La nostra top list 2020, tra prime volte streaming e battaglie culturali, il mondo ha continuato a girare

Vignette a cura degli artisti del colletivo @sputnink_

Di sicuro, è stato un anno di rottura. Dalla diffusione, a macchia d’olio, di una pandemia fuori controllo che ci ha colti del tutto disarmati, agli elenchi di regole improvvisati che andavano di pari passo con i dpcm. Quelli si, di sicuro la vita ce l’hanno cambiata. Valori della famiglia riscoperti, panificazioni e corsi di cucina riempiono le pagine dei social, mentre i balconi di tutta Italia si danno appuntamento alle 18.00 per il live del giorno, sotto gli slogan “Andrà tutto bene” e “Ne usciremo migliori” che tali sono rimasti, appunto slogan.
La nostra cartina politica ha assunto le sembianze di un puzzle con le calde sfumature del tramonto, o dell’alba se vogliamo darle accezione “positiva”. A proposito, mai termine fu più ostile di questo, negli ultimi mesi.

La scoperta del vaccino ha scatenato l’inferno, tra esperti virologi e medici improvvisati, come se già non ne avessimo avuto abbastanza da negazionisti e terrapiattisti.
Adesso i NO-VAX chiudono l’anno portando alta la bandiera della diffidenza con polemiche su effetti collaterali irreversibili e controlli globali attraverso la potentissima rete 5 G per mano di Bill Gates.

È di Re Giorgio la prima sfilata trasmessa integralmente in televisione e in contemporanea su armani.com. Una scelta responsabile e popolare, presa in seguito alle restrizioni messe in atto a causa della pandemia. La Giorgio Armani spring summer 2021, in passerella a porte chiuse, raggiunge il grande pubblico, mentre le collezioni Emporio Armani uomo e donna vengono presentate in digitale sulle piattaforme emporioarmani-buildingdialogues.com e Camera Nazionale della Moda Italiana.
Dopo essere stato il primo a effettuare una congrua donazione agli ospedali di Milano e Roma e alla Protezione Civile, per far fronte all’emergenza, non ha perso un’occasione per tenere alti i riflettori su un sistema già di per sé sofferente, facendo arrivare la bellezza agli occhi del mondo, senza arrendersi mai.

In un anno così delicato e di grande riflessione, anche la maison Valentino fa sentire al mondo il valore della sua identità, ritornando a sfilare a Milano, in via del tutto eccezionale, dopo 13 anni. Una scelta etica che ha voluto sostenere anche la Camera della Moda Italiana. «Questo momento senza precedenti, dovuto alla pandemia COVID-19, ci ha portato a riconsiderare dove presentare la nuova collezione Valentino, scegliendo così di sfilare per questa stagione a Milano anziché Parigi».

Ce lo aspettavamo live e come un evento senza precedenti, il debutto di Miuccia e Raf Simons come co-direttori di Prada. E in effetti lo è stato ma tutto in streaming e con uno sguardo più intimo, il “Dialogue” che ha visto i due direttori creativi interagire, coinvolgendo gli utenti da tutto il mondo con le loro domande. E visto che è l’anno delle prime volte, la trasmissione della spring summer 2021 su Tik Tok si è rivelata un’altra rivoluzione di grande successo.

Miuccia Prada e Raf Simons

Il movimento #Blacklivesmatter, scoppiato in seguito all’ennesimo caso di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine americane su George Floyd, è un vero atto di ribellione, a livello globale, alla lunga lista di violenze praticate a discapito degli afroamericani.
Il grido d’aiuto pronunciato tra la vita e la morte, col fiato spezzato da quel ginocchio tenuto troppo a lungo sul collo “I can’t breathe” ha mosso le coscienze di tutto il mondo che si è rifiutato di rimanere in silenzio, riportando l’attenzione sulla questione razziale come priorità costituzionale.


Una scia di sangue che ha attraversato l’oceano e che ha macchiato anche il nostro Paese, con la tragica morte del giovane Willy Monteiro Duarte. Pestato da quattro bulli con precedenti, dei giganti per un ragazzino indifeso che era intervenuto per evitare a un coetaneo la fine che invece è toccata a lui. Premiato da Sergio Mattarella con la Medaglia d’Oro al Valor Civile “per il suo altruismo e il suo coraggio”.

Murale dello street artist Ozmo realizzato a Paliano

Un vero big bang, dal punto di vista estetico, si compie con la rivoluzionaria visione della Maison Gucci, sotto la guida del Direttore Creativo Alessandro Michele, che introduce il concetto di no-gender nella collezione autunno – inverno 2020-21, facendo sfilare un modello con un abitino a quadretti con tanto di colletto da educanda e fiocco in vita. Un calcio mirato a ogni stereotipo, non per semplice provocazione, ma per una decisa dichiarazione di libertà.

Anche le modelle si uniscono per combattere un ideale di bellezza stereotipata e ingessata, già da diversi anni per fortuna. Ma visto che questo 2020 non si è fatto mancare niente, ancora su Gucci si puntano i riflettori, per un caso di body shaming ai limiti dell’assurdo, anche perché ha visto accanirsi un cospicuo numero di utenza femminile sulla modella armena Armine Harutyunyan, lanciata dalla Maison fiorentina (nel 2019) nella lista delle modelle più sexy del mondo, come proposta per le passerelle di Milano.
E via d’insulti e giudizi estetici da tutti i leoni da tastiera che dall’alto della loro esperienza hanno ritenuto Armine inadeguata a falcare le passerelle e a rappresentare l’ideale di bellezza e femminilità sulle pagine delle riviste di tutto il mondo, dove, proprio quel tribunale ha contribuito a farla finire.
Armine guarda avanti e si gode il primo goal della sua carriera.

Armine Harutyunyan

Un election day senza fine, con un Donald Trump, senza più carte in mano e per niente pronto ad accettare la sconfitta contro il nuovo inquilino della Casa Bianca Joe Biden. La sua vittoria ha assegnato, con il favore di tutta l’opinione pubblica mondiale, la vicepresidenza alla prima donna di colore della storia Kamala Harris, la quale ha dichiarato con fierezza “Sebbene io sia la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima. Penso a intere generazioni di donne che hanno battuto la strada per questo preciso momento. Penso alle donne che hanno combattuto e sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti, comprese le donne afroamericane, spesso trascurate ma che spesso dimostrano di essere la spina dorsale della nostra democrazia”.
Gli eventi che hanno interessato queste giornate, sono stati, senza dubbio, fonte d’ispirazione per i meme più creativi della storia delle elezioni.

I gift dall’alto tasso alcolico per affrontare il 2021

I gift dall’alto tasso alcolico per affrontare il 2021

Una buona bottiglia di questi tempi torna sempre utile, ci fa compagnia nei lunghi momenti di meditazione post dinner, ci unisce a un amico lontano che possiamo vedere solo in video chiamata, davanti a un buon drink, ci ispira e ci rilassa. E’ il regalo giusto per un amico dal palato esigente e il pensiero gentile per un invito a cena, con una buona bottiglia insomma non si sbaglia mai!
Qui un’accurata selezione delle più prestigiose che in questo ultimo mese dell’anno possono essere donate come simbolo di buon auspicio per un felice 2021.


VECCHIA ROMAGNA ETICHETTA NERA 

Festeggia ben 200 anni sul podio, Vecchia Romagna Etichetta Nera, il brandy numero 1 al mondo per processo produttivo, una sapiente combinazione di passaggi perfetti: due tecniche di distillazione e un doppio invecchiamento. 
Per questo evento speciale Vecchia Romagna Etichetta Nera indossa un nuovo pack, elegante e calzante per l’inconfondibile bottiglia triangolare di un arancio brillante e le due date storiche 1820 – 2020 in rilievo che ricordano il successo del brandy più bevuto dai palati esigenti. E’ proprio nel 1820 che Jean Buton, maestro distillatore francese e fornitore ufficiale della Casa Imperiale di Napoleone I, si trasferisce in Italia per affinare la nobile arte della distillazione. Ne nasce il “Metodo Vecchia Romagna”: distillazione continua e discontinua per esaltare i profumi e gli aromi originari dei vini, invecchiamento in barrique e botti di rovere e blending, l’unione di pregiati brandy. 

Sulla scatola è presente un QR code che, una volta inquadrato ci accompagnerà nell’Universo di Vecchia Romagna attraverso contenuti video esclusivi e qualche piccolo segreto

Vecchia Romagna Etichetta Nera si può gustare liscia per assaporare al meglio tutte le sue note complesse e persistenti, ma può anche trasformarsi nell’ingrediente insostituibile dei cocktail più classici o di twist on classic come il Black Collins o il Vecchia Romagna Coffee. Le ricette al sito https://vecchiaromagna.it/

AMARO MONTENEGRO

Non tutti sanno che Amaro Montenegro nasce nel 1885 a Bologna dal genio ribelle del giovane e appassionato erborista Stanislao Cobianchi, che intitolò la sua creazione alla principessa del Montenegro, Elena, futura regina d’Italia. 

A renderlo amabile a tutti sono le  40 erbe aromatiche, provenienti da 4 continenti, sapientemente selezionate, estratte e miscelate, ma la ricetta di Amaro Montenegro, anche oggi fedele all’ originale, è tuttora segreta e viene gelosamente tramandata.

Un amaro unico grazie alle sue 7 note. Dalla bollitura, macerazione e distillazione, svolte rispettando un metodo artigianale, si ottengono 6 note aromatiche alle quali si aggiunge “il premio”: la settima nota che suggella la perfetta sinfonia degli aromi. Il colore ambrato, il suo aroma complesso e il gusto piacevolmente equilibrato tra note dolci e amare, rendono Amaro Montenegro così versatile da essere apprezzato dopo i pasti, liscio o con ghiaccio, o come ingrediente ideale per rivisitare cocktail classici e proporre mix innovativi.  

Per celebrare le festività Amaro Montenegro ha scelto di dedicare ai suoi estimatori la nuova confezione regalo realizzata in esclusiva per il periodo natalizio, un astuccio elegante che consentirà di vivere un’esperienza unica attraverso la realtà aumentata inquadrando con lo smartphone il QR code che ci farà scoprire tutte le infinite erbe lo compongono, video emozionali dedicati, video esplicativi dove prender nota delle ricette di deliziosi cocktail. 

SELECT

Era il 1920 quando i giovani Fratelli Pilla, grazie alla loro esperienza liquoristica, diedero vita all’aperitivo Select nel Sestiere di Castello, cuore storico della città di Venezia. Una scelta non casuale perché la Serenissima rappresentava una porta aperta verso l’Oriente, centro di scambio delle erbe aromatiche e delle spezie che ancora oggi rendono il Select l’ingrediente insostituibile per l’autentico Spritz Veneziano. Proprio quest’anno ricorre il Centenario: 100 anni di storia che si legano alla città lagunare in un connubio perfetto tra tradizione e passione.  

Select è il frutto di un  attento  e  complesso  processo  produttivo  della durata di ben nove mesi, che segue rigorosamente i passaggi della ricetta originale per garantirne l’eccellenza qualitativa. ​​ 

​Il processo di produzione prevede tre fasi principali attentamente monitorate: ​ 

  • la lenta macerazione dei botanicals in una miscella finissima di acqua e alcool​; ​ 
  • la bollitura a caldo per ottenere l’estratto delle erbe aromatiche​; ​ 
  • la distillazione in purezza per estrarre la parte più aromatica delle erbe​. ​ 

IL CUORE DI SELECT sono gli  otto estratti  di erbe  aromatiche che conferiscono al bitter la sua tipica nota speziata, balsamica e dolce; le  bacche di ginepro  rappresentano la peculiarità di questo bitter dalle note fresche e resinose e persistenti. Pianta erbacea dalle origini antichissime proveniente dall’Estremo Oriente, nella ricetta di Select viene impiegato unicamente il rizoma, la  parte della pianta più ricca di componenti aromatiche che con una  miscela di alcol finissimo e acqua cristallina, da’ vita all’unicità di Select. 

LA RICETTA AUTENTICA 

Select, grazie al raffinato profilo aromatico e all’equilibrato gusto dolce-amaro, è l’ingrediente insostituibile per l’autentico Spritz Veneziano che, come vuole la tradizionale ricetta, si completa con un’oliva verde grande.

  • 7,5cl Prosecco 
  • 5cl Select 
  • 2,5cl Soda/Seltz 
  • 1 Oliva Verde 

 

FOSS MARAI DOSAGGIO ZERO

E’ lo spumante più dietetico sul mercato, Foss Marai Tilio Dosaggio Zero, uno spumante extra brut senza aggiunta di zuccheri! Frutto della tecnica Charmat affinata dall’esperienza ultratrentennale dell’azienda Foss Marai in continua evoluzione , lo spumante Tilio Dosaggio Zero ha una fermentazione lenta e naturale, le selezionate uve Chardonnay si uniscono a quelle pregiate Bombino Bianco, varietà anche utilizzata nella produzione di noti champenois. 

Grazie al connubio di uve di così forte identità, alla totale assenza di zuccheri e alla selezione del lievito Foss Marai, Tilio offre un perlage sottilissimo e una delicatezza uniche. 

Promosso dal Club dei Saggi Foss Marai, Tilio Dosaggio Zero è uno spumante di altissima qualità che riuscirà a soddisfare anche i palati più esigenti e raffinati. 


MALFY GIN 

Si racconta che il gin nasce nel 1055 quando alcuni monaci creano l’antesignano del moderno gin per motivi medici, usato contro crampi e dolori di stomaco, immergendo le bacche del ginepro nell’alcol.
Oggi il gin gode di quella leggerezza che si unisce ai momenti di convivialità, unione, spensieratezza, che lo fa un distillato da miscelazione per cocktail. Speciale per gusto e colori, il gin Malfy è un tributo alla Costiera Amalfitana, terra di mare e di colorati paesaggi, di profumi e aromi che si sprigionano nell’aria, Malfy è quindi uno stimolo a vivere la vita in maniera vibrante e a godersi un drink con un gin che è anche eccellenza italiana perchè, declinato in quattro versioni, Malfy si può gustare, oltre alla versione originale, con note di limone, con arancia rossa di Sicilia e con pompelmo rosa siciliano. 

Inoltre, per vivere a pieno lo spirito vivace e spensierato della Costiera Amalfitana, Malfy ti porta in un viaggio con la realtà virtuale a 360°, la MALFY VIRTUAL EXPERIENCE: con l’acquisto di una bottiglia avrete in omaggio un visore VR in cartotecnica per immergervi in limonaie sospese tra cielo e mare, curiosare nelle botteghe artigiane, fare un giro in auto lungo la costa, godersi un tramonto mozzafiato da una terrazza panoramica e imparare a creare il Malfy&Tonic perfetto.

Il suono del mare

Quando uno skipper incontra un DJ. Quando il mare e la musica  danno vita a un oceano di accordi. Questa è la storia di un incontro tra due persone mosse da una passione: il velista francese Thomas Ruyant  e il musicista elettronico Molécule (Romain De La Haye-Sérafini). Durante il Vendée Globe, prestigiosa competizione di vela, Molécule trasforma la barca di Thomas in uno strumento musicale. Una storia di mare, avventura, arte e viaggi. Un esperimento unico che comincia in Italia, prosegue in Francia e fa il giro del mondo. 

Testo di Sabine Bouvet @sabine.bouvet

Foto di Pierre Bouras  @pierrebouras



Si dice che la regata Vendée Globe attorno al mondo sia l’Everest dei mari. 11 000 persone sono salite sull’Everest. 3000 persone sono andate nello spazio. Ma solamente 300 persone hanno compiuto una circumnavigazione in solitario, senza soste né assistenza. Thomas Ruyant fa parte di questa piccola cerchia, di questa élite.



L’edizione 2020-2021 è partita l’8 di novembre delle Sables d’Olonne (Francia). L’arrivo è previsto per gennaio 2021, stesso porto. Nel frattempo,  in uno spazio di 5 m2, Thomas Ruyant avrà saggiato il freddo gelido e il caldo umido che s’insinuano in tutto, i venti violenti che strepitano giorno e notte, le onde feroci che minacciano di frantumare tutto e la calma totale che allieva le tensioni e colma il tempo con il vuoto. Ed è tutto ciò che Romain De La Haye-Sérafini, musicista elettronico proverà a trasmettere con le sue registrazioni e la sua musica. Romain cercherà di tradurre la sfida fisica e psicologica con un linguaggio sensoriale. Perché questa gara è una prova di resistenza ad alto livello.

Il musicista darà voce a LinkedOut, l’imbarcazione del velista. “La barca diventa uno strumento musicale. Voglio raccontare la storia dal punto di vista della barca.” Ha pertanto collocato 16 microfoni e 13 videocamere a bordo per registrare le vibrazioni di questo strumento unico. La barca è un Imoca, una delle imbarcazioni più sofisticate al mondo, la Rolls Royce delle grandi competizioni di vela. Le Imoca sono unicamente utilizzate per il Vendée Globe, la Route du Rhum o la Transat Jacques-Vabre. La barca di Thomas è stata costruita a Bergamo da Persico Marine, il migliore cantiere navale italiano e uno tra i migliori a livello internazionale. Il Luna Rossa Challenge ed altri Imoca dell’America’s Cup e The Prada Cup sono opera di Persico Marine. Dopo 35 000 ore di lavoro ad opera dei più bravi ingegneri navali, ora tocca al DJ di intervenire. L’obiettivo di Romain è realizzare al contempo un disco e un film sonoro. Un’avventura vuoi high-tech, vuoi del tutto poetica. 



Romain ha già messo a segno tre filmi sonori che parlano tutti di mare e di dismisura, di infinito e di estremo. Nazaré (2020), l’ultimo uscito, verte sulla famosa onda più grande del mondo, in Portogallo. Il suo secondo film – 22,7° (2018) s’incentrava sul silenzio della Groenlandia. Per il suo primo film 60° 43’ Nord (2015), Romain aveva scelto di vivere un mese a bordo di un peschereccio nel Atlantico Nord. Voleva carpire il silenzio dei ghiacciai e l’urlo della tempesta. Romain ha la passione del mare. “Ho sempre voluto ascoltare quel che si staglia dietro la linea dell’orizzonte. Mi affascina la potenza degli elementi quando la Natura prevale su tutto il resto, come pure il legame tra l’Uomo e la Natura, quando si uniscono e quando si combattono l’un l’altro.”



“Qui a bordo di un’Imoca, i suoni scatenano l’ansia. Ci sono molte frequenze basse, suoni tonfi. Ma allo stesso tempo ti trasportano, creano degli spazi musicali, delle armonie.” Successivamente, con il suo lavoro musicale, Romain trascenderà questo spartito. La sua idea è tener fede alle emozioni di Thomas. 

“La prima volta quando Romain è salito a bordo, è piovuto. Siamo entrati sottocoperta.” racconta Thomas. “Romain ha subito sentito che lo scafo era in grado di creare musica. Mi ha detto: la tua barca è uno strumento musicale ! È una grancassa di carbonio !” A Thomas è piaciuta l’idea che la sua barca potesse emettere musica. Poi, quando i due hanno navigato insieme per la prima volta,  Romain ha proposto a Thomas di installare un vero e proprio armamentario di videocamere e microfoni per il Vendée Globe. Il velista ha detto al musicista e alla sua squadra di tecnici  : “Attenzione ragazzi ! Questa è un’imbarcazione da regata. Dobbiamo controllare il peso, poiché comporta un costo energetico.” 

Thomas, lo skipper, ha la passione della musica elettronica. Per lui, accedere al mondo della creazione artistica, che di musica o cinema si tratti, è un orizzonte affascinante. E poi reputa che finora nessuno è mai riuscito a trasmettere le emozioni di uno skipper durante una competizione. “L’adrenalina, la stanchezza, l’euforia o il toccare il fondo ecc; lo spettro delle nostre emozioni è enorme. In mare, le nostre emozioni occupano tutto lo spazio perché siamo lontani da tutto. Ma possono essere pericolose perché non ci danno stabilità.” È il motivo per cui il modo di fare di Romain l’ha conquistato: fare delle sue sensazioni e dei suoi stati d’animo un che di musicale, ascoltare la sua imbarcazione, tastarne il polso. “Perché la mia barca mi parla, è espressiva.” Lo skipper non vede l’ora di sentire e vedere quello che verrà da questo incontro. Anche noi vogliamo che questo viaggio sensoriale ci trasporti su una terra incognita.

Bar di tendenza: 6 indirizzi a New York

La Grande Mela è una città che non vi deluderà mai. C’è davvero l’imbarazzo della scelta in tema di locali. Oggi però vogliamo proporvi solo quelli più trendy, originali, famosi e diversi dal solito. Come per lo shopping, anche per i bar la “Città che non dorme mai” saprà stupirvi! Siete curiosi di conoscere i bar di tendenza di New York? Ecco la nostra selezione dei 6 più trendy.

6 bar di tendenza a New York

Boom Boom Boom

Situato nel quartiere più mondaiolo della città, questo luogo merita sia per i cocktail strepitosi e la buona musica sia per la favolosa vista sull’High Line e sul fiume Hudson. Questo locale chic e glamour è collocato al 18esimo piano dello Standard Hotel del Meatpacking District.

Apotheke Cocktail Bar

Davvero insolito questo bar nel cuore di Chinatown al 9 Doyers Street. I baristi come divisa indossano un camice bianco e servono cocktail da dietro un vecchio bancone da farmacia.

Beauty Bar

Siete amanti dei saloni beauty? Questo è il posto giusto per voi. Aperitivo e manicure in un bar super fashion al 231 E 14th Street.

St Cloud a Knickerbocker Hotel

Per chi vuole provare la vera New York, consigliamo un rooftop bar esclusivo come il St Cloud che offre cocktail in stile anni ‘20 e una selezione di vini e liquori di altissima qualità. Aperto anche d’inverno, non c’è obbligo di consumazione.

The Press Lounge a Kimpton Ink48 Hotel

Nel quartiere di Hell’s Kitchen, sulla terrazza del Kimpton Ink48 Hotel, c’è uno dei rooftop bar più esclusivi della Grande Mela. La vista dal 16esimo piano dove è collocato è davvero mozzafiato: lo skyline di Manhattan è semplicemente la cosa più bella del mondo.

La specialità sono i cocktail accompagnati da raffinati stuzzichini. ll costo è piuttosto elevato ma ne vale senz’altro la pena almeno una volta nella vita, in particolare se siete solo di passaggio da New York.

Salon de Ning all’Hotel Penisula

Questo bar si trova al 23esimo piano dell’Hotel Penisula nel cuore della Fifth Avenue a Manhattan. Oltra alla vista spettacolare, a colpire è l’arredamento orientale ispirato alla casa di Madame Ning, una dama dell’alta società di Shangai degli anni’30.

Hotel Principe di Savoia: l’indirizzo ideale per una pausa invernale in città

L’ Hotel Principe di Savoia, albergo della prestigiosa Dorchester Collection, da sempre incarna l’essenza più vera di Milano dove il caloroso spirito del Bel Paese si sente in ogni dettaglio.

Dagli anni ’20, questo palazzo in stile neoclassico è la dimora di viaggiatori internazionali e la scelta naturale di un certo mondo cosmopolita, rappresentando un’ esperienza straordinaria di ospitalità e comfort. Con il suo ventaglio di camere (257) e suite (44) Hotel Principe di Savoia offre un esempio impareggiabile di lusso dove il servizio e la struttura si contraddistinguono da sempre.

Questo periodo di forti limitazioni negli spostamenti risulta ideale per scoprire tutto quello che il Principe di Savoia può offrire, regalandosi una piacevole coccola in città? Per esempio al ristorante Acanto che vi sedurrà con le creazioni del giovane chef Alessandro Buffolino, che combina la maestria del suo talento a tecniche culinarie innovative. Oppure al Salotto Lounge,  all day dining, dove assaporare il Chocolate Afternoon Tea o il classico aperitivo. Infine al decimo piano potete trovare il Club 10 Fitness & Beauty Center, dove rilassarvi in piscina o allenarvi nella nostra area gym con vista mozzafiato sullo skyline di Porta Nuova, oltre a poter scegliere uno tra i trattamenti beauty per il corpo e la mente dal nostro Spa menu.

Fragole e champagne ad attendervi al vostro arrivo? Il sogno diventa realtà con la proposta Fuga romantica per una indimenticabile pausa milanese: una cena speciale al ristorante Acanto e la colazione direttamente in camera, con late check-out a richiesta. Il pacchetto da diritto all’accesso gratuito al Club 10 Spa durante tutto il soggiorno.

Infine , un’altra esperienza realizzabile pensata per il periodo è l’offerta Stay & Indulge.  Con questa proposta nel soggiorno avrete incluso un voucher di 100 euro spendibile al ristorante Acanto, al Salotto Lounge o al Club 10 Fitness & Beauty Centre. L’offerta è valida per due persone e prenotabile solo dal sito web con tariffe a partire da 400 euro in camera Deluxe.

Arredare bagni piccoli con stile senza sacrificare la tecnologia

Non tutti abbiamo la fortuna di vivere in case grandi, con stanze spaziose e disposte anche in piani diversi. Molti scelgono sempre di più la soluzione “appartamento” per scelte lavorative, magari perché desiderano avere una casa più vicina al posto di lavoro o perché amano vivere in città e si sa che i centri cittadini non offrono grandi soluzioni di spazio dove poter costruire la propria villa dei sogni. Quindi ci si abitua sempre di più a vivere in spazi piccoli ma funzionali. Anche per questo motivo, il mercato dell’arredo propone sempre nuove soluzioni adatte anche e soprattutto a spazi più contenuti.

In particolare il bagno è uno degli ambienti che non di rado è costretto a cedere metri quadri fondamentali, per permettere a saloni e camere da letto di risultare più spaziose. Ma anche un bagno piccolo può diventare con gli giusti accorgimenti un bagno arioso e ampio, basta saper scegliere i sanitari e l’arredo giusto, che adesso suggeriamo.

Un bagno piccolo non è sinonimo di sacrificio o di accontentamento. Lo stile che amate può essere riprodotto, magari solo con alcuni accorgimenti. Per i sanitari scegliete i modelli sospesi, riescono a dare più aria alla stanza oltre ad essere molto comodi per una pulizia profonda del pavimento. Per chi ama lo stile classico e tradizionale, può anche optare per i sanitari monoblocco, scegliendo il modello più adatto e conforme allo spazio della stanza, meno squadrato e più tondeggiante. Se un angolo per il bidet non “esce”, provate le modernissime soluzioni come le doccette bidet, da utilizzare comodamente seduti sul water, che assicura una profonda pulizia intima.

Per un bagno piccolo, cercate di optare per la doccia. Le soluzioni che il mercato propone sono diverse e capaci di accontentare anche i più esigenti. Una delle soluzioni più gettonata è la colonna doccia, che ti darà la possibilità di avere una piccola spa nel tuo bagno. Sul web troverete molte colonne doccia offerte se vorrete provare gli infiniti benefici che questo accessorio vi riserverà. Uno dei tanti, è proprio la possibilità di avere un effetto idromassaggio, grazie alle bocchette che troverete sulla colonna che regoleranno la giusta intensità di acqua per rilassare il corpo e stendere ogni tensione.

Il lavandino merita, anche in uno spazio piccolo, la giusta rilevanza, per questo per dare una personalità più marcata al vostro bagno, vi consigliamo di optare per i lavabi da appoggio, scegliendo un mobile stiloso e che metta in risalto la bellezza del vostro lavandino. Impreziosite il piano di appoggio con un rubinetto alto e dalla forma particolare e stilosa, così per dare quel tocco originale ad un bagno che, ribadiamo, anche se piccolo può diventare una chicca del vostro appartamento.

Ovviamente non dimenticate gli specchi: sono proprio loro che riusciranno a dare maggiore profondità alla stanza. Cercate sempre di non inserire accessori ingombranti, di grandi dimensioni, ma se lo spazio permette, anche un pouf abbinato al colore del bagno può risultare piacevole e comodo. Per tutto ciò che vi serve per il vostro “momento bagno” optate per mensole o per gli scomparti ad incasso così da non soffocare maggiormente lo spazio.

Questi sono i nostri consigli, studiati per i bagni piccoli ma spaziosi.

Gel per capelli: come utilizzarlo nel modo corretto

Che abbiate un taglio di capelli medio, lungo o corto, lo styling è sicuramente il passaggio fondamentale per valorizzarlo. Esistono diversi prodotti per capelli da usare: spume, gel, olii e cere, ciascuno con effetti e risultati diversi.

Oggi parleremo del gel per capelli e di come utilizzarlo nel modo corretto.

Che cos’è il gel per capelli

Si tratta di un composto fluido morbido usato per fissare i capelli, ma ha molteplici funzioni. Il gel infatti modella i capelli a seconda dello styling che desiderate ottenere e, in base al tipo di gel (forte, medio, estremo) consente di creare un look scolpito o bagnato o naturale.

Il gel per capelli consente anche di tenere a bada le ciocche ribelli quando i capelli stanno crescendo e sono ingestibili. Sicuramente il gel può essere usato su tutti i tipi di capelli, senza distinzioni, ma è adatto soprattutto a chi ha un taglio corto, cortissimo, e volendo anche medio. Invece è sconsigliato per i capelli lunghi, per i quali è preferibile usare un olio o una schiuma modellante.

Come scegliere il gel per capelli

A seconda del tipo di capelli che avete e dell’effetto che desiderate ottenere, potete scegliere il vostro gel valutando l’intensità e la tenuta.

Potete optare per un gel leggero o spumoso per un look giovanile e disordinato, se detestate i capelli rigidi. Un gel a tenuta media è perfetto per chi desidera i capelli a punta dritti in testa o un bel look bagnato e definito. Infine un gel dalla tenuta estrema è scelto per la prestazione, ossia per chi desidera tenere in ordine i capelli tutto il giorno.

Come si usa il gel

Si prende un po’ di prodotto sul polpastrello e si strofinano le mani tra loro e poi si passano in testa tra i capelli in modo uniforme.

A seconda della lunghezza dei capelli potete variare l’applicazione:

  • se sono corti, potete modellare le ciocche con le dita e creare il look desiderato
  • se sono lunghi, una volta passato il gel nei capelli usate un pettine bagnato

Errori da evitare quando si usa il gel per capelli

Evitate di applicare il gel sui capelli troppo bagnati, sui capelli sporchi o se avete già applicato un altro prodotto per lo styling. Il rischio in questo caso è di far sembrare i capelli sporchi e trasandati.

Alessio Viola: il mondo della comunicazione a 360° gradi

Giornalista e conduttore televisivo, Alessio Viola è un noto volto di Sky che abbiamo seguito con vivacità e curiosità per tutto l’autunno durante la messa in onda di Ogni Mattina su TV8.  A fronte della sua importante carriera che lo ha visto protagonista a Earth Day, Sky TG24, The X Factor e Venti20, lo abbiamo incontrato in una conversazione sul giornalismo cartaceo e televisivo.



Come è iniziata la tua carriera da giornalista ? E quella televisiva?

Ad essere sincero da ragazzino non volevo fare il giornalista. Mi piaceva la comunicazione, scrivere, la pubblicità, la televisione, la radio, etc… Non ho fatto la scuola di giornalismo, ma ho iniziato a lavorare come praticante in una redazione, ovvero la scuola migliore, che fin da subito ti mette faccia a faccia con la realtà e davvero ti insegna a muoverti in questo campo. Dopo che iniziai, mi resi conto che che la mia strada era proprio quella.

Parlando invece di giornalismo televisivo, è successo in maniera naturale: mi piaceva tanto la televisione, la seguivo con una vera e propria passione. Sono contento che la fase televisiva sia avvenuta dopo. Iniziare questa carriera sulla carta stampata mi ha permesso di crearmi un distinto bagaglio, sia pratico che culturale: capire, conoscere, toccare con mano le basi del mestiere, saperti muovere e organizzare; tutte nozioni che poi sono diventate utili e fondamentali nell’inquadramento televisivo.

Quando devi scrivere fai un lavoro più impegnativo per assurdo. Con la tv è più semplice: entra in gioco un’altro linguaggio che si basa sull’immagine. La palestra della carta stampata è stata fondamentale. 



Che differenze ci sono tra comunicazione cartacea e televisiva ?

Nella carta quando scrivi conta molto la capacità di raccontare e descrivere quello che vedi. Tuttavia hai il tempo a tuo favore e, almeno nel mio caso, riesco a scrivere in maniera rilassata. Con l’immagine è tutto più diretto e immediato. Per non parlare dei nuovi media, che hanno letteralmente abbattuto il muro temporale della comunicazione cartacea.

Abbiamo visto che proprio recentemente è iniziato un nuovo programma, Ogni mattina, su tv8, dove tu sei alla conduzione. Come sta andando?

Il programma è partito e procede alla grande. Tuttavia, con la pausa natalizia ho deciso di abbandonarlo. Da gennaio ci sarà infatti solo ed esclusivamente la parte legata all’intrattenimento, condotta da Adriana Volpe. 

Che taglio avete deciso di dare al programma? Abbiamo visto che eravate soliti invitare ospiti/opinionisti anche molto diversi tra loro. Che argomenti trattate di solito?

Il programma ha una doppia medaglia: se da un lato la leggerezza è predominante, ricordiamoci sempre che è la tv del mattino: affrontiamo le cose che succedono nel mondo in modo chiaro, semplice, approfondito, ma in modo chiaro e soprattutto semplice. Raccontiamo quello che succede intorno a noi, nel nostro caso l’emergenza del virus coinvolgendo esperti, opinionisti e testimonianze. Una sorta di telegiornale, ma intervallato da leggerezza ed intrattenimento, ad esempio con interventi e tutorial legati al mondo della cucina, della musica, della moda, etc.. Diversi sono i grandi nomi che sono stati ospiti nel programma, da  Joe Bastianich a Morgan, da Aurora Ramazzotti a diversi virologi, etc… Abbiamo coinvolto anche degli influencer, indiscussi protagonisti del web, con il fine di incrementare la visibilità del programma

Dove ti vedi nei prossimi anni ? Altri progetti in corso ?

Ho chiuso il 2020 con un programma che si chiama appunto Venti20, che racconta i primi anni 20 anni del 2000. Pensa che prima di Natale, con una serata speciale, ho chiesto a una giuria di giudici che cosa buttare e cosa salvare di questo anno assurdo. Per il prossimo anno sto lavorando ad un progetto ancora da definire che andrà in onda in primavera, sempre su TV8.

Calciatori modelli: chi sono i nuovi Beckham

David Beckham è passato alla storia non solo per le sue indubbie qualità da calciatore, mostrate tra Manchester United, Real Madrid e Milan, ma anche per essere stato uno dei calciatori più belli e fashion in circolazione. Non si contano i capi di abbigliamento indossati dal calciatore inglese e i marchi (Emporio Armani e Adidas su tutti) che hanno battagliato per accaparrarsi l’immagine del centrocampista sposato con Victoria Beckham e padre di tre figli.

Chi sono oggi i nuovi David Beckham? Partendo dal campionato nostrano, è impossibile non pensare a Cristiano Ronaldo: se le quote della Serie A italiana segnalano come il portoghese e la Juventus non siano più i favoriti per la vittoria dello scudetto grazie alla fuga di Milan e Inter, nel campo del fashion il campione portoghese è di certo un’icona impareggiabile. La storia del suo marchio CR7 è una storia di grande successo, non comune come nelle altre occasioni in cui gli sportivi hanno sfruttato il proprio nome per lanciare un preciso marchio: CR7 si è esteso invece con successo a profumi, alberghi e ristoranti, arrivando poi a footwear e underwear. Oltre al suo proprio marchio, Cristiano Ronaldo è inseguito da anni da tantissime aziende di moda, per il suo fisico e la sua notorietà: da Nike a Herbalife, da Clear a Eden Parfums, CR7 è il calciatore indubbiamente più esposto al grande pubblico.

<blockquote class=”twitter-tweet”><p lang=”en” dir=”ltr”>Last preps <a href=”https://twitter.com/hashtag/inSan%C3%A9?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw”>#inSané</a> <a href=”https://t.co/t3NTGhlrz3″>pic.twitter.com/t3NTGhlrz3</a></p>&mdash; Leroy Sané (@leroy_sane) <a href=”https://twitter.com/leroy_sane/status/1338903778230202375?ref_src=twsrc%5Etfw”>December 15, 2020</a></blockquote> <script async src=”https://platform.twitter.com/widgets.js” charset=”utf-8″></script>

Sulle orme di Beckham, tanti altri giocatori si sono avvicinati negli ultimi anni al fashion e al creare una propria icona di stile. Un esempio significativo in questo senso è Hector Bellerin, terzino dell’Arsenal che negli ultimi anni ha fatto parlare di sè più per i capi indossati in numerose circostanze che per le prestazioni calcistiche, immerse tra infortuni e annate veramente deludenti della squadra londinese. Negli ultimi anni ha addirittura sfilato a Parigi per Louis Vuitton. 

Un altro terzino salito alla ribalta più per la sua immagine fuori dal campo, che per le prestazioni sul terreno di gioco, è Gregory Van Der Wiel: attualmente svincolato, l’ex terzino di Ajax, Fenerbahce e Cagliari non ha mai nascosto la sua passione per la moda fin dal 2013, quando investì nel marchio di abbigliamento BALR insieme al suo compagno Demy De Zeeuw.

<blockquote class=”twitter-tweet”><p lang=”es” dir=”ltr”>¡Vamos! <a href=”https://twitter.com/hashtag/HalaMadrid?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw”>#HalaMadrid</a> <a href=”https://t.co/48bWyfNfkN”>pic.twitter.com/48bWyfNfkN</a></p>&mdash; Sergio Ramos (@SergioRamos) <a href=”https://twitter.com/SergioRamos/status/1340331447987650561?ref_src=twsrc%5Etfw”>December 19, 2020</a></blockquote> <script async src=”https://platform.twitter.com/widgets.js” charset=”utf-8″></script>

Tanti altri giocatori di calibro internazionale stanno sfruttando la loro visibilità per il loro valore calcistico per tramutarsi in vere e proprie icone di stile: uno di questi è il capitano e leggenda vivente del Real Madrid Sergio Ramos, altro sex symbol del mondo calcistico. Insieme a lui si può citare Leroy Sanè, recentemente passato al Bayern Monaco e grande appassionato di sneakers, un altro giocatore della squadra tedesca come Jerome Boateng, fratello di Kevin-Prince Boateng oggi al Monza, ma anche Tom Davies, Michy Batshuayi e il tanto discusso Neymar, astro brasiliano prima al Barcellona e oggi in forza al Paris Saint-Germain. Calciatori di grandissimo talento ma anche con tantissima visibilità internazionale, anche grazie alla loro passione e al loro impegno nel mondo della moda e del fashion. Tantissimi brand sono su di loro.

MARSĒM e il suo gentleman contemporaneo

Linee eleganti e moderne, tra proporzioni e volumi morbidi per il guardaroba dell’uomo contemporaneo. Ecco MARSĒM, brand nato in Puglia, che guarda avanti proponendo capi all’insegna della libertà e della fluidità dai tocchi sartoriali, disegnati da Antonio Semeraro.

I materiali usati nella produzione dei pezzi del brand rispecchiano i suoi valori. La morbida flanella, filato riecheggiante ricordi e tradizioni, è ripresa su abiti, pantaloni e camicie nei toni del marrone, cammello e burro. Presenti anche il velluto, la lana e la viscosa fino alla pelle, che dona un tocco rock e sofisticato ai capi, acquistabili direttamente sullo store online – www.marsemitalia.com – dove è possibile, inoltre, conoscere più da vicino la storia e l’evoluzione delle collezioni dell’azienda. Dalle giacche doppiopetto alle maglie, versatili e sfruttabili in più occasioni, fino ai cappotti; tanta scelta e qualità per ogni occasione per mixare e sperimentare.

A breve sarà possibile acquistare, anche, i capi della linea donna – La Gentle Rock Woman.

Ph: Piero Migailo

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Antonio Semeraro – Direttore Creativo del Marchio (a destra) e il C.E.O Mario Monaco (a sinistra). I due ci portano a scoprire il DNA di MARSĒM e l’importanza delle creazioni Made in Italy, artigianali e intrise di tradizione ma sempre volte alla sperimentazione e al cambiamento.

Quali sono, secondo voi, le caratteristiche che più distinguono il vostro brand sul mercato? 

Antonio Semeraro: Sicuramente la libertà. Siamo liberi da schemi e meccanismi – quelli della moda – che a volte impongono dei cliché che non sentiamo nostri. MARSĒM è Rock in tutto facendolo diventare Gentleman, curato nei dettagli, ricercato, “avanti” nelle proporzioni e tradizionalmente rivoluzionario. 

Mario Monaco: Credo che uno dei nostri plus sia anche il fatto che nonostante i ritmi insostenibili tutto è curato da noi non deleghiamo nulla, dalla cucitura fino alla boutique che venderà le nostre collezioni. 

Cosa cercano i consumatori di oggi? 

Antonio Semeraro: Vogliono sempre di più sentirsi bene nell’abito, nella giacca, nel cappotto e nei pantaloni che indossano. Viviamo in tempi talmente frenetici – tra meeting, viaggi, business lunch e giornate interminabili – che l’abito che indossi ormai deve essere un passe-partout, adatto ad ogni tipo di occasione che va dalla mattina alla sera. Le nostre camicie dalle stampe originali, per esempio, sono adatte sia per l’ufficio che per l’aperitivo nel locale più cool della città; l’abito da uomo, invece,  pur mantenendo una sua classicità, “rompe” tutti gli schemi giocando su volumi o proporzioni nuove che lo rendono più moderno. 

Qualche settimana fa è stato lanciato lo shop online di MARSĒM. Potete svelarci altri progetti che avete per il futuro? 

Mario Monaco: Il nostro e-commerce non è nient’altro che il risultato dei tempi che cambiano, che si evolvono. Il futuro del retail sarà molto basato sullo shopping on line che sta diventando sempre più comodo e veloce anche se noi – con le nostre collezioni – saremo presenti anche fisicamente nelle boutique, ci rendiamo conto che una parte dei nostri clienti ama ancora scegliere “toccando” i tessuti e trascorrendo un’esperienza di shopping non virtuale. Tra i nuovi progetti stiamo lavorando per portare MARSĒM verso nuovi mercati soprattutto all’estero, oltre all’arrivo della nostra collezione donna, la nostra Gentle Rock Woman. 

I vostri abiti sono versatili e dal tocco sartoriale. Qual è il vostro pubblico di riferimento? A quale segmento mirate? 

Antonio Semeraro: L’uomo e la donna MARSĒM hanno un animo Rock. Da qui tutto parte evolvendosi, collezione dopo collezione, in un lavoro su tessuti, dettagli, colori e soprattutto proporzioni e volumi. I nostri clienti hanno uno spirito che va oltre gli schemi, oltre alla loro attitude ribelle, amano la moda, hanno una personalità spiccata e gradiscono l’immagine che nasce da un giusto equilibrio tra questi 2 elementi. 

La produzione 100% made in Puglia è un importante sinonimo di qualità e artigianalità. Ci raccontate qualcosa in più del legame con la vostra terra? 

Mario Monaco: La Puglia è una terra particolare. Qua tutto è tradizione, attaccamento alle radici, protezione. Ma anche spirito di innovazione, forte innovazione, che sa ben combinarsi – in un perfetto equilibrio – con le belle realtà artigianali. 

Antonio Semeraro: Sono perfettamente d’accordo. Queste realtà vedono ancora quelle Signore che con amore e passione tagliano, ricamano e fanno speciale la moda, proprio come ai vecchi tempi.  Nonostante siano legate fortemente al passato, il loro intuito incredibile per la moda di domani le contraddistingue.

L’astro-coach di Massimo Giannone gennaio 2021

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.

Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.
Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

“Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.
Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone.
@massi_e_l_astrologia

Artwork a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_

Kate Moss – Personaggio del mese, nata sotto il segno del Capricorno

Kate Moss, capricorno, wearing Messika by KateMoss: la nuova ed eclettica collezione di Alta Gioielleria nata dal sodalizio tra l’iconica top model e la designer francese Valérie Messika. La top model ha lavorato a fianco di Valérie per creare 9 sets di gioielli, 9 stili audaci e diversi, caratterizzati da un mix di influenze etniche e vintage.

ARIETE


Nella mitologia indiana, l’OM è il suono sacro che Dio ha vibrato per creare l’universo.
Un’immensa energia divina, il seme generatore di tutto ciò che ci circonda, l’ordine dinanzi al caos.
Questa parola, pronunciata all’inizio ed alla chiusura delle preghiere Veda è un mantra, ossia una formula sacra utilizzata come veicolo per collegarsi con le divinità.

Paramansa Yogananda, filosofo e mistico indiano asseriva che l’OM è un mantra in grado di trasmettere pace e serenità, da utilizzare con rispetto e, solo in casi eccezionali. Molto simile al secondo comandamento cristiano “non nominare il nome di Dio invano”, perché il suo potere è immenso ed in grado di creare, ma anche di distruggere.
Cari amici dell’Ariete, con Marte nel segno nei primi giorni del mese, inizierete questo anno con un’immensa carica energetica, ma dovrete dosare le vostre forze e mirarle verso il giusto con equilibrio e saggezza.
In ambito affettivo sarete molto chiari e diretti, comprenderete al volo l’esigenza del partner e con Saturno benevolo sarete in grado di fronteggiare le ostilità.
Nel lavoro un elevata chiarezza, ed uno spirito forte e concentrato, vi daranno le chance che aspettavate da tempo, avanzare ed emergere.
“Il mondo appartiene agli energici”, asseriva Tesla, in effetti senza energia non esiste vibrazione, vita.
Per creare e realizzare qualcosa che desideriamo è necessario crederci, visualizzarla, mettendo in atto in questa meravigliosa dimensione, ciò che non esisteva.
Il sentiero:
È necessario dosare e distribuire bene le vostre energie, da un punto di vista fisico, voi di questo segno rappresentate la testa e tutti gli organi. Le idee, i progetti vanno attuati con una forza armonica e non con atteggiamenti di sopraffazione. Calma e disponibilità la via da seguire.

TORO

La Prudenza è una delle quattro virtù cardinali, essa dispone l’intelletto ad un’analisi profonda della realtà per vedere con chiarezza ciò che è necessario, un percorso di saggezza che ci conduce a superare le incertezze e ad evitare di sbagliare.
Dante nel suo incontro con Virgilio, nella spiaggia del Purgatorio, le osserva come quattro stelle luminose che conducono l’anima in un meraviglioso viaggio verso l’onnipotenza.
Il nostro quotidiano, ormai sopraffatto dall’urgenza di risolvere problematiche e ottenere un risultato, ci fa perdere l’occasione di separare ciò che è bene per noi da ciò che non è positivo per il nostro essere.
Un materialismo che non permette allo spirito di realizzarsi, rincorrendo mete illusorie o egoistiche, evitando un pensiero filosofico perché la fretta ha il sopravvento.
Carissimi amici del Toro, con Marte e Urano nel segno, in questo mese, bisognerà evitare assolutamente di prendere decisioni affrettate.
In ambito affettivo la cautela ed un atteggiamento giusto verso chi vi ama, vi farà vivere momenti indimenticabili, basta non esprimere subito il vostro giudizio. Niente ostinazioni e gli astri vi coccoleranno.
Nel Lavoro bisognerà cogliere al volo le occasioni che si presenteranno ma analizzando i tempi necessari per attuarli. Una lotta fra voi e la saggezza del tempo. I giovani del segno dovranno evitare ogni tipo di impulsività.
“Le cicatrici degli altri dovrebbero insegnarci la prudenza”, diceva San Girolamo.
Il sentiero:
Adottare accorgimenti ad ogni situazione che affrontate, scindere fra ciò che è utile e sano per voi da ciò che non lo è, utilizzare virtù come saggezza e prudenza vi renderanno condottieri vittoriosi, in grado di trasmettere anche a chi vi sta accanto, il seme della vostra profondità.

GEMELLI

La mitologia racconta fatti straordinari di Dei ed eroi, ma anche di coraggiose gesta di uomini, per dare un significato a misteri e fenomeni della natura, ed evolverci attraverso nuove consapevolezze.
Zeus, con la sua saetta, governava il mondo al di là dei cieli, Poseidone le acque, Apollo la Luce, Afrodite la bellezza ed altri ancora le arti e mestieri. La loro personificazione ha giocato un ruolo fondamentale per la formazione delle coscienze nella costituzione delle civiltà.
Nel corso dei secoli, i Faraoni in Egitto, o molti secoli dopo il re Sole, Luigi XIV che in qualche modo assunse le qualità di Apollo, si sono abrogati qualità divine, per porsi in un piano superiore rispetto agli altri uomini.
La società contemporanea ha affidato la totalità delle questioni naturali al mondo della ricerca scientifica, per dare una spiegazione razionale agli eventi. Ponendo in secondo piano il Divino e la spiritualità di tutto ciò che ci circonda, che regola ogni cosa.
Cari amici dei Gemelli, questa è per voi una grande fase di evoluzione, di cambiamenti, di sogni che si realizzano, attraverso un elevata profondità in voi, una visione lungimirante e concreta, un nuovo modo di gestire il vostro quotidiano: la responsabilità.
In ambito affettivo, Marte potrebbe irritarvi perché il vostro partner cercherà di criticare le vostre decisioni. La non reazione sarà il giusto approccio per armonizzare l’ambiente. Voi che esigete coccole donatele anche.
Nel lavoro le occasioni di mettersi in primo piano non sono state tante, ma una nuova fioritura è in atto e, con Giove in Acquario, le opportunità professionali torneranno gratificanti.
“L’evoluzione è la legge della vita. Il numero è la legge dell’universo. L’Unità è la legge di Dio”, asseriva Pitagora.
Il sentiero:
Impegno e coerenza sono la via necessaria per evolvervi in un nuovo percorso, bisognerà iniziare e completare ciò che si affronta, in vista della vostra nuova era, più luminosa e più consapevole. Rivolgetevi allo spirito delle cose, non al loro possesso.

CANCRO

Ermes è una figura mitologica greca, figlio di Giove e della ninfa Maia. Era il giovane messaggero degli Dei inconfondibile con i suoi calzari alati. Inventore della lira, uno strumento musicale ricavato dal guscio di una tartaruga, sul quale fissò delle corde dalla cui vibrazione si ottiene un amabile suono.
Protettore dei commercianti e dei viaggiatori, in uno dei racconti più popolari si descrive il suo amore per una fanciulla e della richiesta di aiuto alla sorella di lei, che per invidia lo ostacolò.
Ermes si vendicò, trasformandola in una pietra scura.
Il mito vuol farci comprendere che i pensieri hanno spesso dei lati negativi, un peso, un’oscurità e per superarli è necessaria una luce, una leggerezza.
Cari amici del Cancro, finalmente Saturno e Giove hanno lasciato l’opposizione in Capricorno, vi sentirete alleggeriti, più ottimisti e creativi. Una sorta di lotta fra luce e buio è stata vinta, ma bisognerà pesare, da adesso in poi, ogni vostra decisione, carpire l’insegnamento degli astri e voltare pagina nel modo di pensare ed agire.
In ambito affettivo, Venere opposta, suggerisce tensioni nel vostro rapporto, incomprensioni e decisioni divergenti.
Nel lavoro basterà dosare le energie e tutto andrà a gonfie vele, occasioni inattese vi metteranno di buon umore.
“Quando la tua anima è pronta, lo sono anche le cose”, diceva William Shakespeare.
Il percorso:
Le idee hanno un peso nel percorso della nostra vita. Spesso il nostro essere, attraverso delle contorsioni, sceglie una via negativa, non leggera, invece di mediare e trovare un equilibrio e un percorso di luce per il nostro animo. Niente lune e tanta positività.

