Carhartt, tutto sullo streetwear brand statunitense

Il marchio statunitense Carhartt è apprezzato in tutto il mondo e per lo più conosciuto come streetwear brand. Reso famoso dalle celebrities di tutto il mondo, oggi è fortemente presente online grazie alla diffusione di ecommerce come Kosmos Store, i quali offrono un vasto assortimento di capi delle nuove collezioni.

Non tutti però sanno che il marchio nasce come abbigliamento da lavoro e che per decenni ha vestito operai, ferrovieri e soldati americani. Dagli ambienti polverosi delle fabbriche e delle ferrovie, alle strade e ai club delle grandi città. Dalle linee comode e disegnate per permettere ai lavoratori di muoversi con agio, a punto fermo della moda dal design accattivante e slim che ha conquistato milioni di streetwear addicted. Ecco la storia del brand americano.

La storia di Carhartt: dai lavoratori in fabbrica ai rapper in strada

La fine dell’Ottocento fu un’epoca caratterizzata soprattutto dall’acciaio, del vapore e dalle locomotive. In questo contesto storico, nel 1889, fu fondata la Hamilton Carhartt & Company dal suo omonimo (conosciuto affettuosamente come “Ham”) che iniziò a produrre tute da lavoro in un piccolo loft di Detroit e disponendo in tutto di due macchine da cucire e un motore elettrico da mezzo cavallo. Non fu subito un successo, ma questo spinse il fondatore a condurre un’importante ricerca di mercato: parlò direttamente con i lavoratori delle ferrovie per progettare un prodotto che rispondesse perfettamente ai loro bisogni. Fu così che nacque la tuta Carhartt che divenne velocemente lo standard dell’abbigliamento da lavoro di qualità.

In pochi anni l’azienda si espanse a macchia d’olio, aprendo strutture e uffici su tutto il territorio americano e anche oltreoceano. Durante le guerre mondiali Carhartt creò per l’esercito americano uniformi, tute da lavoro per soldati e tute mimetiche per i marines. Contestualmente lanciò la linea femminile, realizzando tute da lavoro per le donne impegnate nelle fabbriche. Molti capi, ancora oggi in produzione, affondano le loro radici nel passato; alcuni, come il leggendario Carhartt Chore Coat, è rimasto invariato fino a oggi.

L’ascesa del marchio nella cultura pop, la conquista dell’Europa

Di generazione in generazione, l’azienda prosegue la politica di diversificazione del portafoglio prodotti, introducendo la linea outdoor e producendo per altri marchi.

Il marchio Carhartt è diventato popolare negli anni ’80 e ’90, quando grandi nomi dell’industria musicale hip-hop hanno iniziato a indossarlo, incoronandolo come icona dello streetwear. La moda giunge fino in Europa, quando due stilisti svizzeri, Edwin e Salome Faeh, hanno stretto un accordo di licenza con il brand: nasce, nel 1989, l’etichetta Work In Progress. Pur rimanendo fedele al DNA del marchio, la linea è caratterizzata da una vestibilità più slim, un’estetica streetwear e prezzi più alti e si rivolge ai consumatori Europei e Asiatici, estimatori dei dettagli raffinati e del design.

A fine anni ’90 Carhartt è apprezzato e venduto in tutto il mondo grazie alla presenza di molti negozi al dettaglio monomarca e, soprattutto a quella di store online. Vengono lanciate una linea completa di prodotti da donna e una linea di indumenti ignifughi. L’azienda, la cui attività di Ricerca è Sviluppo è molto intensa, brevetta e lancia nuove tecnologie applicate a tessuti e abbigliamento, come Quick Duck®, Storm Defender®, Rain Defender®, Carhartt Force® e Carhartt Force Extremes®.

Il brand oggi: il re dello streetwear

Oggi, tra Carhartt e Work In Progress, è quasi impossibile camminare per le strade di una qualsiasi grande città, da Brooklyn e Los Angeles a Tokyo e Londra, senza vedere il famoso logo quadrato di Carhartt su cappotti, t-shirt e giacche. Il berretto resta di gran lunga il prodotto più popolare del marchio originale Carhartt con vendite che sfiorano i 4 milioni di pezzi all’anno.

Una vasta gamma di celebrità, da Jamie Foxx e Kanye West a Rihanna, Bella Hadid e Drake, indossano tutti Carhartt. Immortalati negli scatti più cool, i capi Work In Progress sono ormai tendenza irrinunciabile e fanno bella mostra di sé negli armadi di tutto il mondo.

Il futuro è la slow music e ce lo insegna Marianne Mirage

L’incontro visivo e il talk con Marianne Mirage è uno dei più attesi delle ultime giornate di caldo. Ci interessa scoprire come l’artista, nel corso degli ultimi anni, si sia evoluta fino a connettere la pratica dello yoga alla sperimentazione musicale. E a chiederle come Patti Smith, si proprio la Gran Madre della musica rock, l’abbia scelta per gli open act dei suoi concerti italiani.

Marianne ha un background fenomenale, una vita da giramondo con in tasca una laurea in Lettere e Filosofia e una borsa di studio, in qualità di attrice, al Centro Sperimentale di Cinematografia. Le sue classi yoga, che uniscono la musica alla pratica, sono sold out.

Misticismo e benessere, le rilassanti note di Marianne Mirage in esclusiva su Manintown.


Cappa Valentino, swimsuit Arrabal

Leggere la tua biografia è entusiasmante. Un padre pittore, una passione per il globe trotting, Sanremo con il brano firmato da Francesco Bianconi (Baustelle), soundtrack di pregio e una rosa di artisti che ti ha scelta per gli open act, tra cui spiccano Brunori, Patty Pravo e Tamino. L’occhio cade, però, su Patti Smith e l’interessante ingaggio avvenuto grazie a Youtube, è tutto vero?

INCREDIBILE EH? DREAM UNTIL IS YOUR REALITY. Quando vivi ogni giorno con tanta ricerca e voglia di scoperta non te ne rendi conto, infatti ancora oggi non guardo mai indietro. Ho anche imparato a non guardare troppo il futuro, senza fare tante previsioni. Mi godo il presente con tutte le cose che ha da offrire. Questo per me è la felicità. Tutti i ricordi restano ancorati nei miei comportamenti e nei modi di fare, diventando frutto di tutte le mie esperienze. Carver (scrittore americano) scriveva: “prendi tutto e mettilo a frutto”.



Possiamo affermare che tu sia stata un vero e proprio “miraggio” per tutta la fanbase che, dapprima ti seguiva come musicista, e ora ti segue anche per la pratica yoga. Infatti, durante il periodo di pandemia sei diventata un punto di riferimento per i tuoi follower, grazie alla condivisione della tecnica di meditazione personale accompagnata dal suono delle campane tibetane, della tua voce e della chitarra. Come è nata l’idea e che evoluzioni ha subito dopo tre lockdown?

La potenza dei gesti impulsivi è ingovernabile. Ricordo di aver preso una decisione netta. “Se a me lo yoga ha dato forza e mi ha insegnato a non avere più paura dovrà essere la mia missione farlo conosce alle persone che ne sentiranno la chiamata”. Pratico Yoga da 9 anni e il mio percorso è sempre stato una passione vissuta nel mio privato. I miei maestri Dharma Mittra a Nyc e Gaia Bergamaschi a Milano sono stati la fonte del mio sapere. Poi ho sentito di dover trasmettere quello che avevo imparato è così è nato Yoga Mirage che ora si espande sempre più con una community stupenda di persone sensibili e coraggiose, li conosco per nome e amo vedere i loro nuovi risultati durante le pratiche yoga. Yoga vuole dire unione, questo è il nostro mantra. Ci lega un forte filo d’oro prezioso. La musica oltre la pratica ci aiuta e creare un legame emotivo forte.



21 luglio 2021, la data segna la rinascita di Marianne Mirage grazie all’album “MIRAGE” che guida l’ascoltatore in un viaggio musicale ricco di sperimentazioni. L’album abbraccia davvero tante sonorità, grazie alla versatilità dell’artista, planando dal jazz all’atmosfera delle colonne sonore italiane degli ‘anni 60. La sua durata è di un’ora, proprio come la pratica yoga.

Quanto tempo ha richiesto e come si è sviluppata la sua realizzazione?

Bella domanda perché in realtà durante questo anno così strano, dedicato all’immersione dentro di noi, alla meditazione e alla consapevolezza delle nostre fragilità, è nata la necessità spontanea di creare una musica che ci accompagnasse in questi viaggi dilatati nel tempo. 

Ho conosciuto Marquis (giovanissimo produttore) che aveva la stessa idea. Abbiamo fatto i bagagli e siamo partiti per il Lido di Dante in Romagna (mia terra di origine) dove abbiamo preso uno studio al mare, per registrare il disco durante la pratica all’alba, immersi nella natura e nelle onde. Il disco è nato così, in simbiosi con la natura e gli strumenti musicali (moog, farfisa, vibrafono, arpa). Uno dei giorni di registrazione camminando ho incontrato un pavone per strada e da quel segno ho capito che stavamo facendo la cosa giusta. 


Total look Missoni, occhiali Isabel Marant

Marianne respira natura, vive in una casa giardino e la sua evoluzione è stata scelta anche da Nike che, per la sua audience worldwide, ti ha commissionato un video esclusivo che unisce la pratica yoga all’esperienza sonora. In programma, inoltre, una lunga tournée che ti vede interessata a portare le arti olistiche in tutto il mondo. Quali sono le tappe dell’immediato futuro?

La pratica che ho ideato per Nike è stata bellissima da realizzare perché il team era totalmente dentro l’esperienza. 

Ora, dopo i retreat in Grecia e Puglia ci sono stati i concerti e ci saranno appuntamenti di Yoga Mirage in tutta Italia per praticare insieme. Infine una bellissima sorpresa, il sito www.yogamirage.com, un luogo dove condividere pratiche di yoga, pensieri, musica ed emozioni, sempre nel mio mood molto Rock and Roll.



Ti abbiamo visto, in qualità di relatrice, sul palco del Tedx di Rieti. Il tema del monologo è stato “Respirare”, per chi non ha partecipato dal vivo come potresti riassumerlo? 

Nasciamo con un inspiro e moriamo con un espiro… lo sapevi?

Durante lo shooting l’esplosiva Marianne chiede di aggiungere un commento riguardante la giornata trascorsa insieme: “Questo nostro incontro è stato magico. Le fotografie non sono solo da guardare, sono da sentire. Ti devono far viaggiare, in un istante ti traghettano in un mondo. Questo secondo me è stato il nostro viaggio tra le dune di ghiaia. Ho amato tutto il team di lavoro che si è lasciato trasportare dal l’energia del disco e abbiamo messo in immagini quello che il disco racconta”.



Photographer Paolo Musa

Special content direction, production, interview and styling Alessia Caliendo

Make up Elena Bettanello @ Julian Watson Agency

Hair Gianluca Grechi

Location Cave Rivolta Inerti Rivolta srl

Beauty Faced

Special thanks l’Altro Tramezzino

Alessia Caliendo’s assistant Andrea Seghesio

Backstage Photographer Riccardo Ferrato

Bullfrog, la nuova destinazione milanese del grooming

Vacanze archiviate, smart working sempre più raro e traffico in continuo aumento. Se anche il vostro Settembre è stato un mese davvero in salita è arrivato il momento di prendervi un momento di respiro con una piccola pausa beauty.

Immaginate di farlo in Portanuova, cuore della nuova scenografia di Milano, con i grattacieli specchianti e le architetture che hanno cambiato il volto della città. Qui sorge un’oasi di relax dedicata esclusivamente all’estetica maschile: è il barbershop Bullfrog di piazza Alvar Aalto, un punto di riferimento per gli amanti del grooming che oggi si presenta ancora più accogliente grazie al restyling completo che lo ha interessato negli ultimi mesi e che lo ha trasformato nel primo vero flagship barbershop del marchio milanese.

Non solo barba e capelli però ma anche una vasta disponibilità di nuovi servizi estetici: oltre ad aver raddoppiato le postazioni di barberia, il barbershop si arricchisce della nuova Bullfrog Grooming Lounge. La lounge è il luogo ideale per concedersi una pausa rilassante e prendersi cura della pelle, delle mani e dei piedi, scegliere tra una gamma di servizi di altissima qualità per ritrovare, anche in poco tempo, benessere ed energia.
Oltre ai trattamenti, naturalmente, la possibilità di scegliere tra una vasta selezione di prodotti: cosmetica, fragranze e piccoli accessori per prolungare l’esperienza anche a casa.

Lo store infine strizza l’occhio alla sostenibilità, coerentemente con la filosofia Green Choices e affinché la cura alla persona si sposi all’attenzione per l’ambiente, il negozio è alimentato al 100% da energia da fonti rinnovabili e contribuisce, in qualità di Retail BAMFriend, a sostenere BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, un progetto della Fondazione Riccardo Catella: il giardino botanico contemporaneo nel cuore del quartiere di Portanuova che offre una programmazione culturale open air e gratuita aperta a tutti.

Models to follow: Paolo Diomande

Photographer: Manuel Scrima @manuelscrima
Talent: Paolo Diomande @paolo.diomande

È difficile immaginare, per un modello agli inizi, un viatico migliore dello sfilare sotto l’egida di Hedi Slimane, vate dell’estetica rock-chic nonché instancabile talent scout fin dagli anni d’oro chez Dior Homme. La carriera di Paolo Diomande comincia, perciò, sotto ottimi auspici: ventenne, fisico slanciato e asciutto sormontato da una massa di treccine, parlando sprigiona l’entusiasmo di chi, dopo un paio di lavori degni di nota (il lookbook della collezione Yezael by Angelo Cruciani S/S 2020 e un editoriale per Moncler su i-D Italy) è stato catapultato in uno show mirabolante. Nello specifico, quello organizzato da Celine sull’Île du Grand Gaou, oasi di sfolgorante bellezza nel Mediterraneo diventata, per l’occasione, il palcoscenico della Spring/Summer 2022 della griffe, tra riprese aeree, soundtrack martellante e una pedana chilometrica adibita a rampa per le acrobazie dei motociclisti (in abiti del marchio, ça va sans dire); cornice spettacolare per il défilé rivelatosi, come da prassi slimaniana, un concentrato di topoi rock e spavalderia da club kids sommamente stilosi. Tra loro Paolo, appunto, sceso in passerella con chiodo profilato di borchie, felpa, jeans seconda pelle, boots e collane a cascata, mise poi replicata negli scatti in bianco e nero, a firma dello stesso Slimane, che campeggiano sulle pagine Instagram, Facebook & Co. della maison.
Consapevole dell’importanza di una simile esperienza, specie per il suo futuro professionale, intende proseguire su una strada a questo punto ben avviata, mantenendo un’immagine (anche) social distinta, autentica, ché dall’esperienza di Celine si porta dietro una convinzione: «I brand preferiscono modelli con una personalità forte».



Quando e come hai iniziato a fare il modello?

Ho iniziato nel 2019, a dire la verità non ero molto propenso ma i miei amici mi hanno spinto a provare. Così per un paio d’anni ho fatto la “gavetta”, firmando il primo contratto a marzo.

Quali sono stati i lavori che ti hanno dato maggior soddisfazione, i più significativi?

Il lavoro appena fatto con Celine, un’esperienza unica, ad ora la migliore in assoluto.



In effetti pochi mesi fa hai preso parte allo sfilata Celine S/S 2022, posando anche per le foto in bianco e nero diffuse via social dalla maison. Cosa puoi dirci a riguardo?

Non saprei nemmeno da dove partire, è stato il primo lavoro “serio”, non avevo idea di cosa mi aspettasse né di come comportarmi. Arrivato lì, ho capito che questo era ciò che avrei voluto fare nella vita.
In un evento del genere ci sono modelli da tutto il mondo, si ha la possibilità di entrare in contatto con culture e stili di vita eterogenei. A colpirmi, in positivo, è stato in particolare il team di Celine, per come ci hanno trattato, per la gentilezza e i modi, in quelle due settimane ho legato con tutti loro. È stata un’esperienza fantastica, dallo show al clima che si respirava, e poi l’emozione di conoscere Hedi Slimane, straordinario anche a livello umano, ci ha fatto divertire mettendoci sempre a nostro agio.

Com’è stato essere “diretto”, tra passerella e shooting, da un gigante del fashion quale è Slimane?

Mi ha davvero impressionato, è una persona eccezionale, alla mano, durante pranzi o cene si sedeva con noi senza problemi. Durante il fitting, poi, ha iniziato a parlarmi in italiano, raccontandomi delle vacanze che trascorre spesso nel nostro Paese. Su Slimane non potrei trovare nemmeno volendo qualcosa da eccepire, posso anzi solo ringraziarlo per l’opportunità che mi ha concesso fin dal casting, è stato magnifico lavorare con lui e il suo team.

L’outfit indossato per l’occasione era da rocker consumato, decisamente strong (biker jacket, felpa, jeans aderenti, stivaletti), rispecchia il tuo modo di vestire o preferisci altri stili?

Non è esattamente il mio stile, infatti durante le prove ho avuto qualche problema con i boots, tanto che, al momento di girare nella location piena di alberi che precedeva la passerella, avevano preparato delle scarpe di riserva, nel caso non riuscissi a camminare come stabilito, per fortuna è andato tutto liscio.
Il mio look è diverso da quello rock di Celine, solitamente prevede jeans o pantaloni semplici sotto t-shirt che riflettano appieno la mia personalità, sono abbastanza fissato con le magliette.



Quale capo o accessorio non potrebbe proprio mancare nel tuo guardaroba?

Tutto sommato vesto in modo basic, non ci sono capi o accessori imprescindibili, posso uscire in jeans e tee come in tuta, oppure indossando un outfit elegante se il contesto lo richiede.

Celine a parte, ci sono altri marchi o designer con cui ti piacerebbe lavorare?

Amo Virgil Abloh perciò direi senz’altro Off-White e Louis Vuitton Men, ma mi piacerebbe molto lavorare anche per Fendi e Gucci.

Cos’è per te la moda, a  cosa ti fa pensare?

Penso sia un qualcosa cui è possibile approcciarsi da diversi punti di vista, può riguardare il semplice vestirsi come i valori che ciascuno vuole trasmettere, soprattutto è un mondo bellissimo, dalle infinite sfumature. Probabilmente da fuori, come la vedevo del resto anch’io prima di lavorarci, l’idea che dà è lontana dalla realtà, per comprendere la moda la si dovrebbe vivere dall’interno, rendendosi conto di tutto ciò che c’è dietro, della creatività, del numero di persone coinvolte.



Cosa ti piace fare, come passi le giornate?

Mi piace giocare a basket e calcio, uscire la sera con gli amici, andare in discoteca, cose semplici.

Il tuo rapporto con i social, che tipo di immagine cerchi di trasmettere?

Uso Instagram e TikTok, quest’ultimo però solo per guardare i video. Ho un buon rapporto con i social, seguo molti profili, da quelli dei miei amici agli account di personaggi noti, alle pagine di attualità. Sul mio IG cerco di essere semplicemente me stesso, senza filtri o accorgimenti particolari, così che chiunque possa farsi un’idea. Il lavoro per Celine, in questo, mi ha aperto gli occhi: prima di partire, agitato com’ero, ho modificato il profilo mettendo nome e cognome, per dare un’impressione di maggior “serietà”, ma alla fine ho capito che è sempre un vantaggio essere se stessi e coltivare la propria unicità, i brand preferiscono modelli che sappiano distinguersi, con una personalità ben definita.

Ci sono altri lavori all’orizzonte?

A fine settembre forse andrò in Spagna, per un lavoro che dev’essere ancora confermato, spero che in futuro, con un pizzico di fortuna, arrivino tante nuove opportunità.



United Colors of Ghali è la favola urban di Benetton e del poeta rap che ha conquistato Milano

Il linguaggio immediato, intriso di speranza e positività, che ha affascinato gusti e cuore di giovani ma anche di generazioni che l’hanno preceduto, entra in connessione ancora una volta con lo storico brand di Ponzano Veneto, “Benetton” attraverso il lancio di una inclusive capsule collection, il cui nome raccoglie tutti valori dei due protagonisti di questo ambizioso progetto: United Colors of Ghali.

La collezione disegnata da Ghali in persona, “stilosa e comfy” per usare le parole dell’artista – e pensata davvero per tutti – è un messaggio di multiculturalità e integrazione.
I colori accesi del rosso e del verde brillante, si mixano col bianco e marrone, attraverso righe e micropattern che raccontano suggestioni di luoghi lontani appartenenti alla cultura di Ghali, che a soli 27 anni ha venduto più di un milione e mezzo di dischi e collaborato con vere pop star del panorama nazionale e internazionale.
Felpe dalla vestibilità XXL e polo da rugby con una moon patch in panno si mixa con un lettering color pop che urla per esteso il nome dell’artista, mentre sul bomber l’iniziale di Ghali trova posto sullo storico logo Benetton, presente anche sulle hijab colorate in nylon per le ragazze, in una fresca contaminazione che riesce a raggiungere il linguaggio delle nuove generazioni. Tutti i look hanno un’intera collezione di accessori e cappellini da baseball ricamati.

Una scelta importante” – commenta l’AD di Benetton Massimo Renon – che segue il precedente progetto della playlist di Spotify United Sounds of Benetton: quasi 8 ore di musica che si presenta come un viaggio tra luoghi e generazioni diverse, selezionata dal cantante col suo indiscusso spirito di ricerca.
 “Siamo orgogliosi che la capsule possa finalmente essere a disposizione della gente” conclude Renon.

La capsule è stata presentata il 21 settembre nel corso di un evento che ha rimesso in connessione i players della moda presenti alla Milano fashion Week, sarà disponibile online e in selezionati negozi United Colors of Benetton a partire dal 30 settembre.
Inoltre, nel mese di ottobre ottobre, Benetton porterà la Ghali experience e la capsule collection nelle province italiane, con un tour in camper che farà tappa a Milano, Verona, Livorno, Arezzo, Napoli, Bari, Lecce e Roma. In attesa della seconda drop della collezione è prevista per novembre.

Due navicelle luccicanti, due iconici Airstream che faranno sosta nelle periferie delle città, luoghi particolarmente cari a Ghali, cresciuto a Baggio, quartiere dell’hinterland milanese da cui partirà il tour. Tre le emozionanti esperienze che coinvolgeranno il pubblico all’interno dei trailer personalizati dai loghi dell’universo Benetton: l’incontro con Ghali, la visione dell’intera collezione creata dall’artista e la possibilità di vedere un vero studio di registrazione in cui il rapper e il suo team continueranno a lavorare al loro ultimo progetto musicale.

I fan che avranno acquistato un capo della collezione e lo indosseranno durante una delle tappe del tour potranno essere tra i primi a incontrare l’artista. È lo stesso Ghali a sottolineare sul suo profilo Instagram: “United Colors of Ghali è per tutte le età. Dai neonati ai fratelli maggiori, fino ai genitori, trasversale come la musica che produciamo”.
Non perdetevi la tappa di Milano – Baggio, Piazza Anita Garibaldi – il 1 ottobre dalle 14 alle 19.

Uncensored//Bodies#1: Tommaso Cataldi by Davide Musto

Una nuova rubrica che esplora pensieri e visioni sulla sensualità e sull’eros, ma con un twist sempre artistico. Modelli, artisti, creativi, performer e new faces mostrano il lato più sexy e misterioso tramite la finestra di UNCENSORED //BODIES.

Il fashion model Tommaso Cataldi è protagonista del primo editoriale UNCENSORED //BODIES scattato da Davide Musto all’interno del Parco dell‘anima presso lo Zahir Country House, un museo en plein air dove artisti, creativi e innovatori sono chiamati a far riflettere i visitatori con le loro opere e installazioni. Un luogo magico che stimola la ricerca di un nuovo equilibrio tra l’Uomo e la Natura. 

Ph: Davide Musto @davide_musto

Model: Tommaso Cataldi @tommasocataldi

Art Direction: Federico Poletti @federicopoletti

Hair stylist: Michael Florio @michael_florio_

Special thanks: Parco dell’Anima – Zahir Country House

Clarence Management Daman

Emporio Armani, i quarant’anni dell’aquilotto che parla alle nuove generazioni

Emporio Armani compie quarant’anni: un traguardo raggiunto osservando una generazione in continuo cambiamento. L’aquilotto sfila in Armani Teatro con un power dressing che promette una primavera/estate 2022 al passo con una leggerezza che continua a essere simbolo di uno stile di vita piuttosto che una tendenza. Un esercizio che nell’immediatezza espone, in vetrina, una cura nei dettagli maniacale; un potente messaggio che pone una questione primaria: nelle collezioni del Re della moda italiana, il buon gusto non va mai in vacanza. Secondo Oscar Wilde, che per anni diresse la rivista di moda femminile The Woman’s World, “O si è un’opera d’arte o la si indossa”, un mantra per l’algido stilista piacentino che ha fatto del rigore estetico, la sua firma.

Lo show, che si apre con una serie di highlight della collezione, presenta una co-ed ben equilibrata. Donna e uomo sfilano insieme proponendo una spring/summer 2022 all’insegna di capi iconici come la giacca destrutturata, i pantaloni con pinces e ancora casacche e parka dal taglio esotico. Nonostante le differenze tra il guardaroba maschile e quello femminile, il costante dialogo tra due universi differenti si fa sempre più serrato. Nel deserto immaginario di Emporio Armani, le contaminazioni esotiche compiono un lungo percorso nella contemporaneità.

“I primi 40 anni di Emporio Armani” vengono celebrati da un prodotto editoriale – niente di più prezioso – un numero speciale di Emporio Armani Magazine, diretto come i precedenti numeri da Rosanna Armani. Accompagnato da un doppio CD contenente brani musicali dalle sonorità
lounge e clubbing selezionati con la collaborazione di DJ Ravin
. La relativa versione in vinile, con nove tracce e prodotta in edizione limitata, riporta sulla superficie l’immagine della copertina del magazine ed è in vendita da settembre nei punti vendita Emporio Armani delle principali città d’Europa e a seguire nel resto del mondo.

Gorgeous George – così fu definito sulle pagine della rivista americana Time – ebbe il merito di introdurre elementi maschili, nel guardaroba femminile. Negli anni Ottanta, dopo aver detto addio agli studi in medicina e in seguito una lunga gavetta come vetrinista a La Rinascente iniziata negli anni Sessanta, a quarant’anni debutta nel prêt-à-porter con il suo eponimo marchio. Armani è simbolo di una rivoluzione estetica che libera l’uomo dalla corazza del completo borghese e, in un certo senso, capta l’idea geniale del collega francese Yves Saint Laurent, ridisegnando l’archetipo femminile. E se per Yves, sono Betty Catroux e Ines de la Fressage, le sue muse, il re del Made in Italy si ispira alle borghesi e alle imprenditrici milanesi.

Le sue doti, indiscutibili, furono notate da Nino Cerruti nel ’65, che lo assume come stilista per la sua ditta di confezioni, Hitman. Perfezionista qual era, inizia a lavorare sui potenziali del tessuto riuscendo a realizzare modelli che permettessero di rispiarmare tessuto. Riduce ilo quantitativo di bottoni sulla giacca e destruttura il suo interno. Ideologicamente, l’evoluzione della giacca si propone nel blazer di velluto nero, nel caban andino e nella giacca a spalla tonda. Sette anni dopo, e grazie all’incontro di Sergio Galeotti (un aspirante architetto viareggino e compratore di modelli), Armani apre il suo ufficio di consulenza in Corso Venezia, a Milano. Ci vorranno due anni, nel ’73, prima che lo stilista piacentino possa cedere alle lusinghe di Galeotti. Quest’ultimo organizza la struttura societaria, Armani produrrà solo idea: con l’accordo con Gft, il ready-to wear entra nella fabbrica sotto la cura dello stilista.

Nell’81, Giorgio lancia la linea Emporio Armani. L’aquilotto spicca il volo quattro decenni fa, quando Giorgio Armani intuisce che i giovanni dell’epoca nutrono la necessità di crearsi un’immagine solida, attraverto un abbigliamento curato e lontano dall’estetica hipphy che aveva predominato l’ultimo ventennio del Novecento. Si va, dunque, a delinearsi il profilo del boomers e dello yuppy (young urban professional) che indossa la giacca e la cravatta con disinvoltura. Promotore del power-look è Armani, sostenuto dai colleghi Hugo Boss e Ralph Lauren. Lo stile dello stilista italiano, un mix tra Miami Vice e American Gigolò, conquista le strade e il pragmatismo dei ricchi che indossavano le sue creazioni affermando, di fatto, il potere del denaro e contribuendo a far crescere la fama di The King in tutto il mondo. Da lì a poco, avrebbe affermato: Quello che propongo in passerella è esattamente il prodotto che i miei clienti trovano nei negozi. La moda è sostanza, non serve esagerare. Ho sempre rifiutato l’omologazione alle cosiddette tendenze e sono rimasto me stesso, anche se ogni stagione procedo per piccoli aggiornamenti di stile.

 Le donne non hanno più bisogno di armature per vincere le loro battaglie nelle stanze dei bottoni e per questo ho alleggerito la giacca per conferirle una nuova dolcezza”. Armonia ed equilibrio che trasferirà dalla prima collezione alla giovane Emporio Armani, che con un’astuta azione di marketing riesce a conquistare un target ben lontano dal suo principale mercato, i vent’enni. Nello stesso anno, dopo le critiche ricevute per la collezione ispirata da antichi costumi giapponesi visti nel film Kurosawa, Armani decide di non sfilare per una stagione. Una ribellione che gli permetterà di posare sulla copertina del Time. Una mossa intelligente e ben pensata poiché il fatturato, nell’82, triplica.

Nell’83, il pret a porter Giorgio Armani sarà ribattezzato Borgonuovo 21, la strada nel quale è ubicato il palazzo acquistato dagli eredi di Franco Marinotti. Alla morte di Galeotti, avvenuta nell’85, Armani rimane solo ma ricostruisce l’immagine della sua donna intruducendo, un anno più tardi, gli abiti da sera. Inizia a collezionare diversi riconoscimenti come i tre premi Occhio d’Oro, per la migliore collezione della stagione.

Gli anni Novanta incedono nel nome del blazer che, man mano, diventa sempre più slim. Si riduce la silhouette e si avvia un processo di contaminazione come nel ’94, quando Giorgio mixa tessuti pregiati allo stile casual. La sua palette, generalmente dati toni freddi, diventra vibrante ispirandosi alla tavolozza colori di Matisse. Nel ’97, il sophisticated grege, conosciuto come Greige, diventa la tonalità eletta del designer: il grigio si mischia al beige per un risultato, appunto, sofisticato.

