Boiler Room e Valentino, la moda incontra la musica con una live performance dedicata ai giovani talenti

Bree Runway, Ichon, Claire Laffut, Woo e Blanco sono i nuovi artisti della seconda live performance che vede protagonista Maison Valentino e la trasmissione musicale online Boiler Room, dopo l’avvincente debutto di dicembre 2020. Ciò conferma che la contaminazione tra musica e moda è sempre più in fermento e che la scena musicale internazionale pullula di nuovi volti e voci su cui puntare.

Valentino, così, gioca un ruolo fondamentale nella promozione dei giovani talenti, ricoprendo il ruolo di stylist. Tutti gli artisti, infatti, indossano la collezione Valentino ACT, la linea uomo autunno/inverno 2021-22 (disegnata da Pierpaolo Piccioli per Valentino) e la linea di make-up della griffe.



Ogni cantante (tra cui Blanco, il cantautore italiano che risponde al nome Riccardo Fabbriconi) si esibisce in una struttura in continua evoluzione e ultraterrena, creata in 3D dall’artista Masha Batsii.

Conosciamo gli artisti.

Bree Runway, all’anagrafe Brenda Wireko Mensa ha lo stesso temperamento e carisma di artiste internazionali del calibro di Lil Kim e Missy Elliott, con la quale ha avuto modo di collaborare. La cantante inglese è tra le rapper più stimate del panorama R&B mondiale tanto da annoverare, tra le sue ammiratrici, l’ex first lady statunitense, Michelle Obama.

Il cantante Ichon, che ha ottenuto un forte successo con lo straordinario LP “Pour de Vrai”, è tra gli artisti più promettenti del panorama musicale francese. Diverse sono le sue collaborazioni con rapper influenti come Hamza e Myth Syzer. Nel suo curriculum sono stati annotati anche i suoi lavori con le griffe Maison Margiela, Pigalle e Weston.

Il rapper sudcoreano Woo Won-Jae è diventato famoso nel 2017 dopo la sua apparizione nel popolare

spettacolo hip-hop, Show Me The Money. La sua partecipazione lo porta a firma un contratto discografico con AOMG di Jay Park. Woo Won-Jae è tra i giovani artisti hip-hop più rispettati della scena musicale sudcoreana ed è un esempio per la Gen Z per antonomasia: abbraccia le sue lotte, affronta i suoi demoni e rimane fiducioso per il futuro.

Claire Laffut, tra i nomi della scena musicale pop di ultima generazione da tenere sott’occhio, incarna perfettamente il ruolo della popstar 3.0. Immagine calameontica, la cantante dalla voce naturale e fresca s’ispira alla cantautrice e compositrice Lizzy Mercier Descloux. “Canto, racconta, perché mi sembra di trovare la verità nelle note, nelle melodie e nelle parole. Mi fa sentire bene”. Dopo il suo primo EP Mojo (autunno 2018) e i singoli composti subito dopo, Claire Laffut ha fatto strada nella musica, partecipando a diversi eventi.

Tra i nomi che partecipano all’iniziativa di maison Valentino e Boiler Room c’è anche l’italiano Blanco, classe 2003. Dopo essere stato notato da Eclectic Music, ha pubblicato sotto l’etichetta Island Records, molti singoli, come “Notti In Bianco” e “LA CANZONE NOSTRA” con Mace e Salmo, che è stato certificato triplo disco di platino. Nel febbraio 2021 pubblica il singolo “Paraocchi” e dopo il brano “Tutti Muoiono” feat. Madame; il 17 giugno dello stesso anno l’artista lancia il nuovo singolo “Mi Fai Impazzire” con Sfera Ebbasta. La canzone ottiene un forte successo, raggiungendo il primo posto nella Top 50 di Spotify con più di 20 milioni di stream.

ITS annuncia i vincitori dell’edizione 2021

ITS – International Talent Support- svela i vincitori della 19° edizione di ITS Contest – il premio internazionale dedicato al talento e alla creatività nella moda e nel design.

L’edizione 2021 di ITS Contest ha raccolto oltre 530 iscrizioni provenienti da tutto il mondo, 60 le nazionalità rappresentate, oltre 80 le scuole di 30 paesi. Una nuova generazione di talenti che ha imparato a superare le barriere, comunicando la creatività con strumenti innovativi, con una visione del mondo dalle molteplici declinazioni, capace di tradurre il contemporaneo e anticipare il futuro.


Questi i designer emergenti premiati:

Aitor Goicoechea Abruza e Adam Elysasse (ex-aequo): ITS Responsible Creativity Award by Allianz
Hua Hui: ITS Digital Fashion Award
Tae Choi: OTB Award

Mohammed El Marnissi: Swatch Art Peace Hotel Award Qingzi Gao, Tomer Stolbov, Hadar Slassi: Lotto Sport Award Hadar Slassi: ITS Fondazione Ferragamo Award
Tianan Ding: Vogue Talents Special Mention

Un panel internazionale di giurati ha esaminato i progetti dei designer, andando a scandagliare le ispirazioni dei singoli portfolio e la trasformazione dei concept in abiti, accessori, gioielli.



Mika – Cantante e Artista
Renzo Rosso – Presidente OTB
Carlo Giordanetti – Management Swatch International
Aitor Throup – Stilista e Direttore Creativo
Stefania Ricci – Direttrice Museo Salvatore Ferragamo e Fondazione Ferragamo Sara Sozzani Maino – Deputy Editor in Chief di Vogue Italia, Head of Vogue Talents Barbara Franchin – Fondatrice e Direttrice ITS

Sono otto i progetti straordinari che fanno il giro del mondo. Sorprende la responsabilità narrativa sempre presente e la preponderanza di un’urgenza di discutere, contestare e stabilire il concetto di identità, elemento che è stato davvero presente in tutte le creazioni e che i designer hanno affrontato in modi completamente diversi. Osservando i loro progetti, si intuisce che stanno cercando di farsi un’idea di chi sono, guardando al loro passato, o ai loro genitori, per proiettarsi nel futuro. La nostalgia futura è menzionata in modo abbastanza esplicito, ma ci sono anche molte talenti che hanno rivalutano tessuti, silhouette e forme tradizionali. E non è solo questo. C’è anche un senso di magia, di fantasia, di fiaba. In tutta la sua pericolosità, in tutta la sua giocosità e poesia allo stesso tempo.

ITS 2021 Building the Ark è stata realizzata con il patrocinio di Vogue Italia, Camera Naziona- le della Moda Italiana, Pitti Immagine e Fondazione Ferragamo.

Handpicked rende omaggio al Made in Italy attraverso un viaggio tra le città

Memore e consapevole del suo primo viaggio all’interno di un orizzonte naturale, fatto di valori e consapevolezza oggi Handpicked approda in un contesto urbano. L’elemento naturale si ricongiunge alla vita di ogni giorno, per vestire lo scenario metropolitano con l’attualità di capi rifiniti con maestria sartoriale e cromie in sintonia con una nuova idea di città.

Tutti i capi, dai pantaloni ai capispalla, hanno nomi di città italiane, ricche di storia, dal punto di vista culturale e artistico, che sono però meno conosciute fuori dall’Italia. Il brand vuole rendere omaggio all’eccellenza del Made in Italy anche attraverso l’arte di queste città.



Nella collezione FW21/22 presenta una varietà di tele denim, tra cui Kurabo, stretch e super stretch, che vanno dal deep blue allo stone washed, fino ad arrivare a tessuti con rotture e schizzi di vernice realizzate a mano. Oltre al denim troviamo cotone, denim in felpa con effetto jersey touch, flanella, velluto millerighe e costa francese e naturalmente le lane, tra cui quelle pregiate di Vitale Barberis. Molto ricercata è la lana effetto stone dalla mano calda e morbida. Immancabili le stampe classiche come check, Principe di Galles e pied de poule.