LEONE

Le difficoltà sono un banco di prova per tutti noi, ma bisogna comprendere che esse sono anche un’opportunità per cambiare visione e percorso.
Secondo Bertolt Brecht, nelle opere teatrali bisogna educare gli spettatori a prendere coscienza. Ogni epoca ha i suoi inquisitori, esprimersi e prendere posizione attraverso la rappresentazione comporta delle difficoltà, per questo motivo nelle sue opere utilizza delle parabole, attraverso cui lo spettatore ha la possibilità d’immedesimarsi e giungere alla sua realtà oggettiva.
Cari amici del Leone, con Giove e Saturno opposti, molte saranno gli eventi da fronteggiare e risolvere ma la concentrazione e la vincita di ogni impulso vi condurranno sicuramente verso mete più armoniose.
In ambito affettivo, il vostro animo vivrà delle insoddisfazioni che potrete attenuare andando incontro alle esigenze di chi vi ama.
Nel lavoro non avrete modo di aver tutto sotto controllo come siete abituati, basta far fluire le situazioni e magari affrontarle in un tempo successivo, così eviterete fatiche inutili.
“Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica; posso assicurarti che le mie sono ancora maggiori”, diceva Albert Einstein.
Il sentiero:
Anche noi, attraverso la comprensione di ciò che accade, possiamo modificare le difficoltà affrontandole se non direttamente, almeno cercando di carpirne la via migliore per noi, evitando, così, di farci inquinare dagli stessi eventi ed assumendo una posizione vigile ma disponibile anche a trovare soluzioni valide per noi.

VERGINE

Una sorta di oscurità mette in confusione l’animo delle persone razionali che hanno la necessità di chiarezza su ogni cosa che la riguardano.
Nel mito mesopotamico, Lilith era la prima donna creata, rifiutata dal primo uomo Adamo, perché consapevole delle sue capacità ed uguale a lui.
Così lasciò l’Eden e, conservando la propria immortalità, si accoppiò con Lucifero dal quale ebbe figli. Adamo, lasciato nella sua mortalità, dopo un po’ di tempo ci ripensò e si rivolse a tre Angeli affinché la facessero ritornare, cosa che non avvenne. Lilith preferì la sua vita ma avrebbe protetto i figli di Adamo se avessero i tre Angeli, rimanendo così un demone femminile dell’oscurità.
Cari amici della Vergine, l’opposizione di Nettuno che rappresenta la creatività ma anche l’inganno vi creerà una grande confusione sul modo di agire in ambito affettivo, sicuramente il partner vi suggerirà ansie e malesseri, un buio in voi che solo attraverso una metamorfosi trasformerete in luce, invogliando l’amato alla trasparenza.
Nel lavoro, v’immergerete in un impegno costante come arma per non pensare e le prospettive saranno gratificanti, evitate le distrazioni le tensioni inutili.
“Nell’impossibilità di poterci vedere chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità”, asseriva Sigmund Freud.
Il sentiero:
Mettersi nella stessa condizione o vibrare energie simili, oscura l’animo, è necessario un nuovo percorso comprendendo che tutto è ciclico, come alla notte segue il giorno coì anche a quest’oscurità, questo dolore si può alternare il suo opposto attraverso una non ribellione, un’accettazione degli eventi. Affidatevi alle vostre innate capacità e un nuovo sole sorgerà.

BILANCIA

“A chi si guarda nello specchio e da tempo non si vede più, a chi non ha uno specchio e comunque non per questo non ce la fa più” così nella sua canzone Dedicato, Loredana Bertè si rivolge a chi non è perfetto: i diversi. Una dedica a chi vive la propria natura costretto a pagare le conseguenze di una società superficiale e incapace di comprendere la bellezza dell’originalità.
Le differenze sono, invece, opportunità per distinguerci, per essere al di sopra di una banale normalità, per essere bellezza senza conformazione ai canoni tradizionali.
Bisogna ascoltarsi ed esprimere ciò che si avverte nel proprio sé, trasformando il proprio essere in una nuova possibilità, con l’obiettivo primario di essere fiero di emanare la propria naturalezza.
Cari amici della Bilancia, è arrivato il momento di cominciare ad amarvi, di non sentirvi inadeguati. Nel vostro rapporto affettivo, il vostro parere, in qualche modo, mette un freno alle vostre sicurezze, creando un clima instabile, ma il cammino si fa insieme, con condivisioni e comprensioni. Qualcosa si può chiudere, ma inizia una nuova via.
Nel lavoro un po’ di noie amministrative da superare ma vi avviate ad una bellissima fase ricca di soddisfazioni e maggiori guadagni.
“La gratitudine è non solo la più grande delle virtù, ma la madre di tutte le altre,” diceva Cicerone.
Il sentiero:
Osservando il mondo che mi circonda, per non scomparire bisogna, spesso, adeguarsi ad un canone di moda, dettato dai media e dai social. Ma tutto questo, invece di condurci alla gioia, ci pone in lotta continua con noi stessi, per conformarci e raggiungere obiettivi che probabilmente non sono i nostri. Che aspettate? Fatevi accettare per ciò che siete. Donate gratitudine a voi stessi.

SCORPIONE

La tempestività è un agire con velocità al momento opportuno, Urano il pianeta che indica la velocità e la tecnologia si trova in opposizione al vostro segno, precisamente in Toro, il segno della concretezza, della volontà. Un insegnamento di non agire impulsivamente nei vari settori del quotidiano, di mediare, di attendere i tempi opportuni e non imporre la propria volontà.
Urano, nel mito, era una divinità che rappresentava il cielo. La sua paura di essere spodestato lo condusse ad uccidere chiunque si potesse anteporre a lui, ma la sua stessa ossessione lo condusse ad essere detronizzato da Crono che gli falciò i genitali.
Un insegnamento sulle idee che non hanno a che fare con la materia, dove un eccesso di perfezione contamina la creazione stessa, ciò che non esisteva che si realizza ma non ha radici.
Cari amici dello Scorpione, in ambito affettivo vi avviate ad una bella fase ma gli astri vi consigliano lucidità mentale e rispetto delle esigenze altrui, si realizzano obiettivi importanti.
Nel lavoro le vostre strategie saranno vincenti, ma dovrete star attenti a non suscitare invidie e mantenere buoni rapporti con i colleghi, non escludeteli ma coinvolgeteli.
“Le cattive azioni non prosperano; l’uomo lento raggiunge quello svelto” sosteneva Omero.
Il sentiero:
Se Urano insegna la velocità, vista l’opposizione bisognerà agire con prudenza, non irrompete all’improvviso, niente rabbia o castrazione, osservando ma agendo con armonia, con dolcezza, con un sentimento di comprensione che il nuovo non è facilmente accettato.

SAGITTARIO

L’entusiasmo ha cambiato significato nel corso dei tempi. Secondo i greci era una condizione di eccitazione o invasione dovuta a delle divinità che potevano essere positive o negative.
Platone ne parla come di un’ispirazione divina, che dona vena creativa, un’estasi benefica capace di condurre alla verità.
Nel mito greco, le Baccanti erano delle sacerdotesse di Dioniso, il dio dell’estasi, dei piaceri, del vino, una divinità che libera dai vincoli dell’io. Vestite con pelli, andavano in giro per i boschi cantando e danzando in una sorta di delirio mistico per mettersi in contatto con il loro dio.
Cari amici del Sagittario, durante questa fase, invasi dall’entusiasmo di tanti eventi positivi, andrete in giro come le sacerdotesse, pronti a cogliere al volo le occasioni nei vari settori del vostro quotidiano.

In ambito affettivo si consolidano i vostri rapporti e si delineano nuove prospettive come metter su casa o fare scelte importanti di vita. Chi di voi è alla ricerca di un partner farà un incontro idilliaco.
Nel lavoro, con Giove e Saturno in Acquario, avrete una grande capacità organizzativa che vi farà raggiungere mete inaspettate. Bisogna però ponderare a lunga scadenza perché molti risultati saranno raggiunti gradualmente.
“L’ entusiasmo è per la vita quello che la fame è per il cibo”, sosteneva Bertrand Russel.
Il sentiero:
Non tenete l’entusiasmo soltanto per voi, esso è un’arma potente, traino gli animi verso mete impensate, in tal modo i successi ottenuti non saranno solo vostri ma anche delle persone care e del vostro team.

CAPRICORNO

Una canzone di Roberto Vecchioni del 1977 “L’ultimo spettacolo” in un suo verso canta: “Ma non venite a dirmi adesso lascia stare che la lotta in fondo deve continuare: perché se questa storia fosse una canzone con una fine mia, tu non andresti mai via”.
La canzone ci racconta del contrasto insito nell’uomo fra il passato ed il futuro, una lotta dei pensieri sugli eventi pregressi, un volere e potere dei ricordi che, se fossero una canzone, avrebbero un epilogo diverso e consono alle nostre necessità.
Cari amici del Capricorno, con Plutone e Venere nel vostro segno, sarete pervasi da impulsi costruttivi e distruttivi, una morte necessaria per trasformare in bellezza i misteri della vita.
In amore si allontanano le tensioni di coppia, ma sarà il tempo necessario a smaltire i nervosismi e trasformare i vostri malesseri in una fiduciosa armonia, migliorando così la sintonia in comprensione e complicità.
Nel lavoro, valutando ogni cosa ed allontanando il sessismo, avrete modo di volgere a vostro favore le situazioni spinose professionali.
“Volli, volli sempre e fortissimamente volli”, così diceva Vittorio Alfieri drammaturgo.
Il sentiero:
La vita di ogni essere è un viaggio, di cui noi siamo gli artefici, e allora perché farci vincere dagli eventi. Se da un lato è giusto accettare, è anche necessario fare ciò che è in nostro potere per cambiare, immaginare e creare quella spiaggia dove non esiste disperazione ma solo ciò che desideriamo.

ACQUARIO

In una bellissima canzone di Franco Battiato “La quiete dopo un addio” alcuni versi mi hanno toccato particolarmente e voglio trasferirli al vostro animo.
“…verrà un altro temporale, sarà di nuovo estate e scoppieranno i suoi colori per le strade…    come il dolce malessere dopo un addio…”
Tutto nella nostra esistenza è ciclico, un tempo per ogni cosa. Gioia e dolore che si alternano ad insegnarci la fugacità degli eventi e la necessità di carpirne l’essenza, perché nulla rimane per sempre, fatta eccezione per il nostro cuore, luogo in cui le emozioni possono essere eterne e trasmesse come insegnamento a chi viene dopo.
Cari amici del segno, ogni cosa del vostro passato sta per essere spazzata via, bisognerà iniziare una nuova via attraverso le vostre emozioni, non permettendo agli umori ed ai ricordi di pervadervi, avviandovi verso l’inatteso che vi sorprenderà.
In ambito affettivo, molti del vostro segno hanno chiuso un rapporto e si troveranno a ripartire da zero, ma nessuna paura, non dovrete neanche cercare, un nuovo amore busserà alla vostra porta.
Nel lavoro, Con Giove e Saturno e Mercurio, sarete in grade di superare ogni sfida ed un bel po’ di fortuna vi aiuterà a superare ogni ostacolo. Avanzamenti professionali.
“E’ l’animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi.” diceva Seneca.
Il sentiero:
Anche gli umori hanno il loro lasso di tempo, farli fluire via velocemente significa accettare ma anche trasformare in un arcobaleno colorato la nostra esistenza.

PESCI

Guardare alle nostre spalle ci educa dinanzi al nostro divenire. Solitudini, problemi familiari, personali e ansie, impediscono al nostro animo di leggere chiaramente i nostri percorsi, noi non siamo ieri, ma oggi e domani.
Inoltre, è necessario difendersi dalle astuzie altrui, che vogliono avere vantaggio su di noi, dalle insidie che il quotidiano ci pone come sfida, per poi poter tendere alla realizzazione di chi siamo e a un grado più alto di consapevolezza, per cambiare rotta di vita e migliorarla.
Cambiare noi significa cambiare la realtà che ci affligge.
Cari amici dei Pesci, un nuovo slancio è necessario per vincere ciò che vi ostacola e vi affligge, con prudenza e concentrazione supererete ogni afflizione ed ogni ambiguità.
In amore, migliorerà il rapporto di coppia, ma bisognerà nutrire sentimenti di pazienza ed umiltà nelle vostre reazioni. I pianeti vogliono sostenervi ma dovrete aiutarli con atteggiamenti consoni, con una capacità profonda di comprendere e superare i vostri limiti.
Nel lavoro, saprete cogliere al volo le occasioni e ritagliarvi gli spazi necessari per gratificarvi, ma attenzione alle distrazioni. Siate chiari e decisi.
“L’anima soffre e soffre tremendamente, allorché la costringiamo a vivere in maniera superficiale. L’anima ama le cose belle e profonde”, sosteneva Paulo Coelho.
Il sentiero:
La visione migliore è non ritenere gli altri colpevoli di ciò che ci accade ma essere coscienti che in qualche modo siamo noi a creare la realtà che ci circonda, con i nostri pensieri e con le nostre azioni.

Jessica Winter, Pregoblin e altre magnifiche stranezze

Se doveste formare una band, che nome scegliereste? Sicuramente, a meno che non si tratti di una band Black metal, tutto ma non Pregoblin. Eppure la stramba scelta si è da subito rivelata vincente: quando, anni fa, leggevo questo nome tra quelli delle band inglesi emergenti era l’unico che mi rimaneva veramente impresso. Il mistero Pregoblin era infittito da uno scarnissimo profilo Facebook corredato solo da una foto sbiadita e rovinata di una bambina che sembrava esser stata presa da una lapide di campagna abbandonata alle intemperie e all’incuria. Nessuna ulteriore informazione se non altre enigmatiche foto-collage prive, apparentemente, di un senso logico. Poi, improvvisamente, nel 2019, il debutto con il singolo più accattivante e bello di quell’anno acclamato dalla critica specializzata, “Combustion”.

Scoprii che la band era formata da due componenti: l’affascinante Alex Sebley, un vero dandy Baudleriano di periferia completamente immerso nella creatività poetica e nei fumi dell’oppio e Jessica Winter, stupenda con i suoi occhiali da vista retrò e il suo look così (per fortuna) distante dai banali e scontati canoni estetici della scena musicale underground. Entrambi provengono da precedenti ed illustri collaborazioni con artisti come Fat White Family, Gorillaz e The Horrors.

Dopo l’esordio con “Combustion”, i Pregoblin sfornano una manciata di brani. Quattro, per l’esattezza. Quattro gemme, tra loro assai diversi ma ugualmente impeccabili nella loro scrittura di cristallino e strambo pop d’autore. L’ultima uscita è la meravigliosa e sognante “Snakes and oranges”, piccolo capolavoro pop con un ritornello che ti entra in testa e non ti esce più.

https://www.youtube.com/watch?v=30ZSwMg26KM&feature=youtu.be

Dal canto suo Jessica Winter inizia parallelamente una carriera da solista in cui la sua angelica voce viene subito magistralmente messa in risalto nel suo brano di debutto “Sleep Forever” del 2019. Seguono una serie di singoli che vanno poi a formare il mini-album di 5 canzoni “Sad Music”. Le sonorità rimangono pop ma, rispetto ai Pregoblin, gli arrangiamenti sono più sofisticati e le atmosfere teatrali.

L’ultimo singolo di Jessica è “Psycho” canzone dall’incedere epico e misterioso, accompagnato da un video particolarmente eccentrico ed inquietante.

Jessica e i Pregoblin sono un’adorabile anomalia composta da ingredienti spesso volutamente (e solo apparentemente) sgangherati ed improbabili ma sempre attraversati da una vera vena poetica intrisa di meravigliosa malinconia che con orgoglio si contrappone allo scontato, sfavillante e artefatto panorama musicale contemporaneo. Per queste ragioni vi consiglio di scoprire la loro musica e di innamorarvene: non ve ne pentirete.

Ecco l’intervista che abbiamo fatto a Jessica Winter in cui ci racconta come si sono formati i Pregoblin e il perché della scelta dello strambo nome, dei suoi problemi di salute che non l’hanno mai abbattuta e altre stranezze…


Ph: NAN MOORE

Ciao Jessica, intanto grazie di questa intervista per i lettori di MANINTOWN! Ci racconti come hai conosciuto Alex Sebley e come è nata l’idea di formare i Pregoblin e perché avete scelto questo nome per la band?

Io e Alex ci siamo conosciuti su Facebook – lui stava promuovendo a un concerto di Harry Merry e io sono una grande fan di Harry. Per com’è fatto lui, Alex aveva creato l’evento, ma non il link per comprare i biglietti. Io gli ho inviato un messaggio per comprare un biglietto e da li’ ci siamo messi a chattare. E’ strano perché successivamente abbiamo scoperto di essere entrambi di Hayling Island; un’isola al largo di Portsmouth. Abbiamo scelto PREGOBLIN perché dovevamo fare un concerto ma non avevamo ancora un nome. E’ iniziato come come scherzo, ma poi ce lo siamo tenuti. Il Pregabalin è una medicina che cura la dipendenza da eroina, ma agisce anche contro il dolore cronico. Quindi abbiamo quel farmaco in comune.

Definite vostra musica come “weird pop”. In effetti è difficilmente catalogabile. È molto fruibile ma, allo stesso tempo, sembrerebbe non voler essere mainstream. Cosa ci dici al riguardo?

Alla gente piacciono le sfide.



Ti ho sempre ammirata per il modo del tutto naturale in cui non hai mai fatto mistero di un tuo problema fisico dovuto ad una displasia dell’anca. Ci racconti il tuo rapporto con questa malattia e se ha influito sulla tua carriera artistica?

Ho vissuto molti lockdown nella mia vita in ospedale. Ho trascorso sei settimane alla volta stesa sulla schiena incapace di muovermi dalla vita in giù e questo ha probabilmente influenzato la mia etica del lavoro. Sono molto grata di aver potuto fare della musica la mia carriera e lavoro sodo quando sto bene abbastanza per farlo. Non mi lascio stressare e sono felice di poter condurre attività come camminare, stare all’aria aperta e più in generale essere viva. La vita e’ un grande privilegio e temo sempre l’improvviso che ci possa essere tolta da un momento all’altro..

Avendovi visti più volte dal vivo trovandovi sempre fantastici, mi ha sempre molto intrigato la presenza scenica che trovo originalissima e fuori da ogni cliché: la tua voce unica, il tuo look, il tuo muoverti in scena sembrano sovvertire quelli che sono gli stereotipi di una frontwoman. Cosa ne pensi di questa osservazione e ti piace esibirti?

Grazie! Ad essere sincera non ci ho mai pensato molto. Mi esibisco nel modo che mi e’ più comodo. Amo danzare, mi e’ sempre piaciuto… sul palco non sento più il dolore… dev’essere l’adrenalina. Ne pago il prezzo il giorno successivo, ma in quei momenti ne vale la pena. Mi piace intrattenere e dare un po’ di gioia a chiunque mi guardi. Penso che in qualsiasi cosa sia importante non prendersi troppo sul serio!

È uscito da pochissimo il tuo ultimo bellissimo singolo “Psycho” accompagnato da un video molto affascinante e abbastanza inquietante. Ce vuoi parlare di come è stato realizzato?

Questa canzone e’ nata in un contesto sterile. La Warp Publishing mi corteggiava e mi aveva offerto di partecipare a un ritiro di scrittura di una settimana. Ogni giorno avrei incontrato una persona nuova: alcuni erano produttori, altri artisti, altri scrittori e alla fine di ogni giorno dovevo scrivere una canzone nuova . L’intera cosa mi pareva cosi’ repellente che DOVEVO farla. Al terzo giorno avevo imparato a gestire l’ansia di dover conoscere gente nuova e mi avevano assegnato Bobby aka S Type e un artista chiamato LYAM. Entrambi si rivelarono fantastici: trascorremmo la giornata a scrivere una canzone che, ricordo, era piuttosto bella, ma poi YAM dovette andarsene. A me e Bobby rimanevano due ore, per cui iniziammo una jam session…. 2 ore dopo PSYCHO era nata. Era successo tutto cosi’ rapidamente che non avevo pensato potesse essere un buon brano. L’anno dopo l’abbiamo ripresa in mano entrambi e abbiamo pensato “e’ bella”, cosi’ ho fatto una vera e propria registrazione e ho chiamato Gam dei SWEAT per avere l’accompagnamento delle corde ed era fatta. C’e’ da dire che quando crei qualcosa cosi’ alla leggera, senza pensarci troppo, o darci troppo peso, hai meno probabilità di rovinarlo.

Quando è prevista l’uscita del tuo album solista?

Sto ancora decidendo. Per ora sto solo scrivendo scrivendo scrivendo. Tuttavia adoro gli EP: una piccola raccolta di canzoni, non poche, non troppe.

Quali sono i tuoi rapporti con la mitica scena di South London? Ci sono degli artisti o gruppi con i quali ti senti più in sintonia?

La ’South London Scene’ – ci sono cosi’ tante scene nel sud di Londra, ma credo che tu di riferisca a quella che fa capo al Windwill. Credo che sia merito di Tim Perry di aver creato una comunità li’. Invita sempre gruppi di generi differenti. Mi ha appoggiato sia come solista che con PREGOBLIN e trova sempre modi nuovi perché la gente si ritrovi insieme. L’ho incontrato circa un mese fa per strada e benché la musica live sia stata bandita quest’anno, mi parlava di voler fare una space opera e chiamare diversi musicisti di band differenti per quella serata. Lo adoro!

Qual è il tuo background musicale e cosa ascolti maggiormente in questo momento?

A due anni le mie gambe erano tenute separate da un tutore… le tastiere mi intrattenevano per ore. Mia nonna inizio’ a pagarmi le lezioni di piano quando avevo quattro anni e fu allora che iniziai a imparare la musica classica. Sto ascoltando Amara ctk100, 100 Gecs, Jazmin Bean, Salvia, ShyGirl, A G Cook, Sorry, Grace Lightman, Deep Tan, SWEAT, Comanavago, Lauren Auder, Eartheater, Daniel Johnston, Cottontail, Slayyter, Lynks, Diane Chorely, Lucy Loone, Zheani, Sundara Karma, Squid, Tïna, ZAND e altri.

Tornando ai Pregoblin, dopo l’esordio con il capolavoro pop di “Combustion”, avete fatto uscire una serie di singoli, molto diversi tra loro: “Anna”, “Love Letters”, “Gangsters” e, forse il mio preferito, la stupenda “Snakes & Oranges”. Quando è prevista l’uscita del vostro primo attesissimo album e che cosa ci dobbiamo aspettare?

Speriamo di iniziare l’album all’inizio del nuovo anno. Abbiamo già scritto molte demo nuove…

Film e libro della vita?

“La famiglia Addams” e “Il Profumo” (di Süskind)

Ti piacerebbe diventare una popstar o è una cosa a cui non tieni particolarmente?

LOL


Traduzione e adattamento – Valentina Ajello

Perché fare i fanghi è una buona idea

Quando si parla di fanghi si pensa subito ai numerosi benefici in campo cosmetico curativo. Per fango si intende una miscela composta da materiale solido argilloso e una certa quantità di acqua termale.

I trattamenti a base di fango sono sempre più richiesti come cura per inestetismi cutanei quali acne, cellulite, punti neri, smagliature, pelle a buccia d’arancia. Vengono persino consigliati come trattamento per la forfora. 

Sono tanti i medici che consigliano i fanghi anche per le loro proprietà antinfiammatorie in caso di dolori reumatici, articolari, osteoporosi e nevralgia. Per potenziarne l’effetto, è possibile arricchirli con oli essenziali o estratti fitoterapici. Per esempio nel caso di un fango anticellulite, si può aggiungere centella asiatica, ippocastano o edera per migliorare la microcircolazione, favorire il drenaggio dei liquidi ed eliminare le tossine.

Cos’è la fangoterapia

Si tratta di una terapia termale che consiste nell’applicazione di fango termale maturo, direttamente sulla pelle, ad una temperatura tra i 37° e i 38° per 20 minuti circa. Dopo il trattamento, la persona si sottopone a doccia calda e poi si immerge in una vasca termale con acqua alla temperatura di 37° 38° per 10 minuti circa.

Infine c’è il massaggio con oli. Il calore sulla pelle si combina ai benefici dei fanghi per un risultato davvero eccezionale.

Controindicazioni dei fanghi

Nonostante non si tratta di un trattamento medico, i fanghi non sono indicati per tutti. In particolare vanno evitati in caso di gravidanza, epilessia, ulcere emorragiche e artropatie acute.

Se avete dubbi sul loro utilizzo perché soffrite di malattie croniche o disturbi di vario genere, chiedete prima consiglio al vostro medico curante, se vi da l’ok potete prenotare la vostra seduta sempre facendo presente i vostri disturbi.

Perché utilizzare i fanghi

Ogni arma per combattere gli odiosi inestetismi della pelle è lecita. Per qualche tempo i fanghi, complice l’applicazione un po’ laboriosa, sono caduti nel dimenticatoio e si sono preferiti altri prodotti cosmetici meno efficaci.

Ecco 6 buoni motivi per fare i fanghi:

  • potenziano qualsiasi trattamento anticellulite
  • migliorano la grana della pelle (hanno un effetto anche esfoliante e il risultato è una pelle più compatta, ma anche più liscia e luminosa)
  • non interferiscono con il sole (ci si può esporre al sole subito dopo il trattamento)
  • donano leggerezza alle gambe che appaiono più sgonfie
  • ottimo rapporto qualità-prezzo

Infine non va dimenticato che fare i fanghi permette di dedicarsi del tempo per sé, rilassarsi e rigenerarsi anche mentalmente non solo fisicamente.

I regali dell’ultimo minuto!

E’ la Vigilia e ci sono sempre gli ultimi ritardatari che gareggiano per le strade alla ricerca affannosa dei regali di Natale, è così tutti gli anni, pare quasi che la scelta all’ultimo minuto riservi delle sorprese, e così potrebbe essere..

Memhosys

Si passa davanti a una vetrina di biancheria intima per la casa e lì, in un angolo, scorgete quegli splendidi cuscini che arredano e che tornano sempre utili, più ce n’è meglio è. Ma quelli davvero speciali sono i Memhosys. Ah, speciali per davvero, perchè sono gli unici cuscini al mondo che catturano i vostri sogni, li imprimono ancora per un po’ sul tessuto per lasciarvi il piacere di un risveglio lento e immerso nella natura. 

Ideati per i sognatori, quelli che rappresentano infinite farfalle colorate, il simbolo della vita, della purezza e di quella leggerezza che ci ricorda che l’esistenza è un soffio, come la durata di una farfalla. 
Nella collezione “Natura” si fanno spazio fiori tra le statue, nascono come l’erba sull’asfalto perchè la bellezza e la grazia sono così forti da arrivare dove l’uomo non coltiva. 
Non sono semplici cuscini questi di Memhosys, sono una pagina di poesia che potrete avere nelle vostre case, nei salotti, tra i divani, per ricordarvi quanto è bello dormire, per poi tornare a vivere. 
Ogni due mesi Memhosys propone una capsule collection con stili e tematiche diverse. Bravi!

Oybo 

Sfrontate, autentiche, originali, irriverenti, malandrine, le calze Oybo sono la scelta di chi vuole andare sul sicuro! Utili tutto l’anno e con quel tocco che regala grinta all’outfit, le calze Oybo sono disponibili sia per lui che per lei in un centinaio di temi: a quadretti, a righe, fantasia, a pois, ma la cosa super divertente è che quando le indosserete, tutti vi prenderanno per matti, perchè sono le uniche calze sul mercato ad essere spaiate! Ebbene, niente più ordine nei cassetti con le calze Oybo, potrete indossarle singolarmente e abbinarle ad altre paia, perchè questo è il concetto del brand, il caos che si fa creatività!
Totalmente made in Italy, Oybo regala personalità al look e ha già conquistato lo spirito gentleman di Fabio Testi, la simpatia di Fabio Volo, la personalità artistica di Linus e il talento di Adriano Panatta.

Braun Silk-expert luce pulsata

Per far contente le fanciulle invece regalatele Braun Silk-expert a luce pulsata, una felicita’ a lunga durata, come l’effetto gambe lisce che il prodotto assicura.

E’ il brand di epilatori numero uno al mondo, è un trattamento di bellezza efficace e che garantisce risultati duraturi ma soprattutto senza fastidi o dolori. 
La tecnologia SensoAdapt permette di identificare il tono della pelle impostando così l’intensità di luce ottimale a seconda delle zone trattate; è inoltre la più rapida sul mercato, con livelli di intensità che colpiscono la pelle ogni 0.9-1.9 secondi. Questo significa che una seduta di luce pulsata alle gambe può durare meno di 10 minuti. Velocità ed efficienza, un regalo eccellente!


 

La skincare fai da te uomo, un rituale di bellezza

Occorre per forza acquistare cosmetici per curare la pelle? Assolutamente no. I rimedi fai da te aiutano a mantenere giovane l’epidermide e noi ti diamo alcuni consigli per realizzare a casa la tua skin care. Perché la vanità è anche uomo.

Ognuno di noi spende, in media, centinaia di euro per la cura della pelle. Alcune indagini hanno evidenziato che l’uomo, nel 2020 ha speso molto di più in cosmesi rispetto la donna. È evidente quanto le abitudini stiano cambiando nel corso dei tempo. I narcisi spendono, in media, molto di più rispetto le loro compagne. La popolazione maschile italiana, ad esempio, ha speso circa 250 milioni di euro in prodotti cosmetici specifici e il dato è destinato ad aumentare negli anni. Con esattezza, l’uomo è attenta agli inci prediligendo la cosmetica naturale.

Prendersi cura della propria pelle, però, non significa sborsare centinaia di euro l’anno: ci sono alcuni rimedi naturali che ti permettono di ottenere un ottimo risultato, tra le mura domestiche, per la pulizia del viso.

Partendo dal presupposto che la pelle dell’uomo rispetto a quella delle donne è più resistente grazie alla presenza di maggior collagene e di una secrezione sebacea più marcata, procedere con la pulizia del viso è fondamentale per evitare la comparsa degli antiestetici punti neri.

La prima cosa da fare, dunque, è aprire i pori attraverso l’azione del vapore; in questo caso si utilizzerà acqua e bicarbonato di sodio. Nel caso di pelle grasse si consiglia di aggiungere curcuma, the verde oppure cannella. Un ottimo emolliente è la camomilla, in fusione in acqua bollette che avrete versate in una bacinella. Occorrerà, poi, avere un panno pulito, chinare la testa a pochi centimetri dal contenitore e far passare qualche minuto.

Il prossimo step è lo scrub ottenuto con zucchero, olio di oliva o miele che potrete mescolare con una goccia di olio essenziale per ottenere un buon profumo.

Infine, dopo aver pulito la pelle si passa con una crema idratante ma prima, però, sarebbe opportuno applicare un tonico astringente per chiudere i pori.

Le più belle spa italiane: 5 indirizzi da ricordare

Come allontanare stress, stanchezza e preoccupazioni? Il modo migliore è concedersi un bel break rilassante in una spa. Poche ore o un intero weekend in una delle migliori spa italiane bastano per sentirsi completamente rinati, rigeneranti e nuovamente carichi di energie e buoni propositi.

Massaggi orientali, percorsi rigeneranti, musica rilassante, atmosfera intima e accogliente: tutto rende le spa un luogo ideale di relax e benessere. Sauna, bagno turco, aromaterapia, piscina termale, fanghi: chi non pensa di meritare un’esperienza sensoriale di benessere? Ecco le migliori spa italiane che vi consigliamo.

5 SPA italiane fra le più belle

Vair, Borgo Egnazia

In dialetto pugliese “vair” significa “vero, autentico” e questo luogo di benessere, infatti, consente di coniugare il benessere di mente, corpo e spirito nel cuore della Puglia. I trattamenti sono tutti ispirati alla psicosomatica e alla naturopatia. Resterete incantati dalla terapia dell’acqua, della musica e degli aromi.

Bauer Palladio, Venezia

Un luogo storico oggi divenuto un luogo di benessere di prima qualità. In un ex convento del ‘700 sull’isola di Giudecca, di fronte Piazza San Marco, si trovano le terme di Bauer Palladio per coccolare mente e corpo. Un santuario di tranquillità e pace per rimettersi in sesto con vasche di vapore, massaggi, idromassaggio, hammam e vista mozzafiato sulla basilica.

Spa Tiberio, Capri

L’isola più bella del mondo è un luogo ideale per rigenerare mente e corpo e concedersi un momento di benessere. La SPA del Tiberio Palace è un centro di trattamenti benessere con sauna finlandese, bagno di vapore, frigidario e docce sensoriali (connettiva, emozionale, scozzese, e quella dei getti). Importanti anche i trattamenti viso con infusi di vitamine e minerali marini e i massaggi svedese e shiatsu.

Casta Diva, Blevio Como

A Villa Roccabruna, sul ramo del lago di Como celebre per il Manzoni, c’è il nucleo del Casta Diva Resort. Le ville e le suite con vista lago e il centro benessere sono tra i più particolari d’Italia. I rituali a base di cellule staminali vegetali e l’ambiente che ricorda un vecchio battello a vapore meritano una visita.

Kami Spa Avignonesi, Roma

Indimenticabile è il massaggio “Balinese Palm Message”, un rituale balinese fatto con il palmo delle mani con l’olio extravergine di cocco. Questa Spa nel cuore di Roma evoca il fascino dell’Asia con la sua grande vasca onsen e i bagni turchi, ma anche i massaggi fatti dallo staff buddhista.

Carlo Merli: in questo periodo ci salverà la gentilezza

Convivenze forzate, parziali lock-down, l’Italia divisa in colori con regole diverse. Il nostro equilibrio fisico ma soprattutto mentale è stato messo a dura prova in questo momento storico segnato dalla pandemia globale. La psicoterapia più essere d’aiuto? Ansia e depressione, nemici sempre più agguerriti, possono essere sconfitti? Abbiamo incontrato lo psicoterapeuta Carlo Merli per approfondire con lui alcuni consigli al fine di trascorrere le festività il più serenamente possibile.



Come si diventa psicoterapeuta?

Quello dello psicoterapeuta è il percorso più lungo in Italia, accademicamente parlando. Richiede una formazione accademica molto precisa: dopo il proseguimento della laurea magistrale e dei vari tirocini segue la scuola di specializzazione di 5 anni per la psicoterapia.

Quali sono le caratteristiche che deve avere un bravo psicoterapeuta?

Avere un’ottima tecnica, essere rigoroso ma allo tesso tempo creativo. E’ la psicoterapia che si adatta al paziente e non il contrario! Lo psicoterapeuta è come un attore: versatile, si adatta alle diverse situazioni.



È difficile non farsi coinvolgere nel tuo lavoro?

E’ molto difficile. Solo l’esperienza ci insegna il modo migliore per essere coinvolti al punto giusto. Un atteggiamento distaccato ed un forte coinvolgimento potrebbero essere letali per il raggiungimento degli obiettivi della terapia. Ogni paziente che arriva da noi ha un bagaglio emotivo molto forte. Io in primis fatico a non farmi coinvolgere, ma l’esperienza insegna che la via di mezzo è quella che ci porta più lontani. 

Cos’è la terapia breve strategica?

E’ quella che utilizzo io: una nuova frontiera della terapia, portata in Italia da Giorgio Nardone che è stato il mio maestro. Da un punto di vista strategico per cambiare una situazione problematica non è necessario indagare le cause passate, ma risulta più utile lavorare sul problema nel presente e capire le strategie per creare un cambiamento efficace e duraturo. Per i principali disturbi come ansia, depressione, etc, ci sono specifici protocolli di intervento con una terapia di 10 sedute. 

Ansia o depressione, quale delle due è più presente in questo momento? 

Entrambi. Tuttavia la depressione è un disturbo secondario. L’ansia crea l’ambiente sfavorevole in cui le zone di conforto vengono ad essere sempre più strette e come conseguenza subentrano i sintomi depressivi. In questo momento storico si osserva un’alta percentuale di sintomi di tipo angoscioso. L’ angoscia, che è differente da paura e ansia, pone l’angosciato di fronte alla condanna certa del proprio destino. Come il virus che ci mette nella condizione di sentirci impotenti, di fronte a quello che è il nostro destino incerto. 

Cosa fare o evitare di fare in questo periodo per affrontare la situazione al meglio?

Evitare di parlare in continuazione del virus. Se parliamo troppo di un pensiero che ci tormenta, l’ansia ci travolgerà! Evitare la sovra-informazione. Evitare anche di sforzarsi a non pensare a qualcosa: pensare di non pensare è gia una forma di pensare! Consiglio invece di darsi da fare il più possibile: quante volte abbiamo desiderato più tempo per noi: ora lo abbiamo e lo possiamo sfruttare nel migliore dei modi dando sfogo libero alla nostra fantasia e creatività (riprendiamo in mano le nostre vere passioni come la lettura, gli allenamenti, la cucina, il cinema, etc…). Infine distribuire gentilezza. In una convivenza forzata abbiamo bisogno di regalare gentilezza per aggirare la rabbia. Più siamo gentili con gli altri più la casa in cui siamo obbligati a stare sembrerà un posto migliore. 

VINTED, il più easy dei marketplace che da nuova vita agli accessori pre-loved

Cosa fare se durante le feste si è alle prese con il lockdown e non si è soddisfatti del proprio armadio?

Ce lo spiega il CEO di Vinted, Thomas Plantenga che, agli albori dell’approdo in Italia, ha come mission quella di contribuire a diffondere la moda circolare in tutta Europa (facendo spazio nel proprio guardaroba).

L’app, infatti, consente la registrazione gratuita e a riconosce ai suoi utenti il 100% del venduto nel segno della sostenibilità.
Infatti, Vinted è la più grande piattaforma online C2C europea dedicata alla moda second hand con una community in espansione di 34 milioni di membri che condividono la stessa passione per stili unici e attenti al consumo responsabile. Fondata in Lituania nel 2008 e già disponibile in Francia, Germania, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Lituania, Lussemburgo, Regno Unito e Stati Uniti, Vinted arriva in Italia per tener fede alla mission dell’azienda: contribuire a diffondere la moda circolare in tutta Europa.



Da New York a Vilnius per condividere le competenze da Ingegnere Biomedico con il team di Vinted. Come un background scientifico può approcciarsi ad una piattaforma dedicata alla moda second hand?

Ci sono alcuni step prima di tutto ciò. Una volta ultimato il percorso formativo scientifico, insieme ad alcuni amici abbiamo dato vita ad un business dedicato alla programmazione, forti del nostro mindset ingegneristico.
Abbiamo iniziato a collaborare con una grande piattaforma dedicata al second hand in fase di espansione. E’ stato quello il momento in cui sono entrato in contatto con gli investors di Vinted che volevano confrontarsi con il mio know how.

Ho detto why not? e mi sono recato a Vilnius. All’inizio dovevano essere cinque settimane poi la realtà mi è piaciuta talmente tanto che ho deciso di restare.



Quale è la differenza tra Vinted e le altre piattaforme dedicate agli articoli pre- loved/second hand?

Uno dei nostri focus è rendere tutto estremamente semplice. La spedizione è integrata, il pagamento è integrato, il sistema di sicurezza è integrato e effettuiamo consegne a costi veramente ridotti. Prima di questo su qualsiasi altra piattaforma tutto era molto più complicato, basti pensare quanto era scomodo gestire l’iter di spedizione per ogni singolo utente.



Gli italiani sono amanti del vintage, cresciuti a pane e capi sartoriali, con un particolare occhio per lo stile ed il buongusto. Qual è il vostro approccio al nostro Paese?

Dalle ricerche nazionali effettuate l’abbiamo assolutamente notato. Gli italiani hanno un mindset focalizzato sulla ricerca della qualità simile a quello francese. Siamo un marketplace manistream e in Italia ci stiamo muovendo come negli altri paesi partendo da una campagna massiva di comunicazione attraverso i vari media. Abbiamo ingaggiato risorse che hanno molta familiarità con il vostro Paese e che ne conoscono non solo la lingua ma anche la cultura.

Vinted è un’ottima opportunità per guadagnare vendendo ciò che non piace nel proprio armadio oppure, per i fashion addicted e gli stakeholder del settore, un modo per proporre la propria personale selezione. Raccontaci le storie di successo che ti hanno particolarmente colpito.

Le storie di successo sono tante come quelle dei giovani studenti che sentono l’esigenza di cambiare costantemente il proprio guardaroba rivendendolo. Ci sono tanti casi di micro business o di madri che si sono aiutate a vicenda rivendendo i capi e gli accessori dei propri figli. I bambini, si sa, crescono alla velocità della luce. Su Vinted sono nate amicizie e anche amori! Siamo molto di più di un marketplace, siamo una vera e propria social community.

Parlaci del future immediate di Vinted durante l’era pandemica

In questo periodo le nostre energie sono focalizzate sul garantire la massima sicurezza per i nostri utenti. Nel primo lockdown abbiamo seguito alla lettera tutte le regolamentazioni e le limitazioni governative stoppando per alcune settimane le spedizioni. Adesso siamo collaudati al meglio con i nostri partner e siamo tornati in modalità ultra safe. Abbiamo anche rafforzato la nostra logistica e le nostre infrastrutture nonché effettuato donazioni per la ricerca Covid19. Nel pieno della seconda ondata, siamo perfettamente in grado di fronteggiare le dinamiche che ne derivano con l’obiettivo di consentire ai nostri membri di operare in sicurezza.

“XMAS DINNER” by Flowe e Kidsofbrokenfuture: il video-progetto natalizio che sensibilizza le nuove generazioni sul futuro sostenibile

Si avvicinano le feste e il Natale è uno dei momenti più a rischio di over-consumption, ovvero di consumismo a 360°. Ecco perché Flowe, conto che aiuta a sviluppare il proprio potenziale prendendosi cura del pianeta, e KIDSOFBROKENFUTURE, brand produttore di abbigliamento contemporary streetwear in modo responsabile, lanciano un monito importante: non mettiamo a rischio il pianeta e il nostro futuro.



Il fulcro del percorso narrativo e della regia, affidata a Caterina Viganò, si ritrova nella famiglia, uno dei cardini più importanti nella società italiana che, nel video, viene volutamente descritta in maniera grottesca. Il video è la rappresentazione di comportamenti inadeguati di chi ignora le regole del rispetto tra le persone, gli animali e l’ambiente. I vizi di questa famiglia, composta da un padre, una nonna, due figli adolescenti e un cagnolino, sono interpretati da attori e artisti: il padre da Rodrigo Morganti, la nonna da Fausta Bonfiglio, il figlio dal musicista rap-punk Blanco, la figlia da Anna C e il fidanzato della figlia dall’artista di graffiti RED, con la partecipazione del cane Rocky.



Tutti i personaggi vivono in totale noncuranza degli altri, eccetto RED, che osserva con disprezzo i siparietti dei membri di questa famiglia. RED è “l’eroe” positivo, che sceglie di comprare un regalo di Natale dai risvolti etici, decide di effettuare un acquisto consapevole, ossia un capo KIDSOFBROKENFUTURE utilizzando la carta di debito Flowe, compensando la Co2 emessa piantando alberi.

Alla fine del video compare un claim, il cui messaggio è non fare nulla per compromettere il nostro pianeta, il tutto accompagnato da un disclaimer, che evidenzia come la produzione, gestita da Novembre e fondata da Marta Gasparini e Regina Del Toro, sia stata fatta nel rispetto di scelte sostenibili.


Credits video:

Director Caterina Viganò
Concept & Creative Direction KIDSOFBROKENFUTURE
Produced and supported by Flowe
Project curator Giorgia Cantarini

Production NOVEMBRE
Music & sound effects Smider
Photographer Tommy Biagetti
Set design Michela Natella
Food Stylist Emanuela Tediosi
Stylist Tiny Idols

Thanks to Flowe team & KOBF team

Doccia fredda: perché ne stanno parlando tutti

La doccia fredda è importante per avere una buona salute, un animo sereno e un corpo giovane e tonico, perché? Cosa succede quando il nostro corpo entra in contatto con il getto di acqua fredda?

Lo Ishnaan è il termine con cui si indica una forma di idroterapia nata in Oriente e che consiste nella la doccia fredda come beneficio del corpo e dell’anima. Nasce dall’unione di due parole: ISH “malattia” e NAAN “non esiste”.

La doccia fredda favorisce il ricambio sanguigno, poiché il tocco freddo sulla pelle costringe il cuore a raggiungere i capillari più esterni nel tentativo di riscaldare il corpo. Il risultato è una pelle più tonica di un colorito migliore, un alleviamento delle tensioni e dello stress e un’iniezione di giovinezza.

Come si pratica lo Ishnaan

Si tratta di una pratica molto sofisticata e precisa che consiste nel fare una doccia fredda, ma seguendo precisi movimenti. Con il getto d’acqua fredda sulla parte superiore del braccio massaggiando si agisce sullo stomaco. Anche lo spazio tra il gomito e il polso influenza il tratto digestivo. Il polso corrisponde al fegato e le punta delle dita al cervello.

I benefici della doccia fredda

Tantissimi sono i benefici dell’acqua fredda, al punto che andrebbe fatta sempre non solo d’estate per rinfrescarsi, ma anche nella stagione invernale. Si solo al pensiero molti sentiranno già freddo e penseranno che sia una pazzia, ma una volta che avrete letto i benefici della doccia fredda forse cambierete idea.

I benefici della doccia fredda sono:

  • mantiene la pelle luminosa, tonica e bella
  • aiuta a mantenersi giovani
  • migliora la circolazione sanguigna
  • allevia la depressione, l’ansia, lo stress e i malesseri mentali
  • migliora la qualità del sonno
  • favorisce il coraggio
  • aumenta le energie e la forza di volontà
  • rinforza il sistema nervoso
  • disintossica il corpo ma anche la mente
  • migliora il sistema immunitario
  • previene la menopausa precoce
  • contrasta la cellulite
  • favorisce la perdita di peso e velocizza il metabolismo
  • mantiene i capelli forti e sani
  • regola la temperatura corporea
  • migliora la respirazione
  • aumenta la produzione ormonale (sono utili per gli uomini che vogliono migliorare la propria fertilità)

Se si vuole favorire ancor più la circolazione si può puntare sulla doccia di contrasto, ossia alternando acqua calda e fredda durante la doccia e favorendo il processo di “vasocostrizione e vasodilatazione”.

Il talento di Gilles Rocca

Photographer Federico Ghiani @ghianinson
Fashion Director Rosamaria Coniglio @rosamaria_coniglio
Hair Styling Angelo Rosa Uliana @angelorosauliana
MakeUp Artist Barbara Ciccognani @barbie.ciccognani_makeup

Total Look Dolce&Gabbana @dolcegabbana
(Personal Hat with feathers di Gilles Rocca)

Una storia di una bellezza per niente scontata, fatta di esempi positivi e nuovi progetti stimolanti per il futuro del grande schermo. È lui, Gilles, da non perdere di vista, che dietro lo schermo ci è cresciuto grazie all’azienda di famiglia che, da tre generazioni, fornisce al panorama televisivo i suoi strumenti musicali, oggi pensa a come il cinema possa rappresentare un potente strumento di comunicazione per svegliare coscienze e, perché no, educare le nuove generazioni a un cinema di qualità e che fa riflettere.

Ed è attraverso i suoi personaggi, protagonisti dei suoi cortometraggi, che scopriamo la sua ispirazione, da cui prendono forma storie autentiche che raccontano uno spaccato dell’Italia, troppo poco ancora messe sotto i riflettori. Come Roberto, nel suo cortometraggio “Cado” giovane che non riesce ad arrivare a fine mese, soffocando in una situazione di precarietà in cui si trovano milioni di italiani, non riuscendo a trovare un lavoro, e cadendo in una disperazione senza via d’uscita, se non quella che conduce alla negazione dell’esistenza.
Infatti, da attore camaleontico, come l’abbiamo conosciuto, sul set di Distretto di Polizia, Carabinieri o Tre Tocchi con la regia di Marco Risi, è lui stesso a confessarci che la regia attira il suo interesse più di ogni altra cosa perché gli permette “di raccontare storie di grande valore umano, con la massima onestà, senza dover scendere a compromessi con l’interpretazione del personaggio”.
Storie di vita, di chi si trova a combattere con la distrofia muscolare, raccontata nel docufilm “Duchenne”, o di violenza sulle donne, tema affrontato in “Metamorfosi”, cortometraggio da cui traspare tutta la sua attenzione e la profonda sensibilità al tema. “Perché sono un figlio, un fratello e un fidanzato, e approfondire queste tematiche concrete, da un lato, è un modo per esorcizzare le mie stesse paure, dall’altro mi rendo conto che è un’urgenza quella di porre l’attenzione sui problemi in cui la gente si può riconoscere”.

Artista poliedrico, ha ereditato la passione del padre per i motori, che non a caso gli ha dato il nome del famoso pilota Gille Villeneuve. La sua passione per le due ruote lo porta ad attraversare lunghi tragitti con le sue compagne di viaggio preferite: una Kawasaki GPZ 1100 dell’81 e una Triumph Speed Triple, oltre ad essere ambassador per la grande signora rossa, la scuderia Ducati che ha preso parte a una spettacolare performance di Ballando con le stelle (da cui è uscito vincitore) in sella a una Streetfighter fiammante.

Una passione che lo ha ispirato per un progetto lungimirante che lo vedrà in giro per l’Europa, a caccia di luoghi dell’arte, in cui sono state girate le più famose scene di cinema e grandi serie. Un mix di arte e cinema on the road, fino ai paesaggi mozzafiato dell’Islanda.

La sua costanza, nella ricerca di un valore e una motivazione più alta, alla base di ogni suo progetto, lo rendono sempre più vicino a quelli che sono i suoi modelli; “un Matthew McConaughey in Dallas Buyers Club, o un Di Caprio in The Revenant, il cui aspetto fisico da cui siamo irrimediabilmente affascinati, passa in sordina di fronte a un’interpretazione magistrale di personaggi ai limiti dell’emozione da lasciarti quasi turbato, ed è lì che il cinema ha raggiunto il suo scopo”.



Intervista a Roberto Da Pozzo, Art Director di “Michel Haddi, Anthology Legends”

Ha ritratto le più grandi star di Hollywood come nessuno le ha mai viste, icone di stile, top model, designer e cantanti, dedicando(si) del tempo per cogliere quelle sfumature della personalità che solo un occhio che ha cuore può fare.

