii. Una visione green.

Dice di essere che cittadino del mondo, cioè?

Amo la natura e il mare in particolare; e quindi ho un naturale desiderio di proteggerli. Sono ambasciatore per la Fondazione Race for Water: un catamarano a energia solare con una missione di scienziati che per 5 anni navigano gli oceani per studiarne l’inquinamento. Li abbiamo raggiunti sull’isola di Pasqua per raccogliere la micro-plastica che arriva sulle spiagge. Nella vita quotidiana cerco combattere la plastica. E non è facile! Sono ambasciatore di KnowledgeCotton Apparel, un marchio europeo pioniere in abbigliamento di cotone biologico con tracciabilità dei prodotti. Il loro stile cool ed elegante, poi, mi piace molto.

Ci racconta la sua giornata ideale a Maui?

Mi sveglio presto, verso le 5 e 30. Cerco di andare con Lou, mia figlia (13 anni) a fare surf un’oretta prima di portarla a scuola. Poi vado a lezione di yoga da mia moglie Carine, che insegna anche meditazione e condivide la mia passione per il surf. E così, dopo posso dedicarmi alla nostra piantagione di ninfee e ai nostri film. Se riesco, sul finire della giornata, faccio una sessione di windsurf o di foil, o andiamo a nuotare assieme alle tartarughe con Shadé, la più piccola (7 anni). Le piace molto! Mi godo l’oceano in diversi modi.

Com’è arrivato alle Hawaii ?

Sono arrivato da Parigi a Maui quando avevo 21 anni, per unire l’utile (uno stage di laurea in business school) al dilettevole (il windsurf). Per 10 anni con Carine abbiamo gestito un’agenzia di viaggi specializzata in soggiorni di surf. Poi, 15 anni fa, abbiamo comprato un’azienda agricola di ninfee e creato la Maui Water Lily Farm, senza avere grandi conoscenze di queste piante. Però il bisogno di connessione alla terra si faceva fortemente sentire.

E oggi cosa fa quando non coltiva i suoi fiori?

Viaggiamo con le figlie per la nostra serie di film The Green Wave. Dall’India all’arcipelago africano di Sao Tomé e Principe, dal Cile fino a Christmas Island nel Pacifico, o dalla Papua Nuova Guinea alla Colombia, l’idea è una: sensibilizzare all’ambiente e mostrare delle valide iniziative ecologiche, sempre scivolando tra due onde!

Com’è nata questa consapevolezza ecologica ?

Diventando padre è cresciuta in me la nozione di patrimonio e di trasmissione. Cosa lasceremo ai nostri figli? Poi, semplicemente come amante della natura, vedo è in pericolo quindi voglio proteggerla. E come surfista, vedo l’inquinamento sulle spiagge di tutto il mondo, anche in posti remoti come l’Isola di Pasqua.

Se il mare fosse una persona chi sarebbe ?

E’ la madre di tutti noi. Veniamo dall’oceano e viviamo sul “pianeta mare”. L’acqua ricopre il 71% della superficie terrestre. Noi esseri umani siamo fatti per il 71% di acqua. Coincidenza? Anche se c’è un legame materno, quasi carnale con l’oceano, c’è anche una paura nel senso animale, primitivo. Il mare è come una leonessa, capace di proteggere i suoi figli ma anche di castigarli. C’è bisogno di imparare a conoscerlo, leggerlo e soprattutto rispettarlo per sapere quando e come tuffarcisi dentro. Perché il mare puòessere un rifugio, luogo di benessere, o una tomba.

Quali sono le sue emozioni quando fa surf ?

Una grande comunione con la natura, che mi ricorda ogni volta che siamo un tutt’uno. Danneggiarla è farci del male. Sono sensibile al potere energetico del mare, alle sue virtù lenitive.

Quali sono stati i suoi viaggi più memorabili ?

La prima volta che sono partito è stato per accamparmi a 5 km dalla nostra casa di vacanza in Bretagna. E’ stato il primo viaggio che aveva il respiro della libertà e dell’avventura. “Adventure is around the corner”, come dicono gli anglosassoni! Ed è vero! Penso di non aver fatto altro da allora che ricercare questa sensazione di libertà, andando solo più lontano. Da giovane, il viaggio significa confrontarsi con il pericolo, come un rito iniziatico. Quando avevo 20 anni, con un gruppo di amici abbiamo deciso di raggiungere le isole Chagos, un mito per i navigatori, uno degli ultimi paradisi selvaggi. Sono accessibili solo in barca a vela dalle Seychelles. Abbiamo preso un catamarano di fortuna, senza moderni strumenti di navigazione. Ci sono volute 2 settimane, invece di una. La barca andava in pezzi. Siamo andati alla deriva per due giorni provando a ripararla. Imbarcavamo acqua nelle cabine. Dentro abbiamo dovuto montare delle tende. Alla fine siamo arrivati, stanchissimi ma felici. Scampati a un bel pericolo…

Che lezione ha tratto da questo viaggio pericoloso?

E’ stata un’esperienza bellissima. Sono d’accordo con Keyserling che dice che il camino più breve verso te stesso ti fa prima girare il mondo. Quindi continuo a girare! E’ anche un modo meraviglioso di incontrare la gente.

I suoi programmi attuali?

E’ appena uscito il nostro ultimo film, The Green Wave, girato in Colombia. Lo presenteremo al Festival du Film de Surf di Anglet (Biarritz), dal 10 al 13 di luglio. A giugno, saremo nella Polinesia Francese per girare un nuovo episodio.

Qual è il sogno che non ha ancora realizzato ?

Respirare sott’acqua e parlare le lingue di tutti paesi che visito.

Testo di Sabine Bouvet, Foto Pierre Bouras e Sabine Bouvet 

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In viaggio con Gin Mare

Sole, relax e tempo di qualità. Med Transfer by Gin Mare è un viaggio esperienziale nella cornice di suggestive località mediterranee, dalla Puglia al Salento fino a Barcellona. Fine ultimo del progetto, iniziato in terra pugliese nel mese di giungo e pronto ad espandersi a settembre tra Ischia e Procida, è quello di permettere ai partecipanti di far vivere i quattro pilastri del pregiato distillato spagnolo attraverso un’esperienza coinvolgente e rilassante tra: Climate, Escape, Gastrononomy e Lifestyle. Un viaggio unico, ideale per i fedeli clienti del prodotto e anche per tutti i curiosi che hanno voglia di vivere tre giorni di puro relax coccolati da buon cibo con freschi drink abbinati.

Al format globale di Med Transfer hanno aderito diversi paesi europei come Germania, Spagna, UK e Olanda. Gin Mare non è un semplice distillato ma porta con sè storia, profumi, sapori che lo rendono unico. La sua freschezza aromatizzata ai sapori del mediterraneo è data dal Timo greco, dal Basilico made in italy, dal Rosmarino turco, dagli agrumi spagnoli e dall’Oliva Arbequina, le sue botaniche distintive.

Med Transfer è sicuramente un’iniziativa interessante dove si esplicitano i valori del Brand e rendono Gin Mare, tra un pranzo in barca e un cocktail al calar del sole, molto più di un ottimo distillato.

Abbiamo avuto il piacere, nella splendida Masseria dei Potenti di Manduria – Puglia, di immergerci nell’experience. Con il workshop “Foraging ed erbe Mediterranee” a cura di Valeria Mosca e Stefano Tosoni siamo andati a toccare con mano alcuni degli ingredienti tipici di Gin Mare, scoprendo inoltre tecniche e curiosità sulla disciplina. Tra un cocktail e deliziose specialità locali passiamo ad un altro incontro quello sull’olio d’oliva con: “Olio d’oliva, viaggio fra tradizione, cucina e miscelazione” a cura di Ezio Canetti, brand ambassador di Gin Mare, Savino Muraglia, managin director di “Frantoio Muraglia” e Luciano Matera, patron del ristorante “il Turacciolo”.

Durante l’esperienza è possibile, inoltre, degustare diverse proposte di cocktail unici abbinati ai raffinati piatti che gli chef proporranno per l’occasione.

Giusto un esempio: il Savoir Fresh, a base di Gin Mare, Liquore Salvia e Limone, sciroppo al gusto di vaniglia, succo lime e una foglia di salvia viene abbinato al delicato piatto di Triglie agrumi e lampascioni.

La prossima tappa sarà dal 13 al 15 Settembre tra Ischia e Procida. Con Med Transfer non si rimane mai fermi, è un viaggio nel viaggio, si partirà il venerdì a pranzo da Napoli per poi passare alle splendide isole dell’aricpelago campano.

Sul sito è possibile prenotare il proprio posto a pagamento, visionare il calendario, scoprire di più sull’iniziativa e il programma dettagliato. Attenzione, posti limitati. Non vi resta che rimanere sintonizzati sulle piattaforme social di Gin Mare e Compagnia dei Caraibi, dinamico player che distribuisce e importa sul mercato soft drinks e distlilati tra cui anche il nostro Gin Mediterraneo.

Foto: Tony Castrovilli

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Travel design su misura: i viaggi fatti ad arte di Atelier Voyage

Nei loro spazi di Milano abbiamo incontrato due vera gentleman, Gerhard Lindermeir e Gabriel D. Doucet Donida che nel 2017 hanno fondato Atelier Voyage una realtà unica nel suo genere per chi ama il viaggio all’insegna della scoperta e dell’amore per l’arte, il design, la cultura e il bien vivre. Gerhard e Gabriel studiano e disegnano insieme ai loro clienti vere esperienze su misura, un viaggio dentro il viaggio. La loro è una storia di grande passione in cui hanno unito le loro competenze differenti per creare un nuovo concetto di travel boutique agency.Gerhard è nato nel turismo, suo zio aveva una compagnia di omnibus per viaggi dalla Germania alla Spagna e per questo motivo è stato molto coinvolto sin da giovane nel mondo dei Tour Operator. Gabriel, invece, ispirato dagli anni trascorsi a Roma, è entrato alla facoltà di Architettura in Canada. Dopo i due master in Belle Arti e Performance Studies Gabriel ha lavorato come architetto ad Ottawa e a Toronto, dove ha aperto due gallerie d’arte ad Halifax e Montreal in Canada, per poi diventare “Curator in Residence” alla Saidye Bronfman Centre for the Arts di Montreal. Nel 2006, si sono incontrati per puro caso a Florianópolis in Brasile aprendo due locali a 100m di distanza uno dall´altro! Da lì, un anno dopo, si sono ritrovati a Düsseldorf per creare Atelier Voyage, un mix tra Arte (Atelier) e Viaggi (Voyage).

Come è nata la vostra passione per il viaggio?

Gerhard:  È un insieme particolare tra passione e conoscenza approfondita del viaggio, con un amore per l’architettura, il design e l’arte. Dal 2007, Gabriel ha voluto intensificare le sue esperienze di viaggi “long-haul” (a lungo raggio ndc) per meglio informare i nostri clienti sperimentando viaggi ed esperienze speciali in Giappone, Sud Africa, Cina, Bhutan, Nuova Zelanda, India, Maldive, e altre infinite destinazioni.

Quali i vostri artisti e designer di riferimento e ispirazione?

Gabriel:  Nel panorama degli artisti abbiamo gusti particolari, ma fra i nostri preferiti ci sono molti nomi nell´arte moderna o contemporanea, al di là dei grandi e ormai noti a livello internazionale come Cildo Meireles, Kiki Smith, Pipilotti Rist, Günther Uecker, Antoni Tàpies, Niki de Saint Phalle e gli ultimi lavori grandiosi di Cy Twombly. Con Atelier Voyage siamo diventati partner esclusivi di BMW Art Journey ad Art Basel in Hong Kong e Miami. Questo progetto include talenti più giovani come Broken Fingaz, Zac Langdon-Pole, Max Hooper Schneider e artisti canadesi come Attila Richard Lukacs, Chris Curreri.  Come designerammiriamo sempre l´esuberante e teatrale Philippe Starck e nel mondo del graphic design e art direction talenti come Neville Brody e Roman Cieslewicz, senza dimenticare il grande Franco Albini e altri designer italiani degli anni Sessanta, come Marco Zanuso, Franca Petroli, Claudio Salocchi, che hanno influenzato lo stile del nostro ufficio qui a Milano.

Come è nato il progetto di Atelier Voyage?

Gerhard e Gabriel:  Abbiamo avuto l’ispirazione di coinvolgerci completamente nel mondo dei viaggi, per chi ricerca i posti meno noti, ma sempre con una sensibilità verso la cultura, l´arte al di là del turismo di lusso.

Come sviluppate le vostre travel design experience?

Gerhard e Gabriel:  Nasce tutto dalla relazione intima con il cliente. Guidiamo i suoi desideri verso le migliori destinazioni e segnaliamo degli “hot spot” culinari, culturali, eventi e gallerie (sempre nei centri urbani), arrivando a suggerimenti di libri o film da vedere in preparazione al viaggio. In questo modo si può pianificare tutto in ogni dettaglio con l’obiettivo di soddisfare le aspettative più alte. 

Come sta evolvendo il mondo del travel?

Gerhard e Gabriel:  Al momento si cercano sempre di più le destinazioni particolari, dei veri scoop in luoghi non ancora troppo sfruttati (tipo l’isola di Taketomi nel sud del Giappone, le isole del Mozambico o la quinta valle del Bhutan, per esempio) o luoghi di benessere che sanno come curare il corpo, ma anche la mente e lo spirito (Kamalaya in Koh Samui, Thailandia, Malibu Ranch in California, USA, etc.).

Le vostre partnership e i travel ambassador

Gerhard e Gabriel:  Stiamo sviluppando in primis rapporti umani e di lavoro con alcuni lifestyle partner (St Barth, Tanya Heath Paris, che sono brand beauty e moda) e anche con gruppi alberghieri internazionali (Four Seasons Preferred Partner, Belmond Bellini Club, Mandarin Oriental Fan Club, Peninsula Pen Club, Relais & Châteaux 5C Club, etc.). Finalmente, in Germania come in Italia, abbiamo sviluppato un network attraverso gli Atelier Voyage Travel Ambassador che diffondo il nostro brand, un concetto vincente per noi dal 2008. In Italia i nostri Ambassador sono Antonio Lodovico Scolari e Christian Pizzinini, veri conoscitori del mondo travel, che incarnano perfettamente quel lifestyle fatto di dettagli, attenzioni e luoghi non convenzionali in cui ci rispecchiamo.

Le destinazioni e luoghi che consigliate

Gerhard e Gabriel:Come hotel o esperienze, ne abbiamo più di 5000 da scegliere, come ad esempio la Co(o)rniche Pyla-sur-mer in Francia, La Flâneuse du Nil (crociera) in Egitto, il nuovo Hotel Fasano Salvador in Brasile. Quanto alle SPA e Wellness Destination da non perdere è Ananda sull’Himalaya in India o Schloss Elmau in Bavaria. Infine per quanto riguarda i ristoranti, sono informazioni preziose per noi che riserviamo solitamente ai nostri clienti speciali. Per nominarne due qui in Europa, vi consigliamo 7132 Restaurant Silver Vals in Svizzera o Le Grand Véfour a Parigi.

Il viaggio più strano che avete fatto

Gerhard e Gabriel: Abbiamo organizzato un matrimonio sulle isole del Mozambico, raggiungibile solo con elicottero, con la richiesta specifica di una notte magica di luna piena sulle spiagge deserte durante la cerimonia per un gruppo di familiari e amici. 

Quando partite cosa non può mancare nella vostra valigia?

Gerhard e Gabriel: Al di là del costume da bagno, c`è sempre un libro tascabile, un quaderno e il nostro Kit Samsonite della HostLab personalizzata per Atelier Voyage, con tutto il necessario: maschera per dormire e i prodotti cosmetici della Linea St Barth.

Come concepite e arredate i vostri spazi/uffici in giro per il mondo?

Gerhard: Siamo sempre  influenzati dal luogo in cui ci troviamo e ci collochiamo sempre in edifici di inizi Novecento. Dopo Düsseldorf e il suo “white space” gestito dal 2007, il nostro Headquarter a Monaco di Baviera fu concepito con atmosfera Jungendstil e accenti di Nils Holger Moormann e Philipp Starck, più formale ma guardando all´idea del Club Lounge, con zone salotto per il relax e per il bar. Abbiamo poi avuto la fortuna dal 2011 a Monaco di Baviera di lanciare la cooperazione con Linea St Barth e creare uno spazio benessere. Adesso si è aggiunto dal 2016 anche l’osteopata e il fisioterapista Sergius Werner. A Milano, abbiamo scelto di creare uno spazio colorato che rifletta lo spirito e il design di questa città, con dettagli e arredi italiani degli anni Sessanta. Certamente, poiché Gabriel è architetto laureato e artista nel cuore, lascio a lui la progettazione di ogni ufficio.

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Hotel destinations: il nuovo Fornace Suites Firenze

Nello straordinario quartiere di San Niccolò che ha conservato la sua atmosfera medievale, ricco di negozi artigianali, gallerie d’arte, ristoranti e caffetterie, a un passo dal Ponte Vecchio, scopriamo il nuovo Fornace Suite, un boutique hotel di sole sei suite completamente personalizzate che raccontano la storia dell’arte italiana. Donatello, Cellini, Bernini, Canova, Michelangelo, Ghiberti sono i nomi dei sei appartamenti dal design contemporaneo arredati con la massima cura del dettaglio ad opera dello studio Archea Associati .

Gli arredi, interamente disegnati dallo studio fiorentino con un progetto custom-made, variano da stanza a stanza per impreziosire ogni suite di vividi contrasti o morbidi ton sur ton.   

La suite Ghiberti, unico monolocale dell’intera struttura, è caratterizzata da finiture in corten e raffinati pannelli con decorazioni materiche. La suite, collegabile a quella adiacente, si trasforma facilmente in un grande appartamento che può accogliere fino a 6 ospiti.

In Donatello l’ottone è l’elemento distintivo, una nuance che si abbina perfettamente ai toni dell’acqua marina che caratterizzano gli arredi conferendole un aspetto prezioso e ricercato. 

Michelangelo ha un cuore in ferro, uno scrigno/libreria che accoglie la sala da bagno posta al centro dell’ambiente e che separa lo spazio notte da quello giorno. Una piccola terrazza si espone a nord come la prua di una nave offrendo un incantevole scorcio sulla via.

Le tonalità dell’autunno contraddistinguono la suite Cellini: la libreria-boiserie e le raffinate note dell’acciaio corten, utilizzato nelle finiture, donano all’ambiente il calore della terra toscana stemperato soltanto dai raffinati toni cerulei dell’arredo.

Al secondo piano dal lato del fiume Arno la suite Bernini ci accoglie con la luminescenza dei toni dell’ottone che contrasta amabilmente con la raffinatezza del grigio cemento di cui sono tinteggiate le pareti e i pavimenti. L’ampio specchio a tutt’altezza che pervade la camera da letto riesce ad amplificare ancor più il raggiante riverbero dei colori. 

Ferro e legno, toni freddi e toni caldi investono la suite Canova conferendole, grazie ai loro contrasti materici ed emozionali, un’atmosfera domestica e raffinata. Il bagno completamente pervaso dal colore grigio è dotato di apparecchi in ceramica opaca ton sur ton che completano la multi-sensorialità dell’esperienza tattile. 

Foto: ©Pietro Savorelli

In copertina: Neri Casamonti

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Il re di Instagram: Gianluca Vacchi

Per chi non sapesse (come fate a non saperlo?) chi è Gianluca Vacchi, vi invitiamo a dare un’occhiata al suo profilo Instagram che vanta ben 13 milioni di followers. Quest’anno a maggio gli è stato dato il GRAND PRIX ai World Bloggers Awards a Cannes. WBA è la prima cerimonia al mondo per i migliori blogger. Gianluca Vacchi era una delle star nominate quest’anno e ha visto il premio più importante.

Appena entra nella lobby del bellissimo Four Season Downtown, capiamo dal suo sorriso contagioso e dalla sua immensa energia che sarà sicuramente un’intervista piacevole e divertente. L’influencer cinquantaduenne è diventato famoso per il suo lifestyle “sempre alla ricerca del sole”, come da lui definito, la sua abilità nell’essere fit e la sua voglia di reinventare se stesso come DJ e produttore musicale. Ha collaborato con Luis Fonsi e Yandel, è comparso nel video di J Balvin “Mi Gente” e solo da pochi anni ha intrapreso una nuova carriera come DJ nei club più famosi in giro per il mondo.

Se fossi un personaggio storico.. chi saresti? e perchè?

GV: Cesare o Attila.

MT: Perché Cesare? e perché Attila?

GV: Perché mi piace pensare in grande e conquistare. Voglio conquistare il mondo e raggiungere obiettivi che mi sono imposto come una consistente misura dei miei talenti. Sto bene con me stesso quando so che sto utilizzando tutti i talenti che mi sono stati donati. Sto bene anche quando so che ho sfruttato al meglio uno dei pilastri fondamentali della mia vita: il tempo. Mi piace pensare che ci dovrebbe anche essere quell’istinto animalesco in ognuno di noi, qualcosa di quasi primitivo.

Mare o montagna? La tua destinazione preferita

GV: Entrambi. Mare e montagna. Ero uno sciatore professionista a Cortina. Sciare è stata la base per creare il mio istinto competitivo. Amo molto anche il sole. Direi che il mio lavoro ora è di “inseguire il sole”. Sto scherzando, ma amo molto entrambi.

MT: Se dovessi scegliere una destinazione oggi, dove andresti?

GV: Non posso stare in un posto dove non c’è mare o sole. Probabilmente sceglierei Los Angeles per il tuo ambiente creativo e per il tempo. Ho una casa a Miami e mi sento appagato quando sono lì. E’ un posto che rispecchia la mia personalità. Vi sono molti latino americani che io adoro.

Parliamo un po’ di moda. Quali sono 3 accessori o capi di cui non puoi fare a meno?

GV: Sicuramente jeans, t-shirt e uno smoking.

La curiosità di molti è: Su cosa si basa realmente la tua carriera?

GV: Sono sicuramente un imprenditore nel cuore. E’ parte del mio DNA. Ho ancora una azienda di cui possiedo le azioni e sono uno dei direttori. Sto pensando a cosa fare tra due o tre anni, ma non so ancora.

Come sta andando la tua carriera da DJ?

GV: Sta andando molto bene.

MT: E’ appena uscito un tuo nuovo singolo giusto?

GV: Si. Produco molto e mi piace essere un direttore musicale, non uso software come fanno molti giovani DJ. Ho molte idee, quindi do il mio tocco alle melodie che uso. Fino ad ora ho suonato in location stupende in giro per il mondo.

Sei considerato una star del web, come influenzano la tua vita i social?

GV: E’ una domanda delicata. Viviamo in un’era in cui c’è una vita reale e una virtuale, poi ci sono persone che separano la loro vita virtuale da quella reale e rappresentano se stessi diversamente in entrambe le vite. Ad esempio, se noi facessimo una foto qui e diciamo che siamo a Sydney, nessuno direbbe nulla. Ci crederebbero. Puoi fare successo solo se la vita reale e la vita virtuale coincidono. Devi mostrare ciò che realmente sei. Non mi sento influenzato, ho sempre vissuto così anche 20 anni fa..

Gianluca Vacchi: eccentrico o estroverso?

GV: Probabilmente entrambi, ma sicuramente anti-borghese. La borghesia tende ad imporre rispettabilità e conformismo come modi di vivere e non supporto questa idea.

Che consiglio daresti a coloro che vogliono avere successo nel mondo dei social media?

GV: Che sia nel mondo dei social media o nella vita reale, se non hai talento, non puoi avere successo. Non devi inventare nulla di speciale per farcela. Credo tu abbia successo sui social quando hai successo nella vita. Essere almeno un po’ anti-conformista è importante, così come lo è sognare in grande. Non vi è successo virtuale se non c’è successo reale.

Quanti tatuaggi hai?

GV: Probabilmente più di 120.

MT: Sono tantissimi. Ci diresti qual è il più importante e perchè?

GV: Sicuramente il ritratto di mio padre. Ogni tatuaggio ha il suo significato ed è collegato a qualcuno o qualcosa di importante nella mia vita. Per esempio uno è il frammento di una lettera scritta da un amico, un altro è il ritratto di mia zia.

Le città o location che sono fonte di ispirazione per te

GV: Sicuramente New York, che è un posto incredibile. Una città elettrica, che ti entra dentro e ti fa sentire vivo. Anche se la amo molto, non riesco a stare molto a NY perché è come se il tempo scivolasse dalle mani. Si muove tutto così velocemente.

Cosa ha in serbo il futuro per Gianluca Vacchi?

GV: Il prossimo step per me è iniziare una terza vita. Nella mia prima vita ho lavorato come imprenditore, nella seconda sono diventato un DJ, nella terza potrei diventare attore. Vedremo. Il segreto sta nell’essere aperto e reinventarsi sempre.

Siamo stati piacevolmente interrotti da un fan che entra nella lobby. Un gentiluomo che lavora nella Borsa di NY che si avvicina e chiede un selfie a Gianluca. Si può leggere felicità nei suoi occhi, la felicità di un fan che incontra il suo idolo dei social media. Ha inoltre confessato di essersi fatto crescere la barba per imitare quella di Gianluca e che ama ballare a ritmo della sua musica. Proprio in quel momento siamo spettatori del potere di essere un influencer. Decidiamo di lasciarci in questo modo e con un sorriso e molto ottimismo, auguriamo a Gianluca Vacchi una terza vita di assoluto successo. (ndr)

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Roberto De Rosa: benvenuti nella mia social suite

La parola social, secondo l’influencer dal cuore partenopeo è ricca di significato, soprattutto per il suo lavoro che lo porta costantemente in giro per il mondo. Quello di Instagram del resto è un sistema che cambia di giorno in giorno e che gli ha permesso di concretizzare le sue passioni tra cui quella per la televisione, dove prossimamente lo vedremo nel programma Music Experience su VH1.

Intanto lo abbiamo incontrato nella suite 311 dello splendido Townhouse Duomo di Milano, dove ci presenta il suo nuovo format, la #rdrsocialsuite, un’esperienza lifestyle unica per far vivere ad amici ( e prossimamente anche ai follower più affezionati) una pausa di totale relax in un contesto davvero speciale. Sorseggiare un bicchiere di champagne con vista sul Duomo avvolti dalle fragranze sensoriali di Jo Malone insieme ad un trattamento nelle mani esperte di Orlane. A chi non dispiacerebbe?

Come nasce l’idea di una social suite?

Per lavoro ho la fortuna di visitare le suite più belle degli hotel che mi ospitano in tutto il mondo e mi piaceva l’idea di far vivere agli amici più cari un momento speciale a Milano, città che amo davvero tanto e che mi ha accolto calorosamente sin dall’inizio del mio percorso.

È un format che ripeterai?

Si certamente, ho già in mente il nuovo evento che si terrà in una location da sogno il prossimo Settembre e mi piacerebbe coinvolgere anche qualcuno dei miei follower più affezionati.

Il lato migliore e quello peggiore dei social secondo il tuo punto di vista da “addetto ai lavori”

I social mi hanno permesso di conoscere persone di tutto il mondo, aprire la mente e vivere esperienze di vita incredibili. Il lato negativo è che ci possa essere una scadenza per tutto questo, del resto è un mondo in continua evoluzione. Nonostante io ami questo ambiente, trovo importante prendermi regolarmente dei momenti di pausa dai social, per vivere a pieno i rapporti umani un po’ come ho provato a fare con questo format, dove sono riuscito ad incontrare dal vivo gli amici che non vedevo da tempo.

A breve ti vedremo nuovamente in tv, puoi svelarci qualcosa di più?

Sarà un’esperienza diversa da quella precedente, mi vedrete in una veste inedita e il tema centrale sarà la musica. Non vedo l’ora!

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Beauty tips: il travel kit del viaggiatore

In estate più che mai, soprattutto dopo e durante i voli aerei intercontinentali è utile avere con sé un kit di sopravvivenza per la pelle. Sono tutti prodotti che occupano poco spazio, ma ideali per contrastare la disidratazione. Dall’acqua termale spray ai patch per il contorno occhi, dalla crema idratante al balsamo per le labbra, senza dimenticare un buon filtro solare se ci esponiamo al sole. Ecco gli alleati vincenti da portare in tutte le destinazioni.

 

Acqua di Parma Barbiere Maschera viso all‘argilla 

Il perfetto completamento della routine di cura della pelle. Una maschera arricchita con argilla naturale, carbone vegetale, olio di sambuco e olio di limone. La sua formula ad alto potere purificante specifica per la pelle maschile, restituisce luce e compattezza con un effetto opacizzante. 

Rilastil Man Gel barba

Arricchito con vitamina C e acido ialuronico, consente di prevenire la secchezza cutanea e di contrastare lo stress ossidativo, attenuando la formazione delle rughe e dei segni del tempo. È consigliato per pelli sensibili e facilmente irritabili e si può usare anche come detergente per il viso.

Wilkinson Xtreme 3 Ultra Flex

Tre lame 100% flessibili per una rasatura precisa e confortevole. Grazie alla tecnologia Pivot Ball, questo rasoio si adatta perfettamente a tutti i contorni del viso. La piastra lubrificante arricchita con aloe vera e vitamina E regala un maggiore comfort insieme anche al manico ergonomico.

Boy de Chanel  Le Baume à Lèvres 

Un balsamo labbra che garantisce otto ore di idratazione, protezione, morbidezza, comfort, opacità. Uno stick ricco di olio di jojoba, burro di karité nutriente e di un derivato della vitamina E dalle proprietà antiossidanti. 

Caudalie Eau de Beauté 

Composta al 100% da ingredienti di origine naturaleè ricca di oli essenziali per un effetto anche aromaterapico. Contiene benzoino e mirra rigeneranti, fiore d’arancio addolcente, uvae rosa illuminanti, rosmarinoastringente, melissa ementa stimolanti.Ideale in aereo, per proteggere la pelle dalla disidratazione, nelformato ready-to-go da viaggio.

Filorga Optim-Eyes Patch 

Maschere monouso specifiche per il contorno occhi. La vitamina PP con un derivato del lievito facilita la microcircolazione per un’azione antiocchiaie. Il fiordaliso e l’hamamelis hanno un’azione drenante, decongestionante e antiborse.Il gel di carragenina idrata e leviga la zona con un’azione antirughe.

Clarins Fluido Solare Minéral

Un pratico formato to go che rende ideale questo fluido solare ad alta protezione e antiossidante per zone sensibili o molto esposte al sole. La texture è leggera e fondente, con finish asciutto.

Comfort Zone Water Soul SPF30

La formula dalla texture leggera e scorrevole protegge efficacemente la pelle mantenendola morbida e idratata. Ideale per chi pratica sport acquatici.

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10 camicie per l’estate

Stampe colorate, lino monocolor e le ultime novità dalle fashion week. Abbiamo selezionato per voi le 10 camicie più fresche e cool dell’estate da indossare per un cocktail in spiaggia e on the-road durante le vostre vacanze estive.  Il tutto all’insegna della freschezza per affrontare con stile anche le giornate più calde.

Kapital

Diverse sfumature di arancio si mixano assieme con le estive patchwork di più bandane, ormai un must estivo da un paio di anni a questa parte.

Polo Ralph Lauren

Delicato e intramontabile, il Lino è il tessuto per eccellenza delle stagioni calde e, insieme al celeste pastello, da vita a un connubio di eleganza e classe.

Prada

Per chi non vuole passare inosservato e giocare con le fantasie e i colori. Provocanti e appariscenti, le camicie dell’estate 19’ di Prada sono un inno alla creatività in più, in diversi store del mondo tra cui anche Milano, potrete creare il vostro mix preferito con l’iniziativa made to measure.

Acne studio

Oversize ed elegante, ricca di tenui e pacati colori che richiamano l’Antartico in chiave topografica il tutto all’insegna dei colori pastello. Dalle sfumature del verde ai tocchi di rosso e giallo.

Zegna

In pregiata tela di cotone giallo girasole con stampe nautiche sparse. Maniche corte e collo cubano, senza bottoni e con una zip comoda e pratica.

Canali

Pregiato lino ed elegante tinta color corallo.

Missoni

Uniche ed evergreen, le iconiche stampe multicolore Missoni sono sicuramente delle ottime compagne per la vostra estate, tra il fresco cotone e il rayon.

Msgm

Fantasia mista che richiama le temperature hawaiane e la città, il tutto contornato da vistosi e accessi colori, palme e rondini in volo.

Ambush

100 sfumature di tramonto in una camicia, una magica fantasia della quale è facile innamorarsi.

Lacoste

Azzuro e blu notte sono i colori che Lacoste usa per la sua camicia dai tratti tropicali-notturni. Le diverse e intense tonalità cromatiche, tendenti ai colori forti, la rendono un capo perfetto anche per la sera.

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Da volto tv a influencer: Claudio Sona

A qualche anno dalla fine della sua prima esperienza televisiva come tronista a Uomini e Donne, incontriamo Claudio Sona, classe 1987 e veronese doc. Dopo aver ripreso in mano la sua routine quotidiana, oggi coltiva nuove passioni insieme all’attività di influencer che gli permette di esporsi nella misura in cui desidera, senza lo stress eccessivo della tv. Adesso preferisce concentrarsi sui rapporti veri, tenere per se le sue fragilità e ritagliarsi i suoi spazi per riflettere.

Cosa ti ha lasciato e cosa ti ha tolto l’esperienza televisiva a Uomini e Donne?

Mi ha lasciato molti bei ricordi, come tutte le nuove esperienze mi han insegnato tanto ma allo stesso tempo mi ha tolto la privacy ed è stato difficile gestirlo perché prima di allora non ero mai stato così tanto esposto davanti ad un pubblico. 

Come è cambiata invece la tua quotidianità?