In collezione troviamo anche il mood Eco, caratterizzato da lavaggi e trattamenti eco-sostenibili, in cui non vengono utilizzate sostanze chimiche pericolose e gli accessori sono realizzati con materiali e processi ecologici; il mood Studios ha due nuove vestibilità young: Milano slim fit e Imola baggy. Immancabile un’ampia selezione di chino con e senza pince dalle vestibilità comfort o slim fit. Grande attenzione va al mondo casual con la proposta di felpe girocollo e con cappuccio da abbinare a pantaloni della tuta con coulisse. 



Nei top c’è una diversificata proposta di capi in maglia, camicie in denim, flanella o velluto. Per l’outerwear troviamo la sahariana e la tracker jacket in denim, il montgomery con alamari nella versione corta e lunga con bretelle interne per poterlo portare a spalla e il bomber lana, con stampa esterna e interna in check o in panno blu tinta unita.

L’esclusiva collezione di Giorgio Armani x 10 Corso Como

Giorgio Armani presenta in anteprima esclusiva la collezione Giorgio Armani – 10 Corso Como. Sintesi di uno stile inconfondibile, in iconico bianco e nero, l’inedita collaborazione con 10 Corso Como crea una collezione senza tempo, composta dal lessico coerente e costantemente rinnovato del racconto armaniano.

Blazer dalle linee esatte, mono o doppiopetto, lunghi cappotti e caban, pantaloni fluidi, pullover morbidi, accessoriati da stringate basse o décolletés, e due borse, una ampia e avvolgente e La Prima nella sua versione classica. La contrapposizione di maschile e femminile è risolta in un segno leggero e incisivo e la scelta del bianco e nero conferisce una visione grafica, sottolineata dai motivi delle righe jacquard. I materiali sono naturali e preziosi: lane, sete, velluti, cashmere e una felpa che gioca ironicamente con il volto stilizzato di Giorgio Armani.

La collezione, con un packaging dedicato, sarà disponibile dal 18 novembre presso 10 Corso Como di Milano e online, e successivamente anche nei negozi Giorgio Armani di Milano, New York Madison Avenue, Tokyo Ginza Tower e Shanghai.

David Gandy, il re delle passerelle lancia la sua prima linea di moda leisure-wear

A 41 anni, David Gandy lancia la sua linea moda leasure: semplicemente David Gandy Wellwear.  L’icona sexy britannica, protagonista decennale di passere internazionali e testimonial di Dolce & Gabbana, lancia la sua eponima etichetta che volge lo sguardo anche al wellness.

Una carriera seminata di cover dei più importanti fashion magazine internazionali, ultime uscite di spettacolari fashion show e una serie di campagne global del brand che l’ha portato alla luce grazie a uno spot girato su un gommoncino bianco al largo dei faraglioni di Capri. Correva l’anno 2007 e nessuno ancora può dimenticare quella voce fuori campo che risuona sensuale “light Blue” Dolce & Gabbana tra due ideali di bellezza aspirazionale come quella di un’eterea Bianca Balti e la perfezione plastica di David Gandy.
Un legame che suggella la complicità tra la griffe italiana e David – il cui valore ricalca quello di un top brand – con una raccolta fotografica “David Gandy by Dolce & Gabbana – The male icon” firmato, tra gli altri, dai maestri Mario Testino, Steven Klein, Giampaolo Sgura e Mariano Vivanco.



David, allontanatosi gradualmente dalle passerelle ed essersi dedicato a svariate operazioni imprenditoriali legate al mondo del beachwear alla sua dichiarata passione per le auto di lusso, oggi torna da protagonista nel fashion biz con un nuovo progetto, dedicato al tempo, a quello che ognuno di noi dovrebbe concedersi quotidianamente. La collezione David Gandy Wellwear racconta la sua idea di stile unisex, attraverso una capsule collection di 20 pezzi dal tono intimo e rilassante: t-shirt, polo, felpe (alcune con cappuccio), joggers, capispalla, pigiami, abbigliamento di lusso e accessori fatti di tessuti innovativi, ultracomfort, antiodore, antibatterici e agli estratti di aloe vera. La palette di colori è monocromatica, con sfumature del nero, bianco, blu, grigio marna e kaki.

L’abbigliamento può avere un grande impatto sulla fiducia in noi stessi; quindi, ho voluto creare una gamma che aiuti le persone a sentirsi rilassate e sicure, come nella propria pelle” ha dichichiarato l’imprenditore. David Gandy Wellwear, infatti, si compone nella sofficità dei tessuti effetto second skin. La nuova frontiera del vestire non cura l’estetica tanto quanto la comodità. La collezione, dunque, è stata realizzata secondo il principio della cura e delle linee, sottolineata da un utilizzo pregiato delle materie prime. DGW, infatti, è confezionata con cotone Pima, il lyocell e il modal che avvolgono la pelle lasciando libertà di movimento, durante il tempo libero così come tra le mura domestiche.

I Need You: la nuova iniziativa per la ricerca del team del primo negozio A|X Armani Exchange a Milano

I Need You è l’innovativo progetto di selezione in vista dell’apertura, a febbraio 2022, del primo punto vendita A|X Armani Exchange a Milano. Attraverso l’annuncio dell’iniziativa, con una campagna social dal 15 al 20 novembre e, offline, con un’attività di affissioni dal 20 novembre fino al 3 dicembre, A|X dialoga con tutta la città, invitando chiunque voglia a partecipare all’open day che si svolgerà venerdì 10 dicembre presso l’Armani/Teatro, in via Bergognone 59.

Sarà questa l’occasione per creare una vera e dinamica comunità che si rispecchia nei valori di A|X: un momento per incontrare nuovi amici, condividere e connettersi, indipendentemente dall’esito della selezione. La campagna, fotografata da Alex Nawrocky, sottolinea l’intento inclusivo e si presenta come un mosaico di tipi fisici e atteggiamenti – spontanei, freschi, ironici, seri o irriverenti – in cui ognuno può identificarsi. Lo spirito inclusivo e metropolitano anima tutte le attività del marchio con un messaggio chiaro: A|X è uno spazio mentale e materiale in cui essere se stessi.

Le novità gourmet per la stagione fredda dell’Aleph Rome Hotel

L’arrivo della stagione fredda è sempre accompagnato, in cucina, da ingredienti e sapori che ben si conciliano con il calare delle temperature; l’Aleph Rome Hotel, elegante 5 stelle incastonato nel cuore della città eterna, tra piazza Barberini e via Veneto, rivede pertanto la propria offerta gourmet, trasferendola dalla terrazza protesa sul panorama mozzafiato della capitale all’interno dello Sky Blu Restaurant, per cui l’executive chef Carmine Buonanno ha messo a punto un programma gastronomico d’eccezione, che spazia tra proposte ad hoc per i primi freddi e una serie di appuntamenti tematici che faranno la felicità dei foodie più esigenti.

Formatosi alla corte di Alfonso Iaccarino nel prestigioso Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi (doppia stella Michelin) e già alla guida del ristorante romano Gran Melià Villa Agrippina, Buonanno presiede oggi l’offerta F&B dell’hotel Aleph, tenendo fede a una filosofia basata sulla commistione di tradizione e innovazione, in cui la prima (legata alle origini dello chef, alla sua impronta mediterranea) si fonde armonicamente con la seconda, in un percorso di costante ricerca e sperimentazione culinaria.