Così lo descrive Marisa Berenson, ex attrice e modella, nipote di Elsa Schiaparelli, che apre il libro “Michel Haddi – Anthology Legends” con una prefazione:

Ci sono vite che brillano e portano gioia a molti. Michel Haddi è uno di quei destini.
Ha iniziato in solitudine con un profondo senso di vuoto, e ha costruito la sua vita con forza, coraggio e dignità realizzando i propri sogni. Tutto ciò che sa lo ha imparato da solo, abbracciando la vita con infinito ottimismo, senso dell’umorismo e avventura. È potente e fragile, duro e romantico, sensibile e forte. Nel corso degli anni è stato insegnante, editore di molti bei libri e riviste di sua creazione, regista e fotografo di fama mondiale. La sua personalità è più grande della vita di tutte le celebrità su cui ha messo gli occhi. Le sue fotografie esplodono di personalità, sensualità, umorismo, bellezza, oscurità e luce, sono multidimensionali, accattivanti. È un uomo d’onore, con un grande cuore, è generoso e gentile e un amico fedele e premuroso. È divertente ed eccentrico, un uomo originale che pensa fuori dagli schemi. La sua infinita curiosità, conoscenza e cultura sono la base della sua grande creatività. Ama le donne e per questo le comprende.

Noi di Manintown intervistato Roberto Da Pozzo, art director di questo immenso lavoro, pezzo immancabile nelle librerie degli appassionati di fotografia, edito da Yuri & Laika e disponibile anche su Amazon.

Sean Connery, David Bowie, Denzel Washington, Kate Moss, Gwyneth Paltrow, Keanu Reeves, solo alcuni dei ritratti raccolti in 40 anni di carriera del grande fotografo; cosa significa lavorare all’antologia fotografica di Michel Haddi? 

Significa guardare e scegliere milioni di immagini di un grande autore; cercarne un senso estetico ed armonico nell’ abbinare le varie fotografie come doppie pagine, il mio marchio di fabbrica.

Quali sono i compiti di un Art Director nella cura di un libro fotografico? 

Oltre all’ardua scelta delle immagini, di grande importanza c’è anche l’impaginazione grafica, la sequenza e la scelta della cover, uno studio che richiede tempo, grande senso estetico, buon gusto, una buona logica e ore ed ore di prove tecniche.

Esiste una sequenza logica nella scelta delle foto di un libro?

Io uso quella emozionale .

E’ stata difficile la scelta delle immagini?

Siamo partiti dal suo intero archivio, il che significa 80% di ritratti di persone famose tra attori, cantanti, registi… Ho cominciato a scegliere una o due foto a soggetto per poi legarle insieme e creare una sequenza, come il montaggio di un film. L’essenza del libro ora è di circa 400 pagine .

Perchè Michel Haddi ti ha scelto per questo lavoro? Quali sono i tuoi punti di forza?

Ci conosciamo dagli anni ’90, da quando facevo l’Art Director di alcune testate del gruppo Vogue; siamo amici, ma soprattutto sa che rispetto il lavoro degli altri, ad esempio non taglio mai le foto degli autori per aiutare una certa impaginazione, non le snaturo, sarebbe irrispettoso.
La mia firma sono le doppie pagine, l’accostamento di due immagini che si richiamano tra loro, come una sequenza, come uno zoom, come un’assonanza. E la grafica non è mai invasiva, devono comandare i soggetti in fotografia, non le parole.

Che tipo di rapporto vi lega? 

Ci lega un rapporto di stima reciproca e di grande rispetto per le nostre professionalità; siamo più o meno coetanei e con un passato lavorativo simile, gli stessi valori e le stesse referenze culturali. Per dirla in breve abbiamo gli stessi codici di lettura delle cose.

Come descriveresti il lavoro di M.H.? 

Michel Haddi è un fotografo che crea delle immagini molto forti e sopratutto rubate. Non sono dei ritratti classici con il soggetto in posa; spesso invece è decentrato, tagliato, va all’essenza dell’individuo e riesce ad istaurare un rapporto speciale con chi sta davanti all’obiettivo.
Si relaziona alle star o ad un parcheggiatore nello stesso modo, e ottiene sempre quello che vuole!

Qual è la parte del lavoro più divertente di un Art Director? 

Quando arrivano i pensieri, i momenti in cui le idee sono ancora fluttuanti, concettuali, aeree.
Poi arriva la parte dell’applicazione, e in questo sono davvero maniacale!

Significato e importanza del lavoro fotografico oggi 

Oggi più che mai ha molta importanza un lavoro autorale perchè dall’altra parte siamo subissati di immagini di scarsissima qualità, che arrivano soprattutto dai social network e che sono soprattutto selfie. C’è un abuso della fotografia, uno stupro dell’arte fotografica, si va poco in profondità e siamo bulimici di immagini. Immagini che non raccontano e non danno niente, ma chiedono in cambio tanti like.

“Accidentally Wes Anderson”: la “celluloide” di ispirazione andersiana in formato travel book

È il libro fotografico omaggio alle ambientazioni idiosincratiche ed estetizzanti del regista di Houston, l’unrepentant hipster del cinema americano. Una trasposizione dalle realtà fittizie ed immaginifiche dei favoleggianti diorami andersiani agli iconemi, verosimilmente cinematografici, di spaccati di geografie reali. Un giro del Mondo, in 368 pagine, sulle orme dei profili paesaggistici a immagine e somiglianza dei luoghi partoriti dalla prolifica immaginazione di Wes Anderson (che ne scrive di suo pugno la prefazione del libro). Pubblicato dalla casa editrice britannica Trapeze, è un’avventura visiva affidata all’occhio di 180 fotografi (professionisti e non) accomunati da un unico comune denominatore: una visione del mondo a “simmetrie pastello”.


Accidentally Wes Anderson


Svizzera, Passo della Furka. La foto d’epoca è quella di un alberghetto di montagna dalla facciata a mattoni, con le persiane a battenti color verde bottiglia e la scritta rosso ruggine, situato accanto al ghiacciaio alpino del Rodano ad un’altitudine di 2,429 metri. Costruito nel 1882 da Joseph Seiler. Un tempo panoramica film location di James Bond a bordo dell’Aston Martin DB5 grigia metallizzata in Missione Goldfinger, ora edificio abbandonato. È dell’Hotel Belvédère di Grindelwald la prima foto postata, l’11 giugno del 2017, sulla pagina Instagram @AccidentallyWesAnderson, ma non a caso anche la simbolica foto copertina che fa da biglietto da visita all’omonimo libro. Molti progetti nascono, così per dire, “accidentalmente”, come la storia del fortunato e seguitissimo account da un milione di follower aperto, 3 anni fa, dal content marketer americano Wally Koval. Dall’epifanica rivelazione andersiana, nata sotto le malinconiche atmosfere fiabesche di Rushmore, alla consacrazione della piattaforma social approdata alla carta stampata, c’è di mezzo l’idea di Wally di creare, con la compagna Amanda, un account personale di viaggio, una sorta di bucket list di luoghi, da visitare almeno una volta nella vita, che sembrano a ben guardare estensioni visive dei paesaggi usciti da The Royal Tenenbaum, Moonrise Kingdom o The Life Aquatic. Se l’arte può imitare la vita, forse anche l’altra faccia della stessa medaglia è possibile. Lo dimostra la comunità di Travellers, come Wally ama definire i suoi follower, che in qualunque parte del mondo essi si trovano riescono ad osservare le cose dalla stessa prospettiva, come se le foto fossero scattate da un solo occhio, quello di Wes Anderson.


Facendo uno scroll della pagina Instagram veniamo sopraffatti da uno spirito da “Amarcord”, lo stesso che ci accompagna sfogliando le pagine del libro, ma anche da un fantasticare con gli “alter ego” degli universi paralleli allestiti da Wes Anderson, dei quali sono una mimesi perfetta.  Coordinate tinte pastello, sfumati rétro e colori saturati al limite del fiabesco, composizioni prospettiche, simmetrie perfette e un seducente velo di malinconia agro-dolce che cala suoi luoghi: dai vagoni ferroviari alle funivie anni 60, dalle facciate Art Nouveau alle piscine in stile romano, dagli alberghi alla Gran Budapest Hotel ai palazzi Belle Époque al colonnato neo-barocco delle terme di Mariánské Lázně, passando per stazioni, sale di teatri senza pubblico, stadi senza tifosi, uffici postali dimenticati, fortezze indiane, fino ad arrivare alla casa galleggiante di Crawley e alla Reyniskirkja Church nel remoto villaggio islandese di Vik.

Le 200 location, scelte tra 15.000 immagini in archivio, vanno a comporre i tasselli di un edito atlante di stampe fotografiche e “legende” narranti oltre le facciate che uniscono il Vecchio e il Nuovo Continente, partendo dal cuore dell’Europa, lambendo le isole Svalbard fino a toccare l’Antartide con la stazione britannica di Port Lockroy (dove vengono studiate le colonie di pinguino papua).

In un momento storico in cui siamo costretti, nostro malgrado, ad “appendere le valigie al chiodo”, Accidentally Wes Anderson è un libro che ci invita a ri-innamorarci delle bellezze di un mondo visto sotto altre lenti, perché in fondo da qualunque prospettiva esso si guarda resta sempre un posto meraviglioso.

Capelli per le feste: i consigli dell’hair stylist

In questo momento storico il taglio dei capelli è in continua evoluzione e non ci sono regole fisse. Tra chi è sempre propenso ad osare, oppure chi lascia i capelli naturali e un po’ trasandati (complici di questa scelta le lunghe giornate passate in casa da soli) altri ancora non rinunciano a tenerli corti e sempre ordinati.

Nickolas Piazza, style director di Toni&Guy Turati 7 Milano, ci racconta il suo punto di vista in merito agli ultimi trend dei look maschili e femminili in questa stagione, svelandoci qualche consiglio da applicare durante le feste. Del resto, se non potremo stupire tutti i nostri parenti e amici dal vivo, avremo comunque un look perfetto da sfoggiare sui social.

Quali sono i trend sui tagli maschili questa stagione?

Molti di noi in questo periodo hanno deciso di ribellarsi in maniera importante alle abitudini che seguivano ormai da tempo ma per prima cosa è giusto dividere in fasce di età le tendenze. I giovanissimi continuano a far crescere i capelli in maniera sempre più naturale e selvaggia, senza seguire uno stile preciso. Gli adolescenti sono invece quelli che mi stupiscono di più in quanto si ribellano in modo deciso alle convenzioni andando ad accorciare e tagliare le lunghezze. I millenials e gli uomini adulti invece, non hanno cambiato le proprie abitudini in fatto di taglio mantenendo un look casual, sfumature morbide ai parietali e lunghezze molto gestibili nella parte superiore, che possono essere portate con riga laterale oppure pettinati tutti quanti all’indietro. Chi ha i capelli mossi naturalmente, sfrutta il proprio riccio lasciandolo libero per la maggior parte dei casi.

Ci consigli un look maschile e uno femminile da sfoggiare durante le feste?

Per l’uomo proporrei un look “bagnato”, provando a riutilizzare dei prodotti ad effetto wax in completo contrasto con gli stili più naturali che siamo abituati a portare. Questi si sposano perfettamente con una barba più pulita o con una rasatura totale, fortemente consigliata per far respirare bene la nostra pelle e magari accompagnata da uno scrub. Riscoprite anche il rito della barba, usando un rasoio mono lama e la schiuma montata manualmente tramite un pennello.

Un consiglio per le donne invece è quello di sfruttare le vacanze per concedersi delle maschere per capelli (vanno lasciate riposare almeno 8 minuti, magari anche su capello asciutto prima di fare lo shampoo). Quanto al look suggerisco di puntare sugli accessori. Tornano con gran forza l’utilizzo di cerchietti grossi colorati, mollette vistose e forcine. Osate con acconciature home made senza aver paura di sbagliare, procedendo da capello asciutto per dare un effetto grunch sulle radici e andare a pulire le code qualora ce ne fosse bisogno. Provate anche ad utilizzare la piastra per fare i capelli ricci oppure il ferro per ottenere delle onde morbide e molto più naturali, fissando tutto con spray specifici per dare un effetto più voluminoso e vissuto alle vostre acconciature.

Un consiglio per le donne in fatto di colore invece ?

Per questo Natale il compagno perfetto sono i balayage (tecnica che nasce negli anni 90 e che ad oggi è in forte espansione con diverse rivisitazioni) che vanno ad illuminare i capelli in maniera molto naturale regalando così luminosità e movimento alle nostre acconciature. Un must sempre più presente alle proposta per le mie clienti è un balayage ad effetto sun-kissed. Il face framing invece è una tecnica che può essere fatta con gli highlights sotto la chioma frontale oppure con un balayage, creando così un hair contouring che sappia mettere in risalto il viso. Ricordiamo sempre che le ciocche più chiare devono essere studiate e posizionate sempre in base alla forma del viso sul quale andremo a lavorare.

Sei un rockettaro e vuoi un bagno in stile rock? Ecco alcuni suggerimenti

Le idee di arredo casa, che siano esse moderne o tradizionali, sono davvero tante e diverse. Un ventaglio di soluzioni che abbraccia tutti o quasi quelli che sono i vari gusti estetici, proprio per riuscire a creare un ambiente casa vicino a ciò che ci piace davvero. Perchè la casa deve essere anche questo: un luogo sereno e tranquillo, dove poter ritrovare il proprio equilibrio psicofisico, rilassarsi e che sia il perfetto riflesso di tutto quello che ci piace. E proprio per questo motivo, molte aziende che si occupano di arredo in senso lato hanno proposto sul mercato una serie di prodotti capaci di adattarsi ad ogni stile.

Per gli amanti del rock, esistono tante soluzioni per l’arredo casa, accessori e oggetti che richiamano e ricordano nella forma e nei colori, lo stile rock fatto di passione e esagerazione che molti rockettari famosi hanno trovato come unica valvola di sfogo, la musica. Quindi ben vengano in casa colori decisi, strumenti musicali, in particolare chitarre e batterie, sia nella loro forma originale che rivisitate dal moderno stile artistico, capace di tramutare un tamburo in una poltrona. Insomma anche i rockettari di ogni generazione potranno finalmente avere la casa dei loro sogni.

L’unico dubbio, per l’arredo, potrebbe essere il bagno. Come si arreda un bagno rockettaro?

Ci sono diverse soluzioni e suggerimenti che si possono seguire. Il mercato offre varie soluzioni per quanto riguarda la rubinetteria. Ad esempio l’azienda Paffoni ha creato una linea di rubinetti bagno che ha denominato proprio “Rock” proponendo dei prodotti dalle geometrie decise e innovative proprio come è da sempre stato il rock nella storia: una musica che ha rotto gli schemi, comunicando in maniera più diretta ed esplicita. Quindi scegliete dei prodotti di rubinetteria che esprimono carattere e dinamicità, come quelli dalle linee squadrate e rette.

Lo stesso discorso vale per i sanitari: scegliete i sanitari e i lavabi a monoblocco e colorati. La forma robusta e spessa di questi sanitari, ricorda l’imponenza della musica rock, fatta di acuti strumentali e di armonie polifoniche portate allo stremo. 

Il bianco come colore di arredo è da escludere, in quanto non ricorda per niente il rock. Per questo scegliete anche per il bagno colori dinamici e forti, come il nero o il grigio scuro, che sono anche due dei colori più gettonati negli ultimi anni.

Ricordate che in un bagno rock è più indicata la doccia che la vasca. Quindi scegliete le docce in vetro così da far risaltare all’interno delle bellissime colonne doccia, dallo stile deciso, come un vero rockettaro vuole.

Per quanto riguarda il colore delle pareti, vi consiglio di scendere una pittura ad effetto cemento, magari di un colore leggermente tendente al chiaro da contrapporre al colore più scuro del vostro arredo.

Questi sono solo consigli generali, una linea guida da seguire per chi parte da zero e non sa come muoversi. Poi, se proprio avete voglia di osare, potete anche stampare o far disegnare una parte di testo della vostra canzone preferita oppure il vostro artista preferito. Il rock è anche questo no? Sapere osare con convinzione!

I parchi più belli di Tokyo: itinerario nella natura

Tokyo non è solo la città dei grattacieli, dell’incrocio di Shibuya (il più trafficato al mondo), dei giardini zen, dei manga e dei negozi di videogiochi. Tokyo è anche la città dei parchi, quelli in cui sdraiarsi a sognare o a mangiare un bento box. Il periodo migliore per visitare la capitale del Giappone è quello della fioritura dei ciliegi (Hanami), ossia ad Aprile. Si tratta di uno spettacolo di pura emozione che rimarrà per sempre nei vostri cuori.

7 parchi più belli di Tokyo da vedere

Ginza

Un parco enorme, rigoglioso, curatissimo e bellissimo, dove passeggiare o fare pausa pranzo. Pagode, laghetti e alberi di ciliegio in fiore rendono questo luogo un incanto.

Maronouchi- Giardini orientali del Palazzo Imperiale

Il più importante parco del Palazzo Imperiale, non è a pagamento ed è super curato. Ci sono delle costruzioni antiche quali i resti di una prigione sotterranea, delle torri e un castello mai finito.

Shinjuku Goyen

Forse è il più bel parco di tutta Tokyo. Lo spettacolo della fioritura degli alberi di ciliegio è meraviglioso. Altrettanto bella è la fioritura dei crisantemi. Impossibile non restarne incantati. Si tratta di un parco a pagamento e chiude tutti i giorni alle 17.

Ueno Koen

Non è un vero e proprio parco, ma merita sicuramente una visita. Un bel laghetto che si può visitare a bordo di un pedalò a forma di cigno e che nel periodo dell’Hanami diventa un tappeto di petali rosa di ciliegio. I viali sembrano come quelli dei manga giapponesi: una bellezza da togliere il fiato. L’ideale è fare una bella passeggiata, contemplando le meraviglie della natura e fermarsi sotto un albero di ciliegio a mangiare un bento box o dell’ottimo street food.

Santuario di Meiji e Parco di Yoyogi

Questo santuario shintoista merita una visita per il suo meraviglioso giardino. Tanti sentieri, prati, percorsi ciclabili lo rendono una meta giovanile super amata.

Koishikawa Korakuen

Questa incantevole zona verde si trova a nord del Palazzo Imperiale. Bellissimo lo stagno, l’isoletta, il piccolo fiume. Tutto ricorda un tipico giardino da passeggio giapponese.

Valle Todoroki

Valle Todoroki è una vera oasi di pace, qui ci si immerge nella natura, si passeggia ascoltando i bellissimi rumori della natura e ci si lascia inebriare dai profumi dei fiori quando in fiore. Il fiume è attraversato da ponticelli e vi sono statue che decorano il parco in modo suggestivo con cascate.

Passeggiando in questo parco vi sono da ammirare diversi tesori di valore culturale e storico come monumenti e templi, un santuario e il tradizionale giardino giapponese.

Valle Todoroki è uno dei 100 posti più belli di Setagaya e amato dai turisti di tutto il mondo.

L’innegabile forza di Griffin Matthews

Griffin Matthews è uno scrittore, regista, attivista e attore. L’attore di “Dear White People” è emerso come uno dei talenti più eclettici e ricercati sulla scena cinematografica attuale. Nel 2019, a seguito dell’uscita delle sue performance in “Dear White People” su Netflix e in “Ballers” su HBO, ha dimostrato di essere un’innegabile forza, capace di catturare l’attenzione del suo pubblico.

Quest’anno Griffin reciterà nell’attesissima serie “The Flight Attendant” (L’assistente di volo), con Kaley Cuoco. La serie racconta la storia di Cassie (Cuoco), un’assistente di volo che si sveglia nell’albergo sbagliato, nel letto sbagliato, affianco ad un uomo morto, senza avere idea di cosa sia successo. Griffin interpreta il ruolo di Shane Evans, collega di lavoro di Cassie, che conosce molti dei suoi segreti. La loro amicizia è messa alla prova nel momento in cui la vita di Cassie inizia a sbrogliarsi e le verità di tutti i personaggi iniziano a venire a galla.



Ecco a voi alcune domande che abbiamo posto a Griffin Matthews riguardo la sua carriera, per conoscere meglio il suo talento.

Come hai scoperto di avere una passione per la scrittura, la regia e la recitazione?

Mi esibisco da quando ero bambino. Nel mio soggiorno. Per i miei genitori. Per i miei fratelli. Non ho mai smesso di esibirmi. Fa parte del mio DNA. Recitare è la passione che ho inseguito quando ho dovuto decidere cosa volessi studiare al college. Sono entrato nella prestigiosa School of Drama presso la Carnegie Mellon University per studiare teatro musicale. È stato proprio qui che mi sono davvero appassionato allo storytelling, non solo come attore, ma anche come cantante, ballerino, scrittore e regista. Ho capito che avrei potuto fare molto più di quanto avessi mai sognato!



In che modo la tua carriera ti ha cambiato la vita?

Lavorare in questo ambito significa che la tua vita sarà in continua trasformazione. Lavoriamo ad orari strani. Viaggiamo in posti nuovi, sempre preoccupati per la stabilità e il denaro. Combattiamo per mantenere intatte le nostre relazioni. Questa carriera richiede grandi sacrifici, ma mi permette di crescere, imparare e migliorare costantemente, sia come artista che come persona.

Qual è stato il traguardo più impegnativo della tua carriera?

Penso che il traguardo più impegnativo sia stato rimanere paziente e fiducioso. Ho 38 anni. Mi ci è voluto tanto tempo per emergere in questo settore. Sono davvero orgoglioso di non aver mollato. Di aver aspettato pazientemente. Di essere andato a tutti i casting. Di essere sopravvissuto a tutti i no ricevuti. Ovviamente, ho ancora molti traguardi da raggiungere, ma sono davvero orgoglioso di “The Flight Attendant”. Mi sento così fortunato ad aver preso parte a questo show!



In quanto omosessuale e di colore, hai avuto difficoltà nell’ottenimento dei ruoli che hai interpretato?

La mia battaglia principale è stata dimostrare al mondo e a questo setttore che posso essere qualcosa di più dello “sciocco migliore amico gay”. A volte i ruoli sono così ricchi di cliché e pregiudizi. Mancano di specificità. Mancano di umanità. Mancano di profondità. Quindi ogni volta che ho la possibilità di interpretare un ruolo, faccio tutto ciò che è in mio potere per dargli autenticità. Questo implica essere vulnerabili, intelligenti e ricchi di sfumature. Il mio obiettivo è che gli spettatori vedano qualcosa di nuovo, cosicchè possano cambiare il loro pensiero nei nostri confronti.

Com’è stato lavorare come collega di Kaley Cuoco in “The Flight Attendant?”

Ho adorato ogni minuto di lavoro con Kaley. Abbiamo stretto un’amicizia genuina durante le riprese. Dal momento in cui ci siamo incontrati, al mio provino finale e fino alle riprese, abbiamo avuto una chimica immediata. È molto divertente e simpatica, anche nella vita reale. Non si prende troppo sul serio. Abbiamo passato la maggior parte del nostro tempo a ridere a crepapelle e penso che questo si manifesti davvero nelle nostre esibizioni in “The Flight Attendant”.

Com’è stato girare parte della serie a Roma?

Ho amato Roma più di quanto si possa esprimere a parole. È una città magica e romantica. La sua cultura, il cibo, l’ospitalità italiana, la moda, i luoghi storici. Sono rimasto sbalordito! Nei miei giorni liberi, passavo ore da solo a passeggiare per le strade, fermandomi nei negozi e nei bar a parlare con estranei. Mi sono sentito come fossi a casa. Ho ufficialmente eletto l’Italia come la mia seconda casa.

Quanto è stato importante per te, a livello personale, interpretare un uomo omosessuale di colore in “Dear White People” e perché?

Interpretare D’Unte nella terza stagione di “Dear White People” ha cambiato la mia vita e la mia carriera. Quel personaggio mi ha permesso di essere “grande”. Ho dovuto correre dei rischi, dire cose controverse ed indossare abiti audaci. D’Unte non si è mai scusato per essere rumoroso, gay e fantastico. Mi ha insegnato ad essere rumoroso, gay e fantastico, sia sullo schermo che nella vita reale.

Qual è stata la lezione più importante che hai imparato nella tua carriera?

Sicuramente quella di fidarmi del mio istinto. Quando ho imparato a fidarmi del mio intuito, ho scoperto di saper accettare quelle che sono le conseguenze, buone o cattive che siano. Quando non ascolto il mio istinto, invece, finisco per avere rimpianti. Sto cercando di avere molti meno rimpianti nella mia vita.

Guida al montgomery, il capospalla cult per la stagione fredda

Il Covid-19, oltre agli effetti nefasti che abbiamo imparato a conoscere, ha rafforzato con ogni probabilità un bisogno generalizzato emerso già prima della pandemia, inerente quella sensazione di conforto che offrono gli abiti particolarmente ampi e robusti, dalle linee coocon, arricchiti magari di una patina used che non guasta mai; quelli, insomma, in cui avvolgersi per sentirsi al sicuro nella temperie attuale, che la pandemia ha reso ancora più incerta.
Le qualità appena elencate sono presenti in toto in uno dei capispalla di punta della stagione autunno/inverno, ossia il montgomery o duffel coat, il giaccone con gli alamari che ha spopolato nelle sfilate delle fashion week a/i 2020 come nei cataloghi delle griffe più disparate. In realtà questo pilastro del guardaroba maschile, al pari di altri illustri “colleghi”, torna ciclicamente nelle proposte outerwear dei designer, magari ritoccato in modo più o meno consistente per adattarsi ai tempi che corrono.

Le origini, comunque, datano alla fine dell’800, quando i marinai della Royal Navy inglese, per ripararsi dalla furia degli elementi che sferzavano i mari del Nord, cominciano a infagottarsi in pastrani di stoffa pesante, confezionata a Duffel, cittadina delle Fiandre che finisce così con l’identificare l’indumento tout court. L’apice della notorietà viene però raggiunto durante la Seconda guerra mondiale grazie al generale britannico Bernard Law Montgomery, figura cruciale per le sorti del conflitto, che è solito indossare un paltò color sabbia, talmente spesso che le truppe prendono a soprannominarlo “Monty Coat”; da lì alla denominazione attuale, il passo è breve.


picture taken in 1958 showing French fashion designer Coco Chanel (L) strolling down the Veneto street in Rome, in company of French author Jean Cocteau (C) and young friend Miss Weiseveiller (R). (Photo credit should read STF/AFP/Getty Images)

L’apprezzamento dei militari è riconducibile ai tratti essenziali dell’indumento, improntati a rigore e praticità, rimasti pressoché invariati fino ai nostri giorni: l’ampiezza delle forme, strutturate pur senza il minimo accenno di rigidità; il tessuto in panno di lana; il cappuccio; il carré sulle spalle; le due tasche frontali a toppa, in cui riporre il nécessaire; e, ovviamente, la chiusura mediante alamari, i caratteristici cordoncini chiusi da bottoni allungati in corno, pelle o legno, pensati per garantire una presa rapida e agevole anche con le mani bagnate.
Terminata la guerra, le eccedenze finiscono sul mercato, e ad accaparrarsene le maggiori quantità sono i coniugi Morris, che danno vita negli anni ’50 a Gloverall, marchio divenuto sinonimo del capo stesso.

Mentre a perpetuare l’appeal marinaresco del duffel coat provvedono film cult dell’epoca come ‘Mare crudele’ o ‘I cannoni di Navarone’,  gli estimatori si moltiplicano curiosamente proprio tra le fila dei ragazzi (e ragazze) coinvolti nei movimenti di protesta e controcultura che scandiscono i decenni seguenti, dai beatnik americani ai mods, ai sessantottini di ogni latitudine; tutti conquistati dal calore e dalla solidità connaturate al capospalla, insieme ai volumi comfy. Alla lista si aggiungono rapidamente intellettuali, registi e artisti in generale, da Jean Cocteau (che prediligeva una vezzosa versione total white) a Stanley Kubrick, passando per Mick Jagger e Jean Genet, e non tardano ad arrivare le interpretazioni degli stilisti.

Negli anni il montgomery ha mantenuto la propria rilevanza nei circuiti della moda, pur seguendo l’andamento carsico cui è soggetto nell’ambiente qualsivoglia capo o accessorio, fino all’ennesimo revival nelle collezioni per la stagione fredda in corso; in questo senso c’è l’imbarazzo della scelta: indicativo il caso di Burberry, dove Riccardo Tisci dà libero corso alla fantasia tra modelli in nuance tenui – rosa sorbetto o bianco con profili scuri a contrasto – e altri vivacizzati dal celebre check della maison, riprodotto all-over. La varietà delle proposte è assicurata anche da Neil Barrett, che si diverte a ibridare il montgomery con dettagli presi in prestito da altre tipologie di capospalla, qui rivestendolo di soffice shearling a mo’ di teddy coat, lì trasferendogli l’imbottitura del piumino, o ancora inserendo la pelle intorno a spalle e chiusure frontali. Stesso discorso per Dsquared2, le cui versioni (come gli altri abiti dello show, d’altra parte) non conoscono mezze misure, passando dall’overcoat scivolato al giubbotto corto in vita.



MSGM punta invece sulla tonalità eye-catching del paltò rosso; in maniera analoga K-Way, brand simbolo degli impermeabili colorati, in scena a gennaio con il primo défilé in assoluto, sceglie per il duffel coat cromie luminose quali verde smeraldo e arancione, aggiungendovi inoltre le tipiche zip multicolor delle sue giacche waterproof.
I marchi Belstaff e Margaret Howell, all’opposto, omaggiano l’heritage militare dell’indumento, il primo declinandolo in una sfumatura salvia, interrotta sulla parte inferiore e lungo le maniche da bande di colore nero; il secondo portando in passerella un modello che più basico non si può.
Di tutt’altro tenore le variazioni sul tema di Yohji Yamamoto, extra long e fluttuanti, strette sul davanti da lunghi nastri che si rincorrono terminando in grandi bottoni rettangolari.

Una selezione di dieci proposte sulle quali orientarsi per arricchire il proprio armadio non può prescindere da diversi dei nomi appena menzionati, che hanno il vantaggio, tra l’altro, di essere disponibili sui vari e-store: sono infatti a portata di clic il cappotto checked nelle sfumature del beige e cammello, in 100% lana, di Burberry, il coat bicolore dalla texture “orsetto” di Neil Barrett, il montgomery over in pelle, foderato in shearling, di Dsquared2; e ancora, il duffel coat dalla nuance vermiglio di MSGM, quello minimal targato Margaret Howell e il modello di K-Way; l’assortimento dei colori di quest’ultimo, oltre a quelli sgargianti di cui sopra, comprende le tonalità canoniche del blu scuro e grigio tortora.
Chi preferisce l’outerwear classico ma con un twist potrebbe prendere in considerazione il cappotto taupe in misto lana PS Paul Smith, arricchito da strisce dall’effetto dégradé, oppure quello della capsule collection JW Anderson X Uniqlo, in cui all’interno del cappuccio fa capolino un rivestimento tartan.



Per gli amanti del low profile, un’opzione da valutare è il montgomery nero Dolce&Gabbana, dal taglio morbido, che evita qualsivoglia orpello per concentrarsi sulla fattura in sé, ineccepibile come d’abitudine della griffe italiana.
Impossibile non chiudere la lista con il duffel coat per antonomasia, quello cioè del sopracitato Gloverall, le cui prerogative risultano pressoché immutate da decenni: quattro alamari in corno; sottogola per poter eventualmente stringere il bavero; fit asciutto quanto basta; lunghezza al ginocchio; produzione orgogliosamente made in England. Un modello adatto ai viaggi sulle navi del secolo scorso come alla vita nelle metropoli odierne, a conferma della sua intrinseca trasversalità d’uso.

Suprema: il luxury outerwear da avere questo inverno

L’eccellenza e la qualità più alta possibile. E’ questo l’obiettivo di Alfio Vanuzzo e Morena Baldan sin da quando nel 1981 hanno fondato Suprema, azienda leader nella produzione di capi in pelle e in montone di qualità. Oggi, dopo il successo commerciale, la collezione si è ampliata e l’azienda prende il suo posto anche nel ramo della pellicceria reinterpretandola secondo le tendenze attuali, con l’obiettivo di offrire al pubblico prodotti raffinati e contemporanei, ma soprattutto riconoscibili.

Il montone resta certamente il must di Suprema, da oltre 30 anni, e si continua ad innovarlo con tecniche di lavorazione all’avanguardia. Stampati a laser, traforati, dipinti o spalmati. I capi vengono realizzati seguendo uno studio approfondito di forme e geometrie inusuali con forte personalità, ma senza tempo.

In questi mesi, gli iconici capi del brand sono stati apprezzati anche da quattro personaggi amati sui social, che li hanno reinterpretati sui loro profili Instagram per la stagione autunno/inverno 2020.

Alessandro Magni (Lifestyle influencer)

Alessandro indossa giaccone in montone merinos brisa, in colore stone, collo a rever, tasca con pattina e occhielli dei bottoni rivestiti in pelle a contrasto.


Elisa Taviti (Imprenditrice e fashion influencer)

Elisa ha scelto un modello in montone lacon francese costruito esattamente come gli iconici trench in gabardine in tutte le sue parti, ma realizzato nella varietà più pregiata di shearling.


Ludovica Valli (Digital influencer)

Ludovica indossa un parka in montone lacon francese rosso , con interno nappato in contrasto nero e coulisse in vita.


Giorgia Cantarini ( Giornalista di moda indipendente e curatrice)

Giorgia indossa un parka in montone lacon francese rame , con interno nappato in contrasto nero e coulisse in vita.

Xmas 2020: cinque regali cool da non perdere

Dalle cuffie deluxe di Montblanc alle ultime sneakers di Reebok, fino alla maglia punkish di Acupuncture. Ecco i consigli di stile per le feste natalizie imminenti

Tutto è pronto per il Natale 2020, una festa che, questo anno, celebreremo in maniera del tutto particolare. Per ravvivare questi momenti un po’ solitari, è necessario puntare allo shopping di qualità: pochi accessori e capi, di stile, che rimangano nel tempo. Non avete ancora comprato i regali per voi e per i vostri amici? Ecco una top list di cinque gift, acquistabili anche online. 


“!!! No information available !!!”

Le nuove cuffie over-ear wireless di Montblanc 

Montblanc introduce le sue prime cuffie smart, caratterizzate da prestazioni avanzate. Pieghevoli e compatte, queste eleganti compagne di viaggio completano l’offerta di prodotti travel tecnologici della griffe per rendere gli spostamenti di lavoro e di piacere perfetti, produttivi e divertenti. Le nuove cuffie sono il regalo ideale per coloro che desiderano un accessorio tech senza rinunciare a un estetica curata e minimal. Per soddisfare le esigenze di chi è sempre in movimento, le cuffie Montblanc wireless over-ear dispongono di tecnologia attiva di eliminazione del rumore; tecnologia avanzata per una qualità del suono eccezionale; design ergonomico per un maggiore comfort; materiali pregiati e qualità artigianale per la massima resistenza; Google Assistant integrato con comandi ad attivazione vocale per un’esperienza di viaggio personalizzata e compatibilità con una vasta gamma di dispositivi Bluetooth, inclusi iOS e Android. Da non perdere.

Il maglione di Acupuncture 1993

Rosso e bianco, in perfetto stile natalizio, ma punk e ribelle nell’anima. Il maglione di Acupuncture 1993 è sicuramente un capo da avere nel guardaroba. È disponibile anche in versione black. Iconico.  

Il bracciale di Lingot d’Amour

Lingotto purissimo e leggerissimo, in argento 999. Il bracciale di Lingot d’Amour, completamente Made In Italy, presenta il lingotto iconico del marchio e la catena in argento sterling 925. Di grande tendenza, da sfoggiare accanto all’orologio.

Le sneakers [REE]Cycled Classic Leather Legacy di Reebok.

Reebok presenta le nuove scarpe [REE]Cycled Classic Leather Legacy, con tomaia realizzata con almeno il 30% di materiali [REE]Cycled: un passo in avanti per creare un futuro più sostenibile. Il design delle calzature è un inno al senso di comunità, dove background diversi, singole individualità e punti di vista differenti contribuiscono a formare l’unicità di una community.

La giacca tecnica di Moncler 1017 ALYX 9SM

Matthew Williams, direttore creativo di 1017 ALYX 9SM è senza dubbio ambasciatore di un’estetica sfacciatamente urbana che unisce il design elegante alla funzionalità, partendo da strutture all’avanguardia e lavorazioni innovative. L’anima della sua filosofia è il mix tra tecnologia e craftsmanship, tra industriale e artigianale. Il progetto nasce dal desiderio di fondere le identità di Moncler e 1017 ALYX 9SM, creando una collezione proiettata verso il futuro ma fedele a entrambi i brand. Le silhouette iconiche di 1017 ALYX 9SM, le sue forme sartoriali nastrate, i dettagli tagliati a laser, la saldatura a ultrasuoni senza cuciture e la palette cromatica minimalista incontrano lo spirito outdoor di Moncler. Proprio come nella giacca tech in questione. 

Sembrava melassa dorata e invece era un drink! La nuova collab Belvedere con Dry Martini Sorrento

BELVEDERE PRESENTA GOLDEN HERITAGEIL NUOVO READY TO DRINK A BASE DI HERITAGE 176 REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON DRY MARTINI SORRENTO


Dal ready to wear al ready to drink è un attimo, oggi la velocità ha assunto un ruolo fondamentale che risponde alla mancanza di tempo e alla voglia di avere tutto e subito; ma va incontro anche ai pigri e al concetto di comodità. Ragion per cui Belvedere ha pensato a un regalo per gli amanti del drink e vi porta un cocktail pronto direttamente a casa, il Golden Heritage, un cocktail dai riflessi dorati che ricorda la melassa per consistenza, a base di Belvedere Heritage 176 firmato da Lucio D’Orsi, bar manager esperto mixologist e membro del Belvedere Collective. 

Il prodotto è frutto di una collaborazione eccezionale con Dry Martini, anima del Majestic Palace Hotel di Sorrento; dal tocco magico e vellutato della sua consistenza, si presenta come un denso mix dai riflessi dorati e dal profumo goloso di cioccolato. Non un semplice drink, ma una piacevole coccola da gustarsi per un dopocena e da assaporare assolutamente ghiacciato, per esaltare maggiormente gli ingredienti:


Heritage 176, l’esclusivo distillato di malto di segale di Belvedere, Gin, succo di limone, succo d’arancia, Lillet Blanc, liquore all’arancia, liquore al cacao, hot chilly droplets by Javier de Las Muelas, polvere d’oro.

Custodito in un elegante flacone di vetro che ricorda i preziosi profumi da collezione, Golden Heritage può essere un gift speciale per concedersi un momento di condivisione, chiacchierando e bevendo bene. 

E’ possibile ordinare Golden Heritage sull’e-commerce Dryaway.it, con consegna garantita in tutta Italia entro 5 giorni lavorativi. I formati disponibili sono da 100 ml, 200 ml, 500 ml.

Perfect serve: Conservare in freezer un’ora prima di consumare. Agitare prima di versare e servire molto freddo in coppa ghiacciata. Perfetto in abbinamento col panettone.

L’astro-coach di Massimo Giannone

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.
Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.

Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.

Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone. “Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

@massi_e_l_astrologia

Illustrazioni a cura di @alicecandy c/o @RootsMilano

ARIETE
Cosa è una bella vita se non un percorso disseminato di difficoltà e di tante gioie, che non sono altro che l’insieme di esperienze che compongono la storia della nostra esistenza.
Ogni piccolo istante è un dono, da cogliere in tutti i suoi aspetti, perché il susseguirsi degli eventi vi fornisce la motivazione per raggiungere un obiettivo, per realizzare i vostri sogni, per trovare l’amore.
Anche i momenti negativo portano i loro insegnamenti: è necessario non farsi male e reagire ponendo dinanzi a voi il “volere” nel suo significato più profondo, e credere che tutto possa migliorare.
Finalmente in questo mese Saturno conclude la sua quadratura, che vi ha portato esperienze e delusioni affettive, mentre Giove, con la sua autorità, dal venti del mese comincia a sostenervi ed ad aiutarvi ad attenuare molte problematiche.
Nel settore affettivo, con Marte nel segno, il pianeta dell’energia e della guerra, saprete ritrovare un dialogo con la persona amata, ma attenzione ad evitare la tensione e la forza nel vostro rapporto.

Nel lavoro si concludono dei cicli, ma voi siete molto propensi alle sfide, molti del segno inizieranno un nuovo lavoro o si proporranno in una maniera più determinata.
Goethe diceva: “Felice colui che riconosce in tempo che i suoi desideri non vanno d’accordo con le sue disponibilità”.
Il sentiero:
È necessario, per meglio affrontare le energie che si oppongono alla vostra tranquillità, riconoscere ciò che non va bene in voi e comprendere che le sfide sono un percorso necessario per guadagnarsi gli aiuti astrali.
Umiltà e grinta costruiranno nuovi sentieri.

TORO
Ci sono momenti in cui è necessario attenuare le nostre visioni per armonizzarci con l’ambiente che ci circonda. Perché la nostra mente, talvolta, impedisce il normale fluire delle circostanze, provocando dei blocchi che tolgono serenità, che ci fanno sentire incompresi e soli.
Che fare? Come possiamo ritrovare gli equilibri necessari? Sicuramente accettando, mettendo in discussione il nostro essere e soprattutto donando aiuto a chi non è in grado di connettersi con noi.
Non accettare un rifiuto da parte della persona amata potrebbe condurre a sofferenze non necessarie. Scacciate le resistenze, e le ostinazioni, altrimenti Venere, che in questo mese si oppone ad Urano, susciterà crisi nel vostro rapporto.
Non bisogna sentirsi inferiori nell’accettazione, ma amorevolmente disponibili, l’esperienza che state vivendo senz’altro rafforzerà la vostra relazione.
Basta apportare dei validi accorgimenti, come una grande comprensione, e l’energia negativa si trasformerà in profonde condivisioni.

Nel lavoro Urano cercherà di mettervi fretta, ricordate che gli obiettivi raggiunti, lentamente, portano loro gioia e grandi risultati. Una promozione in arrivo, o guadagni più elevati.
Ricordate: “I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci il perché” (Mark Twain).
Il sentiero:
La vostra anima è troppo sicura di sé, impedisce all’armonia di concretizzarsi nel vostro quotidiano. Vi basate sulle esperienze passate, ma la vita è una continua sorpresa, lasciatevi fluire negli eventi, e non cercate di anticipare ogni cosa.

GEMELLI
Nella mitologia indiana il dio dell’amore era Kama.
Si racconta che un giorno il Dio decise di fare uno scherzo a Shiva mentre era in meditazione. Lo scherzo consisteva nel far innamorare perdutamente Shiva della prima donna che avesse incontrato, ma il Dio, molto concentrato, utilizzò il suo terzo occhio per comprendere e lo incenerì.
Il mondo comincio ad intristirsi, anche Parvati moglie di Shiva, così esso decise di riportarlo in vita a patto che non lo disturbasse più.
Il mito vuol farci comprendere carissimi amici dei Gemelli che senza l’amore tutto è triste, l’amore dona bellezza a ciò che ci circonda, da senso e motivazione alla vita.
Il bisogno di vedere con i propri occhi, la curiosità, possono farci perdere l’amore.
Come in Amore e Psiche le coppie bruciano le intensità più importanti per un bisogno di dar volto all’amato, comprendere se è veramente come lo si immagina, perdendo in tal modo l’opportunità silente di vivere appieno un sentimento, per una semplice curiosità.
E ’il momento di dare una svolta alla vostra esistenza e, con l’aiuto di Venere, potrete mettere quel twist nel vostro rapporto.

Nel lavoro, Giove e Saturno favorevoli, movimenteranno la vostra vita professionale, grandi successi sono in arrivo.
Se volete una vita felice, dovete dedicarla a un obiettivo, non a delle persone o delle cose suggeriva Albert Einstein.
Il sentiero:
È finito il tempo di svolazzare, è arrivato il momento di comprendere che bisogna portare a termine i progetti, senza lasciarsi distrarre dai piaceri della vita. Comprendendo che in ogni cosa è necessario metterci amore, un amore cieco e fiducioso, non facendosi sopraffare dalla curiosità di sapere, dal non fidarsi.

CANCRO
Nella grande opera di Pirandello “Sei personaggi in cerca di autore”, lo scrittore racconta il dramma di sei personaggi, ognuno con la propria dimensione di dolore; un’osservazione di come la vita, non segue mai un corso lineare.
Una sorta di passaggio, fra persona e personaggio, dove ognuno di essi, crea la propria vita, attraverso la distruzione di alcuni passaggi necessari per armonizzarsi con la nuova dimensione.
Per vivere una vita autentica, è fondamentale non farsi distruggere dalle colpe, trovare una via non falsata dall’ego, è necessario essere veri, senza compromessi senza nulla di oscuro.
La verità non può contenere non verità, essa è una luce che deve brillare sempre e comunque.
Cari amici del Cancro, anche se stanchi e provati, è fondamentale, vista la lunga opposizione di Saturno ed altri aspetti negativi, trovare una nuova via.
In amore Venere positiva rallegrerà il vostro ambiente, ma dovrete metterci del vostro e superare rabbie inutili e freddure che non servono e che potrebbero mettere a rischio gli equilibri.

Nel lavoro, sarà positivo riflettere sulle occasioni perdute e magari riproporsi con un atteggiamento più propositivo.
Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice diceva Anna Frank.
Il sentiero:
Tutto nella vita scorre, durante questa fase dovrete combattervi e rinascere in una dimensione di pensiero più ottimista, magari cercando di non farvi vincere dalle vostre lune, cercando di non imporre, a tutti i costi, le vostre necessità.
Siate dolci e romantici.

LEONE
“Se sembra impossibile allora si può fare “questo è il titolo del libro di Bebe Vio, la schermitrice italiana campionessa paralimpica mondiale.
Da piccola fu colpita da una meningite e le furono amputati avambracci e gambe.
Una storia triste che si evolve in percorsi apparentemente impossibili, ma che, attraverso una immensa volontà e un’energia positiva e propositiva, le ha permesso di superare difficoltà immani utilizzando strumenti come perseveranza, in ambiti come obiettivi e passioni.
Cari amici del Leone, con Saturno in opposizione, i banchi di prova della vita saranno davvero tanti. Bisognerà armarsi di tanta volontà e pazienza, che a voi certamente non mancano, per voi l’esperienza è più dura, ma avete già dato prova di reggere situazioni difficili.
A questo punto della vostra vita, se saprete intuire i percorsi giusti, conquisterete nuove terre a voi sconosciute.
In amore, Marte in aspetto positivo, vi farà ottenere nuove conquiste e nuove interessanti conoscenze.

Nel lavoro, tante le difficoltà da fronteggiare, sarà necessaria una nuova visione ed un nuovo modo di agire.
“Anche se la felicità ti dimentica un po’, tu non dimenticarla mai del tutto” diceva Jacques Prèvert.
Il sentiero:
Per attenuare le avversità astrali vi si consiglia di non farsi pervadere dalle vostre paure, di utilizzare il vostro grande coraggio come arma di comprensione delle ciclicità e, come la formica, sfruttare il tempo di fatica per raccogliere i frutti migliori successivamente.

VERGINE
Ogni autore si viene a trovare dinanzi all’esigenza di donare alla sua opera un valore, un simbolismo attraverso cui trasmettere le emozioni positive o negative dei suoi personaggi.
Una tela in cui imprimere, quel mondo immaginario, affinché sia percepita e vissuta anche da altri soggetti che, leggendo, si immedesimano e carpiscono uno stato d’animo, si sintonizzano, vivendo quella stessa emozione.
Voi, amici della Vergine avete beneficiato di due bellissimi transiti positivi con Saturno e Giove, che vi hanno regalato novità nei vari settori del vostro quotidiano. Bene adesso questi pianeti se ne vanno, che fare? Bisognerà innanzitutto raccogliere e raccogliersi in queste esperienze vissute, una sorta di assomma di ciò che le vostre capacità di analisi vi hanno donato sia nel senso materiale che nell’animo. Come un autore bisognerà trovare il titolo della vostra nuova opera per evitare di smarrirsi, di perdere tempo fruttuoso, di utilizzare i semi nella maniera più consona.
In amore qualcosa non va nelle coppie, avete accumulato tanto ed adesso necessitate di comprensione.

Nel lavoro nessuno riuscirà a fermare le vostre creazioni, la proverbiale precisione vi condurrà a veder cose che gli altri soggetti realizzano in anni. Credete ed otterrete.
“Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte” diceva Khalil Gibran
Il sentiero:
La parola d’ordine è amarvi, accettare il susseguire degli eventi. Non concedete alla mente di punirvi, cercate invece di donarvi delle pause, un incontro con la natura, oppure tecniche di meditazione, o fate letture spirituali. Zero mente più anima.

BILANCIA
Paulo Coelho sostiene che “Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso. Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze”. La vita ci pone, spesso, dinanzi a situazioni impreviste e dolorose: la perdita di un amore, un lutto, la perdita del lavoro o un brutto litigio con una persona cara.
Bisogna comprendere che c’è un tempo per ogni cosa, tutto ha un inizio e anche una fine ma non per questo la nostra esistenza è finita.
È necessario guardare oltre quel velo che ci impedisce di osservare quanto ancora c’è di meraviglioso intorno a noi. Ogni evento foriero di dolore può rappresentare una via della possibilità, un nuovo inizio, uno dei sentieri in cui la vita ci sorprende.
Cari amici della Bilancia, il tempus horribilis, il doloroso sta per lasciarvi. Quello che vi rimane è una grande esperienza, un tesoro da utilizzare soprattutto in amore, ambito in cui la vostra essenza vi ha condotto ad attirare partner non adatti a voi, con un grande ego e poco disposti a comprendere e donare

Nel lavoro bisognerà stare attenti alle invidie, ma vi troverete anche di fronte occasioni da cogliere al volo.
“Se una soluzione c’è, perché ti preoccupi? Se non c’è soluzione, perché ti preoccupi” (Aristole)
Il sentiero:
Accettare non è perdere, ma essere superiori, alle volte è necessario star fermo, altre volte agire. Bisogna trovare il giusto nelle cose, non crogiolarsi nel dolore, al quale va dedicato il giusto tempo, ma poi è necessario reagire. Voi che non amate i conflitti, non fate guerra a voi stessi ma donatevi una nuova occasione. Vi sta attendendo.

SCORPIONE
In un racconto mitologico Giove re degli Dei si trovava in un bosco nel quale incontrò una fanciulla preoccupata e turbata, invece di aiutarla la sedusse circuendola. Il comando, il potere spesso annebbiano anche chi dovrebbe essere d’esempio, ed invece di essere saggio ed integro usa la sua posizione per uno scopo personale approfittando delle debolezze o delle incapacità delle persone che in realtà dovrebbe proteggere.
L’arroganza è un malsano atteggiamento di superiorità, chi la esercita è sprezzante verso il suo prossimo, spesso approfittando della sua posizione di rilievo.
Cari amici dello Scorpione, le insoddisfazioni ed il bisogno di essere gratificati, potrebbero spingervi a degli eccessi e a comportamenti arroganti verso chi non lo merita.
Giove e Saturno vi hanno dato una grande carica, ma gli effetti benevoli stanno per concludersi .
Venere nel vostro segno vi aiuterà a risolvere le problematiche di coppia o a iniziare un nuovo rapporto, ma attenzione a non eccedere e a rimanere umili per non ferire o illudere.