Nonostante la popolarità, ho cercato di mantenere la mia quotidianità continuando a portare avanti il mio bar, attività che avevo iniziato precedentemente al programma ma che a breve giungerà al termine. Ho deciso infatti di venderlo perché ho voglia di nuove esperienze, andare all’estero e investire sulla mia formazione.

Grazie alla tua attività di influencer stai viaggiando molto, alcune mete che ci consigli di visitare?

Partirei con Cuba, il mio ultimo viaggio che mi ha lasciato davvero stupito.  Mi è piaciuto molto il cibo e mi hanno colpito le loro usanze. Spaziando in un’altra dimensione nomino le Maldive, un paesaggio unico perfetto per chi cerca una dimensione di totale relax.  Concluderei con la Thailandia (Bangkok e Golden Triangle) e  poi l’India. Di questi luoghi mi piace soprattutto l’aspetto spirituale.

Il tuo luogo del cuore di sempre invece?

Amo l’Italia e la mia città Verona perché  è a misura d’uomo e tutto è raggiungibile facilmente, ma allo stesso tempo c’è molto movimento. Sardegna e Sicilia invece sono le mie mete estive preferite. Una città che mi ha stupito recentemente è Matera, incantevole e suggestiva.

Tre capi che non possono mai mancare nel tuo armadio

Jeans, una felpa comoda e la camicia. Non amo particolarmente gli abiti, li uso giusto per le cerimonie o le serate speciali.

Cosa non manca invece nella tua valigia?

Spero sempre di portare un costume, ma in generale capi comodi. Tendo ad esagerare con i look anche se sto via pochi giorni.

Sappiamo che sei uno sportivo, come ti mantieni in forma?

Faccio sport da quando sono piccolo, ho praticato equitazione, giocato a calcio, amo anche gli sport estremi come il bungee jumping e il salto con il paracadute, mentre nel quotidiano mi dedico al crossfit. Mi alleno tutti i giorni, due volte al giorno se posso.

Hai quindi un regime alimentare particolare?

Mangio di tutto e faccio sport anche per questo, così posso concedermi qualche sfizio.

Il tuo rapporto con i social

Devo imparare ad utilizzarli meglio e acquisire più scioltezza. Sicuramente non amo la polemica e i pettegolezzi e non mi espongo su questioni politiche. Un tema importante di cui invece mi piace parlare è il cyber bullismo, di cui in passato sono stato anche vittima. In generale uso i social con parsimonia. 

Quali profili ti piace seguire su instagram?

Un personaggio che sto seguendo molto  sui social è Mahmood, mentre come influencer mi piacciono molto le coppie di travel blogger, un settore su cui puoi giocare molto con i contenuti e postare scatti pazzeschi realizzati nei luoghi più belli del mondo.

Tornerai a breve in televisione?

Non ho programmato nulla, soprattutto adesso che andiamo incontro all’estate. Potrei valutare qualcosa a Settembre ma certamente non reality o programmi che espongano eccessivamente la mia sfera privata.

Foto: Davide Carson

Stylist: Stefano Guerrini

Grooming: Giuseppe Tamburrini

Stylist’s assistants: Davide Spinella, Francesca Minardi, Greta Tedeschi

Si ringrazia Leonardo Hotel Milano City Center, via Messina 10 Milano

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Rasoio usa e getta e rasoio elettrico: un po’ di storia ed un confronto

Introduzione

I sistemi di rasatura disponibili sono molti, ma quelli oggi più popolari sono indubbiamente il rasoio elettrico quello usa e getta. Certo, esistono anche altri tipi rasoi, come quelli a mano libera o quelli di sicurezza ma il loro uso è indubbiamente destinato ad appassionati ed esperti: per utilizzarli infatti ci vuole molta pratica e tecnica.

Se per qualche motivo voleste approfondire vi consigliamo di fare un giro su questo sito a tema barba, che contiene articoli molto dettagliati in merito.

Il rasoio usa e getta

Storia

Sebbene la rasatura della barba sia un usanza appartenente già all’antichità, solo nel 1901 fu fondata la prima compagnia che commercializzò i primi rasoi. Fu King Camp Gilette il fondatore e l’ideatore di tutto e nel 1903 iniziò la vendita di questi prodotti. Ma il primo anno di vendite non fu molto proficuo. Nel 1905 invece le vendite iniziarono ad ingranare, questo soprattutto grazie ad un processo di produzione automatizzato ed una buona pubblicità.

Il successo di questo prodotto si ebbe durante la tragica prima guerra mondiale; si narra infatti che il governo americano fornì ad ogni soldato un rasoio, poiché si pensava che la rasatura fosse molto importante, in quanto la barba avrebbe potuto compromettere l’utilità e l’efficacia delle maschere anti gas. Come possiamo notare Gilette è un marchio ancora oggi rappresentativo della rasatura, poiché il successo definitivo del prodotto lo ha reso prettamente associato ad essa.

Negli anni la produzione dei rasoi è stata soggetta a continue innovazioni e cambiamenti. La lametta con testine intercambiabili o quella con testina oscillante per una rasatura ottimale, e gli intramontabili usa e getta in plastica.

Suggerimenti per ottenere una buona rasatura con rasoio usa e getta

La routine della rasatura sembra una cosa semplice: in effetti lo è, ma con l’utilizzo di alcuni trucchi possiamo decisamente renderla un piacere privo di tagli ed irritazioni.

Ecco 5 semplici passaggi per evitare arrossamenti, bruciori, graffi o tagli, o imperfezioni.

  1. Lava il viso con un detergente delicato. Cosi da eliminare il sebo,lo sporco e le cellule morte della pelle.
  2. Applica uno strato di schiuma o crema da barba. Questo permette al rasoio di scorrere bene senza creare attriti.
  3. Raditi con un buon rasoio. Con le tecnologie avanzate non è difficile trovare un buon rasoio, un multilama ad esempio potrebbe aiutarti ad ottenere una rasatura più veloce ed uniforme.
  4. Risciacqua il rasoio. Mentre ti radi sciacqua spesso il rasoio per rimuovere gli accumuli di peli e gel da barba.  
  5. Idrata la pelle del viso. Proteggi la pelle del viso applicando un dopobarba o una crema idratante.

Rasatura con rasoio elettrico

Storia

Nel 1928 Jacob Schick brevettò il primo rasoio elettrico, ma anche in questo caso fu un flop. Si trattava infatti di un attrezzo sviluppato grossolanamente, che venne in seguito migliorato e lanciato sul mercato mondiale.

Questo prodotto però guadagnò popolarità solo dopo che Hollywood lo coinvolse nella scena di un film americano. Da lì il rasoio elettrico venne visto sicuramente come un gadget indispensabile per l’uomo moderno. Negli anni il rasoio elettrico si è notevolmente evoluto, sono stati progettati tanti modelli diversi, alcuni persino per le donne, altri utilizzabili in doccia o con gel o schiume da barba. Questa evoluzione ovviamente ha reso il prodotto sempre più invitante agli occhi dei consumatori.

Suggerimenti per ottenere una buona rasatura con un rasoio elettrico

Per effettuare una buona rasatura con un rasoio elettrico bisogna seguire alcuni semplici punti:

  1. Innanzitutto informati bene sulle funzioni del rasoio, leggendo il manuale.
  2. Pulisci e lubrifica il tuo rasoio elettrico. Una meticolosa manutenzione e una buona pulizia del rasoio è essenziale per ottenere una buona prestazione.
  3. Rilassa e ammorbidisci la tua pelle così la rasatura sarà più facile
  4. Trova il giusto angolo di rasatura e la tecnica più confortevole per te.
  5. Durante la rasatura con una mano tieni tirata la pelle, e con l’altra ti radi, e per evitare irritazioni non premere troppo forte e non passare sulla stessa area della pelle più volte.

In conclusione

Che sia con rasoio a mano o elettrico la rasatura non è mai da sottovalutare, se sei alle prime armi è consigliabile chiedere aiuto, o seguire passo passo questi semplici consigli, cosi da avere una buona esperienza di rasatura.

John Dagleish: l’attore trasformista

Istrionico, con modi da perfetto gentleman e un sorriso che conquista. John Dagleish ti conquista con ironia e charme, e non si può fare a meno di notare la somiglianza con Vincent Cassel, in versione British. Dalla passione per il teatro (fa parte della compagnia di Kenneth Branagh) fino al grande cinema, John è il perfetto caratterista, capace di interpretare ruoli comici come drammatici, John Dagleish non è ancora famoso a livello internazionale, ma noi di Manintown scommettiamo sul suo talento, che quest’autunno vedremo nel controverso Farming film sul razzismo in Inghilterra e in Judy, il biopic sulla vita di Judy Garland.

Sapevi cosa significasse il termine “Farming” prima di prendere parte al fim?

“Farming” è un termine colloquiale usato dagli assistenti sociali britannici per descrivere una pratica diffusa negli anni ’60, ’70 e ’80 che vedeva i genitori nigeriani mandare i propri figli a vivere con famiglie affidatarie della classe operaia in Gran Bretagna, credendo che ciò avrebbe dato loro una vita migliore. Il rovescio della medaglia di questo “farming out” è focalizzato in modo straziante in questo film autobiografico diretto da Adewale Akinnuoye-Agbaje. Io non lo avevo mai sentita prima come parola, mi preoccupava anche essere capace di esprimere appieno un personaggio che non è fittizio ma è reale. Quello che sorprende, e in qualche modo scuote, è che il film rappresenta la brutale vita vissuta in prima persona dal regista, che però ha saputo dirigerci magistralmente, sapeva cosa voleva.

Ci racconti la trama?

Basato sulla sua storia di vita di Adamsale Akinnuoye-Agbaje, Farming traccia lo straordinario viaggio di un giovane ragazzo nigeriano che, lottando per trovare un’identità, s’imbatte in una banda di skinhead nell’Inghilterra del 1980. All’età di sei settimane, il protagonista Enitan è affidato alle cure di una famiglia di operai bianchi nella città portuale di Tilbury, nell’Essex. La sua nuova madre surrogata, Ingrid (Kate Beckinsale), diventa un genitore adottivo complesso e fa fatica a guidare il nuovo arrivato. Incerto del suo posto nel mondo e privo dell’amore di una madre, desidera disperatamente appartenere a un gruppo ed è vittima delle aggressioni dei bulli, si ritrova ad essere ricoperto di talco pur di voler sentirsi bianco. Da vittima diventa però carnefice contro i suoi stessi connazionali, entra infatti a far parte di una banda locale di skinhead guidata da Levi, il mio personaggio, che decide di accoglierlo come fosse un suo esperimento, quasi al rango di un animale domestico, trattandolo con crudeltà anche se Enitan riconosce in lui l’unico riferimento che ha. La bellezza della storia, oltre che parlare di un argomento mai trattato prima, mostra il percorso di crescita di un giovane uomo che subisce la discriminazione razziale e che deve combattere le avversità. Si renderà conto che, in un mondo di odio, la sua battaglia più dura è imparare ad amare se stesso e accettarsi.

Come è stato interpretare un personaggio così violento come Levi?

È molto difficile calarsi nei panni di un bad boy come lui. Levi è sicuramente il personaggio più dark che ho mai interpretato. La parte più dura, oltre le orribili azioni che compie nel film, è stata la trasformazione fisica che ho subito, la preparazione fisica, il look e soprattutto l’essermi rasato come un vero skinhead. Guardarsi allo specchio, ripensare alle riprese non è stato facile per me, così come accorgermi di come mi guardavano le persone per strada, il sentirmi non a mio agio con me stesso. Come sono riuscito a non crollare? Ho studiato il background del mio personaggio, non per cercare di giustificare il suo comportamento, ma per provare a capirlo. Dietro la ferocia c’è sempre la disperazione.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sarà Judydiretto da Rupert Goold e in uscita in autunno. Renee interpreta Judy Garland, in particolare nell’inverno del 1968Judy Garland arriva a Londra per una serie di concerti “tutto esaurito” di cinque settimane al night club “Talk of the Town”. Nel film ci sono anche Michael Gambon, Jessie Buckley, attori incredibili. Penso che la performance di Renee come Judy sia fantastica e lei è una delle attrici più brillanti con cui abbia mai lavorato. Io intervengo interpretando Lonnie Donegan il cantante di skiffle (un sottogenere del jazz) che era tenuto a sostituirla in caso di assenza o ritardo. La grande diva è ormai anziana ed è in una spirale di alcohol e pillole, fa fatica ad esibirsi, ma è pur sempre una star.

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AIDS Memorial Quilts: nomi, vite e ricordi

Solidarietà, memoria e arte: un importante evento per tenere vivo il ricordo delle vittime dell’AIDS e sensibilizzare le generazioni future. 

Fulcro dell’iniziativa è la collezione AIDS Memorial Quilts, vasto patchwork di coperte disegnate e ricamate direttamente dai parenti delle vittime del virus che sarà, proprio nel mese del pride, disponibile online su Google Arts & Culture a partire dal 27 giungo. Sempre nella stessa data, grazie all’utilizzo delle più avanzate tecniche di digitalizzazione, Milano ospiterà una video installazione a partire dalle 21:30 sulla parete del palazzo di Via Gaetano de Castilla 7 dove le scansioni digitali delle coperte saranno armoniosamente proiettate, creando una suggestiva e profonda atmosfera. Gli spettatori saranno portati a riflettere e diventeranno parte integrante del progetto avendo modo di comprendere l’importanza della prevenzione e abbattere gli stereotipi e i luoghi comuni verso le persone siero positive. 

Andrew Quinn, noto videomaker australiano, è il direttore artistico del progetto che prende il nome di “IN QUILT”, show interattivo accompagnato da melodie, illuminazioni e la live performance del gruppo The Winstons. 

Google Italia, in collaborazione con ASA, è lieta di invitare la cittadinanza a partecipare a NAMES PROJECT, evento di presentazione dell’iniziativa con talk a cura dei rappresentati dell’Associazione Solidarietà AIDS e del team Diversity & Inclusion LGBTQ+ di Google. L’evento, con cocktail di benvenuto, è a numero chiuso e gratuito fino a esaurimento posti. Si raccomanda, quindi, di registrarsi al link https://events.withgoogle.com/names-project/per garantirsi l’accesso all’evento presso la Sede di Google Italia a Milano. 

Le Coperte che ASA raccoglie e “colleziona” dal 1987 sono ormai diventate un patrimonio culturale universale e i numeri superano i 2.000 pezzi. A 50 anni esatti dalla rivolta di Stonewall -giugno 1969-, i violenti e accesi scontri tra la polizia statunitense e il movimento gay americano, giugno è considerato come il mese dell’orgoglio LGBT con parate ed eventi in tutto il mondo dall’alto richiamo umano e mediatico. 

Con AIDS Memorial Quilts siamo davanti alla testimonianza di come il passato, con la sofferenza e i numerosi decessi che l’AIDS ha provocato, possa oggi raccontare in una chiave colorata (e anche malinconica) storie di vita di chi ahimè non ce l’ha fatta e, nel ricordo infondere coscienza, prevenzione e concreta realtà. 

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Isabella Sedik, ecco chi c’è dietro i luxury brand: Sedik Milan e SDK activewear

Isabella Sedik, interior designer di lusso, che ha abbracciato con la sua imprenditoria un’ambiente di nicchia, lo stesso che l’ha portata a diventare designer di moda.
Sedik Milano e SDK activewear, sono le sue due linee di abbigliamento dedicate al mondo equestre, la prima più esclusiva mentre la seconda con un target più giovane, rivolta a chi si vuole distinguere svolgendo la propria passione: l’equitazione.

Quando nasce la tua passione per l’equitazione?

Tendenzialmente arriva dall’amore per i cavalli di mia figlia, nonostante io abbia un cugino che è attualmente un Cavaliere d’altissimo livello internazionale, ed ha trasformato la sua passione in lavoro.

Invece l’idea di creare una linea d’abbigliamento high-end dedicata a questo mondo?

Inizialmente ero una designer di interni che si dedicava all’ambiente del lusso, poi successivamente son riuscita a dedicare il mio tempo nel fondare la mia casa di moda, fondamentalmente per soddisfare le mie necessità a cavallo.

Come funziona l’ambiente equestre.

L’ambito è equestre è molto particolare, ed io sono sicuramente una donna estrosa, infatti quando andavo a cavallo mi sentivo più a mio agio con una camicia di seta ed una cintura di Hermes.

Cercavo di fare degli abbinamenti che rispecchiavano maggiormente la mia personalità, cosciente dell’essere criticata in maniera spropositata da tutti. 

Allo stesso tempo ho notato che stavano iniziando ad imitarmi, quindi mi son detta siccome la qualità premia sempre, e lo so per certo perché ho sempre frequentato quel mondo li, so che anche se il prezzo è elevato, il cliente arriva lo stesso.

Prima del tuo ingresso nel fashion system, com’era la moda a cavallo.

Beh, diciamo che una volta che avevi comprato la camicia più bella e lo stivale più bello, la storia finiva li, perché non è come nella moda dove troviamo le collezioni A/I o P/E, vi sono semplicemente dei continuativi dal 1922.

Posso dire con sincerità che essendo vedova, ed ho sempre cresciuto mia figlia da sola, l’idea di creare qualcosa insieme a lei era anche una vera e propria bonding experience, quindi perché no!

Sedik Milano e SDK sono le due linee disegnate da te, cosa le accomuna?

Sedik Milano nasce quasi due anni fa con una startup, con un progetto che prende la mia impronta, quindi super lusso, senza badare a spese. 

I risultati sono stati che i capi spalla avevano un costo che andava dai 2000 ai 3000 euro, le calzature in partnership con un artigiano di altissima qualità, ed anche li con prezzi che andavano dai 1500 ai 2000.

Peccato non mi son posta la domanda che invece si pone l’utente finale ovvero a parità di prezzo dove andrebbe a spendere questi soldi? In un brand che non conosce o da Burberry, beh la risposta è evidente.

Ecco allora la nascita SDK activewear, ovvero un prodotto che non vincoli l’haute couture, ma che comunque che soddisfi un’esigenza di tailor made con la flessibilità di un e-commerce ma sempre legato al mondo del luxury.

Hai in mente di presentare le collezioni con un evento?

In effetti l’ho già fatto presentando alla fiera cavalli di Verona, che sicuramente è l’evento più importante che abbiamo sul territorio nazionale, a giugno ne abbiamo un altro, ed inoltre presenterò anche le mie giacche per l’arma dei Carabinieri ed Aeronautica Militare. Infine, a settembre presenteremo la collezione Sedik Milano durante la fashion week, dove per la prima volta una casa di moda equestre si esporrà al grande pubblico, in segno di totale versatilità.

L’uomo ideale da vestire?

Ho iniziato con la collezione donna, poi intanto ho capito cosa ne pensasse l’uomo, ora non ti nego che mio sogno sarebbe quello di vestire Alessandro Gassman.

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Best of Pitti Uomo 96

La nostra selezione tra il meglio degli eventi della kermesse fiorentina.

MSGM

MSGM celebra i suoi 10 anni di show in occasione di Pitti Uomo 96 nell’affascinante location di Firenze, il Forum Nelson Mandela, in un’atmosfera onirica e surreale alla Refn, i cui colori ricordano moltissimo il suo ultimo capolavoro “The Neon Demon”, per l’appunto incentrato sul tema della moda.

Al centro dell’immenso palazzetto dello sport, una piscina virtuale dal blu intenso attorno a cui sfilano modelli dal mood estivo, capelli bagnati come le camicie nell’uscita finale, come appena usciti da un tuffo rinfrescante in cui le idee emergono positive. Positivo il messaggio sulle stampe, immagini e scritte dell’artista Norbert Bisky (collaborazione che sottolinea il legame del design con l’arte) che trasforma una giacca in un foglio bianco su cui lancia frasi/inno al cambiamento, all’amore, alla verità. Speciale presenza per la prima volta in passerella, Leonardo Tano, testimonial della linea di intimo di MSGM, figlio dell’internazionale Rocco Siffredi che non necessita di presentazioni.

Marco De Vincenzo

Una serra invernale in cui le piantine vengono personalmente curate dai modelli che sfilano e che le reggono tra le mani, guanti da giardinaggio inclusi, impreziositi da tessuti e applicazioni.

La location esclusiva è il Tepidarium Del Roster, una serra in ferro battuto fine Ottocento, carica della magia di quella in cui “Bernard & Doris”, interpretati da Ralph Fiennes e Susan Sarandon, coltivavano con amore orchidee e un futuro di amicizia e lealtà.

La collezione primavera-estate 2020 di Marco De Vincenzo riconferma il suo legame ai tessuti, un mix di grande equilibrio in cui utilizza lurex, denim, voile, gessati, quadri, fresco lana, macramè, lame’, pelle, vinile, un uomo dalla vita altissima come i risvolti, che predilige i colori neutri della terra; e una donna (pre-collezione femminile) che alterna il comfort del taglio maschile per il giorno, i maxi volumi delle giacche e dei pantaloni con le pinces, agli abiti da cocktail in lurex dai scintillanti bagliori argentati, pronte per un Bellini e un giro in pista da ballo alla rainbow Room di New York

CR Runway x LuisaViaRoma 90th Anniversary

La performance live di Lenny Kravitz chiude la grande sfilata di LuisaViaRoma che festeggia il 90mo anniversario con uno show curato da Carine Roitfeld, icona, visionaria e fondatrice del Fashion Book.
Il panorama più bello di Firenze, Piazzale Michelangelo, si è trasformato in una passerella per 5000 persone che hanno assistito alla fotografia degli abiti più belli venduti nella boutique fiorentina. Un cast eccezionale tra cui compaiono Bella e Gigi Hadid, Irina Shayk, Mariacarla Boscono, Vittoria Ceretti, Natasha Poly, Halima Aden, Alek Wek, Alessandra Ambrosio, Paris Jackson, che hanno indossato le opere d’arte dei grandi couturier dalla collezioni Fall Winter 2019.

E.Marinella


Se pensavate che la t-shirt di latte fosse futurismo, arriva a stupirvi la cravatta di agrumi firmata E.Marinella, oggetto must have della nuova collaborazione del brand con Orange Fiber. Non solo sete quindi, ma uno sguardo al presente e all’ambiente con il primo brevetto che prevede l’uso di tessuto sostenibile da agrumi al mondo; una texture soffice, impalpabile e che rende le cravatte E.Marinella l’oggetto del futuro. 
Oltre 105 anni di storia festeggiati durante l’evento internazionale più importante in merito alla moda maschile, Pitti Immagine Uomo, presso la Limonaia Giardino Corsini, un successo che sottolinea l’evoluzione del marchio che da sempre si è contraddistintio per stile e qualità delle materie prime. 
Altra importante partnership è quella con il brand eclettico “M1992”, che ha dato vita ad una Capsule Collection in cui la classica cravatta viene reinterpretata con uno stile sperimentale e sempre “green”.
Ricordiamo che lo stile Marinella, orgoglio della sartorialità napoletana che non ha rivali, ha raggiunto gli uomini più influenti del mondo, dai Kennedy a Bill Clinton, da Chirac a Sarkozy, alle teste coronate come Carlo di Borbone, Alberto di Monaco e Carlo, Principe di Galles, ma anche registi, attori e uomini di spettacolo.

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Highlights from fashion week: Bullfrog e Womo da Les Hommes

La collezione di Les Hommes per la prossima primavera estate 2020 è molto personale, un viaggio nel Belgio, paese natale del duo creativo, carico di emozione.

Tre i pilastri che secondo Les Hommes descrivono la loro terra e la loro città. Il ciclismo, come sport nazionale, riletto attraverso le forme, le stampe e i colori delle divise vintage dei ciclisti. Segue l’esperienza all’Accademia di Anversa che ha insegnato a costruire e decostruire fino alla creazione di pezzi unici. Infine troviamo la musica dello scenario belga techno degli anni ‘90 e l’influenza di questo a livello europeo.

Per il grooming, curato da Anna Maria Negri per W-Management, sono stati utilizzati sapientemente i prodotti Bullfrog e Womo per ricreare l’effetto di un “raver” contemporaneo ed elegante proprio come comunica la nuova collezione in cui sportswear e sartorialità convivono. Ecco alcuni scatti esclusivi direttamente dal backstage.

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Filippo Bologni, un giovane Cavaliere con la sua storia

Filippo Bologni, giovane cavaliere, sette volte campione italiano, che è entrato a far parte ben due volte nel medagliere Europeo.
Fa parte del gruppo sportivo dei Carabinieri, e da quest’anno è anche testimonial per il brand più esclusivo e raffinato per tutti quelli che hanno la passione dell’equitazione: Sedik Milano.

Da quanto tempo pratichi equitazione?

Considerando il fatto che mio padre fa il cavaliere di mestiere, ed ha partecipato per due volte alle olimpiadi, posso tranquillamente dire che in mezzo ai cavalli ci sono nato e cresciuto. La prima gara l’ho fatta quando avevo otto, il mio destino era già scritto.

Fai parte di un’arma?

Si, sono oramai sette anni che appartengo al gruppo sportivo dei Carabinieri, per entrare ci sono dei bandi online, ma poi fondamentalmente l’arma sceglie lei in base al curriculum o ai risultati raggiunti dai giovani ragazzi promettenti, e li arruola direttamente.
Sicuramente è una questione di prestigio farne parte e poi a livello tecnico è un aiuto per la carriera. 

Quanto tempo dedichi al tuo cavallo?

Veramente tantissimo, calcolando che solo il lunedì ed il martedì sono a casa e mi alleno una media di cinque ore al giorno con più cavalli, in quanto non possiamo affaticare troppo l’animale per poter reggere poi il ritmo delle gare internazionali.
Invece dal mercoledì alla domenica siamo sempre in concorso in giro per l’Europa, infatti ora mi trovo a Saint Tropez, e la prossima settimana sarò in Polonia.
Ma alla fine della storia, son sempre sul cavallo.

Che rapporto hai con la moda?

Mi piace e mi interessa, infatti quando mi invitano sono sempre felice di andare a vedere una sfilata, però non mi ritengo un fashion victim.

Come avviene l’incontro con Sedik Milano?

Diciamo che la proprietaria e designer del brand mi conosceva sia di nome che di vista, in quanto essendo lei un’appassionata di equitazione ci siamo incontrati svariate volte.
Poi l’anno scorso in occasione della Fiera Cavalli di Verona abbiamo iniziato a parlare di una collaborazione, e dall’inizio del 2019 è diventata il mio main sponsor, con un’idea lungimirante per un percorso che possa durare nel tempo per poter crescere insieme professionalmente.
L’unione dello sport e della moda guidate dalla creatività di Sedik Milano, credo siano una coniugazione vincente.

Come ti senti ad essere testimonial di un brand cosi particolare?

Ovviamente per me è motivo di orgoglio anche perché ricoprire un ruolo così, con un brand di cui ero già precedentemente un estimatore, beh il vero lusso è anche questo.

Foto: Davide Musto

Stylist: Stefania Sciortino

Grooming: Antonio Bonfanti

Filippo veste Sedik Milano e SDK

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Tissot: l’orologio per chi ama lo sport e il mare

Fin dal 1853, il noto brand svizzero produce orologi di alta qualità in tutto il mondo. Da diversi anni, sponsorizza molteplici discipline professionistiche, contando su testimonial di assoluto rilievo nel panorama sportivo. Tra le discipline sportive troviamo quelle acquatiche, motivo per cui non poteva mancare un modello dedicato agli amanti del mare.

Così è nato il nuovo TISSOT SEASTAR 1000 QUARTZ CHRONO,  pensato per tutti gli amanti degli sport acquatici, ora disponibile nella versione cronografo. Le sue innumerevoli funzionalità lo rendono il compagno ideale per tutte le avventure in mare ma non solo; l’orologio regala performance impeccabili anche in profondità, (grazie all’impermeabilità fino a 30 bar 300 mt) e alla cassa e corona montate a vite. Le sfere e gli indici luminescenti offrono ottima leggibilità, mentre la ghiera con dettagli sportivi, lo rendono performante e allo stesso tempo un elegante e grintoso accessorio adatto a tutti i polsi.

Per chi ama uno stile sportivo da inserire nel quotidiano invece c’è  il TISSOT SEASTAR 1000 GENT AUTOMATIC nell’elegante e grintosa colorazione nera, che unisce alla perfezione stile e prestazioni. Il suo look sportivo e raffinato lo rende la scelta ideale sia per il giorno che per la sera, con una straordinaria precisione assicurata dal movimento Powermatic 80, che offre una riserva di carica di 80 ore. Nell’acqua le sue prestazioni non vacillano: robusto e rassicurante, l’orologio è in grado di resistere a pressioni fino a 30 bar (300 mt). Per un’estate all’insegna della vita in mare, Tissot è il partner ideale che scandisce il tempo dell’uomo moderno globe trotter e sportivo 24/7.

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Io Fernando, non solo Alonso

Intervista esclusiva di Anna Maria Di Luca

Siamo al Baglioni Hotel Carlton, che guarda i tetti di Milano, in una bellissima e calda giornata di aprile. La suite è un set: luci, trucchi, mandorle e cioccolato fondente. Smoking per Alonso, accappatoio per Linda. E poi quel gesto che la imprigiona nuda tra le braccia di Fernando. Sono belli. Innamorati. L’odore d’asfalto e di gomme, l’eccitante rombo dei motori, tutto è lontanissimo, per spazio ma anche per tempo. Alonso due volte campione del mondo di F1 (Renault 2005 e 2006). Alonso, lo spagnolo chiamato “Magic”. Alonso senza casco, senza tuta, semplicemente Fernando che stringe la sua Linda e guarda l’obiettivo.

È insolito vederti in queste vesti, lontano da un circuito

La gente non mi vede mai così, ma il novantanove per cento della mia vita è Fernando, come ora, non è Alonso. C’è un Alonso che è il pilota e poi c’è Fernando persona.

Alonso c’è stato di sicuro fino al 2018, e poi?In verità c’è anche adesso, non ho smesso di gareggiare. Certo prima per venti domeniche l’anno c’era quel pilota, e poi dal lunedì al sabato c’era il figlio, l’amico o il fratello. Sono sempre stato una persona molto distante da quello che la gente vedeva in tv. Il pilota alla fine vive in un’atmosfera di competitività enorme e di pressione, per cui non ti comporti come sei veramente. 

Stai dicendo che c’è un “doppio” dentro di te? 

(ride)Gli sportivi trasmettono un’immagine diversa da quello che sono veramente nella quotidianità. 

Ed è anche inevitabile, quando in F1, subito dopo la gara ti levi il casco, hai ancora il volto madido e il battito altissimo e vai davanti alle telecamere, sei quello che vedono tutti in quel momento, ma sicuro non sei veramente te stesso, la tensione gioca un grande ruolo.

Quando l’anno scorso hai svuotato il tuo armadietto eri emozionato?

Si, c’era emozione. È  una parte della mia vita molto importante.Sin da bambino sognavo di correre in F1 ed ho anche avuto la fortuna di avere delle macchine molto competitive. Oggi so che la vita mi riserva altre e nuove tappe, le affronterò con lo spirito che lo sport mi ha aiutato a costruire.

Strano sentirti parlare come un ex pilota di F1, non è da te…

Non chiudo le porte a niente per il futuro, amo moltissimo i motori. Non corro in F1 ma ogni weekend mi ritrovo comunque con un volante tra le mani. In accordo con McLaren, voglio puntare allaTriple Crown(Tripla Corona)che va a chi vince F1, 24 Ore di Le Mans e 500 Miglia di Indianapolis, purtroppo questa volta non è arrivata la qualificazione in quest’ultima corsa storica dove gareggiare è pericoloso e romantico. Fino ad ora solo Graham Hill ha avuto la Tripla Corona. Farlo oggi nell’era moderna sarebbe una grande cosa. E comunque se la F1 mi si ripresentasse in maniera attrattiva, non ho dubbi, tornerei nel grande Circus.

Il grande Circus appunto, il problema era la macchina? 

La Formula 1 va a cicli, per alcuni anni abbiamo visto dominare Red Bull, per altri Mercedes, poi Williams, Ferrari, McLaren. Ci sono 5 o 6 squadre top che hanno periodi di dominio, è difficile capire quale è quella giusta in quell’anno e dove è meglio andare. Mi ritengo comunque fortunato, anche se a volte mi è mancata la macchina vincente.  Per due volte sono stato vicinissimo al titolo Mondiale, è vero, ma io lo avevo già vinto. Ci sono piloti che hanno talento e non hanno mai avuto la giusta possibilità per farcela.

Le occasioni sfumate sono il 2010 ed il 2012 vinte da Vettel, hai rimpianti?  

Se guardi indietro nella carriera dei piloti ci sono sempre scelte diverse da compiere, ma il futuro non si può prevedere, quindi va bene così. Io sono un istintivo e se in un momento mi sento di fare quella scelta vuol dire che devo farla. Non ho rimpianti in quel senso perché ho fatto quello che sentivo. 

Secondo te c’è un’età limite per i piloti? 

Come tutti gli sport non c’è una data di scadenza ma senti che il tuo corpo risponde meglio tra i 25 e i 30 anni. E quelli sono gli anni in cui io mi sono sentito fisicamente più forte e più adatto. Poi certo anche l’esperienza che viene con il passare del tempo ha la sua importanza.

La Ferrari è in cerca di una quadratura, ma anche di rinnovamento, Charles Leclerc è il giovane giusto?

Charles ha un grande talento ed esperienza in Alfa Romeo ed è della scuderia dei giovani Ferrari. Questo primo anno sarà dura, sentirà molto la pressione che si respira, dovrà assimilare, ma per il futuro credo che abbia tutte le carte in regola per avere un grande successo.

Parlando all’Alonso campione: cosa può servire in questo momento alla scuderia di Maranello?

Pazienza. Non è facile, quando ci sei dentro ad ogni weekend  ci si aspetta una vittoria, e Ferrari è il team più noto e amato al mondo. Quando gareggiavo io mancavano le competenze e le risorse tecniche ma eravamo molto competitivi, adesso lo è la macchina ma il clima di eccessiva pressione non aiuta. E poi la Mercedes è molto forte.

