Qualità, Varietà, grandi star: così la Festa del cinema accende Roma

Antonio Monda, zelante direttore artistico della Festa del Cinema di Roma, può dirsi soddisfatto: in una capitale ancora riscaldata dal tepore autunnale del vento di scirocco l’affluenza alla Festa del Cinema non è mai stata così buona. Merito anche della oculata selezione di proposte e dei numerosi appuntamenti di richiamo che il ricco menu della nuova edizione del Festival propone a un pubblico capitolino ma anche cosmopolita. Se i pilastri della Festa del Cinema sono ‘Qualità, varietà e internazionalità’ allora questa edizione della kermesse è partita con il piede giusto. Il ruolo di aprire il calendario ufficiale della Festa è spettato a una figura di primo piano della Settima Arte, Tom Hanks, vincitore di due premi Oscar, uno per Forrest Gump e l’altro per Philadelphia e interprete principale della saga di Dan Brown che quest’anno culmina con ‘Inferno’ della Warner Bros. Pictures, appena approdate nelle sale cinematografiche. Claudia Cardinale a sorpresa, elegantissima in un pigiama palazzo di velluto nero ha consegnato il premio alla carriera al grande attore, primo grande ospite d’onore della manifestazione, che si è concesso generosamente al pubblico con istrionismo e sagacia, raccontando la sua visione del cinema in cui l’arte, per usare le sue parole, “può catturare la vita ma anche affermarla”. “Mi sento un privilegiato perché faccio un lavoro che mi diverte molto. Sono stato anche regista di vari film e ho lavorato anche molto in teatro. Penso che ogni regista dovrebbe essere anche attore e il contrario così ognuno capirebbe meglio i rispettivi ruoli e si lavorerebbe al top”, ha detto Hanks a una platea incantata e divertita dai suoi successi da ‘Big’ fino a ‘Salvate il Soldato Ryan’ in cui commenta la situazione politica complessa e disperata di un’America sospesa per cinque anni di conflitto mondiale. Molto orientato sulla politica e sul ruolo dell’America nello scacchiere mondiale ma anche sulla vocazione americana all’aggressività e sulla rabbia del ceto medio che potrebbe decretare la vittoria di Trump è sicuramente la dimensione creativa e ideologica di Oliver Stone che a Roma ha presentato il suo film di denuncia ‘Snowden’. Vi si ripercorre la vicenda biografica drammatica del consulente esterno per il controspionaggio della CIA e della DIA Edward Snowden (interpretato nel film da Joseph Gordon-Levitt) che attualmente è costretto a vivere in Russia per aver tentato di smascherare un po’ come Wikileaks le tare del sistema americano di controllo segreto dei dati personali dei suoi cittadini. ‘La supremazia americana sta nel controllo economico e sociale: questo è il cuore del sistema di sorveglianza di massa”, dice Snowden nel film, “ Segretezza significa sicurezza e questa è vittoria perché gli americani più che liberi vogliono sentirsi al sicuro” dice come un dogma durante il film uno degli alti funzionari della CIA che ha sempre incoraggiato Snowden affidandogli alte cariche. C’è odore di Oscar anche negli altri film fra i primi a essere presentati in calendario: ‘Moonlight’ che ha aperto le danze raccontando l’evoluzione psicologica di un ragazzo di colore gay in un ghetto di Miami dominato dalla droga, cresciuto da un pusher affettuoso e da una madre tossicodipendente e psicolabile. Senza contare ‘The Birth of a Nation’ sempre a tema afro, ovvero la riscossa di un manipolo di schiavi ribelli contro il sistema di sfruttamento capitanati da Nathaniel Turner (Nate Parker), che dopo aver scoperto la reale situazione in cui vivono gli altri schiavi, molti anni prima dell’esplosione della Guerra di Secessione, decide di guidarli contro il potere schiavista massacrando una serie di bianchi. Arriva sul tappeto rosso anche Isabella Ragonese per presentare il primo film italiano della rassegna, ‘Sole cuore, amore’ di Daniele Vicari, film distribuito da Koch Media e Rai Cinema, dove con grande sensibilità si cala nei panni di una donna malata e sfruttata sul luogo di lavoro. Famiglia, società e politica attraversano anche il bel calendario di ‘Alice nella Città’ che quest’anno propone ‘Captain Fantastic’ con Viggo Mortensen, attesissimo e ‘3 generations-Una famiglia quasi perfetta’ con Naomi Watts e Susan Sarandon. E mentre Bernardo Bertolucci dà lezioni di cinema spiegando attraverso ‘Ultimo tango a Parigi’ e altri suoi capolavori come ‘L’ultimo Imperatore’ il segreto del bel cinema di spessore e d’autore che non muore mai, nell’aria c’è grande attesa per l’incontro con Meryl Streep, momento culminante di questa edizione del festival.

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