Nel lavoro, grandi possibilità di avanzamenti e guadagni inattesi.
È necessaria tanta concentrazione per non perdere occasioni utili.
Confucio affermava: ”L’uomo superiore è sicuro senza essere arrogante; l’uomo dappoco è arrogante ma insicuro.”
Il sentiero:
Dinanzi alle situazioni che non piacciono bisogna agire con un elevata dose di umiltà ed evitare atteggiamenti rabbiosi o ingiusti.
Essere dalla parte della ragione non giustifica la punizione di chi vi ha arrecato un torto. Evitate di giudicare e cercate di comprendere i limiti altrui, così gli astri vi sosterranno.

SAGITTARIO
Nella nostra epoca molte persone inseguono il successo, la notorietà.
Le televisioni, i giornali, le pubblicità canalizzano i soggetti verso un ideale, un modo di essere, una tendenza che in qualche modo crea i personaggi.
Per me chi arriva al successo crede fermamente in ciò che persegue, ma una volta raggiunto non è facile mantenerlo.
Aspetti psicologici, o tendenze agli eccessi possono creare non poche problematiche ai soggetti che hanno raggiunto posti di primo piano, solo una grande concentrazione ed un elevata lungimiranza unita al rispetto possono essere dei validi aiuti a mantenere il successo.
Cari amici del Sagittario, voi sostenuti da Giove sapete ed avvertite profondamente cosa è il successo e con il transito nel vostro secondo campo, la casa dei soldi e del successo potrete approfittarne per rinsaldare le vostre economie.
In amore Venere e Marte benevoli, vi faranno vivere momenti indimenticabili. Nuovi amori per i single.

Nel lavoro le vostre grandi capacità e la lungimiranza vi faranno alimentare le entrate e i progetti saranno sicuramente vincenti.
“Siate affamati, siate folli “affermava Steve Jobs sul successo.
Il Sentiero:
Chi nel corso della sua vita è riuscito a raggiungere la realizzazione dei suoi ideali ma anche chi lo persegue, necessita di un grande sforzo per tenere a bada lo stress e non dovrà farsi vincere dalla sete di potere, il vostro sentiero sarà così saldo. Per voi gli astri consigliano disponibilità e gestione delle emozioni.

CAPRICORNO
L’orgoglio si traduce in un forte senso di autostima e fiducia nelle proprie capacità, un grande deterrente per la crescita dell’individuo. Bisogna combatterlo e vincerlo. L’affermazione del sé, a tutti i costi, nega a noi stessi serenità.
Nella mitologia greca la Hybris era ritenutala personificazione della dismisura e dell’insolenza.
Il mito racconta della sua arrogante volontà a superare i limiti umani. Nella sua innata tendenza all’onnipotenza, l’uomo vuol somigliare agli Dei ed in qualche modo pecca in azioni non giuste verso i suoi simili.
Anche nel nostro quotidiano, l’orgoglio è un limite che impedisce ai soggetti, a causa di una visione distorta, di osservare i propri limiti, facendosi vincere dalla presunzione.
Cari amici del Capricorno, la vostra necessità di non manifestare le debolezze impediscono la crescita del vostro animo.
Troppo controllo e non fiducia verso gli altri frenano l’avanzare dei traguardi.
In amore Marte negativo vi ha reso la vita difficoltosa, con saggezza e non reazione vi avvierete alla soluzione delle incomprensioni.

Nel lavoro tante difficoltà ma voi amate le sfide e saprete fronteggiarle.
Grandi vantaggi per i liberi professionisti e per chi lavora in team.
È stato l’orgoglio che ha trasformato gli angeli in diavoli; é l’umiltà che rende gli uomini uguali agli angeli” così diceva Sant’Agostino.
Il sentiero:
È proprio l’umiltà il vostro percorso, proseguire sulla presunzione porta gli esseri ad un isolamento, mentre sarebbe necessaria una condivisione, un’apertura dell’animo, eliminando le insicurezze ci si avvia verso una crescita fantastica.

ACQUARIO
Quando uno scrittore rende originale la sua opera, i lettori individuano facilmente la chiave del romanzo e ciò che vuole comunicare.
Selezionando le idee valide, ogni uomo può, attraverso una profonda analisi, eliminare le strade senza una prospettiva, sperimentando così una nuova dimensione creativa, un nuovo modo di porsi dinanzi al divenire.
Questa premessa, per svelarvi quanto avere un obiettivo sia fondamentale, nulla si crea senza un’aspirazione.
È insito in ogni essere umano il bisogno di scoprire, di interpretare, di creare per sé e anche per rendere più agevole il vostro rapporto con gli altri, un processo che condurrà all’evoluzione, un nuovo livello di organizzazione.
Cari amici dell’Acquario con l’entrata di Saturno e Giove nel vostro segno inizia una nuova epoca, non vi sentirete più soli, la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo, in compagnia.
Grandi decisioni da prendere e una visione profonda e lungimirante, si lotta per i propri ideali e la propria affermazione.
In amore ciò che è stato irraggiungibile per molto tempo, fiorirà con naturalezza, senza la necessità di cercarlo, Venere è molto positiva per voi, magari il momento non dona, per la situazione generale che si sta vivendo nel mondo, ma la vostra semina sarà ricambiata dalle stelle.
Novità e serenità in arrivo.

Nel lavoro saprete farvi valere, nessuno vi potrà negare ciò che vi spetta, per la vostra grande disponibilità e serietà professionale.
Chi è alla ricerca di lavoro lo troverà a breve.
“La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista” diceva Bernardo Bertolucci
Il sentiero:
Fautori delle verità, del sostegno di chi lo necessita, ed aiutati dagli astri in questo nuovo cammino, disponetevi alla cautela e nulla vi sorprenderà.
Cercate di non irritarvi, di non abbattervi, la via per voi è credere, immaginare, evitando così le freddure che vi caratterizzano e creando una nuova dimensione magica, dove saranno gli altri ad occuparsi di voi e delle vostre necessità.

PESCI
La pazienza è un meraviglioso approccio neutrale, che ci porta a rimandare le reazioni alle avversità, in un momento successivo.
Quasi tutti noi, dinanzi alle ostilità della vita, facciamo fatica ad averne, l’insofferenza prende il sopravvento, ci sentiamo stressati, poco inclini alla comprensione. Ma se non è facile tirar fuori un respiro profondo e lasciarsi guidare dalla pazienza, soprattutto quando abbiamo sopportato troppo, aprirci verso di essa, ci aiuterà a comprendere meglio le situazioni, gli eventi e la loro evoluzione che ha bisogno di tempo, per raggiungere forma e significati diversi.
Una saggezza che, come un fiume, lascia scorrere le sue acque, senza interessarsi della destinazione, così per l’uomo è un lasciarsi fluire per immergersi nell’oceano della vita.
Cari amici dei Pesci, è in arrivo una fase determinante per la costruzione del vostro futuro, il
vostro animo si riaccende alla necessità del nuovo, di chiudere capitoli della vostra esistenza che vi hanno dato tanta sofferenza, e vi hanno tolto la serenità.
Avevate anche paura di sognare per evitare di rimare delusi. Bene è arrivato il momento di reagire, di porsi con positività verso nuovi lidi, con speranza e fiducia.
In ambito affettivo   si prevede un mese entusiasmante, si risolvono le beghe familiari e si accentua l’intimità di coppia.

Nel lavoro, è necessaria una grande coerenza e bisognerà anche cercare di non illudersi troppo, per non rimanere ancorati agli obiettivi raggiunti.
Meno fatalismo, più concretezza.
“La pazienza è il miglior rimedio per ogni difficoltà.” Sosteneva Tito Maccio Plauto, commediografo romano.
Il sentiero:
Una rinascita delle vostre emozioni è necessaria, affinché si superi la mente che spesso vi costringe con le eccessive elaborazioni, ad una forma di afflizione e di blocco.
Coltivate nuovi interessi e risvegliate l’erotismo e tutto avrà di nuovo un senso, la serenità prenderà il posto della pazienza.

Orologi da uomo per mostrare il proprio stile

L’orologio è un emblema di stile e un oggetto di desiderio per molti uomini. Per coloro che apprezzano il “galateo” abbinare l’orologio all’abito è fondamentale.

Ovviamente si è liberi di indossare il proprio orologio preferito con qualsiasi tipo di abbigliamento a proprio piacimento. L’orologio è un accessorio da sfoggiare con classe e determinazione e come tale deve abbellire il look senza però dominarlo o rovinarlo.

Come abbinare un orologio a un outfit

Abbinare l’orologio all’abbigliamento non è affatto complicato, basta solo prestare attenzione ai dettagli.

Il primo consiglio è quello di abbinare i metalli fra loro: oro con oro, argento con argento e così via. Basta notare gli elementi metallici del tuo outfit (anelli, gemelli, fibbie della cintura) e abbinarli all’orologio.

A seguire presta attenzione al cinturino. Un cinturino in pelle deve abbinarsi ad altri accessori in pelle nel tuo look come le scarpe o la cintura. Altrettanta attenzione meritano le scarpe. Se sono eleganti e classiche, vanno abbinate a un orologio formale, se sono da ginnastica e casual possono essere abbinate a un orologio sportivo.

Un’altro aspetto da considerare è il quadrante dell’orologio. Se è di colore chiaro, è più adatto a un outfit diurno, se è di colore nero, marrone, kaki o grigio è perfetto per un abbigliamento serale.

Infine vi è la forma del quadrante qui la scelta è molto personale rotondo, quadrato, rettangolare?! Dipende molto dalla grandezza del proprio polso. Senz’altro il rotondo è molto più armonioso.

Su quale polso va indossato l’orologio?

Ognuno ha le sue preferenze e il suo stile. Come regola andrebbe indossato sulla mano meno dominante, ossia la sinistra. La mano dominante viene usata per tutte le attività e quindi sull’altra va l’orologio per guardare l’ora. Secondo il galateo, l’orologio non dovrebbe mai uscire da sotto il polsino della camicia quando sei in piedi, ma dovrebbe mostrarsi solo quando il braccio è piegato.

Dress watch- orologio elegante

Quando si indossa un orologio elegante? Se vuoi avere un solo orologio, meglio scegliere uno da sera ed elegante e abbinarlo anche al jeans oltre che all’abito da ufficio e usarlo per riunioni formali, eventi, colloqui e feste.

Field watch- orologio militare

Sono quegli orologi progettati per resistere a tutte le condizioni estreme e quindi sono duri e resistenti e leggibili di notte. Hanno lancette luminose, quadrante grande, numerazione bianca e sono di grandi dimensioni. Ideali per chi fa sport e ama ad esempio stare all’aria aperta anche di notte come fare campeggio.

Münn, l’innovativo processo produttivo nel settore della moda

Il designer coreano Hyun-min Han, dopo aver conseguito una laurea al Samsung Art and Design Institute, fonda nel 2013 Münn, l’esempio di un nuovo processo produttivo nel settore moda. 



Inizialmente rivolto ad un pubblico maschile e successivamente anche a quello femminile, il brand ha l’obiettivo di combinare l’abbigliamento formale al workwear, creando così silhouette moderne e strutturate. La realizzazione dei capi segue una linea precisa, opposta al canonico processo di confezione.



La costante necessità di esplorare lavorazioni e materiali rende l’azienda un esempio di innovazione, così come l’attenzione per il pianeta, che ha portato Münn ad utilizzare tessuti ecologici riconosciuti dal marchio “Join Life” e a bandire pellami e pellicce. Lo stilista è stato vincitore del premio internazionale Woolmark Asia, il quale ha riconosciuto la sua abilità eccezionale nell’utilizzo della lana Merino proveniente da tutto il mondo, facendosi conoscere nel settore dell’abbigliamento.



Avendo studiato visual design e fotografia, il suo approccio alla moda è unico. In qualità di designer fondatore del marchio sudcoreano di abbigliamento Münn, riprende la visione olistica di ogni collezione, infondendone però il suo spirito giovanile. “Quando disegno i vestiti riesco ad immaginare nella mia testa come trasformerò i pezzi in un lookbook, come saranno le immagini, come sarà la sfilata” spiega lo stilista, sottolineando il fatto che la moda nel 20esimo secolo non possa fermarsi alla mera creazione di vestiti. “E’ necessario prendere in considerazione tutti i diversi aspetti.”

La tavola di Natale: i consigli dell’architetto

Sarà un Natale “strano”, atipico, che da molti sarà vissuto senza gli abituali punti di riferimento, senza le consuete tavolate di amici e parenti, ma nell’intimità del proprio nucleo familiare. E per questa ragione, forse, sarà ancora più giusto onorare la tavola e cercare di rendere comunque speciale una festa altamente simbolica come il Natale. In questo 2020 che volge al termine, dove abbiamo vissuto di più la casa, e da architetto vi posso confermare di quanta attenzione negli ultimi mesi è stata data alla casa da tutti noi!

Durante le imminenti festività possiamo comunque cimentarci nella realizzazione di mise en place suggestive. Quali sono le tendenze della tavola di Natale 2020? Ho raccolto delle immagini suggestive e mi sono cimentato ad allestire una mise en place anche nel mio studio, sul mio adorato TADIO, il tavolo che ho disegnato per GruppoTre Architetti.



Il Natale 2020 sarà confortevole e confortante, alla ricerca di un’atmosfera calda e suggestiva tipica del nido invernale, con particolare attenzione alla sensazione di protezione, al sogno, alla magia e alla speranza per il futuro, lo dicono in molti ed effettivamente ce lo auguriamo tutti. Ecco allora che la tradizione torna sulla tavola del Natale, tra luci suggestive e profumi evocativi.



Per la tavola, i colori più desiderati saranno il blu scuro, profondo e rigenerante, il verde, fiducioso e ottimista, e una nuance di rosa antico, denso e salottiero: tonalità rincuoranti e accoglienti ma non scontate, da combinare con accenti metallici e dettagli personali per un’interpretazione ogni volta diversa

Quali tessuti usare? È il momento giusto per riesumare tovaglie, drappi, scampoli di stoffa dimenticati, per utilizzarli secondo l’antica modalità della sovrapposizione, valorizzando colori e manifattura in maniera creativa e personale, giocando con pattern e armonie, per una composizione unica che esprima memorie passate e attuali novità.


Tra i suggerimenti, quello di recuperare i “vetri di famiglia”, ripensati e attualizzati con armonia nelle mise en place moderne. Per rendere calda l’atmosfera, inoltre, sarà fondamentale giocare con la luce. L’ideale sarebbe la luce e il calore di un camino. Ma come fare per chi non ha un camino in casa? Per ricreare la magia del camino, si può ricostruire un piccolo angolo di luce con catenarie di lucine dai toni caldi, piccole e discrete come lucciole, o candele di varie forme e dimensioni, sui toni del bianco e del panna che sprigionano fragranze accoglienti e armoniose. 


Credits: Pinterest

Dobbiamo portare un po’ di natura a casa, con i suoi profumi e i suoi colori. Ecco allora ghirlande realizzate con rami, abete, bacche profumate, cannella, fette d’arancia sul calorifero, che rimandano subito alla magia del bosco d’inverno e ai paesaggi innevati. Non dimentichiamo piccoli oggetti portafortuna, scaramantici, protettivi e propiziatori, di cui abbiamo tutti un po’ bisogno Sì dunque a folletti, (senza esagerare!) campanelli e quadrifogli, senza dimenticare l’immancabile ramo di vischio. Perché, visto come è andato il 2020, non si sa mai!

The Prince

Non si fa che parlare della nuova stagione di The Crown e di quanto veritiera sia la trasposizione su Netflix. Il Principe Carlo, nuovo idolo dei Millenials (all’epoca ancora in fasce), diventa pura reference stilistica.

Documentazioni fotografiche dei primi anni Ottanta, ritratti regali e protocollo monarchico conducono al racconto fotografico che entra con il proprio occhio negli appartamenti reali documentando l’intimità di un Principe, tanto affascinante quanto solo.


Location Hotel Principe di Savoia

Photographer Kristijan Vojinovic

Special content director, stylist & producer Alessia Caliendo

Grooming Riccardo Morandin using Gucci Beauty @ WM Management

Model Pietro Mini @ Why Not Models

Stylist assistant Andrea Seghesio & Laura Ronga

Special thanks to La Polpetteria



Completo logato Valentino
Dolcevita in maglia Stella McCartney 
Pochette in seta e coppola spigata Corneliani




Total Look Prada



Gilet e pantaloni in lana Ermenegildo Zegna 
Camicia a quadri Corneliani 
Stringate in pelle Corneliani 


Total look La Martina 


Sciarpa in seta Corneliani

Tendenze 2021: come cambia la camera da letto

Anno nuovo, nuove tendenze. La regola è sempre la stessa non cambia. Soprattutto nel campo della moda, sempre così sfavillante di idee e creatività. Per questo, ogni anno, bisogna sempre rinnovare qualcosa in casa, per riuscire ad abbracciare i nuovi stili e anche le nuove novità, spesso davvero affascinanti. Oggi vedremo come cambierà la nostra camera da letto nel 2021, quali novità la moda porterà tenendo conto in particolare dei colori e dell’arredo.

Cominciamo nel dire che il letto matrimoniale viaggia alla stessa velocità di piacimento con il letto da una piazza mezza, che imprime più un senso di calore e di vicinanza verso la persona amata. Anche la biancheria da letto cambia, dando più spazio ai colori e soprattutto allo stile floreale. Per questo i copriletti matrimoniali e i copriletti una piazza e mezza saranno una tipologia di biancheria d’arredo che ritorna con maggiore prepotenza nelle top ten delle preferenze stilistiche e di arredo, dato che il mercato dispone di modelli diversi e originali con stampe davvero alternative e innovative, capaci di dare quel giusto tocco di colore che il 2021 pretende dalle nostre camere da letto. Il tema floreale non si esterna solo nell’arredo ma si esprimerà anche come vicinanza reale al mondo della natura, per questo la camera tornerà ad essere impreziosita di piante e di fiori colorati e profumati.

Ritorna uno stile rustico che sarà dato dai mobili in legno, a dimostrazione di quanto il tradizionale e il classico possano ripresentarsi anche in chiave più moderna, incontrandosi e intrecciandosi con lo stile industriale, che anche nel 2021 riesce a convincere. Quindi largo campo d’azione per tutti coloro che hanno sempre amato unire diversi stili nella propria casa, cercando sempre di mantenere una lineare armonia, che rapisca senza esagerazioni. Sarà l’anno per gli amanti dei tappeti, che tornano a decorare il pavimento o a coprirlo totalmente a seconda dei gusti personali.

Per quanto riguarda il colore delle pareti, se nel 2020 abbiamo visto un orientamento verso il sobrio, minimal dato da colori tenui, nel 2021 avremo un ventaglio di scelta più vasto. Ritornano i colori anche sgargianti come il giallo sorbetto, il rosa antico, il celeste e il verde nelle sue sfumature più variegate, dalle tonalità più calde a quelle più fredde. Tutti colori che restituiranno calore e accoglienza alla tua camera da letto.

La tecnologia, che ha condizionato e ci ha reso schiavi, verrà eliminata completamente dalla camera da letto. Quindi nel 2021 la televisione scomparirà dalla camera da letto e con essa anche tutto ciò che può essere un tramite, una porta di accesso al mondo virtuale. Nel 2021 in camera da letto si leggerà un libro senza fastidi o distrazioni oppure si racconterà della propria giornata al partner, lasciandosi teneramente coccolare. Tutto ciò che comincia con “smart” deve essere lasciato fuori dalla camera.

Il 2021 sarà l’anno per ritrovare la profondità naturale e pura della propria anima, ristabilire il giusto contatto empatico con la parte più vera e serena di stessi e trasformare la camera da letto in una vera e propria oasi di pace.

Professione Naso: come diventare un esperto di profumi

La professione naso, meglio nota come maitre parfumeur o profumiere, indica quella persona che realizza i profumi e li firma, ma di cui quasi mai conosciamo il nome. Ciò avviene perché i maestri profumieri lavorano con realtà specializzate nella creazione dei profumi e non per i brand. Poco nota al grande pubblico, in verità si tratta di una professione molto ricercata.

Di cosa si occupa un professionista del naso?

Si tratta di un lavoro molto particolare. Il profumo è un potente strumento di comunicazione. Esso deve trasmettere le caratteristiche e i valori del brand che lo mette in vendita, ma deve incontrare anche i gusti del target del pubblico di riferimento: uomo, donna, bambino. Tenere in considerazione oltre al sesso a cui si rivolge anche l’età. Non sempre a 50 anni si usa ancora il profumo che si usava a 20 anni.

Il profumiere traduce un’idea, un’ispirazione in una creazione profumata. Carta e penna alla mano segna la formula che ha in mente, poi cerca di realizzare in laboratorio. Essenziale è la ricerca appassionata delle materie prime (naturali o chimiche) e delle essenze provenienti da tutto il mondo.

Quando nasce la professione naso?

Il maestro profumiere è un mestiere molto antico che vede le sue origini addirittura nell’Antico Egitto. È risaputo che i Faraoni avevano un loro profumo sacro: il celebre Kyphy. Nei secoli il mestiere è passato attraverso laboratori, alambicchi ed esperimenti alchemici fino all’epoca odierna.

Professione naso: talento naturale o percorso formativo?

Un aspirante maestro profumiere deve essere dotato di creatività e di una buona memoria olfattiva. Si perché è fondamentale che possamemorizzare ben 3000 sentori contro i 1000 di noi comuni mortali, se così vogliamo chiamarci.

Non solo un “professione naso” deve essere anche in grado di memorizzare gli odori e distinguere le note di testa, le note di cuore e quelle di fondo.

È evidente che profumieri si nasce, ma non è detto che non lo si possa diventare. Per formarsi servono anni di esperienza e un percorso specifico. Il maestro profumiere deve possedere una particolare sensibilità, un grande bagaglio artistico e tanta volontà che consente di trasformare le esperienze in creazioni profumate.

Vi abbiamo convinto ad intraprendere questo percorso e chissà domani essere i nuovi profumieri di un grande Brand?!

Gilead x Call4Artists: together we can stop the virus

Gilead lancia ‘Call 4 Artists’ il concorso artistico legato alla campagna di sensibilizzazione HIV Together we can stop the virus a cui ASA ha aderito nel 2019 e ha rinnovata la propria adesione anche in questa nuova iniziativa. L’obiettivo dell’iniziativa è trovare i nuovi artisti che arricchiranno con nuove opere sull’HIV la mostra nel 2021.
Magari proprio grazie a questa comunicazione scopriremo i futuri ‘artisti’ del progetto.

Da segnalare per questa edizione anche la presenza di Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, prima Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea in Italia che avrà un ruolo di ‘curatrice’ della mostra.

Chi può partecipare
Il concorso è rivolto ad artisti e professionisti della creatività sotto i 40 anni di ogni nazionalità o provenienza, emergenti o affermati, studenti o autodidatti, che vivano e/o lavorino in Italia. I vincitori dovranno vantare delle competenze sufficienti per generare un’opera multimediale in autonomia (affiancati da partner artistici e tecnologici del progetto) sul tema dell’HIV “Dalla diagnosi alla cura: i 4 90 dell’HIV”.
La partecipazione al Concorso dovrà avvenire esclusivamente attraverso la compilazione del Modulo di Presentazione del progetto accessibile dal sito web dedicato (https://www.hivstopthevirus.it/) con le modalità precisate nel sito stesso. La partecipazione con la relativa compilazione del Modulo sarà possibile a partire dalle h. 9.00 del giorno 1 dicembre 2020 fino – e non oltre – alle h. 12.00 del giorno 31 marzo 2021.

Premio
Il premio erogato per ogni artista selezionato si compone di un premio in denaro e di una Residenza Artistica, ovvero una formazione tecnica, teorica e pratica, sul linguaggio della realtà aumentata con focus in ambito artistico, nonché formazione sull’arte contemporanea e sul contesto scientifico dell’HIV. La Residenza sarà svolta in presenza o a distanza utilizzando una piattaforma digitale di comunicazione.

Vuoi essere l’artista della prossima opera?
Scarica il bando completo e compila il modulo di iscrizione!

Together we can stop the virus è il nome della campagna HIV di Gilead partita nel 2019 in collaborazione con 10 associazioni di pazienti, con lo scopo di raccontare in forma artistica la storia dell’HIV attraverso le varie fasi che la caratterizzano – Diagnosi, Trattamento, Successo della terapia, Qualità di vita – senza dimenticare lo Stigma, ancora radicato nella gran parte della popolazione. Nel 2020 si è aggiunta anche una nuova opera per interpretare le sfide delle persone con HIV durante l’emergenza Covid-19 6 opere visibili in realtà aumentata per immergersi nello storytelling dell’HIV a 360°.

Patrick Biedenkapp: il pilota che invita i followers a volare sempre verso i propri sogni

Pilota, influencer, blogger e scrittore, Patrick Biedenkapp è ormai conosciuto in tutto il mondo tramite le sue piattaforme digitali. Super attrezzato con Drone, Gopro e macchine fotografiche, il giovane trentenne gira l’Europa immortalandosi in scatti mozzafiato. Ma come fa un pilota ad avere così tanti followers? Lo abbiamo incontrato per chiederglielo…



Come sei diventato pilota? 

Per diventare pilota ho conseguito una scuola di volo specifica. Nel mio caso, nonostante la laurea all’università sia fortemente consigliata, dopo il liceo ho deciso di non proseguire gli studi accademici, ma mi sono iscritto direttamente alla scuola di volo la quale, conseguendo diversi esami in maniera periodica, mi ha permesso di accedere alla prova finale per diventare pilota. Questa è una scuola vera e propria che ti conduce direttamente all’obiettivo finale.

Prima di accedere al grande giorno ci sono diverse prove da superare, ad esempio esami teorici riguardanti una rigida e completa conoscenza del meteo e di come questo possa facilmente mutare soprattutto in alta quota, della struttura di un aereo e di tutte le sue parti, etc… Inoltre, le prove che devono essere costantemente superate non sono solo teoriche, ma anche pratiche. Alla fine eccomi qua, a 32 anni, un pilota- influencer che ha iniziato a volare ben 20 anni fa.



Oltre ad essere pilota, sei anche un affermato influencer, con quasi 800 mila follower. Come combini queste due professioni?

Quella del pilota non solo è sempre stata la mia professione, bensì la mia più grande passione. Tutta la mia vita è stata improntata per raggiungere questo obiettivo. Quella dell’influencer/blogger, è un’attività che si è creata in maniera spontanea, come una semplice conseguenza. Non ho mai forzato la cosa, semplicemente volevo raccontare a 360 gradi tutta la mia quotidianità: la vera vita di un pilota. Nessuno prima ci aveva pensato (o almeno, non era stato fatto sui social).

Mi sono in breve tempo reso conto che i miei contenuti piacevano, così mi sono attrezzato come un vero influencer (con macchina fotografica, drone, gopro) e l’attività ha preso piede…  Ad oggi porto avanti i due lavori di pari passo. Se devo essere sincero in questi ultimi mesi, che a causa del covid-19 mi è impedito di volare, riesco a dedicarmi di più ai social network.



Tra tutte le cose che fai, hai anche scritto un libro. Come mai? Di cosa parla?

Il libro “My glamorously unglamorous life as a jet-set pilot” è scritto da me, in qualità di pilota, e racconta la mia storia. Narra di come ho raggiunto questo obiettivo e di tutte le esperienze e peripezie necessarie per conseguire questo famigerato titolo: quello che in realtà non racconto sui social. Tutti pensano che quello del pilota sia un lavoro facile e di lusso, tuttavia ho deciso di raccontare gli aspetti più fragili e anche negativi che circoscrivono questa professione. Mi metto a nudo raccontando momenti pazzi e scioccanti che ho vissuto in prima persona, storie di persone che ho avuto a bordo, problematiche legate al mondo dell’aviazione.

Mi batto in prima linea, e questo libro ne è la prova, perché un giorno ci sia una corretta uguaglianza anche nel nostro settore dove oggi, purtroppo, i pregiudizi legati alla sfera sessuale o al colore della pelle sono ancora all’ordine del giorno. Scrivere questo libro è stato una forma di liberazione personale. Spero fortemente che possa  aprire gli occhi a chi, come ho fatto io, spera di lavorare in questo settore con tutto se stesso.

Sin da giovane c’era questa forte idea dentro di me di scrivere un libro, per raccontare la mia storia. Molti pensano che la vita la racconto tutta sui social, tuttavia nelle stories mostro solo una piccola parte di me, saltando decisamente alcuni tasselli importanti di cui non parlo mai. Con il libro posso esprimere tutto me stesso senza filtri e censure.

Continuerai a fare sia l’influencer che il pilota? Come ti vedi tra 10 anni?

Pilota e influencer sono due lavori che si sposano perfettamente: sono sempre più appassionato di foto e video! Nei prossimi 10 anni mi vedo come un portavoce della diversità, un’icona di riferimento per chi fa questo lavoro. Ma voglio che lo possa fare sentendosi libero di essere sé stesso, senza vincoli e pregiudizi. Il mio sogno è anche quello di aprire un negozio dove posso vendere prodotti  legati al mondo dell’aviazione. Infine, convincere le persone ad essere orgogliose di ciò che sono e motivarle ad inseguire, come ho fatto io, i propri sogni in totale libertà, a prescindere dal loro orientamento sessuale e dal colore della pelle.

8 spiagge dove fare surf in Europa

Se siete degli appassionati surfisti sempre alla ricerca dell’onda perfetta, sarete curiosi di scoprire le migliori spiagge europee dove fare surf. Certo quando si pensa al surf, tutti immaginiamo le favolose coste australiane, o magari quelle californiane, rese famosi dai telefilm americani. Non è necessario però andare così lontano per fare surf, poiché anche in Europa esistono fantastiche spiagge, come quelle della Spagna, dell’Irlanda e del Portogallo, da scegliere come destinazione. Siete curiosi?

Spiaggia di Sotavento (Fuerteventura), Spagna

I venti qui non smettono mai di soffiare e le onde sempre presenti l’hanno resa un paradiso per i surfisti. Si può andare tutto l’anno ed è adatta anche ai principianti.

Spiaggia di Mundaka (Vizcaya), Spagna

Essendo collocata nella Riserva della Biosfera di Urdabai, questa favolosa spiaggia lunga 90 m e larga 100, è poco urbanizzata ed è ideale per gli amanti della natura incontaminata. L’onda di Mundaka è considerata una delle migliori d’Europa: arriva quasi a 400 metri di lunghezza. Consigliata per gli esperti di surf come destinazione, è preferibile non andare in estate.

Spiaggia di Los Lances (Tarifa), Spagna

Questa spiaggia di sabbia finissima bianca, rinomata per la sua bellezza, è un’attrazione per i turisti di tutto il mondo. Adatta agli esperti, questa meta è consigliata tutta l’anno per il surf, eccetto d’estate.

Spiaggia di La Gravière (Hossegor), Francia

Famosa per le sue onde e i venti potenti, è un must per i surfist esperti e che amano le spiagge poco urbanizzate e che vogliono starsene lontani dalla folla.

Spiaggia di La Palue (Isola di Crozon), Bretagna

Surfabile solo con l’alta marea, è caratterizzata da onde lunghe e potenti ed è consigliata come meta per surfisti esperti tutto l’anno.

Spiaggia di Lafiténia (Saint-Jean-de-Luz), Francia

Una bellissima spiaggia selvaggia dove fare surf tutto l’anno, anche d’inverno, e magari anche campeggio. Adatta anche ai surfisti principianti.

Spiaggia di Bundoran, Irlanda

La migliore spiaggia d’Irlanda per gli appassionati di surf di tutti i livelli. Anche la zona circostante (un pittoresco villaggio di pescatori) è da esplorare.

Spiaggia di Easkey, Irlanda

Un’atmosfera rilassante e tranquilla caratterizza questa spiaggia dove è possibile fare surf tutto l’anno. Adatta anche a principianti.

Zacapa Enchanted Dinner: la delivery d’autore che porta il Guatemala in Italia

Dal 7 dicembre è arrivata a Milano e a Torino la Zacapa Enchanted Dinner, la home delivery del celebre rum guatemalteco che porta nelle case dei consumatori la magia della terra madre di questo distillato.



Si tratta di un’esperienza multisensoriale animata da suoni, colori e sapori, con l’obiettivo di rendere le festività ancora più speciali. Zacapa Enchanted Dinner consegna direttamente a casa una cena d’autore, creata ad hoc per Zacapa, e la Enchanted Box, un rituale di degustazione interattivo da creare e consumare nel dopopasto. Essa sarà composta da piccole ampolle, che custodiscono lo Zacapa 23, insieme ad infusioni al caffè, fragranze da nebulizzare sul bicchiere e cioccolati per esaltare le note del rum. Il tutto accompagnato da una playlist Spotify creata ad hoc.



L’iniziativa nasce grazie al coinvolgimento di due realtà gastronomiche diverse tra loro ma accomunate dall’alta qualità delle materie prime e da un servizio di delivery impeccabile. Zacapa ha unito tradizione e innovazione chiamando a collaborare al progetto il torinese Bar Cavour e il delivery service GODO.

GODO è la piattaforma di delivery di fondazione tutta italiana, nata nel 2015. I suoi piatti portano la firma di Tommaso Arrigoni di Innocenti Evasioni, a garanzia di una proposta gastronomica di assoluto rilievo. La Zacapa Enchanted Dinner a Torino, invece, sarà firmata da Andrea Carle, chef del Bar Cavour, il sofisticato cocktail bar al primo piano di Piazza Carignano.

8 posti da visitare nella Francia del Sud

La maggior parte dei visitatori afferma che i paesini più belli sono nel Sud della Francia. Tante sono le città famose che meritano una visita poiché sono veri gioielli di arte, architettura e archeologia, ma anche mete gastronomiche interessanti.

Scopriamo insieme quali sono le 7 mete imperdibili da visitare nella Francia del Sud.

8 luoghi da vedere nel sud della Francia

Nimes

Una città storica ricca di fascino è Nimes. Vi consigliamo di visitare la Cattedrale di Notre Dame nel centro cittadino, i Giardini della Fontana e la Maison Carrée, un antico tempio romano perfettamente conservato.

Montpellier

Un luogo dove è semplice trovare edifici ricchi di fascino ad ogni angolo. In centro c’è la celebre Place de la Comédie con l’Opéra Comédie e la Fontana delle Tre Grazie. Degni di una visita sono anche la Cattedrale di San Pietro, l’acquedotto di San Clemente e Porte du Peyrou.

Nizza

Vista la sua posizione, qui la principale attrattiva è il mare e i meravigliosi panorami al tramonto di cui consigliamo di godere dalla favolosa collina di Chateau. Non dimenticate una bella passeggiata per Piazza Massena.

Carcassone

Una delle città medievali più grandi d’Europa. Qui, tra antichi edifici, vicoli, castelli e fortezze, è facile fantasticare sul passato.

Arles

Questo pittoresco paesino è noto per il suo Anfiteatro e per il Teatro Romano. Degno di una visita è anche lo Spazio Van Gogh dove poter ammirare tante opere del celebre pittore.

Avignone

Sicuramente avrete sentito parlare di questa cittadina leggendo i libri di storia. Avignone è uno scrigno di gioielli architettonici come il famoso Palazzo dei Papi, in stile gotico.

Aix-en-Provence

I turisti visitano questa cittadina non per i suoi gioielli architettonici, ma principalmente per i suoi campi di lavanda, bellissimi e straordinariamente profumati. Tra metà giugno e la fine di agosto la Provenza si tinge di lilla. Uno spettacolo imperdibile!

Gordes

Gordes è definito fra i più bei villaggi presenti in Francia. Si trova arroccato su di una collina nel parco di Luberon. Caratterizzato da case con tetti in terracotta e facciate in pietra. Si trova anche un castello del IX secolo e il Museo etnografico de Les Bories.

Profumeria artistica: 6 fragranze da regalare a Natale

Nel manuale dei regali, certamente il profumo è quello più rischioso, soprattutto se non si ha la certezza dei gusti del destinatario.

Se però ci sentiamo sicuri di osare e vogliamo stupire una persona davvero importante, possiamo puntare sulla profumeria artistica, che anche in questo periodo offre innumerevoli spunti per chi cerca un’idea regalo unica. Un oggetto prezioso, inaspettato e particolarmente indicato per chi desidera una fragranza che dia un’impronta distintiva, o comunque meno legata agli schemi tradizionali.



Black Oud Extreme Amber – Laurent Mazzone

Questo estratto profumato avvolge il corpo nel suo elegante velo, diventando parte indispensabile della personalità di chi lo indossa. La fragranza orientale e legnosa si apre con note di incenso e di spezie e si chiude con note di castoreum, vaniglia, legno di sandalo, cedro e zibetto. Particolarmente indicato nelle serate della stagione fredda.

Santal Insolent- Molinard

Eau de parfum che prende ispirazione dal cuore delle sacre foreste indiane e richiama atmosfere lontane e ardite. Un’armonia legnosa con un’apertura luminosa di legni preziosi, quali sandalo e cedro, che si uniscono alle note speziate di pepe e cardamomo. Le note balsamiche dell’elemi donano un tocco di mistero e si adagiano sul fondo di ambra e cuoio.

My New York – Bond No. 9

La fragranza è caratterizzata da note di testa che esplodono con un’energizzante carica di zenzero e pepe rosa, che si trasformano in un ricco cuore di rosa. Il fondo, invece, è ricco di cashmeran, legno di sandalo e patchouli, donando alla composizione una base calda e lussuosa.

Fragrance Travel Collection For Him – Floris

Uno scrigno contenente i 4 flaconi delle più amate eau de toilette di Floris. Santal, dove gli agrumi e le spezie rinfrescano con la lavanda il caldo legno del sandalo; N°89, una fragranza nella quale gli agrumi sono infusi in un corpo di note speziate e legnose con un tocco di rosa, geranio e ylang ylang; Elite, un fresco blend che evolve in toni legnosi, di ambra e di muschio e JF, fragranza che combina lime e mandarino con coriandolo e salvia sclarea.

Chicago High – Vilhelm Parfumerie

Questa eau de parfum è stata realizzata come fosse una sorta di macchina del tempo, che attraverso le memorie del profumo, rievoca l’emozione dei ruggenti anni ’20. Si apre con note di champagne, ananas e bergamotto, che si trasformano in un cuore di miele e tabacco. Il fondo è invece ricco di cuoio, patchouli e ambra.

Peau Santal – Miller Harris

Una fragranza sensuale a base di sandalo. Olibano e papiro ne esaltano il suo calore. Legno di cachemire, ambra e muschio donano un tocco di sensualità alla fragranza, mentre la vaniglia la completa, giocando con la cremosità e carnalità del legno di sandalo.

Lavare barba: come lavarla in maniera corretta

Quando un uomo decide di farsi crescere la barba, è importante che sappia fin da subito come curarla, ma soprattutto che abitudini adottare per avere un risultato soddisfacente. Lavare la barba è sicuramente una pratica che rientra nella routine quotidiana.

Mano a mano che cresce, la barba tende a diventare terreno fertile per batteri e a catturare microparticelle di polvere e polline. Per non parlare dei caldi mesi estivi, quando il sudore complica le cose. 

Il lavaggio quotidiano è essenziale per prevenire problematiche come prurito e forfora. Bisogna usare prodotti specifici, formulati proprio per lavare la barba. Devono essere delicati, ma devono anche ammorbidire, districare ed idratare. Non bisogna mai usare i normali shampoo o bagnoschiuma perché sono prodotti molto aggressivi e quindi irritanti.

Scopriamo insieme step by step come lavare la barba correttamente.

Come si lava la barba? Vediamolo in 4 step

Bisogna in primis bagnare la barba con acqua alla giusta temperatura: deve essere tiepida, né troppo calda che danneggia i peli, né fredda che chiude i pori.

Il secondo step è il sapone da applicare in piccola quantità sulla barba, massaggiando delicatamente con movimenti circolari usando la punta delle dita.

Il terzo step è il risciacquo che deve avvenire sempre con acqua tiepida. È importante togliere bene tutti i residui di sapone, andando dall’alto verso il basso.

Dopo la lavatura si passa all’asciugatura. Non è consigliabile usare il phon, meglio un asciugamano. Il phon, infatti, danneggia i peli con la sua alta temperatura. Infine, bisogna passare l’olio per la barba e spazzolare per metterla in ordine.

Un’ultima accortezza è quella di utilizzare una colonia profumata per la barba, ma questo è un dettaglio molto soggettivo.

Ogni quanto lavare la barba?

Sarebbe buona abitudine lavarla quotidianamente, o almeno ogni 2 giorni. La barba si sporca facilmente in particolare se si fa un lavoro a contatto con polvere o altre sostanze come ad esempio cemento. E’ bene tenere alla larga batteri e microbi e prevenire pruriti ed irritazioni, che qualora si verificassero potrebbero anche infiammare la pelle al punto di dover essere costretti a tagliare tutta la barba. Allora si che sarebbe un problema, per chi porta la barba magari da anni e fatica ad abbandonare questo look. L’importante è usare sempre prodotti specifici per la pulizia di barba e cute e farla con costanza!

Giacomo B: la nuova linea beauty a base di olio di nardo

Trent’anni di lavoro come hairstylist, la conoscenza da vicino del settore beauty, e una presenza continua nelle Fashion Week, nazionali e internazionali, sono la base dell’expertise maturata da Giacomo Bergamini in tanti anni di attività. Lu sua è nuova linea di prodotti, per donne e uomini, di straordinaria efficacia dedicata alla bellezza e al benessere dei capelli con alla base l’estratto di radice di nardo. Si parte con lo shampoo rinforzante e il balsamo nutriente. Poi i prodotti per il corpo con olio essenziale di nardo: l’olio secco per il corpo e la lozione profumata per mani e corpo; si aggiungono due proposte per la casa: le candele relax all’estratto di radice di nardo e il diffusore ambiente all’olio essenziale di nardo.

È invece a base di aloe vera biologica, il gel purificante e igienizzante per le mani, un ingrediente che più si usa e più si scoprono i suoi effetti benefici e le sue proprietà. La collezione unisce due civiltà tanto lontane quanto vicine, sintetizzate in due luoghi Milano e Kathmandu, che esprimono il concept di tutta la linea: pregiati ingredienti del Nepal scelti e armonizzati con passione, completamente in Italia.

Noto per le sue molteplici proprietà benefiche, l’olio essenziale di nardo si presenta con una profumazione molto particolare e pungente.

Come dice lo stesso Bergamini: “Dopo tre anni di ricerca il mio team, in collaborazione con maestri profumieri, è riuscito a realizzare una fragranza delicata, esclusiva e molto elegante utilizzando altre sostanze come, il rosmarino, il bergamotto, il cardamomo e l’artemisia, che aggiunge all’efficacia dell’ingrediente una profumazione che sollecitando l’olfatto ha il potere di portare il buon umore, di richiamare la positività e di conquistare con un senso di equilibrio e di benessere. Sono segreti antichi sviluppati con le tecniche olfattive più avanzate ma che appartengono a culture millenarie”

Profumi, borse, gioielli, co-lab: la scalata al fashion system di Byredo

Qualche giorno fa la superstar del rap Travis Scott ha presentato il suo ultimo progetto Travx Space Rage, eau de parfum e candela abbinata che ambiscono a restituire le sensazioni, olfattive e non solo, di un viaggio nello spazio; si tratta dell’ennesima partnership di rango per Byredo, label di profumeria artistica cui si è rivolto, da ultimo, il cantante americano per realizzare la sua essenza “galattica”.



Il marchio è stato fondato nel 2006 da Ben Gorham, creativo dal percorso decisamente atipico per un contesto formale quale l’haute parfumerie: svedese nato da genitori indiani e canadesi, cresciuto tra il suo paese, Toronto e New York, ex playmaker di basket professionista, una laurea in Belle Arti al Royal Institute of Art di Stoccolma, decide di lanciarsi nel settore dopo un incontro col connazionale e profumiere Pierre Wulff. Per il nome si lascia ispirare dall’espressione, piuttosto evocativa, contenuta in un sonetto di Shakespeare (“by redolent”), per il resto ha le idee chiare: selezionare le migliori materie prime disponibili, affidarsi a nasi d’eccezione (la scelta ricade su Jérôme Epinette e Olivia Giacobetti, due autorità in materia, arruolati per occuparsi rispettivamente di profumi e candele), puntare su una gamma ben assortita di fragranze, rigorosamente unisex, anziché su un singolo prodotto sperando che sia premiato dalle vendite il prima possibile.

Soprattutto, Gorham pensa che il sillage sia una traduzione in note olfattive della propria personalità, un’espressione dunque di singolarità, della voglia di distinguersi da chiunque altro. Non va dimenticato che, alla metà degli anni Zero, la scena mainstream era dominata da best seller quali cK One di Calvin Klein o Fahrenheit di Dior, e si guardava ai profumi in generale come fossero oggetti branché, un succedaneo del lifestyle associato a una determinata griffe. Lui, al contrario, vuole rivolgersi a una cerchia ristretta di intenditori, offrendogli «un mezzo per celebrare la nostra individualità in modo viscerale».



I riscontri sono immediati, le creazioni – Encens Chembur, Bal d’Afrique, Gypsy Water, Mojave Ghost – rimandano a viaggi colmi di ricordi ed emozioni, i flaconi con il tappo tondeggiante nero diventano un cult grazie al design minimalista, e arrivano le prime collaborazioni di livello, a partire da M/Mink, una EdP pensata per restituire l’odore dell’inchiostro sulla pelle mediante una miscela di aldeidi, incenso, ambra, patchouli, cedro e trifoglio, commissionata nel 2009 dal celebre studio creativo M/M Paris; a seguire, il tandem con la coppia di fotografi Inez & Vinoodh per 1996, un blend di note orientali e legnose – dall’iris al cuoio, dal ginepro alla vaniglia – per trasmettere l’emotività di uno degli scatti più suggestivi del duo, ‘Kirsten 1996’ appunto.
Vanno citati poi il progetto a quattro mani con l’artista Carsten Höller (l’autore, per intendersi, degli enormi funghi penzoloni dal soffitto della Fondazione Prada) dal titolo paradigmatico di Insensatus, un dentifricio in edizione limitatissima, le cui molecole dovrebbero stimolare processi fisiologici tali da indirizzare i propri sogni; e l’edizione speciale della fragranza Mister Marvelous, un omaggio al celebre hairstylist olandese Christiaan Houtenbos, accolta in un pack color arancio.

La consacrazione definitiva a nome di rilievo della niche perfumery avviene, con ogni probabilità, grazie a Elevator Music, una limited edition con il Re Mida della moda odierna Virgil Abloh: oltre al jus eponimo, racchiuso in una boccetta attraversata dalle strisce segnaletiche tipiche di Off-White, la selezione comprende t-shirt, jeans, borse a secchiello e handbag dai profili geometrici, queste ultime corredate delle immancabili zip-tie rosse (le fascette emblema dell’estetica industrial di Abloh, ndr).

Non parliamo però di un unicum: Gorham è intenzionato infatti a rendere Byredo un vero e proprio brand, che proponga abiti, accessori, pelletteria e via discorrendo. Nel 2015 lancia pertanto una serie di borse a trapezio dal gusto clean, realizzate artigianalmente in Italia, seguita dagli occhiali da sole co-firmati da Oliver Peoples, le cui lenti colorate sono influenzate dalle eau de parfum, e viceversa. L’anno scorso debutta poi Byproduct, capsule collection di completi sartoriali dai volumi rilassati, cappellini, bag e sneakers hi-top.



Il côté sportivo del fondatore, amante dell’outdoor, trova invece espressione nella linea Possessions of my Soul, realizzata per la stagione spring/summer 2020 con il marchio skiwear Peak Performance, composta di giacche trapuntate, windbreaker, parka, maglie e pantaloni termici in una mischia di tessuti tecnici e pura lana merino, pensati per affrontare vestiti di tutto punto il meteo estremo delle montagne svedesi a nord del Circolo Polare Artico (l’idea è venuta, in effetti, da un’escursione sulle cime di Riksgränsen, in Lapponia). Tutti gli indumenti sono ultraleggeri e completamente ripiegabili, tanto per ribadire lo spirito utilitaristico sotteso alla collezione.

Non mancano nemmeno i gioielli, per i quali la designer Charlotte Chesnais si concentra sulla struttura della catena, ottenendone bracciali, anelli e collane dalle forme allungate, sinuose.
Lo scorso settembre è il turno dell’esordio nel make up con un assortimento di rossetti, mascara, eyeliner e lip balm, curato dalla truccatrice del momento Isamaya FFrench, già consulente per il maquillage di Tom Ford e Christian Louboutin (sua la firma dei LoubiLooks, i lipstick dal tappo lungo e affilato come gli stiletto dello stilista) e ora responsabile del beauty di Burberry. Passano infine pochi giorni e viene annunciato Osyling, un ventaglio di tredici candele profumate per la casa contenute in vasetti di ceramica colorata, disponibili in esclusiva da Ikea; suddivise in tre categorie basilari – floreale, legnosa, fresca – hanno prezzi contenuti, fino a un massimo di 20 euro.
Proprio la collaborazione con il gigante dell’arredamento svedese prova come Gorham sappia passare senza fare una grinza dal mondo delle fragranze di nicchia e del lusso in generale al mass market; una versatilità che gli tornerà senz’altro utile per rafforzare sempre di più lo stile di Byredo, a 360 gradi.

Manintown incontra One Shot Agency e i suoi giovani talenti

Oneshot agency è una realtà italiana che opera nel settore del management e della comunicazione digital. Nel suo portfolio vanta nomi noti nel panorama social (soprattutto Tik Tok e Instagram) come Elisa Maino, Marta Losito, Paola Di Benedetto e il giovanissimo Tancredi Galli.

Nell’intervista i tre fondatori Eugenio Scotto, Benedetta Balestri e Matteo Maffucci ci raccontano il loro background svelandoci i nuovi progetti social in partenza nei prossimi mesi a cominciare da Chill House, un reality-format di successo con origini USA, che coinvolgerà i creator più famosi d’Italia.

Come è nato il progetto Chill House e chi sono i protagonisti?

M: Il progetto Chill House è un talent show contemporaneo in cui i protagonisti sono influencer con numeri da capogiro, che si trasferiscono in una scenografia da sogno, una villa dove vivere e creare contenuti. Abbiamo replicato lo stesso meccanismo della Hype House americana: gli influencer che abbiamo selezionato sono i Q4 (Tancredi Galli, Gianmarco Rottaro, Diego Lazzari e Lele Giaccari), Valerio Mazzei e Zoe Massenti, e la villa si trova a pochi chilometri da Milano. Nel contesto della villa i ragazzi faranno experience di ogni genere: lezioni di inglese, sport, lezioni di pianoforte, recitazione e molto altro, oltre alla creazione di contenuti insieme sui profili della casa. Stima di numeri aggregati: oltre 13,5 milioni di utenti su Instagram e oltre 25 mln su Tik Tok. E’ un progetto molto ambizioso ma già in ascesa, a un mese dal lancio i profili della casa hanno raggiunto 165mila follower su Instagram e 400mila su TikTok: un incubatore perfetto per aziende di qualsiasi categoria merceologica.