Ne risultano sapori intensi, abbinamenti moderni che però tengono sempre in grande considerazione il territorio, come dimostrano le novità del menù invernale, aperto da portate quali la “variazione di coniglio con castagne e melograno” e il “carpione di ricciola, pistacchio e gelée di sedano e cardamomo”; tra i primi, invece, “tortelli di genovese di manzo con salsa mozzarella e riduzione di aglianico” e “pacchero di Gragnano con stracciatella e polvere di dragoncello”, seguono i secondi (“filetto di manzo come un saltimbocca alla romana” e il “baccalà cavolfiori e lattuga di mare”); chiudono il percorso a prova di connoisseur, in equilibrio tra sapori stagionali, ricette classiche e abbinamenti sorprendenti, i dessert, ossia il “limone yuzu e tè matcha” o la “rivisitazione della ricotta e visciola”.

Un’alternanza di menù speciali, a disposizione della clientela per un periodo limitato, scandirà inoltre i prossimi mesi, omaggiando gli ingredienti tipicamente invernali; primo protagonista sarà il tartufo, “in scena” dal 16 al 21 novembre. Gli ospiti dello Sky Blu Restaurant potranno inoltre comporre in libertà la propria cena ideale, attingendo al menù permanente come a quello tematico per ottenere la combinazione di piatti a loro più congeniale.

Chi, infine, volesse ritagliarsi una pausa deluxe per gustare un tè nei rigidi pomeriggi che ci attendono, potrà rivolgersi all’Onyx Bar della struttura, il cui tea time prevede delizie gourmet dolci o salate, per una stagione da vivere all’insegna del connubio perfetto tra bellezza e bontà, affidato alle sapienti mani di Carmine Buonanno.

Testo: Marco Marini

I luoghi della moda: quando una sfilata diventa spettacolo

Il 12 febbraio del 1951 il Made in Italy sfila per la prima volta dinanzi a un pubblico, nella meravigliosa Villa Torrigiani di Firenze: una fortezza immersa in un giardino inglese, con una torre che mira alla perfezione. A organizzare l’evento è l’imprenditore italiano Giovanni Battista Giorgini, un visionario che rivoluziona totalmente il rapporto tra stilista, stampa e cliente.

Nel corso degli anni, il fashion biz nutre l’esigenza di spettacolarizzare gli eventi, attraverso un effetto speciale d’eccezione: la location da sogno, in un mix di arte e cinema, che trasporta il fruitore in giro per il mondo, invadendo spazi storici o contemporanei, in Italia e all’estero.



Nel 2007, per celebrare il 45° anno di attività che segna anche l’addio alle scene, Valentino Garavani sfila nel complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, dopo aver inaugurato una retrospettiva all’Ara Pacis. Admirari che con la sua certa nobiltà visiva, saluta l’ultimo imperatore della moda italiana.

La Maison Chanel, che con Kaiser Karl Lagerfeld ha messo in scena il meglio delle rappresentazioni legate al fashion show, è la capostipite di una tendenza sempre più in ascesa. Dalla consueta sfilata al Grand Palais, dove un transatlantico arenato diventa lo sfondo per la collezione cruise 2019 della griffe, allo show nei luoghi del cinema italiano, Cinecittà; non manca, inoltre, l’approdo all’Havana il 3 maggio del 2016 con la cruise 2017, con il primo show concesso, dai tempi della rivoluzione del 1959 al Paseo del Prado.



A Parigi il legame con la cultura è indissolubile, a testimonianza che la moda non è snobbata ma, anzi, ne è patrimonio nazionale, Louis Vuitton porta lo spettattore nei maggiori luoghi di culto dell’arte contemporanea, i musei, con i suoi eventi itineranti. Il 28 maggio del 2016 presenta la sua collezione futuristica, firmata da Nicolas Ghesquière, sullo scivolo rosso del Museo d’Arte Contemporanea Niterói di Rio de Janiero; ultima, in ordine di tempo, è la sfilata al Passage Richelieu del Louvre.

Christian Dior, sotto la direzione artistica dell’italiana Maria Grazia Chiuri, ha viaggiato in lungo e largo per il globo. Dopo l’evento tenutosi a Marrakech, nel palazzo cinquecentesco di El Badi e in un deserto illuminato da torce, la griffe fa scalo a Lecce con una Cruise 2021, presentata nella storica cornice di piazza Duomo, tra luminarie e Tarantismo.
Il legame indissolubile con il deserto, ancora, porta Yves Saint Laurent a presentare la sua collezione primavera/estate 2021 tra le dune del Marocco: Antony Vaccarello sfrutta il divieto di sfilare in presenza a causa delle misure di sicurezza adottate per contrastare la pandemia, per realizzare uno short movie destinato a rimanere nel ricordo di tutti.

La moda, così, cerca di disfarsi dall’involucro sacro degli spazi ordinari, interfacciandosi con i luoghi d’interesse pubblico. In Italia, però, diversamente che in Francia, c’è una sorta di resilienza nel valicare i confini della comfort zone aziendale, che porta i protagonisti della moda Made In Italy a scegliere, spesso, head quarter e luoghi della tradizione come cornice per i loro show, fatta eccezione per la maestosa e indimenticabile sfilata del 2019 che Dolce & Gabbana hanno orchestrato nell’incantevole cornice della Valle dei Templi ad Agrigento: un omaggio alla Sicilia della Magna Grecia, i cui abiti come sculture riprendevano i fregi e dell’architettura classica tra tulle impalpabile e foglia d’oro sapientemente elaborati in chiave couture, interpretati da 150 top model regine di ogni generazione, da Marpessa Hennink a Bianca Balti incoronate da copricapi fedelmente riprodotti con i dettagli cari ai fasti dell’antica Grecia.

Micaela Ramazzotti vince la VI edizione del Premio Virna Lisi

Il Premio è nato sei anni fa per volontà del figlio della grande attrice, Corrado Pesci, e di sua moglie Veronica, “per alimentare e onorare il suo ricordo nel cuore delle persone che l’hanno amata e seguita durante tutta la carriera”. Sul podio hanno ritirato la scultura del Maestro Ferdinando Codognotto eccellenze femminili del cinema italiano, attrici come Margherita Buy, Paola Cortellesi, Monica Bellucci, Claudia Gerini ed Elena Sofia Ricci.

La sera del 6 novembre, sotto pioggia battente, a Roma si è svolta nella Sala Petrassi gremita, la serata dedicata alla grande attrice scomparsa Virna Lisi.  Il Premio, giunto alla sua sesta edizione, è nato dalla volontà del figlio Corrado Pesci e sua moglieVeronica insieme alla Fondazione Virna Lisi in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e CityFest.


La premiazione, condotta impeccabilmente da Pino Strabioli con la regia Luigi Parisi, ha visto tra gli ospiti eccellenti la straordinaria Patty Pravo, che si è esibita in 3 brani che sono nel cuore di tutti noi: Pazza Idea, La Bambola e Pensiero Stupendo; un’esilarante Iva Zanicchi che ha raccontato in modo spiritoso e frizzante il suo rapporto con l’attrice scomparsa, un balletto dedicato alla mitica e indimenticabile Raffaella Carrà e la musica del giovane Jacopo Mastrangelo che ha aperto e chiuso la premiazione.

Ha vinto il Premio Virna Lisi come migliore attrice italiana Micaela Ramazzotti, visibilmente emozionata e commossa alla consegna della scultura del Maestro Codognotto, dalle mani di Corrado Pesci e del Direttore di Rai1, Stefano Coletta.

Premio speciale alla carriera per la regia a Liliana Cavani, consegnato da Francesco Rutelli e Premio speciale per la produzione cinematografica a Federica Lucisano, premiata da Salvatore Esposito.

Coach x Michael B.Jordan & Blue the Great’, la nuova capsule collection di Coach

Coach presenta Coach x Michael B. Jordan, la sua prossima collaborazione con l’attore, produttore e testimonial maschile Coach Michael Jordan. La capsule collection, intitolata “Blue the Great: The Art of Collaboration” è una partnership tra Coach, Jordan e il suo amico, artista e pittore Blue the Great, di Los Angeles. La collezione e la campagna ricontestualizzano l’inclusività nell’arte, utilizzando l’heritage di Coach come tela per mettere in luce l’importanza della collaborazione e dell’amicizia tra i due artisti, e la comunità creativa in generale.