Per la McLaren oggi sei “ambasciatore”, impegnato anche a testare le macchine

Il ruolo di ambasciatore mi inorgoglisce. La squadra ha poi pensato che tutta la mia esperienza potrà essere utile a due piloti giovani come Carlos Sainz Jr e Lando Norris. 

Comunque pare che il tuo nome giri nel mercato, anche Mercedes

In passato ho avuto contatti con la Mercedes. Già nel il 2016 quando Nico Rosberg decise di smettere, parlai con Toto Wolff, ma alla fine non siamo mai arrivati a un sì definitivo; ero McLaren e non era facile trovare soluzioni. 

In futuro sono aperto a proposte interessanti. Se decido di tornare in F1 è solo se c’è la possibilità reale di vincere il Mondiale, non mi interessano i progetti che partono da zero, voglio una macchina vincente da subito.

Lasciamo per un attimo Alonso e parliamo di Fernando… hai più tempo libero?

Per ora la mia vita non è cambiata molto, il 16 giugno ho la 24 ore di Le Mans, poi per i test vado e vengo dal North Carolina. Diciamo che la normalità potrò ritrovarla dal 17 giugno. E finalmente potrò andare in vacanza, ovvio senza dover contare i giorni e incastrare le date come facevo quando correvo.

Ecco vacanza, quale preferisci?

La montagna mi piace, frequento le Dolomiti sia d’inverno sia d’estate, mi piace andare in mountain bike e il Trentino è davvero l’ideale per questo sport. Ma amo anche il mare: Grecia, Corsica o Sardegna, l’importante è che ci sia sempre modo di muoversi un po’. Mi piace rimanere attivo giocando a basket, calcio, tennis, per me la vacanza è questa, sfidare gli amici… 

Guardando i tuoi “cap” durante le interviste abbiamo imparato a conoscere Kimoa, il tuo marchio

Questa è un’altra sfida, mi sto mettendo in gioco come imprenditore, abbiamo iniziato puntando sugli accessori, ma produciamo anche abbigliamento e voglio far conoscere la linea attraverso blogger e social.  

Linda è parte integrante del progetto, come l’hai conosciuta?

Ci siamo incontrati al Gran Premio di Monte Carlo e poi dopo una settimana siamo usciti; mi ha cercato lei, mi ha scritto, non è stato difficile ero già molto colpito dalla sua bellezza.

Dopo tre anni la pensi sempre così?

Sono innamorato di Linda, altrimenti sarebbe difficile. Con i nostri lavori un forte sentimento è fondamentale per andare avanti.

Sei un tipo geloso? 

Direi di no, sono uno che vuole sentirsi semplicemente rispettato, e con Linda l’ho sempre avvertito. Lei però è più gelosa.

Linda si muove molto bene nel mondo della moda, a te piace? 

Non sono appassionato, ma cerco di seguire le tendenze, è parte anche del mio mondo, poi vivendo insieme a lei mi tengo aggiornato.

Come pilota del grande Circus ti senti mai solo?

Molte volte. Vedi, in effetti vivi come se fossi in una bolla, anche se tutti si preoccupano per te: squadra, sponsor, famiglia. Ma fai una vita in cui sei in giro per il mondo, solo con beauty e valigia. Al volante invece non mi sento mai solo, sto lavorando, sono concentrato, non c’è il tempo di pensare. La vita da sportivo comunque è una vita dura.

Scopri il servizio completo nell’ultimo numero cartaceo in edicola.

Photographer: Paolo Santambrogio

Fashion Editor: Valentina Serra

Talents : Fernando Alonso e Linda Morselli

Hair : Domenico Civale per Aldo Coppola Agency

Make up : Karim Borromeo @wmmanagement

Stylist assistant : Giorgio Uggeri

Si ringrazia Baglioni Hotel Carlton, The Leading Hotels of the Worlds

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Pitti Highlights


Tagliatore, un mondo extralight
Tagliatore introduce per la stagione Spring Summer 2020 il suo concetto di extralight. Le giacche e il doppiopetto cambiano volto, non solo sfoderati e destrutturati ma anche versatili. Tocco fashion per un concept sartoriale, anche il gessato sceglie i track pants con coulisse.


L’Impermeabile punta sui suoi cavalli di battaglia

I trench militari Tony, Milton, Vasco; declinati nelle maniche a giro o nel britannico raglan, asciutti e genuini nei tessuti gabardina solaro, ma riscoperti nella nuova versione del watro: tela di cotone leggerissima, dall’inconfondibile trama in trasparenza dalla impermeabilizzazione cartacea e croccante. 


Cerruti veste gli esploratori eleganti
Attraverso sei esploratori del mondo contemporaneo, internazionali per il loro profilo, il Lanificio racconta cosa significa essere natural born elegant oggi. Il fil rouge del progetto sarà il tessuto iTravel che vestirà gli esploratori della modernità attraverso lo stile della sartoria Cad & The Dandy di Londra.


Pence 1979 e il connubio con la musica
Una capsule collection che nasce dalla passione per la musica dei Planet Funk da parte del direttore creativo Dora Zecchin. La collezione sarà presentata durante la 96esima edizione di Pitti Immagine Uomo e coincide anche con due anniversari importanti. Nel 2019 si celebrano infatti i 40 anni del brand Pence 1979 nonché il ventennale del gruppo Planet Funk. 

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ROMANZO BREVE: trent’anni di moda uomo a Pitti

Dall’11 al 14 giugno 2019 la Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi mette in scena una mostra che racconta i trent’anni di moda uomo, dal 1989 a oggi, visti attraverso la lente di Pitti Uomo. L’esposizione, che sarà poi visitabile fino al 29 settembre, racconta la storia e l’evoluzione del menswear incrociando il ‘Made in Italy’ con i guest designer, i talenti della moda della scena contemporanea internazionale con le esperienze della grande imprenditoria dell’abbigliamento. Saranno in mostra i capi degli stilisti che hanno dato vita agli eventi speciali di Pitti dal 1989 al 2019, con un look della collezione presentata a Firenze, e quelli di una trentina di aziende che hanno rappresentato i punti di svolta del salone nello stesso periodo, per circa 150 brand.


La storia e l’evoluzione dell’abbigliamento maschile viene al contempo narrata da Olivier Saillard in un libro dal formato fuori scala, delicato e gigantesco, che si dispiegherà con poesia in tutte le sale del museo.  
Il testo sarà pubblicato e distribuito in tutto il mondo da Marsilio Editori e disegnato dallo Studio Lenthal, conterrà testi di Angelo Flaccavento, Antonio Mancinelli, Frédéric Martin-Bernard, Suzy Menkes, Serena Tibaldi, Olivier Saillard. Presenti inoltre le note critiche di Giorgia Cantarini e fotografie di Astra Marina Cabras.
Come riporta lo stesso Saillard: “Tanti degli uomini, ma anche delle donne, che hanno fatto della moda maschile un soggetto creativo sono passati da Firenze“. “In scenografie sempre diverse, classiche o audaci, mano nella mano con la città di Firenze e i suoi luoghi prestigiosi, i creatori hanno potuto immaginare le sfilate più folli al servizio delle loro collezioni“.
Un capitolo importante di questo Romanzo Breve è infine la costituzione di una vera e propria collezione di moda maschile: la Collezione di Moda Maschile della Fondazione Discovery, che sarà donata al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. 

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TROLLEY: I MUST HAVE DELL’ESTATE

Compagno di viaggio fedele, il trolley oltre ad essere pratico e comodo, completa con un tocco di personalità l’airport look di chi lo possiede. Perfetto per un viaggio oltre oceano o per un weekend veloce, lo troviamo ogni stagione con diverse forme e colori, dai più eccentrici ai più eleganti. 
Ecco la nostra selezione, pensata per chi desidera partire con stile.

PIQUADRO
Un’esplosione di colori brillanti e pop dal design elegante e raffinato e molto funzionale. L’organizzazione dello spazio al suo interno ha l’obiettivo di collocare in modo ordinato e preciso tutto quello che serve per il viaggio.

K-WAY
Resistente, rigida e leggera, ottima come bagaglio a mano in cabina. Sul retro è presente un vano  chiuso da zip, contenente la pratica copertura in nylon, intercambiabile e facilmente estraibile in caso di necessità, per riparare gli oggetti da eventuali danni. Il traino telescopico in alluminio è facilmente estraibile premendo un pulsante.

BAULIFICIO ITALIANO
I trolley della collezione in alluminio Asset si ispirano ai vecchi bauli rinnovati alle esigenze dei viaggiatori attuali. Gli angoli in pelle ne conferiscono l’autenticità tipica degli anni ’60, le serrature a combinazione laterale con TSA integrato, completano invece la trasformazione nel trolley contemporaneo per eccellenza.

AMERICAN TOURISTER
Il suo look a cerchi concentrici e il contrasto creato tra le superfici lucide e quelle opache ricordano i dischi dei deejay e regalano alla valigia un aspetto grintoso e di tendenza. Le Soundbox sono inoltre espandibili e possiedono una pratica organizzazione interna dello spazio per viaggiare in totale comodità. 

SAMSONITE 
Questa edizione limitata della Cosmolite si caratterizza per la stampa arcobaleno freedom, che rappresenta emancipazione e diversità, segnando le celebrazioni del mese del Pride 2019. Super leggera e ultra resistente.

TUMI 
Funzionale ed elegante, il design espandibile garantisce maggiore spazio, la tasca anteriore praticità, e le quattro ruote girevoli ampia manovrabilità. La collezione Tegra-Lite® è costruita in Tegris®, un rivoluzionario materiale composito in polipropilene termoplastico creato da Milliken® e impiegato per armature antiproiettile, auto da corsa e abbigliamento protettivo per i giocatori della NFL. 

EASTPACK
Bagaglio rigido da cabina Tranzshell con quattro ruote e due ampi scomparti interni. E’ realizzata con un innovativo materiale ibrido che fonde schiuma e tessuto per tenere le tue cose al sicuro. Adatta agli spostamenti quotidiani, con impugnature ergonomiche e struttura rigida.

RIMOWA 
Il brand e l’artista Alex Israel hanno unito le loro forze per creare la prima collezione di valigie colorate basate sull’iconico trolley in alluminio RIMOWA Original. Le valigie in edizione limitata presentano sfumature vibranti ispirate ai dipinti sullo sfondo del cielo dell’artista, una serie di skyscapes aerografati da un gruppo di studio di Hollywood che realizza fondali per il cinema.

AWAY
Guscio leggero e iper resistente in policarbonato o alluminio, disponibile in una vasta gamma di colori e taglie. Il vero punto di forza di questo trolley sono le rotelle che ruotano a 360° e la batteria per ricaricare lo smartphone fino a 5 volte senza bisogno di una presa.

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Belize: un paradiso da scoprire

Atolli, templi maya, grotte, acque calde e turchesi…Belize è una destinazione unica nella sua bellezza. Questo piccolo paradiso, situato in America Centrale, confina a nord con lo stato messicano di Quintana Roo, mentre a est si affaccia sul Mar dei Caraibi e sul Golfo dell’Honduras. La lingua ufficiale è l’inglese, ma lo spagnolo è utilizzato dalla maggior parte della popolazione. Abbiamo deciso di esplorare tutta la magia delle due principali isole coralline: Caye Caulker e Ambergris Caye.


Must-dive destination: Caye Caulker

Caye Caulker è raggiungibile in barca o in aereo da Belize City. Ad oggi è ancora una destinazione piuttosto sconosciuta. Questa meta emergente è perfetta per sub e viaggiatori che cercano un’esperienza autentica, lontano dal solito percorso turistico battuto. L’isola vibra lentamente, scandita dal suo motto, “Go slow”, che riflette chiaramente l’atmosfera della città e la natura incontaminata. Per gli appassionati dell’avventura, la barriera corallina è superba e ci sono un sacco di escursioni organizzate dalle imprese locali. Noi abbiamo scelto di immergerci insieme a Frenchie’s, abbiamo programmato le varie immersioni locali e siamo partiti alla scoperta del Blue Hole, uno dei luoghi più emozionanti e “must dive” per i subacquei esperti. Si tratta di una gigantesca dolina marina resa famosa da Jacques Cousteau, che lo dichiarò uno dei primi cinque siti di immersione subacquea nel mondo.      Nascosta dall’incredibile effetto cromatico che abbraccia tutte le tonalità del blu e del verde, sotto la superficie dell’acqua c’è una suggestiva distesa di stalattiti monocromatiche, come una grotta sotterranea, priva di piante acquatiche e vita marina. Infine, a poche miglia dalla remota Blue Hole, Half moon Caye è una splendida gemma, uno smeraldo circondato da un infinito mare di turchese. La fuga perfetta per i sognatori. Al ritorno dal viaggio subacqueo è impossibile non fermarsi presso il molo di Frenchie’s per assaggiare il piatto di curry al cocco con gamberetti dello chef Kareem, il migliore dell’isola. Lo Street Food in Belize e’ diffuso e genuinamente favoloso.

Luxury escape ad Ambergris Caye

Dopo aver fatto il pieno di avventure acquatiche, tra squali e tartarughe e aver goduto i tramonti aromatizzati al rum e giornate piene di sport, è tempo di relax presso la Victoria House di Ambergris Caye, l’isola più grande del Belize e la “Isla Bonita” di Madonna. Entrando nei locali verdi del Victoria House è  inevitabile non sentire un’immediata felicità che solo i tropici possono dare agli amanti del mare. Abbiamo prontamente deciso di accogliere i rituali dell’hotel: la lezione di yoga mattutina e la sessione Spa.    Chiedete a Roxanne, il responsabile, i consigli per gli scrub biologici del corpo con prodotti locali e per i loro pacchetti di massaggi personalizzati. La nostra scelta è stata un trattamento di due ore comprensivo dello scrub per il corpo al caffè, un trattamento energizzante per il ringiovanimento della pelle e un massaggio all’olio di cocco organico locale. Le ville e le casitas del Victoria House Resort and Spa sono gestite da uno staff dedicato. Il resort con fronte oceano è inoltre dotato di un centro di attività acquatiche all’avanguardia con equipaggiamento per i sub, amanti del kayak o dello snorkeling. Le sue suite e le sue casitas con le loro amache maya, che oscillano nella brezza dell’oceano, conferiscono al resort un’atmosfera tranquilla, autentica e levigata.    L’isola stessa è una meravigliosa sorpresa. Ambergris Caye e la sua vibrante città di San Pedro è incantevole, colorata e rinfrescante, con una varietà di diverse sistemazioni possibili. Approfittando del noleggio di golf cart , siamo partiti all’avventura per esplorare le aree incontaminate alla scoperta della bellezza di Secret Beach. Circa quattro miglia a nord della città e tre miglia a ovest, Secret Beach è una delizia per gli amanti delle acque azzurre e trasparenti. Tavoli in legno semisommersi dove pranzare o bere che permettono di rimanere freschi mentre si socializza con le gente del posto. La spiaggia non è toccata dai progresso, solo poche cabanas colorate e niente elettricità. 

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5 consigli per prendersi cura del proprio sorriso

Avere un sorriso smagliante e sano è molto importante non solo per il nostro aspetto esteriore ma anche, e soprattutto, per la salute della nostra bocca e di tutto il nostro corpo. Avere un bel sorriso, infatti, non significa soltanto prendersi cura di sé ma significa anche godere di buona salute e benessere fisico.

Prendersi cura della nostra bocca, quindi, ed utilizzare diversi strumenti come per esempio un pulisci-lingua, ci permette di ottenere un’igiene orale impeccabile tenendo lontane tutte quelle patologie che possono creare disagi (dall’alitosi, alle carie, alla gengivite e così via) causati dalla formazione di placca batterica.

È proprio la formazione di placca batterica la prima causa di patologie più o meno gravi della bocca perché incrementa la proliferazione di batteri. Se non lavati con cura, i denti possono venire ricoperti da una patina adesiva incolore che, col tempo, può trasformarsi in tartaro ed irritare le gengive tanto da scatenare un processo di infiammazione. Ecco quindi i cinque consigli definitivi per mantenere il nostro sorriso sano e smagliante

Prenditi cura della tua igiene orale

Il primo consiglio ovviamente è quello di prestare molta attenzione alla propria igiene orale. I denti infatti devono essere lavati almeno tre volte al giorno, dopo ogni pasto, ma senza spazzolarli con troppa forza per non rovinare lo smalto dei denti e irritare le gengive. Lo spazzolino migliore è sicuramente quello a setole morbide e va cambiato periodicamente, una volta ogni due o tre mesi e ogni volta dopo essere stati male. La spazzolatura, che dovrebbe essere eseguita dall’alto verso il basso sui denti superiori e dal basso verso l’alto su quelli inferiore per non irritare le gengive, deve essere accompagnata da un buon dentifricio. I migliori sono quelli al fluoro che remineralizzano lo smalto dei denti e contribuiscono all’eliminazione della placca.

Molto importante è anche l’utilizzo del filo interdentale e del collutorio, che devono essere sempre utilizzati insieme allo spazzolino. Il filo interdentale, infatti, dovrebbe essere utilizzato almeno una volta al giorno tutti i giorni, ed è fondamentale per eliminare i residui di cibo negli spazi interprossimali (cioè tra un dente e l’altro) in cui lo spazzolino non arriva. Anche il collutorio è molto importante per completare la routine di igiene orale. Il suo compito infatti è quello di eliminare gli eventuali residui di cibo annidati nei posti più irraggiungibili, lasciando una sensazione di freschezza e prevenendo la formazione di altri batteri.

Vai dal dentista

È molto importante effettuare visite periodiche dal dentista per controllare lo stato di salute dei propri denti e curare eventuali problemi prima che si diffondano. Inoltre sarebbe opportuno richiedere una pulizia professionale almeno una volta all’anno, meglio ancora una volta ogni sei mesi, da un igienista dentale per rimuovere la placca e il tartaro in eccesso, formatesi negli angoli della bocca, raggiungibili solo tramite particolari strumenti professionali.

Adotta uno stile alimentare sano

Oltre all’igiene dentale, per mantenere il proprio sorriso sano, è importante anche adottare una dieta alimentare sana. È consigliabile quindi cercare di assumere alimenti ricchi di calcio, ma anche alimenti ricchi di vitamine e minerali come pesce, frutta e verdura.

  1. Evita bibite gassate, dolci, alcool e sigarette

Bevande gassate e alcoliche, così come l’assunzione di dolci, possono causare un deterioramento dello smalto dentale e l’anidride carbonica e gli zuccheri contenuti al loro interno contribuiscono all’insorgenza di carie. Anche le sigarette, oltre ad avere effetti dannosi sulla salute generale del corpo, possono avere riscontri negativi anche sui denti causando alitosi, l’ingiallimento dei denti e l’insorgenza di gengiviti, tutti fattori che possono causare la perdita dei denti.

Evita brutte abitudini

Per evitare di danneggiare lo smalto dei denti è importante anche evitare alcune brutte abitudini come quella di masticare il ghiaccio, le penne o le matite, o, ancora peggio, di utilizzare i denti per aprire le bottiglie. Tutte queste abitudini, infatti, sono molto dannose per la bocca e per i denti che possono facilmente rompersi o venire scheggiati. La masticazione del ghiaccio, per esempio, a causa dello sbalzo di temperatura, può fratturare i denti.

Anche mangiarsi le unghie è un’abitudine che può causare un indebolimento dello smalto dei denti, oltre che il trasferimento dei batteri presenti sulla mano in bocca.

Per evitare di masticare penne o matite o mangiarsi le unghie, allora si può optare per masticare un chewing-gum allo xilitolo senza zuccheri, tenendo così la bocca impegnata mentre lo xilitolo combatte gli acidi che danneggiando lo smalto dei denti.

Infine anche i piercing, come quello sulla lingua o al labbro, possono provocare danni alla salute orale. La loro presenza, infatti, può scheggiare o rovinare i denti e possono addirittura danneggiare le ghiandole salivali, fino a causare la perdita del senso del gusto. Possono inoltre causare delle infiammazioni alla mucosa interna delle guance o delle labbra e possono, addirittura, causare la recessione delle gengive.

Sneakers Gucci: per l’uomo di classe

Le sneakers da uomo sono le scarpe indispensabili per essere in tendenza. Se ne possono scegliere di diversi modelli da quelli super sportivi a quelli che invece mantengono un tono informale, casual ed elegante. Le case di moda ne studiano per tutti i piedi e i gusti.

Le sneakers Gucci sono le più ambite e gettonate il motivo è quello dello stile sempre modaiolo e sobrio della notissima maison di moda. Le sneakers sono le scarpe perfette per la bella stagione: sportive se si abbinano ad un jeans ed ad una polo, casual se si abbinano ad una camicia ed ad un paio di pantaloni chino. Informali e all’occasione eleganti sono ideali anche per il tempo libero.

Sneaker Gucci: i modelli più esclusivi

La Gucci oltre alla vasta collezione di notissime sneakers propone sempre qualcosa di nuovo ed esclusivo.

  • Screener Sneaker: un modello sportivo rielaborato con un importante mix di pelle scamosciata a stampa animalier per rimanere in tendenza. Un’estetica retrò per una scarpa bella ed importante. Le sottili strisce rosse e verdi di Gucci vengono inserite nelle regioni del mesopiede.  Bellissime poi le finiture con le G smaltate e le targhette con logo sulla linguetta. E’ questo uno dei modelli più estivi e sicuramente più in voga in questa stagione La pelle è trattata in modo particolare ed infatti appaiono invecchiate e trasandate: ma è proprio questa la loro peculiarità!.
  • Cruise 2019: delle sneakers iconiche con il nastro blu ed arancio, mantengono il logo vintage ed il tipico stile consunto. In pelle, molto belle da indossare hanno linee e design di ispirazione  anni 70 tutta in pelle. Si tratta di un modello lusso, molto bello, pratico e comodo.
  • Sneakers uomo: le vere protagoniste della moda maschile

Un uomo che vuole essere alla moda uno o più paia di sneakers le deve avere. Se prima venivano scelte solo dagli sportivi ora la tendenza è differente e bisogna averle. Tanto è vero che persino a Pitti Uomo 2019, a Firenze in questi giorni le modaiole scarpe sportive sono in prima fila. La tendenza ad indossare le sneakers dunque continuerà anche per tutta l’estate 2019 ed arriverà a quella 2020.  

Tra le sneakers se ne possono scegliere per tutti i gusti e per ogni tipo di abbigliamento se poi si vuole scegliere l’eccellenza italiana oltre a quelle proposte dalla maison Gucci si deve pensare a qualcosa di alternativo, spumeggiante e massimamente creativo come le Arkistar.  Si tratta di sneakers futuristiche dalle linee innovative e tecnologiche, non sono scarpe qualsiasi ma nascono dalla passione e lo studio di Alberto Del Biondi, grande firma del design italiano. Una scarpa evoluta che unisce comfort a tendenza fluida, contemporanea, ed ovviamente genderless. Non poteva essere diversamente visto l’ampia gamma di colori. Un altro brand modaiolo ed amatissimo dagli uomini italiani è Bally che presenta una serie dedicata alle scarpe dei campioni. Ispirate alle sneakers di celebri tennisti svizzeri da Marc Rosset a Jakob Hlasek linee forti e colori tenui per delle scarpe anni 90.

Come indossare le sneakers al top

Essere affascinanti, ordinati ed al top è un necessità di tutti per questo motivo bisogna prestare massima attenzione a come abbinare le sneakers.

Se si amano pantaloni chino  o jeans dalle tinte chiare la scarpa perfetta è bianca o color cuoio, una sneakers di ispirazione anni 90 rende il look molto ricercato ed al contempo casual.  Un modello scuro, nero o blu, è sempre più elegante e lo si può portare con dei pantaloni sportivi aggiungendo un tocco speciale al proprio outfit. Le sneakers nonostante si possa pensare il contrario non sono solo scarpe da ufficio ma molto di più. Se si sceglie un paio di sneakers Gucci queste si possono indossare tranquillamente per un evento speciale, una serata o persino sotto un abito. Non ci avevate mai pensato? Eppure è cosi.

Quando si indossano le sneakers è necessario prestare massima attenzione alle calze: meglio usare dei fantasmini d’estate. Essere alla moda ed in tendenza è un piacere  e se poi lo si può fare unendo il comfort di una scapra nata per lo sport e diventata regina delle passerelle tutto è più facile.

Sneakermania a Pitti: il debutto di P448

Pitti Uomo 96 è la piattaforma ideale per cogliere le tendenze delle prossime stagioni, un osservatorio privilegiato per il lifestyle maschile. In questo panorama non potevano mancare le sneaker, che da simbolo dello street style hanno conquistato tutti per la loro versatilità. Tra gli importanti debutti a Pitti Uomo della stagione è P448, brand italiano di sneakers – uomo, donna e bambino – che unisce tutte le sfumature dello streetwear nei suoi modelli, dall’hip-hop alle nuove espressioni metropolitane, con un twist inedito e attuale. I colori sono innovativi mentre i materiali sono selezionati e di qualità superiore. Questa caratteristica è il fiore all’occhiello del marchio, attento a combinare il made in Italy con un design decisamente moderno.

Una storia tutta italiana che nasce nel 2014 dall’eclettica sensibilità di Marco Samorè e Andrea Curti che produconola prima collezione il brand che da subito si inserisce nei punti vendita di riferimento del mercato italiano. L’anno successivo è invece dedicato alla conquista dell’Europa, con l’ingresso in nuovi mercati come Germania, Francia, Olanda, Belgio e Spagna per poi aprirsi anche a un’audience sempre più internazionale. Certamente originalità, qualità e riconoscibilità identificano il marchio caratterizzato dall’utilizzo di materiali e pellami ricercati.

E nell’ottica di questa espansione globale P448 presenta le novità per la stagione SS20 all’Urban Panorama (Costruzioni Lorenesi Spazi Esterni) a Pitti Uomo. I due modelli, Soho e John mantengono standard elevati in termini di estetica e piacevolezza al tatto. Soho, in pelle bianca o nera, si distingue per l’esclusiva suola personalizzata in gomma marmorizzata a contrasto verde e blu navy.

John invece, contemporanea e dinamica, presenta due nuove varianti. La prima conquista con la sua trama ipnotica realizzata in 100% pelle e caratterizzata dall’esclusivo pattern ispirato al mantello del boa nei toni del grigio. Si aggiunge ora la versione in pelle craccata nera su fondo a contrasto, punta in suede ton-sur-ton e dettagli neon. Le sorprese non finiscono qui. P448 progetta infine l’apertura di due monomarca, il primo a New York, entro il 2019, e il secondo a Milano, nel 2020, entrambi nei principali shopping district di riferimento, rispettivamente a Soho e nel Quadrilatero della Moda.

https://www.p448.com/

 

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Accordo tra Bruno Vettore e Facile Ristrutturare

Insieme per offrire al mercato delle compravendite immobiliari rapidità, innovazione e modernità nelle ristrutturazioni

Facile Ristrutturare negli ultimi 5 anni ha rivoluzionato il settore della ristrutturazione chiavi in mano in Italia. Presente nelle principali città Italiane con 50 negozi e un team di oltre 500 Tecnici, Facile Ristrutturare ha realizzato nel 2018 oltre 3.500 interventi di ristrutturazione con ricavi stimati per 65 milioni di euro.

Per continuare la crescita esponenziale degli ultimi 5 anni, il gruppo ha creato nel 2018 una società dedicata per sviluppare delle partnership nel settore immobiliare con tutte le agenzie che vendono anche  immobili da ristrutturare. L’obiettivo è quello di diventare velocemente il punto di riferimento per tutto il settore e per questo motivo l’Amministratore Delegato di Facile Immobiliare Sacha Gentili ha stretto un accordo con uno dei maggiori protagonisti del Real Estate in Italia, con una esperienza trentennale al vertice aziende come Tecnocasa, Pirelli Re, Grimaldi, Gabetti: Bruno Vettore.

Siamo davvero soddisfatti e orgogliosi di questo Accordo e dell’evoluzione della nostra Società nella costruzione di un percorso di crescita della figura dell’Agente immobiliare del futuro: sempre più professionista del settore, in grado di dare  risposte efficaci e rapide ai propri clienti a tutti i livelli e di ampliare la gamma dei servizi da offrireafferma Bruno Vettore, attualmente impegnato sul piano manageriale con la carica di AD di FC GROUP, azienda di servizi integrati nell’ambito immobiliare creditizio e assicurativo, e sul piano imprenditoriale come Presidente di BV invest, società che ha fondato nel 2013 e che sta diventando un riferimento nel campo della consulenza alle Imprese, dell’Alta formazione e delle Partnership commerciali al servizio del settore immobiliare, tra le quali quella con Facile Ristrutturare,

Dopo un anno di start up siamo finalmente pronti per diventare il punto di riferimento per tutte le agenzie immobiliari che vendono immobili da ristrutturare e che hanno la volontà di aiutare i propri clienti a vivere l’esperienza della ristrutturazione con la facilità che ci contraddistingue.” Afferma Sacha Gentili, AD di Facile Immobiliare. “In questo ultimo anno abbiamo creato degli strumenti innovativi che permettono agli Agenti Immobiliari di vendere un appartamento da ristrutturare con la facilità di uno nuovo da impresa. Quando ho pensato a chi potesse aiutarci a realizzare i nostri obiettivi nel mercato immobiliare non ho avuto dubbi nel contattare Bruno Vettore che avevo conosciuto alcuni anni fa in una conferenza. Dopo solo due incontri abbiamo stretto un accordo che ci vedrà impegnati assieme in un tour in giro per l’Italia per incontrare centinaia di professionisti del settore.”

Il mercato immobiliare è in ripresa e nuove sfide, anche tecnologiche, ci attendono. Gli Agenti immobiliari devono approfittare di questa congiuntura ed evolversi, espandendo le proprie conoscenze e cogliendo le nuove opportunità di business che il settore può offrirgli. Non a caso, nel Tour Formativo di 10 giornate più 2 Eventi Speciali che organizzeremo con Facile Ristrutturare nelle principali città italiane per gli Agenti immobiliari e dove sarà presentato  “Work Agency Program – Il protocollo operativo per le Agenzie Immobiliari “. Conclude Bruno Vettore.

L’obiettivo di questa alleanza è quindi quello di permettere alle Agenzie Immobiliari  di fornire ai propri clienti un servizio completo che non si fermi alla vendita della casa, ma che li assista anche nella realizzazione finale della ristrutturazione.

Bruno Vettore è uno dei maggiori protagonisti del real estate  italiano, con esperienza trentennale al vertice di aziende come Tecnocasa, Pirelli Real Estate, Grimaldi, Gabetti. Nell’aprile del 2011 riceve l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, conferita con decreto dal Presidente della Repubblica.Dopo l’uscita del primo libro nel 2013 “ Trent’anni di un avvenire”, nel febbraio 2017 pubblica “ I 10 pilastri della leadership”, short book sul tema della leadership applicata nel concreto.Nel dicembre del 2015 riceve il “Premio alla Carriera”, nell’ambito dei prestigiosi Real Estate Awards, importante manifestazione che premia le eccellenze del settore immobiliare nazionale. Attualmente è nel board di diverse aziende  ed a capo della sua società BV INVEST, che si occupa di consulenza strategica, formazione manageriale, network development e real estate advisory. www.brunovettore.it

Beauty Alert: Bulldog


Creato da uomini e rigorosamente solo per uomini, arriva dall’Inghilterra BULLDOG, un pluri-premiato brand di skincare che porta una ventata d’aria fresca nel settore maschile coniugando semplicità, efficacia e rispetto per l’ambiente.

Tutti i prodotti contengono formule dagli ingredienti di origine naturale, e sono realizzati totalmente in Inghilterra. Per le materie prime invece, il brand adotta un approccio etico che garantisce l’approvvigionamento accurato delle materie prime nei Paesi tipici d’origine, offrendo sostegno alle comunità locali. Inoltre, la sua filosofia green e consapevole ha permesso di ottenere importanti certificazioni, come quelle di “The Vegan Certification” e di “Cruelty Free International”.

Le linee disponibili al momento in Italia sono due, Original e Anti Age, la prima con con Aloe Vera, Camelina e Tè Verde e composta da 6 prodotti dedicati alla pulizia e all’idratazione del viso e alla rasatura. La seconda invece è una crema viso anti-age pensata per le pelli mature e realizzata con un complesso antiossidante naturale di Rosmarino, Echinacea e Vitamina E. Curiosi di provarle?

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Brand alert: Prada, ONE-OFF e TheDoubleF

Tra stampe di fulmini e patch di rose grafiche è arrivata la fresca, moderna ed elegante capsule collection di Prada x ONE-oFF e TheDoubleF. 

Folli Follie e G&B, due noti luxury retailer italiani, si uniscono per dar vita alle boutique One-Off, nel cuore di Brescia. Curati nei minimi dettagli per regalare un’esperienza di shopping coinvolgente, contemporanea e alla moda, gli storeospitano la loro prima collaborazione con un brand internazionale: Prada, che apre la fila del ricco calendario di collaborazioni esclusive, svelate nei prossimi mesi e collocate in uno spazio creato ad hoc dal brand, intimo e coinvolgente. Parlare di prodotti esclusivi non è per nulla una retorica dato che i pezzi saranno disponibili solo fisicamente nei negozi One-Off (uomo/donna) bresciani e sull’e-commerce TheDoubleF, piattaforma di shopping online lanciata due anni fa dalla famiglia Galli. 