Come la moda si sta avvicinando ai nuovi social media come TikTok?

B: Tik Tok è uno strumento imprescindibile per raggiungere un nuovo target, quello della Gen Z, cioè i consumatori del domani, e sempre più aziende della moda hanno deciso di inserire la piattaforma nelle loro social media strategies. Se prima la piattaforma era dominata da brand del Fast Fashion, nel corso dell’ultimo anno aziende come Prada, Gucci, Burberry, Celine, hanno inaugurato i loro canali social sulla piattaforma, con contenuti costruiti ad hoc per Tik Tok. Molti brand hanno deciso anche di coinvolgere TikTokers per il lancio dei profili o per attività specifiche: ad esempio, si sono rivolti a noi brand come Dolce e Gabbana, che ha ospitato i nostri Tik Tokers in front row alla scorsa Fashion Week o Etro, per il lancio della collezione Toys natalizia 2020.

Quali le strategie secondo voi vincenti per moda e lifestyle con i new media?

M: Una strategia vincente deve rispettare i canoni e il linguaggio propri della piattaforma su cui si sviluppa. Quindi sono giusti i contenuti patinati e molto curati per Instagram, dove vince un feed molto curato, mentre su Tik Tok bisogna lasciar spazio alla creatività utilizzando le features della piattaforma. La prima regola comunque rimane selezionare talent che rappresentino completamente i valori e l’immaginario del brand. Una volta selezionati gli influencer da coinvolgere, bisogna concentrarsi sullo sviluppo di uno storytelling che integri il brand nella storia e nella vita dei creators. 

Gli ultimi talent che avete scoperto?

E: Oggi raccogliamo i frutti di quello che abbiamo seminato nei primi tre anni di vita della nostra azienda. Elisa Maino, Valeria Vedovatti, Gordon, sono gli esempi più lampanti del nostro lavoro. Ultimamente stiamo cercando di cercare target e profili diversi: ad esempio Gaia Sabbatini, atleta delle Fiamme Azzurre, o le 4Calamano, un gruppo di quattro sorelle che su Tik Tok cantano, oppure Ludovica Nasti che è una giovanissima attrice.

Raccontateci il vostro background professionale e perché avete deciso di aprire One Shot Agency?

E: Abbiamo background e storie molto diverse e probabilmente questo è il nostro punto di forza, che ci ha permesso di ottenere risultati così ottimi in soli tre anni. Io lavoro come talent scout da oltre dieci anni, ho scoperto talenti come Frank Matano, Francesco Sole, oltre a Elisa Maino. Matteo oltre alla sua carriera da artista (fa parte del duo musicale Zero Assoluto), ha prodotto programmi televisivi, è appassionato di street art e ha lavorato come speaker e autore di numerosi programmi. Benedetta ci mette in riga, ha una laurea in Economia che fin da giovanissima ha applicato in televisione (RSI), e nel mondo degli eventi e della musica, lavorando per un’etichetta musicale che distribuisce il festival di musica elettronica Tomorrowland. Quando ci siamo incontrati, circa quattro anni fa, è stato tutto molto naturale e immediato. 

Cosa differenzia la vostra agenzia da altre digital agency?

B: Il nostro team è costituito da persone che provengono da realtà diverse tra di loro, con un bagaglio di esperienze nel settore televisivo, radiofonico, musicale e degli eventi. L’età media del gruppo è di 30 anni, siamo Millenials e il nostro linguaggio è a cavallo tra due generazioni che faticano a parlarsi. Il nostro compito è interpretare le richieste e necessità delle aziende e facilitare il dialogo con le nuove generazioni. La nostra carta vincente però è il rapporto che costruiamo con i talent, la familiarità che si respira nei nostri uffici e il lavoro attento che viene fatto su ogni singolo talento. Siamo come una sartoria: i talent arrivano e noi gli cuciamo addosso il vestito perfetto.

#MitParade – Le new collab di dicembre

Celebrazioni e sperimentazioni. Dall’olimpo del lusso, una Maison d’eccezione veste di blu l’eco-bottle più esclusiva del momento, mentre il denim numero uno al mondo celebra con una capsule la famiglia Disney.
Brand d’alta gamma nel panorama dei capi antifreddo, festeggiano una partnership vincente lunga 10 anni, una certezza quando si parla di sicurezza ad alta quota.  

Le festività si arricchiscono di nuove ispirazioni per personalizzare il proprio stile con audacia e un pizzico d’ironia, per realizzare quello che prima nessuno ha mai osato fare. Come tatuare una racchetta da tennis.

Idea rivoluzionaria nata dall’unione tra Prince, icona del mondo del tennis e Hydrogen, azienda in ascesa nel panorama dell’abbigliamento sportivo. Il Tattoo Pack consiste in una racchetta da tennis in coordinato con borse e accessori, disegnati in esclusiva da Alberto Bresci, stilista di Hydrogen e Ambassador del progetto Prince by Hydrogen.La racchetta “O3 Tattoo 100” è disponibile nelle due versioni da 310 gr e da 290 gr, per rispondere alle esigenze di tennisti di livello intermedio e avanzato.
Questo design accattivante, ispirato proprio ai tatuaggi del designer, si unisce all’elevata tecnologia Textreme X, che aggiunge Twaron alla formula originale Textreme per un maggiore controllo dei colpi.

L’eccellenza italiana dell’occhialeria e delle calzature, si uniscono combinando qualità e tradizione artigianale con l’innovazione e un’attitudine stravagante. La label di calzature Hide & Jack, famosa per aver introdotto il concetto di dualismo nel mondo della calzatura, intercambiando suole e tomaie nei suoi modelli, crea tre modelli di occhiali con il brand di eyewear Miga Studio, che combina l’autenticità italiana al mood giapponese minimal futuristico.

La versione più esclusiva della 24Bottles, brand padre della sostenibilissima Clima Bottle, e da sempre impegnato in progetti di riforestazione, questo Natale si veste con l’inconfondibile pattern Dior oblique in una tonalità blu notte. La risposta più stilosa alle infinite varianti di ecobottle è la Travel Tumbler: la tazza termica da viaggio 100% ermetico e termico, in grado di mantenere le bevande fredde per 24 ore e calde fino a 6 ore, in vendita con la sua pratica Travel Tumbler Holder, il gancio appositamente disegnato dalla Maison per trasportarlo comodamente ovunque.

“Essere scelti nuovamente da Dior per una seconda collaborazione ci rende molto orgogliosi e consacra definitivamente 24Bottles come il nuovo accessorio cult della moda internazionale”, dichiarano Giovanni Randazzo e Matteo Melotti, co-founder di 24Bottles.

I protagonisti dei fumetti più famosi al mondo, idoli di giovanissimi ma ancor più dai meno giovani, hanno invaso, tra stampe overall e ricami, jeans, felpe e capispalla trapuntati di una special edition firmata Levi’s® x Disney Mickey & Friends.
Una storia di connessione che mai come oggi suona familiare e rassicurante, nelle grafiche di Minnie, Topolino e Pippo che rimangono uniti, anche se fisicamente lontani. Una celebrazione della vita e dei valori fondamentali come la famiglia e l’amicizia, si ritrovano nella più potente rappresentazione di Topolino e Minnie che chiacchierano tramite un telefono vintage, sulle t-shirt da uomo e da donna e sulle Padded Reversible Trucker Jacket da uomo.

Un capo d’eccellenza, unisex, ispirato alle vaste cime canadesi per celebrare i 10 anni di partnership tra OVO e Canada Goose, insieme a un successo sempre attivo tra i top di gamma nel panorama della protezione antigelo. Il Terrain Parka, in tre varianti colore, raggiunge caratteristiche tecniche ai limiti dell’eccellenza che lo collocano al secondo posto all’interno del Thermal Experience Index (TEI) di Canada Goose, fornendo il massimo in termini di calore interno e comfort, arrivando a proteggere da temperature fino a -15°C.

Viaggi esoterici: 3 luoghi misteriosi in Italia

Sono sempre di più i turisti che scelgono di fare un viaggio esoterico, alla scoperta di luoghi magici e misteriosi in giro per l’Italia. L’importante è che le località prescelte suscitano curiosità, o anche timore o terrore. Chiese sconsacrate, porte dell’Inferno, castelli abitati da fantasmi: infinite sono le opportunità per chi ama l’esoterismo e desidera indagare sugli aspetti nascosti e segreti dei luoghi da visitare.

Scopriamo insieme 3 luoghi misteriosi in Italia che meritano una visita.

3 luoghi per i tuoi viaggi esoterici in Italia

Da nord a sud in Italia vi sono diversi luoghi esoterici degni di nota e da segnare per i tuoi viaggi esoterici, qui ne abbiamo selezionati tre che speriamo ti piacciano.

Cappella San Severo, Napoli

Un principe alchimista maledetto e dedito alle arti oscure, Raimondo di Sangro, Principe di San Severo e Gran Maestro della massoneria napoletana e la sua Cappella nel cuore del centro storico di Napoli, colma di segreti ancora da scoprire. Seconda la leggenda fece uccidere due suoi servi per imbalsamare i corpi e assassinare ben 7 cardinali con le cui ossa e pelle fece realizzare delle sedie.

Un’altra leggenda narra che riuscì a “marmorizzare” attraverso un processo alchemico il velo della famosa scultura nota come “Cristo Velato”. Quando era in punto di morte, si fece tagliare a pezzi da un servo e deporre in una cassa al fine di risorgere, ma la famiglia, che non era al corrente dei suoi malefici, aprì la cassa prima del tempo quando il corpo era ancora in fase di ricomposizione e il principe morì definitivamente lanciando un urlo e dannando le loro anime.

Faraglioni dei Ciclopi di Aci Trezza, Sicilia

La leggenda di questo luogo è raccontata nel nono libro dell’Odissea ed attribuisce l’origine dei Faraglioni all’ira del Ciclope Polifemo, che dopo essere stato accecato da Ulisse, avrebbe lanciato contro l’eroe grandi cime rocciose per impedirne la fuga in mare. I sassi sono appunto i Faraglioni che ancora oggi si ammirano ad Aci Trezza.

Ponte del Diavolo, Lucca

Il Ponte della Maddalena è noto come “Ponte del Diavolo”. La leggenda narra che a costruirlo fu niente meno che Satana in persona. Il muratore incaricato di finire l’opera, stanco del duro lavoro, una notte scese a patti con il Diavolo che gli promise di completarlo in una sola notte in cambio però della prima anima che avrebbe attraversato il ponte medievale. Il Diavolo però fu ingannato: la prima anima che passò fu quella di un cane e non di umano. Ancora oggi il Signore delle Tenebre è in cerca dell’anima che l’ha truffato.

Pier Costantini : Analogic nostalgia

“Pier entra in studio, affilato, gli occhi sono attenti e vigili. La fotografia di Pier si arrende nell’assoluta imprecisione di foto mezze sfuocate, nei colori sbiaditi delle Polaroids, in un delirio di luci opache o di impressioni troppo sature comincia a vibrare l’esistenza, il sangue a scorrere nelle vene. La sua fotografia pulsa, diventa solida, concreta, testimone di un amore cucinato negli anni, incomprensibile forse, ma autentico nella sua tenera ferocia” A parlare è Toni Thorimbert , fotografo di moda di fama internazionale, nell’introduzione del progetto “CIBO” divenuto libro e pubblicato dalla Hoepli (Milano). 

Manintown incontra Pier Costantini e gli affida un racconto fotografico dove ad emergere non è solo la sua fotografia ma anche i capisaldi della moda internazionale e i volti di tre talent scoutati dalle migliori agenzie milanesi.


Il ruolo del fotografo nella società contemporanea infestata da oltre un decennio dagli smartphone e dalle vittime dell’analogic nostalgia. Impressioni e considerazioni in merito alla direzione che sta prendendo la cultura visiva?

Credo che, attualmente, la figura del fotografo debba seguire una strada autoriale. Il fotografo deve essere prima di tutto capace di parlare diversi linguaggi per porre una forte base sulla propria cifra stilistica. Non si tratta più di imprimere su un sensore la rappresentazione della realtà, ma di andare oltre il reale proprio per indagare ciò che non è comprensibile ad un primo sguardo.


Autori e fautori di storytelling visivi. Da dove nascono i tuoi progetti e da dove attingi gli spunti ispirazionali che ti guidano nella realizzazione?

Mi dedico molto ai progetti personali che possono toccare le più svariate tematiche. Quando accolgo un progetto lo faccio mio, partecipo attivamente alla sua vita e non mi esulo in qualità di esecutore. La fase di studio e ricerca sono i momenti fondamentali dove mi confronto con i collaboratori al fine di creare connessioni solide che possano portare al miglior risultato di sempre. Oggi abbiamo numerosi strumenti e fonti di ispirazione. Guardo immagini tutto il giorno, creando un archivio non solo digitale ma anche mentale. Mi aiuta molto anche leggere, soprattutto di filosofia perché mi conduce verso mondi inesplorati.


Un’identità forte e una spiccata sensibilità analitica che porta Pier Costantini a lavorare su temi dalla forte valenza sociale. Descrivi ai nostri lettori il tuo background e i “punti focali” su cui di basa la tua personalità.

Arrivo tardi alla fotografia, dopo essermi laureato in Giurisprudenza, avevo una certa inclinazione per le materie umanistiche e per la filosofia (respiravo filosofia dalla mattina alla sera, mia madre è una professoressa di storia e filosofia). Nonostante avessi voti pessimi al liceo, studiavo solo gli autori che mi interessavano spesso lontani da programmi scolastici, come Umberto Eco. Inizio a fotografare e studiare da autodidatta come spesso accade.

La fotografia è stata più di una semplice passione, cosi ho deciso di intraprendere un lungo percorso di formazione. La mia formazione è stata inizialmente dedicata al ritratto, un territorio per me ignoto, prendendo come punto di riferimento il fotografo Eolo Perfido. Ho dedicato parte di essa anche allo studio della Street Photography. Se l’elemento umano è al centro della mia fotografia, la disciplina che mi mette in relazione ad esso nel quotidiano è proprio la Street Photography. Attualmente il mio lungo percorso è guidato da Toni Thorimbert cui ho affrontato e sto affrontando strade diverse, dallo studio della fotografia di moda al ritratto.





“CIBO” progetto fotografico, divenuto libro, con cui sei stato finalista al Premio Voglino 2018 di Fotografia Etica, ed entrato a far parte della Italian Collection 2018 (piattaforma dedicata a tutti gli autori italiani di talento della nostra comunità artistica). Prova a raccontarcelo.

Il progetto fotografico nasce dopo un lungo percorso di ricerca personale, guidato da Toni Thorimbert. Insieme abbiamo iniziato ad indagare e approfondire il mio intimo, al fine di restituire una fotografia che parlasse realmente di me, scevra da qualsiasi sovrastruttura e preconcetto. Da li ho iniziato a fotografare la mia famiglia, cercando di intraprendere un nuovo modo di comunicare, creare un ponte nuovo di contatto con loro. Noi siamo in 3. Io, mio padre Guerino e mia madre Anna.
Il cibo ha sempre avuto un ruolo importante, mai nulla lasciato al caso, mai un pasto consumato alla buona. Mio padre educato con i vecchi valori contadini, dove ogni singolo elemento della terra doveva essere rispettato e trattato per quello che era, cibo da consumare, da vivere!

Guerino, nel corso della sua vita si è ammalato di diabete, una malattia dove l’alimentazione corretta è fondamentale, ma lui non è mai stato attento a questo, andando avanti per la sua strada. La malattia, se trattata con un’alimentazione adeguata e con insulina, dà la possibilità di vivere bene, ma se infrangi quelle poche regole ti logora e ti distrugge, dall’interno. Il grande amore di mio padre per il cibo lo ha portato ad aver sempre più bisogno di insulina, ma si sa l’insulina ammazza le arterie, motivo per il quale è finito in rianimazione per un coma diabetico, di lì a poco tempo 2 infarti; poi altro tempo e la circolazione alle gambe era ormai compromessa, specialmente una di gamba; poi altro tempo ancora, fino a perdere una gamba. Nonostante tutto questo mio padre non si è perso mai d’animo e ha continuato a cucinare, a scrivere ricette sul suo diario e a fare conserve con il suo “brand”: Guerino Forever, un desiderio, una speranza.
Cibo, per me parla di radici, di famiglia. Ho deciso di documentare momenti nella nostra quotidianità, i pezzi sereni di vita dopo la tempesta. Un atto d’amore e di speranza.


Un autore non disdegna i progetti commerciali ed editoriali anzi contribuisce ad arricchirli con il suo occhio e la sua abilità nello storytelling e nella composizione visiva. Come strutturi le proposte creative per brand e testate?

Anche in questo caso la ricerca è la chiave di svolta. Seleziono brand e testate da contattare in linea con la mia estetica. La proposta creativa arriva dopo un’intensa fase di studio insieme al mio team di produzione e sono ben disposto a far fluire le energie del committente in essa, senza snaturare quella che è la mia conclamata identità.


Photographer Pier Costantini  www.piercostantini.com

Special Content Direction, Production & Styling Alessia Caliendo

Hair Piera Berdicchia @The Green Apple Italia

Mua Andrea Severino Sailis

Models Matteo & Zaccaria @Boom Models e Filippo @Urbn Models

Photographer assistant Andrea Re

Styling assistants Andrea Seghesio e Laura Ronga

Special thanks to @NH Hotel Milano Congress Centre  e La Polpetteria 

Smartwatches Garmin: tutto ciò di cui hai bisogno concentrato sul tuo polso

La vita frenetica dei giorni d’oggi ci porta a scegliere e a circondarci di tecnologie varie che ci aiutano a risparmiare tempo, a velocizzarlo e a semplificare ogni nostro compito o incarico. Per questo negli anni le aziende specializzata nel settore orologiaio hanno deciso di dare vita a piccoli e propri computer da polso, nei quali unire il design di un accessorio da polso alla innovativa tecnologia moderna. Dando vita a quelli che oggi definiamo smartwatches e che hanno conquistato sia il mondo maschile che quello femminile. Nessuno può più fare a meno di questi tecnologici orologi.

In particolare il Garmin orologio è quello che ancora oggi stupisce e cattura un grande pubblico. Un brand che si è sempre distinto nell’ambito della tecnologia lanciando quelli che sono stati i primissimi navigatori GPS ed è sempre stato un passo avanti ai competitors per l’ideazione di prodotti che hanno facilitato significativamente la vita di tutti i giorni. Ma quando è riuscito ad inserirsi anche nel campo orologiaio degli smartwatches, ha convinto una grande fetta di mercato di appassionati che ancora oggi restano affascinati dalla bellezza e dalla funzionalità dei suoi modelli. L’estetica di questi orologi è davvero unica, in cui nessun dettaglio è mai lasciato al caso. Un accessorio perfetto da abbinare ad uno stile casual ma anche ad un outfit elegante raffinato, grazie anche alla possibilità di poter cambiare il cinturino e poter scegliere il colore che si preferisce ma anche il materiale più adatto alle nostre esigenze come quello in silicone, nylon, pelle o acciaio. Ma ovviamente oltre alla bellezza esteriore, indiscutibile e accattivante, il vero fascino è dato dalla moderna e avanzata tecnologia, che si esprime in modelli diversi e dalle caratteristiche specifiche e selezionate per adattarsi alla vita di tutti.

Garmin tra le novità che riserva ai suoi clienti, offre la possibilità di poter scegliere quale quadrante o per meglio dire watchface scegliere per il proprio smartwatch, così da carpire con un solo sguardo tutte le notizie di cui si ha bisogno. Come ad esempio: ora, data, frequenza cardiaca, monitoraggio dell’attività di fitness in base agli obiettivi prefissati, temperatura climatica, notifiche dello smartphone, contapassi oltre a poter scegliere sia una “faccia” analogica che “digitale”. Ma questa è solo una delle tante opzioni che avrete. I modelli smartwatches sono pensati anche per gli sportivi, con caratteristiche specifiche per ogni sport. Per il running, propone orologi con funzioni di allenamento avanzate o con l’opzione musica per rendere piacevole la vostra corsa, per chi pratica golf ha pensato ad accessori dotati di GPS che localizza i ferri oppure il percorso da completare. Orologi anche per chi pratica nuoto o sport subacquei, ensati per monitorare le proprie prestazioni e la frequenza cardiaca. Questi sono solo alcuni dei modelli che Garmin propone al suo pubblico, piccoli computer che facilitano la vita di tutti i giorni ma che risultano essere perfetti anche per chi pratica sport di ogni genere. Ovviamente Garmin non ha dimenticato il mondo dei bambini, proponendo modelli coloratissimi e con la possibilità di usufruire di diverse applicazioni, che potranno essere gestite, attivate o bloccate dai genitori. Se cerchi l’orologio perfetto e dei tuoi sogni, Garmin è quello che fa per te.

Beauty parade: 4 rituali da fare a casa

In questo periodo di grande sedentarietà, il tempo per dedicarci ad una beauty routine a 360 gradi certamente non manca. In questa gallery abbiamo raccolto alcune tra le migliori novità di questa stagione per una coccola completa, dalla mattina fino al momento del riposo notturno.



LPG Sérum Éclat Énergisant

Un trattamento che combina un’elevata concentrazione di vitamina C con un principio attivo che fa risplendere il viso e combatte le macchie, donando alla pelle un colorito uniforme e luminoso. Inoltre, grazie ad una combinazione a base di acido ialuronico, restituisce piena funzionalità ai responsabili della giovinezza e favorisce la formazione di collagene ed elastina.

LPG Complexe Anti-Capitons

Arricchito con il complexe exclusif minceur LPG, questo trattamento leviga e riduce la cellulite adiposa. Inoltre, la tecnologia Bodyfit migliora l’eliminazione dei grassi e previene la comparsa di nuove cellule adipose.

LPG Concentre Minceur Express J14

In questo caso 5 diverse piante garantiscono un’azione sinergica, completata dalla caffeina e dalla L-carnitina. La cola aiuta a bruciare i grassi, il frassino e il sambuco facilitano l’eliminazione delle scorie dall’organismo, il ribes nero contribuisce a controllare il peso, mentre il tè verde stimola il metabolismo e l’ossidazione dei grassi.

Korff Collagen Age Filler

La linea ideale per rendere la pelle tonica ed elastica, riducendo i segni dell’invecchiamento cutaneo, grazie alla presenza di collagene marino idrolizzato, il quale contribuisce a mantenere compattezza ed elasticità, prevenendo la formazione delle rughe.

Korff Complete Night Renew

Una gamma di prodotti perfetta per prendersi cura della pelle durante il riposo notturno. La linea è stata arricchita con un prodotto innovativo, il siero viso intensivo dalla texture fluida a rapido assorbimento, per favorire la rigenerazione della pelle durante la notte.

Bouquet d’Argento – Erbolario

Si tratta di un vero e proprio “bouquet” con estratti di piante, le cui foglie hanno delle sfumature argentate e sono ricche di attivi in grado di idratare, tonificare e proteggere la pelle. È composta da un profumo, una crema fluida per il corpo, un bagnoschiuma, un sapone profumato, una lozione deodorante, un profumatore per automobile e una fragranza per legni profumati.

Energia – Erbamea

Energia Più è una vera carica di energia per affrontare sport, lavoro e studio, riducendo la sensazione di stanchezza e debolezza. A base di piante tonicoadattogene, questo integratore è un ottimo alleato per la salute.

Il pionerismo elettronico delle “SISTERS WITH TRANSISTORS”

“La storia delle donne è stata una storia di silenzio. La musica non è un’eccezione”. Così viene introdotto SISTERS WITH TRANSISTORS, un inno documentaristico sui primordi inesplorati di una scena musicale elettronica fatta di solitudini creative, libertà individuali, ma soprattutto fatta di donne. Sovversive, emancipate e geniali. Un racconto che parla del coraggio sperimentale di pioniere innovative, compositrici visionare e audaci spiriti controcorrente che hanno ridefinito i confini musicali attraverso l’uso liberatorio di macchine, proto-sintetizzatori, bobine, nastri magnetici e tecnologie primordiali.



Sono le “eroine” portate in scena dalla regista Lisa Rovner e raccontate dalla voce narrante di Laurie Spiegel, una di loro. Una sequenza di filmati d’archivio, interviste, performance e registrazioni audio che, in un viaggio evolutivo e intimisticamente polifonico, rompe il silenzio sulle figure tenaci ed eccentriche della musica elettronica, oscurate dall’egemonica società patriarcale del XX secolo e ridotte a cammeo artistico di un milieu di cultori. “Noi donne eravamo particolarmente attratte dalla musica elettronica in un’epoca in cui già una donna che componeva musica era un concetto di per sé controverso – spiega la Spiegel – L’elettronica ci permise di fare musica che arrivasse ad altri senza che questa dovesse essere presa sul serio dall’establishment maschile dominante”. È l’esigenza di scoprire nuove forme, immaginare musiche e creare nuovi linguaggi attraverso suoni futuristici ed inediti all’orecchio umano, come quelli ipnotici, freddi e eterei del theremin, una scatola (cabinet) con due oscillatori armonici suonata attraverso la sola modulazione delle mani nello spazio.


“Ho concepito uno strumento in grado di creare suoni senza l’uso di energia meccanica, come un direttore d’orchestra”, dichiara l’inventore del primo strumento elettronico della storia, il fisico russo Lev Sergeevič Termen. Ma è nel 1928 quando la sua eccentrica creazione diventa storia grazie al sodalizio artistico e al cammino di sperimentazione intrapreso con, l’allora diciassettenne Clara Rockmore. La bambina prodigio, colpita giovanissima da un’impetuosa forma di artrite, che fu costretta ad abbondonare il suo violino e destinata a diventare la “virtuosa del theremin”, la più grande interprete di ogni tempo. “Ero affascinata dalla parte estetica, dalla bellezza visiva, dall’idea di suonare nell’aria. Mentre suonavo pezzi più difficili, ho sempre dovuto inventare un modo per poterli eseguire. Ci sono stati molti tentativi ed errori, ma il theremin ha salvato la mia vita dandomi uno sbocco nella musica. È stato molto gratificante riuscire a realizzare qualcosa da uno strumento che nessuno si aspettava e che forse non era nemmeno immaginabile. Ma avevo bisogno di esprimere me stessa”.

Un bisogno di espressione e di insaziabile curiosità che fa da apripista alle altre tenaci donne dell’elettronica e protagoniste di Sisters with Transistors. Daphne Oram, co-fondatrice dell’autorevole Radiophonic Workshop (il laboratorio di effetti sonori della BBC). La prima donna a dirigere in completa autonomia uno studio di registrazione, gli Oramics Studios for Electronic Composition a Tower Folly, nel Kent. Una tra i primi compositori, nella Gran Bretagna degli anni ‘50, a produrre suoni interamente elettronici. Ideatrice della tecnica sonora Oramics che, utilizzando segni grafici tramite un apposito strumento elettronico monofonico, battezzato Oramics Machine, genera suoni di sintesi. Bebe Barron, con suo marito Louis fonda, nel 1949, uno dei primi studi privati di registrazione nel Greenwich Village. Nel 1956 il duo avanguardista realizza la prima colonna sonora elettronica della storia per il film Forbidden Planet realizzata con “ronzii, pulsazioni, urla, gemiti, mormorii” generati da circuiti cibernetici, chiamati “modulatori ad anello”. Pauline Oliveros, influente compositrice del ventesimo secolo e membro fondatore del San Francisco Tape Music Center, lo studio elettronico determinante nella creazione di uno dei primi sintetizzatori, il Buchla 100. Delia Derbyshire, laureata al Girton College di Cambridge in musica e matematica, ha dato il maggior contributo tecnico e compositivo al genere. Eletta “Cult-hero” per aver realizzato, nel 1963, l’arrangiamento elettronico della serie televisiva di fantascienza Doctor Who. Maryanne Amacher, pioniera della sound art e della speculazione musicale nel campo della psicoacustica. Eliane Radigue, nel 1970 dalla Francia si trasferisce a New York. “Quello era l’unico paese in cui c’era una grande disponibilità di sintetizzatori. Moog, Buchla, i sistemi modulari, tutte macchine che avevano come vantaggio quello di permetterci di produrre suoni con un controllo che non riuscivamo ad avere con i due vecchi registratori”. È una delle prime ad aver sperimentato la drone music, figlia del minimalismo, è una forma musicale basata sulla ripetizione prolungata di un tono. Suzanne Ciani, musicista statunitense di origine italiana, la “computer wizard”, come l’apostrofa David Letterman nel suo Show, o più comunemente conosciuta come la “Diva del Diodo”. Specializzata in sound design. Con il suo mentore e inventore Don Buchla collabora alla progettazione di un nuovo sintetizzatore, il Buchla 200. Compositrice di colonne sonore e di albumdi musica elettronica, tra cui Hotel Luna che le valse una nomination ai Grammy. “Fare musica elettronica in quei tempi era un’esperienza strana, anche piuttosto solitaria”, ricorda Ciani. “Si programmava la musica e la si fissava su schede perforate che sarebbero state elaborate dai computer solo il giorno dopo. Quindi tu immaginavi la tua musica e poi la potevi sentire il giorno dopo”. Laurie Spiegel, apprezzata autrice di musica ambient, una delle maggiori esponenti di musica elettronica degli anni ’70, grazie all’utilizzo di composizioni che sfruttano algoritmi logico-matematici, e famosa per il software Music Mouse del 1986. Alla fine degli anni’70 Jef Rakin le regala il prototipo dell’Apple II, diventando una delle prime compositrici ad utilizzare il computer come mezzo creativo.

Sisters With Transistors è molto più della semplice storia di un genere musicale. È il racconto del ruolo cruciale, ma ancora poco conosciuto, che queste donne pioniere hanno giocato in questa “narrazione”.


Playlist Spotify


Clara Rockmore – The Firebird: Berceuse (Arr. For Theremin and piano)

Daphne Oram– Melodic Group Shapes

Bebe Barron – The Forbidden Planet

Pauline Oliveros – Alien Bog (1967)

Delia Derbyshire – Doctor Who Opening Title Theme

Maryanne Amacher – Excerpt from Stain – The Music Rooms

Eliane Radigue – Jetsun Mila / Birth and Youth

Suzanne Ciani – A Sonic Womb

Laurie Spiegel – Old Wave

Vestire all’inglese: ecco i dettagli per essere più british

Vestirsi all’inglese ed avere lo stile british è il desiderio di tante persone da tempo, non solo una moda passeggera.

L’Inghilterra con la sua capitale Londra, i parchi verdi, la pioggia sottile incessante, il cielo grigio e le sue trasgressioni, è sempre sul pezzo e detta legge in tema di moda, anche se oramai non fa più parte dell’Unione Europea. Chi va a Londra, torna spesso al paese di origine con la malinconia e la voglia di tornarci quanto prima, ma anche con un look completamente diverso. Come se Londra davvero avesse quel qualcosa che permetta di essere sempre sé stessi con naturalezza.

Vediamo ora quali sono i dettagli irrinunciabili per un perfetto look in stile british?

Vestirsi all’inglese per lui

L’uomo che sceglie un abbigliamento in stile british è un uomo di classe e sofisticato. La cravatta è sottile, le scarpe indossate sono morbidi mocassini, la camicia non stringe ma cade morbida ed abbraccia le linee del corpo.

La camicia è il modello Oxford, dal nome della cittadina nella brughiera inglese, caratterizzata da un tessuto filato intrecciato a cestino.

Vestirsi all’inglese per lei

Come non notare le ragazze londinesi impavide che hanno con meno dieci gradi la sera non indossano mai, ma proprio mai le calze? Le gonne svasate fino al ginocchio sono un must per chi vuole avere un look british, ma anche le morbide camicette bianche, i dolcevita e un tripudio di foulard che come fantasia privilegiano il tartan.

Per chi è stanca del tartan, può optare per il pied de poule o principe di Galles. Come must have nell’armadio c’è l’intramontabile trench color kaki beige, detto anche Mac (dal suo inventore lo scozzese Charles Mackintosch).

Le magliette sono sempre e solo t-shirt in qualsiasi stagione e grande importanza rivestono le scarpe: le Doc Martens, le Monk con fibbia o gli stivaletti Chelsea Boots sono un must have.

Per chi è adatto lo stile british?

Questo look è perfetto per chi ama i colori a rischio zero ossia i colori base, come il beige e il verde, lo stile classico, casual e minimalista di Kate Middleton (regina di classe e di bon ton) e le scarpe inglesine (veloci, pratiche ma chic). Una menzione speciale meritano le giacche dette “all’inglese” e che, a differenza di quelle italiane o alla napoletana, hanno una struttura più rigida e sono più lunghe sul busto.

A Natale regalale il Made in Italy

Per Natale punta sui regali Made in Italy, che siano utili o eco-sostenibili, importante è fare una scelta intelligente e che sottolinei il “saper fare bene” del nostro bel paese.

SARA VALENTE – TUBA BAG 

Contaminazioni orientali nelle collezioni borse di Sara Valente, brand femminile che riconferma quanto il Made in Italy sia sigillo di garanzia perchè diciamolo, nella pelletteria siamo dei campioni. 
Borse che ribaltano il concetto di borsa, non solo oggetti portatori di altri oggetti, non solo panieri per portafogli e cellulari, ma idee a portata di mano. Bag origami che richiamano il mondo zen, pieghevoli e trasformabili, portatori di nascondigli e infiniti scomparti. 
Borse iconiche con lavorazioni artigianali, come quella plissè di TUBA, un piccolo e morbido secchiello in vitello nappato con fascia esterna plissè che regala movimento e ondosi rilievi. Ricordano il mare, l’incresparsi delle onde, i magici cilindri da cui appaiono simpatici coniglietti e, primo tra tutte, il ventre materno, la nascita, il femminile.
 
Sara Valente omaggia la donna con queste borse, che diventano nostre compagne di avventure e di viaggi, portatrici di segreti; sono totalmente realizzate a mano dalla fondatrice stessa, sono oggetti unici, scegliere di indossare un pezzo di Sara Valente significa portare con sé una storia, il lavoro artigianale, il concetto di bellezza e di originalità. 
Tuba misura 19 cm di altezza, 15 di larghezza ed è in vendita sul sito ufficiale.

LOVEVER

Sarebbe bello poter discutere di sesso come si fa di cinema o attualità, con disinvoltura, senza giudizio o pudori, ombre di retaggi culturali. Un intento secolare che oggi qualcuno ha messo in pratica anziché lanciare solo parole, si tratta di Lovever, primo concept store in Italia dedicato all’erotismo, lontano anni luce da un qualunque sex shop, Lovever propone una selezione dei migliori marchi a livello internazionale di lingerie, cosmetica erotica, food, accessori, love toys. 
E’ un luogo per tutti, dove acquistare un pizzico di seduzione, un giochetto per la coppia, dei completi intimi per sentirsi più belle, oggetti sfiziosi per aggiungere creatività à deux
Per Natale osa con un kit divertente e completo Lovever, a scelta tra “Better than your ex”, “La scatola delle meraviglie”, “Exciting night”, “Brillanti suggestioni”, delle eleganti box con braccialetti in strass che si trasformano in sparkling manette, candele da massaggio, profumi per lenzuola, body painting per poeti buongustai, body in pizzo dal facile “strappo”. Sono kit hot per chi ha voglia di giocare e dedicare il tempo a quello che tiene in piedi questo strambo mondo: l’amore

In vendita su www.lovever.it 

ALABAMA MUSE 

Immaginate di essere ad una delle innumerevoli feste date nella maison della Marchesa Casati, è il momento in cui la signora, la padrona di casa, entra in scena, avvolta da una maestosa pelliccia, un ghepardo al guinzaglio, il trucco corvino sotto gli occhi dalle enormi pupille rese ancora più grandi da due gocce di belladonna. La vediamo scendere le scale, come una regina, per casa si manifestano pavoni e una tartaruga sul cui carapace brillano pietre preziose incastonate, un boa le agghinda il collo e gli invitati vanno in visibilio; era l’inizio del ‘900 e il gusto dell’esagerazione andava a braccetto con il mondo élitario intellettuale. 
Ma come sarebbe oggi una icona alla Casati? 
Ve lo diciamo noi, detterebbe tendenze seguendo tendenze intelligenti, come ha osato fare Alice Gentilucci, creatrice e fondatrice di Alabama Muse, brand eco-friendly Made in Italy che rende la pelliccia un capo accessibile e iconico.

Animal free e dallo stile sartoriale, i capi Alabama Muse simulano i manti a pelo lungo, pettinati, frisè come la mongolia e più morbidi come la volpe. La collezione Autunno Inverno 2020/21 è caratterizzata da un’ampia scelta cromatica, pellicce sintetiche che ricordano i ’90 nei suoi bubble-gum, o nei verde accesi dallo spirito street e ribelle. 
Classy e dalle tinte naturali avorio e biscotto, le fur da abbinare agli accessori Alabama: colli, sciarpe e gilet. 

L’albero di Natale 2020, i consigli dell’architetto

La magia del Natale entra in casa con gli addobbi, le decorazioni, le luci, il presepe, ma soprattutto con lui, l’albero di Natale. Grande, piccolo, stilizzato o vero, legato ai mobili per salvarlo dalle grinfie del gatto o che svetta nel salone. In ogni caso irrinunciabile. L’albero di Natale è come una ricetta della tradizione, tutti pensano di avere l’ingrediente segreto! Per fare un albero che sia natalizio ma allo stesso tempo elegante, e in stile con la vostra casa, ecco alcuni consigli.


Credits Filippo Chiesa Ricotti

In tutto il mondo il Natale si identifica nella palette cromatica rosso-verde-oro. Ognuno di questi colori ha un significato ben preciso, il rosso è un colore caldo e accogliente, che comunica passione e intensità di sentimenti; il verde è il colore della speranza, dell’abete e del vischio sotto cui gli innamorati si scambiano baci e promesse; l’oro che simboleggia la ricchezza, il colore della regalità e della preziosità. Vedremo ora come nuove palette e nuovi colori possano essere adatti per alberi alla moda, eleganti ma allo stesso tempo molto natalizi.


Albero di Natale elegante

Perfetto per le case in stile classico, per gli ambienti raffinati e ricercati, ma anche per i soggiorni moderni, l’Albero di Natale elegante sfoggia un aspetto chic che impreziosirà la vostra casa per tutte le Feste. Questo stile di albero di Natale rientra tra le tendenze Alberi di Natale 2020. Tra i materiali delle decorazioni sono da preferire il vetro, la iuta grezza ed il cristallo. L’albero di Natale elegante è generalmente monocromatico, tutto bianco, glaciale, che riporta a quelli che sono i temi tipici natalizi: la neve, il ghiaccio.

Anche se si opta per più colori, attenzione devono essere al massimo due, le decorazioni saranno soprattutto bianche o trasparenti: palle di vetro con disegni bianchi e qualche tocco di oro. Le palle di vetro, decorate all’interno o all’esterno, riflettono il bagliore delle luci dell’albero. Le palline, oltre alla classica forma rotonda, possono avere la forma allungata che conferisce movimento a tutti gli addobbi dell’albero.

Oltre alle palline di Natale, si possono aggiungere altri elementi: candele bianche o fiocchi oro. Per quel che concerne le luci devono essere calde, il contrasto tra il bianco caldo abbinati al vetro conferiscono quel tocco in perfetto stile natalizio. L’albero di Natale in stile elegante generalmente è di grandi dimensioni, è imponente e domina l’ambiente, ma sempre rispettando le proporzioni.



Credits Pinterest

Rosa e rose gold

Uno dei colori alla moda del 2020 è stato senza dubbio il rosa. Finalmente si è capito che questa tonalità chiara e delicata è adatta non solo alle bambine, ma a tutti gli ambienti raffinati e romantici. Per il Natale moderno color rosa antico, anche io ho scelto in abbinamento l’oro rosa per dare un tocco originale ed elegante. Nel salotto del mio studio ho realizzato un albero dalle tonalità del rosa antico, oro bianco e verde petrolio. Per non esagerare, segui sempre la regola del tre ovvero non accostare tra di loro più di tre colori diversi.

Green Ritual

Quest’anno c’è un forte ritorno ai colori della terra, dal verde bottiglia al color ruggine. Anche le decorazioni richiamano la natura: fiori, foglie d’acero, rami di pino, ghiande, pigne e qualche bastoncino di cannella. Quelle artificiali sono per lo più in legno, con un chiaro richiamo allo stile nordico. Per completare l’ambiente cozy, aggiungi candele profumate e ghirlande luminose. Solitamente, chi predilige questo stile è anche un sostenitore del Natale plastic free: sulla tua tavola natalizia bandisci i prodotti usa e getta e impacchetta i regali con carta riciclata o vecchi fogli di giornale.

Non vi resta che decorare le vostre case ed inviarmi le foto degli alberi!

Rilassarsi a Milano: si è possibile, ecco dove

Nella capitale della moda italiana, ovvero Milano, la vita è frenetica e scorre veloce. Lo stress da lavoro, da traffico, da ufficio è tanto e il tempo libero è poco, quindi pensare di rilassarsi a Milano fa spesso ridere ai più.

Attenzione però perché rilassarsi a Milano è possibile: ci sono luoghi dove il relax è sacro e dove poter rigenerare anima e corpo. Dimenticate l’orologio e partite alla scoperta di queste oasi di relax. Siete curiosi?

5 luoghi dove rilassarsi a Milano

Armani Spa

In Via Manzoni 31 e più precisamente all’ultimo piano dell’Hotel Armani, nel cuore della città, c’è una favolosa spa di 1200 metri quadrati dedicati esclusivamente al benessere e al relax. Progettata e fortemente voluta dallo stesso Armani (che è tra i frequentatori assidui di questa location), questa spa comprende sei sale trattamento, una palestra e un’immensa piscina ed è caratterizzata da pareti di vetro che consentono una favolosa vista sulla città di Milano. Oltre ai trattamenti noti, ci sono tre percorsi: Mu (per favorire il riposo), Libertà (per la muscolatura tesa), Fluidità (per l’eliminazione delle tossine).

Bulgari Espa

In via Fratelli Gabba 7/b c’è l’Espa di Bulgari, un vero e proprio rifugio dal caos urbano e dalla giungla della città milanese. Il Frequent Traveler è un trattamento pensato per i viaggiatori che sono stressati dal jet lag, ma ci sono anche i massaggi balinesi e hawaiani e il trattamento dei chakra con le pietre vulcaniche.

Preattoni

In via Manzoni c’è questa bottega storica di Milano, dove è possibile rilassarsi e dedicarsi al beauty e farsi realizzare qualsiasi accessorio di bellezza personalizzato (come ha fatto l’emiro del Qatar).

Aveda Lifestyle Salon & Spa

In via degli Omenoni 2 si trova questo luogo interamente dedicato alla cura e al benessere della persona. L’ambiente è stato progettato nel rispetto dell’ecosostenibilità e l’arredo è ecologico (il pavimento è in bamboo e la scenografia in carta di riso). Tra i trattamenti top c’è l’Exfoliating Shampoo appositamente studiato per la cute maschile e l’Impacco rilassante per uomo.

Hamman delle Rose

Nel cuore di Milano c’è questa spa dove il trattamento principale è il “Percorso della Rosa”, un rituale tipico turco che rilassa corpo e mente. Sicuramente è il luogo perfetto per farsi coccolare ed abbandonare le tensioni quotidiane.

#Mitparade – Natale in Nero assoluto

Nuance da sempre legata al mondo dell’eleganza, è il colore di rigore per tuxedo e accessori in dress code black-tie.

Non colore per eccellenza, in realtà, la sua simbologia è molto più complessa di quanto si pensi. Henry Matisse lo colse appieno, scrivendo che “esso non è un colore, è una forza!” In cui si realizza la sublimazione estetica di tutte le altre varietà cromatiche.
Affonda le sue radici nella profonda sfera della notte e del caos. Ciò da cui ogni cosa ha origine, stadio più profondo della conoscenza. Per questo motivo nello stile, la sua aura di sobria, impeccabile compostezza emana un fascino legato al lusso e all’autorità.
L’assolutismo collettivo di questo non colore si può riassumere in una battuta scherzosa di Henry Ford: “Ognuno dei nostri clienti può avere la propria automobile, del colore che preferisce. Purché sia nero.”

E allora lasciatevi ispirare dalla nostra selezione di proposte da indossare o regalare per queste festività ormai alle porte.

Il Cyber Skull di Bell & Ross rivisita l’immagine vintage del teschio per vestirsi di materiali e design contemporanei come un’architettura ben equilibrata di pieni e vuoti. Il simbolismo dei bucanieri cede il posto all’audacia creativa contemporanea. Ghiera in oro rosa per l’orologio plain black di Boccadamo, mentre lo Sport Chrono di Porsche Design si ispira al cruscotto della Porsche 911, con il quadrante nero opaco ridotto all’essenziale.

Occhiali romantici, artigianali e ultraleggeri, sono le anteprime delle collezioni primaverili, già disponibili per i più esigenti. Preziosi decori barocchi sulla montatura di Pugnale, in acetato spesso ispirazione anni 70 con l’iconica T di Tom Ford su aste dai volumi importanti.

La valigetta business della collezione Signature Canvas di Berluti progettata da Kris Van Assche, che si è ispirato agli archivi della maison, unendo il logo della Maison e i tratti ondulati dell’iconico motivo Scritto stampato su uno sfondo nero con tratti di ardesia e grigio piombo che ricordano lo skyline parigino.
La Rimowa personal cases celebra il 20° anniversario del lancio della prima valigia in policarbonato nel 2000. La Rimowa Personal Collection è stata presentata per la prima volta sulla passerella della collezione Dior per l’estate 2020 come parte di una capsule collection in edizione limitata con Kim Jones.
La 24 ore di Automobili Lamborghini custodisce gli elementi iconici e identitari del brand delle supersportive di Sant’Agata Bolognese, on materiali premium e i suoi tratti distintivi come lo scudo-logo e la Y. 

La qualità del Caviale Calvisius da uno dei primi allevatori di storione al mondo in un elegante cofanetto che custodisce le perle nere del tradition Royal.

Dal tempio di Pininfarina Segno, linee essenziali s’incontrano per creare uno strumento di scrittura leggero ed ergonomico realizzato in alluminio attraverso ingegneria micromeccanica di precisione.

Sotto lo smoking o un abito da sera, una derby in vernice, una slipper in velluto o un mocassino rivisitato nella sua versione più sofisticata con mascherina o fiocco in tessuti pregiati come gros grain. Linee più affusolate sono le più raccomandate se volete essere a la page.

Edoardo Purgatori, baciato dalla dea fortuna è diventato papà

Edoardo Purgatori, figlio d’arte, nome prezioso per il teatro italiano, da un po’ di tempo oramai legato al grande maestro con cui tutti vorrebbero lavorare ovvero Ferzan Ozpetek. Infatti, tutto ebbe inizio con “La dea fortuna” lo scorso anno, subito dopo è stato chiamato per la messa in scena a teatro di “Mine vaganti”, poi bruscamente interrotta dal lockdown. Ora lo vediamo nello spot Unicredit sempre sotto la regia di Ferzan, con gli auguri di Natale che l’azienda vuole porgere ai suoi clienti.


Ph: Davide Musto


Quando c’è stato il primo lockdown tu dov’eri?

Ero in scena con “Mine Vaganti” di Ferzan Ozpeteck ed avevamo appena terminato Roma e dovevamo partire per Salerno, questo era il giovedì, e poi il sabato l’Italia ha chiuso ed è oramai storia della nostra vita.

E tu personalmente come lo hai vissuto quel periodo?

Essendo un attore sono abbastanza abituato ai tempi morti, quindi forse più facilitato rispetto ad altri, in più arrivavo da tre mesi tournee quindi l’ho vissuto bene, e poi ero con mia moglie a casa.



Però la vera novità qual è?

Beh, che proprio all’inizio di questo funesto 2020, mia moglie mi ha dato la notizia di essere incinta, infatti ero anche turbato all’idea di lasciarla da sola per tanto tempo. Così diciamo che ho avuto tutto il tempo necessario per preparare la stanza del piccolo che nel frattempo è arrivato e ci ha travolti in un fiume d’amore.


Ph: Davide Musto


Possiamo dire che oramai il tuo nome è legato a quello di Ferzan?

Per me già solo il fatto che tu me lo stia dicendo, mi fa commuovere dalla gioia; posso dirti che quasi mi do i pizzicotti per capire se è reale quello mi sta succedendo professionalmente con lui, ho trentun anni e sono cresciuto con i suoi film. Ha promosso una generazione di attori che stimo alla follia. Quando eravamo sul set di “La dea fortuna”, mi prendeva anche in giro dicendomi che non ero credibile come omosessuale, e nella mia testa girava quella vocina: ”oddio adesso mi caccia”.

Poi è arrivato il teatro..

Esattamente dopo la promozione del film mi è arrivata la telefonata per la tournee di “Mine Vaganti”, che è stato sold out immediatamente, e siccome siamo stati interrotti, riprenderemo non appena possibile, nel frattempo è in onda il nuovo spot di Unicredit per gli auguri di Natale, sempre per la regia di Ferzan, che rientra nella categoria di short film per la pubblicità, infatti sono sei minuti di racconto.

Il momento più divertente sul set dello spot?

Ovviamente girare è sempre difficile con una pandemia e devo dire che avevamo quasi cento, comparse tutte con mascherina. Poi a un certo punto una voce diceva:” togliete le mascherine è tutto finito, siate felici”. Per quanto surreale oramai è così, anzi mi fa strano guardare un film con tante persone insieme nella stessa scena e non dirmi che stranezza che non siano distanziati e con mascherina.

Com’è essere papà in un periodo come questo?

Devo dire che son stato tranquillo fino ad una settimana prima che nascesse, poi è arrivata l’ansia, ma l’aiuto di mia moglie è stato fondamentale ricordandomi che stavo diventando come mio padre, che io ho soprannominato” Ansio”, ecco, mi son dato una calmata. Ed ora faccio la cosa più bella del mondo, il padre.

Messico: 5 resort di lusso per una vacanza da sogno

Quando si nomina il Messico la mente comincia a viaggiare pensando ai bellissimi paesaggi e cose da vedere. Il Messico è uno stato ricco di cultura, ma non solo è anche la meta ideale per chi vuole una vacanza da sogno in un resort di lusso.

Chi non ha mai sognato di sorseggiare drink a bordo piscina sulla spiaggia, cenare in un ristorante stellato e rilassarsi nella vasca idromassaggio in camera? Ecco le nostre proposte per chi cerca un resort da sogno destinato esclusivamente a un pubblico adulto in Messico.

5 resort da sogno in Messico

Le Blanc Spa Resort, Cancun

260 camere, posizione fronte mare, tre piscine all’aperto di cui due con swim-up bar e un meraviglioso centro benessere: questo hotel all inclusive è una scelta eccellente per chi vuole avere un soggiorno da sogno in Messico. Dai maggiordomi agli assistenti in piscina, il trattamento è da veri re. Camera vista oceano o laguna, vasche idromassaggio e ambienti eleganti.