Ispirata al personale approccio di Jordan allo stile e all’interpretazione contemporanea di Blue dell’arte, la collezione all-gender di prêt-à-porter, calzature, borse e accessori combina l’heritage artigianale della maison con l’abbigliamento sportivo e lo streetwear in un drop in edizione limitata. Presenta le firme iconiche di Coach, Signature e Rexy, aggiornate con il simbolo di Blue, oltre a una borsa realizzata con materiali riciclati al 100%.



Per presentare la collezione, il brand diffonderà una campagna realizzata dalla collaboratrice abituale di Coach, Shaniqwa Jarvis. Con ritratti di Jordan, Blue e amici, Khat e Frank Brim (influencer di beauty e lifestyle), Lindsay Dawn (artista) e Tori Kirihara (artista)  in una galleria d’arte “a porte aperte”, la storia riposiziona questo luogo tradizionalmente esclusivo come luogo di collaborazione e connessione autentica. Ispirata dallo spirito inclusivo e ottimista di New York e Coach, la campagna continua la tradizione della maison, cioè quella di mettere in luce le idee di artisti emergenti e sottorappresentati nel suo storytelling.

La combinazione Michael-Blue ha apportato originalità, dimensione e significato alla nuova collezione, grazie alla loro grande amicizia fondata sul rispetto reciproco.

Il musical torna a casa sua: al Brancaccio

Dopo tanta incertezza a causa delle restrizioni causate dalla pandemia, che costringevano i teatri solamente al cinquanta percento di capienza, ora con la possibilità di arrivare all’ottanta percento anche un grande teatro come il Brancaccio ha potuto presentare la sua programmazione per la stagione 2021/2022.

Come racconta il direttore Alessandro Longobardi, non è stato assolutamente facile capire il da farsi, poi con una buona dose di coraggio e voglia di ricominciare è stata messa insieme una splendida scaletta ricca di musical e novità, che soprattutto in questo momento storico, portano allegria e scaldano il cuore.

La cosa buffa è che non è stato annunciato il cast di nessuno spettacolo, ovviamente non è la norma, ma per il momento era importante sapere di esserci, il resto verrà annunciato prossimamente.



Ad aprire è stato Enrico Brignano, che con quel velo di amarezza riesce sempre a strappare una risata, dote unica dei romani, ha spiegato come uno spettacolo con tanti biglietti venduti e sospesi come il suo a causa dello stop forzato, ora abbia ripreso con un ritmo che forse nemmeno ai tempi della guerra si poteva fare, ovvero doppio spettacolo quotidiano.

Ma è il suo lavoro intrattenere e nessuno sa farlo meglio di lui, così anche se non capisce più che giorno sia o se sia il primo o il secondo turno, lui va avanti.

Ci ricorda che il teatro è un momento di riflessione, dove i problemi stanno fuori dalla sala, quando ci si siede, si è da soli con lo spettacolo.

Torna il grande successo di Giampiero Ingrassia e Fabio Canino, ovvero “La piccola bottega degli orrori”, con qualche piccola rivisitazione ed arricchimento, infatti quello che prima era un pupazzo diventerà una Drag Queen, dovremo aspettare il prossimo anno, ma non vediamo l’ora.



Molto commovente è stato il discorso di Enzo Garinei, dell’omonimo duo autoriale Garinei e Giovannini, che con i suoi 95 anni non vede l’ora di tornare ad abitare quella che è la sua casa, il teatro.

Proprio lui che a fine febbraio 2020 era in scena a Bergamo, la città più colpita dal virus della prima ondata, una mattina si è alzato ed ha preso il taxi per andare in teatro, ma il taxista gli ha dato la brutta notizia, ovvero che il sindaco Gori aveva deciso di chiudere tutte le attività.

Tornerà al Brancaccio con il suo “Aggiungi un posto a tavola” dove interpreta la voce fuori campo del Padre Eterno, e come ha ribadito lui oggi, ovviamente Dio non può mancare, quindi ci sarò.


Exclusive Paris, il Made in Italy che diventa internazionale

Grande successo per il debutto alla MFW di Exclusive Paris con un evento che unisce arte, lusso e moda. Per l’occasione le iconiche tute del brand creativo e vivace incontrano l’estro di Alec Monopoly, artista internazionale direttamente dagli USA. 

L’azienda romana di streetwear sin da subito ha catturato l’attenzione di una clientela giovane e metropolitana grazie ad un giusto mix tra social media e testimonial d’eccezione. Una storia autentica che racconta del successo del un giovane creatore e imprenditore Patrizio Fabbri, classe 1988, che dopo anni di lavoro nel mondo retail, ha realizzato il sogno di lanciare una linea di abbigliamento che definisce nuovi standard in materia di streetwear made in italy. Spiega il designer: «Sviluppo e supervisiono tutto io, dalla scelta tessuti e grafiche alla vestibilità, fino alla scelta dei testimonial». 



La continua ricerca stilistica e una cura maniacale dei particolari sono i segreti del successo del brand, che declina il gusto street di Fabbri in tessuti pregiati ed esclusivi e dettagli sofisticati, per capi dallo stile cosmopolita e originali, che hanno conquistato numerosi protagonisti della scena trap, hip-hop e più in generale musicale del nostro paese. 



Convinto che avere un brand «non significa prendere una maglietta e metterci sopra il proprio marchio ma equivalga, invece, alla ricerca ossessiva di esclusività e novità», Fabbri è determinato a portare Exclusive Paris in tutto il mondo, convinto che «il momento passerà e usciremo da questa crisi con un nuovo spirito di collaborazione, più forti di prima». Una storia tutta italiana di coraggio e saper fare che da Roma si sta espandendo verso il mondo, anche grazie al potere pervasivo della musica e dei social.

Zalando: tra self-expression, unicità e inclusività

Zalando, la piattaforma online di moda e lifestyle leader in Europa, punta sulla categoria Designer per affermarsi come partner affidabile, fresco e inclusivo. Zalando Designer ha inserito oltre 50 brand solo quest’anno, con nuove firme innovative accanto a quelle già consolidate, collegandole a oltre 45 milioni di clienti in tutta Europa: i nuovi partner comprendono Missoni, Christopher Kane, 032C e Mansur Gavriel, etc… 



Dal mese di settembre 2021, Zalando collabora con Not Just A Label, la piattaforma che offre agli stilisti la possibilità di connettersi a un pubblico globale, incoraggiandoli a produrre una moda che sia sempre più sostenibile e supporti maggiormente le comunità locali e la maestria artigiana

Riccardo Vola, Director Italy and Spain di Zalando, commenta: “Da sempre italianità è sinonimo di lusso e innovazione, per questo siamo lieti di poter offrire ai nostri clienti in Italia un assortimento di marchi di lusso sempre più ampio ed accessibile, migliorando anche l’esperienza d’acquisto. Con l’inserimento di oltre 50 brand contemporanei solo nel 2021, facciamo un ulteriore passo verso il nostro obiettivo di diventare Starting Point for Fashion e punto di riferimento per i clienti italiani, tra cui tantissimi della Generazione Z e Millennial.” 



Contemporaneamente, il portale sta anche lanciando una campagna di marketing dedicata, Il lusso secondo te, sottolineando l’obiettivo di immergersi in un nuovo mondo di lusso, all’insegna” di fluidità, autoespressione e inclusività. Con la regia di Vincent Haycock, la fotografia di Coco Capitán, l’impostazione stilistica di Ib Kamara e l’attore Lachlan Watson come  protagonista, la campagna si presenta come un’esperienza filmica digitale e coinvolgente che fonde il mondo di TikTok con una serie interattiva di video shoppable intitolata “The Life of Liberty”. 