Negli anni 2000, l’autorevolezza del designer piacentino non conosce mutazioni. L’immagine del suo marchio, glamour e forte, continua a conquistare i mercati americani e asiatici. La donna Armani entra nel terzo millennio con garbo, forza e fascino e si addolcisce con elementi iper femminili con il tulle che diventa eletto per l’ispirazione autunno/inverno 2001-02 che disegna un defilé per un “balletto che è l’apoteosi dell’eleganza”.

Negli anni, Giorgio Armani ha prodotto diverse collezioni: Armani Privé, Giorgio Armani, Emporio Armani, Armani Collezioni, AJ, Armani Jeans, A/X Armani Exchange, Armani Junior, Armani Teen, Armani Baby e Armani Casa, con un aggiornamento odierno alle 3 linee vincenti Emporio Armani, Giorgio Armani e AX Armani Exchange.
Visonario com’è, The King crede fortemente nell’influenza che l’arte ha nella moda. Condizionato da tale pensiero, nell’aprile 2015, in via Bergognone a Milano, inaugura il suo Armani/Silos: uno spazio espositivo dove alle esposizioni, si alternano gli show delle sue sfilate. All’interno del suo museo, il 26 settembre 2020, lo stilista fa entrare le telecamere della TV per registare il docu-film che sarà trasmesso su LA7. Il documentario racconta la storia dello stilista con la voce narrante delle persone che gli sono stati accanto lungo la sua fortunata carriera: da Pierfrancesco Favino, a Cate Blanchette e Juliette Binoche, sue muse non solo per l’Alta Moda ma anche per la linea beauty del marchio.  

Ed è proprio nell’headquarter dello stilista, in via Bergognone, che sarà possibile, fino al 6 febbraio 2022, vedere la mostra THE WAY WE ARE, curata personalmente da Giorgio Armani, che ripercorre senza nostalgie, quattro decenni di un brand all’avanguardia e trasversale.
Un vero e proprio manifesto da vivere e da percorrere. Un manifesto senza tempo, che scavalca e unisce le decadi. Accade ora, e prende vita attraverso l’esperienza sempre unica di chi visita la mostra.
Ho immaginato Emporio Armani come una linea con cui sperimentare, catturando le nuove tendenze e proponendo una moda democratica – ha dichiarato il designer – un contenitore nel quale ciascuno può trovare qualcosa e farlo proprio, interpretandolo in modo personale. Oggi rappresenta la declinazione trasversale e dinamica del mio concetto di stile e non ha perso lo spirito iniziale di individualità e aggregazione, di ricerca e libertà come quei “valori ai quali ho voluto dare risalto con questa mostra, perché da sempre Emporio è un marchio fortemente ancorato alla contemporaneità, che riflette l’energia e la vitalità delle metropoli, cogliendone il ritmo e proponendo un’esperienza fatta di abiti, accessori e idee”.

Golosa curiositàIl 40° anniversario dal debutto sul mercato di Emporio Armani è stato celebrato anche da Gusto 17 con un’iconica Limited Edition di Stecchi Gelato: un concept di gelati artigianali gourmet, realizzati con ingredienti naturali. Pragonista assoluto della limited edition è il Greige, un colore di sfondo, discreto e sofisticato, che Giorgio ha ottenuto dalla combinazione tra il grigio e il beige. La linea di stecchi artigianali è caratterizzata da un ripieno di gelato al Pistacchio salato di Sicilia ricoperto da una cover di pregiato cioccolato bianco lavorato con polvere di carbone vegetale derivato dal cocco: il risultato è un’elegante copertura bi-color realizzata artigianalmente e solo con ingredienti naturali, disponibile in tre diversi accoppiamenti di nuances greige. Puro, delicato, armoniosamente avvolgente, la cover al cioccolato punta sulle note di miele e di vaniglia e annunciano il sapore vellutato del latte fresco e del pistacchio leggermente salato che seduce occhi e palato.

Il punto sul menswear visto alla Milano Fashion Week S/S 2022

La fashion week dell’agognato ritorno alla (quasi) normalità, con show e presentazioni perlopiù in presenza e l’abituale messe di serate ed eventi satellite, è terminata lunedì 27; si possono dunque passare in rassegna gli outfit pour homme che hanno fatto da corollario al womenswear di Milano Moda Donna, ché sempre più marchi optano per la formula co-ed, con l’intento di enfatizzare la comune vis creativa che informa le linee femminili come pure quelle maschili. Vediamo, quindi, di analizzare le proposte uomo per la stagione Primavera/Estate 2022 alla luce di tre keywords.

Sensualità

Buona parte di designer e brand sembra aver trovato nella sensualità, fiera e disinibita, la nemesi stilistica dei periodi più cupi della pandemia, quando il contatto fisico era – sostanzialmente lo è tuttora – limitato al massimo, negletto in quanto possibile fonte di contagio. Il tema, com’è ovvio, si sostanzia seguendo le modalità più disparate: l’interpretazione data da Roberto Cavalli è ferina, letteralmente, poiché il glam tutto eccessi, brillii e animalier della maison fiorentina allo zenit della popolarità, negli anni Zero, diventa la pietra di paragone per la direzione creativa di Fausto Puglisi (cominciata nel 2020), che intervalla le uscite femminili con mise maschili tracimanti sfacciataggine e compiaciuta sexyness, tra striature tigrate, metallerie a forma di zanna o artiglio, biker jacket tempestate di borchie, sandali aggressivi e slip sgambatissimi, in bella vista sotto la vestaglia con stampa safari.
L’eros di N°21, al contrario, scaturisce da ponderazione e accortezze couture, trasferite su pantaloni sbottonati sui fianchi, completi costruiti su strati di tulle evanescente, pull a punti larghi che lasciano intravedere la pelle, tutti impreziositi da stole di marabù, cristalli, frange di pellicola sulle slippers tricottate. Tra questi due estremi – per così dire – dello spettro c’è spazio per diverse altre declinazioni, dalla misurata languidezza di Emporio Armani (riscontrabile nelle giacche, blouson e capispalla vari indossati a pelle, al solito decostruiti, carezzevoli sulla figura, negli harness che si fanno sofisticate cinghie da incrociare sul torso, nelle cerniere dei pantaloni lasciate aperte sulle ginocchia) all’underwear che, in passerella da Versace, occhieggia malizioso sotto spolverini, blazer smanicati e gilet, dai capi fascianti di ATXV (brand del giovane Antonio Tarantini, debuttante alla settimana della moda milanese) che, tra panneggi attorcigliati sul busto, lacci e fenditure scoprono ad arte il corpo, al pizzo chantilly con cui CHB di Christian Boaro cuce canotte, diafane camicette e top microscopici, romantici e voluttuosi in egual misura.



Roberto Cavalli, N°21, Emporio Armani, Versace, ATXV, CHB

Rilassatezza

Sarà che mesi di restrizioni e chiusure a intermittenza hanno definitivamente fiaccato le velleità formali dei consumatori, compresi i più attenti al dress code, o forse il famigerato smart working ha favorito un laissez-faire stilistico generalizzato, di sicuro l’abbandono di qualsivoglia rigidità (nei volumi, tagli, materiali, abbinamenti…) è un dogma a cui il menswear non sa più derogare. Lo confermano gli outfit visti a MMD: si è già detto della levità dei look di Emporio Armani, si può tornare pure su quelli di Versace, contraddistinti da linee fluidificate specialmente dalla vita in giù, con pantaloni svasatissimi, bermuda e jeans baggy completati da canotte infilate sotto la giacca, maglie sblusate, calzature che più “off” non si può (sabot aperti sulla punta, slides di gomma, ginniche dalle dimensioni generose).
Boss, invece, bissando la collaborazione con Russell Athletic, mette in scena nel campo da baseball del Kennedy Sport Center un défilé giocoso incardinato su mise casual di immediata lettura, tra bomber collegiali tappezzati di patch, cardigan con iniziali ricamate, sweatpants e felpe alla Ivy League sempre e comunque, perfino in abbinata a cappotti rigorosi, loden, soprabiti quadrettati e suit doppiopetto dalle proporzioni esatte. E ancora, è vestita di tuniche sfilacciate, pullover XXXL, maxi dress ridotti a brandelli e capispalla ingigantiti l’armata di beautiful freak protagonista della sfilata-happening organizzata da Marni. Forme dilatate e fit ampi, se non oversize, anche da Salvatore Ferragamo, Sunnei, GCDS, Aspesi e Pierre-Louis Mascia.



Emporio Armani, Versace, Boss, Marni, Salvatore Ferragamo, Sunnei, GCDS, Aspesi, Pierre-Louis Mascia

Edonismo

Come spesso accade, la pur graduale uscita da frangenti storici particolarmente complessi e tormentati si accompagna, sulle passerelle, a un’impennata di fervore e gaudente edonismo. Non sfuggono alla regola gli show avvicendatisi nei giorni scorsi, a partire dalla trovata ad effetto rivelatasi il clou della fashion week, cioè “Fendace”, la collaborazione tra Fendi e Versace presentata, a sorpresa, nel quartier generale della Medusa in via Gesù con una sfilata all star, zeppa di supermodelle e celebrities (da Dua Lipa a Naomi Campbell passando per Kate Moss, Emily Ratajkowski, Elizabeth Hurley e Demi Moore), in cui le doppie F si confondono con greche, fregi barocchi e altri stilemi che alimentano fin dal principio l’universo creativo versaciano. Un discorso simile vale per la collezione disegnata in solitaria da Donatella Versace per la griffe eponima, dove dettano legge ensemble brulicanti di motivi grafici in technicolor (tra cui il new entry Acid Bouquet), foulard annodati sul capo o intorno alla vita, bluse in seta stampate all-over, completi dalle tonalità acide.
Dean e Dan Caten di Dsquared2, da parte loro, addolciscono il mood di stagione tra il grunge e il militaresco (suggerito dalla ricorrenza di anfibi, cargo pants, colori terrosi, patchwork e tessuti squarciati) innestandovi pattern floreali più o meno estesi, lustrini spalmati su jeans destroyed o giubbetti, coroncine di metallo, addirittura ali di tela poggiate sulle spalle dei modelli.
Difficile restare indifferenti, poi, all’esplosione di cromie e rimandi pop del designer Alessandro Enriquez, che si scatena con ripetizioni ritmiche di frutti, cuoricini, francobolli delle mete estive più famose e disegni assortiti (compresi i ritratti funny del bambolotto fidanzato di Barbie, Ken), oppure alle creazioni dai colori acrilici di Redemption o, infine, al mix and match sfrenato di Giuliano Calza per GCDS, che passa senza un plissé dalle frange di perline ai maglioni crochet, dal total pink ai manga riprodotti sulla camicia hawaiana.


GCDS

“Fendace”, Versace, Dsquared2, Alessandro Enriquez, Redemption, GCDS

Immagine in apertura credits: Ivan Marianelli for The New York Times

DoppiaA svela il nuovo headquarter a Brescia

Lo studio di architettura Roberto Bertoli Architetto ha firmato la realizzazione dei nuovi uffici e dello showroom del marchio Made In Italy conosciuto in tutto il mondo, fondato da Alain Fracassi e Albert Carreras 

Due realtà bresciane collaborano insieme, per un nuovo capitolo creativo conosciuto a livello internazionale. Roberto Bertoli Architetto, lo studio bresciano fondato dall’Architetto Roberto Bertoli, ha progettato il nuovo headquarter del marchio di menswear DoppiaA, anch’esso bresciano, situato in via Giacomo Ceruti 20 a Brescia.



Il progetto è un elogio alla creatività evoluta, che fa dialogare passato, presente e futuro, strizzando l’occhio al mondo del design e dello stile elegante. 
Il nuovo headquarter nasce dove, ai primi del Novecento, sorgeva una conceria di pellami per scarpe, poi un magazzino e infine un colorificio.

Oggi, dopo più di cento anni, l’edificio torna a essere punto di riferimento per il mondo della moda. 



L’intero building, di circa 1000 metri quadrati, composto da magazzino, showroom, atelier, uffici, cucina, soggiorno e spazi conviviali, è stato ripensato e ricostruito grazie al progetto firmato Roberto Bertoli Architetto. 
Lo stile minimal si fonde con i caratteri storici dell’architettura di inizio secolo, impreziosita da vetrate uniche e da lastre in pietra che abbelliscono le scale e che raccontano la storia centenaria del luogo. 
All’interno dell’edificio è presente anche un montacarichi storico restaurato e verniciato di nero, che si contrappone ai tavoli da lavoro e ai pannelli in tessuto DoppiaA appesi alle pareti, entrambi realizzati su disegno. 


Laureato al Politecnico di Milano, presso la Facoltà di Architettura Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni, l’Architetto Roberto Bertoli progetta edifici abitativi, museali e corporate in Italia e all’estero. Nelle sue creazioni, minimalismo, volumi e richiami all’hard edge sono protagonisti indiscussi della sua architettura.

L’oroscopo settimanale di Massimo Giannone

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.

Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.
Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

“Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.
Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone.
@massi_e_l_astrologia

Artwork a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_


Oroscopo settimanale per il segno dell’Ariete

ARIETE

Il sentiero è: NUOTATE NEL MARE DELLE EMOZIONI

LOVE – L’amore non è una passione. L’amore non è un’emozione. L’amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l’altro ti completa. Qualcuno ti rende un cerchio perfetto; la presenza dell’altro rinforza la tua presenza”, OSHO, mistico indiano. Non fatevi vincere dalle vostre necessità, ricordatevi sempre che si è in due in una relazione, siate gentili verso chi amate ed il rapporto rifiorirà.

WORK – “Reprimere le proprie emozioni è come avere una bomba a orologeria nel corpo” Emanuela Breda, scrittrice. Quando qualcosa non va nel vostro lavoro, cercate di manifestare di volta in volta, eviterete così un accumulo di tensione inutile.

Forma fisica: FATE GINNASTICA DOLCE


Le previsioni zodiacali della settimana per il segno del Toro

TORO

Il sentiero è: SERENITA’

LOVE – “Accontentatevi della felicità, aspirate alla serenità”, Aldo Busi, scrittore. Cercate di apprezzare ciò che possedete, chi vi sta accanto vi ama tanto e farà di tutto per rendervi felici.

WORK – “La persona serena procura serenità sé e agli altri”, Epicuro, filosofo greco. Cercate di cambiare atteggiamento nel vostro ambito professionale, la tensione alimenta i diverbi, adottate un atteggiamento sereno.

Forma fisica: DISCRETA


Gemelli: le previsioni astrologiche della settimana

GEMELLI

Il sentiero è: AUTONOMIA

LOVE – “Accompagnati con le persone più nobili che puoi trovare. Leggi libri migliori. Vivi con i potenti. Ma impara ad essere felice da solo. Affidati alle tue proprie energie, e non aspettare né dipendere dalle altre persone”, Thomas Davidson, filosofo statunitense. Fare una vita sana, dedicandosi alle piccole cose quotidiane con leggerezza e passione, vi farà vivere una bellissima fase in amore.

WORK – “La più grande ricchezza e nel bastare a sé stessi”, Epicuro, filosofo greco. Avere il giusto focus, apprezzare il lavoro svolto è una grande ricchezza per l’animo.

Forma fisica: FATE UNA ALIMENTAZIONE CORRETTA


Oroscopo settimanale per il segno del Cancro

CANCRO

Il sentiero è: DISTACCO CONSAPEVOLE

LOVE – “Non legare il tuo cuore a nessuna dimora, perché soffrirai quando te ne strapperanno via”, Rumi, teologo musulmano. Godete di quello che avete conquistato nella vostra relazione ma, ricordatevi che nulla è eterno, godete degli attimi.

WORK – “Distacco non significa che tu non devi possedere nulla. Significa che nulla dovrebbe possedere te”, Ali Ibn Abi Talib, cugino di Maometto. Fate il vostro lavoro con dedizione ma anche con un certo distacco, non fatevi possedere dal bisogno.

Forma fisica: OTTIMA


Le previsioni zodiacali della settimana per il segno del Leone

LEONE

Il sentiero è: MEDITARE

LOVE – “L’amore è l’arte di stare con gli altri, la meditazione e l’arte di essere in relazione con se stessi, lascia che l’amore e la meditazione siano le tue due ali”, Osho, mistico indiano. Trovare il tempo di meditare sulla vostra relazione, accrescerà la vostra consapevolezza e vi darà modo di comprendere ciò di cui necessita il vostro partner.

WORK – “Con la pratica della meditazione scoprirete che avete un paradiso portatile nel vostro cuore”, Paranansa Yogananda, mistico indiano. Anche nel lavoro, risulta essere sano un percorso di meditazione, vi farà cogliere ogni cosa nel modo più consono.

Forma fisica: FASTIDI MUSCOLARI


Vergine: le previsioni astrologiche della settimana

VERGINE

Il sentiero è: LAVORATE SULLE VOSTRE INSODDISFAZIONI

LOVE – “Chi non è soddisfatto da ciò che hanno sarebbe soddisfatto neppure se avesse ciò che desidera”, Socrate, filosofo greco. È necessaria una profonda analisi di ciò che veramente vi farebbe felice, l’insoddisfazione risulta essere deterrente al vostro rapporto.

WORK – “E’ più facile colmare un pozzo senza fondo che soddisfare l’umana ambizione”, proverbio cinese. L’ambizione quando è eccessiva, non sazierà mai i vostri bisogni, meglio il percorso dell’umiltà.

Forma fisica: DETOX


Oroscopo settimanale per il segno della Bilancia

BILANCIA

Il sentiero è: CONCEDERSI

LOVE – “Mentre lui gli insegnava a fare l’amore lei gli insegnava ad amare”, Fabrizio de Andrè, cantautore. Il vero amore è un sentimento profondo che non chiede, dona.

WORK – “Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”, Aristotele, filosofo greco. Il tempo è uno dei beni più preziosi che possediamo, dedicate più tempo a voi stessi.

Forma fisica: BUONA


Le previsioni zodiacali della settimana per il segno dello Scorpione

SCORPIONE

Il sentiero è: OSSERVARE

LOVE – “La gioia nell’osservare e nel comprendere è il dono più bello della natura”, Albert Einstein, fisico. Osservare la bellezza che è intorno a noi renderà ancor più bella e sentita la vostra relazione.

WORK – “Il guardare una cosa è ben diverso dal vedere. Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza”, Oscar Wilde, drammaturgo irlandese. Apprezzare la bellezza del vostro lavoro, fatto con dedizione e passione vi stimolerà al meglio. Grande creatività in questa fase.

Forma fisica: OTTIMA


Sagittario: oroscopo della settimana

SAGITTARIO

Il sentiero è: PRECISIONE

LOVE – “Le persone hanno l’incredibile capacità di riuscire a scegliere con precisione quelle cose che per sé stesse sono le peggiori”, J. K Rowling, scrittrice britannica. Siamo spesso portati all’auto punizione, il non fidarsi conduce a malesseri inutili.

WORK – “Se volete avere successo nel mondo, unite precisione e intuizione”, Beppe Severgnini, giornalista. Ascoltate il vostro primo istinto e, siate precisi ed affidabili.

Forma fisica: DISCRETA


Oroscopo settimanale per il segno del Capricorno

CAPRICORNO

Il sentiero è: TATTO

LOVE – “Il tatto consiste nel sapere quando devi andare oltre per andare troppo oltre”, Jean Cocteau, poeta francese. Fate tutto con tatto e sensibilità, raggiungerete vette impensate nella vostra relazione.

WORK – “A me piace che la gente sappia gustare non solo con la bocca e non subito: prima ci sono gli odori, prima che l’aspetto di un piatto. A volte serve anche il tatto: mica per niente, mangiare con le mani da soddisfazione”, Carlo Cracco, chef. Gustare delle cose che avete realizzato vi stimolerà al meglio e vi farà percorrere nuovi sentieri vincenti.

Forma fisica: FATE YOGA


L'oroscopo della settimana per il segno dell’Acquario

ACQUARIO

Il sentiero è: APPREZZARE

LOVE – “Perché attendere che l’istante sia ricordato per apprezzarlo”, Angélique Planchette, scrittrice. Piuttosto che rivolgere la vostra mente ai ricordi che in qualche modo possono irritarvi, apprezzate gli attimi della vostra relazione.

WORK – “Spesso nei rapporti umani siamo apprezzati più per i nostri difetti che le per le nostre buone qualità”, François de la Rochefoucould, scrittore francese. Avere dei limiti, dei difetti, non è un problema, è emanazione di ciò che siamo, amatevi e non giudicatevi.

Forma fisica: MEDITAZIONE


Pesci: oroscopo della settimana

PESCI

Il sentiero è: DONARSI

LOVE – “Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare”, Madre Teresa di Calcutta, santa. Mettete tanto amore nel portare avanti il vostro rapporto affettivo, la comprensione ed il donarsi, renderanno meravigliosa questa vostra fase.

WORK – “Quanto meno abbiamo, più diamo. Sembra assurdo, però questa è la logica dell’amore”, madre Teresa di Calcutta, santa. È strana la vita, il nostro animo, quando ci privano di qualcosa, spontaneamente doniamo.

Forma fisica: OTTIMA

Proteggere il telefono: quale cover scegliere per lo smartphone?

Oggi utilizziamo il nostro smartphone nei contesti più vari: proteggerlo da eventuali cadute è fondamentale per preservarne le funzionalità ed evitare di spendere soldi per la sostituzione di display o scocca posteriore. Ecco alcuni consigli per comprare una cover che non scende a compromessi con il design

Acquistare una cover per il proprio smartphone e, magari una pellicola protettiva per il display, attutisce il colpo in caso di cadute accidentali. A fronte di una spesa minima è quindi possibile limitare i costi esosi per l’assistenza tecnica. C’è però un aspetto da prendere in considerazione: gli smartphone sono sempre più un concentrato di design e linee innovative. La cover dovrebbe dunque proteggere il telefono ma anche esaltarne lo stile. Per fortuna è possibile conciliare le due necessità spendendo poco: ecco tutto quello che c’è da sapere.

Perché acquistare cover in TPU?

Le cover in TPU sono in genere le più diffuse nell’ambito di fasce prezzo medio-alte. Il TPU è un materiale plastico, per l’esattezza un poliuretano termoplastico. Il vantaggio di queste cover è che sono trasparenti, e quindi esaltano i colori e le sfumature degli smartphone, non appesantendone la linea.

A differenza delle cover in plastica, inoltre, non ingialliscono nel tempo e non perdono mai il loro grip antiscivolo. Questa soluzione è da preferire anche per i telefoni ultraleggeri, in quanto il peso ridottissimo della cover sarà praticamente ininfluente. 

Perché scegliere una cover in fibra di carbonio?

L’altro materiale molto utilizzato per le cover è la fibra di carbonio. Si tratta di un materiale leggero, ma soprattutto ultra-resistente. È veramente difficile che uno smartphone protetto da fibra di carbonio possa rompersi. Il design massiccio è parimenti molto elegante, specialmente per smartphone come iPhone in colori neutri. Una novità da poco lanciata sul mercato è l’ibridazione tra fibra di carbonio e TPU, in modo da ottenere una cover assolutamente perfetta.

Cover in silicone: pro e contro

Molto gettonate anche le cover in silicone, infinitamente personalizzabili e abbastanza leggere. Il silicone, infatti, è un materiale molto elastico che permette di attutire le cadute violente. Essendo un materiale lavorabile è spesso venduto stampato o monocromatico. Il silicone, per definizione, è inoltre, anallergico. Tuttavia bisogna stare attenti alla qualità dell’acquisto: non conviene comprare cover in silicone a prezzo stracciato, potrebbero essere molto poco resistenti.

Bumper per i bordi: proteggono dagli urti?

Si utilizzano, anche se abbastanza in disuso, le cover bumper: delle “cornici” che proteggono i bordi dello smartphone da danni e cadute. Il vantaggio dei bumper è la loro quasi “invisibilità”, rendendo facile maneggiare lo smartphone. Offrono anche un’ottima protezione per gli urti laterali. Tuttavia il centro dello schermo e della scocca rimangono sostanzialmente scoperti.

Hilton Molino Stucky: molto più di un cinque stelle

Se cercate un luogo magico dove alloggiare a Venezia, sicuramente il “Molino Stucky” di Hilton è la scelta migliore, e se volete il posto più esclusivo con una vista mozzafiato, non vi resta altra scelta che la Presidential Suite. 


Tutto quello che potete immaginare o chiedere ad un cinque stelle lo avrete senza esitazione.

Quando arriverete e vi troverete di fronte all’imponente struttura di Hilton situata alla Giudecca, capirete che di essere arrivati in un luogo differente da qualsiasi altro della laguna. Infatti, si tratta di un ex mulino sapientemente e raffinatamente ristrutturato.

Anche quando era in funzione, la famiglia lo volle proprio così: speciale, con una torre, che può vantare di essere la seconda più alta dopo quella di San Marco a Venezia.

Il Molino Stucky è tra le 100 eccellenze italiane.

La Presidential Suite si trova al settimo piano dove il confort è di casa, il vero lusso in una dimora elegante dove trascorrere momenti indimenticabili, oltre ai saloni e le camere, troverete anche la zona SPA privata, con Jacuzzi e palestra.

Sempre dalla suite potrete accedere direttamente alla piscina a sfioro collocata all’ottavo piano dove poter godere dello “Skyline Rooftop Bar” sorseggiando i migliori cocktail in città.

E se volete godere di una vista a 360° vi basterà salire la scaletta ed accedere alla torre, impareggiabile ed incantevole e soprattutto riservata unicamente al vostro soggiorno.

Trapianto di capelli: tecniche, risultati, prezzo

Le tecniche di trapianto di capelli si sono evolute molto nel corso degli anni, diventando sempre più specifiche e garantendo risultati a prova di chioma originale. Il più delle volte si tratta di trapianti per persone con alopecia androgenetica inesorabile perché i capelli che cadono vengono sostituiti da capelli sempre più fini. Le altre cause possono essere l’alopecia nelle donne afroamericane che fanno acconciature per trazione o alopecia cicatriziale (per esempio, perdita di capelli dopo radioterapia o dopo ustioni del cuoio capelluto). Qualunque sia la causa il trapianto di capelli uomo costo ha assunto un prezzo calmierato rispetto agli inizi, proprio per l’elevata disponibilità di mezzi a supporto di questo intervento. 

Tecniche: come si esegue un trapianto di capelli?

In tutti i casi, si tratta di capelli prelevati dalla parte posteriore del cuoio capelluto. Vengono eseguite due tecniche di innesto. La scelta della tecnica viene fatta in base alle indicazioni, al tipo di capello, al sesso, all’età ecc. 

La tecnica più conosciuta è la tecnica FUE (estrazione di unità follicolari). Si esegue dopo aver rasato tutto o parte del cuoio capelluto. Si aspira ogni innesto e ciascuno di questi innesti viene trapiantato con un iniettore o con un ago. 

La seconda tecnica di trapianto di cuoio capelluto è FUT (trapianto di unità follicolari) detta anche tecnica strip. Non c’è rasatura dei capelli, si prende un frammento del cuoio capelluto che viene tagliato in microinnesti. Il trapianto degli innesti si fa poi con la stessa tecnica del precedente. E’ una tecnica particolarmente adatta alle donne, perché causa meno cicatrici e garantisce un risultato quanto più vicino alla chioma naturale. 

Queste due tecniche di innesto vengono eseguite in anestesia locale. Sono interventi molto superficiali e molto ben tollerati dai pazienti. 

Qual è il risultato visibile

Occorrono 9 mesi per una ricrescita permanente dei capelli trapiantati sulle zone calve. Il più delle volte i capelli trapiantati cadono all’inizio e ricrescono 3 mesi dopo.

Che cura fare dopo il trapianto? 

Dopo il trapianto, è necessario ottimizzare la vascolarizzazione degli innesti, oltre ai trattamenti effettuati prima e durante il trapianto a tale scopo. I trattamenti sono sotto forma di lozioni e compresse a base di vitamine, antiandrogeni, vasodilatatori che aumentano la circolazione sanguigna negli innesti. 

C’è poi la verifica che gli innesti vengano prelevati correttamente nei mesi successivi all’operazione da parte del chirurgo, e un check-up ogni 1 o 2 anni perché l’alopecia può continuare e attaccare o nuovamente quella zona o altre. 

Quali sono i rischi?

Il rischio di infezione è possibile ma è molto raro perché le persone che hanno subito un trapianto di capelli devono sottoporsi a un trattamento antibiotico dopo la procedura. L’edema sulla fronte può comparire per 2 o 3 giorni, ma si riassorbe da solo.

Possiamo colorare i nostri capelli trapiantati?

Dopo un trapianto di capelli, si può fare lo shampoo il giorno dopo l’operazione. Dopo 3-4 settimane è possibile la colorazione.

Prezzo: quanto costa un trapianto di capelli?

Il prezzo di un trapianto di capelli varia notevolmente. Dipende dal numero di capelli o innesti necessari, dalla tecnica utilizzata, dal materiale utilizzato. Ci vogliono in media tra 2000 ai 5000 euro in Italia.

Per un pugno di follower: un romanzo divertente sulla vita da influencer

Cosa sareste disposti a fare per un pugno di follower al giorno d’oggi? Quali sono i veri retroscena dello “scintillante” mondo dei social? A queste ed altre domande risponde ironicamente Anselmo Prestini con il suo primo romanzo edito da Vallardi Editore, in libreria dal prossimo 30 Settembre.

In Per un pugno di follower c’è molta dell’esperienza vissuta dall’autoreAnselmo infatti nasce a Tione di Trento, un borgo di montagna, a 20 anni si trasferisce a Milano, laureandosi in Comunicazione Strategica e si mantiene durante gli studi proprio grazie alla sua attività di influencer, che oggi è la sua professione. Il suo account Instagram conta 147mila follower.

La storia racconta le avventure di Omar, giovane ventenne che lascia il paesino di montagna dove è cresciuto e arriva a Milano con un sogno: diventare un talento del web nella città più glamour d’Italia. Da follower, il giovane montanaro scorre Instagram e vede le spiagge dorate, i sorrisi abbaglianti, le serate esclusive della vita da influencer. Ma adesso che tocca a lui raccogliere seguaci, grattando la superficie si accorge che non è tutto oro quel che luccica.

Così, tra cene a scrocco e outfit su cui lasciare il cartellino, tra i consigli di due tutor d’eccezione e flirt creati ad arte contro amori veri, il protagonista inizierà a chiedersi quanto è disposto a tradire il suo cuore per conquistare i famigerati 100K.

Se non si vede sui social, vuol dire che non è successo. Ma quello che si vede sui social, è successo davvero? Scopritelo dalla prossima settimana in libreria!