Amato Playa Mujeres

Un moderno resort nella regione di Playa Mujeres, a nord di Cancun, ideale per la luna di miele o una vacanza di coppia. La spiaggia di sabbia bianca, le tre piscine all’aperto e una favolosa spa con idroterapia renderanno il vostro soggiorno una vacanza di puro relax e benessere. Le camere sono in stile minimal bianche e dotate di grandi vasche idromassaggio e terrazze arredate. Ben quattro ristoranti di classe sono a disposizione degli ospiti del resort.

Hotel Mousai, Puerto Vallarta

Un hotel di lusso con 74 camere enormi con terrazze private e docce emozionali. Servizio maggiordomo, due piscine, un centro fitness, centro termale e un ristorante giapponese, oltre a un bar panoramico dove sorseggiare drink al tramonto vista oceano.

Eccellenza Playa Mujeres

Una lussuosa struttura all-inclusive collocata sulla spiaggia a nord di Cancun. 450 camere dotata di ogni comfort con doccia a pioggia, vasca idromassaggio, balconi. Il resort ospita 9 ristoranti e 11 bar, 7 piscine (quattro riscaldate in inverno), un’immensa spa, un centro fitness e un fiume lento.

Casa Velas, Puerto Vallarta

Questo hotel lussuoso si trova a Marina Vallarta ed è dotato di 80 camere in stile messicano e un campo da golf, ma anche un ristorante messicano, un beach club, un ristorante fusion, una piscina vista oceano e bar sull’acqua. L’atmosfera tranquilla e il buon cibo tradizionale, oltre ai servizi benessere offerti, rendono questo resort una perla.

Retrosuperfuture insieme a Havana Club per una collaborazione speciale

Retrosuperfuture e Havana Club si uniscono in una collaborazione esclusiva ispirata a L’Avana: la citta, la sua cultura e l’inimitabile materiale acetato Havana.

L’acetato, conosciuto universalmente con il termine “Havana” è da sempre un’icona di stile nel mondo dell’eyewear; il suo nome deriva dai particolari pigmenti che le foglie di tabacco cubano acquisiscono con l’essicazione per poi essere trasformate in sigari. Realizzando un modello di occhiali da sole unico, una bottiglia in limited edition, una maglietta a maniche lunghe e un esclusivo set domino in acetato Havana, i due brand si uniscono per celebrare la suggestiva eredità culturale della città cubana a livello globale. 



L’obiettivo di Retrosuperfuture e Havana Club è valorizzare le arti e l’artigianato dello scenario moderno de L’Avana: la città, il rum, l’acetato si uniscono in una partnership internazionale che verrà lanciata in 5 città – Milano, Berlino, Mosca, Shanghai e L’Avana, Cuba. Il materiale Havana, il cui nome deriva dai ricchi toni ambrati e dorati che ricordano le foglie di tabacco essiccate, è sempre stata una caratteristica evidente nelle collezioni di RSF. Di conseguenza, per RSF la collaborazione con Havana Club è avvenuta in maniera molto naturale, avvicinando il proprio patrimonio culturale urban e all’avanguardia al tradizionale marchio cubano, condividendo la sua storia con il proprio pubblico.



Gli occhiali da sole RSF / Havana Club rappresentano una nuova interpretazione dell’iconico modello Lira, caratterizzato da un acetato extra spesso, linee definite e montatura robusta. Questo modello, in cui l’acetato resta il protagonista indiscusso, presenta tre diversi effetti in un’unica montatura: due acetati Havana mixati insieme nella parte frontale e un terzo tipo di acetato Havana utilizzato per le aste. Giocando con le geometrie spesse del modello, gli occhiali da sole si contraddistinguono per l’incisione del marchio Havana sulle aste, nella parte superiore e inferiore della montatura e per l’iconico simbolo di Havana Club – La Giraldilla – incisa sulle lenti colorate arancioni di alta qualità.

I due marchi continuano a celebrare il patrimonio artistico e artigianale della scena street cubana, rendendo omaggio a uno dei giochi di strada più popolari de L’Avana: il domino. Havana Club e Retrosuperfuture hanno così progettato e creato un esclusivo set domino artigianale da collezione, realizzato interamente in prezioso acetato Havana con dettagli colorati e i due marchi incisi a mano.

Per rimarcare l’elegante carattere artigianale della collezione, RSF ha anche personalizzato un’esclusiva bottiglia di rum scuro Havana Club 7, con il suo marchio impresso in arancione sull’etichetta Havana. La maglietta a maniche lunghe si aggiunge alla collezione, valorizzando ulteriormente il lancio globale di questa special edition. Da collezione.

Viva la vida!

Milano, Fabbrica del Vapore. Un percorso attorno alla vita di Frida Kahlo, uno dei personaggi femminili più emblematici del 900, regina dell’arte messicana, raccontata dai curatori Arèvalo, Matiz, Ancheita e Rosso, nei suoi demoni, le sue ossessioni, i suoi flussi mentali che, nero su bianco, attraverso le sue lettere e il suo diario, descrive il rapporto tormentato col marito Diego Rivera e l’agonia che, nell’ irrefrenabile attaccamento alla vita e alla mexicanidad, muta in colori vivaci, arabeschi, motivi floreali e animali della giungla, elementi ripresi dall’artigianato indigeno.
Casa Azul, la sua magione a Coyoacán, riprodotta fedelmente con il grande letto a baldacchino, con lo specchio utilizzato per potersi ritrarre anche quando costretta a letto dalla malattia e dove morì il 13 luglio del 1954. Con quadri e fotografie, libri, mobili e le stampelle personali. Il suo studio con lo scrittoio e la scrivania con tutte le boccette usate, piene dei colori e di pennelli, il diario di Frida, la sedia rossa impagliata, la sedia a rotelle e il grande cavalletto.

La sua arte a cui fa da sfondo la rivoluzione messicana, un periodo storico che la fa entrare in contatto con figure intellettuali dell’epoca legati al partito comunista, come il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton.

I suoi quadri, per dirlo con le parole di Diego “Comunicavano una vitale sensualità a cui si aggiungeva uno spirito d’osservazione spietato, ma sensibile… Era chiaro che quella ragazza era una vera artista”. Dentro quelle immagini, i temi a lei più cari, tra cui la musica, la morte, l’iconografia cristiana e il martirio.

Una sezione che ci costringe a entrare nel profondo della sua magnetica personalità, ben rappresentata nei ritratti realizzati dal celebre fotografo colombiano Leonet Matiz Espinoza, che con la sua inseparabile Rolleiflex, ha creato immagini iconiche di Frida, con una prospettiva esclusiva e ravvicinata, non a molti concessa, atta a cogliere con spontaneità le sfumature espressive dell’amica.
Una vita a cui è rimasta così attaccata da pensare che in realtà non abbia mai lasciato questa terra, ogni qualvolta si entra a contatto con la sua opera.

Foto e produzione Miriam De Nicolo’ @miriam_denicolo
Fashion Editor e produzione Rosamaria Coniglio @rosamaria_coniglio
Artwork Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_
Hairstyling Angelo Rosauliana @angelorosauliana
MakeUp Valeria Iovino @valeriaiovino_pro
Model Giorgia Cappellotto @calamarata Agency @pop_models_milano
Special project with Navigare Srl e Fabbrica del Vapore e D-art.com https://d-art.it/moda/viva-la-vida/64581
Citazioni tratte dal libro di Pino Cacucci “Viva la Vida!” edito da Feltrinelli


Total look Etro, collane in carta artigianali, in pezzi unici, di Ana Hagopian presso Ladiosa Atelier Milano @Ladiosa_atelier
anelli di Radà

Frida era “Una bomba avvolta in nastri di seta”. Così la definì Andrè Breton. Ribelle in ogni gesto e sovversiva in ogni pensiero, convulsamente bella di una bellezza a molti incomprensibile. Frida, dalla voce profonda e la risata dirompente, Frida dagli occhi perforanti, eternamente vivi, che non si sono mai chiusi, che sono rimasti fissi su di noi che la guardiamo negli autoritratti.


Camicia in pizzo TPN, gilet fiori Reamerei, anello Radà

Diego Rivera aveva 36 anni e Frida Kahlo solo 15, quando si incontrarono per la prima volta, mentre lui lavorava nell’anfiteatro Bolivar. Di quel primo incontro con Frida, Diego ricorda: «…aveva una dignità e una sicurezza di sé del tutto inusuali e negli occhi le brillava uno strano fuoco»


Collana scultura etnica fatta a mano in conchiglie e semi Ladiosa Atelier Milano @Ladiosa_atelier

La spina dorsale spezzata in tre, due costole, la spalla e la gamba sinistra frantumate…una devastazione eccessiva e indecente. Eppure, con l’ostinazione di cui soltanto lei era capace, Frida afferrò la vita e se la tenne dentro, ritrovando di lì a poco persino la forza per ridere in faccia alla Pelona, con quelle sue carcajadas, gli scrosci di risate che le dirompevano dal petto e la illuminavano come un fuoco d’artificio messicano.


Abito in tulle con ricami in velluto di Tiziano Guardini, maxi sciarpe in lana Made in Italy di Fiorio

La sensualità di Frida è leggendaria in mille testimonianze di uomini e donne, una sensualità impulsiva e mai studiata. Fatta di puro istinto e immune da pose e finzioni calcolate, ma ad affascinare chi la frequentava era anche la sua ironia solare. Ironia che poteva essere caustica, a volte spietata come la natura messicana.
Frida non voleva vivere, bensì viveva a dispetto della sorte, con la quotidiana coscienza di consumarsi in fretta, come una fiammata che arde più splendente della brace lenta.


Chemisier vichy Tiziano Guardini, collana e bracciale in carta, fatti a mano, in pezzi unici, di Ana Hagopian presso Ladiosa Atelier Milano @Ladiosa_atelier
anelli di Radà

Eppure era tutto così intenso, così convolgente! Ci portavamo dentro un mondo nuovo, un nuovo concetto di società, un modo diverso di concepire le politica! L’arte era politica! I muralisti lottavano contro il concetto di opera da relegare nelle collezioni private o nei musei. Affrescavano muri dei palazzi pubblici perché tutti potessero fruirne. Io, io non lo so. Io dipingo me stessa, il mio dolore. Il mio lottare e sconfiggere la Pelona ogni giorno, ogni ora, ogni istante.

Marta Grassi: passato, presente, futuro di una stella Michelin

Ci si chiede com’è possibile che una così potente forza sia concentrata in una donna così piccina. 
Marta Grassi, chef del ristorante Tantris di Novara, una stella Michelin, è l’esempio vivente che desideri e forza di volontà sono i gradini per arrivare lontano. Il successo, la stella Michelin e ventisei anni di attività per il Tantris di Novara, ristorante stellato che propone una cucina creativa di qualità e sostenitrice del territorio
La incontriamo per un’intervista poco prima del secondo lockdown. 

Quando è iniziata la sua avventura nella ristorazione? 

Fino ai trentacinque anni ero insegnante di scuola materna all’asilo nido, un lavoro che amavo ma da cui trasparivano dinamiche difficoltose (molti bambini e pochi finanziamenti) e talvolta monotone. 
Per quattro o cinque anni ho cercato nel tempo libero dei corsi di cucina, difficili da trovare in provincia; è in quello di Milano che ho avuto la spinta a continuare, dal mio insegnante. Avevamo dei compiti a casa, piatti da ricreare dove mettevo del mio, allungavo cotture, inserivo ingredienti; per partecipare alle lezioni prendevo dei giorni di ferie senza riferirlo alle colleghe e intanto organizzavo grandi cene a casa mia, con amici e tavola imbandita, salmone farcito in crosta e torte al cioccolato servite su piatti specchiati. Mio marito Mauro, che ora è in sala al Tantris, lavorava ancora in un’agenzia viaggi; sul book grigio di Lufthansa ho creato il mio ricettario, per non proporre mai lo stesso piatto e cimentarmi in qualcosa di nuovo, di più difficile. 
E’ un percorso che abbiamo fatto insieme, lui avvicinandosi al vino, grazie al fondatore di Vinarius Francesco Vivian, grande enotecaio di Novara, io alla cucina. 

Che tipo di clientela ha il Tantris?

Novara, cittadina dove siamo, ha una cultura risparmiatrice, contadina, oggi per il centro solo franchising e poca tradizione. Novara rientra nella lista di uno studio sui luoghi dove non aprire attività; oltre a Novara, Rimini e Brescia. Da Brescia la gente si sposta alle località vicine, più belle, come il Lago d’Iseo e la Franciacorta; Rimini invece è conosciuta per la qualità buona ma a basso costo, a Rimini ci si accomoda in una pensione, non in un hotel a cinque stelle, è una città per giovani e famiglie. Novara invece ha una predominanza di cittadini âgée, di risparmiatori, quindi la clientela viene da fuori, da Milano, dalle grandi città o estera, una clientela che comprende gli sforzi e lo studio di una cucina come la nostra, dove nel piatto raccontiamo una storia, un luogo dove vivere un’esperienza. 
E poi noi abbiamo un cliente simpatico e fidato che torna da anni, il cliente che possiede lo scontrino numero 1!

I suoi piatti hanno sempre un richiamo al territorio ma rielaborati in chiave moderna e creativa

Quando ho aperto il ristorante mi sono raccomandata di una cosa, e cioè di non cucinare mai la paniscia, che è il piatto tipico novarese. Perchè? Perchè è una pietanza da trattoria e osterie, non mi ci identifico e soprattutto il cliente novarese avrà sicuramente la mamma o la zia che la faranno meglio di me. 
Ho deciso quindi di dare sì luce ai prodotti locali, ma di inserirli in una cucina contemporanea, moderna. Compro le mele piemontesi anziché quelle del Trentino dall’aspetto lucido e intonso, perchè sono buone e aiuto i produttori locali; la stessa scelta per il riso, le zucche e i polli, dove siamo leader nel settore. 
Lo spostamento della merce inquina, e cerco di fare scelte intelligenti e sostenibili, ma se opto per il pomodoro lo prendo da Napoli, perchè è un pomodoro nato senza serre, che non ha bisogno di antimuffe e antifunghi grazie al clima dove nasce, che invece sarebbero necessari in un territorio umido come quello di Novara. 

Da dove trae ispirazione per i suoi piatti? 

Ero in un luogo di montagna, esattamente in Svizzera e passeggiavo in mezzo a dei bellissimi pini, profumatissimi: subito ho pensato che avrei dovuto farne qualcosa. 
La prima parte di crescita del pino ha degli aghi verde acceso e molto teneri, ho creato un risotto con i funghi, con tante contaminazioni, e l’ho terminato con una polvere di aghi di pino che ho raccolto lì, fatti essiccare e frullati, così il mio piatto oggi, che è ancora nel menu degustazione, ha quel profumo di bosco che mi piace tanto. Ecco, la natura mi ispira

Lei ha lavorato da Marchesi dove Davide Oldani era secondo sous-chef e Carlo Cracco stava ai dolci insieme a Ernst Knam, tanti grandi nomi in una sola brigata

Marchesi ha lasciato un’eredità culinaria inestimabile, ha chiuso una pagina di storia e quell’esperienza mi ha molto commosso e al tempo stesso fatto riflettere. Chiudeva allora in Via Bonvesin de la Riva un maestro, un artista, un innovatore, penso a lui in questi momenti di difficoltà quando il telefono non squilla e la sala è vuota, e so come ci si poteva sentire. 
Sono i momenti in cui si è soli con se stessi, ma si è soli anche quando si ottiene la stella e si tocca il cielo con un dito. 
In cucina? Cracco e Knam si facevano degli scherzi terribili!

Come ha fatto Marta Grassi, oltre ad avere un indubbio talento, a farsi strada nella ristorazione? 

L’Europa è oggi la regione geografica che ha più donne stellate, tante ragazze talentuose, ma in quanto donna, in questo settore così come in tanti altri, bisogna valere il doppio per essere ascoltata. Non nascondiamoci, viviamo ancora in un paese patriarcale e maschilista, con una percentuale molto bassa di donne al governo e dove il Papa è e rimarrà maschio. 
Una sera lavoravo, insieme ad altri colleghi, ad una cena di solidarietà dando indicazioni precise e svelte ai ragazzi in cucina, e uno di questi colleghi si è stupito di come fossi organizzata e preparata, che io mi chiedo dove sta lo stupore dato che, come tutte le donne, gestisco famiglia, lavoro, dipendenti, casa…  
Mi viene in mente un esempio italiano in cui una donna viene bistrattata nonostante abbia un passato lodevole e meritevole di elogi, quello della politica Laura Boldrini, presa di mira su temi più fragili quali la famiglia, sul personale; gli uomini sanno sempre dove colpire, e quando colpiscono la famiglia, lo fanno al cuore

Cosa mangia uno chef in vacanza?

Affitto sempre una casa e cucino tutti i giorni, perché se vado all’estero so che troverò prodotti nuovi, tante tipologie di pesce fresco come le sarde locali, le alacce, le aguglie, piccoli pesci pescati e venduti in piccoli mercati, dove in Italia non ci sarebbe richiesta. Se vado in Francia so che potrò assaggiare dieci tipi di ostriche differenti, quando i miei fornitori ne hanno solo tre, quindi è un viaggio di gusto in solitaria, testo i sapori in quel territorio e cucino per me e mio marito, non posso portare qui dei prodotti che terrei per poco tempo in menu: se un cliente contento torna con un amico, dovrà trovare gli stessi gusti che lo hanno colpito, non posso cambiarli. E poi ci piace stare a tavola per due o tre ore, un regalo in confronto ai dieci minuti che abbiamo quando siamo in servizio. 

Mai senza…

Il mio coltello! 
Ho le mani piccole e voglio coltelli affilati; durante i pranzi di Natale a casa di mio padre porto sempre il mio coltello per il taglio della faraona; anche la pinzetta chirurgica non manca mai, per spinare il pesce; è una pinza usata per clampare le vene, me l’ha portata un amico chirurgo: se afferro una spina con quella, non mi scappa più! 

Si descriva in cucina con tre aggettivi

Agile, la fortuna di essere piccole.
Curiosa, è la mia caratteristica peculiare, devo conoscere tutto e approfondire. 
Frettolosa, forse come tante donne impegnate, faccio una cosa e ne penso cento e in quell’istante non mi soffermo sul presente, e me ne dispiaccio. Ma è anche il prezzo da pagare dell’essere multitasking.

Piatti preferiti

I lievitati. La pizza, che deve essere super; il pane, e il croissant della Pasticceria Frida di Magenta

In cosa si sente più portata in cucina? 

Paste lievitate e pani. Anche se in molti mi dicono che sono brava nei dolci; ma se sul tavolo ho un pezzo di cioccolato e una fetta di salame, io mi fiondo sul salame!

Un palato pretenzioso come il suo, dove sceglie di mangiare, fuori dalla sua cucina? 

Se decido per la pizza, ah sono noiosissima! Ma ho trovato il luogo perfetto, la pizza perfetta: Pizzeria dell’Angolo di Vittuone, dove lo chef Giuseppe Rizzo nobilita le farine usate e le lunghe lievitazioni; ottima la materia prima, olio e mozzarella molto buoni; insieme allo chef ho tenuto delle lezioni sui lieviti, mia grande passione, a Identità Golose, il primo hub internazionale della Gastronomia
Se voglio essere stupita non c’è confine che tenga, prendo un aereo e volo da Amparito Roca, a Madrid, oppure a San Sebastian da Arzak, due dei 3 stelle Michelin dalla cucina innovativa e spettacolare; in casa nostra abbiamo Spazio Niko Romito, piatti semplici ma deliziosi: seppie con i piselli, filetto di manzo con aromi, funghi con patate, agnello arrosto, sono sapori unici e le cotture sono molto curate, inoltre apprezzo il lavoro etico (no scarti e sprechi, team affiatato), e quello si vede anche dal piatto.

Durante il primo lockdown alcuni ristoranti hanno opzionato un delivery con costi accessibili, voi come avete reagito alle chiusure? 

La mia cucina in un lunch box non ci può stare, non posso permettermi di vendere sottocosto, abbiamo però recuperato denaro facendo personalmente dei lavori al ristorante: imbiancato, pulito, rifatto le piastrelle in cucina, cambiato le tende, aggiustato i pannelli solari, insomma abbiamo risparmiato cinquemila euro e abbiamo impegnato il tempo, non male in questo periodo. 

Qual è stata la risposta del pubblico alla riapertura dopo il primo lockdown? 

Un’ondata di persone che comprensibilmente avevano voglia di un ritorno alla vita sociale, il locale è ben predisposto per il distanziamento dei tavoli e i tavoli stessi hanno cento centimetri di diametro per il posto da due, e centoventi centimetri per le prenotazioni da tre. Abbiamo lavorato bene fino all’8 agosto, data di chiusura, poi il rientro è stato difficoltoso, la gente è spaventata, persino gli allievi dei nostri corsi, quelli che arrivano da zone di alto contagio come Milano, sono premurosi nei confronti degli altri ed evitano di presentarsi per paura di contagiare. E’ una situazione surreale, delicata e molto difficoltosa e i primi a risentirne commercialmente sono i ristoratori. 

Un consiglio alle donne che vogliono intraprendere questo mestiere

Siate forti e non lasciatevi scalfire, puntate a un obiettivo e andate avanti. 
Quando lavoravo da Marchesi saltavo i pasti perchè ero lenta, lavoravo tanto e potevano anche essere poco gentili con me che tanto avevo la corazza e un grande scopo: guardare e imparare più che potevo, rubare il mestiere. 
Se non si hanno le idee chiare, si brancola nel buio e si rischia di perdere tempo; questo è un mestiere di grandi sacrifici, soprattutto quando l’attività è propria; noi abbiamo aperto con un piccolo fondo che erano le nostre liquidazioni dei lavori precedenti e siamo andati avanti grazie al forte sentimento che ci lega, una grande fortuna fare questo viaggio in due. 


Quando le hanno annunciato della Stella Michelin, se lo aspettava? 

Eravamo ancora in sala per il servizio, erano le undici di sera, squilla il telefono e una voce di ragazzo ci dice “Lavoro per Iaccarino, sapete chi è? Avete ottenuto la stella”.
Io subito chiamo mio marito “Mauro, qui c’è un cretino che dice che abbiamo avuto la Stella Michelin”. E dall’altra parte giurava fosse vero, insomma a quel tempo erano quattro giornalisti in croce a decidere le stelle, pochi critici e niente Internet. 
Lo abbiamo riferito ai clienti ancora in sala e la mattina abbiamo pensato “E se fosse uno scherzo, che figura ci facciamo? Non diciamolo a nessuno”. Decisi poi a scoprire la verità abbiamo chiamato la Michelin e ci ha risposto una segretaria, forse stufa degli infiniti trilli telefonici, sento il rumore delle pagine sfogliate: 
Sì, l’è vero, qui c’è un fiorellino”. 
(ride) 

Marta Grassi, chef del ristorante Tantris di Novara, una stella Michelin

5 personal trainer e i loro consigli su come tenersi in forma durante il lockdown

Nel pieno centro del capoluogo meneghino, nel 5 stelle NH Collection Milano President, Manintown incontra 5 personal trainer social addicted alle prese con lo smart e digital working chiedendo loro di svelare i segreti per un workout perfetto durante il lockdown.


Valerio Gaudio 

Dopo lunghi anni da calciatore si dedica all’atletica leggera compiendo i suoi studi in Scienze Motorie. Si specializza di seguito come Personal Trainer al Wellness Institute di Technogym e come Preparatore fisico di Basket con la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) collaborando con diverse squadre . Dopo l’esperienza fatta nei Club di Virgin allena diversi Top Client di Technogym e collabora con hotel di lusso. È tra i Personal Trainer più apprezzati e cura l’allenamento di numerosi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. Alla ricerca di più stimoli e sempre orientato sull’approfondimento della kinesiologia decide, insieme al suo partner Luca Giglio, di creare PURE, un salotto dedicato all’allenamento nel pieno centro di Milano.

Valerio indossa total look Reebok

Sneakers Nano x Mid Reebok

Calzini in spugna Nike


Training  e lockdown, uno dei settori più penalizzati nel 2020 che si e’ dovuto reinventere in tempi brevissimi per far fronte alle esigenze di una clientela sempre più esigente e ferrata grazie ai social. Quale è stato il tuo personale approccio a questa evoluzione?

Tutto il mondo del wellness ha dovuto trovare soluzioni congeniali per la digitalizzazione. Da co-host di Pure, dove da sempre ci dedichiamo all’attività one to one,  abbiamo optato per la “didattica a distanza”. Il lockdown è stata l’occasione per lavorare ad un entusiasmante progetto che svelo in esclusiva per Manintown: la Pure Tv. Una piattaforma in streaming dedicata al fitness che ci consentirà di far conoscere la nostra filosofia al mondo intero.

Il virtual personal coach, i workout tutorial, le digital consulting e ancora profili social influencing sempre più settati sulla propria daily routine , quanto sono importanti i dispositivi digitali per te?

Sono fondamentali, il mondo sta cambiando e i personal trainer, grazie ai social, promuovono il proprio know how con formule sempre più personalizzate di allenamento a distanza.

E proprio per questo motivo i social sono diventati fonte ispirazionale per tutti coloro che vogliono ottenere il massimo delle prestazioni dal proprio corpo. Funziona ancora il connubio alimentazione controllata, workout serrati, integratori e stile di vita sano? Se si, parlaci della tua formula vincente?

Noi siamo ciò che mangiamo e l’attività fisica è la migliore medicina per stare bene. E’ fondamentale sapersi muovere correttamente, rispettando una progressione didattica degli esercizi in base alle proprie abilità motorie.

Per tutti i nostri menintown consiglia un facile workout per tenersi in forma da eseguire in assoluta autonomia mentre si guarda l’ultima serie Netflix.

Difficile suggerire l’allenamento ottimale. Il training si costruisce su misura in base al punto di partenza. Ma invito tutti a scoprire la bellezza del movimento e il benessere che ne deriva.

Outdoor e indoor, home made e palestra quali saranno secondo te le prossime evoluzioni nell’ambito del training?

Sicuramente uno dei più forti trend saranno le studio gym dedicate ad un pubblico di nicchia e le attività all’aperto. 


Alice Mayne

Alice è una trainer di Pure Personal Training Studio. Ha avuto il piacere di prendere parte a molti mondiali di canottaggio conquistando contestualmente anche titoli nazionali e il podio da campionessa del mondo di coastal rowing. Durante la sua carriera sportiva si è anche laureata in Scienze motorie, ha conseguito un Master in Management dello Sport e un Diploma di Personal trainer. Da poco è diventata insegnante di Pilates Fusion (Fusion Workout) e vuole continuare a formarsi nella ginnastica addominale ipoppressiva e nell’allenamento post gravidanza. Inoltre è la preparatrice atletica di diversi atleti di triathlon, canottaggio, e pallavolo. 

Alice indossa total look Reebok

Sneakers multicolor Levi’s


Training  e lockdown, uno dei settori più penalizzati nel 2020 che si è dovuto reinventere in tempi brevissimi per far fronte alle esigenze di una clientela sempre più esigente e ferrata grazie ai social. Quale è stato il tuo personale approccio a questa evoluzione?

Sto davvero bene nel guidare i miei allievi online soprattutto perché, grazie all’impossibilità di seguirli dal vivo, ho dovuto migliorare il mio vocabolario italiano. Infatti, allenandosi da soli davanti allo schermo, gli esercizi vanno spiegati con maggiore minuziosità per far avere maggior consapevolezza dei propri movimenti.

Il virtual personal coach, i workout tutorial, le digital consulting e ancora profili social influencing sempre più settati sulla propria daily routine , quanto sono importanti i dispositivi digitali per te?

La mia vita professionale è intensa grazie ai social. Sulle piattaforme digitali, nel pieno lockdown, riesco a curare tutti i miei personal e anche i corsi di gruppo che effettuo tranquillamente su Zoom.

E proprio per questo motivo i social sono diventati fonte ispirazionale per tutti coloro che vogliono ottenere il massimo delle prestazioni dal proprio corpo. Funziona ancora il connubio alimentazione controllata, workout serrati, integratori e stile di vita sano? Se si, parlaci della tua formula vincente?

Il segreto per mantenersi in forma è imparare a star bene e a diventare intuitivi nella routine quotidiana. Non si può vivere contando le calorie e dipendendo dal proprio fit watch. Il più importante traguardo è avere un bel rapporto con il proprio corpo che va coccolato per una vita intera.

Per tutti i nostri menintown consiglia un facile workout per tenersi in forma da eseguire in assoluta autonomia mentre si guarda l’ultima serie Netflix.

Sapete che si possono fare gli addominali profondi tranquillamente seduti sul proprio divano?

Tirate in dentro la pancia, risucchiate l’ombelico, stringete il perineo e buttate fuori l’aria. Nulla di più semplice mentre si è davanti allo schermo.

Outdoor e indoor, home made e palestra quali saranno secondo te le prossime evoluzioni nell’ambito del training?

Esploderanno tutte le piattaforme online e, grazie ad esse, l’acquisto di tutti gli attrezzi per allenarsi comodamente da casa. E poi vedremo un grande ritorno all’outdoor proprio perché ci sarà tanta voglia di stare in compagnia facendo workout all’aperto.


Isacco Martufi 

Giovanissimo personal trainer nonché atleta agonistico di Crossfit. Nella sua vita ha praticato tanti sport come calcio, rugby, pallanuoto e boxe. Da alcuni anni sta studiando ed esplorando il mondo del fitness dedicandosi principalmente al personal training per atleti e amatori. 

Isacco indossa total look Lamborghini 

Sneakers alte Lotto


Training  e lockdown, uno dei settori più penalizzati nel 2020 che si è dovuto reinventere in tempi brevissimi per far fronte alle esigenze di una clientela sempre più esigente e ferrata grazie ai social. Quale è stato il tuo personale approccio a questa evoluzione?

Sono un personal trainer giovane e i social sono parte della mia quotidianità ma non nascondo che il lockdown abbia modificato il mio modo di lavorare. Mi sono dovuto adattare alle lezioni online con approcci e metodiche del tutto diversi.

Il virtual personal coach, i workout tutorial, le digital consulting e ancora profili social influencing sempre più settati sulla propria daily routine , quanto sono importanti i dispositivi digitali per te?

I social sono un ottimo punto di partenza per trovare una forte spinta motivazionale, sia per noi coach che per i clienti. La mia daily routine è social e chi curo ne è entusiasta e diventa parte della stessa.

E proprio per questo motivo i social sono diventati fonte ispirazionale per tutti coloro che vogliono ottenere il massimo delle prestazioni dal proprio corpo. Funziona ancora il connubio alimentazione controllata, workout serrati, integratori e stile di vita sano? Se si, parlaci della tua formula vincente?

Approcciarsi ad uno stile di vita sano, unito ad una valida alimentazione, agli integratori multivitaminici e agli allenamenti personalizzati è un ottimo passo per raggiungere obiettivi estetici e salutari.

Per tutti i nostri menintown consiglia un facile workout per tenersi in forma da eseguire in assoluta autonomia mentre si guarda l’ultima serie Netflix.

Certo! 5 round di: 20 lunges, 10 push up e 30 mountain climbers.

Outdoor e indoor, home made e palestra quali saranno secondo te le prossime evoluzioni nell’ambito del training?

Io credo nel mash up tra allenamenti online e live. Confido molto nelle evoluzioni che perverranno a seguito di questo grande cambiamento epocale che sta segnando le dinamiche e gli stili di vita.


Walter Marini 

Docente nazionale dell’associazione FORMAFITNESSITALIA e Preparatore atletico e calcistico e Presidente dell’associazione WM PERSONAL COACH, che si occupa di allenare, con l’apporto di diversi tecnici, amatori e professionisti nel settore dell’atletica, triathlon, tennis e sci. La differenza del suo metodo si basa sull’approccio combinato, una fusion tra lavoro muscolare e circuiti cardio-vascolari.

Walter Marini indossa total look WM

Running sneakers Nike


Training  e lockdown, uno dei settori più penalizzati nel 2020 che si è dovuto reinventere in tempi brevissimi per far fronte alle esigenze di una clientela sempre più esigente e ferrata grazie ai social. Quale èstato il tuo personale approccio a questa evoluzione?

Già da tempo usavo l’online perché, avendo clienti professionisti e amatori perlopiù globetrotter che si allenano costantemente, era l’unico mezzo per seguirli. Sappiate che molti di essi ambiscono alle grandi maratone quindi la costanza e l’impegno sono l’unico modo per raggiungere questo obiettivo. Ovunque essi siano.

Il virtual personal coach, i workout tutorial, le digital consulting e ancora profili social influencing sempre più settati sulla propria daily routine , quanto sono importanti i dispositivi digitali per te?

All’inizio del lockdown ho assunto un team di produzione e marketing perché mi sono ritrovato ad allenare atleti, anche olimpionici, senza mai comunicarlo sui social. Ero reticente perché credo nel contatto diretto ma alla fine ho ceduto per trasferire il mio know how ad un pubblico più ampio.

E proprio per questo motivo i social sono diventati fonte ispirazionale per tutti coloro che vogliono ottenere il massimo delle prestazioni dal proprio corpo. Funziona ancora il connubio alimentazione controllata, workout serrati, integratori e stile di vita sano? Se si, parlaci della tua formula vincente?

L’alimentazione è il 50% del nostro risultato, il 25% viene coperto dallo stile di vita che facciamo e il restante 25% dall’allenamento. Collaboro con due nutrizionisti perché la mia competenza e esperienza ventennale si limitano ai workout. Il personal trainer insegna il movimento corretto e la tecnica perfetta e per far si che ciò prenda vita ci vogliono anni e anni di costanza e perseveranza.

Per tutti i nostri menintown consiglia un facile workout per tenersi in forma da eseguire in assoluta autonomia mentre si guarda l’ultima serie Netflix.

Invito tutti a contattarmi privatamente per consigli propedeutici e, solo a seguito, di approcciarsi ad uno dei video training presenti sui miei canali online facilmente eseguibili se si ha una buona tecnica di base.

Outdoor e indoor, home made e palestra quali saranno secondo te le prossime evoluzioni nell’ambito del training?

Il futuro sarà digitale. Pensate a quante cose si possono fare stando in contatto con il proprio personal trainer tra un meeting e un altro oppure quanto possa essere importante per le donne di natura multitasking incastrare gli allenamenti. Una rivoluzione che ci ha educati a una nuova forma di training alla quale difficilmente si potrà dire di no.


Stefania Rega 

Nasce come ballerina classica per poi approfondire in età adulta varie discipline acrobatiche. Nei training da lei curati l’aspetto psicologico deve accompagnare quello fisico. Specializzata in allenamento funzionale, allenamento al femminile, allenamento pre e post parto e appassionata contorsionista, il suo percorso formativo è tuttora in evoluzione.

Stefania indossa total look Lotto

Sneakers da donna Reebok


Training  e lockdown, uno dei settori più penalizzati nel 2020 che si è dovuto reinventere in tempi brevissimi per far fronte alle esigenze di una clientela sempre più esigente e ferrata grazie ai social. Quale è stato il tuo personale approccio a questa evoluzione?

Sicuramente entusiasmante, è una grande opportunità da cogliere al volo per entrare in confidenza con i miei clienti e per fargli capire l’importanza e la percezione del movimento. 

Il virtual personal coach, i workout tutorial, le digital consulting e ancora profili social influencing sempre più settati sulla propria daily routine , quanto sono importanti i dispositivi digitali per te?

Bella domanda, in realtà il mio profilo social non è prettamente incentrato sul lavoro ma rispecchia quello che sono. I follower entrano così in contatto con la mia vita senza filtri, preferisco essere vera per comunicare al meglio me stessa e farmi scegliere da coloro che vogliono essere seguiti.

E proprio per questo motivo i social sono diventati fonte ispirazionale per tutti coloro che vogliono ottenere il massimo delle prestazioni dal proprio corpo. Funziona ancora il connubio alimentazione controllata, workout serrati, integratori e stile di vita sano? Se si, parlaci della tua formula vincente?

La Generazione Z e i Millenial hanno un approccio ancora troppo superficiale al wellness. Molti mirano dritti alla parte estetica per questo bisogna riconnettersi con sé stessi e ispirarsi alle case history che nascono da stili reali e soprattutto sani.

Per tutti i nostri menintown consiglia un facile workout per tenersi in forma da eseguire in assoluta autonomia mentre si guarda l’ultima serie Netflix.

In qualsiasi momento consiglio la ricerca di un qualsiasi movimento. Via libera anche alla cura della respirazione in quelli che possono essere esercizi di stretching.

Outdoor e indoor, home made e palestra quali saranno secondo te le prossime evoluzioni nell’ambito del training?

In realtà vorrei che le palestre tornassero ad essere un luogo di condivisione e socializzazione ma l’online training dà la possibilità a chi non ha tempo di seguire workout comodamente da casa. Si al training green in tutte le aree verdi delle nostre città.


Foto di Matteo Galvanone

Styling assistant Andrea Seghesio

Si ringrazia per l’ospitalità NH Collection Milano President e Healthy color 

Luca Chikovani: “Dalle cover su YouTube al Festival di Cannes anche grazie alla meditazione”

Luca Chikovani è un vero e proprio concentrato di energia. La sua carriera ha avuto inizio con delle cover su YouTube per poi coronare il proprio sogno con la pubblicazione con Universal dell’album “Start”. Adesso Luca ha cambiato pelle, ha avuto una vera e propria evoluzione che l’ha portato prima al cinema interpretando ruoli importanti come Tancredi nel film “Lazzaro Felice” di Alice Rohrwacher e poi in tv nella serie Rai “Un passo dal cielo”. Nella nostra lunga chiacchierata abbiamo parlato dell’importanza del credere in se stessi e nelle proprie potenzialità e di come la meditazione può servire per capire realmente chi siamo.


Credits: c.d.a. Studio di Nardo s.r.l.

Luca com’è nata la passione per la musica?

Devi sapere che è nato tutto un po’ per caso anche se la musica mi appartiene fin da piccolo perché in Georgia (il suo paese natale, ndr) c’è proprio una cultura musicale, ogni famiglia ha un pianoforte e alla fine della cena si suona e si canta tutti insieme. Io nel corso degli anni non ho coltivato più di tanto questa passione finché un giorno il bidello della scuola mi ha prestato il dvd di “Moulin Rouge!”, l’ho visto e da lì ho iniziato a cantare senza però ottenere grandi risultati.

In quegli anni su YouTube andavano per la maggiore le cover fatte da Conor Maynard, Shawn Mendes e Justin Bieber e allora ho iniziato a pubblicarne anch’io. Se prima dovevi sperare nel colpo di fortuna per raggiungere le etichette e farti pubblicare, col web avevi il contatto diretto con il pubblico senza intermediari. Inizialmente a scuola mi hanno preso molto in giro, soprattutto i professori, ma io sono andato dritto per la mia strada con l’obiettivo di incidere i miei pezzi. Avevo bisogno di mettere da parte dei soldi per pagare l’incisione e un giorno, mentre cercavo proprio un lavoretto, sono entrato per caso in un negozio senza leggerne l’insegna ed era proprio uno studio di registrazione. Ho poi conosciuto il proprietario, il produttore Roberto Sterpetti, che mi ha visto super motivato, pieno di idee e ha deciso di mettermi alla prova. Dopo un po’ di mesi ho firmato con loro il mio primo contratto e abbiamo pubblicato i primi brani. Poi mi sono trasferito a Milano per l’università e ho conosciuto tra gli altri Michele Bravi che mi ha chiesto di aprire i suoi concerti; alla tappa di Milano mi hanno notato i suoi discografici della Universal che poi mi hanno proposto di lavorare insieme. Così è nato “Start”.



Poi è arrivata Alice Rohrwacher e il suo “Lazzaro Felice”…

Sì, e anche qui c’entra la musica! Quando è uscito il video del mio singolo “On my own” è stato trasmesso da MTV e casualmente un giorno Alice e Chiara Polizzi (la casting director del film, ndr) mentre erano insieme in un bar lo hanno visto e si sono chieste chi fossi, mi hanno cercato e proposto di fare il casting per il ruolo di Tancredi anche se io, sinceramente, non volevo farlo perché non avevo mai recitato in vita mia.

Il provino andò malissimo, ero molto timido. Ricordo che c’era un altro attore che interpretava Lazzaro ma era caratterialmente molto dominante rispetto a me tanto da mettermi in difficoltà e farmi bloccare. Alice lo notò subito e mi chiese “riesci a impegnarti se lo vuoi? Sì? Allora non esci dalla stanza finché non lo fai”. Fu lei a interpretare Lazzaro e io Tancredi e così il provino andò bene. Le sono molto grato, se non ci fosse stata lei avrei perso una grande opportunità. Molte volte si ha paura e si è insicuri senza un reale motivo e lei me l’ha fatto capire.

Tu sei tra i protagonisti del corto “Revenge Room” che tratta una tematica molto attuale…

Sì, dopo “Lazzaro felice” sono stato in giro per molti festival che mi hanno permesso di farmi conoscere. Mi hanno proposto un ruolo nel corto prodotto della Rai “Revenge Room” che parla del revenge porn, un argomento molto caldo in questo periodo, dove ho avuto il piacere di lavorare con Alessio Boni, Violante Placido ed Eleonora Gaggero. Avevo molta paura del ruolo perché era stato precedentemente rifiutato da tre attori a causa dell’immagine malvagia che trasmetteva il personaggio ma Alice mi ha insegnato che le parti bisogna modellarle sull’attore e così ho fatto.

E’ stata un’esperienza significativa perché abbiamo girato tutto in un giorno, era un lungo piano sequenza. Poi Alessio Boni è stato magistrale, mi ricordo che prima di iniziare a girare una scena di un litigio mi ha insultato perché era già entrato nel ruolo per rendere tutto il più veritiero possibile e infatti la scena è uscita benissimo.



Chi è Luca oggi?

Non lo so, come faccio a saperlo? Cambio ogni giorno! Ci pensavo ultimamente, molte volte la gente mi dice: “ora fai cinema? E la musica?”, abbiamo in testa l’idea che ognuno ha un percorso ben definito ma non è così. Se adesso voglio fare il cantante e tra un anno l’archeologo nessuno me lo vieta. Per me è stata fondamentale la meditazione che mi ha permesso di controllare la recitazione che non avevo mai studiato. Mi ha reso conscio del fatto che non sono definito, non so cos’era Luca ieri e cosa sarà domani. Bisogna essere fluidi, sapersi adattare, cambiare, distruggere il proprio ego che a volte ci blocca a non andare oltre.

Qual è il consiglio che vuoi dare a chi sogna di intraprendere un percorso simile al tuo?

Molte volte ci concentriamo solo sull’esterno: “voglio fare il cantante quindi imparo a cantare”, è giustissimo però all’inizio secondo me bisogna concentrarsi su sé stessi. Bisogna lavorare prima interiormente e io l’ho fatto attraverso la meditazione, lo studio delle religioni e guardando dei film. Bisogna prima capire le tue emozioni, i tuoi pensieri, rendersi consci di questo e poi fare ciò che si vuole. A livello tecnico per gli attori consiglio di vedere tanti film perché noi esseri umani copiamo senza rendercene conto, assimiliamo ciò che vediamo.

Progetti per il futuro?

Ho appena finito di girare per Sky Atlantic il film “Power of Rome” dove interpreto Augusto e sto completando le riprese della fiction “Un passo dal cielo” dove posso anticiparvi che canterò ma non vi spoilero troppo. Poi sto valutando dei progetti dall’estero ma la situazione causa covid è complessa, vedremo.

Honor Watch Gs Pro: l’orologio sportivo per chi ama l’avventura

Se siete amanti dell’avventura, dello sport e non avete mai abbastanza di esplorare luoghi all’aperto il nuovo HONOR Watch GS Pro è lo smartwatch che fa per voi.

Vincitore dell’Outdoor Innovation Wearable Gold Award a IFA 2020, è un accessorio robusto e resistente la cui batteria ha una durata di 25 giorni e ha superato 14 diversi test MIL-STD-810G per resistere ad ambienti impegnativi, oltre che alla GPS e 100 modalità di allenamento. Ha inoltre a disposizione la funzione SpO2 Monitor per il monitoraggio dei livelli di saturazione nel sangue ed è in grado di prevenire i cambiamenti ambientali ed inviare avvisi in caso di variazioni delle condizioni meteorologiche.  

Il look robusto rimane sofisticato e confortevole al polso:  la lunetta è realizzata con un tipo di acciaio inossidabile noto come 316L, comunemente presente negli orologi e nei cinturini, progettato per resistere agli ambienti più difficili. Resiste inoltre alla corrosione, agli acidi e alle alte temperature. Per questo motivo, l’acciaio inossidabile 316L è spesso utilizzato per realizzare orologi di fascia alta per attività estreme come le immersioni, lo sci e l’escursionismo.


I cinturini sono disponibili in due varianti : in fluoro elastomero (materiale durevole che lo contraddistingue al posto del tradizionale silicone) nella colorazione Charcoal Black e  Marl White oppure in nylon, ideale per uno smartwatch da esterno grazie alla sua durata, al comfort e alla resistenza all’acqua (nelle versioni Camo Blue Camo Grey).  

Infine il suo quadrante rotondo, racchiuso da un anello di orientamento e da un anello metallico, è circondato da una lunetta e da un quadrante in acciaio inossidabile che sono a filo con il resto della cassa. Lo schermo rotondo AMOLED da 1,39 pollici è in grado di adattarsi a diversi livelli di luminosità, permettendo un facile utilizzo all’aperto. Inoltre, è preinstallato con una varietà di quadranti animati appositamente disegnati tra cui scegliere.  

Don’t Worry è il primo Best Of dei Boomdabash

Il singolo, che è già una hit, dà il nome alla raccolta che celebra i 15 anni di carriera della band.
È un regalo per chi li conosce già, ma anche un’occasione per le nuove generazioni, di entrare nel cuore dei 15 anni di musica dei Boomdabash.
Un viaggio scandito dalle collaborazioni con artisti come Alessandra Amoroso, Jake La Furia, Loredana Bertè, Fabri Fibra legati al gruppo da una profonda amicizia. Uscirà l’11 dicembre, in fisico e digitale, ma è già disponibile il pre-order al link  https://lnk.to/DW_BESTOF su etichetta Soulmatical Music / Polydor (Universal music Italy).

E infondo non è poi così difficile non amarli, portatori sani di un contagioso messaggio di positività, a dispetto di ogni difficoltà, e potete credermi se vi dico che questi ragazzi con le avversità ci sono andati a scuola.
Se Don’t Worry è un invito a restare con la schiena dritta, a rimanere lucidi nonostante questo periodo ci suggerisca di fare l’opposto, l’album contiene altri brani dotati di una solida personalità positiva e mai distruttiva.
Due inediti: “Nun tenimme paura”, scritto con Franco Ricciardi, è una porta aperta che ci conduce in un luogo più intimo e personale dei componenti della band salentina, un ritratto fuori dal palco; “Marco e Sara”, il secondo, ci riporta ai ritmi roots reggae dei loro inizi ed è uno spaccato dell’Italia, quella vera, di una coppia di giovani, con i suoi drammi e i suoi desideri, la loro routine e la loro voglia di farcela a tutti i costi.

“Siamo cresciuti in una piccola cittadina del Salento, Mesagne, in un momento storico in cui sarebbe stato più semplice scegliere le strade sbagliate, invece che lottare per quelle giuste. La musica è stata una via d’uscita, insistendo e, soprattutto, non lasciandoci influenzare da chi ha tentato di demolire il nostro sogno, pensando che fosse irraggiungibile”.

Biggie Bash, Ketra, Paya e Blazon, fieri e positivi e con il pelo sullo stomaco, non perdono un’occasione per difendere quella parte d’Italia che li ha cresciuti, con i suoi valori e le sue controversie, ma autentica come loro, che scelgono i loro compagni di strada attraverso il valore dell’amicizia e della stima reciproca, nata da una condivisione profonda: la musica, una passione che tiene in vita e che spesso può anche salvare la vita.

La tracklist delle canzoni che compongono “Don’t worry il best of – 2005 – 2020”:

1.         Don’t Worry 
2.         She’s mine
3.         Danger
4.         Non Ti Dico No ft. Loredana Bertè
5.         Mambo Salentino ft. Alessandra Amoroso
6.         The Message
7.         Il Solito Italiano ft. J-AX
8.         Nun Tenimme Paura ft. Franco Ricciardi (inedito)
9.         Barracuda ft. Fabri Fibra, Jake La Furia
10.       Karaoke con Alessandra Amoroso
11.       L’importante ft. Otto Ohm
12.       Pon Di Riddim ft. Alborosie
13.       General
14.       Portami Con Te
15.       Marco e Sara (inedito)
16.       Sunshine Reggae
17.       Per Un Milione
18.       A Tre Passi Da Te ft. Alessandra Amoroso
19.       Il Sole D’Oriente
20.       Gente Del Sud ft. Rocco Hunt
21.       Somebody To Love
22.       Un Attimo

Stone Island entra a far parte di Moncler

Moncler S.p.A. e Sportswear Company S.p.A., società detentrice del marchio Stone Island, annunciano di aver siglato un accordo secondo il quale Stone Island entrerà a far parte di Moncler, con l’obiettivo di sviluppare una nuova visione del lusso.



Uniti dalla filosofia “beyond fashion, beyond luxury“, i due brand italiani rafforzeranno la loro capacità di interpretare le evoluzioni dei codici culturali delle nuove generazioni, posizionandosi all’interno del segmento del nuovo lusso. Un concetto caratterizzato da esperienzialità, inclusività, senso di appartenenza e contaminazione di significati e mondi diversi.

Remo Ruffini, Presidente e Amministratore Delegato di Moncler S.p.A., e Carlo Rivetti, Presidente e Amministratore Delegato di Stone Island, consolidano così la loro visione del futuro e mettono a fattor comune culture imprenditoriali, manageriali e creative, oltre al loro know-how, per rafforzare la competitività di entrambi i brand. Moncler metterà a disposizione di Stone Island conoscenze ed esperienze per valorizzarne il grande potenziale di crescita nei mercati americano ed asiatico e nel canale DTC (Direct to Consumer), oltre alla sua cultura improntata alla sostenibilità.

Remo Ruffini, CEO di Moncler, commenta: “Da sempre ho lavorato per costruire un brand forte, dove unicità e vicinanza con il consumatore sono stati i principali cardini di uno sviluppo sempre oltre le mode e le convenzioni. La condivisione di una stessa visione ci porta oggi ad unirci a Stone Island per disegnare insieme il nostro futuro. […] I brand Moncler e Stone Island vogliono proporre alle nuove generazioni un nuovo concetto di lusso, lontano dai canoni tradizionali in cui i giovani non si riconoscono più. […] È un’unione che si concretizza in un momento difficile per l’Italia e per il mondo, quando tutto sembra incerto e imprevedibile. Credo però che sia proprio in questi momenti che si debbano stimolare nuove energie e nuove ispirazioni per progettare il domani. […]”.