Anaheta Metghalchi von Berenberg, Buying Director Designer di Zalando aggiunge: “Si prevede che entro il 2025 la Generazione Z e i Millennial saranno i principali acquirenti di beni di lusso. Abbiamo un posizionamento unico per fornire ai clienti (e tra loro vi è una grande percentuale di Generazione Z e Millennial) un’incredibile offerta cross-category in un ambiente online”.

MCS omaggia la montagna con una collezione ispirata alle Dolomiti

In autunno anche in montagna vestirsi diventa un gesto che richiede maggiore cura. Le temperature non ci consentono più di scegliere il primo bermuda con l’ennesima t-shirt, ma è necessario trovare un equilibrio fra tutti quei componenti imprescindibili dell’abbigliamento di stagione. Camicia e maglione, pantaloni e calze, giacca e cappello: l’accostamento è sempre più ampio, comprendendo un’ampia selezione di capi e accessori che, oltre a contrastare le basse temperature, devono saper raccontare qualcosa dello stile di chi li indossa.

MCS, forte di una lunga tradizione, ha sempre raccontato nelle sue immagini gli spazi naturali ed umani più affascinanti. Sin dagli anni ’70 celebra un uomo appassionato di viaggi, amante della propria terra e dell’avventura, un amante delle emozioni e delle passioni, un uomo capace di cogliere l’importanza della storia e del suo spirito, in grado di cogliere il fluire vitale della natura e appropriarsene.

Per questo motivo con la collezione FW21 il brand omaggia uno dei luoghi unici del nostro Paese, le Dolomiti, una delle catene montuose più affascinanti del pianeta e Patrimonio dell’Umanità dal 2009.
Questi luoghi vengono raccontati attraverso le immagini della collezione, restituendoci le loro atmosfere, il sapore dei secoli e l’aria libera che solo la grande montagna può donare. L’Uomo MCS nelle immagini della nuova campagna rispecchia la tradizione del brand, sia nei capi più invernali come i capospalla check e i parka, sia nella maglieria, con lo stesso spirito heritage e avventuriero che da sempre lo contraddistingue.

Nugnes celebra 100 anni fra tradizione e innovazione

Ben pochi retailer possono vantare un heritage ultradecennale come quello di Nugnes 1920; il multibrand tranese, nei giorni scorsi, ha tagliato il traguardo dei cento anni tondi di attività regalando una nuova veste allo store, che si presenta ora come uno spazio di oltre 1000 mq distribuiti su due livelli, con 18 vetrine affacciate sul centralissimo corso Vittorio Emanuele.
Una storia centenaria dunque, che affonda le sue radici negli anni ‘20 del secolo scorso, quando Giuseppe Nugnes aprì l’omonima sartoria nel cuore della perla dell’Adriatico, com’è soprannominata la cittadina pugliese.
Se già nel 1956 era stata inaugurata la boutique maschile, divenuta rapidamente un place to be per la clientela locale, e a cui seguì nel 1989 quella femminile, sarà la terza generazione a porre le basi per l’espansione dell’impresa familiare che, pur rimanendo saldamente radicata nel proprio luogo di nascita, è cresciuta col tempo fino a imporsi come un punto di riferimento nell’ambito del fashion e luxury retail, imperniata, oggi come allora, su tre cardini, ossia eclettismo, amore per il territorio e spirito avanguardista, dal respiro internazionale; la mission primaria è rimasta la stessa di allora: instaurare un rapporto speciale con i clienti, che rispecchi unicità e personalità degli stessi.


Ph. by Paola Pansini

Oggi l’intento, spiega il titolare Beppe (nipote del fondatore), è «portare avanti un concetto che ci appartiene da sempre, essere commercianti con l’animo del sarto devoto alla clientela». È proprio questa filosofia ad aver permesso all’insegna di distinguersi nell’affollatissimo panorama fashion, interpretando al meglio il ruolo di ambasciatore, di curatore quasi della moltitudine di marchi trattati, 250 in tutto, tra griffe simbolo della moda con la M maiuscola (tra le altre Prada, Valentino, Bottega Veneta, Saint Laurent, Givenchy, Balenciaga) e brand dal gusto contemporary quali Golden Goose, Ami, Nanushka o Sunnei, nomi cult dello streetwear (da Off-White a Palm Angels) e designer avantgarde del calibro di Maison Margiela, Sacai e Marni.

L’anniversario ha rappresentato l’occasione per svelare un retail concept innovativo che, pur implementando i principi ormai fondamentali dell’omnicanalità, invita i visitatori a riscoprire il piacere dell’esperienza d’acquisto in presenza. Ad accogliere le novità non poteva che essere la sede di Palazzo Pugliese, felice espressione dello stile delle dimore nobiliari meridionali di fine XIX secolo, svettante a mo’ di fortezza sul bianco accecante che domina l’orizzonte di Trani. A seguito di una progressiva acquisizione degli spazi e della meticolosa ristrutturazione, seguita dallo stesso Nugnes in tandem con lo studio Dini Cataldi, si presenta ora come un multimarca raffinato e accogliente, riflesso ideale dei valori che contraddistinguono l’azienda.


Beppe Nugnes, ph. by Paola Pansini

Progettato per restituire l’impressione di una sorta di salon raccolto e discreto, il negozio riunisce i tre satelliti di Nugnes, ovvero il salotto bespoke, l’area dedicata ai globetrotter contemporanei e il reparto donna. Mentre il primo, pensato come una reinterpretazione intimista dei club per gentiluomini d’antan, è caratterizzato da cromie ricche e brunite, nel secondo l’eleganza dinamica e cosmopolita degli articoli esposti viene declinata nel décor ricorrendo alle tonalità del bianco e nero. A sottolineare la poliedricità della selezione di capi e accessori, un mix di arredi retrò da club berlinese e capolavori del design nostrano firmati Cassina e Osvaldo Borsani.
Il piano superiore, riservato al womenswear, è suddiviso in una serie di stanze dalle differenti personalità, arredate con divani vintage o realizzati appositamente per lo store. Qui l’opulenza degli affreschi originali risulta temperata dai rivestimenti in tessuto retroilluminato delle pareti, che creano giochi di trasparenze. È ancora Nugnes a rivelare come l’obiettivo del rinnovamento fosse «tirare fuori l’anima dell’impresa, l’inventiva unita alla profondità di pensiero che ci contraddistingue. Abbiamo trasferito tutto ciò nel nuovo shop, con i suoi ambienti diversi che, tuttavia, si integrano tra loro in modo omogeneo».



Ph. by Paola Pansini

Nel celebrare l’opening con una serata ad hoc, Nugnes ha chiamato a raccolta creativi dalle competenze eterogenee, dall’architetto Filippo Dini all’art director Susanna Cucco allo stylist Adonis Kentros, artefici di un evento immersivo in grado di trasmettere la cifra eclettica e sperimentale del retailer pugliese, culminato nel cocktail dînatoire animato dal parterre cosmopolita di amici del marchio.
È stato perciò ideato un set-up sui generis che ha coinvolto tutti i prodotti in esposizione e perfino otto vetrine del palazzo, avvolte in una tela bianca chiusa dallo spago, rimando ai primi passi in azienda di Beppe Nugnes che, ancora ragazzino, si occupava dei pacchi per i tessuti da conservare. Le dieci vetrine rimanenti, invece, sono state protagoniste di allestimenti ad effetto, così da raccontare l’identità della boutique. A sorprendere gli ospiti, infine, l’ultimo coup de théâtre in forma di installazione dal sapore artsy, un cubo specchiato che custodiva all’interno 50 outfit delle collezioni Autunno/Inverno 2021 in vendita, ulteriore dimostrazione di come la commistione tra sperimentalismo e shopping experience d’eccezione, curata fin nei minimi dettagli, sia la vera forza di Nugnes.



