Cinecult: The neon demon di Nicolas Winding Refn

“La bellezza è il valore più importante e universale, senza la bellezza non siamo niente” e ancora: “Perché perdere tempo con la carne scaduta quando puoi avere carne fresca?”. Sono solo alcune delle ‘perle di saggezza’ estetizzante e modaiola che si possono estrapolare dall’ultima, riuscitissima fatica cinematografica del danese Nicolas Winding Refn ‘The neon demon’, distribuito da Koch Media. Il regista di ‘Drive’ e di ‘Solo Dio perdona’ costruisce abilmente un horror ambientato nel mondo della moda con un impatto visivo formidabile fatto di un mix di colori densi e acrilici e di atmosfere ipnotiche e notturne. Il regista che alla nouvelle Vague preferisce gli horror genere ‘Non aprite quella porta’ ha una cultura del cinema e dell’immagine molto ricca e raffinata. Nel film che racconta l’esperienza di Jesse, giovane aspirante modella in una Los Angeles corrotta ed efferata ma ‘dal cielo immenso che ti fa sentire piccolo’, si possono leggere riferimenti a pellicole cult di Dario Argento come ‘Suspiria’ e ‘Phenomena’ e ‘gli occhi di Laura Mars’ ma anche il tema del film di Julie Delpy ‘La contessa’ che si nutriva del sangue delle vergini come elisir di giovinezza, anche se il regista ha smentito quest’ultimo riferimento. Lo spietato mondo dell’alta moda viene radiografato con i toni di un thriller ricco di scene ad alto tasso di tensione e di bellezza, perché la bellezza naturale, quella di Elle Fanning protagonista assoluta, molto somigliante alla Brooke Shields degli esordi (Pretty Baby dirà qualcosa ai cinefili) viene intesa come potere assoluto e pericoloso dove il diavolo si cala in elegantissime vesti femminili. Notevole la prima scena in cui la Fanning, sorella dell’altrettanto celebre Dakota, indossa un top metallizzato con mini abbinata, un look firmato Emporio Armani su un set molto gotico ma di design e in una posa che sembra rubata a uno scatto di Guy Bourdin, la cui influenza estetica pervade varie scene della pellicola. Giorgio Armani è fra gli stilisti che hanno collaborato con la costumista Erin Benach anche per la bellissima scena della sfilata intrisa di simbolismi esoterici e di linguaggi gotici e stregoneschi legati alla mistica del triangolo. Completano il quadro suggestivo dell’insieme le musiche di Cliff Martinez che si è ispirato al potente e inquietante sound elettronico di Giorgio Moroder anni’80. Film, potente e ipervisivo, molto crudele.

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