Carlo Rivetti, CEO di Stone Island, continua: “Io e Remo abbiamo deciso di unire le nostre forze e le nostre visioni per affrontare insieme e più forti le sfide che ci aspettano. Abbiamo radici comuni, percorsi imprenditoriali simili e il massimo rispetto sia per i valori profondi dei nostri brand che per le nostre persone. E siamo italiani. […] Questa partnership rappresenta una grande opportunità per il percorso di sviluppo di entrambe le aziende […]. Sarà un’opportunità di scambio e crescita anche per tutte le persone di Moncler e Stone Island con il contributo delle quali continueremo a scrivere, insieme, una storia di ingegno, creatività e professionalità per fare onore all’Italia nel mondo.”

Costiera Amalfitana: 5 ristoranti da provare

La Costiera Amalfitana è una delle mete turistiche più amate da italiani e stranieri. Famosa in tutto il mondo per le sue bellezze naturalistiche, questo luogo viene definito “il Paradiso in Terra”. Un’esplosione di colori e di sapori renderanno la vostra vacanza indimenticabile e speciale. Spiagge meravigliose, acque cristalline e ristoranti superlativi. Scopriamo insieme quali sono le migliori proposte food della Costiera Amalfitana. Siete curiosi? Non dimenticate di concedervi anche un piccolo peccato di gola da Sal de Riso e gustarvi una bella Delizia al limone.

5 ristoranti in Costiera Amalfitana da non perdere

Il Pirata, Praiano

Qui a deliziare i palati è lo chef Gerardo Garofalo. “Innovazione, ma nel rispetto della tradizione”: ecco il suo motto. Crudi superbi accompagnati da vini di primissima scelta. Tra i piatti imperdibili ci sono: la Nerano, le tagliatelle ricciola e pomodorini gialli, la zuppa di pesce, la frittura di calamari e il pescato del giorno.

Lo Smeraldino, Amalfi

Un bel ristorante spazioso con terrazza che affaccia sul porticciolo. Lo Smeraldino si caratterizza per l’ottimo rapporto qualità/prezzo e per la splendida veduta. I piatti consigliati sono: il risotto gamberi e limone, la frittura di mare e la pizza Cetara.

Da Vincenzo, Positano

Per chi desidera sentirsi a casa anche in Costiera, non può che scegliere questo ristorante di Positano. I prezzi sono superiori alla media, ma la qualità è eccellente. Semplicità e gusto caratterizzano i piatti di questo locale che propone solo pasta fatta in maniera artigianale. Tra i piatti consigliati ci sono gli spaghetti al pomodoro con burrata, i tagliolini con gamberi rossi e scorza di limone amalfitano e il fusillone con zucchine.

Da Tommaso allo Scoglio, Nerano

In questo ristorante oltre a gustare il piatto più famoso della città, ossia gli spaghetti alla Nerano con zucchine e provolone del Monaco, c’è la possibilità di assaporare gli spaghetti al riccio, delle ottime alici marinate e il famoso “Crudo Imperiale” fatto di pesce crudo, gamberi, scampi, tartare di tonno e frutti di mare.

Le Sirenuse, Positano

Vista mozzafiato e atmosfera d’incanto rendono questo ristorante una perla della Costiera Amalfitana. Cibi raffinati, qualità eccellente, sala elegantissima rendono questo locale un vero e proprio Paradiso food da esplorare.

In Costiera Amalfitana potrete assaggiare tutti i piatti della tradizione con viste mozzafiato che resteranno impresse nella vostra mente per sempre, insieme ai sapori e alla convivialità caratteristica del SUD.

Davide Campagna: dentista di giorno, chef di sera

Un blog aperto quasi per caso, la passione per la cucina e quella marcia in più tipica dei romagnoli hanno reso Davide Campagna ( @cottoaldente ) in poco tempo una star del web: il suo blog conta infatti più di 7mila contatti al mese e su Instagram ha raggiunto oltre 300mila follower. La sua dieta sana, abbinata ad una serie di esercizi, è entrata a far parte del suo metodo che lui stesso ha definito “Cotto al dente”. Davide non è nato con il fisico che ha adesso e così, grazie anche alle sue conoscenze mediche ( è un dentista di professione) , ha deciso di sviluppare e condividere questo suo metodo dietetico e sportivo, attento anche alla salute.



Come è nata la tua passione per la cucina?

Ho sempre amato cucinare, una passione trasmessa da mia mamma e mia nonna. Inizialmente era solo un’attività saltuaria, oggi invece dedico buona parte delle mie giornate a questa attività.

Come nasce invece ‘Cotto al Dente’?

Cotto al Dente nasce esattamente 8 anni fa, quando sono andato a vivere da solo e ho iniziato a cucinare per amici e parenti. Proprio in quel periodo ho deciso di aprire il mio blog. Tutto è nato in modo molto naturale, quasi per caso.



Hai un piatto della tradizione a cui sei particolarmente legato?  

Nonostante io non mangi più carne, porto sempre nel cuore le roselline al forno ripiene di prosciutto, mortadella, panna e parmigiano. Tipico del periodo natalizio e che mia nonna era solita prepararmi.  

Oggi invece hai un ingrediente a cui non rinunceresti mai?

Sono un amante del salmone, in tutte le sue forme. Che sia cotto, sashimi o una semplice tartare, non potrei farne a meno.



Il metodo migliore per tenersi in forma a casa in questo periodo?

Il tipo di allenamento varia da persona a persona, in base al livello di ognuno di noi. Sicuramente consiglierei un allenamento ad alta intensità (Emom, Tabata), di 30 / 35 minuti al giorno per mantenersi sempre in forma. Al contrario, sconsiglio i pesi , a causa della mancanza di attrezzi e spazio sufficienti.  

C’è un personaggio del mondo del fitness che segui sui social e a cui ti ispiri?

Si, mi ispiro molto a The Body Coach, un personal trainer inglese che ammiro in quanto è stato il primo a fare ciò che oggi faccio anche io. Mi piace molto anche Pamela Reif, una trainer tedesca. È un po’ difficile in Italia farsi degli amici che condividano la mia stessa passione e professione, l’invidia regna sovrana.

Come combini allenamenti, social e lavoro?

Per dare il massimo in tutte le attività che faccio, ho deciso di suddividerle in giorni della settimana differenti. Ci sono giornate in cui mi dedico solo alla mia professione, ossia quella del dentista, ed altre invece in cui mi dedico solo ai social.

Oltre alla cucina e al fitness, una delle tue grandi passioni è viaggiare. Quale meta ci consiglieresti di visitare non appena questo periodo di lockdown ce lo permetterà?

Inizialmente vorrei andare in Perù e Bolivia e poi tornare a Bali, compatibilmente con le regole imposte da questa pandemia. Mi piace molto alternare viaggi rilassanti a viaggi più esplorativi ed avventurieri perché lo stare solo in spiaggia alla lunga un po’ mi annoia.

Quali sono 3 oggetti che non potrebbero mai mancare nella tua valigia?

Tre oggetti che porto sempre con me sono le scarpe da corsa, il drone e una guida del luogo che andrò a visitare.

Quali progetti hai per il futuro?  

Nel mese di Dicembre ho creato un calendario dell’avvento sulla mia app “Cotto al Dente”: ogni giorno propongo un allenamento e una ricetta differenti. Nel 2021 invece uscirà il mio secondo libro, che sarà il seguito del primo. Tratterà principalmente del cambiamento avvenuto durante la quarantena, che in qualche modo ha influenzato la vita di tutti noi. Vuole essere una guida per le persone sia dal punto di vista alimentare che sportivo.

Contrastare l’ansia usando il CBD

Negli ultimi anni di attacchi di ansia sono diventati un problema molto grave per tantissime persone, perché a quanto risulta da alcuni studi circa il 25% della popolazione a causa dello stress e dello stile a cui sono costrette li ha riscontrati almeno una volta nella vita. 

Secondo lo studio del progetto europeo ESEMeD, gli attacchi di ansia cronica coinvolgono il 2% della popolazione in paesi come Francia, Italia, Germania Belgio Spagna e Olanda, con un trend pericolosamente in ascesa.

A livello clinico vengono proposte molte soluzioni per questo tipo di problematica, alcune coinvolgono psicoterapia e meditazione, altre sono più indirizzate verso un approccio farmacologico. Anche il CBD contenuto nella cannabis light, però, può essere notevolmente di aiuto per il contrasto di situazioni di ansia e stress permanenti. Purtroppo la legislazione italiana è un po’ confusa ed è necessario fare chiarezza sulla normativa in merito alla canapa legale che puoi leggere qui.

Che cos’è l’ansia

Di solito si utilizza in maniera impropria questo termine per indicare una condizione di paura e agitazione generalizzate che portano all’impossibilità da parte di un soggetto di svolgere in maniera normale le proprie funzioni.

È uno stato di agitazione che coinvolge anche fenomeni fisici come respiro affannoso, nausea, sudorazione, accelerazione del battito cardiaco, la sensazione di vertigini ed una diffusa secchezza della bocca.

Secondo studi clinici, situazioni di questo tipo sono molto frequenti per una considerevole fetta della popolazione europea, che tocca quasi 2,5 milioni di soggetti, che spesso riportano il continuo susseguirsi degli attacchi di ansia, anche non giustificata. 

Questa si manifesta cioè anche quando sembra non esserci una diretta fonte di stress ed è quindi molto complicato agire eliminando il problema all’origine. L’ansia, infatti si autoalimenta se non viene affrontata alla radice, diventando un meccanismo distruttivo e che porta alla ricerca di vie di fuga non salutari.

Dalle statistiche risultano essere leggermente più colpite da queste tipologie situazione le donne, mentre i maschi di solito tendono a ricondurre questi sintomi a disturbi di altra natura come la depressione e la distimia sempre più frequenti soprattutto tra i giovani.

Quali sono le cause di ansia e stress

Non si può delineare un quadro unico del soggetto ansioso, ma molto spesso la situazione si manifesta per colpa dello stile di vita a cui si costretti, in particolare dalla costante presenza di cambiamento a cui ci si deve per forza adattare.

Di solito è piuttosto facile riuscire a riconoscere la fonte più evidente dei problemi, perché la situazione precaria, in particolare dal punto di vista lavorativo e sentimentale e lo stress correlato alla continua ricerca di nuovi posti di lavoro perché non si riesce ad ottenere un contratto a tempo indeterminato sembrano essere le fonti più diffuse.

C’è poi in generale un deterioramento dei rapporti sociali che impedisce a molti di trovare una valvola di sfogo fisiologica di favorire le normali funzionalità organiche che in condizioni ottimali allontanano il pericolo di attacchi di ansia.

Ci si può affidare al CBD per l’ansia?

Da molto tempo si stanno studiando cure farmacologiche e fitooterapeutiche poco invasive per trattare gli stati ansiosi, in particolare quelli frequenti e cronici. Gli esperti hanno riscontrato come l’impiego di cannabis light possa essere di ottimo ausilio nel caso di disturbi mentali non gravi, cioè quando lo stato non è considerabile patologico, ma potrebbe cronicizzarsi e portare a gravi conseguenze se non affrontato per tempo.

L’olio di CBD sembra questo momento un’ottima fonte di controllo per le manifestazioni somatiche dei disturbi legati all’ansia e allo stress, perché consente di rilassare la muscolatura e riordinare i pensieri, evitando che si possano manifestare le classiche situazioni di confusione e rush tipiche degli stati ansiosi.

Queste infatti di solito conducono ad una spirale discendente che può addirittura portare ad attacchi di panico e in molti casi a optare per soluzioni provvisorie molto dannose, come per esempio cercare di abbassare i livelli di ansia utilizzando l’alcool, che notoriamente non è una soluzione, ma una causa di ansia.

L’olio di CBD, assolutamante legale, contiene quantità variabili di cannabidiolo a seconda della tipologia e della lavorazione. Si tratta di un cannabinoide che è noto per non possedere proprietà psicoattive. Questo significa che differenza del più famoso THC, assumere il suo olio non comporta nessuna forma di sballo o di alterazione mentale. 

Il CBD va ad interagire con il cosiddetto sistema endocannabinoide umano, che è legato al fatto che la cannabis per millenni è stata parte dell’alimentazione e quindi ci siamo sostanzialmente adattati ai suoi principi attivi.

Nel sistema sono presenti numerosi recettori che svolgono funzioni regolatorie per quanto riguarda gli equilibri del sistema nervoso e muscolare, senza però indurre stati di coscienza alterata. Si tratta di molecole in grado di legarsi al CBD e di essere sostanzialmente attivate dalla sua presenza.

In particolare sarebbero due specifici recettori cioè il CB1R e il 5-HT1A quelli interessati all’effetto del cannabidiolo, da quanto risulta da uno studio condotto dall’università di San Paolo in Brasile.

La ricerca medica si è concentrata principalmente sullo studio del recettore 5-HT1A, che è coinvolto in stati di depressione. Questo è un regolatore di 3 specifiche sostanze, neurotrasmettitori necessari per il mantenimento dell’equilibrio mentale di un soggetto. Nella fattispecie si tratta di dopamina, noradrenalina e serotonina.

Questi tre si trovano a volte chiamati con nome di neurotrasmettitori della felicità perché la loro alta concentrazione è correlata a stati di tranquillità e rilassamento.

Questi elementi sono alla base del contrasto degli accessi di ansia, perché riducono problematiche come il respiro affannoso e il battito cardiaco accelerato, che sono le basi meccaniche di questa situazione.

I vantaggi del CBD 

A quanto risulterebbe dagli studi dell’università di San Paolo, i due recettori sarebbero molto più sensibili al CBD piuttosto che ai farmaci SSRI, cioè gli inibitori selettivi del reuptake di serotonina, gli ingredienti degli psicofarmaci e degli antidepressivi di ultima generazione.

Nel 2006 il dipartimento di farmacologia e tossicologia dell’università di Bonn in Germania ha determinato la funzione allosterica negativa del CBD nei confronti dei recettori coinvolti nella dipendenza da sostanze stupefacenti.

In sostanza il cannabidiolo inibisce l’azione dei recettori μ-oppioidi e δ-oppioidi e la conseguente produzione di dopamina e serotonina in caso di assunzione di sostanze tossiche, riducendo quindi il desiderio e il craving che sono alla base della dipendenza da eroina. 

Trovare il CBD di qualità

Attualmente in Italia il CBD è disponibile in prodotti legali con concentrazioni di tetraidrocannabinolo pressoché nulle, principalmente su portali internet, che sono in grado di garantire qualità e filiera controllata. I canapai certificati, infatti sono alla base di un prodotto sicuro e a regola per il commercio e l’uso umano. 

Justbob.it è uno dei più famosi per distribuzione di prodotti contenenti cannabidiolo di qualità, con un controllo selettivo delle fonti e di tutta la trafila, sempre nel rispetto delle normative imposte dalla legge dello Stato italiano e dall’Europa, garantendo controllo, qualità e soglie di THC molto al di sotto della concentrazione massima.

Come mantenersi in forma quando si raggiunge la mezza età? Ecco tutti i consigli utili

Quando ci si avvicina ai 50 anni, l’aumento di peso è una delle maggiori preoccupazioni per gli uomini quasi quanto per le donne. E lo è per una buona ragione in quanto gli sconvolgimenti ormonali e le loro ripercussioni sulla silhouette sono una realtà. Oltre ad essere spesso vissuto come antiestetico, questo aumento di peso può essere la causa di problemi di salute che è meglio prevenire ed evitare. 

Proviamo a spiegare perché l’aumento di peso si verifica spesso con l’età, quali sono i rischi e come mantenere il proprio peso forma anche dopo i 50 anni.

Perché questo aumento di peso dopo 50 anni

Partiamo dall’inizio, ovvero dal perché ciò si verifica così frequentemente. Se l’aumento di peso è molto diffuso dopo i 50 anni nelle donne e negli uomini è soprattutto perché le sue cause sono fisiologiche. Tuttavia, il processo non è esattamente lo stesso per entrambi i sessi. Nelle donne, la menopausa è spesso associata ad altri fattori che influenzano il peso. Negli uomini invece c’è anche un graduale declino ormonale associato all’aumento di peso. In genere questo rallentamento metabolico che fa avanzare l’asticella della bilancia si manifesta quasi sempre con un aumento significativo della circonferenza della vita, che deve essere prevenuto il prima possibile.

Sono in pensione, come posso restare in forma?

Molti giovani pensionati spesso riferiscono di essere più occupati rispetto a quando erano attivi professionalmente. Queste persone quindi non hanno sempre il tempo per dedicarsi ad una regolare attività sportiva. Se fai parte di questa popolazione, già ti consigliamo di seguire una dieta equilibrata ad orari prestabiliti.

Se devi andare a più appuntamenti o fare shopping, perché non cogliere l’occasione per andare a piedi? Camminare 30 minuti al giorno può aiutare a mantenere la salute. Questi sforzi non richiedono molto tempo, quindi puoi ancora occuparti della tua quotidianità indaffarata.

Fai attività fisica regolare

Se non hai avuto il tempo quando eri ancora attivo, la pensione potrebbe essere un buon momento per (ri) dedicarti allo sport. E sì, un’attività fisica regolare permetterà al tuo corpo, e conseguentemente al metabolismo, di funzionare meglio. Respirerai più facilmente, il tuo cuore sarà in gran forma e potresti ritrovare le gambe dei tuoi vent’anni.

Oltre alla camminata di 30 minuti al giorno, ti consigliamo di iscriverti a corsi adeguati, oppure di costruire la tua piccola palestra domestica con alcuni semplici strumenti che ti permetteranno di restare in forma e in salute senza doverti spostare dalla tua abitazione, come quelli rinvenibili su Pull Up Mate Italia.

Mangia bene, è la vera ricetta per restare in forma

Non lo si dirà mai dire abbastanza spesso, ma una dieta varia ed equilibrata aiuta a mantenersi in forma. Non esitare a fare pasti completi a orari prestabiliti. Il tuo corpo ti ringrazierà per la tua alimentazione così ordinata. Frutta e verdura fresca, accompagnate ogni giorno con carne o pesce, aiuteranno il corpo a ricaricare le batterie. Cosa c’è di meglio che assaggiare gustosi piatti di stagione che hai preparato tu stesso, con verdure acquistate al mercato o raccolte nell’orto?

Più che mai, non esitare a consumare latticini (salvo controindicazioni mediche) invecchiando, vedrai le tue ossa indebolirsi, quindi per rafforzarle non c’è altro segreto che bere latte, mangiare yogurt o formaggio come fonti di calcio.

Non rinunciare ad uscire più volte durante il giorno

Se hai nipoti piccoli o amici da visitare, non esitare a fare qualche passeggiata o attività con loro. L’aria rinvigorente ti farà sempre bene, camminare renderà le tue gambe meno pesanti e il tuo morale sarà ancora migliore. Andare in viaggio e visitare posti nuovi ti permetterà anche di coltivare le tue passioni e sfruttare al meglio il tuo tempo di pensionamento.

La pensione non è il momento per lasciarsi andare, al contrario, è il momento perfetto per godersi la vita e fare ciò che hai sempre sognato! Divertiti, ma attenzione agli eccessi!

Perché gli uomini decidono contattare una escort girl?

Frustrazione, bisogni opprimenti, fantasie non convenzionali, sono ancora queste le reali ragioni per cui gli uomini scelgono di cercare una escort per trascorrere i loro momenti liberi? Secondo psicologi e psicoterapeuti la risposta è negativa.

Allora, cos’è che spinge certi uomini di alto profilo, con mogli e amanti, a preferire relazioni retribuite? Sappiamo sin da subito che questi esempi storcono il collo all’idea condivisa che la prostituzione dovrebbe essere riservata solo agli uomini solitari, che vi ricorrerebbero per disperazione, anche se questo profilo esiste. Ma rafforzano un’altra premessa, ovvero che gli uomini, qualunque sia la loro vita sessuale, nella loro psiche nascondono cassetti ben più profondi.

Secondo il comune sentire, questi uomini sarebbero afflitti da bisogni sessuali opprimenti e inevitabilmente insoddisfatti dalla loro compagna ufficiale. Ma chi dice che le donne non provino lo stesso? A parte che la moralità ha disapprovato per secoli il desiderio femminile, una donna onesta non dovrebbe parlare dei suoi desideri irrefrenabili, anche se li ha. Ed è per questa ragione che per molti decenni la professione di escort era sinonimo di vergogna sociale. Per fortuna ad oggi le cose sembrano cambiate, almeno dal punto di vista etico, sul lato politico c’è ancora molto da fare a tutela delle sex worker. Esistono diverse piattaforme autorevoli che fungono da vetrina per queste donne e per gli uomini che vogliono godere dei loro servizi, come https://it.escort4you.xxx/, in queste sedi vengono verificate le identità delle escort per evitare truffe reiterate da web.

Ma tornando alla domanda iniziale: perché gli uomini scelgono di affiancarsi ad una ragazza escort?

Dalla fantasia alla realtà

Al di là dei bisogni sessuali, pagare per ricevere servizi sessuali soddisferebbe il desiderio degli uomini di vivere tutte le loro fantasie. Anche in questo caso è necessaria una sfumatura, perché la escort raramente si conforma a tutti i servizi possibili. Il passo non è il luogo della realizzazione sessuale, né del suo arricchimento. Non è necessario preoccuparsi della reazione del partner, piuttosto è un percorso in cui si possono esplorare, in un gioco tra adulti consenzienti, percorsi meno battuti nelle pratiche sessuali consuete di coppia. La fantasia sessuale richiede un tempo di sviluppo, una complicità che può consentire a due di superare le inibizioni e spesso non ci si riesce. Per questo si preferisce una persona estranea, senza implicazioni mentali. 

Paura dello sguardo dell’altro

Di fronte alla nostra sessualità, ci troviamo di fronte a elementi arcaici di noi stessi, un ribollire impulsivo che molto spesso ci spaventa. Cosa succede a coloro che hanno difficoltà ad accettarlo? Quando l’uomo vede la sua pulsione sessuale come troppo aggressiva, non può lasciarsi andare con una donna con la quale intrattiene un dialogo, uno scambio affettuoso. Si dimostra incapace, durante l’atto sessuale, di comporre con lo sguardo che getta su di lui questa compagna, che immagina necessariamente accusatorio. Ricorrendo a una escort, ridotta allo stato di oggetto, ci si libera di questo giudizio immaginario che lo terrorizza.

In sostanza, pensiamo che gli uomini fanno ricorso alle escort siano uomini liberati, mentre è esattamente il contrario: più sono invischiati nella loro incapacità di assumere il loro desiderio sessuale, più devono rivolgersi alle lavoratrici del sesso. 

Ultimo paradosso, su un argomento che non manca: il discorso morale, che suggerisce sempre tra le righe che la sessualità è sporca e degradante, non fa che aumentare la pressione che grava sulle spalle di questi uomini e, di questo fatto incoraggia la prostituzione.

La musica per l’autunno: the Windmill playlist

Una playlist con una selezione di alcuni tra i migliori artisti della ricchissima ed eclettica scena musicale nata o cresciuta al “Windmill”, gloriosa venue di Brixton (Londra): 

Fat White Family, Warmduscher, Meatraffle, Pregoblin, PVA, Insecure Men, JackMedleyy’s Secure Men, Madonnatron, Black Midi, Goat Girl, Shame, Tiña, Misty Miller, Lazarus Kane, Squid, Muck Spreader, Deadletter, Lynks, Pink Eye Club, Peeping Drexels, Deep Tan, Black Country New Road, Scud FM, Sonic Eyes.


Photo Credits: Lou Smith


Solari montagna: come sceglierli e perché sono importanti

Anche per una vacanza sui monti è necessario mettere in valigia la protezione solare. Contrariamente all’opinione diffusa, la crema solare non serve solo per la vacanza al mare e al caldo, ma anche per le vacanze sulla neve, dove vento, sole e basse temperature possono danneggiare seriamente la pelle, specialmente quella delicata del viso, soggetta maggiormente a irritazioni e invecchiamento cutaneo precoce. Il freddo intenso e il vento seccano la pelle e favoriscono arrossamenti e screpolature, mentre i raggi del sole che si riflettono sulla neve (in misura quattro volte superiore rispetto alla sabbia) provocano scottature.

 È importante proteggere anche le aree delicate come contorno occhi e labbra con prodotti solari specifici. Il sole in montagna abbronza molto più che al mare. La percezione del calore è diversa. L’aria fresca e il vento possono trarre in inganno. Ecco perché tante persone si ritrovano con forti scottature dopo una vacanza in montagna.

Ricordiamo poi che l’abbronzatura non è più sinonimo di bellezza, ma di danni alla pelle dovuti ai raggi solari. Sfatiamo anche il falso mito che basta spalmare bene una volta sola la protezione solare la mattina. La protezione solare anche in montagna va applicata ogni 2 ore e in quantità sufficiente e con il giusto filtro solare. 

Perché usare i solari in montagna?

In montagna sulle piste da sci o praticando snowboard, è importante usare sempre la protezione solare con fattore protettivo SPF20 o meglio SPF50. Meglio scegliere un prodotto emolliente che ripara la pelle in caso di vento freddo ad alta quota e che sia resistente alla sudorazione.

Altrettanto importante è scegliere un prodotto senza parabeni e siliconi ed adatto a pelli sensibili. Il brand Piz Buin, ad esempio, è una garanzia nel mondo dei solari e realizza prodotti solari specifici per la montagna. Le confezioni sono pratiche e comode anche da tenere in tasca, sempre a portata di mano. Inoltre, questo brand propone anche lo stick protezione solare montagna specifico per le labbra, una sorta di burrocacao con protezione che proteggerà le vostre labbra dal sole e anche dal vento della montagna.

Per chi è attento all’estetica, consigliamo una protezione solare formulata per evitare l’odiato effetto lucido e che garantisce una pelle matte anche in condizioni estreme.

Infine ricordate dopo l’esposizione al sole di usare anche una crema o latte doposole, che permette alla vostra pelle di idratarsi e nutrirsi per la successiva esposizione solare.

#Mitparade – Special edition da prendere al volo

Quando le strade tra due brand s’incontrano, nasce una sinergia, motore di una nuova generazione di idee e progetti dal concept esclusivo, destinate ad entrare nella lista dei desiderata per collezionisti e appassionati di storia della moda. Grazie al numero limitato di pezzi, il loro valore creativo cresce col passare del tempo, dando una ventata di freschezza all’heritage dei brand che esplorano nuove strade, superando i propri confini.

Ispirazioni a forme e tendenze d’altri tempi, adattate a giacche dal taglio contemporaneo e materiali ultratecnici. Accessori creati a posta per vestire con abiti lussuosi le nostre passioni come il mondo della fotografia, e capi che hanno fatto storia, come la Harrington G9 di Baracuta, la più riconoscibile tra le giacche, protagonista indiscussa di famose pellicole cinematografiche, che stringe la mano a Vans, storico marchio streetstyle, scelto dagli skater di tutto il mondo.

Questa giacca, icona dello stile preppy, la Drill Jacket in cotone impermeabile insieme a due camicie e la mitica Vans slip-on, con la classica scacchiera in bianco e nero e il logo Baracuta sono i protagonisti di questa esclusiva capsule, preziosa in dettagli e materiali come la tradizione di questo straordinario team impone.

La passione per la fotografia e le macchine fotografiche della Leica del Direttore Artistico di Zegna Alessandro Sartori, è stato lo stimolo che l’ha spinto a realizzare una collezione ad hoc per celebrare il mondo della fotografia, da sempre sua fonte d’ispirazione e vero e proprio linguaggio creativo, codice di comunicazione universale.

Valori condivisi legati a qualità ed eccellenza estetica sono alla base della collezione è costituita da porta lenti fotografiche, impreziositi con dettagli in PELLETESSUTA TM, collezione iconica di Zegna, custodie e protezioni per i modelli Leica Q2 e Leica M, portachiavi e da borse a tracolla Insta-Pack, in diverse dimensioni, perfette per custodire tutte le fotocamere Compact Leica e Leica CL con lente 18mm ‘pancake’ Leica.

“Zegna e Leica condividono gli stessi valori e un approccio basato su una profonda autenticità e qualità che si ritrovano nell’eccellenza dei nostri prodotti. Il mio desiderio è quello di continuare questa collaborazione. La visione insita nel DNA di Leica è costantemente alla ricerca di una qualità estrema, un approccio davvero unico non solo verso il mondo delle macchine fotografiche e della fotografia in generale, ma anche verso l’eccellenza artigianale e la creazione di una sintassi distintiva.” rivela Alessandro Sartori, Direttore Artistico Zegna.

Si chiama Sinesis la giacca in edizione limitata di C.P. Company, creata con la consulenza dello stilista londinese Kiko Kostadinov.

Con la tradizionale “coda” tipica del parka, che incarna i codici di abbigliamento dei Mods inglesi, fonde una tradizione che ha fatto icona, con la silhouette contemporanea della giacca da motociclista. I dettagli fanno la differenza, tra pences e tagli sulle maniche, che favoriscono il movimento nelle scapole, una ghetta rimovibile per il collo e polsini regolabili a tre livelli con velcro.
Tre tasche elasticizzate, con cerniera, nascoste e sovradimensionate – su entrambi i lati, forniscono equilibrio alla parte anteriore dell’indumento, mentre nella parte posteriore del collo troviamo un ricamo, che appare anche sulle etichette interne di questa giacca.

La lente, elemento distintivo di C.P. Company, è stato spostato dalla tradizionale posizione sulla manica, al petto sinistro, creando un equilibrio visivo tra la lente e la chiusura a scatto a triplo del collo.
Come gli elementi di un’opera d’arte, forma e materia hanno due valori indipendenti ma fondamentali. Il CO-TED, materiale caratteristico del brand, con la sua costruzione a due strati, ha una speciale combinazione di nylon con rivestimenti interni water-resistant.
Prodotto esclusivamente in Signal Green, la giacca Sinesis porta un colore simbolico, esplorando lo spazio tra il pantone dei capi da lavoro e quelli militari. Il colore che è nell’essenza stessa dalla natura e che esige equilibrio, perché in essa tutto è perfettamente bilanciato.

Narrazioni di una moda “cross-cultural”: incontro tra culture, tradizioni e sostenibilità

Gli abiti con le loro trame e i loro intrecci si trasformano nel racconto identitario di chi li realizza. Tessuti, stampe, tagli e cromie diventano la narrazione visuale di popoli, comunità e luoghi. Esploratori di radici, crocevia di retaggi e di culture condivise. A realizzarli sono giovani fashion designer, figli dell’emigrazione culturale e generazionale, dall’upbringing eurocentrico ma dall’estro nativo. Esportatori di una tradizione che diventa ibrida inclusione con lo spirito innovativo del multiculturalismo metropolitano, ma anche disegn creativo che si fa portavoce della ridefinizione di una moderna mascolinità cross-cultural”. Le collezioni sono un invito ad una riflessione aperta ed a una conversazione senza pregiudizi sulla bellezza e sulla percezione della diversità tra culture e tradizioni.



PARIA FARZANEH |Iran/Londra|

La designer di origini iraniane, dopo la laurea alla Ravensbourne University, si è rapidamente imposta sulla scena dello streetwear, nel 2017, grazie alle sue creazioni di fusione e ad un’armonia sinergica tra i poetici motivi persiani e il brulicante contesto urban londinese. I tagli occidentali si sagomano su pattern e colori della tradizione medio-orientale. Le foglie lanceolate del paisley, le stampe xilografate del Ghalamkar (realizzate a mano nella città dei calligrafi e degli stampatori di Isfahan) e i motivi delle ceramiche iraniane diventano sfondi ed intarsi di gilet, track jacket, maglioni e camicie. Le giacche imbottite si muniscono del crimeano cappuccio balaclava e i pantaloni cargo si colorano del verde militare delle uniformi di combattimento. Il tecnologico Gore-Tex incontra l’artigianalità sostenibile delle stoffe persiane. Uno spaccato dell’Iran che Paria non solo esporta nella creazione dei suoi abiti, ma che fa rivivere anche nella narrazione dei sui show, come “Ceremony”, l’emblematica sfilata ispirata alla tradizione dei matrimoni in Medio Oriente. O quella legata all’influenza del Nowruz, il capodanno persiano dei rituali e dell’equinozio di primavera. “Cerco di accompagnare il pubblico in luoghi nei quali non sono mai stati. Non si tratta soltanto di spingerli verso un prodotto o un trend”.



PAULO E ROBERTO RUIZ MUÑOZ |Perù/Parigi|

Paulo e Roberto sono designer, gemelli, limegni di origine, parigini di adozione e fondatori del marchio D.N.I. (Documento Nacional de Indentidad), il brand di moda sostenibile promotore della visione di un Perù contemporaneo svincolato dai pregiudizi, spesso, legati all’America Latina. Il loro è una narrazione stilistica che parte dai ricordi: la cittadina natale Casa Grande, le vecchie foto di famiglia, i giochi in strada, i barconi da pesca, le botteghe del quartiere, i mototaxi, le persone del posto. Un viaggio emozionale tra passato e presente. Un linguaggio che mescola, con innovativa sapienza creativa, le materie prime autoctone, la cultura chicha, l’artigianalità millenaria del Perù e i suoi simboli: i francobolli, la vigogna, l’aguayo, il lama e il Machu Picchu. D.N.I., inoltre, fonda la sua filosofia sul rispetto di un’economia circolare fatta del riutilizzo di tessuti di alta qualità, provenienti da stock di lusso, e del recupero di materiali di scarto come legno, monete e catene usati per realizzare gioielli.



PRIYA AHLUWALIA |India- Nigeria/Londra|

La giovane fashion designer, nata nel 1992 da padre nigeriano e madre indiana, ha fatto del suo eponimo brand un lavoro stilistico di esplorazione, ricerca e sensibilizzazione alla sostenibilità. Priya mescola gli elementi dell’eredità nativa con le radici londinesi, ispirandosi ai volti che incontra su Goldhawk Road, al Columbia Road Flower Market e a Brixton, e sfruttando le potenzialità del vintage e del riciclo per dare ai tessuti e agli abiti una seconda vita e al guardaroba maschile una nuova identità. L’impegno verso una moda etica nasce dall’esperienza dei due viaggi intrapresi, nel 2017, a Lagos, in Nigeria e a Panipat, la città a 90 km da Delhi conosciuta a livello mondiale come il “cimitero dei vestiti usati”, ultimo approdo dall’Occidente degli abiti dismessi o donati ad associazioni caritatevoli. Muovendo proprio dalle sue radici porta alla luce storie dell’industria dei rifiuti dell’abbigliamento e li traghetta verso una visione contemporanea. Un mix e match di ispirazioni dove i materiali riciclati si legano a doppio filo ai nuovi tessuti eco-compatibili e ai tagli laser, il patchworking da “seconda mano” alle macro geometrie di Barbara Brown e ai check del periodo ska, gli abiti sartoriali allo streetwear e ai lounge pants ispirati alla cultura rave degli anni ‘90.  



AMESH WIJESEKERA |Sri Lanka/Londra|

Amesh Wijesekera è lo stilista cingalese dalle colorate creazioni che raccontano, con uno sguardo immerso nella modernità londinese, il “Made in Sri Lanka”, il design contemporaneo, l’artigianalità locale e la bellezza dell’Asia del Sud. Il suo è un viscerale amore per i tessuti, che si traduce in un prezioso lavoro di cooperazione con gli artigiani e le donne dell’isola, e per le tinte forti e psichedeliche, che rievocano tutta l’energia esotica della sua terra. L’uncinetto, la maglieria, i telai a mano, il batik e i tessuti trafugati nel mercato di Pettah, a Colombo, si incontrano e si fondono con le avanzate tecniche digitali dando vita a creazioni interamente realizzate a mano. È un brand che non solo ha sposato la filosofia della sostenibilità e del riciclo, ma è anche una celebrazione della diversità, della fusione culturale, dell’individualità e del senso di libertà. “La moda è il mio mondo fantastico dove posso esprimere me stesso. Dove non esistono barriere”.



RAHEMUR RAHMAN |Bangladesh/Londra|

Rahemur, nato a Londra da genitori bengalesi, usa la moda come creativo strumento di retell per ritrarre ed esplorare, a suo modo, il fascino identitario della terra di origine, il Bangladesh. Il suo è un colorato mosaico di storia e tradizione, di pattern grafici e texture, di sensibilità sostenibile e consapevolezza ecologica, del folclore dell’Asia del Sud e della vivacità londinese del borgo di Tower Hamlets. Rahman è un elegante e giocoso cromatista, tanto che i suoi sono abiti realizzati “for people who dream in colour”, come testimonia la collezione ispirata alla palette di vecchie foto di famiglia di un matrimonio degli anni ’90: rosa pastello, verde menta, tè blu, marrone rètro. Ma è anche un fervido sostenitore dell’eredità del tessile e della cultura sostenibile fatta di tessuti organici, come la seta biologica e il cotone khadi, e di tinture naturali, come l’indigo. È una cultura di appropriazione restituita come eredità da condividere e proteggere.

Beauty tips unisex

CON QUESTI CONSIGLI POTRETE ACQUISTARE UN SOLO PRODOTTO E USARLO ENTRAMBI NELLA COPPIA! SONO ALLEATI QUOTIDIANI PER LA SKINCARE DI LUI E LEI. 

TEAOLOGY BLACK MATCHA – L’ALLEATO PER LA BARBA PER LUI & LO SCRUB DELICATO PER LEI

Se la schiuma da barba è old school, l’innovazione è certamente Black Matcha di Teaology, il gel micellare che in un solo gesto deterge, esfolia e protegge la pelle, preparandola alla rasatura e lasciandola morbidissima.
Ottimo come gel detergente per lei, nell’uso quotidiano, effettua un leggero scrub grazie alle microsfere di carbone attivo; assorbe il sebo e lascia la pelle luminosa e idratata. 

SCRUB CORPO SUGAR THERAPY

Nutriente e lenitivo, la fragranza fruttata e gourmand è adatta a entrambi, non troppo decisa. Lo zucchero di canna elimina le cellule morte, tossine e impurità, levigando la grana della pelle. Sciogliendosi a contatto con l’acqua, i granuli esercitano una naturale azione idratante. La polvere di guscio di mandorla assicura un’esfoliazione delicata, mentre l’azione combinata di burro di karité e olio di sesamo nutre e idrata la pelle lasciandola morbida e vellutata. Un due in uno ottimo per gli uomini tendenzialmente pigri, che non vogliono idratare la pelle anche dopo la doccia. 

MARIA GALLAND PARIS 

Sono 3 i Coffrets firmati Maria Galland Paris che racchiudono una cura di bellezza anti age per tutte le fasce d’età, uomo e donna. (30 – 40 – 50+).

Come fare a scegliere il prodotto/cofanetto più adatto? Maria Galland Paris ha organizzato dei veri e propri Atelier de Beauté in cui i consulenti vi accolgono anche digitalmente analizzando tramite un primo contatto visivo la pelle con l’obiettivo di dare consigli mirati alla risoluzione degli inestetismi temporanei.

Il brand ha attivato per tutti i partner delle zone rosse un servizio di Dropshipping con vantaggi dedicati al consumatore. 

DR.JART+ Cicapair Tiger’s Know-how For your Redness

Dr.Jart+ presenta Cicapair Tiger’s Know-how For your Redness, il nuovo set per lui e per lei dedicato alla linea bestseller Cicapair che calma la pelle sensibile, riduce i rossori e lenisce le irritazioni, ottimo per l’inizio dell’inverno. 

Se tornate a casa infreddoliti da una giornata nevosa, riscaldatevi e coccolatevi con questi prodotti curativi a base di Centella Asiatica, pianta erbacea conosciuta col nome di  Tiger Grass (erba di tigre), e nota per le sue proprietà lenitive e calmanti. La linea è pensata per le pelli danneggiate, secche e irritate; inserendo Cicapair di Dr.Jart+ all’interno della propria beauty routine quotidiana, sensibilità e irritazioni della pelle scompariranno. 

EISENBERG SOIN SUBLIMATEUR

Se avete entrambi passato la giornata in ufficio davanti al computer o al cellulare, questo siero contorno occhi è la soluzione per ridurre drasticamente i segni di affaticamento! 
E’ uno speciale trattamento crema-gel con la nota formula Trio Molecolare di Eisenberg associata a peptidi anti-età e ad un complesso drenante mirato, composto da un tetrapeptide e da un estratto di faex, che attenuano subito le occhiaie. 
Il risultato è una sensazione di freschezza e turgore, che fa salire la lancetta della vanità, che a piccole dosi non fa male a nessuno! 

Montagna esperienza unica: Falkensteiner Hotel Kronplatz

A Plan de Corones, non plus ultra tra le zone sciistiche delle Dolomiti si prepara ad aprire al pubblico il 5 stelle Falkensteiner Hotel Kronplatz , grande novità della stagione invernale 2020/2021. Si trova a Riscone (BZ) a pochi passi dagli impianti di risalita a valle del Plan de Corones e l’albergo si configura come hotel “Adults Only”, ovvero struttura pronta a ricevere ospiti dai 14 anni compiuti in su, ed “Active”, luogo ideale per gli amanti degli sport, dell’attività fisica e dell’avventura.

Il progetto ambizioso ed innovativo parla il linguaggio della contemporaneità dal punto di vista dell’architettura, grazie al progetto intero firmato da Matteo Thun, sinonimo di alta qualità con- cettuale, capace di adattarsi all’ambiente in cui si inserisce in maniera perfetta, diventandone parte con un tocco contemporaneo e personale.

In un hotel che per definizione è stato pensato dagli amanti della montagna, per gli amanti della montagna, non poteva mancare una particolare attenzione all’offerta di esperienze da proporre agli ospiti, per questo, oltre ad un servizio concierge classicamente inteso, l’hotel ha ingaggiato René Castagnaro, un giovane molto sportivo ed attivo che rivestirà il ruolo di Experience Concierge. René sarà completamente dedicato agli ospiti e disegnerà esperienze su misura capaci di unire le esigenze degli sportivi a quelle degli appassionati di lifestyle. Si potranno solcare le piste per primi, magari in compagnia di campioni del mondo fino a svolgere un giro in tandem parapendio ma anche in elicottero!

In cucina, sarà l’Executive Chef Reinhard Daverda a coccolare il palato degli ospiti. Il concept food si chiama 7summit ed ha come principale protagonista la cucina altoatesina locale con i suoi gusti raffinati e decisi famosi in tutto il mondo affiancata dai piatti di altre 6 nazioni, altrettanto famose per le loro vette proponendo agli ospiti piatti tipici di questi paesi come Giappone, Argentina, Tibet, Perù, Alaska e Tanzania.

Completa la proposta il pacchetto wellness con la prima spa del gruppo ad essa denominata “Mountain” tra le Acquapura SPA della catena. La zona benessere estende su una superficie di circa 1400 m2 e propone l’equilibrio perfetto tra attività e riposo in montagna, tra i 4 elementi cardine della natura. La spa invece si sviluppa su più livelli ed offre una vista impareggiabile sul Plan de Corones dalla piscina rooftop all’ultimo piano, a quella sportiva di 25 metri e tante attività come le sessioni di yoga all’aperto.

Torino: 3 musei da visitare

Torino è una città famosa per le sue bellezze storiche ed artistiche, per questo è ricca di turisti che vi arrivano per visitare il patrimonio culturale e architettonico della città: palazzi antichi, piazze, chiese, monumenti e musei.

Proprio i musei, qui a Torino, sono di diverso tipo e spaziano dai musei per bambini, a quelli di arte antica a quelli di arte contemporanea, senza dimenticare quelli di storia e scienze. Proprio grazie ai suoi musei Torino è importante anche a livello mondiale e non solo nazionale.

 Oggi vi portiamo alla scoperta dei 3 musei più belli e famosi di questa città. Siete curiosi?

3 musei famosi di Torino da non perdere

Museo egizio Torino

Il Museo egizio di Torino è sicuramente uno dei più famosi ed interessanti. Si tratta infatti del più antico museo, a livello mondiale, esclusivamente dedicato all’antico Egitto. Tombe, sarcofagi, mummie e papiri: infinite sono le cose da ammirare in questo magnifico museo torinese. Ben 37000 reperti tutti da scoprire. Si tratta della più importante collezione di reperti egizi dopo quella del Cairo.

Il Museo ha sede nei quattro piani del Palazzo dell’Accademia delle Scienze e narra di tutta la storia dell’Antico Egitto dall’epoca Predinastica a quella Tardoantica. Riesce con le sue meraviglie antiche preziosissime ad incantare grandi e piccini e trasportarli in un vero e proprio salto indietro nel tempo. Sicuramente imperdibili sono il “Libro dei Morti di Iuefankh”, “la Mummia Predinastica” risalente al 3500 a.C. e la “Tomba di Ifu e Neferu”.

MAO, Museo d’Arte Orientale

Per chi ama il fascino dell’Oriente, questo museo è la meta giusta. Inaugurata solo nel 2008, è allestito nel Palazzo Mazzonis in pieno centro di Torino. Ben 1500 opere esposte provenienti dai paesi asiatici come il Sud-est asiatico, la Cina, il Giappone e i paesi islamici. Bellissimo è l’atrio d’ingresso dove si può ammirare un tipico esempio dei giardini zen giapponesi.

Al piano terra troviamo i reperti antichissimi dell’Asia meridionale e del Sud-est asiatico. Al primo piano ci sono reperti di manifattura cinese e alcuni di arte giapponese. Al terzo piano, infine, ci sono opere proveniente dalla regione himalayana e all’ultimo piano reperti di arte islamica.

MAUTO, Museo dell’Automobile

A Torino è possibile visitare uno dei più famosi musei di automobili del mondo. La collezione propone pezzi di grande valore come la Ferrari 500 F2 con cui Ascari vinse il mondiale nel 1952, il primo modello di Peugeot in Italia, la prima auto che superava i 100 km/h e tanto altro. Nato nel 1932 da un’idea di Cesare Goria gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia, oggi custodisce 500 delle auto più belle e rare del mondo, di cui 200 originali e ben 80 diversi marchi automobilistici.

Natale 2020: i primi consigli per i tuoi regali

Come saranno le festività ai tempi del Covid è una domanda che tutti ci poniamo. Sicuramente ci stiamo preparando a un Natale per molti aspetti diverso, molto più virtuale che reale. Date le recenti riaperture dei negozi però, abbiamo pensato ad una mini guida per chi non vedeva l’ora dello shopping natalizio!


Accessori: un grande classico per chi vuole scegliere un pensiero originale.

Marsupio – MSGM

Berretto – FILA

Sneakers Master – WUSHU

Occhiali Legacy – RODENSTOCK

Cintura – HTC LOS ANGELES

Berretto Portobello – JAIL JAM

Sneakers Urca CWL White Marsala Black – VEJA


Abbigliamento: una selezione di novità a tema con il periodo

Cardigan – THOM BROWNE

Giacca – ROY ROGER’S

Camicia – HANDPICKED

Cardigan – MCS

Dolcevita – PAOLO PECORA MILANO

Camicia con stampa – BOSS x JUSTIN TEODORO

Slip – CALVIN KLEIN


Beauty: cofanetti e pack speciali con cui non si sbaglia mai

Beard Essentials Pochette – KCG

Rasoio MGK 7220 – BRAUN

The Hydra Ritual – ECHOSLINE

Ultimate Star Treatment – GLAM GLOW

Magnificient Mineral Trio – AHAVA

Aqua + Beauty Box – BIOLINE JATO’

Cofanetto Men – SHISEIDO

Clean Skincare – REN

Matteo Piano: mi metto a nudo sperando che gli altri possano ritrovarsi nelle mie stesse fragilità

Giovane campione, non solo nello sport ma anche nell’editoria, Matteo Piano è un pallavolista centrale della Powervolley Milano. Tenace, intraprendente e creativo, l’atleta che ad un primo sguardo sembra non avere alcun tallone d’Achille, lo scorso anno ha pubblicato un libro insieme alla sua psicologa dello sport con l’obiettivo di condividere le sue fragilità e vulnerabilità alle quali, prima o poi, tutti  siamo soggetti. 



Come è nata la tua  professione attuale?

Ero giovane ed ho provato sport diversi. La pallavolo era quello che mi piaceva di più, giocavo come un ragazzo comune, da normale studente, non ero “invasato”, portavo avanti anche altre passioni e la pallavolo era una di queste.

A che età la pallavolo è diventata una professione?

Il mio motivo di vita trainante è sempre stato lo sport . La pallavolo è la mia vita e cerco di farla comunque coincidere anche con le mie altre passioni. Sono un atleta e cerco di dare spazio ai miei interessi, ed ho imparato tanto anche fuori dal campo. Mi sono dedicato più seriamente a questo sport quando sono andato via di casa a 18 anni e mi sono “buttato” per seguire il mio sogno. Attualmente gioco nella “Allianz Power Milano” da 4 anni.



Recentemente un grave infortunio ti ha bloccato per circa un anno. Come hai reagito ?

Era il quarto infortunio ma grazie alla mia esperienza sono riuscito a reagire. Non è stato facile perché è successo dopo una bellissima estate in Azzurro, ed ero in direzione per le Olimpiadi di Tokyo, che per “fortuna” poi sono saltate casa Covid-19. Sono sempre stato comunque molto indipendente e ho cercato di risollevarmi da solo. Mia mamma è stata un mito e mi ha assistito a Milano per diverso tempo al fine di sollevarmi. Quando sto male fatico a farmi vedere sofferente dalle persone che amo e cerco di coinvolgerle il meno possibile. Tuttavia amici stretti, famigliari e compagni di squadra mi hanno dato un grosso aiuto. Questo infortunio mi ha messo davanti ad un aspetto di grande affetto da parte dell’Italia in generale nei mei confronti.

Oltre ad essere uno sportivo ti sei lanciato anche nel mondo dell’editoria, pubblicando lo scorso anno un libro (lo steso giorno del tuo compleanno e dell’infortunio). Di cosa parla e a chi principalmente è rivolto?

La scrittura è sempre stato un buon strumento per esprimermi al meglio. Il progetto è nato perché ho iniziato a lavorare su me stesso con la psicologa dello sport Cecilia Morini, e mi sono reso conto di aver incontrato diverse problematiche e paletti che potevano essere molto comuni tra noi atleti e non solo. Un giorno le ho detto che sarebbe stato importante scrivere il nostro lavoro e la nostra esperienza su carta e cosi abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto che racconta i punti deboli e le fragilità che si nascondono in ognuno di noi. Il fulcro del libro riguarda l’accettazione di alcuni lati del nostro carattere attraverso i quali si diventa più forti. Io mi metto a nudo sperando che gli altri possano ritrovarsi nelle mie stesse fragilità. Il libro l’ho scritto assieme alla mia psicologa ma è tutto frutto del mio cuore e dei miei sentimenti, molto spontaneo e sincero, proprio perché arrivasse nella maniera più diretta e immediata ai lettori. Ed è così che arrivo a realizzare il mio elaborato “Io, il centrale e i pensieri laterali” con la casa editrice “Baldini+Castoldi”.

Sia lato sport che editoriale, ci sono altri progetti in vista per il futuro?

