Nuotatore italiano e influencer, Alex Di Giorgio è un giovane sportivo che ha rappresentato l’Italia agli scorsi giochi olimpici. Nel nostro incontro ci racconta il dietro le quinte della vita di un nuotatore al di fuori della piscina e anche come il settore del nuoto stia passando questo periodo segnato dalla pandemia.

Com’è nata la tua professione?
Sono diventato un nuotatore perché ero asmatico. Di conseguenza, l’unico sport che potevo fare era il nuoto. Ho provato anche il basket, ma ricordo che tornavo a casa con forti attacchi d’asma. All’età di quindici anni sono entrato in nazionale giovanile e da lì è iniziata la mia carriera professionale. Più andavo avanti a nuotare, più mi accorgevo che il nuoto non era solo uno sport o un lavoro, bensì una passione, se non una necessità.
Pensi che il tuo settore sia sottovalutato rispetto ad altri sport, quali il calcio ad esempio ?
Assolutamente sì. Tuttavia, come in tutte le discipline agonistiche, anche il nuoto richiede notevoli sacrifici. Nuotare è uno sport che implica davvero tante energie. Innanzitutto, c’è una grande responsabilità personale: non stiamo parlando di un sport di squadra. Questa attività induce ad una vita completamente diversa se paragonata ad altri sport. Durante il giorno ci alleniamo, mattina e pomeriggio, e per finire abbiamo la palestra. La settimana si conclude il sabato e spesso sono in piscina anche la domenica, per via delle gare e degli allenamenti che le precedono. Ne consegue che non ho il tempo materiale per uscire con amici, né durante la settimana né durante il weekend.
La tua famiglia ti ha sempre sostenuto?
Assolutamente, mamma e papà sono sempre stati sempre presenti quando potevano. Sicuramente senza il loro sostegno alcuni traguardi non li avrei mai raggiunti.

Abbiamo notato che recentemente ti sei laureato. In cosa? Come mai hai scelto di costruirti un possibile percorso parallelo ?
La mia inclinazione verso un traguardo universitario è nata perché nel 2017 l’attenzione venne catturata da una sorta di olimpiadi di tutti gli sport (universiadi), ma inserite appunto in un contesto universitario. Siccome era l’unica manifestazione internazionale che mi mancava, decisi di iscrivermi all’università (l’iscrizione era un requisito per potere gareggiare). Alla fine ho scelto “comunicazione e dams”, discipline arte moda e spettacolo. Devi sapere che sin da quando ero piccolo volevo fare l‘attore, e questo corso mi ha concesso l’opportunità di toccare con mano questo sogno nel cassetto, partecipando ad esempio a laboratori teatrali.E non solo. Il mio obiettivo, oltre a quello di diventare un campione del nuoto, è quello di lavorare un domani nel modo del cinema, dello spettacolo o della moda.
Come hai passato questo periodo storico segnato dalla pandemia?
Siamo tutti fermi, in un modo o nell’altro, chi più chi meno. Non mi posso allenare a casa nella vasca da bagno quindi sono bloccato. Mi è stato proposto recentemente di fare alcuni reality, come “Grande Fratello Vip”, ma per motivi lavorativi e agonistici ho dovuto declinare l’invito poiché, in questo momento, non potrei dedicarmi come vorrei alla televisione. Spero di poter tornare ad allenarmi presto e rimettermi in gara il prima possibile. Per fortuna, come detto prima, ho anche la carta dell’università come asso nella manica.
Hai un personaggio che prendi come fonte d’ ispirazione?
Mi piacciono le frasi di Gandhi, in particolare la citazione “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Non omologatevi mai alla massa: bisogna seguire sempre il proprio istinto.
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