Suggestioni etno-chic per un nuovo codice metropolitano

Photographers: Giovanni Gori and Andrea Aldrovandi for Total Black (www.total.black) INSTAGRAM @giovannigori & @andre.aldrovandi

Stylist: Stefano Guerrini INSTAGRAM @stefano_guerrini

Stylist Assistant: Paolo Sbaraglia INSTAGRAM @paolosbaraglia

Stylist Assistant: Laura Bellini INSTAGRAM @lallaurabellini

Stylist Assistant: Chiara Buccelli INSTAGRAM @chiarabuccelli

Make Up Artist: Kim Gutierrez INSTAGRAM @elijagutierrez represented by Studio Repossi INSTAGRAM @studiorepossi

Hair Stylist: Matteo Bartolini INSTAGRAM @bartolinimatteo; Eleven Australia @elevenaustralia @elevenaustralia_italia

Make Up Artist assistant: Cecilia Olmedi INSTAGRAM @ceciliaolmedi

Model: Lucas Barski INSTAGRAM @lucasbarski

Models Agency: I love models Management INSTAGRAM @ilovemodelsmngt

Model: Bartek Raniewicz INSTAGRAM @769bartek

Models Agency: Independent Management INSTAGRAM @independent_mgmt

Model: Ryu Usuda INSTAGRAM @ryu_model

Models Agency: Brave Model Management INSTAGRAM @bravemodels

Model: Tommy Kristiansen INSTAGRAM @xristiansen

Models Agency: Independent Management INSTAGRAM @independent_mgmt

Photo Editor: Matteo dalle Carbonare INSTAGRAM @matteodalle

Production Manager: Larissa Barton INSTAGRAM @larissbarton

Make-up credits: Mac Cosmetics @maccosmetics @maccosmeticsitalia;


Ecoalf sceglie Clan Upstairs per il lancio della linea premium Ecoalf 1.0

Ecoalf, azienda spagnola leader nella produzione sostenibile, lancia la nuova linea premium Ecoalf 1.0 e per il suo debutto sceglie la vetrina del concept store Clan Upstairs, situato in zona Brera, a Milano.

Una collezione dalla forte personalità, in linea con l’estetica del marchio Made in Spain, fondato nel 2009 da Javier Goyeneche. Un progetto che si traduce in una missione ben precisa: realizzare capi dal mood contemporaneo (e indossabili da più generazioni), sostenendo il processo di salvaguardia del pianeta. È il caso della collezione autunno/inverno 2021-22, realizzata risparmiando 1440 milioni di litri d’acqua. Inoltre, la Fondazione Ecoalf, fondata nel 2015, per celebrare la giornata mondiale degli oceani (con cadenza annuale fissata all’8 giugno dal 1992) ha realizzato un docu-film e una mostra digitale per documentare l’impegno di oltre 3000 pescatori che ogni anno recuperano tonnellate di rifiuti dai fondali marini, attraverso il programma Upcycling the Oceans.

Numeri impressionanti, quelli ottenuti dall’imprenditore Javier Goyeneche che, negli ultimi anni, con la sua azienda ha sviluppato più di 400 tessuti riciclati, riciclando più di 250 milioni di bottiglie plastiche, 80 tonnellate di reti da pesca scartate, pneumatici usati, migliaia di tonnellate di cotone e lana post-industriale, risparmiando oltre 63 milioni di litri di acqua nella collezione di cotone riciclato.

Ecoalf 1.0 è il risultato di oltre dieci anni di ricerca e determinazione, un sogno diventato realtà. Quando nel 2009 ho fondato Ecoalf volevo creare pezzi senza tempo per far sì che diventassero capi base nel guardaroba di ognuno di noi, creati con materiali riciclati e a basso impatto, ma di alta qualità. Ecoalf 1.0 è tutto questo. In Clan Upstairs abbiamo trovato il giusto partner per offrire il nostro lifestyle sostenibile ad una clientela sofisticata e attenta, uno store dove poter esprimere il nostro enorme potenziale”, sostiene Javier Goyeneche, Fondatore e Presidente Ecoalf.

A sostenere l’entusiasmo di Goyeneche, il fondatore di Clan Upstairs che conclude:  “Visionando la linea Ecoalf 1.0 ho subito percepito una forte personalità stilistica e una perfomance nei tessuti. L’ispirazione creativa è coerente con quello che i clienti ricercano: pezzi essenziali, realizzati con cura e che indossati “non fanno male”. Il perfetto pensiero per credere nella partnership”.

Per tutta la durata della Milano Fashion Week, che si concluderà il 27 settembre 2021, all’interno dello store sarà possibile visionare una parte della mostra fotografica organizzata da Ecoalf per il progetto Upcycling The Oceans con otto ritratti in bianco e nero, che vedono protagonisti i pescatori che si sono impegnati nel recuperare i rifiuti dai fondali marini degli oceani e del mar Mediterraneo.

La nuova stagione del OFF OFF THEATRE si tinge di “Rainbow”

È stata presentata la nuova stagione del teatro OFF OFF di Roma in Via Giulia, piccola bomboniera della città eterna che ci regala sempre un calendario ricco di emozioni e soprattutto di grandi novità.

La stagione 2021/2022 è un insieme di quella passata che non si è svolta a causa della pandemia ed altri spettacoli aggiunti per l’anno corrente che vanno a definire un palco dedicato alla donna, ma non solo, infatti tantissimi gli spettacoli che abbracciano la comunità LGBT.


Oltre cinquanta spettacoli di prosa, con trenta prime nazionali e tre romane, seguiti da Eventi speciali, nel segno della cultura, delle storie degli uomini e delle donne più importanti del nostro tempo, interpretati da grandi nomi del teatro italiano, come Roberto HerlitzkaMilena VukoticMascia Musy, Galatea Ranzi, Gaia Aprea, Roberto Alpi, Elena Croce, Iaia Forte, Melania Giglio, Pino Ammendola, Emanuele Salce, Gianni De Feo, Francesco Di Leva e personaggi dello spettacolo italiano come Vladimir Luxuria, Pino Strabioli, Alda D’Eusanio, Mita Medici, Santino Fiorillo, Sergio Mancinelli, Roberto Ciufoli, che si alterneranno con moltissimi giovani autori, attori e registi e con, dopo dieci anni, il grande ritorno in teatro di Maurizio Costanzo.



Vi segnalo i miei da non perdere di quest’anno e poi ci aggiorneremo man mano che le date si fanno avanti.

Inaugurazione con il deus ex machina del mondo dello spettacolo, Enrico Lucherini, il più grande press agent italiano del cinema e del teatro, da venerdì 1 a domenica 3 ottobre 2021, con il racconto del patinato panorama dello showbiz, con lo spettacolo “C’era Questo, C’era Quello”,

Da sabato 23 a domenica 31 ottobre debutto di “Discarica”, spettacolo firmato da Silvano Spada in prima nazionale, con in scena Vladimir Luxuria accanto a Roberto Alpi, con Blu Yoshimi, Filippo Contri, Andrea Verticchio e la partecipazione di Elena Croce, protagonisti di una pièce che descrive i cinismi di una competitività esasperata, gli eccessi del consumismo e i disagi delle diversità e delle emarginazioni.



Da martedì 2 a giovedì 4 novembreAlt Academy presenta “Sempre fiori mai un fioraio!”, di e con Pino Strabioli, nel ricordo-omaggio a Paolo Poli, accompagnato dalla fisarmonica di Marcello Fiorini.

Dal 16 al 21 novembre in prima nazionale è di scena “Allegro, non troppo” A Stand Up Comedy Show, di Riccardo Pechini in collaborazione con Mariano Lamberti, con protagonista Lorenzo Balducci diretto da Mariano Lamberti.



Sempre nel mese di novembre saliranno sul palco i protagonisti del Drag Me Up – Queer Art Festival, a cura di Ondadurto Teatro, Karma B e HoliDolores.

L’ultimo spettacolo in scena del 2021, che accompagnerà il pubblico nel nuovo anno, è “Abolite gli armadi, gli amanti non esistono più!”, in programma da martedì 21 dicembre a giovedì 6 gennaio 2022, un grande ritorno al teatro in veste di autore per Maurizio Costanzo, che scrive un testo in scena in prima nazionale, di cui sono protagonisti Pino Strabioli, Veronica Rega, Sveva Tedeschi, Luca Ferrini, Alberto Melone e David Nenci, per la regia di Pino Strabioli.

Le influencer da seguire adesso su Instagram

Specializzarsi nel trend del momento o arrivare per prima, queste le tips per un profilo di successo sui social network.

Instagram propone moltissimi nuovi profili che spesso sono copie di qualcosa di già visto; noi invece abbiamo voluto selezionarne alcuni che hanno davvero qualcosa da raccontarvi.

Laura Grampa ha iniziato la sua comparsa sul web con un blog, per poi traslare i contenuti moda e beauty sulla sua pagina Instagram; tra le prime influencer italiane, Laura collabora con brand quali Dior, Chanel, Yoox, La Mer…

Silvia Stella Osella ha deciso di seguire la sua passione e specializzarsi nella sostenibilità, sua vocazione etica e professionale. Sul suo profilo vi racconta le sue giornate di lavoro e le sue ricerche di stile.
Andiamo a scoprire qualcosa di più sulla loro persona attraverso il mitico e infallibile Questionario di Proust.

LAURA GRAMPA
Total look Ermanno Scervino – shoes Fragiacomo

LAURA GRAMPA

Laura Grampa 2010 apre il suo blog www.barbielaura.com già nel 2010, un luogo dove raccontare la sua passione per la moda, il beauty e i viaggi; contenuti che hanno trovato spazio anche sui suoi canali social attraverso grande consenso di pubblico e testate nazionali.
Oggi è imprenditrice nel mondo digital e beauty, comunica high brands e prodotti luxury.


QUESTIONARIO PROUSTIANO

  1. Il tratto principale del tuo carattere? Solare, riflessiva, un po’ pazza.
  2. Qual è la qualità che apprezzi in un uomo? Lealtà, sincerità, sicurezza.
  3. Qual è la qualità che apprezzi in una donna? Le stesse.
  4. Cosa apprezzi di più dei tuoi amici? Il fatto che possa sempre contare su di loro. Altrimenti che amici sarebbero 🙂
  5. Il tuo peggior difetto? Testardaggine.
  6. Il tuo passatempo preferito? Dormire, adoro dormire più di ogni altra cosa, mi ricarica.
  7. Cosa sogni per la tua felicità? La serenità
  8. Quale sarebbe, per te, la più grande disgrazia? Perdere le persone che amo.
  9. Cosa vorresti essere? Un gatto.
  10. In che paese vorresti vivere? In nessun altro posto che l’Italia. 
  11. Il tuo colore preferito? Nero.
  12. Il tuo fiore preferito? Peonie.
  13. Il tuo uccello preferito? Pettirosso.
  14. I tuoi scrittori preferiti? Oscar Wilde.
  15. I tuoi poeti preferiti? Alda Merini.
  16. Chi sono i tuoi eroi? Non ne ho.
  17. E le tue eroine? Nemmeno.
  18. Il tuo musicista preferito? Chopin.
  19. Il tuo pittore preferito? Monet.
  20. Un eroe nella tua vita reale? Non credo di averlo.
  21. Una tua eroina nella vita reale? Mia mamma.
  22. Il tuo nome preferito? Beatrice.
  23. Cosa detesti? Chi si prende gioco di me.
  24. Un personaggio della storia che odi più di tutti? Tutti quelli che hanno limitato le libertà delle persone.
  25. L’impresa storica che ammiri di più? Oddio non saprei. 
  26. Un dono che vorresti avere? Leggere nel pensiero.
  27. Come vorresti morire? Soffrendo il meno possibile.
  28. Come ti senti attualmente? Molto bene, sto vivendo un momento molto felice.
  29. Di cosa ti senti in colpa? Assolutamente di niente.
  30. Lascia scritto il tuo motto della vita: vivi e lascia vivere.

SILVIA STELLA OSELLA
jeans Kiton

SILVIA STELLA OSELLA

Silvia Stella Osella è una textile, surface designer e trend & color consultant. Dopo aver lavorato in alcune tra le più importanti aziende tessili europee, apre il suo studio a Milano nel 2015. Si occupa di consulenza alle aziende rispetto alle tematiche di sostenibilità e innovazione.


IL QUESTIONARIO PROUSTIANO

  1. Il tratto principale del tuo carattere?  La curiosità
  2. Qual è la qualità che apprezzi in un uomo?  La gentilezza e l’empatia
  3. Qual è la qualità che apprezzi in una donna?  La gentilezza e l’empatia
  4. Cosa apprezzi di più dei tuoi amici?  La loro complessità
  5. Il tuo peggior difetto?  L’irrequietezza, la testardaggine
  6. Il tuo passatempo preferito?  La scoperta in ogni sua forma
  7. Cosa sogni per la tua felicità?  Di mantenerla, così come è ora
  8. Quale sarebbe, per te, la più grande disgrazia?  Perdere chi amo
  9. Cosa vorresti essere?  Libera di scegliere, sempre
  10. In che paese vorresti vivere?  In tutti quelli che meglio rispecchieranno le future fasi della mia vita
  11. Il tuo colore preferito?  Il bianco
  12. Il tuo fiore preferito?  Il fiore della carota selvatica
  13. Il tuo uccello preferito?  La rondine
  14. I tuoi scrittori preferiti?  Calvino, Cortàzar 
  15. I tuoi poeti preferiti?  Elisa Biagini, Nazim Hikmet 
  16. Chi sono i tuoi eroi?  Le persone irrequiete, visionarie, coraggiose ed empatiche
  17. E le tue eroine?  Tutte le donne che lottano per la propria libertà
  18. Il tuo musicista preferito?  Sono troppi. Mentre progetto ho spesso con me Ryūichi Sakamoto
  19. Il tuo pittore preferito?   Henri Matisse
  20. Un eroe nella tua vita reale?  Pietro Bartolo
  21. Una tua eroina nella vita reale?  Margherita Hack
  22. Il tuo nome preferito?  Pietro (il mio bimbo)
  23. Cosa detesti?  La saccenza e la superbia
  24. Un personaggio della storia che odi più di tutti?  Tutti gli uomini dall’ego smisurato
  25. L’impresa storica che ammiri di più?  Le esplorazioni della via della Seta, i primi viaggi nello Spazio
  26. Un dono che vorresti avere?  L’ubiquità!
  27. Come vorresti morire?  Felice
  28. Come ti senti attualmente?  Realizzata
  29. Di cosa ti senti in colpa?  Di non avere abbastanza tempo da dedicare a ciascuna delle persone a cui tengo
  30. Lascia scritto il tuo motto della vita:  Complicare è facile, semplificare è difficile – Bruno Munari



Talent Agency: Mi-Hub
Fotografo: Filippo Thiella
Styling: Miriam De Nicolo’
Thanks to: Fragiacomo, Ermanno Scervino, Kiton

Luca Larenza è partner ufficiale dell’equipaggio della vela d’epoca Marga

Luca Larenza affianca con orgoglio l’equipaggio di Marga in occasione delle Voiles de Saint Tropez, regata must che chiude la stagione velica dove yacht classici e barche ultramoderne, i più belli del mondo, si incontrano per un momento appassionante di sport e spettacolo.

Tre anni di restauro rispettando il progetto iniziale, diciassette metri fuori tutto, fasciame in mogano e un vela maestosa, che ha ispirato il ricamo posizionato sul cuore, simbolo della passione che occorre per far rivivere questi scafi stupendi, della polo a manica lunga carry over nuova uniform del team di Marga.

Al ricamo, che riprende il primo piano velico, si contrappone diametralmente il monogramma del marchio, lanciato in occasione della collezione SS19, le iniziali rappresentate da una corda nautica arrotolata.

Cotone egiziano top di gamma, fresco e secco al tatto. Una grafica sporty chic e un mondo che da sempre influenza il designer del brand con le sue divise, i nodi e i punti tipicamente marinari. Una palette cromatica classica: base blu navy e ricami in oro e bianco, rotta da sorprendenti dettagli a contrasto aragosta, a conferma dell’utilizzo insolito del colore, cifra del brand, frutto di uno studio approfondito di Larenza e che rimanda al suo passato da street artist. 

Sono particolarmente fiero di questa partnership che nasce dall’incontro con l‘armatore Igino Angelini e mi avvicina alla poesia del mondo degli scafi d’antan, delle regate e non solo… Marga è un gioiello di artigianalità, che esalta tutta la magia di un savoir faire di altri tempi. Per la sua epoca era una barca estrema, capace di performance incredibili anche dopo 111 anni dal suo varo. In questo rappresenta la sintesi perfetta della mia idea di moda: un’eleganza timeless unita ad un gusto fortemente contemporaneo, materiali di altissima qualità e uso grafico del colore”, commenta Luca Larenza, founder e Direttore Artistico del marchio.

L’oroscopo settimanale di Massimo Giannone

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.

Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.
Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

“Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.
Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone.
@massi_e_l_astrologia

Artwork a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_


Oroscopo settimanale per il segno dell’Ariete

ARIETE

Il sentiero è: ALLEGRIA

LOVE – “Coloro che portano il sole nella vita degli altri non possono tenerlo lontano da sé stessi”, Sir Jamese Matthew Barrie, scrittore britannico. Oltre che donare agli altri è necessario portare allegrerai al proprio animo per trasferirlo alle persone che amiamo, sorridete, sorridete più che potete, a prescindere da ogni evento.

WORK – “Il buon umore è qualcosa di generoso: da di più di quanto riceve”, Alain, scrittore francese. Quando si trasmettono le giuste emozioni nel campo professionale, l’ambiente si trasforma e si alleggerisce, le tensioni svaniscono e l’universo vi restituisce con generosità

Forma fisica: BUONA


Le previsioni zodiacali della settimana per il segno del Toro

TORO

Il sentiero è: RIPOSO MENTALE

LOVE – “Riposati, un campo che ha riposato da un raccolto abbondante”, Ovidio, poeta romano. Elaborare troppo è deterrente per la vostra relazione, concedevi del riposo mentale, donate cura al vostro corpo, coccolatevi, coltiverete così un giardino dell’anima, e sicuramente i frutti saranno evidenti e succosi.

WORK – “È dolce riposare dopo aver compiuto il proprio dovere”, Padre Pio, Santo. Dopo tanto stress professionale è utile e dono benessere concedersi del riposo. Avete dato il meglio di voi, adesso concedetevi una pausa di relax.

Forma fisica: ECCESSIVA CEREBRALITA’


Gemelli: le previsioni astrologiche della settimana

GEMELLI

Il sentiero è: RINASCITA SPIRITUALE

LOVE – “Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente, essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente”, Paolo Coelho, scrittore. Siete alla fine di un ciclo, quello che era non sarà più, una positiva e profonda trasformazione è in atto nel vostro ambito affettivo. Adottate le virtù e sarete premiati.

WORK – “Osa: esigi che la vita ti faccia dono della tua rinascita”, anonimo. Se desiderate migliorare la vostra situazione lavorativa, è necessario osare ed avere chiaro l’obiettivo da raggiungere.

Forma fisica: STANCHEZZA MENTALE


Oroscopo settimanale per il segno del Cancro

CANCRO

Il sentiero è: RIAPPROPRIRSI DEL TEMPO

LOVE – “All’amore pone fine il tempo, non il cuore”, Publilio Siro, drammaturgo romano. Il vero amore non muore mai, anche se perdiamo qualcosa di caro, in noi, nel nostro cuore rimane un seme che nessuno ci potrà mai togliere, quel magico tempo vissuto insieme.

WORK – “La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro si sveglia”, Karl Gustav Jung, psichiatra. Per trovare ciò che stiamo cercando nel vostro lavoro, dovrete chiedervi cosa veramente vi fa star bene e suscita gioia, parlate col vostro animo, ed interrogativi, sorgeranno meraviglie.

Forma fisica: OTTIMA


Le previsioni zodiacali della settimana per il segno del Leone

LEONE

Il sentiero è: RACCOGLIERE

LOVE – “La gente si accontenta della superficie, di quei segni convenzionali che può scambiarsi senza pericolo, dell’assaggio, e resta assetata per tutta la vita “, Sandor Marai, scrittore ungherese. Per raccogliere i doni che una relazione può donarci non bisogna accontentarsi ma far di tutto, attraverso la gentilezza e la comprensione, per far felice chi amiamo.

WORK – “La civiltà ebbe inizio quando per la prima volta l’uomo scavò la terra e vi gettò un seme”, Khalil Gibran, scrittore. Per realizzare i vostri sogni bisogna mettere un seme nel vostro animo, e non attendere.

Forma fisica: CONCEDETEVI RELAX


Vergine: le previsioni astrologiche della settimana

VERGINE

Il sentiero è: SPERANZA

LOVE – “Se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita”, Oscar Wilde, scrittore. Non bisogna sprecare le occasioni che la vita ci dona, le relazioni che non si concedono il tempo di crescere, creano un vuoto nella propria esistenza.

WORK – “I tre elementi essenziali per la felicità: qualcosa da fare, qualcosa da amare, qualcosa da sperare”, Joseph Addison, politico e scrittore britannico. Per fiore nel proprio lavoro sarà necessario purificare il vostro animo dai cattivi pensieri ed amare i progetti che sognate di realizzare.

Forma fisica: BUONA


Oroscopo settimanale per il segno della Bilancia

BILANCIA

Il sentiero è: OTTIMISMO

LOVE – “L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede il pericolo in ogni opportunità”, Siri Winston Churchill, politico britannico. Dovrete avere una visione ottimistica, per superare le tensioni e le carenze che state vivendo nella vostra relazione.

WORK – “Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno”, Khalil Gibran, scrittore. Apprezzare ciò che si possiede ed avete raggiunto nel vostro lavoro, farà fiorire in voi nuove e fantastiche mete.

Forma fisica: JOGGINS


Le previsioni zodiacali della settimana per il segno dello Scorpione

SCORPIONE

Il sentiero è: ESSERE VIRTUOSI

LOVE – “Chi ha energia sufficiente per sradicare un vizio dovrebbe andare oltre, e cercare di piantare una virtù al suo posto”, Charles Caleb Colton, religioso e scrittore inglese.

WORK – “Noi dovremmo ogni notte chiamare noi stessi a rendere conto: Quale debolezza ho vinto oggi? A quale passione mi sono opposto? A quale tentazione ho resistito? Quale virtù ho acquisito?”, Lucio Anneo Seneca, filosofo romano. Chiedersi cosa si è fatto durante la giornata vi darà modo di migliorarvi e migliorare i rapporti con i colleghi.

Forma fisica: DIETA


Sagittario: oroscopo della settimana

SAGITTARIO

Il sentiero è: PERDONARE

LOVE – “Colui che non riesce a perdonare gli altri, rompe il ponte su cui lui stesso deve passare”, Confucio, filosofo cinese. Il perdono è un percorso necessario per questa vostra fase, perdonatevi e perdonate gli errori di chi amate.

WORK – “Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza”, Papa Francesco. Se qualcuno non si è comportato bene con voi, perdonatelo, una nuova luce positiva sarà con voi e migliorerà il vostro ambiente.

Forma fisica: OTTIMA


Oroscopo settimanale per il segno del Capricorno

CAPRICORNO

Il sentiero è: DARE CHANCE

LOVE – “C’è per tutti noi la possibilità di un grande cambiamento nella vita che equivale più o meno a una seconda possibilità di nascere”, anonimo. Dare una nuova opportunità alla persona amata gli darà la possibilità di guardarsi meglio dentro ed osservare che si può migliorare e cambiare. Anonimo.

WORK – “L’uomo di per sé non è nulla. È solo una possibilità infinita. Ma è il responsabile infinito di questa possibilità”, Albert Camus, scrittore francese. Non siamo che una parte dell’infinito, ma le nostre scelte influiscono e possono cambiare molte cose nel nostro quotidiano.

Forma fisica: STRESS


L'oroscopo della settimana per il segno dell’Acquario

ACQUARIO

Il sentiero è: COMBATTERE

LOVE – “Chi combatte rischia di perdere, ma chi non combatte ha già perso”, Bertolt Brecht, drammaturgo e poeta tedesco. Non perdetevi d’animo se non riuscite a trovare la vostra serenità affettiva, combattete per le cose che desiderate, ed esse si realizzeranno.

WORK – “Ama tutti, fidati di pochi, non fare torto a nessuno”, William Shakespeare, drammaturgo inglese. Siate cauti nella vostra professione e cercate di riporre la fiducia ascoltando il vostro cuore, non vi mentirà.

Forma fisica: DISCRETA


Pesci: oroscopo della settimana

PESCI

Il sentiero è: PRUDENZA

LOVE – “Il valore è figlio della prudenza non della temerarietà”, Pedro Calderon De La Barca, drammaturgo spagnolo. Non valutare i rischi nelle nostre azioni può mettere a dura prova la serenità del vostro rapporto, siate prudenti.

WORK – “La prudenza è una ricca e ripugnante vecchia zitella corteggiata dall’incapacità”, William Blake, poeta e pittore inglese. Non giudicate le incapacità altrui e siate prudenti nel lavoro, eviterete in tal modo ostacoli inutili.

Forma fisica: FATE GITE IN MONTAGNA

Il Sistema di Edoardo Sylos Labini, al Teatro Sala Umberto

Al Teatro Sala Umberto dal 21 al 26 settembre va in scena uno spettacolo rivoluzionario con Edoardo Sylos Labini, dove verranno snocciolati tutti i temi più caldi: potere, politica affari e storia segreta della magistratura italiana.

Tratto dall’omonimo libro di Alessandro Sallusti e Luca Palamara, pubblicato da Rizzoli.

La realtà che supera il romanzo. È Il Sistema, lo spettacolo tratto dall’omonimo libro campione di vendite, di Alessandro Sallusti e Luca Palamara, che Edoardo Sylos Labini porta in scena con il riadattamento di Angelo Crespi.

L’attore, attraverso il racconto dell’ex capo dell’Anm, ripercorre le tappe principali della carriera di Palamara, mettendo in luce il sistema di vasi comunicanti che si è instaurato tra politica e magistratura negli ultimi venti anni e che rischia di compromettere l’equilibrio costituzionale del Paese.

La trama si dipana tra processi, sentenze, nomine e correnti, in un unico atto pieno di colpi di scena e di ritmo incalzante tra testimonianze inedite, video, interviste e intercettazioni. Il racconto di cronaca di una delle firme più autorevoli del giornalismo italiano, restituisce la realtà dei fatti così come si sono verificati, in maniera schietta, sintetica e senza fronzoli, con lo scopo di sollecitare una riflessione nello spettatore.

L’obiettivo non è attaccare l’indipendenza della magistratura, ma far tornare gli italiani a credere nella Giustizia.

Ci sono scene che meriterebbero la macchina da presa di Francis Ford Coppola, che si inscrivono perfettamente inalcuni dei topos, dei grandi temi del teatro di tutti i tempi: il tradimento, la sete di potere, l’astuzia per ottenerlo, leguerre fratricide.

Edoardo Sylos Labini, dopo avere interpretato alcuni dei personaggi più scomodi e discussi della storia, da Nerone aD’Annunzio, da Giuseppe Mazzini a Italo Balbo, torna in scena con uno spettacolo di teatro civile con un’operazioneverità che farà sicuramente discutere.

Le scene e i costumi saranno affidati a Laura Giannisi. Sul palco con Sylos Labini, Simone Guarany e a sorpresa, forse, il convitato di pietra.

Ad ogni fine spettacolo sono previsti dibattiti con personaggi del calibro di: Alessandro Sallusti, Vittorio Sgarbi, Luca Palamara e tanti altri.


MCS omaggia la montagna con una collezione ispirata alle Dolomiti

In autunno anche in montagna vestirsi diventa un gesto che richiede maggiore cura. Le temperature non ci consentono più di scegliere il primo bermuda con l’ennesima t-shirt, ma è necessario trovare un equilibrio fra tutti quei componenti imprescindibili dell’abbigliamento di stagione. Camicia e maglione, pantaloni e calze, giacca e cappello: l’accostamento è sempre più ampio, comprendendo un’ampia selezione di capi e accessori che, oltre a contrastare le basse temperature, devono saper raccontare qualcosa dello stile di chi li indossa.

MCS, forte di una lunga tradizione, ha sempre raccontato nelle sue immagini gli spazi naturali ed umani più affascinanti. Sin dagli anni ’70 celebra un uomo appassionato di viaggi, amante della propria terra e dell’avventura, un amante delle emozioni e delle passioni, un uomo capace di cogliere l’importanza della storia e del suo spirito, in grado di cogliere il fluire vitale della natura e appropriarsene.

Per questo motivo con la collezione FW21 il brand omaggia uno dei luoghi unici del nostro Paese, le Dolomiti, una delle catene montuose più affascinanti del pianeta e Patrimonio dell’Umanità dal 2009.
Questi luoghi vengono raccontati attraverso le immagini della collezione, restituendoci le loro atmosfere, il sapore dei secoli e l’aria libera che solo la grande montagna può donare. L’Uomo MCS nelle immagini della nuova campagna rispecchia la tradizione del brand, sia nei capi più invernali come i capospalla check e i parka, sia nella maglieria, con lo stesso spirito heritage e avventuriero che da sempre lo contraddistingue.

YATAY, le scarpe 100% vegane presenta le Irori Rhino

Etica e sostenibilità sono le parole chiave per il marchio di sneaker YATAY: il brand di sneaker fondato da Umberto De Marco nel 2018, 100% Made in Italy e rispettoso dell’ambiente. Un progetto etico non solo sulla carta: l’etichetta, infatti, s’impegna a tutelare il rinoceronte dal rischio estinzione e, per farlo, si affida all’associazione Care for Wilde che con i suoi 28 mila ettari di superficie, nella  riserva naturale di Barberton a Mpumalanga, in Sudafrica, tutela i pochi esemplari rimasti in vita. Se ne contano, infatti, solo 3200 in tutto il mondo, tutelati in micro aree asiatiche e africane. Del rinoceronte di Giava, ad esempio, ne rimangono solo 60 esemplari e rischiano l’estinzione; stessa sorte per la specie indiana e di sumatra.

La capsule collection, si chiama Irori Rhino, e non a caso presenta un pattern che ricorda la pelle di rinoceronte. Per ogni paia acquistate, YATAY e la NGO Car for Wilde si impegna a sostenere il primo mese di adozione del rinoceronte con l’auspicio che l’impegno dell’acquirente possa proseguire nei mesi successivi assicurando, così, massima protezione dell’esemplare.