La collezione, rigorosamente disegnata da Prada, si compone di 15 pezzi dedicati all’uomo e 20 pezzi per il mondo femminile che coprono tutte le categorie merceologiche. Dalle eclettiche camicie, dove il notturno e misterioso nero dello sfondo mette in risalto le dinamiche forme color verde smeraldo, fucsia e rosso alle scarpe, con sneakers e sabot. Presenti, inoltre, comode tote bagborse con catena e cappellini da baseball con i motivi iconici della capsule. Francesco Galli, ceo di Follie Follie, si dichiara: “orgoglioso del lavoro svolto tra il nostro team e quello di Prada” e anticipa che a settembre sarà svelato il prossimo marchio che collaborerà con loro, probabilmente si tratterà di un brand italiano. I pezzi della capsule, in vendita dal 1 al 23 giugno 2019 sono, come ribadito da Galli stesso, una: “rivisitazione in chiave commerciale dei capi della sfilata uomo Fall-Winter 19’ di Prada”.

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Trovare i giusti prodotti per arredare il bagno a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità

Per rendere un’attività commerciale come un bar, un ristorante o una palestra un ambiente piacevole e accogliente, bisogna prestare molta attenzione all’arredamento dei bagni, che devono essere adeguatamente attrezzati e forniti di accessori pratici ed esteticamente gradevoli.

Trovare i giusti prodotti per arredare il bagno a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità, non è impresa facile. La soluzione più semplice e anche comoda è quella di rivolgersi a un sito specializzato proprio in accessori per bagni pubblici come B24store, che offre ampia scelta di prodotti e rapidi e sicuri servizi di consegna.

Tra i tanti articoli disponibili che svolgono un ruolo importante in un bagno, il dispenser di sapone automatico è sicuramente uno dei più significativi. Deve infatti assicurare semplicità di utilizzo ed efficienza e il massimo dell’igiene, per cui è consigliato l’utilizzo di modelli con fotocellula, che permettono di evitare ogni contatto diretto con l’apparecchio. Il dispenser può essere attaccato al muro oppure posizionato sopra un’apposita piantana, permettendo così di adattarsi a differenti spazi e necessità. È inoltre fondamentale assicurarsi che il dispenser sia sempre rifornito di sapone, di cui è quindi meglio effettuare significative scorte. Su questo sito è possibile effettuare acquisti di tutti i materiali di consumo necessari, sia per quanto riguarda i saponi, in gel, crema o schiuma, che per carta igienica, fazzoletti o fogli asciugamani. Non bisogna infatti dimenticarsi di installare insieme ai dispenser di sapone anche strumenti dedicati alla somministrazione di asciugamani monouso, che possono essere apparecchi manuali o, anche in questo caso, automatici.

Per garantire ordine e pulizia, sono irrinunciabili cestini per la spazzatura di dimensioni adeguate, dotati di coperchio ed eventualmente anche di pedale, per praticità e igiene, che possono essere scelti anche in tinte accese per donare un tocco di colore all’ambiente. Anche per quanto riguarda gli altri accessori da bagno, è possibile scegliere fra diverse opzioni non solo per funzioni e dimensioni, ma anche sotto il lato estetico, garantendo in questo modo un locale non solo funzionale, ma anche gradevole, con prodotti dalle linee curate, che puntano sull’uso dell’intramontabile acciaio cromato oppure alla raffinata versione satina. Non mancano versioni di dispenser e altri articoli in plastica bianca, semplice e discreta, o in tinte accese come arancione e verde, se si desidera creare un’atmosfera più vivace. Tutti i materiali utilizzati sono accomunati comunque da alta qualità e ottima resistenza a urti e graffi, fattori indispensabili per strumenti sottoposti ad un uso frequente e continuo.Effettuare acquisti online su B24store si rivelerà quindi un ottimo investimento, sia a livello pratico, per la comodità di comprare con pochi click evitando lunghi giri tra fornitori, sia per il rapporto qualità prezzo che potrete facilmente confermare in prima persona. Inoltre, il servizio di assistenza, via mail, telefono o whatsapp, vi potrà supportare per ogni dubbio in fase di scelta, acquisto o consegna delle merci, per garantirvi soddisfazione completa e semplificarvi il compito di realizzare bagni dedicati al pubblico organizzati al meglio, che possano offrire un’impressione di cura dei dettagli e attenzione verso gli utenti della vostra attività.

Candlelight Memorial: lotta e speranza per combattere lo stigma

E’ l’iniziativa nata per nata per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione dell’HIV e per combattere lo stigma verso il pregiudizio per chi è sieropositivo. Lo SPAZIO EDIT di Stefano Mortari ha ospitato domenica 19 maggio il Candlelight Memorial  – organizzato da ASA -Associazione Solidarietà Aids – con la partecipazione di una speciale performance dal titolo  “La Vita è Una” che ha visto protagonisti gli attori Angelo di Genio, Tindaro Granata e Alessandro Lussiana. Ha commentato  lo stesso Angelo di Genio: “ Il reading raccoglie uninsieme di testimonianze e interviste di varie persone che affrontano la propria condizione di sieropositivi nel 2019.  Partendo da questa ricerca Tindaro Granata ha creato la drammaturgia di un intervista doppia a due persone Alberto, etero 30 enne (interpretato da me) e Lucio, gay 35 enne (Alessandro Lussiana) testimonianze di una condizione ben diversa dagli anni Ottanta e Novanta, ma comunque stigmatizzata. Si parla di prep, test e di undetectable. Con profondità, ma anche ironia e soprattutto informazione e Vita”. Ha concluso la serata il live music del cantante e compositore Marco Guazzone con la sua band STAG.

“Il Candlelight è nato nel 1983 per ricordare i morti di AIDS- racconta Massimo Cernuschi, medico infettivologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano e Presidente di ASA. E prosegue: “Oggi è anche un modo per sensibilizzare contro la discriminazione e lo stigma che ancora colpisce le persone sieropositive e per diffondere informazioni sulla prevenzione. Due messaggi che in Italia vengono quasi ignorati. Siamo davvero entusiasti di poter lavorare con attori e performer per coinvolgere le persone e far conoscere le attività di ASA”.

Special thanks a tutti i partner del progetto: Patrocinio della Regione Lombardia, SPAZIO EDIT di Stefano Mortari (http://www.editmilan.com) , Premiere Venues (https://www.premierevenues.com), Glaizal & Partners (https://www.glaizalpartners.co), Bitter Rouge e Whitley Neill 

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Virgil Abloh x Pioneer DJ

Dal 10 giugno al 22 settembre 2019 il rivoluzionario fashion designer Virgil Abloh, esibirà i modelli skeleton NXS2 nella sua prima mostra museale intitolata “FIGURES OF SPEECH”. Le versioni “TRASPARENTI” dei CDJ-2000NXS2 e DJM-900NXS2 saranno esposte allo Chicago Museum of Modern Art della città natale di Abloh in Illinois, USA. 

In qualità di fondatore di Off-WhiteTM e nuovo Direttore Artistico Uomo per Louis Vuitton, il desiderio di Abloh di colmare le distanze tra musica, moda e arti creative riflette perfettamente la mission di Pioneer DJ, ovvero esplorare i legami profondi e l’armonia che la musica crea tra le persone. 

Virgil Abloh

Come afferma lo stesso Abloh “Nell’intento di conferire un nuovo look e creare nuove sensazioni per l’industria dei CDJ e DJM, ho voluto disegnare una versione trasparente, fuori dagli schemi dei modelli più iconici per ispirare un sound diverso mentre ci si esibisce come DJ; e creare cosi un nuovo terreno di incontro tra tecnologia musicale e interazione umana per raggiungere risultati innovativi”.

A riconfermare le parole del designer, interviene invece Akio Moriwaki, Presidente e CEO di Pioneer DJ“Le creazioni di Virgli Abloh non possono essere incastonate in una classificazione di genere. Egli stabilisce legami arditi tra varie forme artistiche mostrando al pubblico di tutto il mondo le illimitate possibilità creative dell’arte, tra cui esprimersi come DJ. Auspichiamo che la collaborazione con Virgil Abloh apra un nuovo capitolo della storia tra la nostra azienda e il nostro pubblico, che porterà sviluppi ulteriori ed inattesi alla diffusione della cultura DJ. Attraverso lo slogan “OLTRE LA MUSICA”, contribuiremo a diffondere la cultura della musica e a realizzare esperienze musicali più intense.”

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Piazza di Siena: la giornata finale

Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i migliori binomi di tutto il mondo si sono contesi la Coppa delle Nazioni Intesa Sanpaolo. Vince la Svezia, quinta classificata l’Italia di De Luca, Marziani, Pisani e Vizzini. Gran finale con le Frecce Tricolori.

Foto Chiara Filippi 
Servizio a cura di Stefania Sciortino e Rosamaria D’Anna

Credits: Newsroom FISE/CONI

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SIVERAL: Il rock meneghino

Noi di Man in Town abbiamo puntato gli occhi su una band della scena rock underground meneghina: i Siveral. I membri della band sono Antonio Magrini,Lorenzo Pasquini, Fernando De Luca, Giovanni Tani JR. Amano le donne e il buon vino: Pasquini si era fatto notare alla Edizione 2016 di X-Factor. Hanno dichiarato che amano i film sci-fi e noir: un’atmosfera che certamente si respira nei loro live. Amano le arti in generale: della fotografia  semplicemente apprezzano il ricordo che evoca, mentre della letteratura l’empatia che stimola attraverso la parola scritta. Si ispirano a mostri sacri del rock quali Pink Floyd e Led Zeppelin.

1)Quali sono state le vostre influenze musicali?

A e L: Le nostre influenze musicali sono abbastanza diverse tra loro e spaziano su un ventaglio di vari generi. Potremmo definire la musica dei Siveral come un Alternative Prog Rock: un’ etichetta certamente un po’ audace ma che rappresenta abbastanza bene il sound del gruppo, influenzato in particolare da grandi maestri come Pink Floyd, AC/DC e Led Zeppelin per quanto concerne l’aspetto strettamente compositivo e da band come 30 Seconds To Mars, Radiohead, A Perfect Circle, Anathema, Deftones, Porcine Tree e Depeche Mode per quanto riguarda più la resa sonora ed il mix finale. Tracce dei nostri ascolti ed ispirazioni si possono ritrovare in “The Future Is Analog”, il nostro primo disco, composto da dieci tracce differenti tra loro, ognuna delle quali racchiude una diversa sfumatura ed interpretazione emotiva.

2) Se poteste vivere in un film quale sarebbe?

A: Recentemente ho visto “I Guardiani Del Destino” un film del 2011 di George Nolfi con protagonista Matt Damon.parla di come si possa modificare il proprio destino se solo lo si desidera realmente …  un po’ poetico, ma mi è piaciuto molto.
L: Direi “Inception” di Christopher Nolan: perdersi fra i diversi piani del proprio inconscio e ritrovarsi a rivivere ricordi e desideri mi affascina.  

3) Da quale altra arte vi ispirate oltre la musica?

A: Adoro la fotografia: molte foto raccontano una storia in un solo istante. Cogliere l’attimo è un fattore comune a molte arti ma nella fotografia è fondamentale, non si torna indietro, quel momento non si ripeterà più e solo con la giusta consapevolezza e sensibilità lo si potrà rivivere.
L: Amo la letteratura. La capacità che hanno certe menti di inventare universi alternativi, esplorare  mondi interiori e riuscire a far vibrare corde comuni a tutti, lo trovo un punto in comune con la musica. Riesce inoltre a stimolare passivamente la creatività di ogni lettore andando a creare visioni uniche ed irripetibili.

4) La vostra musa? 

A e L: Sicuramente ci sono molti stimoli extramusicali come, appunto, cinema, fotografia, arte in generale, che possono spingerti a voler creare il tuo corrispettivo musicale ad essi. Anche un paesaggio particolare o un momento vissuto può essere fonte di ispirazione continua.

5) Progetti futuri?

A e L: il 13 Maggio è uscito il nostro disco e ora siamo impegnati a promuoverlo sia sul web che in sede live. Per una band indipendente è sempre molto difficile riuscire ad emergere, ma stiamo lavorando sodo e speriamo che i risultati arrivino.
6) in quale città sognate di suonare?

A: Direi che le opzioni sono tante, ma per darti un’ idea Londra, New York, Melbourne, sono città molto attente alla musica e che lasciano uno spazio specifico alle nuove proposte, non a caso molti progetti sperimentali emergono proprio da queste città.
L: Uno dei miei personalissimi sogni sarebbe quello di realizzare un tour, non necessariamente gigantesco, in Giappone e negli Stati Uniti. Mi piacerebbe suonare in città come Osaka, Tokyo o le grandi città della costa occidentale o orientale degli USA. E’ certamente un obbiettivo un po’ impegnativo, ma spero prima o poi di riuscire a realizzarlo.
7) cosa vi lega a Milano?
A: Milano è la nostra città. Personalmente la trovo fantastica: è un porto sull’Europa e negli ultimi anni, anche in seguito ad importanti manifestazioni come l’expo, ha ritrovato un’ estetica e una cura prima trascurata.Milano offre molte possibilità, sta arrivando ai livelli di Londra e Berlino.
L: Milano è la città dove sono nato e cresciuto, ho centinaia di ricordi sparsi in giro per le sue strade e penso che siano davvero pochi i motivi che potrebbero spingermi a non viverci più.

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Piazza di Siena: la seconda giornata

Come due anni fa, quando aveva vinto una gara nella prima giornata di Piazza di Siena, Paolo Paini mette la sua firma. Il 49enne emiliano si è infatti aggiudicato con Chaccolie il premio ENI, salendo al primo posto di una classifica comandata a lungo dalla statunitense Jessica Springsteen con Volage du Val Henry. “Chaccolie è una bellissima cavalla, molto veloce e intelligente – commenta Paini -. Non dico banalità se affermo che sono io in gara a farmi guidare da lei, dai suoi ritmi. Devo solo assecondare la sua voglia di fare bene”.

Courtesy: Elisa Galli e Caterina Vagnozzi Press Office

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Al via a Roma Piazza di Siena

L’Italia cerca uno storico tris a Piazza di Siena. Dopo aver vinto la Coppa delle Nazioni Intesa Sanpaolo nelle due ultime edizioni, il CT Duccio Bartalucci, ha presentato ieri alla Galleria d’Arte Moderna il quartetto azzurro: Luca Marziani su Tokyo du Soleil, Riccardo Pisani su Chaclot, l’amazzone Lucia Le Jeune Vizzini su Filou de Muze e, su Ensor De Litrange, Lorenzo De Luca. Quest’ultimo aveva contribuito alla vittoria del 2017 e rilancia: “Ci sono stati dei cambiamenti ma sono molto fiducioso: siamo quattro cavalieri in grande forma”.

Courtesy: Elisa Galli, Caterina Vagnozzi Press Office

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Il trionfo della Resilienza alla 22° edizione del Magna Grecia Awards

Sabato 18 maggio 2019 si è tenuta presso il Teatro Comunale di Massafra in provincia di Taranto, la 22° edizione dei MAGNA GRECIA AWARDS, manifestazione ideata e diretta dallo scrittore Fabio Salvatore che ha come sottotitolo “Tu che mi capisci”, quest’anno completamente declinata al femminile con l’assegnazione dei prestigiosi riconoscimenti a donne che si sono contraddistinte in ambito culturale, sociale, civile, artistico. Da quest’anno il Magna Grecia Awards ha come Presidente d’edizione 2019 Barbara Benedettelli, scrittrice e giornalista, da sempre impegnata attivamente nel sociale.
Super ospite d’onore è stata Anna Dello Russo, pugliese D.O.C. nonché direttore creativo di Vogue Japan, riconosciuta globalmente come Fashion Icon, ha voluto sostenere il suo territorio di cui si sente ambasciatrice.
È tornata in veste di madrina d’eccezione, Lorella Cuccarini, ormai da anni ambasciatrice straordinaria dell’evento. Il Magna Grecia Awards rinnova la sua partnership solidale con 30 Ore per la Vita, sostenendo il progetto in favore dell’AISM, attraverso l’istituzione di un comitato charity coordinato da Maria Teresa Trenta.
Ovviamente i più acclamati sono stati i giovanissimi come Cristiano Caccamo ed Aurora Ruffino protagonisti di tante fiction di successo RAI.
Oppure la sedicenne Elisa Maino, che su instagram con il nome La Maino vanta più di 1.5 milioni di follower, e che con la sua semplicità ha scalato le vette delle classifiche con il suo libro, da cui ne è stato tratto un film. Sicuramente la più commossa nel ritirare il premio.
Poi c’è stata Simona Cavallari, che ha letto l’ultimo discorso pubblico di Paolo Borsellino, quasi una premonizione che lo ha portato alla tragica fine pochi giorni dopo.
Ovviamente Simona grazie alle sue partecipazioni a serie televisive di successo in cui interpretava una poliziotta, viene identificata dal pubblico per questo motivo, infatti ha concesso con simpatia foto a tutta la Polizia di Stato presente, che come dicevano loro:” sei una di noi”.
Non sono mancati momenti di goliardia, come ad esempio quando è stata premiata Barbara Foria con il Premio “Maska” riconoscendo la sua effervescenza sul palcoscenico, la quale è garanzia di ilarità e sorriso travolgente. Non ha mancato di coinvolgere tutti i presenti improvvisando degli sketch unici, come solo lei sa fare.
Poi è stata la volta di Cristina Parodi che ha ricevuto il premio “Clio”, Signora della televisione italiana, giornalista di razza. Con il suo fascino, la sua eleganza, la classe e la padronanza di sé infondono sicurezza e certezze. All’indiscusso successo professionale si unisce il ruolo di madre complice ed amorevole e il nobile impegno sociale e civile.
L’evento si è concluso con la premiazione di Fiammetta Borsellino: Premio “Eccellenza Franco Salvatore” La fiducia nello Stato che ha sempre contraddistinto l’attività del suo papà è l’eredità morale più grande che una figlia può ricevere e custodire. Per questo altissimo è l’impegno morale e civile vissuto come figlia vittima di una strage che ha sconvolto la storia della nostra Repubblica. Mafia. Crudeltà. Via D’Amelio.

Foto: Daniele Galli

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Born to dare

A sinistra A destra
Giubbino Puma  Giubbino Z Zegna 
Camicia Marni  Camicia MSGM
Pantaloni Z Zegna  Pantaloni Barena
Sneakers Z Zegna  Sneakers Z Zegna 
Occhiali Moscot  Occhiali Moscot 
Da sinistra
Total Look Valentino 
Totol Look Stella McCartney 
Total Look Dolce e Gabbana 
Da Sinistra 
Completo Barena 
Felpa Rifle 
 
Giacca Z Zegna 
Felpa North Sails
Pantaloni Cos
Occhiali Mykita
 
Completo Barena 
Felpa Rifle 
Occhiali Mykita
Giacca Daks 
Felpa Z Zegna 
Pantaloni Tommy HIlfiger 
Scarpe Z Zegna
A sinistra 
Total Look Marni 
 
Total Look Z Zegna 
Tracolla Tommy HIlfiger
Total Look Adidas
Da sinistra
Anorak Ermenegildo Zegna 
Maglia Wayerob 
Pantaloncini Wayerob 
 
Maglione Acne Studios 
Pantaloncini Acne Studios 
 
Felpa con zip MSGM 
Maglia Wayerob 
Pantaloncini MSGM 
 
Da sinistra 
Total Look Prada
 
Total Look Lanvin
Giacca Barena 
Felpa Tommy HIlfiger 
Pantaloncini Tommy HIlfiger 
Scarpe Lotto
 
Felpa Tommy HIlfiger 
Pantaloni Ermenegildo Zegna 
Scarpe Lotto 
A sinistra
Felpa Adidas 
Maglietta Cos 
Pantaloni Ermenegildo Zegna
Occhiali Moscot 
 
Felpa Andrea Pompilio 
Maglietta Cos 
Pantaloni Ermenegildo Zegna  
Occhiali Moscot
Da sinistra 
Total Look Puma
 
Total Look Robe di Kappa 
 
Total look Lotto 
In copertina:
Da sinistra 
Pantaloncini Andrea Pompilio, Scarpe Lanvin
Jeans Roy Rogers, Scarpe Ermenegildo Zegna 
Anorak Roy Rogers,Scarpe Puma 
Jeans Calvin Klein Jeans, Scarpe Puma 
Camicia Calvin Klein Jeans, Pantaloncini Calvin Klein Jeans ,Scarpe Puma 

FOTOGRAFO: ANGELA IMPROTA
STYLING : GIUSPPE CECCARELLI
Mua Claudio Furini 
Assistente Paola Marino 
Make up NARS
Hair PAUL MITCHELL 

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Le SPA di design da scoprire ora

Non solo trattamenti per viso e corpo o momenti di relax. Ci sono progetti e ambienti che li ospitano e portano la firma di archistar e famosi designer. Una selezione di piscine, spa e terme d’autore in giro per il mondo.

Lord Norman Foster

C’è lo stile inconfondibile di Lord Norman Foster, uno tra i principali esponenti dell’architettura high-tech, dietro la ristrutturazione di The Dolder Grand, Zurigo. L’architetto britannico è riuscito a far convivere in perfetta armonia lo storico edificio principale del 1899 con la parte più moderna, collegando passato e futuro. Foster ha trasformato la Curhaus del 1899 in un City Resort di lusso con un centro termale di 4.000 metri quadrati. La posizione dell’hotel offre agli ospiti una magnifica vista su Zurigo, il lago e le Alpi.

Richard Meier

La classe e l’eleganza di Miami per il Falkensteiner Hotel & Spa Jesolo, Lido di Jesolo, hotel 5 stelle progettato dall’architetto statunitense Richard Meiercon e l’interior design di Matteo Thun. I due si sono occupati anche della grande piscina all’aperto, della vasca idromassaggio, della piscina interna e dell’Acquapura spa, 1500 metri quadrati di wellnesscon vista mare.

Patricia Urquiola

Recentissima apertura per la nuova spa Valmont all’interno del Sereno, 5 stelle lusso aTorno, sul lago di Como. L’archistar Patricia Urquiola(che ha curato tutto il design di interni ed esterni della struttura) ha ricavato l’area benessere nella darsena della proprietà che ospita Il Sereno, dando vita a un’oasi contemporanea in armonia con la storia originale dell’edificio e con il paesaggio circostante. 

Ingo Maurer

La luce è un elemento dominante per il Seiser Alm Urthaler, Alpe di Siusi, concepita per riempire tutte le zone, da Ingo Maurer, che dal 1966 progetta lampade e sistemi di illuminazione. I raggi del sole filtrano in modo soffuso negli spazi in legno, acciaio, vetro e marmo, contribuendo all’insieme come parti dello stesso design. La costruzione interamente in legno, la luce in prevalenza naturale e l’utilizzo di materiali biologici caratterizzano l’hotel e la spa. Il reparto wellness è un mondo del benessere di settecento metri quadrati e due piani, tra bagni, massaggi e relax. 

Matteo Thun

Il Vigilius Mountain Resort, Lana, The Dolomite Arena, ha dietro la filosofia-concept del grande architetto, designer e accademico di Bolzano Matteo Thun che ha curato anche l’area lounge e la wellness che comprende spa, piscina e sauna. A 1500 metri di altezza sopra Lana, vicino a Merano, questo resort di montagna si trova nel silenzio totale: zero traffico e nessun altro edificio nei dintorni. L’edificio sembra un gigantesco tronco d’albero adagiato al suolo, in legno e vetro. Fuoco e acqua sono ovunque: camini interni ed esterni, un canale a ruscello che scivola sul tetto, fontane e bagni idroterapici. 

Opera dello studio Matteo Thun e Partneranche la riconversione architettonica della Spa del JW Marriott Venice Resort & Spa, Venezia, la più grande della laguna. Un rifugio di relax e benessere di oltre 1.700 metri quadrati affacciato sulla laguna. Nell’’edificio principale i soffitti alti e il tetto spiovente in legno originali si sposano con lo stile moderno dalle linee pulite caratteristico del brand JW Marriott e con l’utilizzo di materiali naturali locali. La spa comprende una Spa Suite, raggiungibile anche in barca, affacciata sulla laguna e otto sale per i trattamenti (sei provviste di pontile esterno con lettini).

Peter Zumthor

L’architetto svizzero ha creato uno spazio incredibile per The 7132 Vals Thermal Baths & Spa a Vals utilizzando pietra, vetro e la luce naturale con aperture sulle montagne, per creare un viaggio sensoriale insolito. Naturalmente i trattamenti sono in sintonia, dal massaggio a quattro mani agli oli di erbe calde di tradizione ayurvedica a quello Chi-Yang di tradizione cinese agli oli purissimi con particelle d’oro. 

Frank O. Gehry

Non poteva che portare la firma di Frank O. Gehryl’hotel Marquès De Riscal di Elciego. Il piccolo borgo medievale immerso tra i vigneti della Rioja è poco distante da Bilbao, dove l’architetto canadese ha curato il Guggenheim Museum. La mano di Frank Gehry firma un edificio dallo stile inconfondibile: cubi che sembrano sospesi nel vuoto, circondati e sormontati da lamine in titanio modellate come la gonna di una bailadora de flamenco dai riflessi rosa, oro e argento. Tra le mura dell’hotel, Caudalie ha trovato una cornice ideale per i trattamenti di Vinothérapie. Anche qui, come in tutte le spa Caudalie, l’architetto Yves Collet dello Studio Collet & Burger di Parigi, ha curato l’interior design dei 1400 metri quadrati che si sposano armoniosamente con il grande progetto di Gehry e con la cultura spagnola.  

Marcio Kogan

Il design degli interni dell’AND Vineyard Resort & Spa, Evora nelle colline dell’Alentejo, poco distante da Evora, così come gli spazi esterni e la spa sono stati interamente ideati e progettati da Marcio Kogan. L’architetto brasiliano si è ispirato ai paesaggi della pianura dell’Alentejo inserendo l’architettura dell’hotel nel cuore della natura, in un’irripetibile atmosfera di modernità, naturale bellezza e quiete, con un’attenzione tutta particolare rivolta ai dettagli. Cinque stelle dalle linee pure ed essenziali, L’AND Vineyards Resort è immerso in una proprietà di oltre 26 ettari. L’hotel accoglie la spa Vinotherapie Caudalie che propone tutti i trattamenti del marchio che coniugano le virtù dell’acqua sorgiva naturalmente calda, ricca di minerali e oligoelementi, alle più recenti scoperte scientifiche sui benefici della vite e dell’uva.

Lissoni Associati

Il progetto di Lissoni Associatidel Conservatorium Hotel di Amsterdam che comprende anche la spa Akasha Holistic Wellbeing, occupa gli spazi dell’ex conservatorio di Amsterdam, costruito nel XIX secolo. La sensazione gotica originale dell’edificio è rimasta invariata mentre nuovi elementi, come il cortile in vetro coperto, sono stati inseriti per creare un contrasto tra antico e moderno.

Lissoni Architettura ha progettato anche il Roomers Hotel di Baden Baden , ospitato in un nuovo edificio. L’hotel con spa si estende su 12.000 metri quadrati, con uno stile modernista che si inserisce in modo coerente all’interno dell’area e allo stesso tempo crea un contrasto con gli edifici storici del quartiere. Nelle aree pubbliche, Piero Lissoni ha creato una serie di spazi calmi e suggestivi, ordinati intorno a un foyer dal design minimalista, che incorpora elementi come antichi portali di chiese e giardini adiacenti con una terrazza all’aperto.

Per The Middle House di Shanghai il lavoro di Lissoni Architettura comprende il concetto di facciata e l’interior design di due edifici a torre. The Middle House è il quarto progetto della pluripremiata The House Collective di Swire Hotels. The Middle House Hotel comprende 111 camere, ristoranti, spazi per eventi, piscine e spa. Le caratteristiche stilistiche tipiche della storia e della cultura dell’artigianato locale sono in relazione con elementi contemporanei per generare un equilibrio spaziale.

Antonio Citterio Patricia Viel

Il progetto della struttura del Mandarin Oriental di Milan è stato ideato e curato dallo studio milanese. Intervenendo su quattro edifici adiacenti del XVIII secolo, l’architetto Citterio ne ha armonizzato la fusione integrando qualche elemento d’ispirazione orientale in un concetto d’interior milanese. La spa dell’hotel offre un approccio olistico al benessere. Qui l’Oriental Heritage dell’albergo è espresso al suo massimo sia per quanto riguarda i trattamenti che per le scelte architettoniche. Ispirandosi alla filosofia del Feng-Shui, sia per l’uso dei materiali (fuoco, terra, metallo, acqua e legno) che per la disposizione degli ambienti, gli architetti hanno armonizzato gli spazi e il design per creare un universo di relax e rinascita. 

Tadao Ando

Il Setouchi Aonagi di Matsuyama è un hotel di lusso con 7 suite realizzate e progettate da Tadao Ando, costruito su una montagna, aperto verso il cielo e il mare (Seto Inland Sea). Con la sua estetica minimalista, l’hotel comprende anche una spa e una piscina panoramica, circondata da alti muri in cemento a vista (come l’hotel), che si estende per 30 metri in direzione del mare. L’acqua cambia colore secondo il riflesso del cielo.

Jacques Garcia

Il Métropole di Monte-Carlo è uno degli hotel storici del principato di Monaco ed è stato completamente rinnovato sotto la direzione di Jacques Garcia. Il designer francese ha saputo conservare il suo fascino mediterraneo. La Spa Métropole by Givenchy è stata invece creata dall’interior designee francese  Didier Gomez.

Sir Nicholas Grimshaw

Al centro del progetto Thermae Bath Spa dell’omonima città termale inglese c’è il New Royal Bath, creato da Sir Nicholas Grimshaw & Partners. Il complesso comprende nuove costruzioni e restauro di strutture già esistenti. Un certo numero di edifici storici che fanno parte della struttura come il Cross Bath e l’Hot Bath sono stati restaurati e affiancati ai nuovi. Così il mix di stili (quello degli edifici di epoca georgiana esistenti e il design contemporaneo) rende Thermae Bath Spa molto interessante dal punto di vista architettonico. L’edificio è nato per celebrare il terzo millennio. Grimshaw & Partners sono stati selezionati tra 140 progetti originali, per il loro uso innovativo dei materiali.

Jean-Michel Gathy

L’archistar Jean-Michel Gathy, che ha progettato molti degli hotel e spa più significativi con il suo studio Denniston,ha firmato The Chedi Andermatt, uno dei resort montani di design più lussuosi al mondo, nella Valle Orsera in Svizzera. Il 5 stelle unisce in un riuscito connubio equilibri asiatici ed elementi tipici degli chalet elvetici creando un’atmosfera cozy ed elegante. La spa si estende per 2400 metri quadrati e regala viste mozzafiato sul panorama circostante, grazie alle vetrate che circondano la piscina olimpionica da 35 metri.A completare l’ambiente assi di legno chiare, tappeti e divani e otto camini di design.

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Traditore, Spietato: ecco il momento d’oro di Alessio Praticò

Alessio Praticò, Calabrese, sta vivendo un momento artistico davvero incredibile. Infatti, se guardate Netflix, lo potete vedere protagonista al fianco di Riccardo Scamarcio ne “Lo Spietato”.
Nel caso siate appassionati del Festival di Cannes, sarà li a presentare il nuovo film di Bellocchio: “Il Traditore”, al fianco di Pier Francesco Favino, sarà l’unico film italiano in gara.
Direi che meglio di così non si può chiedere al destino.

Questo è il tuo momento d’oro, sei protagonista nelle migliori uscite al cinema e TV, come ti senti.

Ovviamente sono super felice, in quanto come dico sempre per me il successo è il poter fare il lavoro che ho scelto di fare e che faccio principalmente per passione.

Per chi non l’avesse visto “Lo spietato”, com’è stato girare riportando in vita gli anni 80’ e 90’.

È stata un’esperienza bellissima e divertentissima, in quanto si è creata un’alchimia straordinaria con tutti gli attori, in particolar modo con Riccardo (Scamarcio) ed Alessandro (Tedeschi) con i quali ho condiviso la licenza di poter essere sempre cialtroni.
E questo anche proprio a scopo di sceneggiatura in quanto dovevamo raccontare vent’anni di amicizia.
Il tutto era avvallato dal regista Renato De Maria.
Ci tengo a precisare che il film è liberamente tratto dal libro intitolato “Manager calibro 9”, che ci rimanda immediatamente alla Milano degli anni di piombo.
Insomma, è un omaggio al genere poliziottesco degli anni 70’, con una lettura in chiave tragicomica.

Com’è stato lavorare con il maestro Bellocchio, andrete anche al Festival di Cannes con “il Traditore” ed uscirà al cinema il 23 maggio.

Innanzitutto, l’essere stato convocato direttamente dal regista senza passare dal lungo processo dei provini, questa è stata la prima vera soddisfazione che ho avuto. La considero una super esperienza in quanto mi considero una spugna io, e trovandomi a lavorare con lui, non fatto che imparare ogni singolo momento condiviso.
È un regista che lascia molto spazio agli attori per parlare ed interagire, non lo fanno tutti, questa è una cosa che non mi sarei aspettato, e mi ha piacevolmente sorpreso.

Quale ruolo ti piacerebbe interpretare dopo tutti questi cattivi

Personalmente sono quanto ci possa essere di più lontano dal cattivo, mi piacerebbe molto il potermi confrontare con un ruolo più leggero.
Una bella commedia al cinema o TV mi manca, invece a teatro l’ho già fatto.

Quanto c’è di stereotipo nei ruoli che interpreti, nel senso, se eri nato a Bolzano?

Pensa che il primo film che ho fatto è “Antonia”, prodotto da Luca Guadagnino, dove, io calabrese interpretavo un milanese, film peraltro ambientato negli anni 30’, quindi parlavo con l’accento di quel periodo.
Poi forse il caso ha voluto che in questi ultimi anni ci fossero storie ambientate e girate in Calabria e quindi ci son caduto a pennello.

Cosa ne pensi del cinema italiano.

