Mt Everest Fashion Runway

Una sfilata ecologica, per combattere il cambiamento climatico globale e affermare la necessità sempre più urgente di una moda etica e sostenibile. Ve la raccontiamo nel dettaglio intervistando Manuel Scrima, fotografo e regista di Milano, che ha preso parte all’ organizzazione dell’evento.

Cos’è Mt Everest Fashion Runway 2020?

Il Mt Everest Fashion Runway è la sfilata all’altezza più elevata della storia, 5643 metri, organizzata a Kala Patthar di fianco all’Everest Base Camp.
Si tratta di una sfilata ecologica, per combattere il cambiamento climatico globale e affermare la necessità sempre più urgente di una moda etica e sostenibile. Inoltre, è un Guinness dei Primati realizzato il 26 Gennaio 2020.

Chi ha organizzato l’iniziativa Mt Everest Fashion Runway 2020?

L’idea è stata di un brand di moda nepalese che si chiama Kasa. Questo marchio ha poi coinvolto sponsors e partecipanti internazionali. 
Io mi sono occupato della ricerca sponsor in Italia (mi sono rivolto a Nikon Italia e Milesi Vernici per legno) e dei modelli provenienti dall’Europa. Nikon ha fornito l’attrezzatura (fotocamere e videocamere), Milesi ha fornito la vernice per proteggere la rampa in legno della sfilata. 

Quali sono i criteri del Guinness dei primati?

Da quello che ho sentito stanno ancora formalizzando il Guinness dei primati. Occorreva superare i 4000 metri di altitudine, avere almeno 12 modelli professionisti e fare un fashion show più lungo di 30 minuti. I criteri sono stati rispettati: a brevissimo verrà formalizzato e ufficializzato il Guinness.

Raccontaci del trekking sull’Everest

Siamo partita da Luckla, celebre località nepalese a 2800 metri di altitudine che ospita l’aeroporto più pericoloso al mondo con una pista lunga appena 527 metri e larga 20. Solo per trovare il clima adatto per poter decollare e atterrare in aereo a Luckla abbiamo atteso tre giorni, sia all’andata che al ritorno. Da qui abbiamo proseguito per 6 tappe a piedi (Phakding, Namche Bazar, Tengboche, Dingboche, Lobuche, Gorak Shep) fino ad arrivare a Kala Patthar, a 5643 metri. A Namche Bazar, Dingboche e Gorak Shep ci siamo fermati due notti: a queste altezze è fondamentale dare tempo al corpo di acclimatarsi e abituarsi alle condizioni estreme. La mancanza di ossigeno è la difficoltà maggiore di questo trekking. Il gruppo era composto da una cinquantina di persone: 18 modelli, operatori televisivi, fotografi, truccatori, la stilista della sfilata, ricercatori universitari ed esperti di sostenibilità.

Che reazione hai avuto quando ti hanno parlato di questa idea?

Gli organizzatori mi hanno parlato di questa avventura quando ero a Katmandu ad agosto 2019 e mi è subito sembrata una follia. Pensavo di partecipare eventualmente andando in elicottero, ma mai affrontando un trekking così estremo. Poi il loro entusiasmo mi ha convinto a partecipare alla scalata.

Perché hai partecipato e sei stato selezionato?

Inizialmente mi sono occupato dell’organizzazione in Europa e Italia, selezionando dei modelli partecipanti e cercando sponsor. Mi dovevo occupare poi della regia di un documentario dell’evento, con una folta troupe proveniente da Bollywood. Col tempo sono arrivate altre opportunità e ho deciso di partecipare al reality show realizzato per MTV USA e di affrontare l’avventura davanti all’obiettivo e non dietro come faccio sempre. È stata una sfida ancora più difficile. Inizialmente ho fatto molta fatica ad ambientarmi, poi è andato tutto bene.

Qual è stata la reazione delle persone quando hanno saputo che avresti partecipato?

Molti mi hanno preso per pazzo, altri erano entusiasti. Io per lungo tempo non ero convinto di partecipare perché non sopporto il freddo. In effetti, è stato difficilissimo sopportare queste temperature rigide, non poter stare al caldo per due settimane, non potersi lavare, fare una doccia…

Quali sono stati i momenti più critici e le difficoltà che avete dovuto affrontare?

Il trekking di per sé è impegnativo, ma è fattibile quasi per chiunque sia un po’ allenato. La difficoltà è affrontarlo a gennaio. È un tipico viaggio che si intraprende in primavera con temperature miti. Nel nostro caso con temperature fino a -35 gradi, con tempeste di neve e vento. Oltre al trekking, 9 di noi sono stati protagonisti di un reality show e dunque hanno dovuto seguire i tempi tecnici per registrare ogni giorno interviste e video di tutto ciò che accadeva. Questo ha aggiunto molte difficoltà all’impresa, ci ha costretto a percorsi più lunghi, a viaggiare di notte e a riposare molto meno del necessario.

Le cose più estreme che hai fatto?

Credo dormire a -35 gradi a Dingboche e Gorak Shep in una camera senza riscaldamento. Le strutture di accoglienza qui sono concepite per la primavera, dunque sono fatte di legno sottile come il cartone e non hanno nessun riscaldamento. I bagni erano totalmente congelati così come tutto quello che possedevamo: dalle scarpe bagnate, al liquido per le lenti a contatto, al cibo.

È stato difficile? Quanti c’è l’ hanno fatta?

È stato molto difficile. Già dalle prime tappe 3 modelle hanno dovuto abbandonare perché infortunate. Siamo arrivati tutti stremati alla sfilata e molti di noi sono dovuti tornare facendo un pezzo di tragitto in elicottero. Solo due modelle sono riuscite a tornare a piedi per tutto il tragitto anche grazie all’aiuto di esperti Sherpa.

Quali sono stati i sintomi di chi è stato male?

La mancanza di ossigeno ad alta quota porta all’impossibilità di dormire di notte, porta nausea e mal di testa. Abbiamo sofferto tutti. Altri invece si sono infortunati durante il trekking: il terreno era molto scivoloso e spesso le salite erano molto ripide.

Che clima si è formato nel gruppo di partecipanti?

Si è formato un clima famigliare, specialmente tra i ragazzi che hanno realizzato il reality show e i membri della crew televisiva. Per capire meglio cosa abbiamo fatto bisogna guardare il programma TV. Il reality show dovrebbe essere trasmesso a Maggio negli Stati Uniti, Canada e Caraibi. Per l’Italia non si sa ancora una data.

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