Ph. by Paola Pansini

Tra listening party, Balenciaga e musica: è uscito DONDA, il nuovo disco di Kanye West.

Certo, negli anni avremmo dovuto imparare che da Kanye West non possiamo aspettarci niente di normale. Però, come accade con tutte le grandi esagerazioni, si tende spesso a pensare che l’ultimo capitolo sia sempre quello più stravagante, e che non ci possa essere realisticamente spazio per un qualcosa di altrettanto folle.

Il rapper di Chicago è riuscito ancora una volta a smentirci, inscenando per l’uscita del suo nuovo album “Donda”, una serie di colpi di scena che hanno ricordato ai fan più le stazioni della “Via Crucis” che la release di un disco.

Si sa, un po’ come succede con alcune personalità illustri del mondo dello sport, l’eccentricità è da sempre un filo rosso che ha nei decenni collegato alcuni degli artisti più rivoluzionari del mondo della musica, e anche Kanye non sembra fare eccezione.

Oggi che il disco è finalmente stato pubblicato, è forse saggio fare un passo indietro per analizzare, con maggiore cognizione di causa, una delle pubblicazioni più assurde della storia della musica.


L’inizio dell’Odissea

Comincia tutto il 13 luglio del 2020. In occasione di quello che sarebbe stato il 71esimo compleanno della compianta madre, Donda West, Kanye rilascia su twitter una nuova canzone a lei dedicata.

Solamente una settimana dopo, annuncia l’imminente uscita di un album dal titolo “DONDA” con tanto di tracklist da 12 canzoni e successiva pubblicazione di quella che sarebbe stata la copertina del disco. Ovviamente, nessuna di queste cose si realizza. 

Non era tutto un sogno

A distanza di alcuni mesi, ecco che si ritorna a sentir parlare di “DONDA”. 

A marzo 2021, infatti, CyHi The Pryce conferma in un’intervista di essere attualmente al lavoro per il nuovo album di Kanye West dalla fine del 2020. 

Il primo listening party

Come un fulmine a ciel sereno, il 18 luglio Kanye organizza un listening party a Las Vegas per il suo nuovo lavoro. Il titolo ufficiale non viene rivelato, ma alcuni degli artisti presenti esprimono sui social media entusiasmo per quello che sembra un disco destinato a lasciare il segno. 


Mercedes-Benz Stadium – il secondo party

Davanti a oltre 40 mila persone, il 22 luglio il rapper di Chicago presenta il suo disco. Meno di 24 ore prima della prevista uscita. 

Kanye appare davanti alla sua platea in un completo “total red”, indossando in anteprima la giacca della prossima collaborazione tra Gap e Yeezy.

Mercedes-Benz Stadium – Parte 2

Passano le ore e di “DONDA” ancora nessuna traccia. 

Anzi, inizia a trapelare la notizia che Kanye West starebbe vivendo all’interno dello stadio di Atlanta per “ultimare l’album”. 

Notizia confermata da un livestream che mostra artisti del calibro di The Lox, Fivio Foreign, Chance the Rapper, Steve Lacy and Vic Mensa, recarsi in pellegrinaggio nella pancia dello stadio (in quella che a tutti gli effetti sembra una cella) per completare le proprie strofe in compagnia del rapper. 

Il party è questa volta fissato per il 5 agosto e si rivela molto più spettacolare del precedente. 

Con un look total black firmato Balanciaga, l’artista è questa volta accompagnato da numerosi performer e da diversi props di scena. 

Ciliegina sulla torta: alla fine del party Kanye West viene sollevato in cielo sulle note di “No child left behind”. 

Chicago – Il capitolo finale

“DONDA” non appare sulle piattaforme di streaming neppure dopo il secondo evento. Anzi, a testimonianza di come le sorprese col rapper non finiscano mai, si inizia a parlare di un nuovo listening party, questa volta nella sua “casa”: Il Soldier Field Stadium di Chicago. 

Non a caso, al centro del campo da gioco si erge infatti l’esatta replica della sua casa d’infanzia, per quella che sarà la quarta e ultima esibizione.

Oltre ai soliti ospiti d’eccezione, tra cui si distinguono Marilyn Manson e DaBaby, è stata l’ex moglie Kim Kardashian a rubare la scena, indossando lo stesso abito nuziale del loro matrimonio nel 2014. 

Che dire, quando c’è di mezzo Kanye, è difficile annoiarsi. 

YOUCARE, la rivoluzionaria tecnologia indossabile firmata AccYouRate

La tecnologia al servizio della moda e della salute. Questo è il percorso innovativo a cui si è dedicata la ricerca AccYouRate, gruppo di aziende Made in Italy che all’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo ha presentato l’innovativo indumento in grado di rilevare i parametri vitali. YOUCARE, la prima tecnologia indossabile e completamente tessile, è in grado di trasmettere un ampio numero di parametri bio-vitali dell’individuo e di schedarli, in modo intelligente, attraverso le più moderne reti di telecomunicazione a una centralina miniaturizzata che registra i dati e li ritrasmette su smartwatch e smartphone.




Tutto questo è possibile, dopo anni di ricerca che hanno portato allo sviluppo di una t-shirt, priva di parti metalliche, nella quale sono stati serigrafati dei sensori polimerici impercettibili che, attraverso la tecnologia bluetooth, comunicano con i vostri device, rilevando frequenza cardiaca, sforzo muscolare, analisi degli atti respiratori, delle componenti del sudore e temperatura corporea. Un vero punto di svolta nel settore dell’industria tessile che gli è valsa il brevetto e la certificazione a livello internazionale di Medical Device.
La t-shirt YOUCARE nasce in collaborazione con l’Università di Bologna e l’Università di Cagliari con la premessa di rivoluzionare l’abbigliamento sportswear con un’ampia gamma di capi “intelligenti”, capaci di orientare i comportamenti degli utenti, aumentandone il benessere individuale.




“È un’invenzione che cambierà la qualità di vita e la capacità di assistenza e consapevolezza della propria salute da parte dei cittadini” – ha affermato Francesco Rocca, Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana e Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

YOUCARE, presentato di recente a Pitti 100 e al Mobile World Congress 2021 di Barcellona, può essere definito, dunque, un salvavita per gli sportivi e non solo, comportandosi come un “vero” elettrocardiogramma. Un dispositivo, inoltre, che aiuta a valutare il nostro stato di salute e permettere, dunque, di prevenire seri danni per la salute.

Birkenstock e Jil Sander: la collezione per il tempo libero e per la vita all’aria aperta

La collezione ideata dai Direttori Creativi Lucie e Luke Meier, è stata pensata per la vita all’aria aperta, le scarpe e i sandali unisex per Jil Sander+ fondono i concetti di lusso, comfort e design di Jil Sander con l’autentica silhouette Birkenstock. 


La linea presenta quattro differenti modelli: 

 tre reinterpretazioni radicali di classici modelli Birkenstock e un modello completamente nuovo. Bilanciando la creatività con il DNA e il know-how di Birkenstock, i Meier hanno trovato una sintesi, un punto in comune, tra funzione e design, infondendo uno spirito diverso a sandali che sono divenuti icone contemporanee. “Abbiamo scelto di collaborare con Jil Sander, credendo nella nuova interpretazione di Lucie e Luke Meier. Crediamo che abbiano offerto al brand rilevanza e autenticità. Insieme abbiamo ottenuto ciò a cui puntiamo sempre – vere novità e innovazione prodotto”. – Oliver Reichert, CEO di BIRKENSTOCK.



 Arizona , Milano e Berlin, questi i nomi dei tre modelli proposti presentano una silhouette esagerata con un profilo arrotondato più largo e alto e suole più grandi, per un look deciso e solido. La palette è chiara, grafica e naturale: crema, oliva e nero.