Storicamente ha tante cose da dire e da raccontare, una miriade di registi che hanno composto la storia del cinema mondiale. Siamo molto bravi sui generi, forse dovremmo avere il coraggio di ripercorrere questa strada. Generi peraltro, copiati ed emulati in altri paesi.
Invece noi li guardiamo sempre con quell’occhio un po’ snob.
La commedia all’italiana è stata esportata ed ammirata in tutto il mondo.

Qual è la differenza nel recitare in una serie TV o per il cinema per te.

Assolutamente nessuna, come non c’è nemmeno tra cinematografica e teatrale, la differenza è solo il mezzo. Vi è solo la buona e la cattiva recitazione.

Chi era il vero sex symbol tra te e Scamarcio sul set de “Lo Spietato”.

ride(ndr) ti stupirò, Alessandro!

Foto: Alessandro Rabboni

Styling: Identity Communication

Grooming: Cinzia Carletti per Making Beauty

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A Cannes con Magnum

Sulla passerella di Cannes star internazionali e nostrane come Rita Ora, Aya Nakamura, Clara Amfo, Dabiz Munoz, Palina Rojinski e Cristiano Caccamo si sono ritrovati grazie a Magnum al Festival Internazionale del Cinema di Cannes per celebrare la campagna Magnum’s Never Stop Playing. Una recente ricerca ha rivelato che più di un quarto (27%) della popolazione del Regno Unito non si abbandona a ciò che gli dona veramente piacere per paura di essere giudicati. I talent internazionali chiamati dal brand sono stati riuniti come manifesto per il loro approccio spensierato alla vita, ma soprattutto perché condividono l’ambizione di ispirare le nuove generazioni a vivere in maniera genuina e a non lasciarsi influenzare dai pregiudizi.

Il pomeriggio all’insegna del piacere al Magnum Beach è iniziato con una conferenza dove gli invitati hanno ascoltato le motivanti storie di Aya, Clara, Dabiz, Palina and Cristiano sulle sfide che hanno dovuto affrontare nel perseguire ciò che amano e in che modo hanno sfidato, scherzosamente e con leggerezza, giudizi e opinioni degli altri per indulgere in ciò che porta loro vero piacere. Il panel è poi terminato con una straordinaria performance di Rita Ora, che ha cantato due dei suoi pezzi più playful, anywhere e let you love me accompagnata da una chitarra acustica.

Sulle orme della collaborazione di Magnum con l’iconica Iris Apfel, che ha dato il via alla campagna con splendidi contenuti video che incarnano il concetto di True to Pleasure, questi prestigiosi ospiti continuano la missione di Magnum nel voler ispirare le persone a vivere proprio come Iris, determinati nella ricerca del piacere.

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Meccaniche Veloci pronto alla regata

Il team del WB Seven ha fatto il suo esordio iniziando il periodo di preparazione alla Regata dei Due Golfi organizzata dallo Yacht Club Lignano. Ad oggi l’obiettivo è quello di conquistare un posto sul podio al prossimo campionato mondiale D-Marine ORC che si terrà dall’1 all’8 giugno a Sebenico (Croazia).

Il WB Seven prenderà parte alla regata con i colori dello Yacht Club di Parma nella categoria “corinthian” ovvero quella parte della competizione riservata agli equipaggi non professionisti. La manifestazione avrà una anche un messaggio particolare. Infatti il team ha stretto una collaborazione con Ami (Ambiente Mare Italia) e sulle vele e sulle divise dell’equipaggio di WB Seven campeggerà anche il logo “no plastic”. Un contributo alla campagna di sensibilizzazione verso i temi ambientali mettendo sotto i riflettori l’inquinamento da plastica dei mari, sperando che la situazione possa migliorare quanto prima.

Salirà a bordo dell’imbarcazione anche Meccaniche Veloci, brand di orologeria dall’anima italiana e una produzione Made in Swiss. Meccaniche Veloci diventa dunque main sponsor della WB Seven dove il logo sarà posto al centro della randa e del fiocco, in bianco su fondo nero. Oltre che come sponsor, Meccaniche Veloci sarà presente anche fisicamente. Cesare Cerrito, CEO del brand svizzero ed appassionato velista, sarà uno dei dodici componenti dell’equipaggio guidato dal timoniere Mauro Pelaschier.

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Verso l’estate: i profumi per questa stagione

Anche se il vero caldo non è ancora arrivato, noi abbiamo già pensato ai nuovi profumi per l’estate. Le nuove fragranze per questa stagione si alternano tra note frizzanti e altre più calde adatte per le serate più fresche. Che siate alla ricerca della brezza marina o meno, è il momento di scoprirle subito.

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10 orologi da avere subito

L’orologio è uno degli accessori maschili a cui tutti teniamo di più e che rappresenta meglio il nostro stile e la nostra personalità. Per non farci trovare impreparati questa stagione, ecco alcune nuove proposte da portare con noi durante la prossima estate.

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Verde e sostenibilità: la Milano Outdoor Week

Dal 22 al 26 maggio 2019 arriva in via Fiori Chiari, nel cuore del capoluogo lombardo, MOW-Milano Outdoor Week. Uno spazio nel cuore di Brera ospiterà, per cinque giorni, un importante evento che dimostra come un’importante via possa essere vista e vissuta attivamente dalla comunità al pari di un terrazzo o giardino di casa. Il progetto nasce dall’unione di design e natura, insieme per il futuro della città.

Lo spazio, messo a disposizione da Robertaebasta, Galleria d’arte antiquaria tra Milano e Londra, ospiterà dei dibattiti nei giorni 22-23-24 alle ore 17:00. I talk sono organizzati dalla rivista Villaegiardini, storico magazine attento e sensibile alla vita nel verde. Le tematiche all’ordine del giorno saranno: la natura, l’arredo urbano e il design, discusse e approfondite da professionisti del verde e dell’architettura. Dai paesaggisti come Emanuele Bortolotti, Flora Vallone, Massimo Semola, Patrizia Pozzi e Roberta Peverelli, agli architetti e desinger come Marc e Paola Sadler, Guido Canali e Giovanna Latis.

L’evento Milano Outdoor Week verrà inaugurato la sera di Giovedì 23 Maggio con un opening speciale, tra un brindisi e buona musica live presso la Galleria Robertaebasta di Via Fiori Chiari 3 al quale sarà possibile accedere previo accredito all’indirizzo presente sul save the date del MOW.

Partner importanti del progetto saranno i vivaisti, le aziende legate ai temi della sostenibilità e i produttori di arredi outdoor. Da Mapei a Unopiù fino a Officine Ciani e Touseè gioielli. Venite a trascorrere piacevoli momenti di realx, svago e informazione catapultati in una realtà green ed eco-friendly tra desing, interessanti dibattiti e una suggestiva location cittadina.

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Piano City Milano 2019

PIANO CITY MILANO 2019 è il festival musicale che valorizza la città che cambia, racconta i quartieri e promuove la cultura. Anche grazie a partner con i suoi stessi valori il festival di pianoforte, in calendario nel capoluogo lombardo da venerdì 17 a domenica 19 maggio regalerà ai milanesi, turisti, appassionati e curiosi, oltre 50 ore di musica tra quartieri, case, terrazze, grattacieli, parchi, musei e teatri.

L’evento di ampio respiro che coinvolge l’intera città, rendendola ancora più affascinante, ogni anno permette di scoprire luoghi insoliti offrendo al pubblico nuovi indirizzi, e che pur mettendo al centro la musica riesce a offrire molto di più. L’edizione di quest’anno si contraddistingue in particolare per una forte attenzione ai temi ambientali e per questo, grazie al supporto di LifeGate e ATM, è stata pensata all’insegna del “plastic less”, quindi con un ridotto consumo di materiali plastici, e della mobilità sostenibile. Non solo, ci si potrà anche immergere nella bellezza della musica sotto la luce della luna e delle stelle oppure ritrovarsi a camminare nel silenzio della città che dorme per partecipare a uno degli esclusivi concerti che si tengono all’alba o spingersi nei quartieri fuori dal centro per ascoltare pianisti di fama mondiale e giovani talenti. Fra i concerti più sentiti di questa edizione, che dimostrano la forte attenzione ai temi sociali di Piano City Milano, ci sono infatti quello che si terrà al Bosco di Rogoredo, dove sarà protagonista Emanuele Misuraca (domenica 19 alle ore 16), quello di Dardust a Gratosoglio (domenica 19 alle ore 19.30), e quello organizzato nel particolare contesto del Refettorio Ambrosiano (domenica 19 alle 10).

Con un ricco calendario di eventi e oltre 450 concerti gratuiti (alcuni su prenotazione), Piano City Milano è possibile solo grazie al supporto di una rete di aziende (Intesa San Paolo, Campari, Hermès Italie, Red Bull, Volvo) che contribuiscono a portare la musica in tutti i luoghi di Milano on un messaggio comune: quello di una città che cambia, si trasforma e si vuole avvicinare sempre di più a ogni tipo di spettatore a beneficio di profondi valori come quelli della musica, della cultura e della conoscenza in generale.

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A model’s talk: Radu Ionut

Sei molto giovane e molto seguito sui social media, specialmente su Instagram. Preferisci i social o le attività da modello?

Si ho solo diciannove anni e penso siano due attività entrambe necessarie, Instagram è un’ottima piattaforma di promozione personale per essere notati da clienti e brand.D

Torni spesso a casa o sei molto occupato a causa dei tuoi viaggi?

Vivo principalmente a Bucarest, la mia città natale ma per lavoro viaggio molto. Ho firmato il mio primo contratto di lavoro 6 mesi fa e al momento non ho molto tempo di stare a casa perché viaggio spesso

Potresti suggerirci quindi qualche posto caratteristico a Bucarest?

Il centro storico è molto particolare ed è l’ideale per chi ama la vita nottura perché pieno di club. Le strade sono molto carattristiche, rimaste intatte con l’architettura di 50 anni fa.

Qual è il tuo posto preferito nel mondo?

Penso New York, sono stato lì due mesi per lavoro. Le persone sono davvero carine e offre molte opportunità

Se dovessi dare un consiglio di stile quale sarebbe?

Il mio preferito è Armani, classico senza troppi colori o almeno quelli essenziali come bianco e nero.

I tuoi capelli sono senz’altro un punto di forza, sei biondo naturale?

Sono biondo scuro, al momento li decoloro. Uso solamente il balsamo dopo lo shampoo e mi trovo molto bene con L’Oreal

Ti abbiamo visto lavorare con Bruce Weber, raccontaci qualcosa di lui

Ho lavorato con lui poco prima di andare a New York, sono stato a Miami una settimana e mezza, è stata un’esperienza incredibile perché abbiamo scattato in moltissimi posti: a casa sua, sulla spiaggia o nell’oceano, quindi indossavo per lo più costumi da bagno e intimo. Weber è davvero bravissimo ed è un piacere lavorare con lui.

Quali sono i tuoi sogni?

Non sono ancora sicuro, ma sogno un futuro nella moda. Mi piacerebbe anche provare a fare l’attore, magari a New York.

Fotografo: Antonio Avolio 
Stylist: Stefano Guerrini 
Stylist’s assistants: Fabiana Guigli, Davide Spinella 
Grooming: Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO 
Model: Radu Ionut @Independent Models MGMT
Intervista: Massimiliano Benetazzo

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Delvaux lancia una collaborazione dai tratti magici

Classe, eleganza e surrealismo. Ecco le parole chiave della nuova collaborazione tra la storica, e più antica al mondo, casa di pelletteria belga: Delvaux e La Fondazione Magritte. Due simboli del Belgio insieme per una capsule dal grande fascino che rende omaggio a Renè Magritte, tra i più originali e grandi pittori del 900’, nonché definito il padre del movimento surrealista. 

I suoi celebri capolavori, tra cui: L’Uomo con la Bomboletta, Gli Amanti e La Promessasono armoniosamente vivi più che mai sui pezzi della pelletteria belga: dai portadocumenti da viaggio ai  borselli, dalle borse da lavoro a quelle porta computer. Delvaux, maison fondata nel 1829, sceglie l’arte per la sua prima vera collaborazione in quasi duecento anni di attività. Cappelli, nuvole, chiavi; queste le icone magrittianeche compaiono su quella che è la prima linea del marchio dedicata, anche, al mondo maschile. 


Pezzo cult della collaborazione è la borsa D-OFF che, grazie alle sue dimensioni si adatta a più occasioni, da un giro in centro città ma anche per un viaggio fuoriporta. Manici, interni, fodere e chiusure in pelle richiamanti la serratura simbolo dell’artista; Il brand cura con dedizione i dettagli dei suoi prodotti aprendosi ad un progetto interessante e mantenendo i suoi caratteri distintivi, ogni simbolo presente rimanda a quello successivo in un piacevole gioco vedo-non-vedo. La pelletteria surrealista godrà, inoltre, di diverse scelte cromatiche: dal blu marino all’avorio e dal celeste al nude. 

Due eccellenze belghe con percorsi affascianti e unici che hanno segnato nel tempo due tracce diverse. La Maison di alta pelletteria è fornitrice ufficiale della Corte del Belgio dal 1883 e simbolo di raffinatezza ed eleganza femminile, i suoi archivi sono in costante aggiornamento e presentano oltre 3000 borse. Amica del progetto è la Fondazione Magritte che nasce nel 1998 a Bruxelles come un’organizzazione non-profit con lo scopo di proteggere, diffondere e far vivere (e rivivere) vita, opere e anima del pittore in Belgio e nel mondo.

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Calvin Klein: I SPEAK MY TRUTH

Alla scoperta della nuova campagna proposta da CALVIN KLEIN, brand che da oltre cinquant’anni si impegna a provocare, sfidare e ridefinire lo status quo. Alcune delle figure più influenti del mondo contemporaneo raccontano la propria storia in una serie di video firmati dal rinominato regista Jonas Lindstroem e delle fotografie di Mario Sorrenti. Tra i protagonisti ritroviamo A$AP Rocky, Bella Hadid, Billie Eilish, Kendall Jenner, Noah Centineo e Shawn Mendes.
Il filo conduttore è la libertà di esprimere sé stessi in modo disinibito e persino provocatorio: la nuova campagna è un invito a SPEAK YOUR TRUTH all’interno di #MYCALVINS – hashtag che vuole dar voce e riunire persone a livello globale.
La campagna è stata svelata a livello mondiale il 9 maggio e andrà avanti per episodi, ognuno dei quali prevede il lancio di un video, che verrà successivamente pubblicato su piattaforme digital, social media e spazi esterni di grande impatto.

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CANDLELIGHT MEMORIAL

Torna l’appuntamento con ASA-Associazione Solidarietà AIDS in occasione del Candlelight Memorial, un evento nato per sensibilizzare la prevenzione dell’HIV e combattere lo stigma in 115 città nel mondo.
Questa volta il tema sarà “Non mollare: continuiamo a lottare per la salute e i diritti” e si svolgerà domenica 19 maggio dalle 18.00 alle 22.00 presso lo SPAZIO EDIT di Stefano Mortari.
In programma la partecipazione di alcuni artisti che si esibiranno con performance teatrali e musicali allo spazio EDIT, tra questi vi sono gli attori Angelo di Genio, Tindaro Granata e Alessandro Lussiana e il cantante e compositore Marco Guazzone.
Massimo Cernuschi, medico infettivologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano e Presidente di ASA commenta: “Il Candlelight è nato nel 1983 per ricordare i morti di AIDS. Oggi è anche un modo per sensibilizzare contro la discriminazione e lo stigma che ancora colpisce le persone sieropositive e per diffondere informazioni sulla prevenzione. Due messaggi che in Italia vengono quasi ignorati. Siamo davvero entusiasti di poter lavorare con attori e performer per coinvolgere le persone e far conoscere le attività di ASA”. 
Il messaggio che ASA Milano intende trasmettere è sicuramente di prevenzione, invitando a superare lo stigma verso le persone sieropositive. Durante tutta la durata dell’evento saranno a disposizione operatori qualificati per fornire informazioni e distribuire materiale informativo.

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Divine Bovine: monumenti e testimonianze

Le pitture rupestri nelle grotte di Lascaux in Dordogna e in quelle spagnole di Altamira sono i primi esempi di raffigurazioni in epoca preistorica, che conosciamo essere di opera umana. Non è un caso che l’origine della storia artistica di questo pianeta inizi proprio con dei bovini. Questi animali sono compagni di vita dell’uomo dall’inizio dell’Olocene, ovvero tra i 10.000 e i 7.000 anni fa, quando è avvenuta la “rivoluzione neolitica”, la prima grande rivoluzione dell’agricoltura. L’uomo è passato gradualmente da un’economia di sussistenza basata su caccia e raccolta a una incentrata sull’allevamento e la coltivazione.

Toni Meneguzzo per cinque anni si è avventurato in diverse regioni dell’India, dove è nato e si è diffuso l’Induismo: Tamil Nadu, Karnataka, Andhra Pradesh, Orissa, Uttar Pradesh, Madhya Pradesh, Assam, Rajasthan, facendocene scoprire le tradizioni attraverso un punto di vista esclusivo.

In un viaggio lungo e intenso tra il 2008 e il 2013, acquisisce un repertorio vastissimo di un’arte che sta scomparendo. Divine Bovine è il frutto di questo viaggio: un progetto artistico, antropologico, ma anche di testimonianza della tradizione Hindu, quella di onorare il raccolto e la sacralità delle mucche allo stesso tempo, in quanto elementi fondamentali e correlati per la sussistenza dell’esistenza umana, così come da tradizione millenaria. Secondo questa tradizione – ormai in via di estinzione, e su cui non esistono praticamente fonti documentarie, essendo tramandata oralmente di villaggio in villaggio – durante le celebrazioni delle feste rurali, un esemplare di mucca viene donato al tempio come ringraziamento per il raccolto. Gli animali, adornati con ghirlande, fiori e vari paramenti, vengono dipinti direttamente sul manto con pigmenti coloratissimi, che li rendono vere e proprie opere d’arte viventi.

La mucca per gli indiani è un altare, è la genesi di tutta una spiritualità. Tirano l’aratro e danno il latte, non vengono mangiate e il loro concime è molto prezioso. Quando bloccano il traffico nessuno fa nulla, perché una dea non si tocca.

L’artista ci fa sentire in pieno il senso della loro presunta divinità: le ritrae con lo sguardo attento, fiero perché incarnazione di quel tempio divino che rappresentano, che esprime dignità, forza, resistenza, maternità e servizio incondizionato verso l’umanità, senza sottomissione alcuna.

La mostra Divine Bovine, è una preziosa e rara testimonianza di un’arte insolita per il pensiero e per lo sguardo occidentale contemporaneo, un’arte rurale e al contempo raffinata di cui Meneguzzo si rende custode.

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H20: come idratare la pelle in primavera

Lo sappiamo bene, la chiave della giovinezza della pelle risiede nell’idratazione, che deve essere un appuntamento fisso e da ripetere più volte nell’arco della giornata. Le texture dei sieri, creme viso o corpo sono inevitabilmente fresche e piacevoli, ma soprattutto ricche di acqua.

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A model’s talk: Andrea Manzoni

Cosa ti ha spinto a decidere di intraprendere la carriera di modello?

E’ successo tutto per puro caso: una domenica, mentre frequentavo ancora al liceo, un booker (che purtroppo ora non c’è piu) Massimo Curella, mi ha fermato per strada ed ha lasciato il suo biglietto da visita ai miei genitori. 
È iniziato tutto molto gradualmente, io giocavo a calcio quindi mai mi sarei aspettato di intraprendere questa carriera, poi però ho iniziato a viaggiare molto. Ho vissuto molti anni in Asia, mi piace davvero moltissimo, ho visto città come Shanghai, Singapore, Hong Kong e Pechino. Sono poi tornato in Italia per lavorare con clienti come Dolce e Gabbana e ora vivo tra Milano e Parigi.

Cosa ne pensi di Parigi?

Io mi trovo molto bene, vivo da solo anche se all’inizio non è stato molto facile trovare casa. Abito vicino a Notre Dame, esattamente a Saint Pompidou. È molto bello, rappresenta a pieno la vecchia Parigi, piccoli vicoletti pieni di vita ad ogni ora. Il lavoro è molto diverso rispetto a qui, l’espressione dell’uomo è particolarmente ricercata.

Un luogo che ti è rimasto impresso e che consiglieresti?

Sicuramente Shanghai, dove ho vissuto per cinque anni. Per un anno ho anche smesso di fare il modello perché questa città mi aveva totalmente rapito, facevo quindi il manager nei locali. A differenza di Pechino, Shanghai è molto più aperta ed internazionale. Un ristorante che sicuramente consiglierei è ad esempio The Fellas, un terrazzo con vista sul the Bund, gestito da italiani. Di cose da fare ce ne sono veramente molte, ma anche solo passeggiare per la vecchia Shanghai o People’s square riesce a far innamorare chiunque della città.
La consiglio sicuramente a chi vuole fare il modello, si lavora molto ma decisamente bene.

Parlando invece di te, che tipo di allenamento segui per tenerti in forma?

Io mi alleno in casa, venendo dal mondo dal calcio e del nuoto faccio fatica ad abituarmi alla palestra. Faccio corpo libero un’ora al giorno tutti i giorni, ed è da due anni e mezzo circa che non salto mai un giorno di allenamento.
A 30 anni il fisico cambia, per quanto riguarda l’alimentazione sono sicuramente più attento a ciò che mangio.

Che tipo di rapporto hai con i social network?

Sicuramente è parte integrante del mio lavoro, credo sia molto bello. Molto spesso viene confuso il fatto di essere un modello, un influencer o una persona che sponsorizza un brand. Sono tre cose completamente diverse, però i social ci permettono di essere visti da chiunque e quindi anche di essere ingaggiati più facilmente. E’ bellissimo essere in contatto con tutto il mondo, soprattutto viaggiando molto, anche se in Cina i primi anni è stato molto difficile poiché la maggior parte dei siti sono bloccati dal governo.

Cosa non può mancare nella tua valigia quando viaggi?

Sicuramente un libro che mi ha regalato mio padre, che è l’Alchimista di Coelho. Mi ritrovo molto in alcune parti del racconto; ogni volta che lo leggo c’è sempre qualche dettaglio che mi faccia pensare che la storia sia la mia.

Un accessorio o un capo che non può mancare nel guardorba maschile?

Un pantalone elegante, non uso mai i jeans.

Hai dei sogni nel cassetto?

Vorrei comprare una casa ai miei nonni, perché sono molto legato a loro e vorrei riuscire a fare questo regalo per ricambiare tutto ciò che mi hanno dato.

Progetti futuri invece?

Mi piacerebbe moltissimo poter continuare a lavorare in questo mondo, vorrei diventare booker o casting director per poi magari aprire un’agenzia, che trovi un giusto equilibrio tra la soddisfazione del cliente e le esigenze del modello.

Ph: Antonio Avolio
Style: Stefano Guerrini
Stylist’s assistants: Fabiana Guigli, Davide Spinella
Grooming: Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO
Model: Andrea Manzoni @Independent MGMT
Interview: Martina Belluschi

In copertina: Total look Dondup, scarpe Baldinini 

ENGLISH VERSION

What pushed you to undertake a modeling carreer?

I was still attending high school and I was out with my parents on a Sunday, a booker named Massimo Curella stopped me and gave his business card to my parents. It all started gradually, since I was a football player I would’ve never imagined to become a model, but then I started traveling a lot. I lived for many years in Asia, I visited many cities like Shanghai, Singapore, Hong Kong and Beijing. I came back to Italy to work with clients like Dolce & Gabbana, and now I’m living between Paris and Milan.

What can you tell us about Paris?

I simply love it, I live on my own even though it wasn’t easy for me to find an apartment alone. I live near Notre Dame, in Saint Poumpidou. I find it extremely nice, it represents the old Paris, with its alleys. Working it’s wuite different from here, the model’s expression is more cherished. 

Could you tell us a place you would recommend?

Definitely Shanghai, where I lived for five years. I even stopped modeling for a year, since the city totally captivated me, and I worked as a club manager. I find Shanghai more open and international than Beijing. A restaurant I would recommend is The Fellas, a rooftop with a view on the Bund, owned by Italians. There are many things to do there, but even by talking a walk in the old town or in People’s square you could totally fall in love with it. I can also say it’s the perfect city for modeling, the work is tough but worth it.

Talking about yourself, do you train constantly?

I train at home, I’m not really used to the gym, coming from football and swimming. I train an hour every day and it’s been two years and a half since I last skipped a training day. Being 30 years old, I need to be more careful about what I eat then when I was younger, our body is constantly changing. 

What do you think about social network?

It’s for sure a part of my job, I think it’s very useful. It often gets confused how modeling, being an influencer and sponsor a brand are three completely different things. Social network allow us to be seen from everyone and being scouted easily. I love being in contact with the world, especially because I travel a lot, even though it was difficult in China, since most of the websites are blocked by the Government.

What do you always bring with you when you travel?

A book that my father gave me, it’s called the Alchemist by Coelho. I feel like it represents some parts of my life everytime I read it.

A piece of clothing that should always be in a man’s closet?

Elegant trousers, I never wear jeans.

What is your biggest dream?

I’d love to buy a house for my grandparents to give back everything they gave to me.

Any future plan?

I want to continue working in this field, become a booker or a casting director, and maybe fund my own agency, with the right balance between client’s satisfaction and model’s needs. 

Ph: Antonio Avolio
Style: Stefano Guerrini
Stylist’s assistants: Fabiana Guigli, Davide Spinella
Grooming: Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO
Model: Andrea Manzoni @Independent MGMT
Interview: Martina Belluschi

Cover: Total look Dondup, scarpe Baldinini 

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Sneakers: i modelli perfetti per questa primavera

La bella stagione è finalmente arrivata ed è tempo di fare ordine nel proprio guardaroba (e nella scarpiera). Siamo nel periodo perfetto per scoprire le novità della stagione e acquistare un nuovo paio di sneakers che ci accompagneranno, passo dopo passo, nei mesi a venire.

Prima proposta per la stagione è la rivisitazione di un classico. Converse mostra fieramente la propria origine con un look molto americano per uno dei suoi modelli di scarpe più iconico: le Chuck Taylor ‘70. In questa versione spring/summer 2019, la tomaia alta alla caviglia è interamente in denim blu mentre i lacci e la gommatura sono bianche. Nel complesso dallo stile semplice ma con carattere.

Un altro paio di sneakers alte ideali per queste prime giornate di sole sono le adidas realizzate dal brand newyorkese Alife. Il modello adidas ricreato con il logo Alife e altri dettagli è il Nizza Hi. Una versione in total white interrotto solo dalle scritte presenti su delle fascette colorate che riportano lo slogan “A Way of Life™”. Le sneakers in questione sono disponibili in esclusiva sullo shop online di Alife e presso il loro negozio a New York.


Un must have sono le nuove Oversized sneakers di Alexander McQueen in versione spray. Base bianca ma la parte frontale delle scarpa viene ricoperta da uno strato di vernice nera, come se fosse appena passato un writer a dipingere un graffito con la sua bomboletta.

Nike si è preparato all’arrivo della primavera con un set di nuove colorazioni del suo modello Air Force 1 ‘07 LV 8. Le colorazione proposte sono “Atmosphere Grey/Vast Grey-Thunder Grey”, “Desert Ore/Light Cream/Pale Ivory/Sail,” e “Light Armory Blue/Obsidian Mist-Off White”. Quest’ultima variante è perfetta anche per cavalcare il trend dei toni pastello di questa stagione.

Animo cupo invece per le tanto amate, quanto disprezzate sneakers Triple S di Balenciaga. Le controverse scarpe, che spopolano sui social network ai piedi di innumerevoli influencer, tornano in versione nera con un effetto di finta usura sulla parte bassa.

A fare loro compagnia sui social, Instagram in primis, ci sono le B23 sneakers firmate Dior. Prima hanno attirato l’attenzione sulla passerella del brand parigino, poi hanno conquistato numerosi appassionati di luxury sneakers.

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I consigli del coach: abs 360

Il ventre piatto è un mito difficile da scalfire, del resto gli addominali scolpiti da mostrare in palestra piuttosto che in spiaggia o in piscina durante l’estate sono un vezzo a cui la gran parte di noi non riesce a rinunicare.

Non bastano ovviamente solo gli esercizi, soprattutto per questo gruppo muscolare l’alimentazione è fondamentale. Se avete seguito il giusto regime alimentare durante l’inverno, questo workout suggerito dal personal trainer Saverio Ricciuti è quello che fa al caso vostro. Noi lo abbiamo provato, consiste in tre tipologie di esercizi mirati (un totale di 360 ripetizioni) che donano subito grande vigore a tutto l’addome.

Vediamoli nell’ordine: il bike crunch è il classico esercizio per gli addominali obliqui, a seguire il leg raise dove il retto dell’addome è il muscolo maggiormente coinvolto nel movimento di flessione della spina dorsale e infine le chiusure a libretto, che fanno lavorare sia gli addominali bassi sia quelli alti.

Bike crunch 10

Leg raise 10

Chiusure a libretto 10

Recupero 1 minuto

Bike crunch 20

Leg raise 20

Chiusure a libretto 20

Recupero 1 minuto

Bike crunch 30

Leg raise 30

Chiusure a libretto 30

Recupero 1 minuto

Bike crunch 20

Leg raise 20

Chiusure a libretto 20

Recupero 1 minuto

Bike crunch 10

Leg raise 10

Chiusure a libretto 10

In copertina: Performante fitness

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Alessio Vassallo: un talento Made in Sicily

Alessio Vassallo, lo abbiamo conosciuto ed apprezzato in serie televisive di grandissimo successo come “Il giovane Montalbano” di Andrea Camilleri ed “I Medici”, ma lui si divide anche tra cinema e teatro.
Un attore introverso ed impegnato, che porta dentro di sé tutto il calore della sua terra d’origine: la Sicilia.

Partiamo dalla vocazione del sacro fuoco della recitazione. Quando nasce?

Abbastanza per caso in quanto mi trovavo a Palermo in ospedale operato di appendicite, ed affianco a me ricoverato c’era un’insegnante di recitazione, e parlando, mi disse quando esci magari vieni a fare un corso di teatro.
A me sinceramente sembrava una cosa surreale, un po’ come se mi avessero chiesto vieni a fare alpinismo.
Però da li mi si è aperto un mondo espressivo che non conoscevo in quanto ero molto introverso. Ho comunicato immediatamente ai miei genitori la volontà di trasferirmi a Roma e tentare il mio ingresso all’accademia Silvio D’amico.
Il risultato fu che mi presero, e la mia passione, quindi la mia carriera iniziò a consolidarsi.

Credi nella formazione continua?

Assolutamente si, non smetto mai di studiare, leggere ed informarmi, perché prima di tutto sono uno spettatore, nonché un divoratore di romanzi. Amo quello che faccio, apparire e fare interviste è solo una conseguenza della mia professione.

Hai interpretato Vespucci nei Medici, com’è stato lavorare in una produzione internazionale?

Decisamente unica, in quanto tutta girata in presa diretta in lingua inglese, e poi il ritrovarsi con dei costumi originali incredibili che ti fanno respirare la storia con un tuffo nel Rinascimento, è davvero bellissimo.
Mi son ritrovato a veder girare delle scene in cui forse mi son divertito di più a fare lo spettatore, per la precisione minuziosa dei dettagli che mi circondavano.

Ho letto che sul set de “Il giorno più bello” hai ricevuto attacchi e offese in quanto interpretavi un ragazzo omosessuale.

Per la precisione era un momento fuori dal set, nel senso che eravamo per strada a far dei selfie abbracciati con il mio partner di scena.
Certo avevamo una certa intimità, pur senza baciarci, al fine di utilizzare gli stessi scatti per il set, come magari le foto sparse per casa o sul frigo.
Tutto questo succedeva Roma, con le macchine che passando a finestrino abbassato ci urlavano la qualunque.
Sembra che l’Italia sia focalizzata sui migranti, quando il problema dei diritti civili, è un tema molto più forte e che ci riguarda tutti da vicino.
Le leggi ci sono, è vero, ma quanto vengono onorate? Mi domando sempre questo.
La legge dovrebbe diventare normalità entrando negli ambienti sociali. Purtroppo, siamo indietro con il concetto di diversità.

Ho visto il manifesto che mi ha molto colpito, dimmi del tuo ultimo progetto MENS-A.

Sono molto emozionato per queste letture di OZ, scrittore mancato quest’anno, che faremo al museo Ebraico di Bologna, sono rimasto sorpreso dall’ironia con cui vengono descritti i momenti della deportazione, che non ti aspetti assolutamente.
Una vera e propria lente d’ingrandimento sulla diversità.
Quando qualcuno dice:” tu sei diverso da me”, in realtà è proprio lui quello diverso, la diversità viene sempre vista come un qualcosa che non appartiene a noi.

Dimmi il momento più bello della tua carriera.

Sicuramente la vincita del premio alla festa del Cinema di Roma con il film “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson, è stato bello in quanto ho fatto il red carpet con mio padre, ed è stato soprattutto vedere lui emozionato per me quando all’Auditorium mi hanno chiamato per nome sul palco che mi ha colpito maggiormente.

Quanto hai della tua terra dentro di te?

Tantissimo, vivo a Roma da sedici anni e ne ho vissuti diciotto a Palermo, quindi sono mezzo e mezzo, sono sicuro che sarò sempre un Siciliano per il mio modo di pensare nonché per il mio ritmo. Il mio DNA è questo.

Cosa non deve mai mancare nella tua valigia prima di partire per un viaggio? Non mi dire un libro…sei già troppo impegnato.

Sicuramente, anche se sembra brutto dirlo, son calze e mutande me le scordo sempre, infatti a casa mia a Roma ho un negozio intero di biancheria intima, in quanto continuo a comprarne di nuove ogni volta che mi sposto.
Faccio un appello a tutti: quando sto per partire, fatemi una telefonata: “Alessio le hai preso le calze e le mutande?”.