L’impegno di YATAY continua all’insegna della sostenibilità, attraverso l’utilizzo di materiali bio, con la premessa di far del bene alla salute del pianeta, sempre più minacciata dalla pressante produzione che vede, sul banco degli imputati, il fast fashion. Solo l’1% dei capi dismessi, infatti, sono realmente riciclati. Un numero esiguo nonostante le campagne di sensibilizzazione ampiamente registrate negli ultimi anni che si scontrano contro una produzione massccia che vede, ai vertice di questa assurda piramide, la moda low cost. Sotto accusa, ancora una volta, i marchi della moda low cost e le catene d’abbigliamento attinenti che coadiuvano ad un’abitudine d’acquisto malata, dei frutori della moda a basso prezzo. Entro il 2050 la moda dovrà rispettare gli impegni presi con il Fashion Pact, firmato a Parigi e che vede firmatari oltre 200 brands tra cui le italiane Gruppo Prada, Calzedonia e Salvatore Ferragamo (solo per citarne alcuni).

La collezione autunno/inverno 2021-22 di YATAY presenta inattese combinazioni di materiali bio-based e riciclati, provenienti da fonti qualificate con tecnologie all’avanguardia, e nuove texture, dettagli, finiture e colori. Un piccolo passo per una moda realmente eco-friendly. La Irori Rhino, il modello di scarpe da ginnastica ispirato dalle iconiche Irori, presenta una doppia che mixa texture differenti come il corn leather “martellato” ed “eco-suede” alla Dinamica®, la microfibra made-in-Italy vegana realizzata con fibre di poliestere riciclate provenienti da bottiglie di plastica e T-shirt, attraverso un ciclo produttivo all’acqua senza l’utilizzo di solventi. La palette di colore è ricca di sfumature che vanno dall’almond milk al caramel love, liuk e violet mango. 

Le nuove maglie dell’Inter sono o non sono stilose?

Un commento sulle casacche dei nerazzurri della stagione 2021-2022

Scommettiamo che per una volta il binomio calcio e moda non risulta essere così vincente? Sembra assurdo solo a pensarlo, soprattutto perché la moda è un linguaggio universale in grado di venire incontro ai gusti di tutti, eppure questo tipo di legame è venuto meno con 2 maglie di una celebre squadra di Serie A. Le 2 maglie in questione sono quelle dell’Inter della stagione in corso, che sono state pensate e realizzate per soddisfare le sole esigenze di marketing. Quando ci si focalizza sul rendere un brand riconoscibile in tutto il mondo, e meno sul puro stile, può accadere che il risultato finale non sia dei più esaltanti. Se del marketing poco e nulla possiamo dire, perché è un campo che non ci compete e in cui non ci sentiamo esperti, qualcosa possiamo invece dire per quanto riguarda il motivo che ricorda le squame di un serpente della prima casacca interista. Premettiamo che un conto è osservarle tramite fotografia o tramite immagine online e un conto è vederle dal vivo, considerando che l’effetto finale è totalmente diverso. Dal vivo le squame risultano molto più sfumate, e se osservate da vicino sono nient’altro che un insieme di piccoli rombi che vanno a creare un pattern indefinito che non ha nulla a che fare con il classico e semplice nerazzurro a strisce. Non vogliamo passare a tutti i costi per puristi e/o per amanti del classico intramontabile, ma lo squamato non solo fa uno strano effetto, che non piace a tutti, ma è piuttosto “tranchant” come scelta stilistica. Insomma o lo si ama alla follia o lo si odia alla follia. E se l’obiettivo finale è far sì che l’Inter possa essere conosciuta e soprattutto ammirata dal più grande numero di tifosi possibile allora è necessario scegliere un motivo che possa piacere a tutti. Magari starete pensando: “Non è che aver modificato recentemente lo storico logo dell’FC Internazionale è un freno che non permette di apprezzare quest’ulteriore novità che dice ancora una volta addio ai gloriosi tempi che furono?” No, lo ripetiamo, la nostra è solo una valutazione estetica, valutazione estetica leggermente più accomodante per quanto riguarda la seconda maglia dell’Inter.

La maglia da trasferta

La maglia da trasferta dell’Inter non sarà un capolavoro di stile ma almeno è leggermente più sobria rispetto a quella indossata durante le gare giocate in casa. Forse la presenza di qualche biscione in meno disegnato a mano sulla parte posteriore e anteriore avrebbe esaltato meglio il prevalente color bianco, ma già il fatto di non centrare il rettile simbolo dell’Inter è stata un’ottima scelta. Un’altra nota lieta è il fatto che il bianco è molto ben risaltato grazie al logo bianconero stilizzato presente in alto a sinistra. Insomma qualcosa di buono c’è e si vede nella casacca away di quest’anno, che è molto diversa da quella a quadrettoni della scorsa stagione, un po’ troppo semplice e a tratti banale. Francamente i giocatori dell’Inter in trasferta sono un po’ più credibili con questa maglia, ovvero con quella dell’annata 2021-2022, rispetto a quando indossavano quella della passata stagione.

Vincere con eleganza sarebbe un bel vincere

Ricapitolando quanto detto fin qui, possiamo affermare che la prima maglia squamata dell’Inter risulta piuttosto estrema, nel senso che la pelle di serpente può anche andare bene ma non così proposta. Più apprezzabile invece la seconda maglia, principalmente bianca, colore che va bene con tutto, con alcuni biscioni collocati lateralmente che sembrano come muoversi, forse per spaventare l’avversario che quest’anno potrebbe soccombere sotto le pallonate di Correa, Lautaro, Džeko e Sánchez, o così almeno dovrebbe essere stando alle quote calcio che danno l’Inter in pole position in campionato. Il calcio lo sanno tutti, anche i meno esperti, è uno sport imprevedibile, dunque non è detto che per forza andrà così, certo è che se i nerazzurri vincessero sfoggiando maglie più eleganti allora sì sarebbe un bel vincere! Visto che in fatto di eleganza nemmeno l’ombra, c’è di buono che se davvero riusciranno a conquistare lo scudetto almeno saranno riconoscibilissimi, perché il serpente è presente un po’ ovunque sia grazie alle squame della prima maglia sia grazie alla sua rappresentazione grafica a mano sulla seconda maglia. Non a caso abbiamo parlato solo di possibile conquista dello scudetto, perché la Champions League per l’Inter di quest’anno è un sogno quasi proibito, un sogno nerazzurro preferibilmente a strisce se possiamo dire la nostra.

Innovare non è affatto semplice


Nella moda innovare, e farlo bene, non è semplice, perché richiede non solo un occhio attento ma anche una buona dose di coraggio. Il flop è infatti dietro all’angolo, soprattutto quando si sceglie di recidere ogni legame con il passato; se la clientela è abituata ad associare un certo tipo di eleganza con un determinato brand, e poi si decide di cambiare tutto all’improvviso, ecco che gli effetti possono essere imprevedibili. Dal nostro punto di vista questi effetti imprevedibili interesseranno presto le maglie dell’Inter di questa stagione, che sicuramente sono apprezzabili perché realizzate con materiali ecosostenibili ma lo sono molto meno a livello di stile. Va bene trasmettere l’idea che l’Inter è un biscione, ma esagerare non fa e non farà bene. Mettetevi nei panni dei tifosi storici della Beneamata: abituati come sono a identificare il loro amore con le sobrie ed eleganti righe nerazzurre, d’ora in avanti si sentiranno come persi, perché la loro squadra non solo le ha “rinnegate” forse per sempre ma da almeno un anno a questa parte ha anche deciso che i motivi principali delle sue maglie cambieranno in continuazione, proprio come un serpente cambia la propria muta. Abbiamo detto all’inizio che di marketing non ci occuperemo perché non abbiamo il titolo per farlo, tuttavia almeno possiamo ribadire come queste scelte stilistiche facciano solamente parte della nuova strategia di marketing del Biscione. Una strategia che di sicuro ha tenuto poco conto della moda romantica e dell’eleganza, che è fondamentale nel calcio anche se non sembrerebbe. Per una volta possiamo affermare che il binomio calcio e moda non è risultato essere così vincente come lo è in quasi tutti i casi, ed un vero peccato.

Una dichiarazione di stile: la collezione Montblanc UltraBlack

La nuova collezione dal look total black abbraccia diverse categorie di prodotti, per rendere omaggio all’Heritage dell’azienda e celebrare le caratteristiche associate al colore distintivo della Maison: lo stile, l’eleganza e la semplicità di un design senza tempo.

Nel mondo del lusso, il nero è il colore per eccellenza, espressione di bellezza assoluta e design esclusivo. Sin dalla fondazione della Maison, nel 1906, il nero è sempre stato parte del DNA Montblanc: l’ebanite è il materiale principale utilizzato per la produzione dei primi strumenti da scrittura Montblanc e il nero è uno dei due colori dell’emblema creato nel 1913.
Tenendo fede all’obiettivo di ispirare le persone a esprimere tutto il loro massimo potenziale seguendo le proprie passioni, Montblanc presenta Montblanc UltraBlack, la prima collezione che include diverse categorie di prodotti accomunati da un design total black.  

Celebrazione della contemporaneità del colore più iconico di Montblanc, la collezione è caratterizzata dal design essenziale e dall’eleganza senza tempo e include diverse categorie di prodotti, dalla pelletteria agli strumenti da scrittura e dagli orologi alle nuove tecnologie smart. Espressione audace di uno stile sofisticato e moderno, ogni creazione è stata pensata per ispirare coloro che sono alla ricerca di funzionalità, versatilità e stile mentre intraprendono il percorso verso il raggiungimento dei propri obiettivi. 

Focus della collezione è senza dubbio la pelletteria Montblanc UltraBlack caratterizzata da mobilità, prestazioni ed eleganza. Include uno zaino, una clutch e un mini borsello.  Presentano le inconfondibili caratteristiche della Maison, come l’originale motivo a “M” ispirato alla geometria e al lettering d’archivio, un tributo alla ricchezza del patrimonio di Montblanc. Più audace che mai, il motivo a “M” all over è in pelle goffrata. 



L’iconico emblema, reinterpretato in chiave inedita per questa occasione, è stato trasformato e utilizzato come pratica chiusura in alluminio anodizzato, diventando un distintivo elemento di design. Sempre in movimento grazie a compagni di viaggio in pelle eleganti e funzionali: lo zaino è dotato di tasche interne ed esterne, oltre che di uno scomparto imbottito per il laptop; la clutch e il mini borsello possono essere indossati o portati a mano grazie alla tracolla amovibile.


Nugnes celebra 100 anni fra tradizione e innovazione

Ben pochi retailer possono vantare un heritage ultradecennale come quello di Nugnes 1920; il multibrand tranese, nei giorni scorsi, ha tagliato il traguardo dei cento anni tondi di attività regalando una nuova veste allo store, che si presenta ora come uno spazio di oltre 1000 mq distribuiti su due livelli, con 18 vetrine affacciate sul centralissimo corso Vittorio Emanuele.
Una storia centenaria dunque, che affonda le sue radici negli anni ‘20 del secolo scorso, quando Giuseppe Nugnes aprì l’omonima sartoria nel cuore della perla dell’Adriatico, com’è soprannominata la cittadina pugliese.
Se già nel 1956 era stata inaugurata la boutique maschile, divenuta rapidamente un place to be per la clientela locale, e a cui seguì nel 1989 quella femminile, sarà la terza generazione a porre le basi per l’espansione dell’impresa familiare che, pur rimanendo saldamente radicata nel proprio luogo di nascita, è cresciuta col tempo fino a imporsi come un punto di riferimento nell’ambito del fashion e luxury retail, imperniata, oggi come allora, su tre cardini, ossia eclettismo, amore per il territorio e spirito avanguardista, dal respiro internazionale; la mission primaria è rimasta la stessa di allora: instaurare un rapporto speciale con i clienti, che rispecchi unicità e personalità degli stessi.


Ph. by Paola Pansini

Oggi l’intento, spiega il titolare Beppe (nipote del fondatore), è «portare avanti un concetto che ci appartiene da sempre, essere commercianti con l’animo del sarto devoto alla clientela». È proprio questa filosofia ad aver permesso all’insegna di distinguersi nell’affollatissimo panorama fashion, interpretando al meglio il ruolo di ambasciatore, di curatore quasi della moltitudine di marchi trattati, 250 in tutto, tra griffe simbolo della moda con la M maiuscola (tra le altre Prada, Valentino, Bottega Veneta, Saint Laurent, Givenchy, Balenciaga) e brand dal gusto contemporary quali Golden Goose, Ami, Nanushka o Sunnei, nomi cult dello streetwear (da Off-White a Palm Angels) e designer avantgarde del calibro di Maison Margiela, Sacai e Marni.

L’anniversario ha rappresentato l’occasione per svelare un retail concept innovativo che, pur implementando i principi ormai fondamentali dell’omnicanalità, invita i visitatori a riscoprire il piacere dell’esperienza d’acquisto in presenza. Ad accogliere le novità non poteva che essere la sede di Palazzo Pugliese, felice espressione dello stile delle dimore nobiliari meridionali di fine XIX secolo, svettante a mo’ di fortezza sul bianco accecante che domina l’orizzonte di Trani. A seguito di una progressiva acquisizione degli spazi e della meticolosa ristrutturazione, seguita dallo stesso Nugnes in tandem con lo studio Dini Cataldi, si presenta ora come un multimarca raffinato e accogliente, riflesso ideale dei valori che contraddistinguono l’azienda.


Beppe Nugnes, ph. by Paola Pansini

Progettato per restituire l’impressione di una sorta di salon raccolto e discreto, il negozio riunisce i tre satelliti di Nugnes, ovvero il salotto bespoke, l’area dedicata ai globetrotter contemporanei e il reparto donna. Mentre il primo, pensato come una reinterpretazione intimista dei club per gentiluomini d’antan, è caratterizzato da cromie ricche e brunite, nel secondo l’eleganza dinamica e cosmopolita degli articoli esposti viene declinata nel décor ricorrendo alle tonalità del bianco e nero. A sottolineare la poliedricità della selezione di capi e accessori, un mix di arredi retrò da club berlinese e capolavori del design nostrano firmati Cassina e Osvaldo Borsani.
Il piano superiore, riservato al womenswear, è suddiviso in una serie di stanze dalle differenti personalità, arredate con divani vintage o realizzati appositamente per lo store. Qui l’opulenza degli affreschi originali risulta temperata dai rivestimenti in tessuto retroilluminato delle pareti, che creano giochi di trasparenze. È ancora Nugnes a rivelare come l’obiettivo del rinnovamento fosse «tirare fuori l’anima dell’impresa, l’inventiva unita alla profondità di pensiero che ci contraddistingue. Abbiamo trasferito tutto ciò nel nuovo shop, con i suoi ambienti diversi che, tuttavia, si integrano tra loro in modo omogeneo».



Ph. by Paola Pansini

Nel celebrare l’opening con una serata ad hoc, Nugnes ha chiamato a raccolta creativi dalle competenze eterogenee, dall’architetto Filippo Dini all’art director Susanna Cucco allo stylist Adonis Kentros, artefici di un evento immersivo in grado di trasmettere la cifra eclettica e sperimentale del retailer pugliese, culminato nel cocktail dînatoire animato dal parterre cosmopolita di amici del marchio.
È stato perciò ideato un set-up sui generis che ha coinvolto tutti i prodotti in esposizione e perfino otto vetrine del palazzo, avvolte in una tela bianca chiusa dallo spago, rimando ai primi passi in azienda di Beppe Nugnes che, ancora ragazzino, si occupava dei pacchi per i tessuti da conservare. Le dieci vetrine rimanenti, invece, sono state protagoniste di allestimenti ad effetto, così da raccontare l’identità della boutique. A sorprendere gli ospiti, infine, l’ultimo coup de théâtre in forma di installazione dal sapore artsy, un cubo specchiato che custodiva all’interno 50 outfit delle collezioni Autunno/Inverno 2021 in vendita, ulteriore dimostrazione di come la commistione tra sperimentalismo e shopping experience d’eccezione, curata fin nei minimi dettagli, sia la vera forza di Nugnes.



Ph. by Paola Pansini

78mo Festival del Cinema di Venezia – guerra e violenza nei film di denuncia

Reflection

L’idea del film nasce da un fatto accaduto nella vita personale del regista, Valentyn Vasyanovych, che assiste assieme alla figlia allo schianto di un uccello sulla finestra di casa, una metafora, il passaggio dalla vita alla morte.

Siamo nel 2014 nell’Ucraina orientale durante le prime fasi del conflitto Russia-Ucraina e assistiamo ad atroci torture, violenze e crimini realmente accaduti e documentati, le brutalità commesse dalle truppe filorusse sui prigionieri di guerra: strangolamenti, scariche elettriche, sevizie, torture medievali, trapani che lacerano carni ed ossa.

Il protagonista, un medico catturato dalle forze militari russe, assiste e subisce le spaventose umiliazioni cui lo spettatore non riesce a sostenere, spesso lasciando la sala del Festival. Volutamente cruento nella prima fase, volutamente silenzioso nella seconda, nel momento in cui il protagonista riesce a sopravvivere alla guerra e cerca appunto nel silenzio di ricostruire i rapporti con la ex moglie e con la figlia, Reflection lancia in immagini/metafore le grandi riflessioni sulla vita. L’importanza dei rapporti umani, il valore degli affetti, il significato della vita.

Non lasciare tracce – (Leave no trace)

Ricorda il caso di Stefano Cucchi, il giovane morto dopo un pestaggio sotto custodia cautelare sette giorni dopo l’accaduto, questa pellicola di Jan P. Matuszyński.
E’ la storia vera di Grzegorz Przemyk (Mateusz Górski), figlio della poetessa e attivista Barbara Sadowska (Sandra Korzeniak), ucciso a calci nello stomaco dalla polizia comunista, la Milicja Obywatelska (era il 14 maggio del 1983).
Il giovane studente festeggia nella piazza del Castello di Varsavia la maturità, fermato dalla polizia rifiuta di esibire i documenti di identità e viene così portato in centrale, dove in pochi minuti avviene il pestaggio davanti agli occhi dell’amico, il protagonista del film che lotterà fino alla fine per ottenere giustizia.
La verità verrà sotterrata con ogni mezzo dalle autorità ministeriali, con depistaggi che porteranno le accuse a infermieri innocenti, in un crescendo di rabbia e frustrazione e ingiustizia che incolla allo schermo lo spettatore in attesa della sentenza finale.
Qui il male trionfa, la contraffazione dei fatti è così capillare che la stanchezza prende il sopravvento, anche sulla madre raggomitolata nel dolore e arresa; solo l’amico fidato dirà la verità in tribunale, fino all’ultimo spiraglio di speranza, ma il potere dei miliziani è troppo radicato e la violenza dello Stato mortalmente pericolosa.
Noi possiamo solo parlarne e urlare la verità affinché il ricordo possa pulire tanto degrado.

Vera sogna il mare
di Kaltrina Krasniqi

Lei è un’interprete del linguaggio dei segni, lui, il marito, un giudice in pensione. La morte del marito, suicidatosi senza lasciare lettere di addio, apre infinite porte dove dietro si celano la dipendenza al gioco, le eredità sperperate, le proprietà che la malavita torna a riprendersi.
Minacce, pedinamenti costanti, il rischio che la figlia venga uccisa, obbligano Vera a cedere alle ingiuste richieste.
La storia svela una donna forte, che lotta per non cedere alla prepotenza ostile, corrotta, maschilista della società in Kosovo ai giorno nostri.
Un film di denuncia e di orgoglio, di dignità e di arrendevolezza come unica soluzione per la sopravvivenza, dove le difficoltà vengono rappresentate sullo schermo attraverso la forza del mare, che si fanno sempre più soffocanti e violente quando Vera rischia di “annegare”.


Al Teatro Sala Umberto è stata presentata la nuova stagione: da non perdere!

Finalmente arrivano i primi segnali di un ritorno alla vita che ci è mancata tanto, e sicuramente il teatro e tra le tante cose che ci sono state sottratte.

È stata presentata la nuova stagione del Teatro Sala Umberto di Roma, e con tantissime novità, nonostante le molteplici difficoltà relegate ad un ambiente chiuso in tempo di COVID.

Infatti, nonostante in tante città come Londra ed altre capitali europee ci sia la disponibilità di usufruire i teatri con la massima capienza e senza mascherina qui nel nostro bel paese tutto ciò non accade ancora, infatti solo il cinquanta percento degli spettatori sono ammessi.


Ci auguriamo tutti che con l’utilizzo del green pass e della mascherina e con l’avanzare della stagione anche noi in Italia potremmo tornare in sicurezza a condividere emozioni e godere di spettacoli meravigliosi.

Tutto questo ovviamente crea instabilità e difficoltà nella programmazione, che rende impossibile prevedere la durata protratta di uno spettacolo in cartellone, così, come stimolo in più per il pubblico vedremo un susseguirsi di compagnie in tal modo da consentire la sala piena sempre.



E per chi volesse fare una buona azione nei confronti della cultura, ritorna a grande richiesta il biglietto sospeso, un po’ come succede da sempre per il caffè a Napoli. 

Chi vorrà potrà lasciare un biglietto pagato per un amico che magari non può integrare il costo di uno spettacolo nel budget mensile. Fatelo!



La programmazione è davvero vasta, ci si potrà interfacciare con la Sala Umberto in tutti i modi, sia per una riflessione che per una risata.

Per chi scegliesse la risata, è vietato mancare a “Fiesta”, lo spettacolo di Fabio Canino che compie vent’anni, e proprio lui che ha sempre celebrato Raffaella Carrà per tutta la vita, mai come in questo momento che non è più tra noi abbiamo bisogno di cantare le sue canzoni a squarcia gola.

Il “Lato Emotivo” di Matteo Paolillo – un guaglione tutto cinema, musica e poesia

Vero talento del nuovo panorama cinematografico italiano, l’abbiamo scoperto grazie alla prima stagione della serie partenopea Mare Fuori in onda su RAI Play, in cui convivono le diverse realtà sociali di un’Italia di nuova generazione, dietro le sbarre di un carcere minorile in cui si finisce per una cattiva condotta, di cui non sempre si è colpevoli. All’interno delle mura di quell’istituto penitenziario, situato sull’isola di Nisida, quel panorama mozzafiato fa da sfondo a un tema sensibile che si dipana tra giochi di ruolo e di potere, specchio freddo e calibrato degli stessi che ritroviamo nel mondo, al di fuori di quella struttura, che per molti diventa un luogo di protezione da una società che ha già scelto per loro un destino infame.
Accompagnata da una colonna sonora che scandisce il tempo e le emozioni dei protagonisti, ‘O mar for, interpretata dallo stesso Paolillo, in arte Icaro, e da Raiz, il frontman della storica band trip-hop napoletana Almamegretta, questa serie – che vedrà la sua seconda stagione il prossimo autunno – racconta le vicende di un gruppo di giovani che si ritrova in un ambiente apparentemente ostile, realizzando che la via d’uscita agli ostacoli di quel luogo, si può trovare solo attingendo a una sensibilità che ognuno di noi ha il dovere di tirare fuori. L’amore, in tutte le sue forme, che riesce a trovar posto anche in seno alle personalità più oscure e diventando anch’esso, a tratti, strumento di potere.

Qualcuno combatte per sfuggire a un destino che lo tiene in ostaggio dalla nascita, qualcun altro ci riesce con le proprie gambe o gettando il cuore oltre la siepe, attraverso le note di un piano o i versi di una poesia. Come Edoardo, il personaggio interpretato da Matteo Paolillo, un attore camaleontico dalla personalità equilibrata ed estremamente riflessiva, che sul tema della violenza e della rivalsa ha scritto a lungo, per musica e anche un’opera teatrale.

Cosa ti ha spinto a diventare un attore?
La mia famiglia ha un negozio di fiori, e mio padre, da sempre, è stato un grande appassionato di cinema, questo mi ha portato a respirare l’amore per le grandi pellicole fin da bambino. Finché, a 13 anni, nel mio quartiere, Brignano, un amico di mio padre decide di organizzare uno spettacolo. Sono stato attratto dall’idea di mettermi alla prova e da allora è stato amore. Ho iniziato con il mio primo laboratorio teatrale, 3 anni a Baronissi poi altri 3 a Salerno, con un’altra compagnia fino ad arrivare alla fine degli anni del liceo, quando devi decidere cosa vuoi essere nella vita. E il teatro doveva essere decisamente la mia strada.
A 18 anni mi sono trasferito a Roma e ho continuato a studiare all’Accademia.

Quindi tu hai una lunga formazione teatrale.
Si. Tra l’altro, Io per anni mi sono dedicato al teatro didattico, sulla base del concetto sviluppato da Enrico Gattinara nel suo libro “Come Dante può salvarti la vita” – Conoscere fa sempre la differenza.
Il valore della cultura nella vita di ognuno di noi può fare davvero la differenza tra vivere o morire, tra fortuna e miseria, tra resistenza e disperazione.
È un percorso che mi rende felice perché può veramente migliorare la vita delle persone, “l’arte, in tutte le sue forme”.
L’educazione è una cosa molto importante, un tema su cui ho riflettuto molto e di cui ho parlato anche al Giffoni Film Festival, che per me significa anche l’educazione all’utilizzo della tecnologia che va assolutamente gestita.

Che lavoro hai fatto per riuscire a interpretare così bene una testa calda come Edoardo?
Per la prima stagione il percorso che ho fatto è il lavoro sull’animale, mi sono ispirato alla tigre che nella serie è l’indole nascosta di Edoardo che poi prende il sopravvento.
Se non avessi conosciuto l’arte e la bellezza cosa sarei stato?” Sono partito da questo, prendendo ispirazione dalle persone conosciute per strada ma anche da quelle sconosciute, che hanno attirato la mia attenzione. E poi il lavoro sulla lingua, fondamentale: Antonio Orefice in questo mi ha aiutato moltissimo.

Cosa hanno in comune Edoardo e Matteo?
Sicuramente l’approccio con la poesia, la sensibilità di sapere scrivere delle rime. Tutto il resto è stato faticoso, specialmente sulla seconda stagione, è stata dura rimanere dentro il personaggio 10 ore al giorno, ma ancora più difficile uscirne. Infatti, una cosa importante nella formazione di un attore è il fatto di riuscire a liberarsi del proprio personaggio, al di là del riuscire ad entrarci.

Vuoi raccontarci una vicenda, o curiosità che può essere divertente per i nostri lettori, che si è verificata durante le riprese di Mare Fuori?
Una scena del 7° episodio in cui ero dentro una stanza insieme agli altri ragazzi della gang. Entra il comandante, facciamo questa scena con Ivan in piano sequenza di circa 2-3 minuti. Tra me e il comandante c’è Antonio Orefice, la faina, che alla fine della scena fa una battuta: “C’amma fa …
Che al di là dell’espressione in sé, è stato il modo in cui l’ha detto che ci ha fatto morir da ridere.
È stato un gioco di sguardi continui tra me e il comandante in cui alla fine non siamo più riusciti a trattenerci. Abbiamo dovuto fare 14 take, pensavamo che non ne saremmo più usciti.
Alla fine, è stato preso l’ultimo take in cui si vede che guardo per terra per non scoppiare a ridere.
È stato divertente ma molto complicato.


È stato fondamentale anche il lavoro che ha fatto Carmine Elia che ci ha aiutato a tirare fuori il massimo e trovarci liberi di esprimersi.
Abbiamo letto insieme i dialoghi e, soprattutto nella seconda serie, abbiamo collaborato per la stesura della sceneggiatura, legando tanto con tutto il cast.
Uno dei primi giorni di set, per esempio, mentre giravo una scena con Ludovica, dopo 3-4 take mi ha detto “non ci stai su questa scena, cambia qualcosa”. Da quel momento in poi ho capito che potevo fidarmi molto di lui, perché rappresentava una vera guida per migliorare la qualità della nostra performance. Questo tipo di rapporto di fiducia ti permette di osare, di andare oltre, con la consapevolezza che la sua guida può consigliarti come fare, se dovessi esagerare o sbagliare strada.
È stato strano ma molto bello ricevere tanta fiducia, nonostante fossimo tutti così giovani.
Anche Milena Cocozza che è una donna piena di energia, molto punk e “veramente tosta”. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ha gestito il set.  La sua energia e la sua passione mi hanno coinvolto moltissimo, riuscendo anche a superare le tensioni e far andare il set come deve andare.

Ivan Silvestrini, il maestro dei piani sequenza, ha accettato molte delle nostre proposte e coreografato le scene. Due registi molto diversi con i quali si è creato un legame forte che andato al di là del lavoro, con tutti noi.

Con chi, invece, si è creato un rapporto particolare tra i protagonisti della serie?
Durante la prima stagione ho legato con alcuni ragazzi, invece quest’anno ho approfondito molto di più con Antonio Rescio, il ragazzo che fa Totò. Si è creato un legame molto profondo di cui vado molto fiero perché lui è capace di farti sorridere anche mentre stai piangendo.
Lui non vuole far ridere – lui è così – lui s’incazza per certe cose e magari poi ti chiede ma perché ridi?
Siamo stati in un posto in cui abbiamo scoperto (in seguito) essere stati anche Massimo Troisi e Pino Daniele, davanti al mare. Lì abbiamo scrittouna poesia e parlato dell’arte e della vita.
Poi abbiamo trovarto una loro immagine che mostrava che si trovavano nello stesso posto e ci siamo chiesti: “chissà che cosa si saranno detti“.
Alcuni lo paragonano a Massimo Troisi perché ha quella spostaneità genuina e pura, che fa sorridere anche delle cose tristi, sono grato al cielo per averci fatti incotare perché m’ispira tanto, vorrei creare ancora qualcosa con lui, al di là di Mare Fuori. Ormai anche nella vita facciamo una scena dopo l’altra.

Quali sono i tuoi modelli nel cinema italiano e straniero?
Tendenzialmente vado a periodi. Su mare fuori 2 mi sono ispirato molto Cyllian Murphy che ho rivisto più e più volte. Pablo Escobar di Narcos e poi Luca Marinelli è proprio numero 1.
Adesso sto seguendo due ragazzi: Carpenzano che è avanguardia pura per il suo modo di recitare e il Divin Codino di Andrea Arcangeli, un vero neoclassico.

Sei molto giovane ma hai le idee chiare e un talento molto spiccato anche per la musica, oltre che per la recitazione. Hai in programma di lavorare contemporaneamente su entrambe le strade?
Io sostengo che l’arte ha una sola fonte, poi può avere tante forme.
In questo periodo ho scritto uno spettacolo in 5 atti che mi piacerebbe portare in teatro.
Ho scritto una nuova canzone per Mare Fuori, che non sarà la sigla e sto anche preparando il videoclip e uscirà in concomitanza con la serie.

Se non avessi fatto l’attore cosa saresti stato?
Non lo so, il fatto è che non riesco a pensare a un’altra vita

Che rapporto hai con i social?
Uso IG principalmene per portare il mio messaggio.
Certo adesso mi rendo conto che l’immagine è importante per veicolare il mio pensiero o per la promozione del mio lavoro. Ma dobbiamo molto riflettere sulle modalità in cui vengono utilizzati, non dobbiamo essere schiavi della tecnologia, perché ci ha fatto perdere il lato emotivo.