Tocco più delicato e grezzo grazie a cinturini, in puro suede o pelle di vitello tagliata a vivo, che vengono ora allargati e allungati . Nickel satinato per le fibbie . Tra le novità anche Il nuovo modello Velan , una nuova reinvenzione del sandalo a punta chiusa Berlin, con un morbido cinturino in nappa per avvolgere le caviglie. Indossiamo le Birkenstock da sempre. Sono confortevoli e allo stesso tempo ti fanno stare bene. Ci hanno accompagnato in luoghi speciali, in accampamenti nella natura selvaggia canadese come davanti a un caminetto nelle alpi svizzere. Tuttavia la qualità e integrità di Birkenstock ci hanno convinto a lavorare con loro”. – Lucie e Luke Meier, Direttori Creativi di Jil Sander.



La collezione sarà disponibile in esclusiva per una settimana su jilsander.com, 1774.com e mytheresa.com a partire dall’1 luglio e a seguire presso retailer internazionali e store Jil Sander selezionati dall’8 luglio. 

Dai club alle discoteche, passando per la tv e la radio, il nuovo singolo di Ema Stokholma

La stampa la definisce “esplosiva” per la sua forte personalità artistica che spazia dalla musica in console nei club, a quella in tv e radio : Ema Stokholma, pseudonimo di Morwenn Moguerou, debutta nelle vesti di cantante con un inedito in uscita per Polydor il 18 giugno. 

Una personalità camaleontica , affascinante quella dell’artista francese che debutta con un brano dal titolo “Ménage à trois” ; il testo si presenta come una lista di tutte le parole francesi usate nella lingua di tutti i giorni , anche in italiano: nomi di marchi, modi di dire, luoghi iconici, personaggi celebri. Il tutto condito da un ritmo super dance incalzante e ipnotico.



 La canzone è stata prodotta  da Nicola Pigini e Leonardo Carioti (produttore e ideatore di vari progetti e collettivi come Stylus Funk e Feng Shui, nonché regista di vari programmi di Rai Radio2, dove è nata la collaborazione con Ema). 



Ema é un’artista poliedrica , Dj, cantante, pittrice e scrittrice (nel 2020 ha pubblicato per Harper Collins Per il mio bene, un libro autobiografico in cui racconta la sua infanzia travagliata e la voglia di non perdere mai la speranza). Dopo aver fatto capolino nelle maggiori capitali europee come Londra , Berlino e Parigi , Ema Stokholma si trasferisce a Roma, inizia parallelamente a farsi notare ai microfoni di Rai Radio2, con i programmi Back 2 Back (nelle ultime stagioni al fianco di Gino Castaldo), Let’s Play ed Esordi, e commentando i grandi eventi musicali per la Rai: il Festival di Sanremo, i BRIT Awards, l’Eurovision, il Tomorrowland. Inoltre, presenta su Rai 4 Stranger Tape in Town, un programma tv che fotografa i nuovi artisti del panorama musicale italiano. 

Non dimenticate, quindi, di ascoltare “Ménage à trois” , chissà se si qualificherà il titolo di hit dell’estate , grazie al suo ritmo  “surreale “. 

Vìen: la collezione uomo primavera/estate 2022. La musica che mixa casual e sartorialità

Vincenzo Palazzo, fondatore del marchio Vìen, mi racconta la sua incredibile storia, in una calda giornata di giugno. Ironizziamo molto sulle nostre origini e sul divario, incredibile, che separa la musica italiana da quella inglese contaminata, negli anni Ottanta e Novanta, da quel che rimaneva della straordinaria stagione della Swinging London.

La sua collezione uomo primavera/estate 2022, che è presentata in digitale durante la Milano Moda Uomo il 22 giugno, si ispira proprio alla musica, sua primaria fonte di ispirazione. Passione ereditata dalla sua famiglia allargata, composta anche da zie e cugine, che ascoltavano l’Hacid House e il rock, negli ultimi decenni del Novecento.

Giacca Vìen dal taglio sartoriale realizzata in denim blu
Abito lungo della collezione donna Vìen presentato alla Milano Fashion Week
La felpa Vìen multicolore che abbina casual e glamour
Completo kaki corto alla sfilata Vìen della collezione primavera/estate 2022
Smanicato in denim su camicia bianca sulla passerella Vìen della Milano Fashion Week

In Puglia conosce Elena, il suo braccio destro. A lei, affida la modellistica mentre lui, schizza gli abiti. La prima collezione del marchio nasce a sei mani con l’aiuto di una sarta pugliese, che traccia le linee dei cartamodelli a mano. Come si faceva una volta ma lontano dai laboratori di lusso.

Quello con Elena è un sodalizio vincente che continua dal 2017. Da quando Vìen, insomma, debutta sulla scena glamour e conquista la fashion week milanese.

Anche per questa sessione di presentazioni, causa limitate libertà attuate per fronteggiare la pandemia da Covid-19 in corso, Vìen presenta il suo progetto in digitale. A corredo della collezione, il video che Vincenzo esibisce durante MFW si ispira, per le suggestioni psichedeliche e i riferimenti, al “Twenty-Four Hour Party People”: film documentario di Michael Winterbottom del 2002, che racconta la Manchester di quegli anni. L’intero progetto è stato girato nel tempio delle discoteche milanesi, I Magazzini Generali, e la colonna sonora del video è stata stampata in vinile su edizioni Vìen e distribuita come invito a vedere il video in remoto sul sito di Camera Moda.

Completo grigio chiaro della collezione Vìen Primavera/estate 2022
Collezione Primavera/Estate 2022 Vìen: Completo fantasia in bianco e nero con camicia abbinata
Abito e caposcala per lei in fantasia bianco e nero alla sfilata Vìen della Milano Fashion Week
Completo sartoriale classico realizzato da Vìen in denim blu

Vincenzo, a cosa si ispira la collezione uomo primavera/estate 2022?

Un eco di ricordo della mia gioventù. La scena Baggy di Manchester è stata l’apripista del trip hop con band come Stone Rose. L’inghilterra da sempre ha influenzato l’arte, la musica e anche la moda. È stata madre delle maggiori rivoluzioni culturali della nostra era come la Swinging London, il punk e anche il baggy. Manchester è diventata la discoteca moderna con il celeberrimo club “The Haçienda” e Vièn, sin dal suo giorno zero, si è sempre lasciata ispirare dalla musica”. 

Qual è il punto di forza del marchio?

Vìen è un brand che fa della contaminazione stilistica il suo punto di forza. Sartorialità e moda casual coabitano assieme per un mix culturale che di base convince sia donne sia uomini. 

Chi è l’uomo che veste Vìen?

L’uomo che veste Vìen è moderno, ma ha la capacità di proiettarsi nel futuro. Allo studente, imprenditore o semplice impiegato riconosco anche l’abilità di riconoscersi nelle mode del passato. 

Qual è il mood della collezione?

La collezione uomo spring/summer 2022 presenta una varietà di capi; i pantaloni modello cargo (in gabardine) con pinces non sormontate da cintura si mixano a felpe intarsiate con jersey e denim. La grisaglia in fresco lana, dal taglio classico, è abbinata al jersey d’ispirazione psichedelica. Le silhouette si sovrappongono e creano look che si adattano per essere indossati senza alcun genere.

WSM CHANGE TRAIL: un percorso tra i multibrand store di Milano che supportano la moda responsabile

Per questa edizione WSM-WHITE si espande verso la città di Milano con il progetto CHANGE TRAIL: un percorso che coinvolge importanti store multibrand, che presentano e promuovono una serie di designer sostenibili. Una scelta nel segno dell’inclusione del territorio con l’obiettivo di mostrare la ricerca e identità stilistica dei diversi retailer milanesi. Un vero e proprio city tour, che sarà metaforicamente e letteralmente guidato da Matteo Ward, che sulla sua Birò elettrica, visiterà le varie location insieme a opinion leader ed esperti del settore.