Crediti foto: Davide Bonaiuti

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La Serie A non è un paese per giovani

C’è un vento nuovo che soffia sulla Serie A e sul calcio italiano. Un vento fatto di speranza, di sogni, ma soprattutto di giocate e di gol. Come quelli della bella gioventù tricolore, soprattutto del trio millennials formato da Nicolò Zaniolo, Andrea Pinamonti e Moise Kean. 24 partite e 5 gol per l’attaccante del Frosinone, stessa partite e una rete in meno (ma da trequartista) per il classe 2000 giallorosso, 320 minuti e un bottino di 6 reti per lo juventino. Un vero e proprio tesoretto di gol, assist e giocate che può di diritto riempire il cassetto dei sogni.

Ma il calcio non è fatto solo di passione e di speranza. Il futuro si conquista a suon di investimenti, soprattutto nel calcio giovanile. Puntando sui prodotti dei vivai e lanciandoli in prima squadra. In Italia qualcosa sta cambiando ma i dati parlano ancora di un’età media di 27.1 anni, con 297 atleti stranieri su 519 totali. La formazione più giovane, secondo quanto emerge dai dati raccolti dalla redazione di Bwin Sports, è quella della Fiorentina, con una media di 24 anni e 3 mesi, seguita da Milan (25 anni e 1 mese) e Udinese (25 anni e 6 mesi). Il trio delle più vecchie vede la Juventus (28 anni e 8 mesi), Parma e Chievo a quota 29 anni.

E la squadra di Firenze è un vero fiore all’occhiello in questo senso, perché il progetto tecnico di Corvino, in simbiosi con il coraggio di Stefano Pioli, ha portato quest’anno a veder schierati titolari ben 104 under21. Più del doppio di squadre come Cagliari, Roma, Chievo e Sampdoria. In calo anche la Lazio che, nonostante sia forte di uno dei vivai più prolifici in Italia, in stagione ha schierato solo 10 under21 da titolari.

Soffermiamoci per un momento sul caso Fiorentina. La sua gestione, mirata al fair play finanziario e all’auto finanziamento, ha trovato forse la strada vincente. Se si scorrono all’indietro le rose dei Della Valle si leggono infatti nomi del calibro di Salah, Bernardeschi, Marcos Alonso, Vecino, Ljajic, Cuadrado. Senza considerare un gioiello come Chiesa, di sicura partenza in estate, così come i pezzi forti Lafont e Milenkovic.


Investire sui giovani è anche questo: incassare, comprarne di nuovi e far ripartire la giostra. Un progetto messo in pratica anche dalla Roma di Pallotta che soprattutto con Sabatini era riuscita a sfornare grandissimi talenti (Marquinhos, Lamela, Pjanic, Rudiger, Manolas, Strootman) e soprattutto dall’Udinese di Pozzo, che forte di una rete di scout diffusa in tutto il mondo riusciva a trovare sempre piccole pepite in campionati sperduti. Ma investire sui giovani vuol dire anche spendere soldi nei settori giovanili, nelle loro strutture, nella loro formazione. E non aver paura di lanciarli in prima squadra. Paura che sta dimostrando di non avere il ct della nazionale maggiore Roberto Mancini: per il prossimo stage azzurro sono ancora una volta tantissimi i volti nuovi. Tra questi un certo Alessio Riccardi, classe 2001 della primavera della Roma. Presenze in campionato 0. Almeno fino ad oggi. Domani chissà.

Beachwear per l’estate

È innegabile, prima ancora di metterci in forma per la prova costume pensiamo già ai nuovi modelli da acquistare e tra colori, stampe, patch e fantasie anche per questa stagione avremo l’imbarazzo della scelta. Abbiamo selezionato per voi alcune delle migliori proposte per l’estate 2019, dalle stampe iconiche alle più recenti collaborazioni.

All’insegna della semplicità
Dagli scacchi, presenti in diverse varianti di Intimissimi agli shorts mono-color di Ralph Lauren presenti, oltre che nell’iconico hammond blue della casa americana, in rosso, nero e blue navy. E perché no? Anche l’intramontabile fantasia Burberry darà un tocco di stile alle vostre vacanze.

Colore e fantasie
Per chi ha voglia di indossare un po’ di colore ed osare con qualche fantasia ecco gli shorts con vibranti stampe di Missoni e la vegetazione tropicale di Moncler. La novità 100% Made in Italy è Gandhara, che si ispira per agli antichi capolavori artistici della Thailandia.

Flower power
Fiori e piante sono un motivo instancabile e ormai un evergreen di tutte le stagioni estive. Per chi vive di buon umore e vuole portarlo sulle spiagge delle proprie vacanze. Dalle palme di Hartford, ai fiori di Onia.

Logomania
Per chi non vuole passare inosservato ecco una serie di costumi dove Logo-mania è la parola d’ordine anche per l’estate 2019. Dagli accesi colori di Dsqaured2 al total black di Valentino.

Camouflage
Rivisitata, colorata, trasformata. La fantasia militare è diventata ormai un must. Lo stile di Sundek, con le sue linee arancioni, Moncler e le stampe di Tom Ford.

In copertina: Safe Milano SS19

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Ricordando Senna, Alonso: “Grazie ad Ayrton abbiamo imparato a correre sul bagnato”

Credits: (AP Photo/Universal Pictures)


Il 1 maggio di 25 anni fa accadde qualcosa di terribile, ad Imola perse la vita il campione brasiliano, aveva 34 anni. Nacque il mito. Ayrton Senna è nel cuore di tutti. L’asfalto era bollente, i tifosi erano pronti ad assistere ad un grande Gran Premio di San Marino. Quell’anno Michael Schumacher dominava da inizio stagione. Il giorno prima , il 30 aprile, durante le qualifiche ufficiali di quello stesso GP aveva perso la vita per un terribile incidente l’austriaco Roland Ratzenberger. Senna non aveva gran voglia di correre ma scese in pista a bordo della sua Williams, si era unito alla scuderia britannica proprio quell’anno lasciando la McLaren da Campione del Mondo. Alle 14.17 le lancette degli orologi si fermarono ed il mondo non poté fare altro che restare a guardare: il piantone dello sterzo della Williams di Ayrton Senna si rompe e il brasiliano si schianta contro un muretto della curva Tamburello.

Fernando Alonso aveva 12 anni e correva in Go-kart. Il pilota spagnolo ha posato per noi per un servizio esclusivo che sarà in edicola sul magazine “Manintown” di Giugno. Ha parlato di sé, del suo amore per Linda, della sua carriera, dei rimpianti, del mondo della F1, dell’Indycar, di quello che lo lega alla Ferrari, alla McLaren e delle sfide future. Con lui abbiamo ricordato anche Ayrton Senna: “Ho in mente quel momento, il giorno preciso, ero molto affezionato ad Ayrton come tutti i giovani che come me correvamo in go-kart – racconta Alonso – è stato un colpo grande allo sport in generale e soprattutto a tutta la mia generazione, io l’ho vissuto, chi corre oggi in F1 non era forse ancora nato. I più giovani sanno chi era Ayrton certo, per il ricordo e per il nome, ma lui per la mia generazione era un riferimento, ha cambiato lo sport. Con la sua grinta, la sua passione, la sua preparazione. Ayrton è stato forse il primo pilota a prepararsi fisicamente , più degli altri. La sua bravura sul bagnato è nota, prima di lui correre sulla pista bagnata è sempre stato un mezzo tabù, i piloti erano allenati per l’asciutto e quando si ritrovavano su asfalto umido o zuppo contava solo cercare di arrivare al meglio al traguardo. Poi Senna ha iniziato ad andare forte, a vincere gareggiando sul bagnato e si è capito che aveva un metodo di allenamento, che c’era una strategia diversa da seguire quando pioveva. “Anche per questo Ayrton è stato un pilota importantissimo per tutti”.

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Barba e capelli: tre indirizzi per un nuovo look

La riscoperta del rito della barba rappresenta sempre di più una ricchezza da valorizzare costantemente e le destinazioni dedicate al pubblico maschile non smettono di sorprenderci. Abbiamo selezionato tre quartieri diversi della nostra città in cui scoprire i barber shop che rendono contemporanee le abitudini del passato, adattandole però alle esigenze di noi uomini moderni.

Tonsor Club – Barbiere per uomini gentili

Creatività dadaista e genio del taglio si incontrano. Già presente nello storico quartiere di Brera, Tonsor Club raddoppia la propria presenza, questa volta nel pieno centro di Milano. La ricca selezione di servizi come i tre tipi di taglio e 6 rituali dedicati alla barba, accontentano i gusti  e ovviamente le barbe di tutti. Nella nuova apertura di via Cannobbio sono disponibili anche Supermano e Superpiedi, due servizi rispettivamente per una finissima manicure e pedicure già in voga per il gentlemen moderno. Il plus: sorseggiare un drink, sfogliare un buon libro mentre si ascolta un brano jazz, per staccare dalla quotidianità.

Dove:  Via Cannobbio 39, Milano

Barberino’s – Classic Italian Barber

Ci troviamo nella vecchia Milano per scoprire rituali, gestualità e le autentiche abitudini del men’s grooming, dalla rasatura con panni caldi al trattamento viso, dalla manicure al classico taglio da uomo secondo la più antica tradizione italiana.
Ogni servizio è “fatto su misura” e calibrato a seconda della sensibilità della pelle e della tipologia di capelli di ciascun cliente. L’arredo fa davvero rivivere l’atmosfera delle antiche barberie italiane di un tempo, ispirato ai lussuosi mosaici che caratterizzavano i boudoirs degli alberghi di lusso del passato che ispirano calma, cura ed eleganza.

Dove: Corso Magenta 10, Milano

Bullfrog

Tra la storica Brera e la moderna Porta Nuova incontriamo il brand che dal 2013 porta in Italia il concept dei barber shop newyorkesi, contaminandone le atmosfere con influenze legate alla nostra tradizione. La sua filosofia è basata sul saper garantire un servizio autentico, funzionale, veloce ma di altissima qualità. Iogni shop troviamo sempre l’ormai iconica linea di prodotti che si arricchisce oggi di un ingrediente super cool con il Bullfrog Botanical Lab: tre formulazioni a base di estratti di canapa, capaci di mandare in fumo lo stress e legalizzare in pochi gesti un aspetto rilassato e rigenerato: il Gel Esfoliante , il Siero Idratante e la Maschera Notturna.

Dove: Largo la Foppa 4, Milano

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A model’s talk: Jonathan Morón

Come hai deciso di intraprendere la carriera di modello?

E’ successo tutto per puro caso, sono cresciuto in una piccolissima città della Spagna e ho sempre voluto fare il veterinario. Durante un viaggio a Madrid per strada mi notò uno scouter di New York, il che era stranissimo per me per cui decisi di dire di no al momento. Tutto ciò però fece nascere in me una grande curiosità per il mondo della moda, per cui mi presentai in un’agenzia sempre a Madrid, provai a fare un casting e mi presero!

E la tua passione per la recitazione invece com’è nata?

La definirei quasi come una vocazione, io in realtà sono molto timido e confrontarmi con la telecamera mi ha sempre fatto un po’ paura. Cinque anni fa decisi di studiare recitazione perché era ciò che realmente mi affascinava. Ho recitato come protagonista in due cortometraggi e ho girato un documentario su Carlo V per la televisione pubblica spagnola dove interpreto il re da giovane. Ho poi ripreso il lavoro di modello, sono venuto a vivere a Milano e mi piacerebbe iniziare a fare l’attore anche qui.

Cosa ne pensi di Milano?

Mi piace tantissimo, è una delle mie città preferite e la considero una seconda casa.

E invece cosa ci dici della Spagna?

La Spagna e in particolare la mia città mi piacciono molto, ma se dovessi scegliere tra Madrid e Milano, opterei per Milano.

Un posto che ti sentiresti di consigliare?

Ho sicuramente un debole per Lisbona e il Portogallo, anche perché la mia famiglia è originaria di lì. Ha una cultura bellissima e i piatti tipici sono fantastici. Chiunque vada a Lisbona non può non provare il “bacalado a la dorada” e il “pastel de nata”. 
Come posti da visitare consiglio Sintra, che è un luogo molto speciale per me, essendo dove ho fatto la mia prima campagna come modello.

Un capo che non può mancare nella tua valigia?

Qualcosa di molto basic, sicuramente una bella camicia bianca, un blazer nero o azzurro, dei jeans e delle belle scarpe. Non possono mai mancare quando viaggio.

Come curi la tua immagine? Ti alleni molto o segui una dieta specifica?

Si mi alleno molto, ma non seguo una dieta. Sicuramente mangio sano, faccio sport quasi ogni giorno e bevo molta acqua. 

Hai qualche progetto in programma?

Ne ho molti, sia a Milano che a Parigi, anche se non posso raccontare nulla per ora posso dire che sta andando tutto benissimo.

Ph: Antonio Avolio 
Style: Stefano Guerrini 
Assistant: Fabiana Guigli, Davide Spinella 
Grooming : Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO 
Model: Jonathan Moròn @The Lab Models
Interview: Martina Belluschi

ENGLISH VERSION

How did you decide to undertake a modeling carreer?

It all happened by chance, I grew up in a small town in Spain and my dream job was to become a vet. During a trip to Madrid I was stopped by a scouter from New York, but it was such a surprise that I initially said no. Thinking about it, I was intrigued by the world of modeling and fashion so I took a casting in an agency and they engaged me!

What about your passion for acting?

I would define it more as a vocation, even though I’m a very shy person and I was scared by the camera at first. Five years ago I decided to start acting studies, as I’ve always found them fascinating. I was the protagonist in a short film and I took part in a documentary for the Spanish tv, in which I interpreted Carlos V. I also moved to Milan to continue my modeling carreer and I hope to start acting in Italy as well.

What do you think about Milan?

I love it, it’s one of my favourite cities and I consider it a second home. 

What can you tell us about Spain instead?

I really like Spain, especially my hometown, but if I had to pick between Milan and Madrid, I’d probably choose Milan. 

A place you would recommend?

It would definitely be Lisbon and Portugal in general, since my family it’s from there. The culture is great and the food is amazing. If you happen to go there, you totally have to try the “bacalado a la dorada” and the “pastel de nata”. As for places to visit, Sintra is a very nice one and I consider it special since it’s where I shot my first modeling campaign.

An item you always carry with you when traveling?

Something very basic: a nice shirt, a black or light blue blazer, jeans and a pair of sneakers. 

How do you take care of your image? Do you train a lot or follow a specific diet?

I do train a lot but I’m not following a specific diet  at the moment, I just pay attention to what I eat and I drink tons of water. 

Any future plans?

I have many plans, both in Paris and Milan, even though I can’t say much about them, I can tell everything is going great.

Ph: Antonio Avolio 
Style: Stefano Guerrini 
Assistant: Fabiana Guigli, Davide Spinella 
Grooming : Matteo Bartolini @Freelancer Agency using R+CO 
Model: Jonathan Moròn @The Lab Models
Interview: Martina Belluschi

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Andrea Carpenzano: Il campione

Chi è veramente Andrea Carpenzano? Le versioni sono tante, quella del “bad-boy” di Roma, oppure il giovanissimo attore, considerato la nuova promessa del cinema italiano anche se lui non si rivede in nessuna di queste. Dice di essere stato fortunato ed aver incontrato persone giuste che lo hanno instradato ad un mestiere a cui lui non pensava proprio. La sua carta vincente è la trasparenza che ne fa un vero e proprio personaggio senza sovrastrutture.

Nel film diretto da Leonardo D’Agostini ora nei cinema, si racconta la storia di Christian Ferro (Andrea Carpenzano), giovanissimo, pieno di talento, indisciplinato, ricco e viziato, appunto il CAMPIONE, una rockstar del calcio tutta genio e sregolatezza, il nuovo idolo che ha addosso gli occhi dei tifosi di un’intera città e della serie A.  Andrea, che non era mai entrato in una palestra prima d’ora racconta : ”ho avuto occasione di toccare con mano che cosa vuol dire, alla fine non mi è dispiaciuto nemmeno troppo” . “Poi mi sono allenato con una squadra di calcio, o almeno ci ho provato, perché anche se ti sforzi, se sei una “pippa”, tale rimani.”

Valerio Fioretti invece interpretato nel film da Stefano Accorsi, è un personaggio solitario e schivo, con problemi economici da gestire e un’ombra del passato che incombe sul presente, è il professore che viene affiancato al giovane goleador quando – dopo l’ennesima bravata – il Presidente del club decide che è arrivato il momento di impartirgli un po’ di disciplina. Tra i due all’inizio saranno scintille, ma presto si troveranno l’uno accanto all’altro, generando un legame che farà crescere e cambiare entrambi

Leggi l’intervista completa https://manintown.com/andrea-carpenzano/2019/01/29/

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SOTTO IL PRIMO SOLE

 

Non è mai troppo presto per cominciare a pensare alle prossime vacanze. In primavera, con i primi weekend fuori città diventa opportuno rifornirci di nuove protezioni solari che ci accompagneranno per tutta l’estate. Se iniziamo ad esporci in spiaggia o in montagna cominciamo con le protezioni più alte ma non dimentichiamoci di usarle anche in città. Ci sono formule adatte a tutti i giorni oppure specifiche per chi  abbandona la palestra e inizia a praticare sport all’aria aperta.

 

Acqua dell’Elba 
Protezione SPF molto alta con complesso protettivo ad ampio Ilspettro di filtri UVB e UVA. Il complesso Ultra Marine Complex con Alga Corallina, Cocktail Marino arricchito di Acido Ialuronico e minerali d’alga mediterranea, contribuiscono a prevenire irritazioni, foto-aging e invecchiamento prematuro della pelle.

Caudalie Spray Solaire Lacté SPF30
Spray viso e corpo che assicura protezione dalla testa ai piedi. Lenitivo e idratante grazie all’acqua d’uva bio, consente un’abbronzatura luminosa e duratura in modo graduale. Senza alcol, siliconi e non comedogena è una formula adatta alle pelli sensibili.

Filorga UV-BRONZE BODY SPF30
Olio secco invisibile che si assorbe istantaneamente, nutre intensamente la pelle e dona un aspetto satinato che sublima l’abbronzatura. Alta protezione associata a un trattamento rigenerante per una pelle più tonica e più soda. Il TAN-STIMULATOR COMPLEX favorisce un’abbronzatura intensa e duratura.

Shiseido Sports Invisible Protection Mist
Grazie alla tecnologia Invisible Feel, che sfrutta gli oli volatili per distribuire con uniformità la formula prima che evapori, lascia una sensazione di pelle fresca e asciutta estremamente confortevole. A contatto con l’acqua (il mare, l’acqua della piscina o il sudore), il suo velo altamente protettivo con SPF 50+ non è solo impermeabile ma si rafforza grazie al complesso WetForce.

 

Uriage Hyséac 3-Regul Trattamento Globale Colorato SPF50+
Perfetto per chi si espone al sole in città, è un trattamento globale che svolge una triplice azione regolatrice per sconfiggere brufoli, punti neri ed eccesso di sebo. L’elevato fattore di protezione SPF 50+ protegge maggiormente la pelle dai danni del sole e limita l’effetto rebound.

La Roche-Posay Anthelios Shaka Fluido
Ultra-resistente  e adatto a tutti i tipi di pelle, anche quelle sensibili. I solari della gamma ANTHELIOS hanno inoltre il 100% di filtri organici, nel rispetto della vita acquatica e non determinano lo scolorimento dei coralli né compromettono la fotosintesi delle micro alghe.

Dr Sebagh Sun& City Protection SPF 50
Un prodotto multitasking che agisce non solo come schermo  solare, ma svolge anche un’azione di difesa dalla luce HEV diurna (smartphone, tablet, laptop) responsabile del peggioramento delle condizioni della pelle e dell’invecchiamento prematuro.

Ren Clean Screen mineral SPF 30
Realizzato per il 99% con ingredienti naturali, è un sunscreen per il viso vegano e senza siliconi, da utilizzare quotidianamente, con ampio spettro contro i raggi UVA e UVB e contro la luce blu. Perfetto per proteggere la pelle dai danni dei radicali liberi, fortificandone la naturale barriera.

 

Aesop Protective Facial Lotion SPF25
Idratante e leggero, sviluppato per fornire una protezione quotidiana contro gli effetti dannosi dei raggi solari. Perfettamente equilibrato per proteggere il viso e il collo, lasciando respirare la pelle, raggiungendo una copertura ad ampio spettro attraverso l’aggiunta di filtri che assorbono le radiazioni UVA e UVB.

 

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VITE, RICORDI E TRACCE D’ARTE: QUATTRO CASE D’ARTISTA

Visitare una casa d’artista è un’esperienza immersiva completa, un viaggio nel passato dal sapore eterno. Non solo opere, quadri ma anche oggetti e tracce di vita quotidiana che creano un incontro ravvicinato con chi ha segnato i punti salienti della storia dell’arte diventano, in Europa e nel mondo, un’icona perpetua e indelebile. Ecco per voi una selezione di grandi maestri, dalla Normandia, culla impressionista e città di Claude Monet, ai Paesi Bassi con il surrealista René Magritte, passando per Città del Messico con Frida e per Parigi con le sculture di Rodin.

Il Museo Frida Kahlo – Città del Messico

Viaggio nella tormentata e iconica vita della pittrice messicana nella sua “Casa di Azul”, costruita dal padre di Frida Kahlo (1907-1954, Coyoacàn- Città del Messico) nel 1904. Rosso, giallo, blu, verde. Tra questi colori trascorre parte della sua infanzia, già segnata dall’incombere di problemi di salute, giovinezza e età adulta. Non una vita facile ma pienamente viva e dalla particolarità intramontabile. Presenti, inoltre, rimandi alla sua storia con Diego Rivera (che dopo il decesso della moglie decide di donare la casa al Messico per dar vita a un museo in suo onore) attraverso oggetti e simboli come le ceramiche tradizionali e gli utensili artigianali. Sculture in pietra e burattini di cartapesta, il suo celebre letto a baldacchino e i tipici mobili in legno testimoniano la sua passione, il suo dolore, la voglia di amore fino alla fine, di trasgredire e di esprimersi. Spirito libero e figlia della rivoluzione messicana, è un esempio di storie che segnano le tracce sulla sabbia del tempo e di come il concetto di ARTISTA respiri, senza dubbio, tutt’oggi in lei.

La Casa di Auguste Rodin – Parigi 

Laboratorio, abitazione e studio dello scultore Auguste Rodin (1840-1917) Un po’ spostata dal centro della capitale francese la grande dimora, costruita in stile Luigi XIII, è stata il luogo che ha visto nascere i suoi capolavori e dove visse con la compagna Rose per tutta la sua vita. Considerato come il principale scultore della sua epoca e il progenitore di quella che sarà la scultura moderna. Il corpus di opere presenti è davvero vasto, motivo per il quale è bene pianificare in tempo la vostra visita e conoscere il patrimonio artistico che andrete a vedere per apprezzarne al meglio la sua unicità. L’anima nella scultura e della scultura, le sue oltre 600 opere esposte, tra cui inediti gessetti, evocano il suo amore per l’arte e la sua immisurabile dote. Il Musée Rodin gode di un grande spazio verde all’esterno, il Jardin Rodin è una vera e propria parte integrante del palazzo, tipico dello sitle rococò.

 

La casa di Claude Monet – Giverny

Benvenuti nel paradiso impressionista di Monet (1840-1926) dove visse per 43 anni immerso tra il verde e i suoi laghetti di ninfee, un piccolo villaggio per un grande pittore. Luogo simbolo e fonte ispiratrice delle sue opere: ne riprende le rive dell’Epte, la chiesa di Vernon, i pioppi e i covoni di fieno. Nel cuore del villaggio di Giverny, comune francese nella regione della Normandia, nascono i capolavori impressionisti di Monet che, pianificando la vostra vacanza in Francia, avrete modo sicuramente di vedere. La casa non presenta direttamente le sue opere ma facendo un giro, ad esempio, alla Fondazione Monet e al Musee D’Orsay di Parigi sarà d’obbligo fermarsi davanti i suoi tocchi di pennello.

La casa di Jackson Pollock e Lee Krasner – Long Island

Simbolo del rifugio della coppia americana, segnata da alti e bassi tra alcol e arte. La casa, a meno di due ore di macchina da Manhattan si trova immersa nella natura che avrebbe dovuto allontanare Pollock dai ritmi sfrenati di New York salvandolo dalle sue dipendenze. Più piccola rispetto alle altre case d’artista che abbiamo citato ma profonda per la storia che si racchiude dentro e per tutti gli amanti dell’Action Painting di cui oggi ne è il rappresentante più emblematico. Casa originariamente priva di riscaldamento e acqua che Pollock (1912-1956) ebbe, però, modo successivamente di ristrutturare grazie ai compensi ottenuti dalle sue personali. Punto d’incontro tra artisti, la casa del pittore statunitense (e della moglie che decise di “uscire di scena” per lui) presenta un pavimento in legno ricoperto dalla vernice, la sua vernice che era solito schizzare e versare. La sua tela era il suo campo d’azione, la sua pista dove agire liberamente.

 

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SU LA MASCHERA

 

La pelle maschile ha bisogno di ingredienti di bellezza mirati, contenuti anche nelle maschere viso che risultano validi alleati per esfoliare, defaticare o purificare la pelle. Peel-off, in crema oppure in tessuto? Ecco la nostra selezione.

 

 

COMFORT ZONE DE-STRESS MASK

La maschera viso perfetta per pelli stressate e particolarmente esposte agli agenti atmosferici (vento, temperature rigide, prolungata esposizione solare). Include estratti di ALOE e CALENDULA per attenuare i rossori e il complesso brevettato NATURAL CALMING COMPLEX dagli effetti antinfiammatori. Dopo 15 minuti di applicazione, la pelle appare più idratata e rimpolpata.

AHAVA PEEL-OFF MASK

Maschera peel-off rinfrescante che minimizza l’affaticamento e rimodella l’ovale del viso. Arricchita con l’eccezionale alga marina Dunaliella Salina, fonte di beta-carotene e antiossidanti per aiutare a diminuire le linee sottili, levigare e ammorbidire le caratteristiche della pelle. La polvere di carbone di bambù nero elimina i punti neri e regala freschezza.

REN GLYCOL LACTIC RADIANCE RENEWAL MASK

Potente maschera esfoliante formulata per rinnovare la texturedella pelle. Migliora visibilmente il tono e la luminosità della pelle, attenuando l’apparenza di linee sottili e rughe e l‘iperpigmentazione.

 

NATURA BISSE OXYGEN FINISHING MASK

Una maschera defaticante che combatte i segni dello stress. Ossigena profondamente, purifica e decongestiona. Ripristina la vitalità e lo splendore della pelle e decongestiona le pelli irritate.

 

MELVITA NECTAR PUR MASK & SCRUB

Le maschera esfoliante bio effetto fango è il trattamento indispensabile all’interno di un rituale di bellezza purificante e riequilibrante. Esfolia e associa l’efficacia dell’olio essenziale di menta piperita riequilibrante ad una polvere assorbente per ridurre l’eccesso di sebo.

 

L’OCCITANE MASCHERA PURIFICANTE

Arricchita di attivi naturali della Provenza e con una texture fresca come «fatta in casa», per donare alla pelle tutto quello di cui ha bisogno. Trattamento detox per pelli miste e grasse.

 

 

FILORGA OXYGEN-GLOW MASK 

Maschera perfezionatrice express ad azione rapida con attivi peeling-like. La texture è cremosa e ad effetto illuminante.

 

 

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MONTBLANC X PIRELLI: PERFORMANCE E DESIGN NEL VIAGGIO

Montblanc e Pirelli hanno da sempre una forte identità legata al viaggio e all’innovazione che ha contribuito a rendere gli spostamenti di oggi più confortevoli. La continua espansione globale delle due aziende ha consolidato il ruolo di leader nei rispettivi settori per cui Montblanc realizza raffinati prodotti di lusso che completano l’esperienza del viaggio da oltre 110 anni; pensiamo alla pionieristica penna stilografica senza fuoriuscita di inchiostro alla produzione artigianale di pelletteria. Come fornitore di pneumatici High Value, Pirelli è presente nelle competizioni sportive con tecnologie all’avanguardia ed eccellenza produttiva.

Condividendo la passione per innovazione, performance e design, i due marchi oggi presentano una speciale collezione di trolley in edizione limitata. Ispirata allo spirito del viaggio, la collaborazione fa leva sulla tradizione di dinamicità e velocità che contraddistingue Pirelli dal 1872. I trolley superleggeri con ruote performanti e manico di precisione sono disegnati per tutti quei viaggiatori che cercano efficienza, affidabilità e funzionalità durante i loro spostamenti. L’estetica elegante è ulteriormente valorizzata da raffinati dettagli iconici, incluso l’inconfondibile motivo del battistrada Pirelli P Zero.
Ciò che rende questo bagaglio unico è sicuramente la struttura in leggero policarbonato blu, oltre alla rifinitura in pelle nera gommata e le ruote rotanti a 360 ° con cuscinetti a sfera e distintivo logo Pirelli giallo e parentesi colorate ispirate al colore dei pneumatici da competizione del brand.

 

 

 

 

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IL MEGLIO DEL FUORISALONE 2019

E’ l’evento più atteso dagli amanti del design, dagli addetti al settore, dai curiosi, da chi vuole prendere spunti e catturare idee per la propria casa, la MILANO DESIGN WEEK attira da sempre migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Evento nato nei primi anni ’80 dalla mente di aziende operanti nel settore del design e dell’arredamento, negli ultimi anni la Milano Design Week si arricchisce di eventi collaterali che includono anche altri rami, tra cui l’automotive, l’arte, la moda, la gastronomia, la tecnologia.
L’edizione del 2019 ha stupito con le sue infinite proposte, qui il nostro BEST OF:

LIFE IN VOGUE 2019- THE INTERIOR’S CUT

Gli uffici della redazione di Vogue Italia smantellati per la design week per ospitare 8 creativi di fama internazionale che hanno reinterpretato le stanze di lavoro con oggetti e arredo di design.  David/nicolas, Massimiliano Locatelli, Pierre Marie, Ana Kraš, Rafael de Cárdenas / Architecture at large, Jonathan Anderson, storagemilano e Studio Proba hanno accettato la sfida lanciata dal direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti, lavorando ad un progetto davvero speciale, in cui ogni ambiente assorbe energia e personalità proprie. Dalla parete minimal del direttore creativo somigliante ad un quadro di Miro‘, realizzata da Ana Kraš, fino alla più elegante dai toni dorati, la “newsroom office” ideata da Storagemilano, che nasconde un’angolo segreto dedicato al relax, in cui potersi sdraiare, come in mezzo ad una giungla, e godersi i suoni della natura, il canto degli uccelli, il profumo delle piante.

quando: Dal 9 al 12 aprile – dalle 10 alle 20 (il 9 aprile dalle 12 alle 20)

dove:  in Piazzale Cadorna 5/7

CANADA GOOSE – evento

Canada Goose si avvale della collaborazione di due importanti artisti, il sound designer Kouichi Okamoto e l’esperta calligrafa Aoi Yamaguchi per raccontare la Nomad Capsule Collection. Una limited edition di giacche da pioggia che protegge l’esploratore più impavido dalle imprevedibili sorprese atmosferiche; quattro capi uomo e donna studiati in collaborazione con GORE-TEX, i modelli Nomad Jacket – Rain Shell e la Nomad HyBridge Lite Jacket combinano la profonda esperienza di Canada Goose con i materiali innovativi di GORE. La capsule è stata lanciata inizialmente in Giappone, dove la pioggia è elemento guida e grande fonte di ispirazione, come rappresenta lo speciale wall in cui, durante l’evento, era possibile gettare dell’acqua per veder nascere delle scritte japan, in cui lo sfondo musicale a tema raccontava i suoni della pioggia e degli elementi naturali nella loro forma più pura. La collezione Canada Goose è disponibile in limited edition ed esclusiva italiana a partire dall’8 aprile a Milano presso Antonioli e a livello internazionale nei flagship store di Canada Goose, online e presso i partner selezionati del brand.