Carolina Crescentini, la Direttrice del carcere dice: “L’amore è visto come una forma di riscatto, può avere molte forme ma mai quello della violenza”.
Qual è la forma d’amore che hai sentito di più a questo punto della tua vita?
Io ho scritto una canzone sulla violenza sulle donne che uscirà a breve. Sto riflettendo molto su queste tematiche. La cosa più importante su cui bisogna puntare è l’educazione all’amore.
Lo vediamo come qualcosa di complicato, di dannoso, non riusciamo spesso ad accettare i sentimenti.
Io penso che i social e la tecnologia ci stanno conducendo sempre di più verso una direzione di chiusura.
Secondo me le persone violente sono così perchè non riescono ad accettare o addirittura a conoscere l’amore, bisogna educare all’amore.

In una sua canzone ‘O Mar Fa Paura canta: “Ho paura della morte, Dell’amore nient’affatto”
Inutile conoscere la storia se poi non sei educato all’amore. L’arte e la cultura in generale devono guidarci a una migliore percezione dei sentimenti e ad accettarli prima di tutto. Perché nella nostra società c’è la convinzione che i nostri sentimenti influiscano molto sulla nostra produttività, che possano rappresentare una debolezza. Questo spesso ci rende individualisti e a tratti aggressivi e finiamo per perdere la capacità di gestire la rabbia. Ma l’essere umano da solo muore, l’indipendenza alla lunga uccide.

Hai un personaggio ideale che ti piacerebbe interpretare?
Un pilota
Un pugile e qualcosa in costume
Un pazzo
Un ragazzo disabile, infatti feci pure un provino per un ragazzo in sedia rotelle

Foto Davide Musto @davide_musto
Fashion Director Rosamaria Coniglio @rosamaria_coniglio
Assistenti fotografo  Dario Tucci @dariotucciph – Edoardo Russi @edoardorussiph
Grooming Maria Esposito per Simone Belli @maria.esposito.makeup @simonebellimakeup
Location NH Collection Palazzo Cinquecento

Premiata debutta con la prima collezione di zaini

Dal 1885 il “saper fare” ha guidato l’evoluzione del prodotto Premiata. L’iniziale artigianalità del “fatto a mano” si è evoluta nel tempo con l’utilizzo delle più moderne tecnologie. Una sola cosa non è mai cambiata ed è la ricerca della qualità Made in Italy, inventare percorsi nuovi è frutto di un’anima creativa che dà più valore alle proprie visioni che alle ragioni del mercato. Proprio questa espressione creativa rende il brand unico e difficilmente catalogabile.

Per la FW21 il noto brand di sneakers presenta due nuovissimi modelli di zaini. Lyn nella donna Booker nell’uomo, sono stati progettati con la cura per i materiali e i dettagli per cui è da sempre rinomato il brand. Un’attenzione alle caratteristiche produttive e di comfort che inseriscono i backpack Premiata tra gli accessori più notevoli del panorama moda internazionale, veri e propri ambassador dell’eccellenza manifatturiera italiana.


Il modello Booker nero di Premiata Zaini: in gabardine di nylon pregiato e trattato water repellent
Gli spallacci imbottiti e lo schienale dello zaino Booker nero sono studiati per garantire il massimo comfort

Il modello Booker di Premiata Zaini nella versione beige: water repellent, trattato antisfilo e foderato internamente con gabardine logata.
Spallacci e schienale dello zaino Booker beige sono imbottiti ed è presente anche un nastro regolatore sul fondo per garantire una distribuzione del peso ottimale.


Entrambi si ispirano allo zaino da viaggio con misure adatte ad un utilizzo quotidiano. Prodotti in gabardine di nylon pregiato e trattato water repellent, finiture in vitello e accessoristica in pelle, godono di uno schienale imbottito, ampie e funzionali tasche esterne ed interne e spallacci con anima interna in EVA.

Lo zaino Lyn beige con gancio di chiusura in metallo nero opaco e tasche laterali con zip impermeabili
Lo zaino Lyn beige: Spallacci imbottiti, schienale pensato per il massimo comfort e tracolla in pelle nera per la massima versatilità
Il tessuto dello Zaino Lyn nero è water resistant e tutte le zip delle tasche sono impermeabili
Il modello di zaino Lyn ha spallacci imbottiti e una comoda tracolla per poterlo indossare anche come una borsa

Sia Booker che Lyn sono presentati in total black, con varianti colore in grigio. Entrambi godono di una versione sostenibile, nel colore grigio tortora, prodotta con materiali di riciclo, nell’ottica di un’evoluzione dei prodotti del brand verso un’ottica sempre più di circolarità industriale.


Uno degli scatti della campagna Premiata Zaini: il modello unisex Booker nero


La campagna Premiata Zaini: il modello Lyn, nella variante nera

In vendita presso gli store monomarca del brand, nei migliori fashion retailer e su www.premiata.it

Il best of della Milano Design Week 2021

Conclusa la Milano Design Week della ripartenza, è tempo di tirare le somme e il bilancio, stando ai numeri (limitandosi alla piattaforma Fuorisalone.it, 900 designer, 600 eventi, oltre due milioni di pagine viste), alla qualità dei progetti, alle questioni affrontate (sostenibilità, inclusione e creatività consapevole, per citarne solo tre) è assolutamente positivo. Tra incursioni nel settore di eminenti marchi fashion e collaborazioni di rango, ecco un best of della kermesse.

Gucci Cartoleria

Da segnalare anzitutto l’ennesimo coup de théâtre orchestrato dall’ineffabile direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, stavolta in forma di temporary store riservato alla collezione lifestyle, che lui spiega così: «Quand’ero bambino, andare in cartoleria e trovare matite, penne, quaderni, giochi, equivaleva a far entrare il sogno nella routine giornaliera. Ho immaginato una […] Wunderkammer che potesse accogliere questi elementi del quotidiano e li restituisse a una dimensione fiabesca». In via Manzoni 19 è stato dunque allestito un antro delle meraviglie colmo di chicche in puro Gucci style, dai ninnoli stregati agli scacchi zoomorfi. La parte del leone la fanno però taccuini, astucci, pastelli & Co., su cui si intrufolano i codici emblematici della maison (dalle doppie G al nastro Web), tutti disponibili nel negozio (aperto fino al 17 settembre) oltre che in boutique selezionate e su gucci.com.


Le vetrine della cartoleria Gucci: temporary store dedicato alla linea Lifestyle
Gucci celebra ma Milano Design Week 2021 con una collezione di taccuini, quaderni, astucci e diari
L’interno della Cartoleria Gucci, inaugurata per la Milano Design Week 2021
Gli interni della Cartoleria Gucci, il temporary store dedicato alla linea Lifestyle
Un’immagine della campagna per le presentazione della linea Lifestyle di Gucci

Pyrite di Francesco Maria Messina alla Galleria Rossana Orlandi

Per l’esposizione Collectible Design ospitata dalla Galleria Rossana Orlandi, Francesco Maria Messina ha presentato Pyrite, cabinet composto da cinque moduli di diverse dimensioni assemblati tra loro, che come suggerisce il nome assume le linee irregolari del cristallo di pirite. Un oggetto scultoreo in equilibrio tra funzionalità e decoro, caratterizzato dall’alternanza ritmica di elementi cubici, la cui struttura in legno è rivestita da vernici lavorate per assumere il colore tipico del cristallo.
Il mobile risulta sospeso, come fosse un’escrescenza metallica del blocco di marmo portoro grezzo su cui poggia, che può essere anche rimosso, conferendogli così l’appeal di un’installazione d’arte. Con questo progetto Messina (30enne già annoverato tra i top designer contemporanei) firma un tributo alla sorprendente varietà di forme, volumi e proporzioni della natura, per lui inesauribile fonte d’ispirazione.



La collaborazione tra Zegna e Riva 1920

Definire eccellenze Zegna e Riva 1920 è persino banale, lo è assai meno che i due marchi uniscano le forze per un’iniziativa all’insegna di sostenibilità e artigianalità. Il Salone del Mobile ha rappresentato l’occasione ideale per condividere la filosofia green che accomuna il progetto #UseTheExisting della griffe biellese al concetto di eco-natural living dell’azienda brianzola. Il flagship store Zegna di via Montenapoleone è stato pertanto la cornice di uno speciale allestimento in cui i capi della linea #UseTheExisting (che persegue l’obiettivo di una moda zero waste, riutilizzando tessuti usati o creandone di nuovi dalle eccedenze) venivano affiancati a complementi d’arredo in legno Kauri. Quest’ultimo, un legno millenario di origine neozelandese, viene plasmato dagli artigiani di Riva 1920 in autentici capolavori di design, nello specifico due tavoli e un tavolino, esposti insieme alla libreria in legno massello di Briccole.


La boutique Zegna in via Montenapoleone a Milano
Gli interni del flagshiip store Zegna ospitano la linea #UseTheExisting e i complementi d’arredo Riva1920 per la Milano Design Week 2021
La moda zero waste by Zegna si sposa con il legno kauri dei tavoli Riva1920 per la Milano Design Week 2021
L’interno del flagship store Zegna allestito per la Milano Design Week 2021 con i tavoli di design by Riva1920

La collezione Mesa da Amleto Missaglia

Visitando lo store di Amleto Missaglia durante la Design Week, era possibile ammirare le novità silverware di Mesa, realtà artigianale guidata da Giuliano Malimpensa, allievo di Lino Sabattini e già collaboratore di figure apicali del design tricolore quali Gio Ponti o Bruno Munari. Proposte che, pur attenendosi alla migliore tradizione argentiera italiana, appaiono assolutamente contemporanee nelle loro forme stilizzate, lavorate manualmente dagli artigiani nell’atelier di Como. La novità più impattante, per il 2021, sta nell’uso dei colori per gli articoli in argento e lega antiossidante, dipinti manualmente all’interno di ciascun pezzo.
In edizione limitata, la collezione ruota intorno a tre cardini: il colore, appunto (decisivo soprattutto per reiventare i vasi d’archivio), le finiture fresate a mano e l’ottone brunito.


Il vaso ovale satinato della collezione Mesa silverware presentata durante la Milano Design Week 2021
Due vasetti lucidi Mesa presentati nello store di Amleto Missaglia durante la Milano Design Week 2021
Coppia di piccoli vasi silverware della collezione Mesa 2021
Argento satinato ed estremamente chic per questo vaso dalle forme ovali by Mesa Silverware
Un foglio d’argento crea la struttura del vaso Mesa della collezione Silverware presentata alla Milano Design Week 2021

La creatività di Chiara Bernardini in mostra da Pomandère

Pomandère ha aperto le porte del proprio showroom alla creatività di Chiara Bernardini, celebrando così la sinergia tra moda e arte in un’inedita contaminazione, basata sulla condivisione di principi ispiratori e forme espressive.
Bernardini si è concentrata sul piatto, oggetto di uso quotidiano che, nella semplicità delle sue linee, si presta ad accogliere, enfatizzandola, l’inventiva dell’artista romagnola, intervenuta sulle superfici intonse con tocchi di nero, dalle sembianze astratte o naturali. Il tratto grafico dell’autrice viene esaltato dall’unicità dei singoli pezzi e dalle dimensioni degli stessi.
La forte identità e la pulizia concettuale delle opere di Bernardini si possono ritrovare negli abiti Pomandère, capi dal gusto contemporaneo, nobilitati da finiture e dettagli sartoriali timeless. Denominatore comune del progetto è, nemmeno a dirlo, la qualità eccelsa del Made in Italy.


Piatto in porcellana decorato dall’artista Chiara Bernardini ospitata nello showroom Pomandère durante la Milano Design Week 2021
Decori geometrici sul piatto in porcellana realizzato da Chiara Bernardini per la Milano Design Week 2021
Un piatto in porcellana decorato con le linee potenti e decise tipiche dello stile di Chiara Bernardini
Un decoro in cui le macchie monocromatiche sembrano acquarelli in movimento sul piatto in ceramica dipinto da Chiara Bernardini
Un abito della nuova collezione PE 2022 Pomandère: Contaminazioni

La poltrona MASS PRESSURE by Dror per Horm + Novacolor allo Spazio Neven

Horm ha preso parte al Salone con la seduta MASS PRESSURE ideata dal pluripremiato designer Dror Benshetrit, dimostrazione plastica di come sia possibile trasformare la gommapiuma in un elemento d’arredo funzionale e innovativo a un tempo, visivamente accattivante, risultato della compressione di tre strati di gomma espansa all’interno della struttura in metallo. La colorazione, unica nel suo genere e perciò di volta in volta diversa, ricorda il cemento o una lastra metallica ossidata, ed è frutto di un procedimento messo a punto con Novacolor, al 100% manuale, che ha reso possibile verniciare la gommapiuma preservandone la morbidezza, per un oggetto di sicuro impatto che, durante la serata svoltasi nella Sala Sironi del Palazzo dell’Informazione, ha preso vita grazie alle tecnologie immersive di Neven.



MP Massimo Piombo X Understatement Milano da Masterly for 10 Corso Como

C’è chi ha approfittato della ribalta garantita dalla Design Week per lanciare una linea d’abbigliamento votata alla perfezione sartoriale: è il caso della collab tra Understatement Milano e MP Massimo Piombo per la stagione A/I 2021, presentata ufficialmente nel pop-up Masterly for 10 Corso Como, in cui l’urban style del marchio fondato da Paolo Salluzzi e Matthias Tarozzo incontra la ricercatezza tailored della griffe dell’omonimo stilista. Protagonisti della capsule collection cappotti e maglieria per lei e lui in filati preziosi par définition – dalla baby alpaca al mohair, dal cachemire alla lana, che aggiungono un twist ai dettami della sartoria tradizionale, ora con accenti di colore inaspettato come rosa o corallo, ora attraverso la tridimensionalità di pattern elaborati; se i tagli basic e puliti degli overcoat lasciano parlare la qualità delle texture, particolarmente corpose, le trame a nido d’ape dei maglioni donano profondità al lambswool. Capi che, nelle parole degli ideatori della collezione, racchiudono «l’idea di moda, ovvero eccellenza, tessuti esclusivi e couture squisitamente italiana».


Cappotto in lana mohair della collezione Massimo Piombo per Understatement Milano
Cappotto bianco e nero parte della collezione realizzata da Massimo Piombo per Understatement Milano
Cappotto marrone pied de poule presentato in occasione della Design Week 2021 da MP per Understatement Milano
Cappotto rosso e nero damascato per lei: tessuti esclusivi ed eccellenza che riassumono l’idea di moda di Understatement Milano e Massimo Piombo
Maglioni dolcevita per lui e per lei nella collezione Massimo Piombo per Understatement Milano

78 Festival del Cinema di Venezia – i film da non perdere

Freaks out! di Gabriele Mainetti ha stupito tutti a Venezia per la delicatezza del racconto della diversità

Freaks out

Mirabolante! “Freaks out” di Gabriele Mainetti è una storia delicatissima di “diversi che senza circo sono solo dei mostri”, come afferma uno dei fantastici 4 personaggi dotati di superpoteri. C’è tanto della poesia de “La forma dell’acqua” nella rappresentazione dell’amore e della tenerezza verso il mostro, tanto dei personaggi strambi amati da Diane Arbus, la fotografa morta suicida la cui storia é stata interpretata da una Nicole Kidman che si innamora dell’uomo lupo. 2 anni di post-produzione per una pellicola che tiene incollati allo schermo, azione, storia, ironia, colpi di scena, fotografia ed effetti speciali. Anche qui il Festival del Cinema avvicina al crudele tema della guerra, durante il periodo fascista, e il cinema è il mezzo forse più veloce e potente per aprire cuori e menti.

Toni Servillo in una delle scene di Qui rido io, film di Mario Martone presentato al Festival del cinema di Venezia 2021

Qui rido io

Qui Rido io di Mario Martone è la storia vera di Eduardo Scarpetta, il più grande commediografo e attore comico del ‘900 italiano. Un uomo generoso con il pubblico e severo con la famiglia, a tratti egoista, un dongiovanni che coabitava con mogli ed amanti e rispettivi figli, quelli riconosciuti e quelli che lo chiamavano “zio”, Titina, Peppino ed Eduardo De Filippo, che presero poi il cognome della madre.
Per Scarpetta teatro e vita vera si mescolavano, la sua esistenza sfarzosa in palazzi imperiali lo portavano ad un atteggiamento imperioso che obbligava la sua cerchia ad una sudditanza “naturale”. Fino a quando l’episodio dannunziano, la messa in scena della parodia della “Figlia di Iorio”, l’opera di Gabriele D’Annunzio, lo vede accusato di plagio; sarà Benedetto Croce l’unico a sostenerlo, testimone di una malinconia che prende il sopravvento, di un mondo che muore e della nascita di un teatro nuovo.
Toni Servillo ha letteralmente divorato il palcoscenico.

Le cose che restano è il docufilm omaggio al grande direttore d’orchestra Ezio Bosso che ha commosso la giuria del Festival di Venezia 2021

Ezio Bosso. Le cose che restano

Per Ezio Bosso, interprete, direttore d’orchestra e compositore, esiste una “Teoria delle 12 stanze in movimento”, l’ultima delle quali tornerà a noi come prima nel momento in cui impareremo a riconoscerci, per poter essere liberi, per sempre.
Il docufilm di Gabriele Salvatores che in Ezio Bosso vedeva l’artista musicale che lui non è mai stato, è una finestra sul giardino dei mille volti che hanno avuto la fortuna di incontrare un grande comunicatore. Con la sete di sapere e la fame di musica che ha dall’età di quattro anni, Ezio Bosso è riuscito nell’intento di avvicinare “il popolo” alla musica classica, di portare la gente comune nei teatri; un film dalle infinite citazioni e dalla colonna sonora che Bosso ha regalato all’Italia intera, la direzione dei Carmina Burana all’Arena di Verona, le tre ore e mezza di musica e spettacolo nel Teatro Verdi di Busseto, in provincia di Parma, andato poi in onda su Rai3 in cui spiega Beethoven.
Una lunga storia d’amore e di dolore, quello che lo ha fermato e allontanato dalla musica, la malattia degenerativa che aveva da 2011.
Le sue esibizioni non sempre erano perfette, lo ha dichiarato anche il suo ufficio stampa, ma non è forse l’imperfezione a renderci unici?!

Redenzione, spiritualità e perdono sono i temi del bellissimo Capitan Volkonogov Escaped presentato al Festival del cinema di Venezia 2021

Captain Volkonogov Escaped

Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov è la storia di una redenzione.
Fedor Volionogov è il capitano del servizio di sicurezza nazionale russo, il suo compito è quello di catturare i “nemici dello Stato”, per lo più vittime innocenti che vengono seviziate e uccise per accuse inesistenti.
Uno spirito notturno, una spiritualità che si era sopita, lo avverte dell’Inferno imminente dandogli la speranza di un Paradiso eterno solo nel caso in cui almeno uno dei famigliari delle vittime da lui uccise, gli avesse concesso il perdono.
Incontrerà un padre che aveva ripudiato il proprio figlio credendolo un traditor di patria; una moglie impazzita per aver perso il marito per sempre; una figlia che credeva il padre ancora vivo; un bambino che brucia gli oggetti del padre perchè “un traditore non può chiamarsi padre” e una figlia chiusa in soffitta, sull’orlo di morire, sarà lei il limbo per poter accedere all’alto oppure in basso…

Il pubblico di Venezia 2021 ha accolto con calore anche il film Imaculat di Monica Stan e George Chiper: una drammatica e autobiografica

Imaculat

Volutamente claustrofobico, volutamente lento, volutamente irritante, volutamente silenzioso, il film sceneggiato da Monica Stan racconta la sua dolorosa e reale storia, le vicende di una tossicodipendente in un centro di riabilitazione tra giochi di potere taciti e non.

Di Monica Stan e George Chiper

Brand alert: Lorenzo Sabatini Clothing

Lorenzo Sabatini fonda il suo marchio di t-shirt eco-friendly e inclusive. A realizzare la sua collezione, che non ha una referenza stagionale, sono sarte locali e ragazzi con problemi mentali. Dietro Lorenzo Sabatini Chothing, però, si nasconde un progetto solidale che aiuta le missioni umanitarie attraverso la piattaforma to.get.t.here. Le tee, con grafiche disegnate da vari artisti (l’ultimo in ordine di tempo è il tattoo artist e clubber della scena underground berlinese, OHM AR), sono state indossate nella serie Netflix, Summertime 2, dal rapper afro-italiano Tommy Kuti, da Mondo Marcio e dai Murr. 


Uno scatto della campagna Lorenzo Sabatini clothing 2021

Lorenzo, da fashion editor per testate internazionali come Vogue, Elle ed Esquire (ma la lista è più lunga) a fondatore di un marchio di t-shirt: quando hai maturato questa idea?

È tutto avvenuto per caso, anche se non credo che le cose avvengano mai senza un motivo. Massimo Leonardelli, pr romano che negli anni ha collaborato con personalità come Valentino Garavani, Sophia Loren (e ha anche preso parte come organizzatore al Met Gala di Anna Wintour) stava lanciando un progetto solidale di charity dal tocco glamour e mi ha chiesto, con il mio team di collaboratori, di pensare a logo, al sito e alla maglietta ufficiale oltre a chiedermi qualche parere su come impostare il feed di instagram. Poi, mi ha detto: ‘Perché non realizzi delle magliette anche tu?’ e così ho fatto.

Le tee firmate Lorenzo Sabatini Clothing sono realizzate in cotone danese riciclato: quanto è rilevante, la sostenibilità, nel tuo marchio?

È centrale insieme alla sua etica, poiché questo filato lo trovo presso una stamperia lombarda che fa lavorare ragazzi speciali con problematiche legate alla salute mentale, un tema di cui in Italia si parla ancora troppo poco a mio avviso. Tornando al tema ecofriendly, essendo il core della produzione vintage rivisitato che potremmo affermare recupero ‘a km 0’ con l’ausilio di sarte locali posso affermare che esso è un tema piuttosto rilevante.



Inoltre, la stamperia che produce le t-shirt impiega ragazzi con problemi legati alla salute mentale: è un passo verso l’inclusività?

Come anticipavo prima, la filosofia del mio brand non può prescindere da due fattori: business umano/etico e green. Concludo dicendo che la piattaforma solidale di cui parlavo prima, to.get.t.here, dona parte del ricavato delle vendite a varie missioni umanitarie nel mondo e in Italia.

Qual è la filosofia del brand e quale messaggio vuole inviare?

Con estrema umiltà vorrei comunicare quanto sia importante dare una seconda vita ai capi, il mix e match di ricco e povero, le fantasie,  per me è sinonimo di gioia di vivere, empatia, verso la comprensione  del fatto che senza gli altri non esistiamo. La filosofia del brand è la gioia di vivere, la profonda conoscenza di sé, con i nostri demoni e i nostri lati illuminati. È un invito all’introspezione per creare un mondo più solidale.


Uno scatto che rappresenta l’idea di moda di Lorenzo Sabatini: mix and match, creatività e sostenibilità

Nessuna stagionalità ma produzione con cadenza semestrale: è una strategia?

Senza nessuna falsità è ciò che mi posso permettere al momento autofinanziandomi e sono molto soddisfatto. Ad ogni modo se anche le cose, che già stanno andando per il verso giusto, migliorassero, non so se cambierei questo modus operandi giacché è in linea con la scelta green che muove il brand.

Chi sceglie di vestire Lorenzo Sabatini Clothing?

Solitamente la fascia di clienti è molto giovane. Sono ragazze e ragazzi curiosi di vita, sperimentatori, viaggiatori, creativi e molto entusiasti. Grazie.

Un tetto stellato: la magia della tenda a 2000 metri di altezza

Diversi italiani quest’anno hanno atteso con ansia la visione delle stelle cadenti nelle calde notti d’agosto. Le mete marittime si sono rivelate tra le più gettonate, ma anche la montagna ha regalato scenari unici e mozzafiato.



È possibile, infatti, vivere una vera e propria experience a completo contatto con la natura, nel cuore delle Dolomiti, vicino a Madonna Di Campiglio, sulla riva del Lago Nero. Il lago deve il suo nome al colore dell’acqua che, per via della profondità, assume una tonalità blu scuro. Quest’ultimo è uno dei luoghi di “pura bellezza” più famosi del Trentino, all’apice dell’affascinante e selvaggia Val Nambrone. Tra i più fotografati di sempre, soprattutto per lo spettacolare tramonto sulle Dolomiti di Brenta, riflesse nelle sue acque, è un’immancabile tappa per coloro che amano ammirare i suggestivi paesaggi emozionandosi. 



Raggiungerlo è facile: in macchina, dalla statale che sale da Pinzolo a Madonna di Campiglio, si segue la direzione “Laghi di Cornisello” (rifugio/ristorante). Dopo circa 4 km, si inizierà a salire per tornanti per circa 9 km – con una bella vista panoramica su Pinzolo. Parcheggiata la macchina, in circa 30 minuti di camminata avrete raggiunto la destinazione. Sarà possibile a quel punto montare la tenda: per quest’avventura basteranno infatti una tenda, un fornellino a gas monouso (reperibile da Decathlon), un sacco a pelo, una macchina fotografica e un binocolo. L’ideale è entrare in tenda prima del tramonto, in modo da potere godere al massimo del bellissimo tramonto che, verso le 19, tinge le cime delle montagne di rosso. Una volta arrivata la notte, ci si può scaldare sorseggiando una tisana e, tramite il binocolo, sarà finalmente possibile osservare il cielo illuminato dalle costellazioni (l’Orsa Maggiore la più riconoscibile fra tutte). Le temperature, dopo la mezzanotte, possono scendere anche sotto lo zero, motivo per il quale si consiglia un sacco a pelo molto pesante, senza dimenticare un pile e un impermeabile in caso di pioggia.



Sorta l’alba, le montagne assumono colori autunnali, tra il giallo e l’arancione, riflessi nello specchio del lago gelato: sarà possibile sorseggiare un the caldo fuori dalla tenda, sul prato ancora bagnato di rugiada e creare scatti mozzafiato con una vista impagabile.

Tra listening party, Balenciaga e musica: è uscito DONDA, il nuovo disco di Kanye West.

Certo, negli anni avremmo dovuto imparare che da Kanye West non possiamo aspettarci niente di normale. Però, come accade con tutte le grandi esagerazioni, si tende spesso a pensare che l’ultimo capitolo sia sempre quello più stravagante, e che non ci possa essere realisticamente spazio per un qualcosa di altrettanto folle.

Il rapper di Chicago è riuscito ancora una volta a smentirci, inscenando per l’uscita del suo nuovo album “Donda”, una serie di colpi di scena che hanno ricordato ai fan più le stazioni della “Via Crucis” che la release di un disco.

Si sa, un po’ come succede con alcune personalità illustri del mondo dello sport, l’eccentricità è da sempre un filo rosso che ha nei decenni collegato alcuni degli artisti più rivoluzionari del mondo della musica, e anche Kanye non sembra fare eccezione.

Oggi che il disco è finalmente stato pubblicato, è forse saggio fare un passo indietro per analizzare, con maggiore cognizione di causa, una delle pubblicazioni più assurde della storia della musica.


L’inizio dell’Odissea

Comincia tutto il 13 luglio del 2020. In occasione di quello che sarebbe stato il 71esimo compleanno della compianta madre, Donda West, Kanye rilascia su twitter una nuova canzone a lei dedicata.

Solamente una settimana dopo, annuncia l’imminente uscita di un album dal titolo “DONDA” con tanto di tracklist da 12 canzoni e successiva pubblicazione di quella che sarebbe stata la copertina del disco. Ovviamente, nessuna di queste cose si realizza. 

Non era tutto un sogno

A distanza di alcuni mesi, ecco che si ritorna a sentir parlare di “DONDA”. 

A marzo 2021, infatti, CyHi The Pryce conferma in un’intervista di essere attualmente al lavoro per il nuovo album di Kanye West dalla fine del 2020. 

Il primo listening party

Come un fulmine a ciel sereno, il 18 luglio Kanye organizza un listening party a Las Vegas per il suo nuovo lavoro. Il titolo ufficiale non viene rivelato, ma alcuni degli artisti presenti esprimono sui social media entusiasmo per quello che sembra un disco destinato a lasciare il segno. 


Mercedes-Benz Stadium – il secondo party

Davanti a oltre 40 mila persone, il 22 luglio il rapper di Chicago presenta il suo disco. Meno di 24 ore prima della prevista uscita. 

Kanye appare davanti alla sua platea in un completo “total red”, indossando in anteprima la giacca della prossima collaborazione tra Gap e Yeezy.

Mercedes-Benz Stadium – Parte 2

Passano le ore e di “DONDA” ancora nessuna traccia. 

Anzi, inizia a trapelare la notizia che Kanye West starebbe vivendo all’interno dello stadio di Atlanta per “ultimare l’album”. 

Notizia confermata da un livestream che mostra artisti del calibro di The Lox, Fivio Foreign, Chance the Rapper, Steve Lacy and Vic Mensa, recarsi in pellegrinaggio nella pancia dello stadio (in quella che a tutti gli effetti sembra una cella) per completare le proprie strofe in compagnia del rapper. 

Il party è questa volta fissato per il 5 agosto e si rivela molto più spettacolare del precedente. 

Con un look total black firmato Balanciaga, l’artista è questa volta accompagnato da numerosi performer e da diversi props di scena. 

Ciliegina sulla torta: alla fine del party Kanye West viene sollevato in cielo sulle note di “No child left behind”. 

Chicago – Il capitolo finale

“DONDA” non appare sulle piattaforme di streaming neppure dopo il secondo evento. Anzi, a testimonianza di come le sorprese col rapper non finiscano mai, si inizia a parlare di un nuovo listening party, questa volta nella sua “casa”: Il Soldier Field Stadium di Chicago. 

Non a caso, al centro del campo da gioco si erge infatti l’esatta replica della sua casa d’infanzia, per quella che sarà la quarta e ultima esibizione.

Oltre ai soliti ospiti d’eccezione, tra cui si distinguono Marilyn Manson e DaBaby, è stata l’ex moglie Kim Kardashian a rubare la scena, indossando lo stesso abito nuziale del loro matrimonio nel 2014. 

Che dire, quando c’è di mezzo Kanye, è difficile annoiarsi. 

L’oroscopo settimanale di Massimo Giannone

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.

Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.
Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

“Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.
Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone.
@massi_e_l_astrologia

Artwork a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_


ARIETE

Il sentiero è: CONSIGLIARE

LOVE – “Se la saggezza che dispensiamo agli altri la sperimentassimo su noi stessi, saremo di certo persone migliori”, Emanuela Breda, scrittrice. In amore essere saggi conduce a muovere ogni dinamica con rispetto e sensibilità, tale atteggiamento, rende forte e sicuro il rapporto.

