Nugnes e Burberry, un’amicizia cinquantennale nel segno dell’amore per il bello, lo scambio creativo e la sostenibilità

La collaborazione tra Burberry e Nugnes 1920, due realtà d’eccellenza nei rispettivi ambiti (ossia ready-to-wear e retail haut de gamme), prosegue ininterrotta da ben 50 anni: un traguardo festeggiato a dovere, lo scorso 7 aprile, nella cornice di Palazzo Pugliese, casa dello storico multibrand di Trani, punto di riferimento assoluto per la moda high-end in Puglia (e non solo). Tra l’altro l’azienda guidata da Beppe Nugnes, solo pochi mesi fa, per celebrare il secolo di attività dello store, aveva regalato una nuova, sontuosa veste alla propria sede, un palazzo nobiliare nel cuore della città, immaginato come uno scrigno prezioso in cui custodire le creazioni di oltre 250 griffe, italiane e internazionali.

Tra il marchio britannico e la boutique tranese c’è un filo diretto capace di collegare il cosiddetto tacco d’Italia al Regno Unito, teso già negli anni Sessanta, quando i rinomati impermeabili Burberry arrivavano in negozio ripiegati nelle bustine. La fascinazione della clientela per il british style di cui è espressione il brand, nato a Basingstoke nel 1856, è stata subito forte, tanto da permeare senza alcuno sforzo usi e costumi pugliesi; negli anni Ottanta, ad esempio, le sciarpe con il mitico check rappresentavano il regalo più ambito dai 18enni, un autentico amuleto, da indossare per affrontare col giusto equipaggiamento vestimentario le sfide dell’età adulta.

Ad unire Burberry e Nugnes in un rapporto basato su stima, affetto e propensione alla contaminazione culturale sono, oggi come ieri, valori condivisi da entrambi: in primis il rispetto delle origini che, però, sa cogliere lo spirito dei tempi, adeguandosi di conseguenza alle inclinazioni del pubblico (e se Beppe Nugnes ha saputo trasformare la sartoria del nonno in un multimarca dall’allure di un moderno, raffinato caffè letterario, dov’è possibile instaurare un rapporto di complicità con ciascun cliente, tagliato su misura sui suoi gusti ed esigenze, proprio come un completo tailor made, il direttore creativo Riccardo Tisci ha trasportato nella modernità una maison con alle spalle 166 anni di – gloriosa – storia, rielaborandone in chiave contemporanea i capisaldi, a cominciare dall’iconico trench in tela di gabardine); poi uno sguardo abituato al bello, allenato a trovarlo nei contrasti e nelle mescolanze, così da definire un eclettismo costantemente in fieri, eppure fedele ai rispettivi heritage; infine, l’attenzione al tema, ormai irrinunciabile, della sostenibilità.
Il retailer pugliese, infatti, si è mosso in questa direzione con la sezione Sustainable is fashionable, in evidenza sull’e-store nugnes1920.com, così da dare il giusto risalto a label e prodotti dall’anima eco presenti nel suo portfolio, mentre le vetrine fisiche “circular economy” premiano i designer che hanno messo la protezione dell’ambiente al centro del loro operato. Un gruppo di cui è parte lo stesso Burberry, avendo adottato da tempo procedure alternative nella produzione di capi e accessori, dalle conciature “green”, per trattare la pelle attraverso un mix di minerali e agenti vegetali, al sostegno ad associazioni che impiegano materiali di scarto per creare limited edition, come nel caso di Quid.

A ribadire il legame inossidabile tra questi due nomi di spicco dell’industria fashion, arriva adesso un’iniziativa ad hoc che coinvolge due delle 18 vetrine affacciate su corso Vittorio Emanuele, pensate da sempre come un sunto visivo dell’eleganza delle collezioni disponibili in store: i capi della Spring/Summer 2022 di Burberry saranno dunque protagonisti del nuovo window display di Palazzo Pugliese, con una sala dedicata alle novità di stagione e un’installazione site specific, concepita per esaltare il savoir-faire del brand.
L’evento di presentazione ha chiamato a raccolta quella vibrante e affezionata community che, nel corso dei decenni, si è abituata a considerare Burberry come un alleato imprescindibile del proprio guardaroba, deliziati per l’occasione con gli amuse-gueules ideati da un’altra eccellenza del territorio, lo chef stellato Felice Sgarra, e accompagnati dai vini pugliesi San Marzano.

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