LUISA BECCARIA

Nella meravigliosa boutique di Via Formentini 1 in zona Brera, Luisa Beccaria aggiunge un posto alla sua tavola imbandita, ricca di fiori, di bicchieri di cristallo, di tovaglie in lino colorate, immersa tra le piante come in una casa di campagna, l’atmosfera che si respira in questo luogo è davvero magica. Non solo abiti ma oggetti per la casa, accessori, sandali, fermagli, cerchietti, se entrerete farete fatica ad andarvene.

quando: 8-14 aprile dalle 10.00 alle 19.00
dove: Via Formentini 1 – Brera

GABRIELLA CRESPI DA DIMOREGALLERY

Forse l’ambiente più suggestivo della design week 2019, con una serie di stanze tra le più instagrammabili e perfette per un set di moda in stile boudoir. Montagne di sabbia in luogo di tappeti, tavoli/scultura che riflettono la luce, lampade dorate come grandi funghi tropicali, camere da letto in stile savana, con pareti animalier e letti in bamboo e candelabri i cui bracci si allargano in grandi e preziose conchiglie di mare.

dove: Dimoregallery, via Solferino 11
quando: da martedì 9 a domenica 14 dalle 11.00 alle 20.00

ELLE DECOR AT WORK

Una successione di ambienti pensati per il worker, animati da installazioni digitali interattive che coinvolgono il visitatore in una realtà immaginifica orientata al luogo di lavoro del futuro. Molto interessante l’area “The exchange” in cui indossando un visore VR, ci si può immergere in uno spazio di lavoro virtuale, come in una skype call, con il collega posto dall’altra parte del mondo. Indossando i visori si entra in una realtà condivisa, con schermi di appunti e scambiandosi documenti e file. Il vostro collega è un avatar blu che vi sorride, direi meglio della realtà!

dove: Palazzo Bovara Corso Venezia 51
quando: dall’8 al 18 aprile ingresso gratuito

LOUIS VUITTON – OBJECTS NOMADES
Nella splendida cornice di Palazzo Serbelloni, l’esposizione Objects Nomades di Louis Vuitton si apre con una tendenza modaiola, il fluo negli arredi per foglie tropicali e divani dalle forme di un fiore. Suggestiva la visione di centinaia di lampade di carta ispirate alle lanterne Bell Lamp di Edward Barber & Jay Osgerby, quasi fossero delle piccole e bianche lanterne di carta cinesi che, allontanandosi verso l’alto, portano via un desiderio per riportarlo, esaudito, sulla terraferma.

dove: Palazzo Serbelloni, Corso Venezia 16, Milano
quando: dal 9 al 14 Aprile

LEONARDO HORSE PROJECT

13 cavalli di design intorno alla maestosa statua equestre disegnata da Leonardo, che per la serata è diventato schermo su cui proiettare un video-mapping sulla storia della scultura, dai disegni del grande artista fino appunto al Leonardo Horse Project. Uno spettacolo straordinario che ha permesso agli ospiti di interagire coi cavalli e vivere in un’esperienza immersiva la storia del Cavallo di Leonardo. Da maggio i cavalli di design lasceranno l’Ippodromo e prenderanno casa in 13 angoli della città di Milano, dove rimarranno fino ad ottobre. Il lighting dell’evento e il cavallo di Marcel Wanders è stato sponsorizzato da Grandi Architetture & Partners

dove: Ippodromo Snai San Siro
quando: fino a fine aprile

LIVING OBJECTS DI ARTEMEST E TED

Per fortuna c’è ancora chi vive casa come uno spazio in cui sognare e dedica la zona notte ad un film cult della storia del cinema: “Ieri, oggi, domani” del maestro Vittorio De Sica. La romantica stanza rosa in cui Sofia Loren si sfilava le calze in un sensualissimo spogliarello rimasto nell’immaginario collettivo, ispira il progetto di cooperazione tra Artemest e Ted interior. Una splendida villa anni ’30 che si fa teatro di vita e leggenda, in cui performer hanno animato lo spazio con giochi e balletti; il contesto domestico da sogno, decoro e illuminazione di designer provenienti da tutta Italia, un’immagine di vita contemporanea ma assai legata alla tradizione, il gusto retrò e il design più contemporaneo.

dove: via Giovanni Randaccio 5, Milano
quando: dal 9 al 14 aprile, dalle ore 11.00 alle 20.00

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HIGHLIGHTS FROM MILAN DESIGN WEEK 2019

Dal 9 al 14 aprile Milano ha ospitato il Fuorisalone 2019, occasione in cui artisti trasformano la città nella vera e propria capitale dell’arredamento e design. Da Brera a Via Tortona, da Lambrate a Isola, i quartieri della città si popolano di designer e appassionati provenienti da tutto il mondo per ammirare le più inventive installazioni e per partecipare ai party più esclusivi. Di seguito una selezione degli eventi e delle collezioni più creative che sono state presentate la scorsa settimana.

LOEWE
L’esposizione Loewe Baskets coinvolge dieci maestri artigiani internazionali per la celebrazione dell’arte del vimini, della trapuntatura a mano e della calligrafia. Gli artisti sono stati invitati ad offrire un’interpretazione personale del tema dell’intreccio utilizzando i pellami Loewe, grazie ai quali hanno creato una serie di objets d’art esclusivi che possono essere acquistati presso lo store di via MonteNapoleone 21.
Loewe ha inoltre commissionato la creazione di una collezione di accessori ad alcuni artigiani spagnoli. Tra questi, Álvaro Leiro, grazie alla sua esperienza nella lavorazione della canna e delle fibre naturali, ha realizzato una serie di borse in pelle paragonabili a opere d’arte.

MARNI
Con Marni si approda invece sulla Luna, grazie allo spazio allestito nello showroom di Viale Umbria. Obiettivo del Marni Moon Walk è infatti il compimento di un viaggio in cui fascinazioni primitive si fondono con l’immaginazione del futuro.
I visitatori hanno avuto modo di vedere da vicino una serie di prodotti inediti, realizzati attraverso l’utilizzo di materiali mai esplorati prima. Tavolini simili ad astronavi, alieni tribali, panche che ricordano dei totem sono solo alcune delle creazioni frutto del lavoro accurato e minuzioso di artigiani colombiani con cui Marni collabora da tempo.Tutti i prodotti possono essere acquistati durante l’esposizione e parte del ricavato sarà, poi, devoluto per finanziare il progetto Future Brain promosso dall’associazione Heal onlus a sostegno dei bambini ricoverati nel reparto di neuro-oncologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

ICEBERG
In occasione della Design Week milanese Iceberg presenta una partnership con Surf The Road, realtà fondata da giovani artigiani di Gabicce, in provincia di Pesaro. Oggetto della collezione sono tavole da skateboard limited edition, più precisamente 30 tavole adatte per il longboard e comprende sia singole tavole che trittici.
Tutte le tavole sono realizzate a mano, con un processo produttivo completamente artigianale che parte dal taglio e passa dall’intreccio dei vari strati di legno con fibra di vetro, per garantire la robustezza e l’elasticità necessaria. Le grafiche delle tavole riprendono il mood racing della collezione P/E 2019 del brand del gruppo Gilmar.

COCO CAPITAN X CAMPER
L’artista spagnola Coco Capitàn e Camper, uniscono la loro creatività per la creazione di “Lost Sailor”, una collaborazione ispirata dal mare.
Combinando la sua passione per la navigazione, le uniformi nautiche e la bellezza del Mar Mediterraneo, Capitàn presenta una selezione di capi unici Camper con dettagli che rimandano appunto al mondo della navigazione e personalizzati con messaggi proprio dell’artista stessa.
Ispirata dalle sue precedenti esperienze a Maiorca, Capitàn unisce contrasti di colori bianchi e blu con materiali riciclati, proprio per dare un tocco personale a questa fantastica collezione.

VERSACE
In occasione del Fuorisalone 2019, la maison di Capri holdings ha deciso di collaborare con l’interior designer Sasha Bikoff e l’artista Andy Dixon con una mostra all’interno di Palazzo Versace, in via Gesù.
L’estetica di Bikoff trae ispirazione dallo stile di città cosmopolite come New York e Miami, dal Rococò francese del XVIII secolo combinato allo Space age degli anni ’60, fino al Modernismo francese degli anni ’70 e allo stile Memphis Milano degli anni ’80. Gli iconici motivi della label vengono riproposti su un enorme tappeto con vortici dai toni pastello; nuvole e isole dalle tonalità neon contribuiscono a rendere ancora più fantasy l’allestimento.

CANADA GOOSE
L’esposizione era composta da Kanji giapponesi, creati con inchiostro reattivo all’acqua, simboli che rappresentano ognuna delle 50 parole che nella lingua asiatica descrivono la pioggia. Gli ospiti erano incoraggiati a spruzzare l’acqua per scoprire la scritta nascosta, ad accompagnarli uno speciale sound design creato appositamente per l’evento.
Per lo sviluppo di “50 Words for Rain” Canada Goose ha collaborato con l’acoustic designer giapponese Kouichi Okamoto. L’artista si ispira da sempre alla pioggia: dal rumore che fa, al modo in cui si sente sulla pelle, a ciò che significa quando cade.


ISSEY MYAKE
In occasione della design week Issey Myake ha deciso di collaborare con l’artista olandese  Jólan van der Wiel nella creazione di Journey of a Raindrop. Realizzato per raccontare, attraverso una serie di installazioni che utilizzano acqua e aria, il viaggio che compie una goccia d’acqua in tutte le sue forme, da sempre elementi chiave della cifra stilistica del brand.

 

 

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SPRING BREAK: VIAGGIARE CON STILE

Aprile è il mese ideale per partire soprattutto per chi ha bisogno di staccare un po’ dalla routine quotidiana e godere di un sano relax. L’arrivo della primavera, del resto, è il momento più bello dell’anno, per indossare la prima t-shirt tanto desiderata e postare un ciliegio fiorito su Instagram. Se il vostro proposito è quello di pianificare un po’ di giorni fuori porta tra amici, innamorati e famiglie ecco selezionate per voi 5 mete europee, da nord a sud passando per mari e monti.

Palma di Maiorca – Spagna

Principale città dell’isola di Maiorca e capoluogo delle Baleari. Splendide spiagge, relax e vita notturna. Da sempre comparata con l’eterna rivale Ibiza, Palma offre una perfetta fusione tra divertimento, buon cibo, storia, cultura e anche arte, basti pensare che la Cattedrale di Santa Maria ha oggi la navata gotica più alta del mondo e vede, inoltre, lo zampino di Gaudì. Non dimenticatevi di gustare i suoi prodotti tipici dalle zuppe ai trempò, le sue fresche insalate. Pronti per le cene spagnole con L’arròs brut, succulento piatto di riso, carne e verdure. Forse non troverete un clima estivo, ma non dimenticate di portare con voi qualche costume.

 

Costa Azzurra – Francia

Amata da Picasso, Matisse e Renoir la Costa Azzurra è uno splendido angolo del mediterraneo dove passare un buon weekend tra sole, colori e sana leggerezza. Dalle case color pastello alle barche dei pescatori di Cannes a Valbonne, il villaggio da cartolina provenzale con i balconi fioriti e le tipiche case in pietra. Come non fare, poi, un salto a Nizza? Il suo bellissimo lungomare costeggia per oltre un paio di Kilometri la Baia degli Angeli. Buon cibo e buon clima, non solo tradizione turistica ma città d’arte che vanta una storia profonda. Le temperature miti vi permetteranno di scegliere outfit leggeri, comodi e alla moda. Ottime le camicie e pantaloni in lino, mocassini scamosciati e ovviamente gli occhiali da sole.

Lago d’Iseo – Italia

Il Lago d’Iseo si trova in Lombardia, vicino ai principali capoluoghi della regione. Quasi 66 kilometri mozzafiato da percorrere in bici, auto, moto e battello. Sarete Immersi nella natura che ha ancora un ruolo fondamentale nel territorio e lo si respira dalla sua splendida predominanza tra riserve naturali, numerose specie di uccelli e imponenti aree rocciose. Presente tra i più romantici e belli borghi d’Italia vi è la cittadina di Lovere sul versante nord occidentale del lago d’Iseo. Comodi, leggeri ma non troppo scoperti. Buona idea un parka di media pesantezza o un leggero piumino per la sera. Sneakers pratiche, zainetto in spalla e borraccia alla mano.

Berna – Svizzera

Proponiamo l’elegante capitale dai tetti rossi caratteristici e il suo caratteristico centro storico con i suoi sei kilometri di porticati. Ecco Berna, capitale della Svizzera e parte del patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Storia e cultura tra una passeggiata per vedere la Zytglogge(Torre dell’orologio) e i tipici bar. La sua atmosfera medioevale vi coinvolgerà. Il look ideale è quello più semplice e che vi fa sentire a vostro agio. Jeans o pantalone con un bel maglioncino, magari colorito per fronteggiare le (abbastanza frequenti) giornate uggiose.

Cambridge – Inghilterra

La città inglese, oltre la prestigiosa e tra le più antiche Università del mondo ha molto da offrire. Artisti di strada e piacevoli passeggiate nei mercatini, non respirerete l’affollato caos di Londra e avrete modo di visitare bellissimi parchi dove fare pic-nic e cenare nei pub che popolano, da tradizione, la città. Vacanza adatta a tutta la famiglia in termini di storia, tempo di qualità speso tra visite e piacevoli posti da visitare. Consigli per il look difficili da dare, il Regno unito ha un meteo estremamente variabile. Portate una selezione di t-shirt per il giorno da indossare con dei cardigan o delle felpe stile college e una sciarpa, perfetta da abbinare a comodi boots di pelle in perfetto stile inglese.

 

 

 

In copertina: Total Look Safe Milano SS19

 

 

 

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IMPRESE POSSIBILI: ALEX BELLINI

Alex Bellini è un esploratore italiano diventato noto al pubblico per le sue imprese estreme, tra cui le traversate oceaniche a remi, in solitaria e in completa autonomia. Noi lo abbiamo incontrato presso lo store North Sails a Milano al rientro dalla sua ultima missione, questa volta un po’ diversa rispetto alle precedenti. Si chiama “10 Rivers 1 Ocean” e conferma il suo impegno verso la conservazione e la salvaguardia degli oceani dagli effetti dell’inquinamento della plastica. L’itinerario prevede una prima tappa sul fiume Gange (dalla quale Alex è già rientrato) e altre nove in cui veleggerà su imbarcazioni create, di volta in volta, con materiale riciclato e assemblato in loco, sui 10 fiumi più inquinati dalla plastica di tutto il pianeta e sul Pacific Garbage Patch nell’Oceano Pacifico. Raccontare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema ecologico ed economico che rappresenta la plastica e che riguarda la salute del pianeta è inoltre un progetto che North Sails sposa in pieno, per favorire un nuovo senso di comprensione e di educazione del consumatore al cambiamento e alla tutela dei mari dall’inquinamento.

Alex da dove parte l’idea del tuo ultimo progetto?

Questo progetto è forse quello che più di tutti si discosta dallo sport. Sulla base delle esperienze passate e in particolare la traversata del Pacifico che feci nel 2011, mi sono avvicinato al problema della plastica negli oceani e da allora ho realizzato che tutte le mie imprese future avrebbero dovuto raccontare queste problematiche, per enfatizzare la connessione uomo natura ed evidenziare che quando essa manca si ottengono effetti molto gravi. Ho cominciato a progettare questa esperienza a Marzo 2018, sulla base della ricerca condotta da uno scienziato tedesco sui fiumi più inquinati dalla plastica. Da lì ho stilato il mio percorso dei 10 fiumi da navigare e ho cominciato con il Gange, dove la navigazione è durata 30 giorni. Questo corso d’acqua ha un rapporto particolare con le popolazioni che vivono sulle sue sponde che da un lato lo venerano, ma allo stesso tempo lo trascurano mettendolo in grande difficoltà. Guardando negli occhi la popolazione di queste terre non si percepisce vita in loro. Gettano carta e rifiuti nel fiume per consuetudine senza domandarsi il perché o porsi particolari problemi.

Come ti prepari alle tue imprese?

Dove la parte fisica è importante come lo sono state le corse in passato o le traversate degli oceani c’è sicuramente un grande allenamento alle spalle. Questa volta è stata una preparazione diversa, fatta di costruzione di relazioni con ambasciate, istituzioni e ong locali.

La missione che fra tutte ti è rimasta nel cuore?

Ogni esperienza è unica perché è stata  la miglior cosa che potessi fare in quel momento. A 20 anni, correre sulle dune del deserto del Sahara, due anni dopo la traversata dell’Alaska. Non riesco a definire in assoluto la migliore perché ognuna rappresenta il tentativo di spingere il limite più in là. Quella che certamente mi ha insegnato di più è stata la traversata dell’Oceano Pacifico in barca a remi, dove ho dovuto fermarmi a 30 ore dalla fine per problematiche varie tra cui il meteo e questo mi ha insegnato a gestire il fallimento e rassegnarmi davanti alle cose che non posso controllare. Abilità fondamentale che tutti dovremmo coltivare.

La tua definizione di paura?

La paura è la giusta combinazione di attenzione e conoscenza del pericolo. Non so se si imparerà mai a gestirla pienamente, ma il mio percorso mi spinge costantemente ad affrontarla. Dovrò forse avere davvero paura quando mi renderò conto di non avere più nessun timore perché allora vorrà dire che sto per mettermi nei guai.

Che rapporto hai con i social?

I social sono fondamentali per me che sono un esploratore moderno, forse non sono figlio della generazione dei social media ma li trovo veramente efficaci anche per sensibilizzare l’opinione pubblica. È un’occasione che non possiamo perdere, non solo per l’orgoglio di essere seguiti ma soprattutto per dare messaggi importanti come la salvaguardia del pianeta nel mio caso. Questo è il motivo per cui  li uso per documentare tutte le mie esperienze.

 

Crediti foto: Mauro Talamonti

 

 

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FUORI SALONE 2019: LE MIGLIORI INSTALLAZIONI

È tempo di Salone del mobile a Milano, e tutto ruota intorno al design, all’architettura e alla creatività. Eventi, mostre e installazioni invadono la città, da via Tortona a Porta Venezia, da Bovisa a Sant’Ambrogio, da Isola a Brera, passando per Ventura-Lambrate, via Durini, Porta Romana, l’Università Statale e le 5 vie. Gli appuntamenti del Fuorisalone sono davvero centinaia e non mancano ovviamente le installazioni. Ecco le nostre preferite:

 

“MAESTA’ SOFFRENTE” di Gaetano Pesce

Nel 2019 ricorre il 50° anniversario di un’icona del design italiano dal forte significato politico: la Up 5&6 disegnata da Gaetano Pesce e prodotta da B&B Italia. La Up 5&6 è trafitta da centinaia di frecce per ricordare gli abusi che la donna subisce quotidianamente, e la condizione di prigionia e sottomissione viene enfatizzata dalla presenza di sei teste di belve che ricordano la crudeltà dell’uomo. Con il patrocinio del Comune di Milano l’opera è esposta Piazza Duomo per tutta la Design Week 2019.

 

 

A Friend di Ibrahim Mahama

Si chiama A Friend, l’installazione realizzata dall’artista Ibrahim Mahama: un invito a riflettere su cosa Porta Venezia rappresenta e ha rappresentato nei secoli, declinato nel significato di soglia, di delimitazione urbana e, conseguentemente, nell’incontro con l’esterno e lo straniero. Promossa da Fondazione Trussardi ed è stata inaugurata martedì 2 aprile, nell’ambito dell’art week intorno alla fiera miart, e resterà visibile al pubblico fino al 14 dello stesso mese.

 

Unfluencer di Freitag

Freitag si è chiesto se anzichè parlare di bellezza non fosse importante parlare di “design cattivo”. In fondo nessuno è immune da influenze negative ed errori, a tutti è capitato di comprare qualcosa di inutile e insostenibile. Per smascherare l’ipocrisia, il brand svizzero, con l’artista Georg Lendorff e il supporto degli scenografi di Ortreport, ha creato l’installazione “Unfluencer – De-sinning the Designer”. Proiezioni su migliaia di fili appesi al soffitto rendono sfocata la percezione dei passanti, offrendo un rifugio ideale per un momento di riflessione. I visitatori possono anche confessare i loro peccati in fatto di design e acquisti, soli e in modo anonimo o in un colloquio a due.

Pratofiorito

Un giardino temporaneo ideato dall’architetto Davide Fabio Colaci in collaborazione con gli studenti del Politecnico di Milano e il progettista del verde Dario Valenti. Questo progetto nasce per stimolare la biodiversità urbana, infatti unisce specie animali e vegetali e attività appartenenti all’iniziativa “Bee The Future”, supportata da Eataly , dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità, dall’azienda sementiera Arcoiris e l’Università degli Studi di Palermo, Dipartimenti di Scienze Agrarie e Forestali.

The Green Life

Un progetto ideato dall’olandese Sabine Marcelis che ricopre sia gli spazi esterni che quelli interni della Rinascente. L’evento è pensato per chi ha a cuore il mondo dell’ecologia ed è stato realizzato grazie al posizionamento di sedici ulivi centenari tra la piazza e il negozio. Vi sono inoltre otto sculture mobili nelle vetrine, dischi di plexiglass colorati ruotano attorno ad alberi di specie diverse. Presente inoltre un’installazione al Design Supermarket e una grande vastità di piante all’interno dello store.

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MEET MR. GLENN MARTENS

Un approccio sistematico senza sistema è quello che sembra essere il successo di Y/Project. Parte di ciò che può essere chiamato il Rinascimento parigino, dove brillano nomi come Vetements e Jaquemus, questo brand belga sta scuotendo veramente il modo in cui ci approcciamo allo streetwear e al tempo stesso alla couture: una mescolanza post-moderna di età romantiche, forme oversize, elementi chiave dell’iconico streetwear degli anni ’90. Glenn Martens, la mente del brand, nonché nominato per l’LVMH Prize, ha assunto il ruolo di Creative Cirector di Y / Project nel 2013, dopo che il suo cofondatore, Yohan Serfaty, è scomparso. Da allora il marchio è cresciuto anno dopo anno, grazie al suo design all’avanguardia cocepito  per chi non teme di esprimersi. Questa stagione autunnale la collezione pompava i volumi con un approccio più maximal alla silhouette, mettendo insieme un gioco magistrale sulla dualità, riferimenti storici che si specchiavano con il look delle icone di hip hop di oggi. Senza dimenticare un vivido immaginario artistico che Glenn ritiene essenziale per la sua creatività e il suo modo di rivoluzionare la moda contemporanea.

Chi è l’uomo per il quale disengi? 

Sicuramente per un uomo eclettico e senza età. Nella nostra linea di abbigliamento ci sono vibrazioni streetwear ma anche elementi classici, strutture e forme concettuali e anche una sorta di trasformabilità. Puoi invertire le giacche, chiudere o aprire i pantaloni in modi diversi, questo ti permette di cambiare il modo in cui ti vesti secondo il tuo stato d’animo. Siamo tutti fatti di personalità diverse in uno stesso tempo, con i nostri vestiti ti puoi divertire e dichiarare la tua individualità.

Come descriveresti il ​​tuo approccio alla moda?  Non esiste alcuna regola specifica, può accadere osservando le persone nelle strade che ci circondano, prendo spundo da qualsiasi riferimento indipendentemente dall’era o dalla sottocultura. Questo divertente mix è l’unico fil rouge, con il mio team facciamo quello che vogliamo, in maniera libera, cercando di trovare un equilibrio e un risultato convincente. Confesso inoltre che mi piace guardare come i vestiti influenzano il nostro atteggiamento quando li indossi, questo rivela molto delle persone.

Se dovessi scegliere i tuoi trademark quali sarebbero? 

Mi piace guardare le cose in diverse prospettive, mi piace avere un approccio minimal ma con un tocco sartoriale.  Da Y/Project si flirta con proporzioni, atmosfera urbana, riferimenti storici e si gioca con forme allungate.

Cosa rende Y/Project un marchio di successo? 

Penso di lavorare in maniera onesta, proponendo una collezione molto genuina e per questo straordinaria. Non guardo mai quello che fanno le altre maison. La bellezza delle cose nella moda può succedere senza una vera e propria ragione, non seguo percorsi specifici a parte trasformare quello che “annuso” in qualcosa che amo, mi piace anche essere connesso al nostro pubblico e capire quello che pensa.

Il tuo denim davvero si distingue, lo consideri un elemento fondamentale della collezione?  Certamente cerchiamo di utilizzarlo sempre ed è uno degli elementi che più arricchisce la collezione, che aggiunge valore e suggerisce un diverso uso di proporzioni, può anche essere considerato couture, secondo me. Ad ogni modo non mi piace concentrarmi su un solo segmento della collezione, c’è sempre un approccio sperimentale su tutto, con altri grandi protagonisti come la seta e la maglia.

Come traduci le tue passioni nel tuo design?Prima di studiare presso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa ho conseguito la laurea in design d’interni ed è per questo che l’architettura è parte mio background e una delle mie passioni. Sono inoltre nato a Bruges, una città nota per lo stile gotico dei suoi edifici e sono proprio i ricordi d’infanzia ad aver i in qualche modo formato la mia estetica, fatta di austerità, eleganza, costruzione ed opulenza. Oltre alla mia città natale, penso a Venezia, la città più bella del mondo, un epicentro nevralgico per le arti. Sono stato all’apertura della Biennale a giugno, è un appuntamento che non perdo mai per sviluppare idee, essendo l’arte un’altra delle mie passioni. Detto questo le idee possono anche venire dal clubbing a Berlino o facendo trekking nella natura. Recentemente ho anche apprezzato molto un viaggio in Scozia perché credo che il contatto diretto con la natura sia essenziale per me, mi tiene con i piedi per terra e mi libera la mente. Qual è stato il concept  dell’ultima collezione? 

Tutto è sofisticato, versatile, con una buona dose di anni 90 e un’atmosfera nostalgica. Quegli anni giovanili sono il periodo migliore da ricordare e da dove attingere per creare. La ricetta della collezione comprende anche un riferimento alla California, alla royalty europea del passato, tutti personaggi enigmatici e intriganti che incontrano con fantasia i re del rap di quegli anni d’oro, con pellicce finte, bomber, pantaloni e shorts in jersey. Ci sono maglioni con larghe spalle ed allungate, jeans ricamati con catene d’oro. Oppure un trench chiuso da una costellazione di fibbie, pantaloni con fili di ferro che si modellano sulla silhouette. Maglie da calcio, t-shirt e sciarpe da tifosi con l’immagine di Henry VIII e Anna Bolena, Napoleone e Giuseppina, Luigi XVI e Marie Antoinietta, multi-cinture e un charm-scultura a forma di una mano utilizzata come ornamento. Un omaggio ad Anversa, la mia alma-mater.

 Quale ruolo giocano i social in questo settore?  Oggi è più che mai una realtà e dobbiamo abbracciarla completamente. Le strategie social possono fare la fortuna di un brand in termini di comunicazione e vendite. Mi piace anche l’idea di poter usare Instagram come strumento di ricerca creativa e che seguendo persone che non conosco, ma che hanno qualcosa di interessante da dire, posso venire a conoscenza di culture a me non note e posso essere seguito a mia volta, creando una rete di networking che non ha confini fisici. Y / Project ha un seguito da record. Puoi spiegarci perché?  Posso dire che mi sento molto fortunato del fatto che molte persone ci stanno seguendo. Siamo un piccolo nuovo marchio, ho creato il brand nel 2013 e da allora siamo cresciuti, ma non troppo. Cerco di rimanere concentrato, intuitivo e di non fare per il momento una collezione più ampia cercando di alimentare il mio seguito con un approccio emotivo. È una collezione gender fluid, anche se come brand abbiamo iniziato a fare la donna tre anni fa, le ragazze amano ancora indossare con ironia le collezioni uomo. Il brand è spesso descritto come: concettuale, couture, sexy e cool. Se potessi scegliere una definizione per Y/Project, quale sarebbe? Unisce universi differenti, sfidando e celebrando la diversità, è un melting pot di elementi contrastanti che in qualche modo creano armonia. Ed proprio questo ciò che mi piace.

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La barba, uno stile di vita

L’esperienza insegna che tra i vari momenti fondamentali nella vita di un uomo, un posto a sedere particolare lo merita la rasatura della prima barba. Di padre in figlio vengono trasmessi trucchi e strumenti per ammansire e curare quei peli, spesso fastidiosi, che crescono sul viso. Parliamoci chiaro: un uomo è sempre un uomo, ma una barba ben curata e morbida lo rende un “superuomo”!

D’altronde, la saggezza popolare non sbaglia: “Chi bello vuol comparire, un poco deve soffrire.” Parafrasando un detto notoriamente femminile, la barba rappresenta di sicuro la canonica “croce e delizia” di ogni uomo e come tale, per dare il meglio di sé, ha bisogno di tanta cura. Balsami, pennelli, creme e dopobarba ad hoc vengono usati per ammansire il quasi universale unico segno di vanità maschile.

Di prodotti per la barba ce ne sono in gran quantità, pensati per i differenti tipi di pelle e di pelo, e ogni uomo impara sin da ragazzo, con l’esperienza, quale sia la combinazione più giusta per lui. A partire dalla pasta lavabarba per finire con le lozioni, il mercato offre le più svariate soluzioni per ogni tipo di bisogno (anche economico). Ma si sa: anche gli strumenti migliori rimangono inerti se non posti nelle mani giuste.

Il barbiere

Un capitolo a parte merita l’artista capace di trasformare cespugli di rovi in morbide siepi: il barbiere. A lui sono state dedicate opere d’arte sin dai tempi più remoti (ben prima del famoso e ormai scontato Barbiere di Siviglia): esistevano barber shop sin dalla Grecia classica passando per l’Impero Romano, mentre presso gli antichi Egizi i barbieri collaboravano strettamente con la classe sacerdotale. Presso le sue botteghe gli uomini si potevano riunire in tranquillità, senza donne di mezzo, per parlare di politica, sport e società.

Negli ultimi anni, da quando è tornata in auge la moda delle barbe folte e ben curate, i barbieri hanno di nuovo molto materiale su cui lavorare e sviluppare il loro estro. Più di tutto, adesso come mai in passato, questi artisti hanno a disposizione i più svariati strumenti per prendersi cura delle barbe dei loro clienti e sarà curioso continuare a vedere cosa si inventeranno.

Cura della pelle ed efficacia del trattamento

Insieme alla rinascita della moda delle barbe folte, ma curate, le case cosmetiche hanno cercato di sviluppare prodotti che fossero allo stesso tempo pratici ed efficaci, mantenendo una maggiore attenzione per la pelle del viso. Da questo principio, come per la cosmesi femminile, sono uscite in commercio linee per la barba che iniziano ad essere arricchite da princìpi naturali (quali p.e. aloe, olio di oliva o olio di argan).

In quest’ottica si inseriscono le proposte della notissima Bullfrog, in collaborazione con i punti vendita (fisici e online) del marchio Womo: qualità ad alti livelli e garanzia del risultato si uniscono a formare prodotti di pregio per aiutare, a casa come nei suoi barber shop, l’uomo moderno che è tornato a fare della barba un must have del suo stile.

ARTE PER LA MODA: LE NUOVE COLABS

Nuova stagione, nuova collaborazione. La prima che vogliamo evidenziare è proprio quella di LACOSTE,  che recentemente ha fatto squadra con l’icona pop e artista Keith Haring. È stata fatta un’accurata rassegna delle opere di Keith, dalle più famose a quelle meno conosciute, per poi selezionarne alcune da riprodurre sui capi di questa collezione speciale composta da capi sia per adulti che per bambini. In linea con il trend che vede un ritorno agli Anni 80 nella moda, il brand ha puntato su molte opere street art dell’artista americano realizzate proprio in quegli anni con lo stile che continua a contraddistinguere i suoi lavori.

A comporre la linea Keith Haring x LACOSTE ci sono le iconiche polo, t-shirt, felpe, costumi da bagno ma anche orologi (per i più giovani) e altri capi. Le stampe sono state messe sia in bella vista e con colorazioni vivaci, come sulle t-shirt, sia in alcuni dettagli che rendono unici i pezzi della collezione senza eccedere nelle stampe, riprodotte ad esempio solo sul retro delle sneakers piuttosto che sul colletto delle polo. Una collezione che LACOSTE ha fortemente voluto per rendere omaggio a Keith, al suo spirito libero e alla sua arte fuori dagli schemi.

 

Un altro marchio di tendenza che non è nuovo in fatto di collaborazioni è Supreme. Per il connubio moda-arte ha collaborato con il duo Gilbert & George presentando una capsule collection già disponibile negli store. Gilbert & George, artisti tra i più influenti nel settore dell’arte contemporanea, hanno messo a disposizione il proprio talento per realizzare una serie di hoodie, t-shirt e skateboard in edizione limitata per il brand americano. Un totale di 27 pezzi intitolati “1984 Pictures”.

Restando sempre nel campo dell’arte, un nome che sta risuonando nel fashion system è quello di Sterling Ruby. In questo caso non si tratta di una collaborazione perché il poliedrico artista americano dopo essersi occupato di pittura, di scultura e di fotografia ha deciso di lanciare una vera e propria linea di moda. Il brand da lui fondato e che lo vedrà in veste di direttore creativo si chiama S.R. STUDIO. LA. CA. e sarà presentato durante la prossima edizione del Pitti Uomo in programma a giugno 2019. L’evento, ormai appuntamento fisso per i protagonisti del settore moda maschile, ha scelto Sterling Ruby come Special Guest offrendogli così una vetrina importante per il suo debutto come fashion designer e per la presentazione al pubblico della sua linea ready-to-wear.

 

 

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SHAPO LOVES SASHA: COME BORG & MCENROE

Un amico scrittore, bene informato sulle vicende di racchetta e palla gialla, sostiene che il tennis sia un continuo remake di sé stesso. Per chi lo gioca, a prescindere dal livello, ma anche per chi lo osserva studiandone l’evoluzione. In fondo l’imperativo di fine ‘800 “mandare la palla di là una volta in più dell’avversario” resta la più efficace tra le chiavi di successo. Lo sapevano Bjorn Borg e John McEnroe, con ogni probabilità più il primo del secondo, lo sanno Sasha Zverev e Denis Shapovalov, con la stessa probabilità più il tedesco del canadese. Il gioco è questo: verniciare di attualità i rivali più rivali degli anni ’80 per capire se le stelline next gen possono giocare a essere come loro quarant’anni dopo. Perché le cose che tornano, nel tennis come nella moda, hanno quel sapore ‘riposato’ che il giorno dopo piace anche di più. Lo sport si nutre di rivalità come queste, faccia a faccia che traggono beneficio dalla contrapposizione di stile. Per la serie che l’uno senza l’altro non sarebbe mai diventato ciò che è riuscito ad essere. E viceversa. Ghiaccio e fuoco, insomma, ma spesso con un cuore in mezzo. Come quelle magliette, decisamente molto yankee, con scritto “John loves Bjorn”. Non siete tipi da mercatini delle pulci? Tranquilli, il guizzo di un designer di Soho starà già pensando alla versione 2019: “Shapo loves Sasha”.

A questo punto del ragionamento scatta inevitabilmente il gioco del “trova le differenze”: Johnny Mac non è mai stato biondo come Shapovalov e Bjorn non è nato nella terra di Karl Lagerfeld come Zverev. Fin troppo evidente. Altrettanto facile mettere in evidenza quei punti di contatto che nota pure l’ultimo arrivato tra gli allievi della scuola tennis. Prendete il rovescio di “Iceman” Borg, togliete il legno della sua racchetta, sovrapponete il colpo del suo erede dai materiali moderni: esecuzione bimane 2.0. Fa anche più impressione studiare la volée mancina di “Superbrat” McEnroe e metterla a confronto con l’esecuzione di Shapovalov, nipotino tennistico cresciuto in Canada: “Ctrl-Alt-C” come la formula per copiare, “Ctrl-Alt-V” come la combinazione per incollare. Decisamente meno elementare, invece, scoprire che le prime volte di uno contro l’altro siano pressoché simmetriche: nel 1978 McEnroe batte Borg a Stoccolma (casa sua), nel 2017 Zverev fa fuori Shapovalov a Montreal (casa sua).