WORK – “Wall Street è l’unico luogo in cui chi arriva in Roll Royce chiede consiglio a chi arriva in metropolitana”, Warren Buffett, economista statunitense. Essere ricchi non significa avere conoscenze, essere ricchi è l’esperienza della vita di tutti i giorni che insegna attraverso i suoi attimi.

FORMA FISICA – BUONA


TORO

Il sentiero è: GESTIRE LE EMOZIONI

LOVE – “A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni”, Alessandro Baricco, scrittore. Parlare alle volte non serve, emanare il giusto atteggiamento è il modo migliore per sanare le conflittualità di coppia.

WORK – “Innanzitutto, l’emozione! Soltanto dopo la comprensione!”, Paul Gauguin, pittore francese. Svolere le proprie mansioni con l’intensità delle emozioni, vi farà crescere professionalmente e trovare le soluzioni più opportune.

FORMA FISICA – FATE GINNASTICA DOLCE


GEMELLI

Il sentiero è: VOLONTA’ 

LOVE – “Non giudico le persone dei loro errori ma dalla loro voglia di rimediare”, Bob Marley, cantante. Giudicare non è mai bello in amore, cercate sempre di comprendere le motivazioni degli atteggiamenti di chi vi ama.

WORK – “Sappiamo cosa deve essere fatto: tutto ciò che manca è la volontà di farlo”, Nelson Mandela, attivista sudafricano. È il momento di assumersi le responsabilità, solo attraverso una visione chiare ed un volere forte troverete le soluzioni che vi stanno a cuore.

FORMA FISICA – DIETA


CANCRO

Il sentiero è: AUDACIA

LOVE – “Non si può evitare di usare prima di credere, perché credere è la prima audacia”, Robert Mallet, ingegnere irlandese. Credere è una fonte di certezza per raggiungere gli equilibri necessari alla vostra relazione, siate audaci.

WORK – “Niente di audace esiste senza la disobbedienza delle regole”, Jean Cocteau, poeta francese. Accettare a testa bassa alimenterà la vostra rabbia, imparate ad esprimere con trasparenza intellettuale come la pensate sul lavoro.

FORMA FISICA – OTTIMA


LEONE

Il sentiero è: VINCERE L’APATIA

LOVE – “Il contrario dell’amore non è l’odio ma l’apatia. Possa affrontare l’odio, possa affrontare la collera, possa affrontare la disperazione, posso affrontare chiunque senta qualcosa, ma non posso affrontare il niente”, Leo Buscaglia, scrittore statunitense. In amore l’apatia conduce verso un rapporto freddo e distaccato, manifestate controre e gentilezza.

WORK – “Il mondo non sarà distrutto da chi fa del male, ma da quelli che guardano senza fare niente”, Albert Einstein, fisico. Bisogna prendere posizioni nette e chiare nel lavoro ed evitare di essere apatici.

FORMA FISICA – YOGA


VERGINE

Il sentiero è: RESISTERE

LOVE – “Nessuna barriera può resistere all’amore. L’amore usa tutto quello che può”, William Shakespeare, drammaturgo inglese. In amore non sono necessarie barrire, per resistere alle fasi negative è necessaria una profonda analisi della situazione, evitando soprattutto i giudizi.

WORK – “Creare è resistere, resistere è creare”, Stephan Hessel, scrittore tedesco. Siate immaginativi, e creerete uno dei più bei percorsi professionali.

FORMA FISICA – OTTIMA


BILANCIA

Il sentiero è: FAR EMERGERE I TALENTI

LOVE – “Se senti una voce dentro di te che dice non puoi dipingere, allora tutti i costi dipingi e quella voce verrà messa a tacere”, Vincent Van Gogh, pittore olandese. Bisogna lottarsi per vincersi nei propri limiti e trovare il modo per sanare le vostre sofferenze affettive.

WORK – “La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità”, Lucio Anneo Seneca, filosofo romano. È il momento di cogliere al volo le opportunità professionali che si presenteranno.

FORMA FISICA – BUONA


SCORPIONE

Il sentiero è: VINCERE I RANCORI

LOVE – “Un vecchio amore e come un granello di sabbia, in un occhio, che ci tormenta sempre”, Voltaire, scrittore. Per ricostruire il proprio ambito affettivo, è necessario mettere da parte il passato, i rancori e le rabbie che ancora legano al vecchio, ed impediscono al nuovo di fiorire.

WORK – “Il rancore e l’effusione di un sentimento di inferiorità”, Jose Ortega Y Gasset, filosofo spagnolo. Farsi vincere dalle rabbie nel lavoro è solo un sentimento di inferiorità, sorridete a prescindere.

FORMA FISICA – JOGGING


SAGITTARIO

Il sentiero è: SUPERARE I TURBAMENTI

LOVE – “Non sono turbato perché mi hai tradito, ma perché non potrò più fidarmi di te”, Jim Morrison, cantante. La fiducia è un elemento essenziale in un rapporto, perderla significa che il rapporto è ormai chiuso.

WORK – “Perché dubiti dei tuoi sensi? Perché un non nulla basta turbarli”, Charles Dickens, scrittore britannico. Farsi vincere dai turbamenti non è propizio per il proprio lavoro.

FORMA FISICA – NUOTO


CAPRICORNO

Il sentiero è: CONCENTRAZIONE

LOVE – “La gente fa caso solamente alle immagini delle cose. Nessuno fa caso alle cose stesse”, Kurt Vonnegut JR, scrittore statunitense. Invece di prendervela per il modo in cui il partner si comporta con voi, cercate di osservare meglio.

WORK – “Quando un uomo rivolge tutta la volontà verso una data cosa, finisce sempre per raggiungerla”, Hermann Hesse, filosofo tedesco. Credere ed essere focalizzati, vi farà raggiungere delle vette impensate.

FORMA FISICA – OTTIMA


ACQUARIO

Il sentiero è: AMBIZIONE

LOVE – “Stai lontano dai da chi tenta di frenare le tue ambizioni, le persone da poco lo fanno sempre, ma solo che è veramente grande ti fa sentire che anche tu puoi diventare come lui”, Mark Twain, scrittore statunitense. State lontano dalle false amicizie e da chi vi assorbe energie, sono deterrenti per la vostra serenità.

WORK – “Quando si punta troppo in alto, è bene ricordare che raggiunta la vetta del monte sia un passo dal precipizio”, Emanuela Breda scrittrice. Nulla è duraturo nella nostra esistenza, alle volte accettare, significa cambiare pagina nella vostra vita.

FORMA FISICA – STRESS


PESCI

Il sentiero è: DOMINARE

LOVE – “Dominare gli esseri umani è forza, dominare se stessi è il vero potere”, Lao Tzu,filosofo cinese. È il momento di vincere le vostre debolezze e dominare le proprie fragilità.

WORK – “Comandare non significa dominare, ma compiere un dovere”, Lucio Anneo Seneca, filosofo romano. Portate a compimento i vostri compiti professionali ed evitate di rimuginare troppo.

FORMA FISICA – PILATE

I protagonisti del primo Manintown Next Generation Awards

MANINTOWN NEXT GENERATION AWARDS

Un progetto ideato da Federico Poletti e Davide Musto

#VENEZIA78 ha segnato il primo mattone del grande lavoro svolto da MANINTOWN MAGAZINE nel corso degli anni per sostenere e promuovere il cinema e i suoi nuovi talenti. Mai come in questo momento l’Italia è un paese ricco e libero nell’espressione dell’audiovisivo. Partendo da un’intuizione di Federico Poletti, direttore del magazine MANINTOWN ha saputo unire le due cinema e moda in modo tale da poter attingere l’una dall’altra in maniera virtuosa nel segno comune di comunicare i nuovi fenomeni nella creatività. Coadiuvato da Fabrizio Imas (giornalista) Davide Musto (fotografo e talent scout per le nuove leve), il premio Manintown Next Generation Awards” è andato in scena alla Biennale di Venezia all’interno della bellissima cornice della terrazza Campari al Lido. I due premiati per la sezione cinema di questa prima edizione sono stati Ludovica Francesconi e Giancarlo Commare. Come fenomeno web è stata premiata Elisa Maino, web talent italiana che sta anche uscendo con un nuovo libro.


Federico Poletti, founder & Editor in chief di MANINTOWN: “Da sempre raccontiamo tra il web e la carta tutto ciò che innovativo e nel tempo abbiamo dato voce a numerosi interpreti, che abbiamo visto crescere anche grazie alle nuove piattaforme come Netflix e ai social. Sono particolarmente felice di questa prima edizione dei Next Generation Awards che ha scommesso su Giancarlo Commare e Ludovica Francesconi che con noi hanno avuto il loro primo red carpet a Venezia e sono in uscita con tante nuove produzioni. Ora l’appuntamento col cinema continuerà con la Festa del Cinema di Roma dove presenteremo lo speciale dedicato al premio e il nuovo numero cartaceo da collezione”.

Ryan Prevedel

Davide Musto, fotografo & head of scouting di MANINTOWN: “Ho la fortuna di seguire con occhio attento le evoluzioni dei nuovi talenti e dei cambiamenti socio culturali che il mondo del cinema e i suoi giovani attori ci regalano quotidianamente. Il mio è un impegno costante nella ricerca o nella scoperta di nuovi volti che accompagno insieme a storie di moda. La scelta dei due finalisti è arrivata naturalmente. Seguo Commare da quando è apparso nella serie Skam e da quel momento ho sempre voluto raccogliere il suo volto con la mia fotocamera. In questi anni Giancarlo Commare ha saputo raccontare ruoli diversi con quella fine verità che appartiene soltanto ai grandi attori e ha saputo rendere moderna la capacità di essere una persona, ma anche un personaggio. Ho avuto inoltre l’onore di aver già lavorato con Ludovica Francesconi e sin dal primo scatto il suo sguardo è penetrato così profondo nel mio obiettivo che è stato naturale pensare al futuro di questa giovane attrice che credo sarà segnato da grandi interpretazioni”.

Conclude Fabrizio Imas, Entertainment Editor di MANINTOWN: “A volte scommettere su di un Talent può essere molto complesso, in quanto magari un progetto va bene o magari benissimo e poi magari le occasioni vengono a mancare. Il destino ha voluto che le due scelte dei vincitori siano ricadute su due attori i cui destini si sono appena incrociati artisticamente. Infatti, dal 16 settembre li ritroveremo insieme al cinema con il film “Ancora più bello”, seguito molto atteso di “Sul più bello”.

Special thanks per Hair&makeup dei talent

Kemon

Produzione e coordinamento Alessia Caliendo
Hair @kemonofficial @kemoncrew
Make up @ArmaniBeauty #ArmaniBeautyStars
Foto Camillo Carobi @itm.srl

La moda romantica di Ann Demeulemeester, dagli Antwerp Six ad oggi

Ha da poco riaperto i battenti, completamente ristrutturata, la boutique ammiraglia di Ann Demeulemeester ad Anversa, tassello importante nella strategia di rilancio avviata nel 2020, che passa adesso da un luogo intimamente legato ai (gloriosi) trascorsi dell’etichetta belga. Lo store è stato ridisegnato da Patrick Robyn, marito e stretto collaboratore della stessa Ann, e si pone a tutti gli effetti come vetrina del nuovo corso della label sotto l’egida di Claudio Antonioli. L’imprenditore, titolare dei multibrand eponimi, già tra i co-fondatori del conglomerato di marchi urban New Guards Group, ha acquisito la griffe un anno fa, deciso a restituirle il ruolo che le spetta nell’olimpo modaiolo. A portarla ai vertici del fashion world era stata infatti la fondatrice, ovvero uno dei mitologici Antwerp Six, i sei stilisti (oltre a lei Dries Van Noten, Marina Yee, Dirk Van Saene, Dirk Bikkembergs, Walter Van Beirendonck) laureatisi nei primi anni 80 alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa che, di lì a breve, avrebbero impresso un segno indelebile sulla moda del tempo, entrando negli annali.

E dire che Demeulemeester, nata nel 1959 a Waregem, nelle Fiandre Occidentali, all’inizio pensava di dedicarsi alla pittura, attratta com’era dalla ritrattistica fiamminga, ma resasi conto della forza espressiva degli abiti, si iscrive al corso di fashion design dell’Accademia Reale di Belle Arti. Ne uscirà nel 1981, dando vita con Robyn, quattro anni dopo, al brand che porta il suo nome.
Nel 1986 unisce le forze con i compagni d’università di cui sopra: affittano un furgone, lo riempiono delle proprie creazioni e viaggiano fino a Londra per esporle alla fiera British Designers Show, dove faranno enorme scalpore. Le loro proposte, d’altronde, sono sideralmente lontane dalla pomposità imperante negli eighties, decade caratterizzata, stilisticamente parlando, da spallone, barocchismi, luccichii vari ed eventuali, i punti di contatto sono semmai con il concettualismo spinto degli innovatori giunti qualche anno prima a Parigi dall’Estremo Oriente, Yohji Yamamoto e Rei Kawakubo.



Ph. Marleen Daniëls, Karel Fonteyne, Erik Madigan Heck

Guadagnatasi la notorietà, Demeulemeester comincia a dettagliare la sua particolarissima visione del prêt-à-porter: l’abbigliamento secondo lei è un mezzo per comunicare, un’emanazione della personalità di chi ne è artefice, delle sue sensazioni, esperienze e interessi. Questi ultimi, per la creativa belga, si appuntano sui versi di poeti come Rimbaud, Blake o Byron, sulla musica che esprime le inquietudini dei giovani di allora (Doors, Velvet Underground, Nick Cave…), su quei dipinti che, in gioventù, l’avevano indirizzata verso la scuola d’arte di Bruges.
Da adolescente, poi, si imbatte nella copertina del disco Horses di Patti Smith, su cui campeggia il ritratto dell’autrice in bianco e nero, con un outfit superbamente androgino (opera di Robert Mapplethorpe, genio maledetto della fotografia americana); si innamora della musica e ancor più del suo stile, negli anni dell’accademia confeziona tre camicie bianche e riesce a spedirle all’indirizzo della cantante, a Detroit. La sacerdotessa del rock diventa la sua musa, tra le due nasce ben presto un rapporto di amicizia e stima reciproca, Smith firmerà persino l’introduzione della monografia pubblicata da Rizzoli Usa nel 2014, che ripercorre con parole e immagini oltre trent’anni di storia della label, soffermandosi sul valore sentimentale che hanno per lei i capi signé Demeulemeester («Traggo un gran potere dall’indossare gli abiti di Ann. Mi fanno sentire sicura […] Sono un talismano»).

Nelle collezioni del marchio tutto ciò si traduce in un romanticismo crepuscolare venato di malinconia e spirito bohémien, nell’assolutismo cromatico del bianco e nero (spezzato talvolta da lampi di colore brillante), nella tensione tra elementi opposti (rigore e delicatezza, corposità e leggerezza, forme fluide e altre accostate al corpo) che caratterizza ogni mise, vero e proprio filo conduttore del lavoro della designer.
È del 1991 la prima sfilata donna a Parigi, in una spoglia galleria d’arte dove irrompono look severi, smaccatamente dark, che la critica stronca bollandoli come “funerei”. Lei corregge il tiro, asciuga le silhouette e perfeziona ulteriormente una visione dalla precisione quasi scientifica, sfuggente però a definizioni univoche e facili schematismi, che inizia presto a solleticare l’interesse di stampa, buyer e semplici osservatori, colpiti dall’approccio cutting-edge, sovente decostruzionista, della stilista.



Ph. Marleen Daniëls, Jacques Habbah

Il menswear non tarda ad arrivare, nel 1996 compaiono outfit per lui mescolati senza soluzione di continuità alle uscite femminili, una scelta che verrà ripetuta nelle collezioni successive fino alla nascita di una linea dedicata nel 2005. Demeulemeester del resto non bada troppo alle distinzioni di genere, in netto anticipo rispetto al gender fluid odierno. Uomini e donne condividono pertanto molti dei capisaldi che, una stagione dopo l’altra, forgiano l’estetica della maison: l’insistenza su linee fluide e allungate; i tagli di sbieco; i tessuti di preferenza leggiadri, naturalmente morbidi (seta, rayon, jersey, lino), con le consistenze ridotte ai minimi termini anche nei materiali più densi quali pelle o panno; le superfici puntualmente increspate da giochi di layering o sapienti drappeggi; l’uso copioso di cinture, nastri e cordoncini, come a voler sorreggere capi da cui promana un senso di precarietà, di noncuranza solo apparente che è poi l’essenza della moda di Demeulemeester.
L’uomo del brand ha l’aria perennemente trasognata e un animo nobile ma tormentato; un po’ maudit dei giorni nostri, un po’ ribelle metropolitano acconciato di tutto punto, con pantaloni dal fit rilassato e blazer stropicciati; i polsini, troppo lunghi, scivolano sulle mani, preferisce combat boots e sneakers alte a mo’ di stivaletto, a cingere il polpaccio. Si concede una punta di vanità ricorrendo al plumage, decoro che esemplifica la dialettica tra naturale ricercatezza ed eccentricità cara alla stilista: le piume si posano così sui cappelli a tesa larga, vengono agganciate a collane, bracciali e altri monili o, addirittura, ricoprono i boa che avvolgono gli abiti dello show Fall/Winter 2010.

Il processo di consolidamento della griffe raggiunge l’acme con il défilé S/S 1997, una sinfonia in black & white scandita, per la parte maschile, da accenni di stratificazione, camicette ampiamente sbottonate e pants quasi liquidi nella loro scioltezza. I critici stavolta plaudono entusiasti alla prova da manuale, il Costume Institute del Met newyorchese provvede a comprare diversi pezzi chiave, lo status di marchio cult è ormai acclarato.
Il ritiro dalle scene giunge a sorpresa nel 2013, con una lettera vergata a mano. Le succede Sébastien Meunier, che si muove nel solco dell’illustre predecessora, introducendo di tanto in tanto minime variazioni, qua tocchi fluo (S/S 2016), là mollezze da esteta decadentista chiuso nella camera da letto (S/S 2018).
Nell’estate 2020, la nuova svolta: Meunier lascia l’incarico e a distanza di poche settimane Antonioli, uno dei primi, storici retailer del brand, lo rileva per una cifra che non viene comunicata. La fondatrice viene (ri)chiamata a svolgere il ruolo di consulente creativo, alcuni ipotizzano già un suo maggiore coinvolgimento, lei nicchia, il neoproprietario parla a MFF di un «new beginning», ancora tutto da scrivere. In fondo, è in atto un ripensamento del concetto di mascolinità, chiamata finalmente a riconoscere tutte le fragilità, dubbi e timori insiti nell’animo umano: l’ideale maschile di Demeulemeester è più che mai attuale.



Ph. Alexandre Sallé de Chou, Giovanni Giannoni

Saucony Originals celebra i suoi 30 anni con un mega evento durante la Milano Design Week

A trent’anni dal lancio dell’iconica sneaker Shadow 6000, Saucony Originals celebra il suo anniversario con un mega evento nella capitale della moda italiana, durante la Milano Design Week.

È il 1991 quando la griffe lancia sul mercato il celeberrimo modello Shadow 6000, calzato da runner professionisti e dilettanti di tutto il mondo; a trent’anni da quello storico giorno, Saucony Originals si regala un evento stellare a Milano per rendere omaggio a un vero evergreen dell’etichetta statunitense, fondata nel 1898. Una serata organizzata per suggellare il forte legame tra il marchio e i suoi clienti. Gli ospiti nazionali e internazionali, per un totale di 250 presenze, sono stati intrattenuti dalla live performance del duo di DJ Polly & Pamy, DJ Shablo e il rapper – disco di platino – Ernia, protagonista della campagna AI 21 del brand. EricsOne, autore del murale Saucony Originals di 80 mq nel Brera Design District, ha offerto agli ospiti un live painting session di una inedita opera d’arte a tema Shadow 6000.

La collezione autunno/inverno 2021-22, firmata Saucony Originals, vede l’impegno di quattro giovani protagonisti del panorama musicale e culturale internazionale, chiamati a raccontare le loro storie individuali attraverso le Shadow 6000. Presentata ufficialmente il 6 settembre in occasione dell’evento milanese durante la Design Week, Shadow 6000 OG sceglie materiali premium e una nuova mescola PWRRUN per l’intersuola che la rende ancora più leggera e morbida.

“Siamo davvero entusiasti di celebrare la riapertura di questa travolgente città e il 30° anniversario della nostra iconica Shadow 6000. Saucony Originals crede molto nella self-expression e nell’individualità ed è stato importante per noi celebrare il ritorno alo stare insieme e il riaccendersi dell’industria creativa. Siamo orgogliosi di aver collaborato con un giovane di grande talento come EricsOne per il murale inaugurato il 4 settembre all’apertura della settimana del design e per l’inedita opera d’arte che ha creato dal vivo durante l’evento. È un artista autentico, unico e incarna tutto ciò che Saucony Originals rappresenta. La Milano Design Week ha davvero superato le nostre aspettative e good vibes sono state percepite da tutti, sia nel Brera Design District sia dai partecipanti all’evento”, ha commentato Claudia Lunati, Direttore Marketing Globale di Saucony Originals.

Golden Goose “FROM VENICE TO VENICE”

In occasione del 20º anniversario di Golden Goose e nell’anno che segna i 1600 anni di Venezia, il brand celebra le sue radici e i suoi valori, ritornando nella sua terra d’origine.



Golden Goose ha recentemente annunciato la sua prima partnership ufficiale con l’atleta olimpico statunitense Cory Juneau che ha vinto la sua prima medaglia di bronzo a Tokyo 2020, consolidando l’attitudine lifestyle del brand e la sua affinità con il mondo dello skate.

In occasione del Festival del Cinema di Venezia, il 6 settembre, Golden Goose ha ridato vita all’ iconica skate bowl del brand italiano di skateboard Bastard. Cory Juneau e un gruppo selezionato della skate community si esibiranno sulle acque della Laguna di Venezia e le note della DJ Brina Knauss.

Alla performance è seguita una cena esclusiva al Venice Venice Hotel, un’anteprima assoluta dal concept inedito non ancora aperto al pubblico. L’hotel è la perfetta combinazione di esclusività, artigianalità e bellezza senza tempo. La comunità di sognatori di Golden Goose e Venice Venice condividono gli stessi principi di amore, famiglia, passione, autenticità e positività.Tra gli ospiti Andrea Damante, Enula, Valentina Pegorer, lo skateboarder Rune Glifberg, l’attrice Caterina Shulha hanno assistito alla performance dal vivo della cantante Mafalda immersa in un’atmosfera romantica tra centinaia di rose e candele

Moët & Chandon per la 78° mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia

Compie dieci anni la sponsorship tra la storica Maison di Champagne e Biennale Cinema: la lunga liaison tra il mondo delle arti e dello spettacolo e Moët & Chandon torna al Lido dall’1 all’11 Settembre con un progetto di brand activism in collaborazione con Diversity per promuovere la cultura dell’inclusione. 

Il glamour secolare, complesso e raffinato di cui Moët & Chandon è simbolo e ambasciatore nel mondo riapproda a Venezia con il format “Toast for a Cause”.  Un format internazionale, creato nel 2009, per cui gli ospiti brindano a sostegno di una associazione benefica e per ogni brindisi raccolto, Moët & Chandon fa una donazione in loro nome.



Nell’anno che più di tutti ha portato al centro del dibattito collettivo le tematiche socioculturali su cui si stanno ridisegnando equilibri, dinamiche e sentiment attuali, la Maison sceglie di alzare calici e riflettori su inclusione e diversità, inaugurando una collaborazione con Diversity, una no profit impegnata nel diffondere la cultura dell’inclusione e nel promuovere una rappresentazione valorizzante delle persone per identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, età, etnia e disabilità, favorendo una visione del mondo che consideri la molteplicità e le differenze come valori e risorse preziose per le persone e le aziende. 

Dopo aver inaugurato la partnership ai Diversity Media Awards 2021, Moët & Chandon e Diversity presentano al Lido un’iniziativa a sostegno del progetto di ricerca di Diversity dedicato alla rappresentazione valorizzante e inclusiva delle persone nel cinema.  


Gaia Gozzi; Eleonora Carisi; Edoardo Purgatori

Da quest’anno Diversity si occuperà di integrare il lavoro di ricerca già in corso da più di dieci anni sul fronte della rappresentazione inclusiva nei prodotti mediali con un ulteriore approfondimento di analisi qualitativa sul linguaggio inclusivo nelle traduzioni e negli adattamenti da altri idiomi e sulla rappresentazione di voci diverse nel doppiaggio italiano. Questo importante progetto verrà sviluppato grazie al sostegno di Moët & Chandon ed è il presupposto essenziale per porre le basi di un lavoro di valorizzazione del linguaggio inclusivo.

Lo studio prevede un’analisi dei processi che determinano questa rappresentazione nei prodotti cinematografici, nella convinzione che il cinema sia un veicolo culturale fondamentale per costruire un immaginario collettivo davvero inclusivo, in cui tutte le persone siano protagoniste. 

Next Generation Awards: il premio di Manintown per supportare i new talents

MANINTOWN presenta la prima edizione dei NEXT GENERATION AWARDS, un nuovo progetto che sottolinea l’ulteriore impegno del magazine, che da anni lavora sullo scouting di nuovi talenti nel mondo del cinema e della creatività. E proprio il legame col cinema e le arti performative è diventato sempre più forte nell’ultimo anno fino a spingersi a diventare un vero e proprio focus editoriale di MANINTOWN inteso come piattaforma dove scoprire i più promettenti nomi nel cinema, nella musica e comunicazione (tra fotografi, registi, digital artist).

Da qui l’esigenza di dare maggior concretezza a questa passione con l’iniziativa NEXT GENERATION AWARDS che trova a Venezia la sua ideale e naturale cornice durante la mostra internazionale d’arte cinematografica.

Commenta Federico Poletti, founder & Editor in chief di MANINTOWN: “Sin dalla sua nascita nel 2013 la vocazione del magazine è stata orientata alla ricerca di tutto ciò che innovativo e nel raccontare i fenomeni emergenti nella moda e nelle arti, dal cinema alla musica, dall’arte fino al design. Nel tempo abbiamo dato voce a numerosi interpreti, che abbiamo visto crescere anche grazie alle nuove piattaforme come Netflix e ai social. Per questo, oltre ai due premi ai nuovi volti del cinema, mi sembrava interessante dare anche spazio anche a un fenomeno che arriva dal web.

I premiati per questa prima edizione del NEXT GENERATION AWARDS sono:

  • –  Miglior attore rivelazione: GIANCARLO COMMARE
  • –  Miglior attrice rivelazione: LUDOVICA FRANCESCONI
  • –  Web talent of the Year: ELISA MAINO

Commare si è fatto notare in serie come “Skam Italia” targate Netflix, e nel recente “Maschile Singolare”, film a tematica omosessuale con una narrativa realista che ha segnato la differenza nel racconto cinematografico. Un volto che sta crescendo con produzioni di qualità tra cinema e teatro. Lo vedremo a breve in sala dal 16 settembre con “Ancora più bello” al fianco di Ludovica Francesconi. Ed è per questo che vogliamo riconoscere il suo talento con il New Generation Awards di MANINTOWN.Commenta lo stesso Giancarlo Commare: “Le sorprese mi piacciono e la comunicazione di questo premio lo è stata sotto ogni punto di vista. Attraversiamo tutti dei momenti un po’ sottotono e soprattutto in quei momenti le belle notizie, aiutano e sono maggiormente apprezzate. Bisogna lasciarsi sempre sorprendere dalla vita e ringraziare per tutto quello che ci viene dato.”

Giancarlo Commare, il vincitore del Premio assegnato da Man In Town al miglior attore

Ludovica Francesconi (classe 1999), giovanissima, con un volto, di cui non si può fare a meno di innamorarsene per la sua freschezza e spontaneità. Anche lei reduce dal grandissimo successo de “Sul più bello” che abbiamo visto su Amazon Prime Video, ora la vedremo sempre al fianco di Giancarlo in: “Ancora Più Bello”. Ha sempre voluto fare l’attrice sin da bambina quando sentiva il profumo dei pop-corn. Siamo certi che il suo percorso sarà ricco di riconoscimenti e vogliamo essere i primi a premiarla come Miglior Attrice Rivelazione con il New Generation Awards di MANINTOWN.

Ludovica Francesconi, la vincitrice del Next Generation Award 2021 per la miglior attrice

Elisa Maino, classe 2003, con oltre 5 milioni di follower su Tik Tok e quasi 3 milioni su Instagram, è tra le web talent italiane della sua generazione che hanno riscosso più successo a livello internazionale. Dall’apertura del suo canale YouTube nel 2014, Elisa non ha mai smesso di raccontare sé stessa e le sue passioni sui social, diventando la musa ispiratrice di una generazione. Appassionata di scrittura, ha pubblicato due romanzi con Rizzoli: il primo, “OPS”, ha venduto più di 100mila copie in tutta Italia. Il secondo, “OPS2 – Non ti scordar di me”, si conferma un successo editoriale. Il suo terzo romanzo “Con amore”, è in uscita il 20 Settembre 2021.

Elisa Maino vince il best web talent Next Generation Award 2021

Davide Musto, fotografo & head of scouting di MANINTOWN: “Ho la fortuna di seguire con occhio attento le evoluzioni dei nuovi talenti e dei cambiamenti socio culturali che il mondo del cinema e i suoi giovani attori ci regalano quotidianamente. Il mio è un impegno costante nella ricerca o nella scoperta di nuovi volti che accompagno insieme a storie di moda. La scelta dei due finalisti è arrivata naturalmente. Seguo Commare da quando è apparso nella serie Skam e da quel momento ho sempre voluto raccogliere il suo volto con la mia fotocamera. In questi anni Giancarlo Commare ha saputo raccontare ruoli diversi con quella fine verità che appartiene soltanto ai grandi attori e ha saputo rendere moderna la capacità di essere una persona, ma anche un personaggio. Ho avuto inoltre l’onore di aver già lavorato con Ludovica Francesconi e sin dal primo scatto il suo sguardo è penetrato così profondo nel mio obiettivo che è stato naturale pensare al futuro di questa giovane attrice che credo sarà segnato da grandi interpretazioni”.

La premiazione si svolgerà venerdì 10 settembre, dalle 18.30 nella Campari Lounge | Terrazza Biennale e ai premiati sarà dedicato un servizio speciale sul prossimo numero cartaceo di MANINTOWN in uscita per il Festival del Cinema di Roma. Per ribadire il legame con i giovani creativi MANINTOWN ha scelto di far realizzare il NEXT GENERATIONS AWARD all’artista italo-colombiana Rosana Auqué, che ha creato per i 3 vincitori 3 opere per testimoniare la magia del paesaggio

veneziano e dell’arte cinematografica. Racconta la stessa Rosana: Ho voluto trasmettere l’atmosfera incantevole di Venezia, la sua bellezza infinita e la sua grande storia. La magia del paesaggio che mischia il cielo con l’elemento più caratteristico della città, l’acqua, creando sfumature inesauribili amate da tanti artisti. Non a caso un Re di Francia ha detto “Se non fossi re di Francia, sceglierei di essere cittadino di Venezia.”

