Dietro le quinte della prima settimana della moda phygital : ‘Vièn’

Gli stakeholder del Made in Italy raccontano i propri eventi nella prima settimana della moda metà fisica e metà virtuale nel pieno del cambiamento epocale Covid19

Production & interview Alessia Caliendo

Ph Matteo Galvanone

Le sue creazioni hanno persino conquistato Lady Gaga, da Putignano, patria della manifattura pugliese, a Milano dove rientra ancora una volta nel calendario di Milano Moda Donna. Parliamo di Vincenzo Palazzo in arte ‘Vièn’ un brand da sempre vicino e affine al mondo della musica nato con l’obiettivo di diffondere il 100% Made in Puglia in giro per il mondo.

Manintown lo incontra, a seguito del fashion show, presso lo spazio espositivo riservatogli al WHITE.

Parlaci dell’evento svoltosi durante la prima settimana della moda phygital e quali sono le misure adottate per garantire uno svolgimento che mantenesse lo stesso appeal dell’era pre Covid

Abbiamo seguito rigidamente tutti i protocolli, dal distanziamento alle mascherine e nonostante, i vincoli, l’evento si è svolto in maniera molto fluida e gratificante per tutti coloro che hanno fatto parte dell’organizzazione.

Qualche mese fa si parlava della fine degli eventi fisici a favore di una rivoluzione digitale sempre più avanguardista. Essere qui, oggi, smentisce tali affermazioni a favore di una nuova forma di eventi sempre più selettivi e di pari passo con la velocità dei social. Secondo te quali di questi cambiamenti segneranno esponenzialmente il modo di presentare una collezione al pubblico?

Mi auguro che il prima possibile si possa tornare a sfilare e a confrontarsi secondo le dinamiche pre lockdown. Da buon empatico meridionale mi piace trasmettere la mia vena avangardista mixata all’espansività Made in Sud.

Tutta la passione che mi contraddistingue vede le radici nel mio paese (Putignano ndr) dove si respira la manualità di chi produce anche per grandi nomi della moda.

La realtà aziendale è cambiata post lockdown? E il suo mindset creativo e progettuale?

La collezione presentata è figlia del Covid. L’aver trascorso tanti mesi in Puglia mi ha consentito di riaprire gli scatoloni dei CD della mia pre adolescenza. Ho rivisto il tredicenne affascinato dai capi chiave figli degli anni 90 reinterpretati secondo la mia moderna tradizione. Fuori esplodeva la primavera quindi ogni tinta dark ha assunto cromie pastello.

Gli stakeholder della moda hanno provato ad immaginare, e di conseguenza a proporre, una donna segnata da una pandemia globale. Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono la tua?

Vi racconto una donna dal gran carattere e dalla forte indipendenza che, con molta responsabilità e coscienza, vuole e chiede di andare avanti.  Siamo nel pieno di una rivoluzione socio culturale generata da un periodo di breakdown che stiamo ancora vivendo appieno e, come in tutti i pregressi storici, avremo tanto da raccontare per farla evolvere.

Stiamo vivendo una fashion week decurtata delle presenze internazionali. Se dovessi fare proiezioni per i prossimi mesi quale sarebbe lo scenario in termini di comunicazione e vendita del prodotto?

Ciò che mi spaventa dell’approdo alle piattaforme digital è l’ottimizzazione delle vendite effettivamente valida solo per i grandi colossi.

Per le new entry come Vien il contatto fisico con il buyer è fondamentale quindi mi auguro che il Governo possa riuscire a supportare  coloro che segneranno il futuro del Made in Italy,  onde evitare un collasso senza precedenti.

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