Lato sport mi piacerebbe continuare a giocare e tornare a vincere come una volta: al primo posto tra i miei sogni c’è quello di arrivare a Tokyo per le Olimpiadi. Fuori vorrei continuare a crescere con “Brododibecchi” (il mio Brand etico) con il quale faccio diverse collaborazioni legate alla solidarietà, al campo editoriale e alla moda etica.

Atelier di Monica in “La Bella Italia”: un progetto a chilometro zero.

La Bella Italia è un progetto che nasce dall’idea artistica di due ragazzi, Fabio e Gilberto, che si occupano rispettivamente di marketing (per Atelier di Monica) e di arte visuale (per LVCE Visual).

Questa idea consiste nell’esaltare la parte più estetica dell’Italia, quell’idea che tanto viene apprezzata all’estero ma che spesso e volentieri non viene valorizzata a dovere proprio all’interno dei confini nazionali.

Il progetto richiama in maniera esplicita un’estetica retrò e vintage, che è tipica del modus operandi di LVCE Visual, e cerca di trasmettere la qualità dei capi e la passione sartoriale che porta Atelier di Monica alla loro ideazione e alla successiva realizzazione.

Ci sono due elementi principali che danno una direzione ben precisa , oltre alla canzone di sottofondo nel video: la città di Bellagio ed il maggiolino d’epoca.

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Bellagio è stata vista come emblema dell’unicità italiana, ed essendo vicina alla sede fisica dell’Atelier è stata scelta anche in un’ottica di valorizzazione del territorio: spesso si guarda con invidia ciò che è lontano e apparentemente irraggiungibile, quando invece basterebbe apprezzare anche ciò che si ha nelle immediate vicinanze.

Il maggiolino d’epoca invece vuole richiamare il periodo d’oro della Bella Italia, quello del boom economico, che ha fatto sì che la nostra nazione diventasse un punto di riferimento anche e soprattutto all’estero per quanto riguarda l’artigianalità e la qualità, che sono di fatto gli assi portanti del Made in Italy e di tutti i lavori sartoriali di Atelier di Monica.

L’utilizzo di questi “stereotipi” riguardanti un’Italia prosperosa è volutamente in contrasto con la natura del progetto, realizzato a chilometro zero. Questo aspetto non va sottovalutato, in quanto l’obiettivo è quello di trasmettere valori ed emozioni a chi guarda, piuttosto che vendere un prodotto o servizio.

La scelta di far posare delle modelle amatoriali vuole sottolineare che la bellezza e l’estetica tipicamente italiane sono alla portata di tutti. Proprio per questo sono state scelte personalità eterogenee, perché la Bella Italia risiede nel modo di essere e non nel modo di apparire.

Atelier di Monica ha da poco lanciato il nuovo sito web (www.atelierdimonica.com) nel quale racconta la propria storia ed i propri valori, oltre a descrivere i servizi personalizzati che offre e mostrare alcune delle collezioni nella sezione dedicata all’e-commerce.

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Credits:
Clothing: Atelier di Monica (@atelierdimonica)
Photo & Video: Gilberto Tommasi
Artistic Direction: Gilberto Tommasi (@ohhgil) & Fabio Meneghin (@fabiomeneghin_)
Models: Giovanna Arumugam (@giovannaarumugam), Elena Valetti (@elevaletti) & Gaia Gandellini (@gaia.gandellini)
Car: The Petrol Heart (@the_petrolheart)

Lo spirito libero di Tommy Hilfiger Watches alla conquista del mercato italiano

Tommy Hilfiger Watches, segnatempo dalla forte identità USA e l’animo sportivo senza tempo, si svelano al mercato italiano con la sapiente spinta comunicativa di Thom Group: leader nel mercato dell’orologeria con una rete di otto marchi fortemente
conosciuti (Histoire d’Or, Marc Orian, Smizze, Trésor e J’m principalmente in Francia, Stroili Oro e Franco Gioielli in Italia e Oro Vivo in Germania).

Il punto di vista dell’AD Nicola Saraceno sul messaggio e i valori intramontabili del brand che trovano un punto d’incontro vincente con le tendenze del momento.
Il brand si impone sul mercato in chiave decisamente positiva, permettendo al proprio stile di adattarsi liberamente a quello di ogni singolo utente, con versatilità e l’ottimismo che, da sempre, contraddistingue lo spirito americano.

Thom Group conta oltre 5.000 dipendenti e ha un fatturato di circa 700 milioni di euro, realizzato attraverso una rete di oltre 1000 negozi in tutta Europa composta da 8 banners diversi, nonché attraverso i siti di e-commerce di ciascuno dei suoi brand.

Quali sono i valori di Tommy Hilfiger che secondo lei saranno vincenti nel mercato dell’orologeria italiana?

Gli orologi della nuova collezione firmata Tommy Hilfiger hanno quello stile timeless che caratterizza da sempre il brand in cui proprio la sua creatività si unisce alla manifattura contemporanea per dare vita a modelli preziosi e, al contempo sportivi.

È l’essenza di uno stile americano, senza tempo, che ha scritto una parte importante della storia del pret a porter mondiale che farà, a mio avviso, la differenza anche nel mercato dell’orologeria italiana.

I modelli della proposta Tommy Hilfiger nascono nel solco dell’heritage americano e lo sublimano con una proposta versatile fatta di silhouette essenziali e dettagli in pelle che non dimenticano le tendenze del momento per creare must have di livello. A questo si uniscono performance tecnologiche e materiali resistenti a garanzia di orologi irresistibili, interpreti privilegiati dei codici dell’universo Tommy Hilfiger.

Quale piano di comunicazione prevedete per questo paese? Che tipo d’immagine?

L’immagine è quella identificativa e immediatamente riconoscibile di un brand che ha fatto del logo flag e dei suoi colori un vero e proprio status symbol internazionale. A sedurre, insieme all’heritage del marchio dalle radici sportive, è il suo mix di essenza timeless, iconica e contemporanea in chiave tipicamente American style.

Con la comunicazione sottesa a questo progetto miriamo a incrementare la brand awareness nella categoria watches di Tommy Hilfiger con diverse attività a 360° sia online che offline e con il coinvolgimento di talent. Inoltre miriamo a sviluppare un posizionamento adeguato in Italia e per orologi che sono sinonimo di uno stile unico come quello che caratterizza il brand.

Ci sarà un testimonial di riferimento?

Tommy Hilfiger ha scelto di non avere un testimonial unico per lasciare a ognuno la libertà di ritrovarsi nello stile del brand. La filosofia del brand è versatile e facilmente interpretabile dalla personalità di chiunque scelga di indossare un orologio Tommy Hilfiger. E, del resto, la libertà è uno dei tratti caratteristici di Tommy Hilfiger!

Considerando il periodo delicato che stiamo vivendo, state lanciando un messaggio ottimista e propositivo. Commenti?

I valori che sono sottesi alle collezioni di orologi Tommy Hilfiger sono assolutamente positivi: il classico spirito americano, pioniere nel ricercare la realizzazione personale senza perdere di vista il proprio dna, è caratteristico anche nei segnatempo. Non abbiamo, naturalmente, la presunzione di pensare che indossare un orologio di Tommy Hilfiger equivalga a far cambiare la percezione delle difficoltà tangibili del momento attuale, ma ci possiamo augurare che il richiamo a quello spirito ottimista che pervade il brand possa aiutare ad avere un atteggiamento più forte e propositivo.  

Quale sarà la distribuzione? In quale percentuale inciderà l’ecommerce?

La distribuzione delle collezioni Tommy Hilfiger mette al centro del progetto la rete capillare di 400 punti vendita diretta di Stroili e 1000 negozi specializzati sul territorio italiano gestiti da Thom Trade Italy, oltre che lo shop online stroili.com. L’e-commerce è un canale molto importante per il gruppo e lo è, di conseguenza, anche per il segmento degli orologi, di cui beneficerà Tommy Hilfiger Watches.

WRÅD e FIAT presentano la capsule “WRÅD x Nuova 500”, all’insegna del design responsabile e dell’innovazione

WRÅD e FIAT sviluppano insieme una capsule innovativa, che verrà lanciata il prossimo 3 dicembre, per celebrare il lancio della Nuova 500, icona del Made in Italy dal 1957. Una collaborazione ispirata alla sostenibilità che ha innescato sinergie creative uniche, manifesto di una nuova cultura del design, sempre più inclusivo.



Con l’indicazione di re-immaginare la felpa, per veicolare i valori della Nuova 500, WRÅD punta in primis su sostenibilità, innovazione e tecnologia. Il tono di grigio è ottenuto con g_pwdr technology, un processo di tintura che ricicla grafite altrimenti scartata, recuperata dall’azienda torinese TECNO EDM. Il progetto restituisce dunque valore ad un minerale prezioso, recuperando fino a 40gr di grafite per ogni capo.



Tingere con grafite riciclata consente a WRÅD di assolvere ad una funzione ambientale, evitando il viaggio in discarica ad un minerale che può rendere i terreni sterili, ad una funzione per la persona, in quanto la tintura con polvere di grafite non è tossica per la pelle ed infine ad una funzione sociale perché l’utilizzo di questa tecnologia consente di continuare una tradizione tintoria che stava pian piano scomparendo. Grazie alla sinergia con l’azienda bresciana 1TrueID, ogni capo della capsule sarà dotato di una smart label con tag NFC per consentire ai clienti di accedere attraverso il proprio smartphone ad informazioni sulla sua origine e sul processo produttivo.

Il primo capitolo verrà presentato il 3 dicembre e a seguire in primavera il chapter 2. Le prime destinazioni sono gli store fisici e online dei partner del brand, quali Boutiques (Milano e Bergamo), Capuzzi Moda (Casoli), Cose (Cremona), GreenPea (Torino), OnYou.it (Arzignano), Tozzi Bologna, Rinascente Milano Piazza Duomo, Spinnaker Boutiques (Alassio e Sanremo) e YOOX. Il coinvolgimento di ogni partner diventa un mezzo per aumentare i kg di grafite riciclati e, più in generale, per avvicinare un pubblico sempre più vasto al tema moda e sostenibilità.

Il caban, un capo senza tempo

La storia del caban ha origini lontane. Grande protagonista della moda uomo, domina la scena di ogni stagione.

Originariamente era un capo per uso militare. Definito anche peacot, ha una linea comoda, realizzato essenzialmente in panno blu per onorare le origini militari. Nel tempo, però, si arricchirà di nuovi dettagli e verrà declinato in differenti colori. Esso, infatti, affonda le sue radici nel campo navale, in un periodo che viene inscritto dal XVII al XVIII secolo d.C.

Steve McQueen in “Quelli di San Pablo

L’etimologia della parola, è chiara. Caban deriva da Cab ovvero, carrozza. Molti attribuiscono l’uso del cappotto ai cocchieri dei Reali d’Inghilterra contribuendo, in modo decisivo, alla sua diffusione. Prenderà largo uso nella Royal Navy nel XIX secolo d.C. come uniforme dei sottoufficiali. Successivamente verrà adottato come uniforme nella marina statunitense prendendo il nome di Colani o Kulani.

La struttura del caban

Il caban è realizzato con tessuto naturale, principalmente la lana. Poi, verrà declinato in diversi materiali, a seconda dell’evoluzione nel campo tessile. Il taglio corto, che arriva al livello dei fianchi, è una scelta ben definita: il capospalla, infatti, doveva agevolare i movimenti dei marinai. Il caban o peacot si riconosce dalla chiusura a doppiopetto con, appunto, una doppia fila di quattro bottoni. Ai fianchi, immancabili le tasche, realizzate per proteggere le mani dal freddo.

Jack Nicholson – Ultima Corvé

Questo fortunatissimo capospalla, che non teme il correre del tempo, è stato tra i protagonisti del cinema internazionale; lo indossarono Spencer Tracy in “Capitani coraggiosi”, Gregory Peck in “Moby Dick”, Steve McQueen in “Quelli di San Pablo” e Jack Nicholson in “L’ultima corvè”.

Giorgio Lupano: sono l’artefice del mio percorso tra teatro, cinema e televisione

Possiamo dire che l’amore per la recitazione di Giorgio Lupano non è stato un colpo di fulmine, ma un sentimento cresciuto nel tempo sin da quando era giovanissimo. Dopo essersi formato alla Scuola del Teatro Stabile di Torino dove si diploma nel 1993 sotto la guida di Luca Ronconi, il teatro gli porta da subito molte soddisfazioni, ma con il tempo diventa un attore a tutto tondo esplorando anche la strada del cinema e della televisione. Nel 2000 debutta ne Il Manoscritto del Principe di Roberto Andò. Nove anni più tardi la consacrazione internazionale con La Papessa.

Oggi possiamo seguirlo tutti i giorni su Rai 1 ne il Paradiso delle Signore, ma il teatro continua ad essere un ambito costante nella sua carriera e proprio nell’intervista ci racconta il suo ultimo progetto in corso..



Come ti sei avvicinato alla recitazione?

Non ho avuto, come molti, la famosa vocazione e ho scoperto questo mondo in maniera graduale, prima di tutto come spettatore. Mi piaceva molto andare a teatro a Torino, la mia città natale. Mentre guardavo gli spettacoli mi chiedevo come fosse stare sul palco, che emozioni provassero gli attori e con il tempo è stato naturale iscrivermi ad una scuola di recitazione. Da spettatore sono diventato parte dello spettacolo.

Quale evoluzione sta avendo il tuo personaggio ne Il paradiso delle signore?

Il personaggio di Luciano è in continua evoluzione da quando sono entrato nella fiction. È stata la prima esperienza in una serialità davvero lunga e molto strana all’inizio. I tempi sono veloci, le scene hanno un minutaggio molto ridotto. Ho preso per mano il personaggio e insieme abbiamo visto cosa poteva succedere episodio dopo episodio. In questi casi viene data un po’ anche a noi attori la responsabilità di capire che direzione dare. Oggi sicuramente ha un carattere più ironico, meno rigoroso, abitudinario e noioso rispetto a quando abbiamo iniziato.



Ph: Davide Musto


Un personaggio che hai interpretato e al quale sei molto legato?

Nello spettacolo Figli di un Dio minore, interpretavo un insegnante di logopedia che va a lavorare in una scuola per sordi. È stata un’esperienza molto bella e particolare perché ho lavorato con colleghi non udenti. Per prepararmi ho studiato la lingua dei segni e svolto laboratori con persone non udenti.  Il personaggio che conservo nel cuore si chiama James Lee e mi ha permesso di conoscere un mondo e una cultura straordinari. Inoltre è stata un’opportunità anche per le persone non udenti di vederci e capirci a teatro, rendendo questo spettacolo accessibile a tutti.

Cosa puoi dirci invece dei tuoi prossimi progetti a teatro?

Al momento sono impegnato con le prove del Il collezionista, un testo inglese per la rassegna Trend. Con la chiusura dei teatri ad Ottobre siamo arrivati ad un bivio: potevamo scegliere lo streaming o fermarci. Andare in onda in streaming però comportava la mancanza di incassi sufficienti per produrre lo spettacolo, così abbiamo ideato un crowdfunding per chiedere al pubblico di aiutarci nella produzione. In questo tempo di crisi volevamo dare un segnale, le persone hanno ancora voglia di spettacolo dal vivo e questo sistema ha reso possibile il tutto.

Se non fossi diventato un attore oggi quale lavoro faresti?

All’università studiavo scienze naturali quindi direi l’entomologo, come il personaggio che interpreto a teatro ora. Ho sempre trovato il mondo degli insetti affascinante.

I tre capi essenziali nel tuo armadio?

Camicia bianca di lino, un passepartourt per un uomo. Una giacca, che è un capo di abbigliamento molto maschile e identificativo e che mi da sicurezza. Infine una felpa blu (io ne ho ben quattro) per i momenti più casual.

Un luogo che vorresti visitare o in cui vorresti tornare..

Vorrei tornare in Islanda, l’ho visitata in estate e ho scoperto una grande varietà dal punto di vista morfologico e di paesaggi. Questa volta mi piacerebbe vederla in inverno ammirando l’aurora boreale.

Un tuo motto?

Homo faber fortunae suae (l’uomo è artefice della propria sorte). Una frase latina che mi ripeteva un mio professore di lettere delle superiori, perché non amavo il mio percorso di studi. Sono riuscito a metterla in pratica dopo un anno di università quando ho assecondato le mie inclinazioni e ho abbracciato il mondo della recitazione.

Dove sarai tra 10 anni?

Spero su un palcoscenico, in salute a fare ancora il mio lavoro. Per confermare il fatto che il motto del mio professore è ancora valido.

Cosa vedere a Detroit: 5 posti iconici

Molti conoscono Detroit come una città triste, grigia e con gravi problemi sociali, una città pericolosa e malfamata. Prima di visitare Detroit è bene conoscere un po’ la sua storia per capire come si è giunti ai luoghi comuni attuali.

Breve storia di Detroit

Questa città fu fondata nel 1701 da un gruppo di cacciatori di pellicce francesi. La città prese il nome dal Detroit River. Nel 1796 entrò a far parte degli Stati Uniti d’America, ma è 100 anni dopo che conobbe il suo boom economico. Nel 1900 Detroit era il cuore dell’industria automobilistica mondiale con Henry Ford.

Durante le guerre mondiali si convertì alla fabbricazione di armi fino al colpo di grazia degli anni ‘70 con la crisi e l’inizio delle tensioni sociali. Oggi l’anima di questa città, conosciuta come la “Parigi dell’Ovest”, si rispecchia nei suoi grattacieli (Fisher Building, Comerica Tower, Penoboscot Building).

Scopriamo insieme cosa visitare in questa famosa città americana.

5 luoghi iconici di Detroit

Se stai pensando di andare a Detroit per un viaggio o per trasferirti ecco 4 posti iconici che non puoi perderti per niente al mondo.

The Heidelberg Project

Un veterano di guerra di nome Tyree Guyton, tornato nella sua casa natale, trovò il quartiere degradato, grigio e triste. Decise così di dare un tocco di colore e allergia dipingendo la sua abitazione tutta a pois e mettendo in giardino strane installazioni dai colori sgargianti.

Eastern Market Detroit                

Si tratta di un mercato risalente al 1841. Si visita di sabato, il martedì o la domenica quando tanti colori, voci e profumi colorano questo luogo.

L’Eastern Market Detroit è ideale per chi ama lo shopping ma anche l’arte di strada, infatti qui si trovano diversi piccoli market, oltre ad esempi di street art americana, gallerie d’arte e negozi vintage.

Corktown

Questo quartiere, fondato da immigrati irlandesi nel 1800, si trova a ovest di Downtown. La via simbolo è Bagley Street con tante case in stile vittoriano. Si tratta comunque di un quartiere residenziale senza nessuna attrazione particolare.

Henry Ford Museum

Un luogo ricco di storia che ben chiarisce l’importanza che Henry Ford ha avuto per Detroit e come la rivoluzione automobilistica abbia cambiato per sempre le nostre vite. Il Henry Ford Museum non può mancare nella lista delle cose da fare a Detroit per gli appassionati di auto.

Motown Museum

Questo museo si trova nel quartiere Hitsville di Detroit ed era una volta la casa discografica della “black music”. Oggi si trovano cimeli e dischi e si possono visitare le sale di registrazione dove un tempo passarono artisti come Steve Wonder e Michael Jackson

I look in lana Merino di Luna Rossa Prada Pirelli per un guardaroba sportivo e cool

Tutto pronto per la 36^ edizione dell’America’s Cup presented by Prada. In occasione dell’evento alcuni look creati in esclusiva per il team Luna Rossa Prada Pirelli vengono resi disponibili al pubblico. Grande news per tutti gli appassionati del più antico trofeo velico al mondo che potranno acquistare ed indossare i prodotti della mini-collezione, disponibili dal 22 novembre presso selezionate boutique Prada, sull’e-commerce Prada.com e da Luna Rossa store, nel Villaggio America’s Cup di Auckland, in Nuova Zelanda – dove si svolgeranno le regate dal 6 al 21 marzo 2021.



Grazie alla partnership tecnica con The Woolmark Company, annunciata in occasione della 96° edizione di Pitti Uomo a Firenze, sono stati realizzati per la squadra diversi capi in lana Merino: tecnici, altamente performanti e sostenibili da usare durante tutte le attività, dall’allenamento alla gara. Con l’impiego delle tecnologie più innovative la fibra, naturale ed ecologica, risulta essere ideale e confortevole per affrontare ogni tipo di sfida in mare. Tre i prodotti disponibili per tutti coloro che vogliono provare l’emozione di indossare sulla propria pelle parte dell’uniforme del Team Luna Rossa.



La giacca, composta per il 54% da lana Merino australiana, gode di un tessuto traspirante e termoregolante, insieme ad una speciale membrana impermeabile resistente fino ad 11 colonne d’acqua. La polo a mezze maniche è realizzata al 100% in lana Merino: morbida, facilmente lavabile in lavatrice, soffice ed incredibilmente adatta sia durante l’estate che sotto maglioni e felpe, nelle stagioni più fredde. Presente anche la T-Shirt, casual e adatta ad ogni occasione, contenente il 36% di lana Merino. Un capo versatile da mettere anche sotto un blazer scuro o con un jeans.

“L’abbigliamento che utilizziamo durante le nostre attività è fondamentale: i capi che indossiamo devono essere isotermici, elastici, traspiranti e possibilmente impermeabili. Ho scoperto sulla mia pelle che la lana Merino è tutto questo. È una fibra davvero performante, oltre ad essere sostenibile e biodegradabile. Devo ammettere che le nostre nuove uniformi sono state una magnifica sorpresa e riescono a farci star bene sia nel fisico che nello spirito” – Queste le parole di Max Sirena, Team Director e Skipper di Luna Rossa Prada Pirelli, intervistato da noi nel mese di settembre e soddisfatto della collaborazione con l’autorità globale della lana Merino che accompagna la squadra in questo viaggio.

Stanchi dei webinar? Grazie a Betterly coltiva nuove skills offline

Lockdown sinonimo di Dad e formazione digitale. Siamo invasi da webinar, podcast e talk a colpi di live che rendono la nostra routine ancora più intensa di quella a cui eravamo abituati meno di un anno fa.



Betterly consente di staccare la spina e gli occhi dallo schermo per riconnettersi con sè stessi, offline e all’insegna del relax. La sua varietà di experience, tutte racchiuse in un box, seguono un percorso ideale legato a un interesse o a una passione. Tutti gli abbonati vivono un unboxing sorprendente alla scoperta di oggetti , strumenti e libretti da collezione, scritti e illustrati dai migliori esperti del settore. Betterly fonda le sue radici nell’esperienza del Gruppo De Agostini dove, dalla sede di Milano, il team sviluppa e distribuisce i prodotti sia in Italia sia all’estero.



I segreti di un perfetto barbecue e un corso per imparare a degustare un buon vino, percorsi alla scoperta di essenze naturali per il corpo e di profumazioni inedite per le nostre case, meravigliose sculture in carta e in legno. Ma anche: giochi e fiabe per crescere, cristalli ricchi di energia e magici tarocchi, dischi in vinile e grandi romanzi, sono solo alcune delle infinite proposte Betterly.  

9 o 12 box mensili, acquistabili esclusivamente sul sito betterly.com, che vi faranno viaggiare con la mente restando lontani per un po’ dallo smartphone e dallo schermo del pc scoprendo la versione “migliore” di voi stessi.

TOPCHAMPAGNE, la piattaforma italiana dello champagne, si associa all’e-commerce dell’enoteca 3k

TOPCHAMPAGNE, LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLO CHAMPAGNE, SI ASSOCIA ALL’E-COMMERCE DELL’ENOTECA 3K E CONTINUA A CRESCERE CON DIDATTICA E COLLABORAZIONI

Una vita senza Champagne è come un Natale senza regali. Ed è proprio per non far mai mancare il nettare dorato nelle giornate dei tanti appassionati della bolla più famosa al mondo, che Topchampagne.it, primo blog italiano interamente dedicato allo Champagne, ideato dall’imprenditore Andrea Silvello, ha deciso di unire le forze con una potenza del mondo del vino online e non solo.

L’e-commerce TopChampagne si fonde con una realtà giovane, dinamica e in grande espansione, Enoteca 3k di Rivarolo Canavese (To), e sposta tutta la parte commerciale on-line sul sito ww.3kwine.it. “Sono orgoglioso di questa partnership – spiega Andrea Silvello – in questo modo riusciremo ad offrire agli amanti dello Champagne una gamma di prodotti molto vasta, ma allo stesso tempo ricercata, con delle chicche introvabili, prezzi competitivi e un servizio di consegna davvero rapido ed efficiente”. In occasione di questo “matrimonio” è stata realizzata una cassettina limited edition: sull’e-commerce ne sono state messe in vendita 100, tutti esemplari firmati a mano da Andrea Silvello. “All’interno della box – spiega l’imprenditorepiemontese – abbiamo voluto mettere tre champagne che ci piacciono molto e non sono di facile reperibilità in Italia: il Tradition di Jacques Rousseaux, il Bacchus 2010 di Charlier e il millesimato 2008 di Benoit Munier”.

Il sito www.topchampagne.it continuerà ad esistere e diventerà il portale di riferimento per tutti gli amanti dello Champagne. Raggrupperà diversi progetti e collaborazioni. Ci sarà innanzitutto uno spazio dedicato alle limited edition TopChampagne: da quella con l’artista italiano TeoKayKay, che creerà delle bottiglie uniche da collezione, passando a quella con “Dress The Wine”, che metterà a disposizione i famosi fazzoletti per vestire lo Champagne realizzati in diverse fantasie, texture e dimensioni, fino a quella con Livia Baldanza, una giovane ceramista italiana che ha dato vita ad una glacette realizzata a mano, in terracotta, che unisce le caratteristiche tecniche al design moderno e accattivante. Ci sarà inoltre uno spazio dedicato alle collaborazioni giornalistiche, come ad esempio quella con WineCouture (di cui Andrea Silvello è collaboratore fin dagli albori della testata), e uno dedicato alle degustazioni che verranno organizzate sia online sia in presenza, non appena si potrà tronare a condividere delle esperienze insieme. Spazio anche ad una sezione didattica, che vedrà coinvolti esperti del mondo dello Champagne pronti a mettere a disposizione di tutti le loro competenze attraverso lezioni virtuali. Non mancherà poi una parte che si occuperà dell’organizzazione di viaggi in Champagne, dove gli appassionati potranno andare a visitare sia grandi maison sia piccoli vigneron accompagnati dalla competenza e dalla passione di Andrea e del suo team.

Continua anche la collaborazione con la Champagneria e il ristorante di Vicenza “Ovosodo” di Jacopo Tranqulli, sia per quanto riguarda la selezione delle bollicine della carta sia per quanto riguarda l’organizzazione di degustazioni ed eventi all’interno dell’ormai famoso Caveau. Ma presto verranno annunciate anche altre partnership con ristoranti e locali che hanno chiesto la competenza di Andrea Silvello nella selezione degli Champagne e delle bollicine italiane da proporre al pubblico. Infatti, la passione di Andrea per il metodo classico non riguarda solo i vini d’oltralpe, ma è diventata curiosa anche dei prodotti Made in Italy. Per questo è nato un altro blog su Instagram, Topbollicineitalia.it, che si occupa interamente del mondo delle bollicine nostrane. Nella pagina sono presenti approfondimenti sui vini degustati, sulle cantine visitate, sui produttori conosciuti, ma vengono poi realizzate anche dirette didattiche sul mondo del metodo classico. In tre mesi questo profilo ha raggiunto oltre 6.500 follower con dati di engagement e visualizzazioni alle storie che hanno superato ogni più rosea previsione.

Un successo che conferma il crescente interesse degli italiani per le bollicine sia italiane sia francesi. “Sono davvero felice”, spiega Silvello, “che la piattaforma Topchampagne e quella Topbollicineitalia siancresciute esponenzialmente e siano per tanti un punto di aggregazione, un’occasione per conoscere e imparare qualcosa di nuovo. Oggi, nonostante la pandemia e le difficoltà che questa comporta anche a livello economico, vedo con piacere che le persone hanno voglia di approfondire, conoscere, scoprire, condividere le emozioni sui vini che bevono, anche a distanza. E questa è la cosa più bella.”

Dati su TopChampagne e Biografia di Andrea Silvello

TopChampagne.it è il primo blog su Instagram in Italia unicamente dedicato al mondo dello Champagne! La pagina ha avuto un successo sicuramente inatteso raggiungendo più di 45 mila follower in poco più di un anno di vita. Le storie pubblicate giornalmente vengono viste mediamente da più di 5.000 persone e le impression mensili totali sono costantemente in un intorno di 6 milioni, con un tasso di engagement degli utenti ampiamente superiori alla media.

Andrea Silvello, ideatore e volto di TopChampagne.it è un imprenditore e consulente in strategia d’impresa, giornalista pubblicista dal 2001, da sempre appassionato di questo mondo che ha deciso di condividere con tutti la sua passione e aiutare gli amanti e i curiosi della più famosa bollicina al mondo ad avvicinarsi a questo mondo. Un mercato che in Italia è in continua crescita e che vede sempre più persone avvicinarsi e voler scoprire la particolarità e la storia di un mondo che è davvero infinito e ricco di curiosità. “Come mi piace dire spesso – commenta Andrea – lo Champagne non è un vino “per pochi”. Ci sono davvero opzioni per tutte le tasche: dalle bottiglie di piccoli produttori da 20-30 euro a prodotti rari e da collezionisti da migliaia di euro. Avvicinarsi allo champagne è come fare un viaggio, va fatto per tappe. Imparare a conoscere cosa si sta bevendo, la storia del produttore, della cuvée e di tutto quello che c’è dietro la bottiglia che stiamo aprendo”.

Diego Armando Maradona: 13 frasi da ricordare del Pibe

Diego Armando Maradona, classe 1960, ci ha lasciati il 25 novembre 2020. Un mare di lacrime lo ha accompagnato nell’oltretomba. Era un semplice giocatore di pallone, dicono. No, Maradona ero lo sport, anzi un idolo, l’idolo della gente comune. Era un ragazzo povero definito da molti “disgraziato” diventato un idolo ed amato come un dio. Un uomo che ha fatto sognare tutto il mondo e che rimarrà per sempre nei cuori di tutti noi.

Ecco le sue frasi più celebri

13 frasi celebri di Diego Armando Maradona

  1. “Non ho toccato io quella palla, è stata la mano di Dio” (in merito al famoso gol durante i Mondiali Messico ‘86 nel match contro l’Inghilterra)
  2. “Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione”
  3. “In campo non ci si batte con le armi, ma col pallone” (22 giugno 1986, partita dei Mondiali contro l’Inghilterra)
  4. “So di non essere nessuno per cambiare il mondo, ma non voglio che qualcuno entri nel mio per condizionarlo”
  5. “È fantastico ripercorrere il passato quando vieni da molto in basso e sai che tutto quel che sei stato, che sei e che sarai non è altro che lotta”
  6. “Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla per divertire la gente”
  7. “Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio ed arrivasse un pallone sporco di fango, lo stopperei di petto senza pensarci”
  8. “Che significa Napoli per me? È la mia casa”
  9. Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo (Giugno 1978)
  10. “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires” (5 luglio 1984, alla presentazione ufficiale allo stadio San Paolo, oggi stadio Diego Armando Maradona, davanti a 70.000 tifosi)
  11. “Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano e ho visto i tetti d’oro e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa!” (9 novembre 1985, dopo aver sentito la messa in Vaticano)
  12. “Giocare senza un pubblico è come giocare all’interno di un cimitero” (16 settembre 1987 dopo la partita Real Madrid-Napoli a porte chiuse).
  13. “Io sono sinistro, tutto sinistro, di piede, di fede, di cervello”

Abbronzatura 365 giorni l’anno: ecco come fare per un risultato naturale

Quanto dura l’abbronzatura? Generalmente la tintarella ha una durata di circa un mese, anche se ci sono dei trucchi per farla durare più a lungo. Eppure, tutti noi, quando vediamo andare via quel bel colore scuro che abbiamo guadagnato con tanto sudore (letteralmente), ci guardiamo allo specchio e ci troviamo meno attraenti. L’abbronzatura dona un aspetto sano, curato e in salute e aiuta a sentirsi più sicuri del proprio aspetto fisico. Per fortuna ci sono dei modi per avere un’abbronzatura perfetta, anche se il sole lo si è visto solo da dietro la tenda dell’ufficio, i cui risultati son ben lontani dall’essere posticci o palesemente finti. Fra le soluzioni più gettonate, e sulla cresta dell’onda, troviamo senza dubbio gli autoabbronzanti. Cosa sono e come funzionano?

Autoabbronzanti: per avere una tintarella perfetta basta un’ora

Sul sito della Garnier si trovano alcuni dei migliori autoabbronzanti 2020 in formulazioni ad hoc per essere applicate su corpo e viso, come il latte autoabbronzante, oppure sul corpo soltanto, come nel caso dello spray corpo, oppure specificamente studiate per abbronzare solo la pelle del viso in modo rapido e veloce, com’è il caso invece delle salviettine.

L’autoabbronzante è la soluzione ideale per chi ama l’effetto che la tintarella crea sulla pelle: lo si può utilizzare, infatti, non solo per avere un incarnato abbronzato anche durante i mesi più freddi dell’anno, ma è utile pure per i primi giorni di vacanza al mare, quando si ha vergogna ad andare in spiaggia bianchi come il latte o anche per uniformare l’abbronzatura quando si levano le pellicine più scure dalla cute e si crea un indesiderato effetto maculato. Il tutto, in tempi record: basta solo un’ora per permettere all’autoabbronzante di far diventare la carnagione scura e nuovamente omogenea.

Come si mette l’autoabbronzante? I consigli per un risultato perfetto

L’applicazione dell’autoabbronzante è molto semplice e non richiede una particolare expertise; tuttavia, per evitare di ottenere un risultato ben lontano dalle proprie aspettative, è bene stare attenti a non commettere degli errori piuttosto comuni quando si usa questo tipo di prodotto. Per semplificare, l’autoabbronzante non va applicato se prima non abbiamo preparato la pelle in modo adeguato o, in caso contrario, si rischierebbe di avere un effetto a chiazze piuttosto che omogeneamente abbronzato.

Per preparare la pelle ricordiamo allora di fare uno scrub, lo possiamo fare sotto la doccia e basta sfregare il corpo per pochi minuti, giusto il tempo utile per rimuovere cellule morte e altri residui che inficerebbero il risultato. Si può quindi procedere al secondo passaggio, ossia l’idratazione: se non abbiamo voglia di applicare una crema idratante, va più che bene anche un olio doccia. In alternativa, possiamo anche saltare il passaggio dell’idratazione, ma solo se usiamo il latte idratante autoabbronzante Ambre Solaire di Garnier (perché la formulazione del prodotto abbronza e idrata la pelle allo stesso tempo).

Adesso tocca all’autoabbronzante, se è la prima volta che lo stiamo usando, facciamo una sola applicazione e attendiamo un’ora: bastano 60 minuti affinché il prodotto inizi ad agire e la pelle reagisca scurendosi proprio come se fosse abbronzata. Se il risultato fosse più chiaro di quello desiderato, potremmo allora procedere con una seconda applicazione in modo da ottenere un’abbronzatura più scura. E quando il corpo inizia a “scolorirsi”? Non dobbiamo far altro che ripetere questi passaggi per tornare ad avere un incarnato, e un aspetto, invidiabile.

Dal successo di Ambush alle collaborazioni a raffica, Yoon Ahn è la designer più richiesta del momento

L’ultima partnership, con il marchio di prodotti audio Beats by Dr. Dre, è stata svelata solo pochi giorni fa: una versione fluo degli auricolari wireless Powerbeats. Si tratta dell’ennesima collaborazione d’autore che va ad infoltire un elenco già corposo, riconducibile alla griffe Ambush o meglio, alla sua direttrice artistica Yoon Ahn.

Classe 1976, nata in Corea del Sud ma cresciuta negli Usa seguendo gli spostamenti del padre nell’esercito americano e stabilendosi infine a Seattle, Ahn si laurea in graphic design all’università di Boston, città dove conosce il futuro compagno Verbal, figura apicale dell’hip hop giapponese, membro del collettivo Teriyaki Boyz. Trasferitasi a Tokyo nel 2003, la designer si inserisce nel vivace contesto del clubbing locale, iniziando di lì a breve a realizzare gioielli sgargianti, fuori dal comune, che rispecchino l’energia della scena musicale e notturna della città, pensati per amici, collaboratori del marito, habitué del settore.
Dato l’apprezzamento dei primi, illustri clienti (tra i quali un certo Kanye West), decide di strutturare meglio l’attività, fondando nel 2008 la label Ambush, in cui far confluire indistintamente chincaglierie, simboli della cultura pop e oggetti di uso quotidiano, rivestendoli di metallo – dall’argento placcato oro allo sterling silver, all’ottone – e tramutandoli in accessori one of a kind, dalla forte personalità.



Un brand di gioielleria sui generis dunque, che riflette il percorso, altrettanto composito, di una ragazza che ha trascorso l’adolescenza nella patria del grunge, sulla West Coast, si è appassionata alla moda – come racconta lei stessa – sfogliando le pagine di magazine come i-D o The Face, ha studiato grafica e, infine, si è ritrovata a lavorare come art director nella capitale nipponica, curando all’occorrenza anche i dj set delle serate più richieste. Un background permeato di street culture degli anni Novanta e Duemila, influenze musicali, subculture giapponesi e parecchia sfrontatezza.



Non stupisce quindi nemmeno tanto che il repertorio di riferimenti da cui attingere per le collezioni sia vasto (dai peluche alle spille da balia dei punk, passando per graffette, badge, accendini, pillole, mollette da bucato e così via) e venga tradotto in pendenti, piercing, orecchini e ciondoli. Anche quando gli articoli sono quelli canonici del settore – su tutti anelli, bracciali e collane – a fare la differenza sono dettagli quali le dimensioni esagerate, le linee arzigogolate, le colorazioni neon o metallizzate come lime, fucsia o blu China. Una visione caleidoscopica insomma, coerente con il gusto di Ahn che afferma di «trovare la bellezza nell’ordinario» e paragona il proprio approccio alla campionatura, e successivo mix, di contenuti eterogenei da parte dei dj, definendosi a tal proposito «un’outsider che esplora idee senza alcuna regola».

Nel 2015 viene introdotta la linea di ready to wear, pensata inizialmente per fare da corollario ai gioielli, vero focus del marchio. Nel corso delle stagioni la proposta si irrobustisce e si amplia, adottando stilemi analoghi a quelli dei monili: si spiegano così le felpe con grafiche trompe-l’œil, i maglioni patchwork, i capispalla dai finissaggi lucidi, il knitwear in nuance vitaminiche e altri pezzi di tenore simile; senza dimenticare gli accessori, sulla falsariga di gioielli e abiti, tra i quali spicca la clutch in metallo a mo’ di lattina accartocciata, divenuta un must-have di Ambush.

Ahn fa inoltre della collaborazione un tratto distintivo del proprio lavoro, viatico a una feconda contaminazione di realtà lontane tra di loro che, unendosi, ottengono risultati tanto inaspettati quanto attraenti per i consumatori. Fin dall’inizio, riesce pertanto a inanellare partnership con alcune tra le più rilevanti griffe di menswear o womenswear sulla scena. Ad inaugurare questa sfilza di co-lab è nel 2009 la capsule collection Ambush X Bape, proseguita nelle stagioni successive a colpi di giacche “sdoppiate”, ciondoli smaltati e scarpe creepers.
Per il défilé maschile spring/summer 2017 di Sacai la creativa realizza invece massicci girocollo a maglie metalliche, chiusi da lucchetti, il complemento ideale per outfit ispirati a quelli dei personaggi di ‘Arancia meccanica’. In occasione della collezione donna Undercover s/s 2018, invece, l’attenzione di Ahn si concentra sulle perle, ingigantite oppure ammaccate ad arte, o ancora disposte a grappoli sui bracciali a contornare i cammei.


Backstage at Dior Men Men’s Fall 2020

Credits Photo 6: Kuba Dabrowski/WWD


A beneficiare della prolificità della designer non sono solamente i brand street o di prêt-à-porter, anzi: Ahn tra le altre cose ha personalizzato le iconiche valigie in alluminio Rimowa, tingendone le maniglie di arancione segnaletico, e unito le forze con il marchio di eyewear Gentle Monster per una limited edition di occhiali da sole a mascherina, profilati da elementi in metallo.
Lo scorso settembre, invece, è stato svelato l’ultimo capitolo del progetto di Bvlgari “Serpenti Through the Eyes of…”, con cui la maison romana invita lo stilista di turno a reinterpretare la Serpenti Forever Bag: oltre a trapuntare la nappa dei tre modelli scelti (handbag, marsupio, minaudière), Ambush ne ha accentuato le linee, aggiungendo la possibilità di scegliere cromie brillanti come verde chartreuse, bluette e rosa.

Lo sportswear rappresenta un capitolo a parte, ampiamente esplorato da Ahn, che già nel 2012 riversava una colata di argento sulle sneakers Pump Fury HLS di Reebok. Nel 2019 è la volta delle mitiche Converse Chuck 70 e Pro Leather, ripensate in chiave rainproof attraverso l’utilizzo della gomma e la suola allargata a dismisura; la collaborazione tra l’altro prosegue, e da qualche giorno sono disponibili due nuove silhouette, ossia Dunk Boot – un ibrido tra anfibio e trainer alta – e Chuck 70 con strati di soffice shearling sulla parte esterna.
Ancora più fruttuoso il tandem con Nike, che ha interessato nel tempo diverse tipologie di prodotto, dai body e pantaloni tecnici per l’allenamento alle pellicce sintetiche, dai giubbetti reversibili alle immancabili sneakers in edizione limitata, destinate ovviamente a infiammare i desiderata dei collezionisti; le ultime arrivate, in questo senso, sono le Dunk High caratterizzate dallo Swoosh che deborda dalla tomaia, il cui lancio è previsto a dicembre.

Il talento della direttrice creativa di Ambush viene notato in tempi non sospetti anche dall’intellighenzia modaiola, che nel 2017 la inserisce nell’elenco degli otto finalisti del premio LVMH. L’anno seguente arriva un riconoscimento per certi versi ancora più pregevole, la nomina a jewelry designer di Dior Men, sotto la supervisione dell’amico di lungo corso Kim Jones.
Ahn può così sbizzarrirsi con i gioielli maschili della griffe, iniziando da quelli della stagione s/s 2019 (all’insegna di catene lucenti e lettering Dior trasformato in decoro ad hoc) e finendo con la profusione di boules, spille, charms, medagliette e ninnoli assortiti che punteggiava le uscite dello show a/i 2020, una celebrazione del look Do It Yourself dell’artista punk Judy Blame. Con un curriculum del genere, è facile in fin dei conti prevedere per Ahn un futuro da protagonista assoluta del fashion system.

I piedi dell’architetto: il balcone perfetto anche in inverno

Inverno in città? No problem, se riusciamo a creare un’atmosfera calda e accogliente anche sul nostro balcone di casa! Anche al freddo dell’inverno milanese, possiamo goderci qualche momento di relax sui nostri balconi, ma dobbiamo sistemarli e arredarli per bene.



Durante la stagione fredda, anche se gli spazi esterni vengono utilizzati molto meno rispetto alla stagione estiva, è importante renderli accoglienti e ordinati, scegliendo le giuste decorazioni e i giusti arredi. In un balcone invernale non mancheranno lanterne e candele a rendere l’atmosfera confortevole e suggestiva. Sulle sedute saranno invece posizionate coperte e morbidi cuscini, per riscaldarsi durante le ore più fredde.


Per ricreare l’atmosfera rilassata e accogliente di una baita di montagna in poche e semplici mosse sono interessanti questi dettagli firmati Westwing! Candele, cuscini, coperte calde e morbidose, proprio quello che ci vuole per rilassarsi mentre si legge un libro e si sorseggia una cioccolata calda!


A chi non piace l’idea di una serata davanti al camino acceso con un buon libro in mano e la mente rilassata? Questo fantastico scenario, vero e proprio elisir detox per il corpo e lo spirito, può essere vissuto anche… in terrazzo. Per riuscirci servono però un comodissimo divano per esterni, coperte e cuscini, e magari un caminetto. In quest’ultimo caso ci si può divertire trovando degli abbinamenti con la cromia degli altri elementi d’arredo o con il colore principale della casa.



Se disponi di uno spazio riparato posiziona in un angolo del terrazzo un tavolino con due sedie: per tutto l’inverno sarà il punto in cui prendere una boccata d’aria, leggere e pensare. Usa un vaso colorato per coltivare il cavolo ornamentale, che resiste anche alle basse temperature e necessita di poche cure: grazie alle sfumature intense dal bianco al viola darà un tocco di poesia. Crea una decorazione romantica con rami sempreverdi, ginepro e bacche: puoi intrecciare i rami e posizionare al centro una candela colorata. Biancospino, dalle tenere bacche bianche sfumate di porpora e agrifoglio, utilizzato fin dall’antichità durante le celebrazioni del solstizio d’inverno, porteranno colore e allegria. Sul tavolo o negli angoli del balcone aggiungi due lanterne, per avere una calda luce accogliente nelle buie sere invernali.

Non ti sembra di essere già più rilassato, solo a vedere queste immagini?

Lapponia: come organizzare un viaggio magico

La Lapponia è una meta da sogno ed indimenticabile, con le sue aurore boreali, il sole di mezzanotte e la terra di Sami. Il paese di Babbo Natale si trova a pochi passi dal Circolo Polare Artico, nella Finlandia settentrionale. In questo luogo magico l’atmosfera è fatata, gli inverni gelidi diventano stagioni di emozioni indelebili e le meraviglie viste qui restano per sempre nel cuore come ricordi indelebili.

Avete mai desiderato guidare una motoslitta, accarezzare una renna, visitare il Villaggio di Santa Claus? Allora la Lapponia è la destinazione giusta per voi.

Ecco come arrivare in Lapponia e cosa fare.

Come arrivare e come spostarsi

La Lapponia si trova nella Finlandia settentrionale e il modo migliore per raggiungerla è in aereo con partenza da Roma o Milano e arrivo in città come Kemi, Ivalo, Rovaniemi o Kittila. Nonostante il clima rigido, spostarsi in Lapponia non è complicato. La Finlandia dispone di 27 aeroporti.

Nessuna compagnia aerea fa voli diretti Italia-Lapponia, quindi bisogna sempre considerare lo scalo a Helsinki. L’ideale è affidarsi a un tour operator. La città principale è Rovaniemi, la città di Babbo Natale. Qui si trova il Santa Claus Village. Un’atmosfera degna dei migliori libri di fiabe tra pacchi, renne, slitte, cassette di legno, paesaggi imbiancati vi aspetta. Il fiume Ounasjoki è bellissimo con il ponte vecchio.

Cosa fare in Lapponia

Vedere l’Aurora Boreale è il sogno di tutti. Da settembre a marzo questo fenomeno artico lascia a bocca aperta i turisti fortunati. Il luogo ideale per vederla è Utsjoki. In inverno i giorni bui lasciano il posto a 24 ore di luce d’estate. Per ben 3 mesi il sole resta sempre alto nel cielo e il fenomeno è noto come “sole di mezzanotte”.

Un’altra esperienza imperdibile è quella di accarezzare le renne (in Lapponia si contano 190.000 esemplari) e conoscere i Sami (circa 6000), un popolo indigeno che abita queste terre da secoli ed alleva proprio le renne. Infine, visitare il vero, unico e autentico villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi è un’esperienza imperdibile. Qui i bambini lasceranno la loro lettera a Babbo Natale, scatteranno foto e avranno un ricordo bellissimo da portare nel cuore per tutta la vita.

In Lapponia è ideale anche praticare lo sci alpino e di fondo. Questa località ospita 75 comprensori. Per i più temerari c’è anche la possibilità di dormire in igloo con tetto in vetro per ammirare l’aurora boreale.

Diego-Go, il magico incontro fra fashion e homeware

Diego-Go è un progetto nuovo che si affaccia al fashion system con entusiasmo e tanta voglia di diversità. Diego-Go è sorriso e colore; afferma diversità ed inclusione, scopre l’universo latino e il valore di una famiglia nuova, imperfetta e sincera, la cosiddetta “familia desastre”.



Questo brand appena nato è frutto di un incontro magico e fortuito tra Diego Marquez, con una lunga esperienza come direttore creativo nella moda, e Massimiliano Lanza, proveniente dal mondo del digitale con una passione e un background artigianale nel mondo del pottery. Una sintonia inaspettata porta al concepimento di un marchio contemporaneo che il prossimo Gennaio 2021 presenterà la sua prima collezione di camicie unisex.



Il 2020, anno che verrà ricordato come un terremoto mondiale, può rappresentare un’opportunità di comunicare un messaggio forte e non convenzionale, dove le discipline, le categorie di prodotto e i background creativi più diversi si fondono. Ecco che al duo di Diego-Go si aggiunge Ana Villegas, illustratrice dall’immaginario poetico e dall’estetica dolce ma al contempo potente. Insieme pensano alle grafiche per la collezione in prossima uscita e decidono di tradurre la loro visione in una linea divertente e dissacrante di homeware e tableware con una proposta di ceramiche, in primis di piatti, coordinata alla collezione stessa. La casa mai come in questo momento rappresenta un luogo cruciale di personalità e ricerca visiva oltre che emozionale. Il piatto non solo diventa un oggetto da esibire e scegliere con grande attenzione, ma porta nella mise en place una nuova comunicazione.



A questo si aggiunge infine l’incontro con un altro artista dell’eyewear, Marco Melis, che dagli anni ‘90 si specializza in montature custom made per celebrity del calibro di Spike Lee e Monica Bellucci. Qui nasce il primo occhiale Diego Go, un unico modello in colori classici e lenti piattissime, che connota una personalità vintage e outsider.

Il loro goal? Creare un mondo personale e multidisciplinare.



Editorial: Rings for E-boys

Fashion Editor : Francesco Vavallo @francesco_vavallo

Photographer : Giorgio Lovati @georgelovat

Model : Ronaldo @ronaldogjermen@specialmanagementmen

Rings Brand : JUPITER   @_jupiter____


Colori accesi, pietre incastonate ed ironia sono il nuovo trend per gli anelli degli e-boys ed e-girls di tutto il mondo.
Forse li avrai già visti questa estate o nell’ultimo videoclip di Miley Cyrus “Midnight Sky”, di ogni dimensione e colore questi gioielli hanno attirato l’attenzione degli adolescenti della Generazione Z, superando il concetto di mascolinità, e se lo smalto sull’uomo non è più un taboo perché non introdurre anche dei gioielli? 

Jupiter è un brand italiano, giovane e divertente che ha conquistato negli ultimi mesi i maggiori social media con foto stravaganti e spensierate di giovani ragazzi con le mani piene di anelli di plastica e perline.
Se non hai più voglia di vestirti in maniera elegante e professionale davanti ad uno schermo o se hai voglia di sorridere quando guardi la tua mano mentre scrivi le risposte del test di matematica, non puoi assolutamente fare a meno di questi anelli.