Il team di professionisti Kemon, visionario leader internazionale nel mondo dell’hairstyling, curerà l’immagine dei due vincitori Giancarlo Commare e Ludovica Francesconi e gli special guest dell’evento, oltre una serie di talent che saranno svelati nel prossimo numero di MANINTOWN.

“Il cinema è cambiato con la pandemia, ma non per tutti i versi in peggio, come dimostra il successo di piattaforme digitali come Netflix o Amazon Prime, che si sono rivelate di vitale importanza. Oggi abbiamo la consapevolezza che dobbiamo far tornare ovviamente le persone nelle sale cinematografiche e in sicurezza, ma abbiamo anche una marea di produzioni in più che posso dare lavoro ad attori, attrici ed addetti ai lavori. Il cinema italiano per un momento è stato come in stallo, sembrava che non potesse evolvere, invece ora ci troviamo con una new generation di attori sbalorditivi e preparati. Ed è proprio per questo che noi a MANINTOWN fin da subito abbiamo voluto dare grande spazio ai giovani talenti, guardando soprattutto all’editoria che magari continuava a parlare di giovani talenti tramite le stesse persone, che poi tanto giovani non erano più. Il cinema deve essere una casa sicura dove sperimentare, e solo chi ha la freschezza e il talento con un pizzico di ironia secondo noi potrà portare la bandiera del cinema italiano nel mondo, proprio come l’Italia ha sempre fatto. Dobbiamo lavorare affinché chi se lo merita possa emergere, divertirsi e far divertire il pubblico a casa, perché il cinema ricordiamocelo sempre è Intrattenimento.” conclude Fabrizio Imas, Entertainment Editor di MANINTOWN

DOVE E QUANDO

Campari Lounge | Terrazza Biennale – Venezia Lido (di fronte al Palazzo del Casinò) Venerdi 10 settembre, dalle 18.30 alle 20.30

Per accreditarsi all’evento: [email protected]

La locandina dell’evento Next Generation Awards 2021

Il ritorno del premio Roberto Rossellini

In anteprima alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia mercoledì 8 settembre alle ore 11.00 presso l’Italian Pavilion la nuova edizione del Premio Internazionale Roberto Rossellini.



Troppe volte l’Italia si dimentica di celebrare i suoi maestri, cosa in cui invece sono bravissimi gli americani, ecco finalmente stiamo imparando a farlo. Rossellini maestro indiscusso del cinema italiano nel mondo.

Il Premio Internazionale Roberto Rossellini, ha l’ambizione d’incentivare i giovani talenti, in Italia e nel mondo – importante, in tal senso, il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di New York e di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, assieme alle partnership degli Istituti di Los Angeles e di Pechino, e ad altri istituti italiani operanti nel mondo – e inaugurare un percorso di studio parallelo e coincidente con il Progetto completamento dell’Enciclopedia Audiovisiva della Storia, fortemente voluta da Roberto Rossellini.

Interverrà, inoltre, Francesco Verdinelli, Assessore alla Cultura del Comune di Calvi dell’Umbria – dove questa estate si è svolto il Premio Nazionale in onore di Rossellini – che decreterà ufficialmente i nomi dei vincitori ed enuncierà i tre titoli delle sceneggiature premiate dalla Giuria presieduta da Renzo Rossellini e composta da Silvia d’AmicoLia Francesca MorandiniGualtiero Rosella

L’Evento di Calvi apre alla prospettiva di manifestazioni analoghe nell’intero territorio nazionale, purché coerenti con gli obiettivi del Premio e in sinergia con il Premio Internazionale Roberto Rossellini, con la finalità di valorizzare il patrimonio artistico-culturale della provincia.



Nato nel 1999 a Maiori – località particolarmente cara al maestro del cinema italiano, in cui ha girato diversi film come: Paisà, 1946; L’amore, 1948; Viaggio in Italia, 1954 – per volontà di Renzo Rossellini (figlio del celebre cineasta), il Premio è stato sospeso nel 2013 a causa della mancanza dei necessari apporti finanziari.

Dopo questa lunga pausa, durata circa un decennio, la manifestazione riprende finalmente la sua attività.

Il punto di partenza sarà il rinnovato omaggio al maestro, portando avanti la sua idea di cinema e di arte: cinema etico e Umanesimo, ricerca di verità nel frammento del presente ed interpretazione della storia.

La cerimonia di premiazione del Premio Internazionale Roberto Rossellini si terrà alla Casa del Cinema di Roma il 18 dicembre 2021, all’interno della XIII edizione dell’International Fest Roma Film Corto.

‘Born in Italy – Travel and Joy’, a Noto la mostra che unisce tradizioni siciliane e innovazioni contemporanee

Patrimonio dell’Unesco dal 2002, riconosciuta universalmente come capitale del Barocco siciliano, finita tre anni fa sui radar di milioni di persone grazie a uno dei matrimoni più mediatici di cui si abbia memoria, quello dei Ferragnez, Noto vive una fase di vivacità che non accenna a diminuire, tutt’altro. Lo conferma un’iniziativa che, fino al prossimo 5 novembre, arricchirà ulteriormente la già movimentata scena artistica locale, Born in Italy – Travel and Joy, mostra o meglio, progetto culturale di ampio respiro, con opere disseminate in diverse sedi, dall’ex caserma Cassonello al Parco dell’Anima (suggestiva commistione di arte e agricoltura in un’area di 50 ettari immersa nella campagna netina), al centro espositivo di Palazzolo Acreide, comune poco distante da Noto.



L’exhibition segna la nascita del Museo dell’Anima, polo espositivo e di ricerca che intende affermarsi come un dinamico laboratorio di studio, sperimentazione, produzione e innovazione. Si compone di due sezioni, il Centro Espositivo Museale delle Tradizioni Nobiliari (che, forte della cospicua collezione di reperti, racconta una lunga storia familiare aristocratica di origini sciclitane) e quella di Arte Contemporanea, completamento del succitato Parco dell’Anima, inaugurato nel 2020.
Born in Italy – Travel and Joy, ideata da Alessia Montani e Federica Borghi, è stata realizzata da M’AMA.ART e Icons Productions, in collaborazione con il Sistema Museale Iblei, Luigi Grasso (presidente della sezione Arte Contemporanea) e Titti Zabert Colombo (a capo invece dei dipartimenti delle Tradizioni Nobiliari e Memoria storica), con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico.



La curatrice Alessia Montani riassume così l’idea alla base dell’iniziativa: «Artisti di fama internazionale sono stati scelti per confrontarsi sul valore del recupero delle antiche tradizioni e dell’artigianato artistico in chiave innovativa, anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie digitali. Il ricamo, l’uncinetto, le luminarie, le incisioni, l’intarsio, la ceramica, i preziosi oggetti della tradizione – selezionati da Cetty Bruno – diventano, in Born in Italy, il filo rosso che unisce passato e futuro, tradizione e contemporaneità. Un progetto multidisciplinare, per recuperare le antiche colture e culture del Mediterraneo, patrimonio materiale e immateriale del nostro Paese, dove l’importanza della biodiversità è incisa nella terra e nel grano autoctono con l’opera Rebirth – Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, ormai simbolo di sostenibilità nel mondo». Proprio quest’ultimo artwork, una riconfigurazione del simbolo matematico dell’infinito con due cerchi contigui, rappresentanti i poli opposti di natura e artificio, cui si frappone un terzo anello (a indicare una possibile compenetrazione tra dimensioni teoricamente antitetiche), assurge in qualche modo a emblema della rassegna, tanto da venire proiettato, in forma di mapping, sulla facciata della cattedrale di Noto.
Oltre al lavoro di Pistoletto, esponente di rango dell’Arte Povera, i visitatori potranno ammirare un corpus decisamente nutrito di opere e installazioni site specific, realizzate tra gli altri da Domenico Pellegrino, Paola Romano, Titti Garelli, Julia Krahn, Franco Politano e Giulio Rigoni.



Dall’agenda culturale di Settembre: non perdete Cortona on the move

Mancano solo poche settimane per visitare Cortona On The Move, la rassegna fotografica oramai decennale, che si snoda nel borgo collinare omonimo e fa approdare nel Belpaese la fotografia contemporanea internazionale.

“Siamo tutti protagonisti di questa edizione, l’essere umano torna al centro nella sua quotidianità, con le sue relazioni, gli affetti e la condivisione di esperienze, un omaggio all’ordinario e allo straordinario della nostra condizione umana” sono le parole di Arianna Rinaldo, direttrice artistica dell’edizione denominata, per l’appunto, We are Humans.

I Know How Furiously Your Heart is Beating è il titolo della mostra del super guest statunitense Alec Soth che, dopo una pausa dalla fotografia, torna a guardare il mondo dal suo obiettivo esplorando nell’interiorità dei soggetti ritratti scegliendo di scattare a colori e in grande formato. Il lavoro viene esposto per la prima volta a Cortona, nella Fortezza del Girifalco, insieme a quello di altri artisti, come la serie Leaving and Waving di Deanna Dikeman. Famiglia, invecchiamento e dolore insito nel dirsi addio sono le tematiche che toccano le corde emozionali dello spettatore. Per ventisette anni, dal 1991, Deanna ha scattato fotografie mentre salutava i suoi genitori, prima di rimettersi in viaggio, dopo essere andata a trovarli a Sioux City, Iowa senza mai dimenticarsene. L’epilogo del sequencing è straziante.



Nella stessa sede è esposta anche la call to action per l’italiano Paolo Pellegrin che, grazie  alla proposta di Cortona On The Move e Intesa Sanpaolo, Main Partner del festival, ha ideato un progetto fotografico dedicato agli effetti della pandemia sulla quotidianità umana minata dal distanziamento sociale. Contestualmente, il direttore artistico ha voluto creare un parallelismo, volto a generare ottimismo e speranza, con la mostra Come saremo – L’Italia che ricostruisce,una selezione di fotografie dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che racconta la rinascita dell’Italia nel secondo dopoguerra.



Nello spazio espositivo presente nel pieno centro storico emergono i lavori dei giovani fotografi emergenti e quelli dei più noti.

Tra loro Alessandra Sanguinetti che con il lavoro An Everlasting Summer – The Adventures of Guille and Belinda tratta i temi dell’amicizia, delle relazioni e dello scorrere del tempo tutto al femminile di un progetto iniziato nel 1999 e tuttora all’attivo. Belinda e Guillermina sono diventate le protagoniste delle sue immagini a partire dall’estate di oltre venti anni fa quando la fotografa le ha conosciute nelle campagne di Buenos Aires.  



Voce al mondo queer, per far emergere il dialogo con se stessi, così come l’autonomia, l’inclusione e l’amore responsabile grazie al  lavoro di Gabo Caruso Cora’s Courage. Un documento che racconta l’esperienza della transizione sociale in giovanissima età.



Fiori all’occhiello per i reportage di attualità sono due lavori quello di Jonathan Torgovnik, che attraverso Disclosure – Rwandan Children Born of Rape torna a rappresentare la realtà ruandese per dar voce alle donne violentate come strumento di guerra incontrate dodici anni prima; e l’opera di



Tim Franco Unperson – Portraits of North Korean Defectors che sceglie la Corea del Nord peri suoi racconti di fuga e libertà dal paese natio. La fuga segue percorsi diversi e la strada verso la Corea del Sud è pericolosa. Arrivati a destinazione, spesso l’adattamento alla nuova società e a una nuova vita, è difficile. 

Padanistan di Tomaso Clavarino ci fa riapprodare all’Italia con il racconto di un territorio idealizzato ma che geograficamente, culturalmente e giuridicamente rimane un “non luogo” lungo la S11, che collega Torino a Venezia: la Padania.



In mostra a “Cortona on the Move”, e per la prima volta in Italia, anche 72 scatti Magnum Photography per celebrare il cinquantesimo anniversario di Medici Senza Frontiere. Il percorso racconta le principali crisi umanitarie dal 1971 a oggi: dai conflitti in Afghanistan e Libano degli anni ‘70 e ‘80 al genocidio in Ruanda, dal massacro di Srebrenica al terremoto ad Haiti fino alle attuali rotte migratorie in Messico, Grecia e nel mar Mediterraneo, sottolineando l’importanza della documentazione e dell’impegno mirati a guardare oltre ogni ostacolo grazie all’obiettivo.

Cortona On the Move

Fino al 3 Ottobre 2021

Cortona (Arezzo)

www.cortonaonthemove.com

GenovaJeans inaugura l’evento dedicato al Jeans, la sua storia e l’innovazione per il futuro

Volge al termine GenovaJeans, evento annuale del Comune di Genova in partnership con Diesel, Candiani e ArteJeans, con il supporto di Eco Age, che ha dato via alla prima edizione con 5 giornate che uniranno la storia e il futuro del jeans, nato nel capoluogo ligure e amato in tutto il mondo, all’insegna della sostenibilità.

In queste giornate molti hanno preso parte all’iniziativa tra influencer e giornalisti nazionali e internazionali, accompagnati in un percorso guidato per visitare le principali mostre dell’evento. Il percorso è iniziato negli spazi della Biblioteca Universitaria, dopo la Conferenza, con la visita alla mostra “Jeans. Dalle origini al mito” che ospita il racconto delle origini genovesi del jeans e la loro evoluzione nei secoli attraverso reperti storici, installazioni multimediali, video inediti, documentari e approfondimenti didattici. 

La seconda tappa del tour è stata la mostra “Behind the Seams. Quanto credi di sapere del tuo jeans?” realizzata in collaborazione con Candiani Denim. Un’esibizione interattiva, allestita nel Mercato Comunale in Piazza dello Statuto, che racconta l’impatto che la produzione del jeans ha sull’ambiente e le nuove soluzioni sostenibili. 

Successivamente si arriva alla mostra “DIESEL’s denim heritage. A walk in its archive” allestita presso il Sottoporticato del Palazzo Ducale e dedicata ai pezzi leggendari ed iconici dell’archivio privato del marchio, che hanno varcato per la prima volta i cancelli dell’azienda. Accompagnati da Renzo Rosso lungo la Via del Jeans, gli ospiti hanno potuto visitare “Diesel for responsible living | A Journey towards a sustainable future”, dedicata al jeans sostenibile del futuro, “Diesel for successful living | The history of advertising” un’esposizione per far riflettere su come i jeans siano stati utilizzati per trasformare il mondo dell’advertising e “Diesel’s replica of the first jeans ever” dove hanno avuto l’opportunità di ammirare una riproduzione del primo jeans mai documentato nella storia, una replica del capo di una statuetta di presepe ricreata utilizzando tessuti e lavorazioni fatte a mano e totalmente Made in Italy.

Lungo il percorso della Via del Jeans, che tocca botteghe storiche e showroom di vari operatori locali che hanno deciso di partecipare al grande evento, i visitatori hanno apprezzato le famose Pigotte in jeans di Unicef, le postazioni di upcycling per la raccolta di capi jeans usati organizzate in collaborazione con Green Chic e l’omaggio del CIV di Luccoli alla Via del Jeans, un allestimento con due manichini interamente vestiti di piante per rappresentare la sostenibilità dell’evento. 

In occasione di GenovaJeans, la Lanterna – monumento simbolo della città – si illuminerà al tramonto in blu per sottolineare il valore sociale e identitario del patrimonio culturale di Genova.

Negli spazi del Museo del Risorgimento dove, accanto alle Camicie Rosse e ai Jeans dei Garibaldini, è esposta l’opera donata dal famoso artista inglese del jeans Ian Berry, “Ritratto di Giuseppe Garibaldi” che rende omaggio all’eroe dei due mondi.  

A concludere il tour, la mostra “ArteJeans, un mito nelle trame dell’Arte contemporanea”, un’esclusiva raccolta di 35 opere realizzate appositamente da artisti contemporanei con il jeans fornito dall’azienda Candiani Denim e donati alla Città di Genova su invito dell’Associazione ArteJeans, fondata da Ursula Casamonti e Francesca Centurione Scotto. L’esibizione, realizzata nel cantiere di quella che sarà la sezione Arte Contemporanea del futuro Museo del Jeans all’edificio Metelino, vuole sottolineare l’appartenenza di questo straordinario, versatile tessuto alla Città marinara, dalla quale nei secoli si è diffuso in tutto il mondo, eccellenza del Made in Italy e laboratorio di creatività e ingegno. 

Il tour ha toccato anche l’interno del Museo Diocesano, dove si può ammirare la straordinaria collezione chiamata Blu di Genova costituita da teli considerati a pieno titolo gli antenati del jeans, i Teli della Passione. Si tratta infatti di quattordici teli di lino, tinti con indaco e dipinti a biacca che raccontano le varie tappe della Passione di Cristo realizzati tra il 1538 e la fine del XVII secolo da Teramo Piaggio e suoi collaboratori e ispirati dalle incisioni di Dürer e da Raffaello.

L’oroscopo settimanale di Massimo Giannone

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.

Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.
Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

“Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.
Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone.
@massi_e_l_astrologia

Artwork a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_


ARIETE

Il sentiero è: PERMETTERE

LOVE – “Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei”, Paulo Coelho, scrittore. Quando si sta male ed il nostro rapporto ci delude, è facile che la rabbia abbia il sopravvento, controllatela e vincetela.

WORK – “Non permettere a te stesso di essere controllato da tre cose: le persone, i soldi ed il passato”, Charles Bukowski, scrittore statunitense. Nelle difficoltà è facile farsi vincere dalle questioni economiche e non agire nel modo più consono, liberatevi dalle persone negative e cercate di credere in una soluzione.

Forma fisica: BUONA


TORO

Il sentiero è: PRECISIONE

LOVE – “Un egoista non sa mai con precisione cosa vuole, ma lo vuole furiosamente”, Charles Macklin, drammaturgo irlandese. Quando l’ego ha il sopravvento in un rapporto, ogni cosa perde il suo senso, non si ha la visione e sicuramente l’amore non esiste più.

WORK – “Quando non sai che cosa stai facendo, fallo con la massima precisione”, Arthur Block, scrittore statunitense. Quando una mansione non è conosciuta a fondo è necessario prestare più accortezza e magari chiedere consigli a persone più competenti, eviterete così errori madornali.

Forma fisica: EVITARE GLI ALCOLICI


GEMELLI

Il sentiero è: PARTECIPARE

LOVE – “Essere sempre tra i primi e sapere, ecco ciò che conta”, Eugenio Montale, scrittore. Bisogna lottare per il meglio, per crescere, e far crescere le persone che amiamo, troverete in tal modo un sentiero di crescita e di amore per voi stessi e per gli altri.

WORK – “La via del saggio è agire, ma non competere”, Lao Tse, filosofo cinese. Per migliorare la vostra condizione professionale dovrete agire con una mira precisa, con un focus chiaro e determinato.

Forma fisica: EVITATE I DOLCI


CANCRO

Il sentiero è: CHIAREZZA

LOVE – “Davanti a un prato apriti alla chiarezza, abbraccia la semplicità, cancella l’egoismo. Vedi tutto come se fosse il seme di qualcosa”, Fabrizio Caramagna, scrittore. Il momento non è dei migliori ma se osservate bene, la bellezza è attorno a voi basta pensare troppo, liberate da inutili pensieri e schiarite la vostra mente con la leggerezza a prescindere.

WORK – “Parlare sicuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi”, Galileo Galilei, fisico. Per farvi comprendere dal vostro team è necessaria una verbosità chiara ed in grado di far comprendere le cose difficili a tutti.

Forma fisica: OTTIMA


LEONE

Il sentiero è: MALLEABILITA’

LOVE – “La misura della forza di una persona non è la sua potenza muscolare o la sua energia, ma è la sua flessibilità e adattabilità”, Debasish Mridha, neurologo americano. Pochi conoscono la vostra anima ed il vostro adattarvi ad ogni situazione per non far soffrire nessuno.

WORK – “Una delle migliori definizioni dell’intelligenza è proprio flessibilità: cioè la capacità di trovare le soluzioni giuste non marciando diritti per la propria strada, ma cercando altri percorsi più fruttuosi”, Piero Angela, giornalista. Quando il vostro settore professionale non vi gratifica o soddisfa, è arrivato il momento di essere flessibile e disponibile anche a cambiare percorso.

Forma fisica: FATE MASSAGGI DRENANTI


VERGINE

Il sentiero è: PAZIENZA

LOVE – “Nella vita coniugale, l’essenziale è la pazienza. Non l’amore: la pazienza!” Anthon Cecov, scrittore russo. davvero un momento difficile per la vostra situazione sentimentale, non fatevi vincere da inutili rabbie e siate pazienti. 

WORK – “Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti la: tempo e pazienza”, Lev Tolstoj, filosofo e scrittore russo. È Parecchie problematiche da fronteggiare al rientro delle vacanze, osservate con pazienza ed attendete i tempi opportuni.

Forma fisica: SPOSSATEZZA


BILANCIA

Il sentiero è: INDULGENZA

LOVE – “Se ti senti disposto a essere conciliante, chiediti soprattutto che cosa ti rende in realtà così indulgente: una cattiva memoria, la comodità o la codardia”, Arthur Shnitzler, scrittore e medico austriaco. Bisogna comprendere la base dei nostri comportamenti e con onestà intellettuale essere coerenti e giusti con chi amiamo.

WORK – “La vita ci insegna ad essere meno duri con noi stessi e con gli altri”, Goethe, scrittore tedesco. Un atteggiamento indulgente renderà armonico e saggio il vostro ambiente professionale.

Forma fisica: DISCRETA


SCORPIONE

Il sentiero è: VINCERE I DUBBI

LOVE – “Chissà se l’amo? È un dubbio che mi accompagno per tutta la vita e oggidì posso pensare che l’amore accompagnato da tanto dubbio sia il vero amore”, Italo Svevo, scrittore. In ogni relazione ci sono dubbi che incidono nella serenità dello stesso ma non per questo i sentimenti vengono meno o sarete meno amati.

WORK – “Il meglio del meglio non è vincere 100 battaglie sul 100 bensì sottomettere il nemico senza combattere”, Sun Tsu, generale e filosofo cinese. Vincere gli ostacoli attraverso una visione chiara vi condurrà ad essere ammirati per aver risolto senza battaglie ma con l’amore che avete per la vostra professione.

Forma fisica: CONCEDETEVI RELAX


SAGITTARIO

Il sentiero è: GENEROSITA’

LOVE – “Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall’ambizione che dalla generosità”, Lucio Anneo Seneca, filosofo romano. Quando chi dice di volervi bene non dona con generosità, ma giudica e cerca di cambiarvi, bene, scegliete un’altra persona che scaldi il vostro cuore.

WORK – “La gentilezza nelle parole crea confidenza. La gentilezza dei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore”, Lao Tse, filosofo cinese. La gentilezza è uno strumento potentissimo, siate gentili con i colleghi, miglioreranno i rapporti ed anche gli altri saranno gentili con voi.

Forma fisica: OTTIMA


CAPRICORNO

Il sentiero è: LOTTARE LE PAURE

LOVE – “La vita ha quattro sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto e vinci sempre”, Oriana Fallaci, scrittrice. Ogni paura è necessaria affinché l’esperienza vi insegni ad amare con profondità, vincendo le paure che vi assillano.

WORK – “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”, Ernesto Che Guèvara, rivoluzionario. È necessario lottare per vincere le vostre insicurezze professionali, credete di più in voi ed una nuova via si aprirà.

Forma fisica: PRATICATE SPORT


ACQUARIO

Il sentiero è: PRATICITA’

LOVE – “L’amore non è qualche parolina mormorata a fior di labbra prima di addormentarsi. L’amore si nutre con gesti concreti, di dimostrazioni, di devozione nelle cose che facciamo giorno per giorno”, Nicholas Sparks, scrittore statunitense. Voi avete una profonda consapevolezza di cosa significa amare, non mormorate, urlate, ma non tutti hanno un udito ottimo.

WORK – “Le cinque e C di una buona comunicazione: chiarezza, completezza, concisione, concretezza, correttezza”, anonimo. Tutti questi sono doni che possedete, siate felici a prescindere, chi non li possiede cerca di mettere in difficoltà gli altri.

Forma fisica: DISCRETA


PESCI

Il sentiero è: IMMAGINARE

LOVE – “Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa”, Khalil Gibran, scrittore. L’immaginazione è un dono che il vostro animo possiede, sappiate che dopo essa c’è la creazione, non perdetevi d’animo e lottate per i vostri sentimenti.

WORK – “Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte”, Edgar Allan Poe, scrittore statunitense. Non smettete mai di sognare ad occhi aperti, presto, il vostro sogno professionale sarà una splendida realtà.

Forma fisica: DEDICATEVI ALLA CURA DEL CORPO

Sergio Fiorentino, artista che traduce in dipinti e opere sui generis le suggestioni della “sua” Noto

Per l’artista 48enne Sergio Fiorentino, catanese ma ormai trapiantato a Noto, proprio la cittadina del Siracusano ha rappresentato un punto di svolta fondamentale, uno spartiacque nel suo percorso lavorativo ed esistenziale: innamoratosi della culla del Barocco, un unicuum irripetibile quanto a luci, colori, ispirazioni e sensazioni, vi si è trasferito in pianta stabile, adibendo ad atelier uno spazio ricavato nel refettorio di un convento del XVIII secolo. Ha dunque ripreso a dipingere, una passione messa da parte dopo gli studi all’accademia di Design e Comunicazione Visiva Abadir per dedicarsi alla vendita (e restauro) di oggetti di design, riversando nei quadri una visione che potrebbe definirsi classicamente contemporanea, definita da ritratti, volti e figure rese in pennellate veloci e decise nei toni del blu, rosso, bruno e bianco, manipolate poi attraverso graffi, abrasioni e tamponature che donano un’aria evanescente all’insieme, accentuando la sensazione di silente immobilità, di sospensione che caratterizza le tele.

Gli artwork di Fiorentino, esposti nelle collezioni permanenti di diversi musei (inclusi il MacS e la Fondazione La Verde La Malfa della sua città natale), sono stati inclusi in numerose fiere di settore e mostre ospitate da varie istituzioni museali, dai Musei Civici agli Eremitani, a Padova, alla galleria romana RvB Arts, dalla Fondazione Mazzullo di Taormina alla Palm Beach Art Fair americana.
Lo abbiamo incontrato nella sua casa-studio di Noto, nel pieno centro della cittadina Patrimonio Unesco dal 2002, colma di opere terminate o work in progress, manifestazioni di un estro creativo a tutto tondo che trova applicazione anche in mobili e oggetti che sfuggono alle classificazioni. 



Quando e come hai iniziato a dipingere?

«Dopo gli studi in restauro e, successivamente, pittura all’accademia Abadir, a Catania, la mia passione si è trasformata in lavoro, con l’apertura di una piccola galleria in città dove vendevo – e restauravo, anche – oggetti di design del Novecento, dal futurismo agli anni ‘60. Dieci anni fa, giunto a Noto per caso, me ne sono innamorato, ritrovandomi così da un giorno all’altro a cambiare vita; ho chiuso il negozio, che pure andava assai bene, e ho ricominciato a dipingere. La prima mostra è arrivata con Vincenzo Medica, nonostante siano passati anni mi sembra ancora un sogno, è un’enorme fortuna poter trasformare ciò che si ama in lavoro, in vita tout court».

Da Catania a Noto, le persone continuano a raggiungerti e il tuo atelier è diventato un place to be locale…

«In effetti dal mio studio è passata tanta gente, d’altronde il luogo, all’interno dell’ex refettorio di un convento del Settecento, è meraviglioso. Pur essendo separate solo da un’ora di strada, Catania e Noto secondo me non potrebbero essere più diverse: la prima è tutta nera, lavica, sovrastata da un vulcano attivo, pervasa da una grande energia, tutto un altro mondo rispetto alla seconda, completamente bianca, sospesa, metafisica».

L’atmosfera di Noto, con la luce, il cielo, i colori unici nel loro genere, ha influenzato il tuo lavoro?

«Senz’altro, è qui che ho ripreso a dipingere, un simile contesto non può che essere presente, a iniziare dal blu, che nella mia idea è una sorta di liquido amniotico in cui iniziano a formarsi le figure; la mia pittura è legata visivamente al cielo di Noto, l’incarnato dei volti ricorda invece gli intonaci, le pietre, i muri dei palazzi, con tutte le screpolature e i segni del tempo, per non parlare dell’energia sospesa che si avverte, soprattutto d’inverno».


Con quali tecniche intervieni sui dipinti?

«Di solito realizzo volti o corpi in blu (sfumatura presente in tutti i miei lavori, anche quando non è subito visibile), quindi dipingo a olio l’incarnato e, quando il colore è ancora fresco, lo graffio, fino quasi a sfaldarlo, in modo da far emergere il fondo, come avviene nella serie dei ritratti con piante dove, dopo la prima stesura, sono intervenuto rimuovendo la materia e facendo venir fuori le foglie».

Oppure nella serie dei corpi…

«Esatto, ho fatto lo stesso nei dipinti sui tuffatori, figure in blu che risultano sospese, immobili, senza un punto di partenza né di arrivo, come fossero cristallizzate per sempre nella dimensione del quadro».

A cos’altro stai lavorando attualmente?

«A una serie di arredi in materiali tipici delle arti decorative siciliane del Settecento, in particolare del Trapanese, che vanta una tradizione straordinaria con maestranze che, già all’epoca, utilizzavano argento, ottone, corallo o lapislazzulo. Sto lavorando ad esempio a un mobile con le aguglie, un link ai dipinti dei sognatori con i pesci: si tratta di tirature limitate, nove pezzi unici diversi uno dall’altro. Ci sono poi due mobili con fili sottilissimi che percorrono una lastra di ottone, riempiti da polvere di lapislazzuli nei toni del blu oppure da polvere di corallo rossa.
Tra i lavori in corso d’opera c’è anche una creazione in rame sbalzato, nata dall’incontro casuale con un bravissimo artigiano che ho visto in azione, esponente della terza generazione di una famiglia di pupari; insieme abbiamo realizzato questa specie di scultura, di totem a due moduli. In passato ho invece realizzato delle ceramiche ispirate ai miei temi ricorrenti, come quello dei tuffatori».


Quali sono i tuoi artisti o designer di riferimento?

