LO STILE (LIBERO) DI LUCA DOTTO

Il suo talento in acqua gli è valso il titolo di primatista assoluto nei 100 metri stile libero, i suoi occhi trasparenti e il fisico statuario lo hanno reso modello “per caso”. È Luca Dotto, classe 1990, giovane velocista con un palmarès già eccezionale alle spalle: a soli 21 anni ha vinto la prima medaglia d’argento ai Mondiali e da allora di vasche ne ha percorse, fino ad abbattere, nel 2016, il muro dei 48 secondi, senza l’aiuto dei costumi in poliuretano. Tra un allenamento e l’altro in vista dei prossimi Mondiali di Budapest a luglio, il campione europeo in carica ha risposto a qualche domanda per MANINTOWN.

Quando ha realizzato che il nuoto sarebbe diventata la sua professione?
Quando ho capito che nuotare era la cosa che sapevo fare meglio e che mi veniva naturale.

Come si prepara per una gara importante?
Servono mesi di preparazione in acqua e palestra, sana alimentazione e soprattutto riposare molto bene.

Qual è stato il momento più emozionante della sua carriera?
Riuscire a battere il muro dei 48″ nei 100. Anche se ho vinto l’Europeo e le medaglie ai Mondiali, quello è il momento più emozionante, perché sarò sempre ricordato come il primo uomo in Italia ad avere abbattuto quel muro.

Ha un rito scaramantico?
Non parlerei di scaramanzia ma, prima di una gara, ho una mia routine di riscaldamento e concentrazione che seguo scrupolosamente ogni volta. Non perché penso che mi porterà fortuna, ma perché così facendo so di concentrarmi al massimo.

Quali passioni coltiva fuori dalla piscina?
La subacquea è senza dubbio la mia passione più grande e poi mi piace leggere, in particolare i romanzi di avventura.

Qual è stato il suo viaggio più bello?
Questa estate sono stato con la mia fidanzata alle Bahamas ed è stato come scoprire un paradiso. Ho viaggiato molto e visto tanti posti esotici, ma, senza dubbio, quest’arcipelago è diventato la mia meta preferita.

Ha prestato il volto a diverse campagne pubblicitarie di un brand molto prestigioso a livello internazionale. Come si è avvicinato al mondo della moda?
Per caso. Sono stato notato nel 2012, durante una campagna per le Olimpiadi di Londra e, da lì, sono iniziate delle bellissime collaborazioni con marchi molto importanti. Mi reputo piuttosto fortunato di aver avuto questa possibilità.

Qual è il capo che più la rappresenta e la identifica?
Senza dubbio la camicia.

Ha un’icona di stile a cui si ispira?
Cerco di avere uno stile mio, ma le mie icone assolute di stile sono Steve Mc Queen e Marlon Brando.

Com’è la beauty routine di uno sportivo come lei?
L’unica routine che seguo è la cura della pelle, perché con il sole e il cloro si può rovinare facilmente e per questo cerco di tenerla il più possibile idratata.

Un sogno nel cassetto?
Una famiglia felice.

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