A proposito di icone di quel periodo, ricordate i CHiPs? Mitica serie televisiva anni ’80 con la coppia di poliziotti in motocicletta sulle maxi autostrade californiane. Ragazzini incollati alla tv, mamme pronte al rimprovero: “fai i compiti e spegni”. L’effetto di Zverev e Shapovalov nelle vite da adulti degli appassionati di tennis è paragobabile all’irruzione di giovani cloni dei tenenti Poncherello e Baker – da non confondere con Becker nel senso di Boris – con moto e uniformi sì aggiornate ma che innescano un vero e proprio colpo di scena revival. Quella sigla che torna, una smorzata che muore come una volta, le spalline nella giacca riproposte sul mercato. Tanto per spolverare le emozioni lasciate nella sacca da tennis giù in garage quel giorno di tanto tempo fa.

Si dice ‘diffidare delle imitazioni’ ma non è questo il caso. Sulla coppia “Sashovalov” – crasi fantasiosa di Sasha (Zverev) e Shapovalov –  è corretto fare affidamento. Sono loro i giovanotti forti forti pronti a prendersi il centro del palcoscenico. Il piccolo Borg (Zverev) l’ha già fatto chiudendo la stagione con il titolo di Maestro dei Maestri dopo aver messo insieme tre tornei categoria Masters1000 tra 2017 e 2018. “Mini Mac” (Shapovalov) – che scritto così fa venire in mente un hamburger per inappetenti – ha dimostrato di possedere la scintilla giusta – semifinalista più precoce della storia in un 1000 –  nonostante sia ancora un pezzo di strada indietro. Tant’è che nei due head to head – come dicono quelli che frequentano il sito ufficiale dell’Atp – Shapo non ha tolto nemmeno un set al tedesco col cognome da zar. L’anagrafe però gli offre una giustificazione ottima: sono due gli anni che lo dividono da Ice Sasha. E due giri di calendario a questa età hanno lo stesso peso di un’era geologica. Come quella trascorsa dalla mitica finale di Wimbledon 1980 chiusa 8-6 al quinto da Borg su McEnroe e poi raccontata in mille occasioni tra film e libri.

Qualcosa di non riproducibile. Eppure, non la prendano male i federeriani, non sarebbe niente male rivedere un tennista di fuoco (Shapovalov) e uno di ghiaccio (Zverev) giocarsi il titolo su quell’erba lì. Tanto per alimentare il lumicino della leggenda. Sui prati, invece, uno di fronte all’altro il canadian pallido e il tedesco con la catenina d’oro non si sono ancora trovati. Diciamola tutta: è un gioco di specchi sul quale soffia un sano narcisismo. Alexander – di cui Sasha è una sorta di diminutivo – e Denis – nome completo – sono super consapevoli di ricordare due miti pop della racchetta. Tant’è che la griffe che veste il tedesco non si è fatta scappare l’occasione di disegnare una linea vintage fatta di quelle righe orizzontali in campo bianco che hanno reso Borg icona totale pure di stile. Con un guizzo messo lì per marcare comunque una propria cifra: il calzino tirato su fino al ginocchio. Suggerimento di Pharrell Williams, sembra, musicista/stilista assiduo frequentatore di tribune tennistiche. Elementi che mischiati al suo tennis esplosivo e precoce hanno attirato sul fenomeno dinoccolato le attenzioni degli sponsor, dagli orologi alle auto passando per alcuni marchi di abbigliamento anche non sportivi.

Suit Z Zegna

Così Alexander, a proposito di rapidità, è entrato nella lista Forbes “30under30” già dallo scorso anno. I consulenti d’immagine del canadese, dall’altra parte della rete,  sembrano essere qualche passo indietro. Potrebbero ridurre il gap fotografando il loro prodigio nel bel mezzo di Times Square, magari, come quel James Dean della racchetta (McEnroe) in sneakers bianche e abbondante impermeabile scuro. Ribelle con una causa, anche giusta: ricordare che la volée basta toccarla e al resto pensa l’erba. La superficie che Shapo preferisce nonostante il Canada non pulluli di campi in erba. Il suo prossimo obiettivo è incontrare Federer e Djokovic, cosa mai successa. Con Nadal invece ha avuto modo di perdere ma anche di vincere: bilancio in parità. Proprio come Zverev con Roger e Nole, mentre Rafa lo ha sempre battuto.

Denis Shapovalov

Pronti a sfidare i classiconi con la forza delle tendenze che tornano: Sasha in abito gessato, Shapo in total denim. Giusto per sottrarre alla torta della ribalta una fetta di luce per volta. Missione possibile con quelle faccette pulite da primo piano stretto. Madre Russia, anzi madri russe: Irina quella di Zverev, Tessa quella di Shapovalov. I ragazzi dai capelli d’oro hanno una radice comune e parecchio quadrata. Insomma, la meglio gioventù che gioca a somigliare alla old gen  è una realtà parecchio presente.

Ma resti bene inteso: Borg e McEnroe rimangono Borg e McEnroe. Non tanto per Bjorn, più freddo, quanto per John. Lui potrebbe prenderla male: “io e Borg come questi giovanotti? You cannot be serious…”.

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FAIR PLAY NELLA SCHERMA: MARCO FICHERA

Classe 1993 e una vita dedicata alla scherma, Marco Fichera originario di Arcireale ha già collezionato una medaglia d’argento ai giochi olimpici di Rio De janeiro, un bronzo agli europei 2018 e il premio Fair Play 2018, conferito a chi ha saputo promuovere valori di lealtà e correttezza sportiva.
Un vero orgoglio all’italiana che promuove i principi sportivi di lealtà.

Total look: Brunello Cucinelli

Quando hai iniziato a praticare lo sport della scherma ?
L’inizio della mia attività è stato quasi del tutto casuale, il mio vicino di casa praticava scherma e da lì è iniziato il tutto. Avevo 7 anni e poco a poco è diventato un lavoro, sin dall’età di 14 anni ho iniziato a vincere, a 17 anni sono entrato in polizia nelle fiamme oro grazie alle quali ho avuto modo di trasformare la mia passione in un lavoro

A 22 anni hai vinto un argento alle olimpiadi di Rio e solo due anni dopo un bronzo agli europei, quale sarà il tuo prossimo traguardo?

I nostri cicli sono sempre in base alle olimpiadi, dopo Rio abbiamo iniziato subito a programmare le olimpiadi di Tokyo del 2020. Durante questi 4 anni ci sono appuntamenti che valgono comunque tanto, come gli europei o le qualifiche delle olimpiadi che si terranno a maggio.

Recentemente ti è stato assegnato il premio fair play e con ciò che è successo a Bogotà hai dato una splendida lezione di sportività ed eticità, ce ne vuoi parlare?

Noi facciamo uno sport in quale il punto valido è quello sul bersaglio. In quell’occasione stavo 2 a 1 contro l’avversario a 7 secondi dal finale, ho portato uno stoccata non sul bersaglio ma a terra e nessuno si era reso conto, neanche l’arbitro. Io però avevo la certezza di ciò che era successo e quindi l’ho accusata. Noi sportivi grazie alla nostra sensibilità riusciamo a renderci conto quando un punto non è andato a segno, e quindi ho insistito chiedendo la prova video perché ci sono altri valori che vanno aldilà del risultato, dalla vittoria e dal prestigio che ne consegue. Grazie alla moviola l’arbitro si è reso conto dell’errore. Ho perso la vittoria, ma ho vinto come persona.

E il tuo rapporto con la moda?
Io come tanti uomini ho un rapporto conflittuale con il vestirsi, ma se devo essere onesto negli ultimi anni mi è sempre più piaciuto ricercare look diversi e soprattutto essere a passo con i tempi. Ho avuto diverse esperienze con alcune aziende e ne sono contento perché la cura del look fa parte della cura della persona.

Dove ti vedi fra cinque anni?
Sto studiando scienze politiche e dopo la laurea voglio iscrivermi a giurisprudenza, faccio sport e ho diversi interessi. Non so dove sarò tra cinque anni, ma sicuramente sarò impegnato. Per esempio sono molto vicino al sociale con due associazioni importanti, l’associazione Francesca Rava si occupa di assistenza a ragazzi che vivono in situazioni disagiate all’estero e in Italia, con loro abbiamo dato un grande contributo per la realizzazione di alcune scuole colpite dal terremoto nella zona del centro Italia, mentre Aida aiuta i ragazzi con il disturbo dello spettro autistico.

Photographer: Alan Pasotti
Stylist: Stefano Guerrini
Stylist’s assistant: Vittoria Parola, Fabiana Guigli
Grooming: Fabiana Albanese
Thanks to Cristina Florence Galati

 

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OCCHIALI DA SOLE: TREND GUIDE PER QUESTA STAGIONE

Forme da ciclista, aviatore o con proporzioni esagerate: questi i grandi trend degli occhiali da sole da uomo per questa primavera, ma non solo, il mercato degli accessori non esclude nessuno regalando anche agli amanti delle forme più classiche un’ampia scelta di modelli e colori. Ecco quelli da scoprire subito:

 

 

 

 

 

Foto di copertina: Alessandro Magni

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I DETERGENTI VISO DA AVERE QUESTA PRIMAVERA

Il gesto base per avere una pelle luminosa e compatta è  quello di una profonda e accurata pulizia del viso ogni mattina, per rimuovere impurità e cellule morte dalla pelle, così da attivarne la rigenerazione. Anche in questo campo, possiamo scegliere tra una vasta selezione di detergenti in base al nostro tipo di pelle, senza rinunciare a texture e fragranze ultra sensoriali. Ecco la nostra selezione tra le ultime novità di stagione.

 

 

WASO RESET CLEANSER SQUAD

 

SKINCEUTICALS REPLENISHING CLEANSER CREAM

 

 

AESOP GENTLE FACIAL CLEANSING MILK

LULLAGE MICELAR GEL CLEANSER

 

 

FOREO MICRO-FOAM CLEANSER

LA ROCHE-POSAY THERMAL SPRING WATER

 

ALMAK DETERGENTE VISO ESFOLIANTE

 

 

MELVITA PURIFYING CLEANSING JELLY

OLEHENRIKSEN THE CLEAN TRUTH FOAMING CLEANSER

 

NUXE FACE AND BODY ULTRA-RICH CLEANSING GEL

DOLOMIA MOISTURISING CLEANSING MOUSSE

 

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TECHNO ISTRIANA: L’ESTATE CROATA

La Croazia rappresenta la destinazione ideale per chi è alla ricerca di angoli naturali incontaminati, una tradizione culinaria semplice e gustosa concentrata soprattutto sulle pietanze di pesce fresco, ma anche selvagge notti di clubbing. Lo stato balcanico infatti sempre più sta acquistando credibilità per la scena musicale, in particolare quella elettronica e techno, sia da club sia da festival. Partiamo con le nostre music pill segnalando un club sensazionale, il Klub Deep di Makarska. Il cafè si trova in una grotta in prossimità della spiaggia vicino alla città portuale della costa dalmata: una location spettacolare dove si alternano dj set e performance di notevole qualità artistica. Questo il tip per chi ama rilassarsi.

Per chi ama invece muoversi fino all’alba a ritmo di bpm spinti “tra mille bolle blu” la Croazia è certamente il place to be. Il festival Dimensions è sicuramente un valido motivo per mettersi lo zaino in spalla e partire all’avventura musicale. Ha luogo nei pressi delle spiagge istriane di Pula in un anfiteatro di origine romana. A Forte Punta Cristo dal 28 agosto al 1 settembre 2019 leggende del calibro di Jeff Mills, Joy Orbison, Mr Scruff si alterneranno on stage mandando i clubber su di giri. Sempre a Pula, a settembre però (dal 4 al 9), un nuovo sound allestito per l’outlook Festival, che orbita attorno ai generi drum & bass e dubstep, dunque più old school. I soundsystem di Shy Fx e Andy C saranno pronti ad accogliervi. Tornando alla techno segnaliamo Sonus Festival, dal 18 al 22 agosto a Novalja: due mostri sacri come Chris Liebing e Richie Hawtin saranno gli headliner, nient’altro da aggiungere. Qualche style tip per il festival? L’outerwear recycled per essere i più hype della spiaggia innanzitutto! Exkite realizza impermeabili utilizzando tele di kite riciclato dalle tonalità accese che compongono geometrie ipnotiche. Ai piedi le Air Max High Voltage frutto della collabo tra  DJ Sgamo e il team DCJ. Infine sopra la Hoodie di Neighborhood, stilosa al punto giusto. E voi cosa aspettate a prenotare il vostro biglietto?

 

 

 

 

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Interview: Lucas Peracchi


Classe 1988 e una vita dedicata allo sport, Lucas Peracchi dopo una breve parentesi televisiva si dedica oggi al mondo del fitness e del surf portando avanti un notevole seguito sui Social.
Noi di man in town lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato delle sue passioni, del suo lavoro e dei progetti futuri.

La tv ti ha dato una certa notorietà. Ora però ci sembra tu voglia fare altro. Qual è il tuo percorso attuale? Che progetti hai?

“Il mio progetto attuale è quello di crescere a livello fitness. Mi sto specializzando come preparatore atletico e personal trainer e vorrei continuare a lavorare in questo settore che è sempre stata la mia più grande passione, non nego che se capitasse qualcosa nel mondo televisivo potrei valutarlo.

Hai un notevole seguito sui social e sei considerato un influencer. Nel tuo approccio sui social tieni conto anche di questo?

“I social sono un’ottima possibilità al giorno d’oggi, tengo conto del fatto che ho molti followers e cerco di sfruttare questo plus per farmi pubblicità anche per quanto riguarda il mio lavoro, nel mondo del fitness questo è un grande vantaggio.

“Ti vediamo spesso in giro per il mondo, qual è l’ultimo viaggio che hai fatto?

“Viaggiare è qualcosa di magico e cerco di conoscere sempre nuovi posti e nuovi culture. Ultimamente Sono stato alle Maldive con Mercerdes, la mia ragazza.  Un paradiso terrestre dove spero di poter tornare molto presto.”

Sei un appassionato di Surf, quale località ci consigli per praticare questo sport?

“Sicuramente il Portogallo, mi piace molto perché è un posto con località naturalistiche che ti permettono di praticare questo sport in tranquillità. Una di queste è Peniche che si trova a Nord di Lisbona, qua si tengono anche i mondiali di surf.”

Che tipo di allenamento segui per tenerti in forma?

“ Tenersi in forma necessità di dedizione e passione, mi alleno spesso e gli allenamenti che preferisco sono il corpo libero e la ginnastica.”

Come è stato trovarsi come modello su un set?

“Sono molti anni che lo faccio, all’inizio ero un po’ imbarazzato adesso invece ho preso confidenza con l’obbiettivo e continuo a farlo cercando semplicemente di essere il più naturale possibile. “

Un sogno da realizzare?

Vorrei riuscire a coronare i miei obbiettivi lavorativi,  mi piacerebbe dare inoltre una mano alla mia famigliae lo farei comprando la casa dei miei nonni in collina a Piacenza, un’abitazione che non è più loro e che mi piacerebbe che tornasse in mano alla mia famiglia.

Photographer: Alan Pasotti
Style: Stefano Guerrini
Stylist Assistant: Davide Spinella
Grooming: Chiara Giangrossi
Accesorize: Model’s own

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KINGS OF THE NIGHT

 

Di casa a Milano, ma famosi anche oltre i confini. Abbiamo scelto di farli diventare modelli per un giorno, parliamo di due dei più seguiti e amati dj del momento: Marvely Goma The Perseverance e Thomas Costantin.

Hoodie and trackpants by Iceberg

MARVELY GOMA in arte “THE PERSEVERANCE”

Marvely è un ballerino e attore, dj e producer, mente visionaria del duo creativo THE PERSEVERANCE, boss del progetto AKEEM – uno dei migliori party del sabato sera a Milano-. La sua musica è un mix di sonorità urban con contaminazioni elettroniche UK: Marvely è uno dei dj ed ospiti più attivi delle fashion week milanesi, collaborando con molti brand, fra i quali come PHILIPP PLEIN, ICEBERG, TRUSSARDI, VERSACE. In costante evoluzione e ricerca, attualmente sta lavorando ad un nuovo progetto musicale.

I classici della tua playlist?

Kate Bush, un’artista da sempre in anticipo sui tempi, i suoi brani sono sempre proiettati al futuro

-Tutto ciò che fanno Pharrell Williams & Chad Hugo, produzioni, featuring e il progetto N.E.R.D.

Kanye West, qualunque album o canzone: è semplicemente un genio!

George Michael con ‘Amazing’ o ‘Flawless’ e altre cento

-Qualunque brano dell’universo GOLFWANG con Tyler, the Creator, The Internet: consiglio a tutti Steve Lacy e Rex Orange County.

Seguilo su IG: @principebarocco

Shirt, pants and boots all by Versace

THOMAS COSTANTIN

Brand del calibro di Gucci, Moschino, Valentino e Dior lo hanno già intercettato: è uno dei nomi più in voga tra i dj milanesi. Comincia a suonare a soli 17 anni e oggi è diventato resident al Plastic, il più famoso club milanese, dove con il suo sound sofisticato ed elettronico a tinte vintage anima tutti i sabati sera. Ha deciso di diventare dj per ascoltare la musica prediletta e spesso anche composta. Sotto il suo pseudonimo THO.MAS ha lanciato un remix di Giant Steps del duo Mangaboo (Francesco Pistoi\Giulietta Passera), nel 2018 il suo primo EP: Fire a cui hanno collaborato artisti del calibro di Jerry Bouthier e i B-Croma. A marzo 2019 uscirà il suo primo album “Variations” , con 14 pezzi inediti , dove si troveranno collaborazioni con artisti come Leo Hellden (Tristesse contemporaine / camp claude) ed Air! Capitaine . Sono previsti due video e qualche data live , la prima come presentazione del disco.

Printed silk shirt by Valentino

I classici della tua playlist?

Atoi – The Fight
B-52’s – Song for a Future Generation
Bicep – Just
Cheers Elephant – People
The Knife – Pass This on

Seguilo su IG @thomascostantin

Photos by Simon

In copertina: Sahariana jacket and sneakers Adidas Y-3, denim jacket and jeans by Trussardi

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VETTURE ELETTRICHE: UNA SCELTA SOSTENIBILE

Comodità, design innovativo e, naturalmente, ecologicità: questi sono certamente i grandi plus dei veicoli elettrici. Ce lo dimostrano i dati, negli ultimi anni infatti c’è stato un esponenziale aumento di vendite dei veicoli elettrici, segno di una maggiore presa di coscienza da parte dei consumatori rivolti, sempre di più e trasversalmente a più ambiti, ad uno stile di vita sano nel rispetto della natura e dell’ambiente quotidiano che li circonda.

Attorno al fenomeno EVs – electric vehicles – son stati compiuti studi e ricerche per capire come sfruttare al meglio il loro potenziale, la loro diffusione nel mondo e l’importante impatto che hanno oggi sul mercato automobilistico, nonché consigli su viaggi on the road da fare in maniera eco-sostenibile, così come è possibile vedere su http://comparethemarket.com che ne stila, appunto, una classifica.  Parlando dei leader mondiali, al primo posto troviamo gli Stati Uniti con oltre 17.000 stazioni di ricarica e 29.000 colonnine elettriche. Gli USA hanno visto in questi ultimi anni un alto incremento nelle vendite dei veicoli elettrici a marchio Tesla, dei quali parleremo nel dettaglio più in basso, segno di crescita di un mercato nuovo e di come anche le più rinomate case automobilistiche di tutto il mondo stiano cercando di convertire porzioni della loro offerta verso un settore in crescita e green.  L’Europa non rimane di certo indietro, è oggi wolrd-leader con ben otto dei suoi pesi collocati nella top 10 generale, basti pensare che la Germania ha oltre 11 mila aree di ricarica per le auto e oltre 28.000 colonnine, seguita dall’Uk con quasi 7.000 stazioni e 10.000 colonnine di ricarica.

 Tra i vari modelli di veicoli elettrici si aggiudica il primo posto la Tesla Model S 100D Dual Motor AWD. La casa automobilistica dalla bandiera a stelle e strisce crede fortemente nell’importanza del consumo di energia sostenibile e, con le sue auto elettriche, gode oggi di un primato assoluto sul mercato con la sua percorrenza massima di 632 kilometri. Seguono, insieme, Hyndai Kona Electric 64kWh e la Kia e-Niro 64kWh con una trentina di kilometri massimi percorribili in meno. Quali sono le auto elettriche che si ricaricano invece più velocemente? Chi cerca una ricarica veloce ed efficace può puntare su Volkswagen e-Up! e Renault Zoe R110 ZE 40,  per le quali bastano circa due ore per una carica totale.

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Da Istanbul a Londra, la capsule di DB BERDAN x ASOS

Il brand DB BERDAN ha appena lanciato una capsule collection per la primavera/estate 2019 in esclusiva con il colosso dello shopping online ASOS. La collaborazione prende ispirazione dalle origini culturali del brand, mixate con elementi che richiamano gli anni 90.

Tra le grafiche usate per la realizzazione dei capi della collezione c’è il logo DB BERDAN ripetuto numerose volte, la riproduzione dell’opera contemporanea “Gods, Monster and Men” dell’artista turca Murat Palta e la raffigurazione della divinità Umay Ana, entità dal doppio genere sessuale, sia maschile che femminile. Umay Ana è anche la rappresentazione del dio della guerra durante le ore diurne mentre la sera è una figura materna nonché dea dell’amore. Una dualità su più fronti che richiama gli ideali del brand.

Forme e tessuti sono ispirati ai look comodi dei college. Tanto denim, cotone e nylon mischiati tra loro per creare qualcosa di diverso, in contrasto ma mantenendo una certa armonia. La silhouette è oversize su molti dei capi presentati per rispecchiare anche l’animo streetwear del brand.

La collezione del marchio è già disponibile sul sito di ASOS con prezzi che vanno dai 55€ per le gonne ai 220€ circa degli abiti.

DB BERDAN è inoltre un brand streetwear contemporaneo molto attento ai temi di attualità. La sua filosofia non si lega alle due classificazioni di genere e ha l’aspirazione di poter gestire una comunità di persone dalla mente aperta che non crea distinzioni per via del sesso, etnia o orientamento delle altre persone. L’influenza di Londra e della sue subculture si rivede nell’azioni del brand che è molto attivo per supportare le cause in cui crede. È un forte sostenitore della comunità LGBTQ e proprio quando ad Instabul fu vietato il Pride, il designer usò la propria sfilata come canale di protesta.

 

 

 

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AL CINEMA CON D-ART

Manintown collabora con D-Art per una speciale rubrica dedicata al cinema. Scopri tutte le notizie di arte, moda e attualità su d-art.it

“SUSPIRIA” di LUCA GUADAGNINO 

Una Berlino in pieno autunno tedesco con la città scossa dalle azioni terroristiche della banda Baader-Meinhof. Siamo nel 1977 e Susie Bannon (Dakota Johnson) sogna di diventare una grande ballerina: entra  a far parte della scuola di danza di Madame Blanc (Tilda Swinton), un covo misterioso fitto di antiche e oscure presenze; ma se in Dario Argento si riempiva di citazioni (come le immagini ispirate a Escher sulle pareti), in Luca Guadagnino si fanno estetizzanti, minimaliste come gli abiti indossati da Tilda Swinton, lontana dalla matrigna super accessoriata che fu Joan Bennett.
L’espressione artistica delle insegnanti (che si riveleranno essere delle streghe) cela la loro crudeltà, sono le “madri non buone” della teoria di Donald Winnicott, psicanalista britannico, quelle che portano alla creazione del “falso sé“, ex bambine vittime ma mai del tutto vittime. Sono madri generatrici di vita e di morte, ci accolgono in un nuovo mondo ma ci umiliano, ci regalano il potere dell’arte ma ci nascondono il nostro triste destino, ci amano e ci odiano e parafrasando da una scena: “hanno bisogno della colpa e della vergogna“.
Più che un horror “Suspiria” di Luca Guadagnino sembra un dramma psicologico, con un cast tutto al femminile, soffocante, materno senza vere madri, che rivelerà la natura dell’essere femminino, ma anche in questo caso Lars Von Trier rimane imbattuto con Antichrist.

ROMA di ALFONSO CUARON

“Roma” è il racconto intimista del regista messicano, una casa borghese del 1971 composta da padre medico assente, madre severa e melodrammatica, quattro figli dai cinque ai quattordici anni, una nonna presente, una tata di origine mixteca, Cleo (Yalitza Aparicio) e una domestica. Cleo, la tata, è l’esatto opposto dell’egocentrico, dell’individualista, dell’esclusivista; è invece umile, buona, rispettosa verso i padroni di casa, e sinceramente affezionata ai bambini che cura come fossero suoi fratelli minori.
Una pellicola dallo sguardo femminile dove le donne sono protagoniste perché forti, capaci di superare un tradimento (quello della madre ad esempio – il padre abbandona la famiglia senza spiegazioni per una ragazza più giovane), piene di vita, anche se alcune di queste ci lasciano per volere di Dio (Cleo partorisce una figlia morta), coraggiose nei momenti che temono di più (Cleo salva i due bambini che rischiavano di affogare travolti da una corrente). Uno specchio dall’immagine chiara e nitida di quella che era la società nei ’70 messicani, la distinzione di classi sociali così perfettamente rappresentata attraverso immagini. La raffigura la scena dell’incendio nel bosco, durante la notte di Capodanno, quando i domestici si precipitano prontamente armati di secchi d’acqua per spegnere il fuoco, mentre i padroni di casa, perfettamente habillè, sono accanto a loro, calice alla mano, pettinatura artificialmente composta, nei loro cappotti di cashmire, scambiandosi poche parole senza il minimo accenno di ansia o paura.
Quale regista è capace di tanta grazia? Truffaut, ma è più cavilloso, Fellini, che è più elegante, Visconti, che è più perfezionista. Alfonso Cuarón è nato per un nuovo genere. E’ lui a vincere il Leone d’Oro di questa 75ma Mostra di Venezia.


DOUBLES VIE di Olivier Assayas

“Doubles vies” è un film sulla conversazione, dialoghi fittissimi e ritmi serrati, quasi la sceneggiatura fosse destinata al teatro.
Quello che racconta il regista è nient’altro che quello che conosce: l’ambiente parigino, fatto di dialoghi ping-pong, calici di vino alla mano, sigarette alla bocca, salotti borghesi, cafè caotici e pasti consumati nella zona living, personaggi dall’aria noncurante tipicamente francese, il cardigan stropicciato e il capello arruffato, un dito succhiato tra un Bordeaux e una omelette, la Parigi borghese e cinica.
Lo spazio è ristretto, gli amici fanno tutti parte dell’editoria francese, ma spicca Alain (Guillame Canet), editore di successo che deve scontrarsi con l’evoluzione digitale. Questo è il tema su cui si concentrano gli infiniti dialoghi, briosi, accesi, che innescano alcuna risposta ma infinite domande.

THE FAVOURITE di YORGOS LANTHIMOS

Siamo nel 1700 nella corte di Inghilterra, Anna Stuart è la regnante dal carattere debole, incerto, capriccioso, infantile, ed è quindi facile preda delle più astute dame di corte intorno a lei, a partire da Lady Marlborough, ovvero Sarah Churchill, moglie del generale e politico John Churchill. Sarah, interpretata da Rachel Weisz, nelle notti in cui il marito è al fronte a combattere la guerra, si consola nel letto della regina, fino a quando subentra la figura dolce e premurosa di Abigail Masham, una cugina di Sarah caduta in disgrazia a causa della dipendenza al gioco del padre.
“The favourite” è un film sul potere, sulla dignità, sulla moralità. Fino a che punto siamo disposti a cedere il nostro corpo, il nostro nome, il nostro rispetto? Quando Abigail comprende che l’unico modo per uscire dalla condizione di sguattera sarà “vendersi” alla regina, dirà:

Quando sarò per le strade a vendere il culo ai malati di sifilide, di questa moralità non me ne farò niente e la mia coscienza riderà di me”

Lanthimos colora ogni personaggio con irriverenza, crudeltà, ridicolaggine; eccelsa la fotografia di Robbie Ryan che ci accompagna nel castello a lume di candela, con ritratti dal nero rembrandtiano e intensi  rallenty sulle nature morte e sui banchetti, uno stile che accentua i disgustosi i modi e le eccentricità di corte, perditempo nella corsa delle aragoste e delle oche. La scena finale è la voce della coscienza, e ci ricorda quanto sia caro il prezzo da pagare quando, per raggiungere il proprio scopo, si utilizzano ogni genere di bassezze.


CHARLIE SAYS” di MARY HARRON

Orge ogni sera, natura selvaggia, nessuna regola, droghe a profusione, sesso libero, nudismo, condivisione, le attività della “Family”, un gruppo di cinquanta ragazzi che avevano come loro unico dio Charles Manson, il macabro assassino che ha sconvolto la Hollywood degli anni ’70 con l’uccisione di Sharon Tate (allora moglie del regista Roman Polansky incinta di 8 mesi e mezzo) e quattro dei suoi amici durante una festa privata.
La storia è raccontata dal punto di vista delle tre ragazze che hanno preso parte agli eccidi di  Cielo Drive e della coppia Leno e Rosemary LaBianca: Leslie (Hannah Murray), Patricia (Sosie Bacon) e Susan (Marianne Rendón). Dal carcere e attraverso dei flashback che iniziano con “Charlie Says” – “Charlie dice“, raccontano il vivere della “Family” allo Spahn ranch di Manson, una comune che si ciba di avanzi trovati nei cassonetti della spazzatura, a cui non sono permessi giornali né orologi, dove le donne non possono avere soldi e sono destinate ai lavori più umili e devono essere pronte ai bisogni primitivi dell’uomo  senza mai controbattere la “verità” del leader, che si sente la reincarnazione di Satana e Gesu’ Cristo insieme.
Manson siede in mezzo alle sue discepole come ad un’Ultima cena, le tre ragazze sono dei docili micini quando ricordano i fatti, ma la realtà dice questo: Sharon Tate (26 anni incinta di 8 mesi e mezzo) implora ancora qualche giorno di vita, prima di morire.
Senti, tu stai per morire, e io per te non provo nessuna pietà… Ero strafatta di acido” .
Sono queste le parole agghiaccianti di Susan Atkins, che pugnala l’attrice 16 volte, poi prende uno straccio, lo intinge di sangue e scrive sulla porta la parola «pig», maiale.

THE MOUNTAIN  di RICK ALVERSON

Siamo negli anni ’50, Andy ha perso il padre, e la madre è ricoverata in un istituto psichiatrico chissà dove. A fargli da tutore il dott. Wally Fiennes, palesemente ispirato alla figura di Walter Jackson Freeman II, primo medico statunitense ad aver introdotto il metodo della lobotomia.
Andy è un ragazzo timido, apatico, silenzioso, problematico,  non esprime il minimo interesse nei confronti della vita né delle sue attività; viaggia con il dottore, da un manicomio all’altro, Polaroid alla mano, ritraendo i pazienti sottoposti allo strazio della lobotomia transorbitale, tecnica che, combinata all’elettroshock, avrebbe dovuto guarire dalle malattie mentali. Andy (Tye Sheridan) è vittima di un labirinto malato, dove la pazzia è la normalità e la sua routine. In un copione praticamente assente, volge al cambiamento quando prende coscienza della rudimentalità dei mezzi e della totale mancanza di partecipazione emotiva del dottore durante le infinite operazioni.
Pellicola pretenziosa anche se perfettamente impacchettata nella sua fotografia nostalgica alla Erwin Olaf, vellutata nei verdi, morbida come panna montata ma estremamente fredda, un corpo pallido sotto le luci di un obitorio. Un 4:3 di estrema bellezza, una bellissima donna senza contenuto.

THE SISTERS BROTHERS  di JACQUES AUDIARD

Quella del western è solo una scusa, il regista francese Jacques Audiard prende in prestito il genere per raccontare qualcosa di diverso da colpi di pistola, whisky ingollati, corse a cavallo, eroi machi e sporchi di terra.  I  “fratelli sorelle“ hanno un legame che contempla il gesto femminile di prendersi cura l’uno dell’altro (i due si tagliano vicendevolmente i capelli) e il più forbito tra i due (surreale tanta grazia per un cowboy) è Edi, cui tocca far da balia al più rude Charlie, sempre preso da alcol e testosterone.
Parodico, carico di humor e avventure selvagge, il western di Audiard ci spiazza; a volte freddi e privi di rimorsi, i personaggi si rabbuiano davanti alle loro azioni, o si rattristano per la morte del loro cavallo.
I fratelli Sisters sono la prepotenza e l’avidità. Audiard ce li presenta attraverso le proprie debolezze e i propri feticci: Eli è il romantico che chiede ad una prostituta di recitare una frase, anziché concedersi senza domande. E’ colui che piega ogni notte, prima di addormentarsi, una coperta rossa regalatogli da un’amante passata, la annusa e fantastica, per poi masturbarsi stringendola a sé. Charlie invece è istintivo e vive dell’oggi, beve con piacere e si lascia andare al vizio.
Svuotato della crudeltà del western, “The Sisters Brothers” parla di umanità e di sogni, di un’America che corre verso la ricchezza e che finisce in mano agli avidi e non agli uomini di intelletto, ma lo fa giocando ogni tanto con la pistola e con le corse al galoppo.

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