«Ce ne sono tanti, da Ico Parisi e Gio Ponti a un un pittore come Antonio Donghi (esponente di spicco del realismo magico, ndr), quest’ultimo mi emoziona per la capacità di ritrarre figure di vita quotidiana come se fossero “imbalsamate”, bloccate nel tempo; mi ricorda la tradizione siciliana dei bambinelli o delle statue di cartapesta, è come se le ponesse all’interno di una campana di vetro, fermandole per sempre, per certi versi provo anch’io a fissare un istante, come nei tuffi, che siamo abituati a vedere come un’immagine in movimento e nei miei quadri diventano, invece, una frazione di secondo eternamente sospesa.

Amo ciò che è antico, mi piace creare opere che abbiano un linguaggio attuale e al contempo legate al passato, vale anche per i dipinti, in cui i volti sono di persone realmente esistenti, che per vari motivi hanno per me un significato; inserendoli nella tela cerco tuttavia di estrarli dalla dimensione spazio-temporale, infatti non ci sono mai riferimenti a luoghi o tempi, in alcuni casi neppure al sesso, tanto che alcuni soggetti potrebbero essere maschili o femminili, come se provenissero da un altro pianeta».

Come descriveresti il tuo stile?

«Quando dipingo mi sforzo di essere quanto più possibile essenziale, sia a livello di immaginario sia di resa cromatica: di base utilizzo quattro colori, bianco per la luce, una sfumatura bruna per le ombre e due cromie opposte, rosso (che nella mia visione è l’anima, lo spirito) e blu, che rappresenta la carne, la materi

Scopri di più sull’artista Sergio Fiorentino

https://sergiofiorentino.it/About

Ph. Davide Musto

Milano Design Week – Rick Owens apre la strada ai designer di domani

La Milano Design Week ha aperto quest’anno – eccezionalmente nel mese di settembre – con i tradizionali eventi fuori salone, che hanno restituito alla città di Milano la sua linfa vitale, motore di una metropoli che raccoglie curiosi, cultori e operatori del settore, stimolati dalla ricerca di un gusto inedito che faccia da apripista al design di domani.
Protagonista e oggetto di grande attenzione sono sempre gli allestimenti di grande impatto, curati da illustri star del mondo dell’arte e del fashion system, che non perdono l’occasione di sperimentare nuove visioni, in una svariata offerta di location d’eccezione che disegnano la mappa di questa manifestazione irrinunciabile e mai uguale a se stessa.  

Allo SPAZIO CB32, un dialogo attraverso le forme, lo stile e le opere di artisti italiani emergenti, in una loro interpretazione e visione dell’opera di Rick Owens. Il progetto, curato dalla Philia Gallery di New York, vede artisti italiani che si manifestano attraverso il fascino dell’esasperazione primitiva della materia declinata sul minimalismo delle forme del design contemporaneo.

dAM Atelier, Draga & Aurel, Lorenzo Bini, Agustina Bottoni, Samuel Costantini, Cara and Davide
Pietro Franceschini, Rick Owens, Morghen Studio

 Rick Owens:My furniture is my couture. I’m using rare materials and artisans with specialized skills to create unique, one-of-a-kind objects.”

Le creazioni di Samuel Costantini, attraverso l’uso del rame, del bronzo e dell’ottone, evocano le pareti rocciose della Gola del Furlo, un luogo scolpito dalla forza del fiume Candigliano, in un tempo lungo millenni. Ogni oggetto è unico e diverso, creato con l’anima di chi proviene da quei luoghi, lasciando una parte di sé in ogni elemento che li racconta.

Come UNDERWOOD, i portacandele realizzati in ottone, che ricordano pezzi di corteccia staccata dal tronco, tracce rimaste di una natura che cambia forma nel suo naturale processo di cambiamento.

Lunae Lumen, alla Milano Design Week la video installazione di Felice Limosani

Felice Limosani, protagonista alla Milano Design Week con la video installazione Lunae Lumen: un’esperienza visuale unica nel suo genere, che attrae e affascina il visitatore. Limosani, che da anni è sotto i riflettori dell’arte contemporanea, presenta una videoarte dalla durata di 5.05 minuti, che contiene la voce narrante (ed evocativa) del Maestro Beatrice Venezi, direttore d’orchestra tra le donne leader del futuro secondo Forbes, e accompagnata da una esecuzione inedita di Clair de Lune, una delle più belle suite per pianoforte scritte da Claude Debussy. L’artista, con base a Firenze, opera con lo status giuridico di Società Benefit per creare inediti modelli di valorizzazione del patrimonio culturale, anche a supporto di contesti sociali e della sostenibilità ambientale. Le sue opere, create su commissione, sono state esposte al Louvre di Parigi, al Miami Art Basel, al The White Chapel Gallery di Londra, a Palazzo Strozzi, Palazzo Vecchio e Accademia di Firenze. E ancora all’ Accademia di Francia a Roma, al Duomo di Milano, alla Triennale di Milano e al Padiglione Mies Van der Rohe Barcellona.

Lunae Lumen è un progetto itinerante. La video installazione, infatti, è stata presentata per la primissima volta lo scorso giugno a Firenze per poi proseguire il suo viaggio a Porto Rotondo, Forte dei Marmi e Cortina d’Ampezzo. La peculiarità di Lunae Lumen è la corrente artistica dal quale prende forma, un nuovo linguaggio espressivo e ibrido che si inscrive nella Digital Humanities, dove la tecnologia più avanzata dialoga con le discipline umanistiche.

Tra le iniziative della Milano Design Week, Philip Morris Italia presenta anche IQOS CLUB, uno spazio presso l’Opificio 31 dedicato a tutti i membri della comunità IQOS e aperto ai visitatori fumatori adulti interessati. L’evento  vanta un allestimento immersivo in cui confluiscono elementi di design e tecnologia. Nello stesso spazio sarà anche possibile apprezzare e gustare le “opere culinarie” preparate dallo Chef stellato Felice Lo Basso del Felix Lo Basso Home & Restaurant di Milano.

‘Les Amateurs: Designers in Quarantine’, il futuro della moda secondo 20 giovani creativi da tutto il mondo

Per Millennial, membri della Gen Z, giovani in generale la pandemia ha rappresentato un fenomeno dalle conseguenze se possibile ancor più disastrose che per il resto della popolazione, un colpo micidiale inferto a generazioni costrette già da anni a confrontarsi con crisi di ogni tipo – economiche, politiche, sociali, identitarie… – e prospettive oltremodo ristrette, angustianti (vedi alla voce emergenza climatica). Eppure, come vuole l’adagio, non tutto il male viene per nuocere, e c’è chi, nel lockdown del funesto 2020, ha colto un’opportunità inaspettata per ascoltarsi, per riflettere su ciò che è realmente importante nelle nostre esistenze mai così frenetiche e colme d’incertezza, sforzandosi di immaginare un futuro comunque migliore di questo tribolatissimo presente, a livello individuale e collettivo. Facendo leva magari sulla moda, che per sua stessa natura è espressione dello Zeitgeist, uno strumento formidabile per indagare la contemporaneità provando, allo stesso tempo, ad anticiparne cambiamenti ed evoluzioni.

Sono partiti da considerazioni simili Federico Cianferoni e Maxence Dinant, giovani autori del documentario Les Amateurs: Designers in Quarantine, in cui a riflettere sul futuro del fashion system sono creativi da tutto il mondo, dall’Europa all’India, da Londra a Buenos Aires, costretti – come da titolo – nelle rispettive abitazioni dal confinamento generalizzato dello scorso anno. Girati dagli stessi protagonisti, i filmati li mostrano all’opera durante le lunghe giornate della quarantena: le riprese indugiano su mani che sfiorano abiti in lavorazione, tagliano stoffe, tracciano figurini sul foglio, muovendosi su tavoli ingombri di “ferri del mestiere”, tra spilli, forbici, rotoli di tessuto, cartamodelli, libri, illustrazioni et similia.
Le venti personalità scelte sono ovviamente assai diverse tra loro, che siano però studenti o professionisti affermati, al servizio di griffe blasonate (saltano all’occhio nomi del calibro di Gucci, Alexander McQueen, Helmut Lang e Berluti) o indipendenti, condividono tutti la necessità, l’urgenza quasi, di tornare all’essenza della moda, creando per il puro piacere di farlo, assecondando un’inclinazione.

I due registi spiegano come lo spunto sia venuto dalle riflessioni condivise, nel marzo 2020, da Li Edelkoort: in una conversazione con il direttore di The Business of Fashion Imran Amed, la trend forecaster olandese, abituata com’è a indagare lo stato dell’arte del mondo fashion, aveva  parlato infatti di «inizio dell’epoca dell’amateur», sostantivo francese derivato dal latino amator (“colui che ama”) che, stando alla definizione della Treccani, designa una persona «che ha amore, inclinazione, trasporto verso un determinato oggetto», «chi si diletta di qualche cosa» oppure un «ricercatore, collezionista». Limitandosi all’industria modaiola, è dunque appropriato per indicare quei cultori che, nella loro pratica, canalizzano ed esaltano valori quali autenticità, inventiva, sostenibilità, artigianalità, dedizione, proprio come i designer che compongono il mosaico di voci della pellicola.

Aperto da una rapida testimonianza dei momenti surreali causati dal Covid-19, i cui effetti continuano tuttora a riverberarsi, il documentario consta di tre capitoli, introdotti da autorevoli insider: Angelo Flaccavento, critico, curatore e firma di punta di testate come Vogue Italia, Il Sole 24 Ore e System (L’Amore per l’autenticità), la coordinatrice italiana di Fashion Revolution Marina Spadafora (L’Amore per l’artigianato) e Sara Sozzani Maino, Head di Vogue Talents (L’Amore per il pianeta e il patrimonio mondiale).
Gli stessi Cianferoni e Dinant hanno d’altronde una certa dimestichezza col settore: il primo, regista e sceneggiatore di origine toscana, nel 2018 ha diretto un fashion film per la stilista Francesca Liberatore (How Far Is Our First Kiss) e il documentario sull’architetto della moda Gianfranco Ferré, Identity Through Ferré, vincitore nella sua categoria al Bokeh South African International Fashion Film Festival; il secondo ha un background da designer e, dopo la laurea alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, ha lavorato a lungo negli uffici stile di rinomate maison (tra le altre Jil Sander, Dolce&Gabbana e Salvatore Ferragamo), per poi studiare recitazione negli Stati Uniti e stabilirsi a Milano, dove si divide tra molteplici ambiti creativi, dalla scrittura alla regia.

I due film-maker, ritratti nelle foto che accompagnano l’articolo da Davide Musto, presenteranno Les Amateurs: Designers in Quarantine a Venezia dal 2 al 7 settembre, nella cornice del Venice Production Bridge, la sezione market della 78esima Mostra del Cinema; la discussione sui possibili – e auspicabili- scenari futuri della moda, più intimistici e a misura d’uomo, passa anche dal Lido.



Ph. Davide Musto
Ph. Assistant Angelo De Marchis
Stylist: Rosamaria Coniglio
Grooming Maria Esposito per Simone Belli Agency 
Location NH Collection Vittorio Veneto 


Salvatore Ferragamo, il debutto degli occhiali da sole etici

Salvatore Ferragamo lancia, sul mercato, la prima linea di occhiali da sole donna realizzati con materiale a basso impatto ambientale. Responsible Eyewear Collection, questo è il nome della collezione, debutta con due modelli declinati in sette colori caratterizzati da una montatura in Acetate Renew™ e da lenti BioRay; materiali riciclati e rinnovabili dalla qualità impareggiabile, che vantano un minor impatto sul pianeta.

Ferragamo è il primo marchio a lanciare sul mercato Acetate Renew™: un tipo di acetato che deriva da una miscela di plastica a base biologica, ricavata da polpa di legno proveniente da fonti sostenibili e da materiali riciclati recuperati da processi industriali. Le lenti sfumate BioRay sono invece realizzate in plastica a base biologica derivata dall’olio di ricino. Le plastiche a base biologica sono realizzate con materiali vegetali rinnovabili e riducono l’uso di petrolio non biodegradabile. Questa esclusiva novità è stata resa possibile grazie all’accordo tra l’azienda Eastman, che dal 1920 produce materiali d’avanguardia e Marchon, produttore e distributore di occhiali da sole.

Gli occhiali della linea Responsible Eyewear Collection, presentati in una speciale custodia sostenibile realizzata in tessuto misto lino e cotone biodegradabili, presentano una montatura oversize ma assolutamente leggera. I primi modelli disponibili, con forma cat eye over e arrotondata, con particolari dettagli a Gancini e logo della griffe, o dalla forma rettangolare e silhouette oversize con aste decorate stampa motivo Gancini e il classico logo Ferragamo dipinti in oro e oro rosa metalizzato, con effetto smaltato. Gli occhiali da vista, che saranno lanciati in un secondo momento, completeranno la prima linea sostenibile del marchio italiano, da sempre attento alle tematiche ambientali.

La griffe, infatti, ha recentemente lanciato, in occasione della Giornata della Terra 2021, la Earth Top Handle bag e l’orologio F-80 Skeleton Sustainable. E ancora, il debutto della piattaforma Sustainable Thinking, accessibile dal sito ufficiale della griffe, salvatoreferragamo.com e che approfondisce tematiche sostenibili, sviluppandole a 360°.

Prove di libertà: il lockdown del cinema italiano

Ph: Riccardo Ghilardi

Dopo il grande successo di pubblico e stampa riscosso al MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo e a Cinecittà, la Mostra di Riccardo Ghilardi “Prove di Libertà” approda a Venezia in occasione della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, presentando ritratti intimi e inediti di grandi protagonisti del nostro cinema, scattati nei mesi del primo lockdown.

Siamo orgogliosi del successo che sta riscuotendo la mostra che abbiamo immaginato nei mesi del primo lockdown, e di presentarla a Venezia, vetrina internazionale di Cinema, in modo che le immagini possano raccontare al mondo la capacità dei nostri artisti di ritrovare se stessi, le proprie passioni e affetti, nonostante il periodo difficilissimo, trasformandolo in una “prova di libertà”, soprattutto interiore” dichiara Nicola Maccanico, Amministratore Delegato di Cinecittà SpA.



Luca Fiumarella, direttore marketing e comunicazione Mastercard Italia, afferma: “Siamo davvero felici di aver contribuito alla realizzazione di questa bellissima mostra che da un lato celebra la passione per il cinema con una prospettiva davvero originale e dall’altro testimonia la grande creatività Italiana che non si ferma neanche davanti a una pandemia globale e riesce sempre a stupire”


Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che, insieme a Laura Delli Colli, Presidente SNGCI e Presidente della Fondazione Cinema per Roma e al giornalista Malcom Pagani, ha firmato una delle introduzioni al catalogo omonimo pubblicato con Skira, lo descrive così: “Nel tempo della clausura imposta, ciascuno di noi si è affidato a un certo numero di rituali per limitare l’angoscia, occupare il tempo, liberare la mente dalle catene neanche troppo metaforiche che tenevano il corpo imprigionato dentro le mura domestiche: darsi da fare ai fornelli, rimpinzarsi di film e serie TV, cercare scampo nelle chat o nella lettura, uscire a cantare sui balconi. Evasioni virtuali, fughe ipotetiche, prove di libertà. Come quelle che Riccardo Ghilardi ha documentato con la sua macchina fotografica, fissando istanti emblematici nella vita di registi, attrici e attori alle prese con le prove inedite non di un film, ma di pura e semplice sopravvivenza. Il tempo sospeso della vita in pausa forzata ha regalato al fotografo l’occasione di una complicità̀ senza precedenti, fornendo a questi scatti un’autenticità̀ che nessun ritratto posato – per quanto bello e riuscito – era forse riuscito a conseguire in precedenza”. 



Riccardo Ghilardi spiega: “Era il 12 marzo quando attraversando le strade vuote mi sono trovato a passare davanti alla casa di un amico caro, prima che un attore meraviglioso. Non ho resistito a citofonargli per salutarci a distanza e scambiarci emozioni. Ho scattato la prima fotografa, diversa da tutti i ritratti “comodi” a cui ero stato abituato nel mio percorso artistico. Così è nata l’idea di  questo lavoro. Un “manifesto” del cinema che attende con ansia, studia, si prepara e non vede l’ora di ripartire. Ringrazio Camilla Cormanni, di Istituto Luce Cinecittà, per aver compreso l’importanza della testimonianza che mi accingevo a riprendere, rendendone possibile la realizzazione”.



Prove di libertà è organizzata da Camilla Cormanni per Luce Cinecittà, curata da Martino Crespi, realizzata con il sostegno di Mastercard, il supporto della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MIC. Visibile gratuitamente dal 1 all’11 settembre 2021 presso Palazzo Pisani Moretta di Venezia, Sestiere San Polo, dalle 10 alle 18 (salvo modifiche dovute alla legislazione Covid vigente al momento). 


L’oroscopo settimanale di Massimo Giannone

Un appuntamento per entrare in connessione con noi stessi attraverso la lettura del movimento degli astri e dell’influenza che possono avere sulle nostre vite. È questo il nostro obiettivo per i mesi che verranno, insieme alla guida di Massimo Giannone, percettivo e astrologo da più di vent’anni, dotato di eccezionale sensibilità, nel leggere con occhio metodico e nell’interpretare, poi, con il dono dell’intuizione e di un cuore aperto alla realtà circostante e al lato umano di questo mondo che somiglia sempre di più a una matassa inestricabile.

Ha letteralmente conquistato tutta Italia, partendo da Milano, capitale della moda e dell’editoria, con i suoi appuntamenti fissi sul IL del Sole 24 Ore e su Gioia, e dando vita agli astrococktail e le astrocene: dei format unici (anche perché unico è proprio lui), tra i ristoranti e i locali più apprezzati dai protagonisti della vita notturna meneghina.
Il suo metodo ha conquistato anche brand di moda e di beauty d’alta gamma, che l’ha portato ad essere protagonista di eventi moda, anche in tour per tutto lo stivale con nomi come Maliparmi e la Prairie.

“Il mio oroscopo segue un percorso rivoluzionario, realizzato, accogliendo gli insegnamenti dei pianeti che, se seguiti, aiutano a migliorarci e ad affrontare le problematiche con una nuova consapevolezza, trasformando così le energie e migliorando il nostro quotidiano.
Se cogliamo le vibrazioni archetipiche degli aspetti che consideriamo avversi, come un suggerimento, si ha la possibilità di attenuare gli effetti negativi, ad esempio, Urano in cattivo aspetto è un monito alla velocità: è un avviso a prestare attenzione, a non correre, bisognerà moderarsi e non avere fretta, perché questa, spesso, può non essere una buona alleata.
Non c’è cosa più difficile che andar contro se stessi, contro le proprie abitudini, ma un “IO “che non vuol cambiare ha la tendenza a farsi male, finendo così per sentirsi vittima degli eventi. Dobbiamo imparare, invece, a non combattere queste vibrazioni astrali.
E allora, armonizziamoci con gli astri in un’orchestra che vibra d’informazioni, dove il suono nel Macro vuol amorevolmente insegnarci a come vivere nel Micro in una perfetta sinfonia che sarà il nostro nuovo quotidiano”.

Il suo approccio, tutt’altro che generico, entra nell’aspetto psicologico e animico delle personalità legate al segno zodiacale, con una chiave interpretativa percettiva, volta a fornire un consiglio per rinascere, ricostruirsi.
Perché “le esperienze sono insegnamenti, se impari a cogliere le sue direttive, la tua vita può cambiare completamente” dice Massimo Giannone.
@massi_e_l_astrologia

Artwork a cura di Maria Angela Lombardi @_mariaalombardi_


ARIETE

Il sentiero è: PERMETTERE

LOVE – “Non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei”, Paulo Coelho, scrittore. Quando si sta male ed il nostro rapporto ci delude, è facile che la rabbia abbia il sopravvento, controllatela e vincetela.

WORK – “Non permettere a te stesso di essere controllato da tre cose:le persone, i soldi ed il passato”, Charles Bukowski, scrittore statunitense. Nelle difficoltà è facile farsi vincere dalle questioni economiche e non agire nel modo più consono, liberatevi dalle persone negative e cercate di credere in un soluzione.

Forma fisica: BUONA


TORO

Il sentiero è: PRECISIONE

LOVE – “Un egoista non sa mai con precisione cosa vuole, ma lo vuole furiosamente”, Charles Macklin, drammaturgo irlandese. Quando l’ego ha il sopravvento in un rapporto, ogni cosa perde il suo senso, non si ha la visione e sicuramente l’amore non esiste più.

WORK – “Quando non sai che cosa stai facendo, fallo con la massima precisione”, Arthur Block, scrittore statunitense. Quando una mansione non è conosciuta a fondo è necessario prestare più accortezza e magari chiedere consigli a persone più competenti, eviterete così errori madornali.

Forma fisica: EVITARE GLI ALCOLICI


GEMELLI

Il sentiero è: PARTECIPARE

LOVE – “Essere sempre tra i primi e sapere, ecco ciò che conta”, Eugenio Montale, scrittore. Bisogna lottare per il meglio, per crescere, e far crescere le persone che amiamo, troverete in tal modo un sentiero di crescita e di amore per voi stessi e per gli altri.

WORK – “La via del saggio è agire, ma non competere”, Lao Tse, filosofo cinese. Per migliorare la vostra condizione professionale dovrete agire con una mira precisa, con un focus chiaro e determinato.

Forma fisica: EVITATE I DOLCI


CANCRO

Il sentiero è: CHIAREZZA

LOVE – “Davanti a un prato apriti alla chiarezza, abbraccia la semplicità, cancella l’egoismo.vedi tutto come se fosse il seme di qualcosa, Fabrizio Caramagna, scrittore. Il momento non è dei migliori ma se osservate bene, la bellezza è attorno a voi basta pensare troppo, liberate da inutili pensieri e schiarite la vostra mente con la leggerezza a prescindere.

WORK – “Parlare  sicuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi”, Galileo Galilei, fisico. Per farvi comprendere dal vostro team è necessaria una verbosità chiara ed in grado di far comprendere le cose difficili a tutti.

Forma fisica: OTTIMA


LEONE

Il sentiero è: MALLEABILITA’

LOVE – “La misura della forza di una persona non è la sua potenza muscolare o la sua energia, ma è la sua flessibilità e adattabilità”, Debasish Mridha, neurologo americano. Pochi conoscono la vostra anima ed il vostro adattarvi ad ogni situazione per non far soffrire nessuno.

WORK – “Una delle migliori definizioni dell’intelligenza è proprio flessibilità:cioè la capacità di trovare le soluzioni giuste non marciando diritti per la propria strada, ma cercando altri percorsi più fruttuosi”, Piero Angela, giornalista. Quando il vostro settore professionale non vi gratifica o soddisfa, è arrivato il momento di essere flessibile e disponibile anche a cambiare percorso.

Forma fisica: FATE MASSAGGI DRENANTI


VERGINE

Il sentiero è: PAZIENZA

LOVE – “Nella vita coniugale, l’essenziale è la pazienza. Non l’amore: la pazienza!” Anthon Cecov, scrittore russo. E’ davvero un momento difficile per la vostra situazione sentimentale, non fatevi vincere da inutili rabbie e siate pazienti. 

WORK – “Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti la: tempo e pazienza”, Lev Tolstoj ,filosofo e scrittore russo.Parecchie problematiche da fronteggiare al rientro delle vacanze, osservate con pazienza ed attendete i tempi opportuni.

Forma fisica: SPOSSATEZZA


BILANCIA

Il sentiero è: INDULGENZA

LOVE – “Se ti senti disposto a essere conciliante, chiediti soprattutto che cosa ti rende in realtà così indulgente: una cattiva memoria, la comodità o la codardia”, Arthur Shnitzler, scrittore e medico austriaco. Bisogna comprendere la base dei nostri comportamenti e con onestà intellettuale essere coerenti e giusti con chi amiamo.

WORK – “La vita ci insegna ad essere meno duri con noi stessi e con gli altri”, Goethe, scrittore tedesco. Un atteggiamento indulgente renderà armonico e saggio il vostro ambiente professionale.

Forma fisica: DISCRETA


SCORPIONE

Il sentiero è: VINCERE I DUBBI

LOVE – “Chissà se l’amo? È un dubbio che mi accompagno per tutta la vita e oggidì posso pensare che l’amore accompagnato da tanto dubbio sia il vero amore”, Italo Svevo, scrittore. In ogni relazione ci sono dubbi che incidono nella serenità dello stesso ma non per questo i sentimenti vengono meno o sarete meno amati.

WORK – “Il meglio del meglio non è vincere 100 battaglie sul 100 bensì sottomettere il nemico senza combattere”, Sun Tsu, generale e filosofo cinese. Vincere gli ostacoli attraverso una visione chiara vi condurrà ad essere ammirati per aver risolto senza battaglie ma con l’amore che avete per la vostra professione.

Forma fisica: CONCEDETEVI RELAX


SAGITTARIO

Il sentiero è: GENEROSITA’

LOVE – “Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall’ambizione che dalla generosità”, Lucio Anneo Seneca, filosofo romano. Quando chi dice di volervi bene non dona con generosità , ma giudica e cerca di cambiarvi, bene, scegliete un altra persona che scaldi il vostro cuore.

WORK – “La gentilezza nelle parole crea confidenza. La gentilezza dei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore”, Lao Tse, filosofo cinese. La gentilezza è uno strumento potentissimo, siate gentili con i colleghi, miglioreranno i rapporti ed anche gli altri saranno gentili con voi.

Forma fisica: OTTIMA


CAPRICORNO

Il sentiero è: LOTTARE LE PAURE

LOVE – “La vita ha quattro sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto e vinci sempre”, Oriana Fallaci, scrittrice. Ogni paura è necessaria affinché l’esperienza vi insegni ad amare con profondità, vincendo le paure che vi assillano.

WORK – “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso”, Ernesto Che Guèvara, rivoluzionario. E’ necessario lottare per vincere le vostre insicurezze professionali, credete di più in voi ed una nuova via si aprirà.

Forma fisica: PRATICATE SPORT


ACQUARIO

Il sentiero è: PRATICITA’

LOVE – “L’amore non è qualche parolina mormorata a fior di labbra prima di addormentarsi. L’amore si nutre con gesti concreti, di dimostrazioni, di devozione nelle cose che facciamo giorno per giorno”, Nicholas Sparks, scrittore statunitense. Voi avete una profonda consapevolezza di cosa significa amare, non mormorate, urlate, ma non tutti hanno un udito ottimo.

WORK – “Le cinque e C di una buona comunicazione: chiarezza, completezza, concisione, concretezza, correttezza”, anonimo. Tutti questi sono doni che possedete, siate felici a prescindere, chi non li possiede cerca di mettere in difficoltà gli altri.

Forma fisica: DISCRETA


PESCI

Il sentiero è: IMMAGINARE

LOVE – “Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola.ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa”, Khalil Gibran, scrittore. L’immaginazione è un dono che il vostro animo possiede, sappiate che dopo essa c’è la creazione, non perdetevi d’animo e lottate per i vostri sentimenti.

WORK – “Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna solo di notte”, Edgar Allan Poe, scrittore statunitense. Non smettete mai di sognare ad occhi aperti, presto, il vostro sogno professionale sarà una splendida realtà.

Forma fisica: DEDICATEVI ALLA CURA DEL CORPO

Sorrento Gnocchi Day

Gli gnocchi sono un tesoro nazionale e tutto il mondo lo sa, ed ogni regione ne propone una sua versione diversa nel nostro bel paese, ma senza ombra di dubbio quelli alla “Sorrentina”, sono quelli più riconosciuti desiderati dai palati internazionali.

Infatti, proprio nella magica Sorrento dal 7 al 10 di Ottobre andrà in scena per la prima volta il SorrentoGnocchiDayma in realtà saranno oltre sessanta i locali, tra trattorie, bistrot, locali storici e ristoranti stellati, in Penisola sorrentina, in Italia e nel mondo a dar vita a questa primissima edizione.



Questo piatto iconico della città del Tasso, in cui sono racchiuse storia, maestria, cultura e territorialità, sarà proposto nei menù di decine di ristoranti locali, ma anche dislocati in Italia: da Padova a Ischia, passando per Marina di Pietrasanta, e in tante altre realtà sparse per il mondo, tra le altre: Dubai, Tulum, Leicester, Mykonos e Hong Kong. Chef italiani, al timone delle rispettive brigate internazionali, proporranno ai propri clienti gli Gnocchi, tradizionali o rivisitati.

Un piatto semplice, gli Gnocchi alla sorrentina, conosciuto in tutto il mondo e la cui ricetta classica recita: patate, farina, uova, fiordilatte, olio extra vergine d’oliva e un buon sugo di pomodoro.

In esclusiva per la stampa, giovedì 7 ottobre, ci sarà un’anteprima che coinvolgerà 10 chef campani, impegnati a proporre la propria interpretazione degli Gnocchi, qualcuno nella versione squisitamente tradizionale e qualcun altro introducendo delle rivisitazioni riguardanti la forma, la cottura, le consistenze o gli ingredienti.



I 10 chef che si confronteranno sulla Terrazza delle Sirene del Circolo dei Forestieri di Sorrento saranno: Mario Affinita, del Don Geppi di Sant’Agnello; Giuseppe Aversa, chef de Il Buco di Sorrento; Paolo Barrale dell’Aria Restaurant di Napoli; Pasquale De Simone del Ristorante ‘O Break del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo di Napoli; Domenico Iavarone  del Josè Restaurant  della Tenuta Villa Guerra di Torre del Greco; Andrea Napolitano del Ristorante NDRE’ di Sorrento; Marco Parlato, resident chef della Terrazza delle Sirene di Sorrento; Lino Scarallo di Palazzo Petrucci a Napoli e Giuseppe Stanzione del ristorante Glicine dell’Hotel Santa Caterina di Amalfi, tutti coordinati da Vincenzo Guarino, lo chef noto come “Cacciatore di stelle”, per la sua consolidata capacità di conquistare Stelle Michelin.

Quella del SorrentoGnocchiDay sarà anche l’occasione per presentare un dolce inedito, dedicato alla perla della Costiera sorrentina, da sempre musa di artisti, scrittori e musicisti. Per la prima edizione, sarà il maestro pasticcere napoletano Ciro Poppella, il padre dei Fiocchi di Neve, a proporre un nuovo dolce al caffè Illy che, a partire dall’8 ottobre, si potrà degustare in tutte le sue pasticcerie.



L’idea di istituire una celebrazione del piatto identitario di Sorrento che, studiato, reinterpretato e rivisitato, possa diventare un simbolo ancorato al passato ma proiettato, contemporaneamente, nel futuro, è stata di Carmen Davolo della Dieffe Comunicazione che, assieme a Vincenzo Guarino, e grazie alla collaborazione di Peppe Aversa, del ristorante stellato Il Buco di Sorrento, ha chiamato a raccolta decine e decine di chef in tutto in mondo.