I negozi e gli spazi che hanno aderito all’iniziativa sono:

BIFFI BOUTIQUES presenta il brand di denim sostenibile Peppino Peppino.

Denim e abbigliamento casual sostenibile al Multibrand Store di Milano Biffi Boutiques: una delle tappe del WSM Change Trail

DAAD DANTONE invece ci mostra le borse vegan e cruelty free di Roberto di Stefano, che ha usato per primo in Italia il materiale ottenuto dal cactus brevettato da Desserto per un’intera linea di accessori.

La collezione di borse vegane by Roberto di Stefano al Multibrand Store DAAD DANTONE di Milano per l'edizione 2021 del WSM

TENHOA ci racconta F/CE, brand giapponese di apparel e accessori, che unisce viaggi e cultura a una moda sostenibile e funzionale.

La collezione di borse e zaini sostenibili F/CE al multibrand store Tenhoa per il WSM di Milano

MODES si lega ad un nuovo concetto connesso alla sostenibilità con un forte spirito di reinvenzione e collaborazione: Rick Owens lancia una prima capsule, in esclusiva per MODES, che offre una gamma di capi upcycled ripensati e rielaborati dal giovane designer veneziano Swampgod.

Il Multibrand Store MODES fa parte della Change trail e porta a Milano la capsule collection di Rick Owens

CIVICO NOVE presenta la nuova collezione di Ecoalf.

Lo Store Multibrand Civico Nove presenta la collezione di sneakers Ecoalf per la Milano Change Trail

PELLUX (storico negozio di valigeria, oggi ripensato come concept store dedicato al viaggio) ospita la piattaforma The Canvas fondato dal giovane Devin Gilmartin, che si basa un modello di profit-sharing per dare spazio a giovani talenti della moda responsabile nel mondo. Per questa edizione di WSM The Canvas porterà 9 brand internazionali a Milano tra cui Adiff, FoxyLab NYC, Hedgren, Clandestina, Brownmill Company, Reuben Oliver, Apà Intemporal, Bring, Reuben Oliver, Vustra.

NORTH SHORE MILANO presenta il Soseaty, brand di abbigliamento sostenibile e beachwear. LADIOSA ATELIER, concept store con tante idee originali per l’arredamento collabora con il nuovo brand di camicie Shirtes (impegnato nella sostenibilità e nella ricerca di volumi speciali con dettagli inusuali). Infine NUMEROTRENTA presenta il denim upcycle e (re)made in italy di Blue of a Kind realizzati in modo sostenibile e cruelty free, grazie all’utilizzo di avanzi ed eccedenze.vScopri qui tutti gli appuntamenti:

Le tappe del WSM Change Trail tra i Multibrand Store di Milano dedicati alla moda responsabile

WAD – WE ARE DREAMERS, il nuovo brand per non smettere di sognare

Se siete sognatori incalliti dovete assolutamente conoscere la nuova tappa del percorso di vita di Luca Tommassini: il lancio di un brand che invita a inseguire e realizzare i propri sogni, un progetto nel segno dell’inclusione, che aggrega e coinvolge una “dreamer community” di giovani creativi nelle arti performative, musica e cinema.


WE ARE DREAMERS è nuova linea, un collettivo di amici, un pensiero rivolto a tutti i guerrieri dei sogni e nasce dall’incontro tra Luca Tommassini, talent scouter e direttore creativo notoa livello internazionale, Federico Poletti (giornalista e founder di Manintown Magazine) e Alfredo Fabrizio, direttore creativo, che segue lo sviluppo delle collezioni moda e accessori del marchio. Proprio in un periodo difficile e di crisi è nata una collezione che vuole incoraggiare tutte le persone a riconquistarsi una vita migliore. Il primo statement  è  DON’T FUCK WITH MY DREAM, un invito a combattere per i propri sogni che si ritrova sulle felpe, t-shirt e il baseball cap. La prima capsule collection si compone di modelli leisure caratterizzati da grafiche new optical, grande attenzione ai dettagli e slogan dal forte impatto.

Il marchio debutta il 20 giugno con un evento a Milano Moda Uomo e un progetto speciale legato a Fondazione Pangea Onlus, organizzazione no profit che dal 2002 lavora per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne e delle loro famiglie che hanno subito violenze e vogliono ricostruirsi una vita. Grazie ad una speciale t-shirt “DON’T FUCK WITH MY DREAM” il brand ha deciso di supportare i sogni di mamme e bambini, che grazie alle attività di Fondazione Pangea Onlus possono ricominciare una vita serena insieme.

Si prevedono due uscite l’anno (AI e SS), oltre ai diversi special project collegati al mondo del cinema, musica e spettacolo che scaturiscono dalla creatività vulcanica dello stesso Luca Tommassini che racconta: “DON’T FUCK WITH MY DREAM è una frase che mi porto dietro da tempo, un mio modo per difendermi e urlare al mondo di non rovinarmi i sogni, di non frenare e fermare la voglia di conquistare i sogni. Un monito a scendere in campo dopo un periodo così difficile. WE ARE DREAMERS sarà indossata da tutti i sognatori nel campo delle arti e da tutte le persone che torneranno a vivere i propri sogni e conquistarli con coraggio”.

Ph: Davide Musto

La Forchetta Verde: la natura nel piatto

Un angolo gourmet, nel cuore di Milano dove gustare, a pranzo e a cena, piatti vegetariani e vegani preparati seguendo la stagionalità delle materie prime. La Forchetta Verde è una gastronomia da asporto che ha tagliato il nastro nel febbraio 2015 realizzando un sogno ben più antico. 

La realtà offre un menù alternativo applicando nelle preparazioni i principi della macrobiotica, che il fondatore Stefano Capasso segue da anni. 



«La mia clientela – conferma Capasso– è composta da persone che vogliono prendersi cura di sé e non manca chi viene a trovarmi quotidianamente in gastronomia perché consuma i miei piatti come se fosse una vera e propria dieta». E i risultati – in termini di benessere e di prestazioni fisiche – non tardano a farsi vedere, spiega ancora Capasso che, proprio per venire incontro alle esigenze della sua clientela abituale, rinnova integralmente il menù – quasi completamente vegano – ogni tre o quattro mesi a seconda della stagione proponendo quotidianamente nuovi piatti del giorno che sono perlopiù vegetariani.

Oltre al take away e alla consegna a domicilio, La Forchetta Verde propone un servizio di catering e buffet a base di preparazioni vegetariane e vegane. Il settore è in netta crescita e, anche in occasione di eventi privati e di cerimonie, aumentano le persone che desiderano poter fare affidamento su un menu completo che, a partire da ingredienti selezionati con cura meticolosa, proponga preparazioni gustose ma sane. 



Obiettivi per il futuro?

I progetti sono tanti e, tra questi, c’è il sogno di aprire un secondo negozio. Mentre la Forchetta Verde rinnoverà i suoi spazi e continuerà a proporre ogni giorno piatti preparati con cura per soddisfare anche i palati più esigenti garantendo un benessere a tutto tondo.

La Forchetta Verde

Via Montebello 7, 20121 — Milano

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Brand alert: Mirai Flowers

MIRAI Flowers è il nuovo marchio italiano online di fiori stabilizzati e sostenibili per l’home decor. Fondato da Olena Vlasenko, nasce dalla sua passione per i fiori e dal suo desiderio di trovare un’idea innovativa per renderli duraturi: idea che ha trovato nelle tecniche di stabilizzazione e preservazione ecologiche. 

Il nome nasce dalla lingua giapponese, Mirai significa futuro. Dare futuro ai fiori, significa coglierli al massimo della loro bellezza e prolungarla nel tempo, mantenendo le loro naturali caratteristiche di forma, colore e morbidezza al tatto. Fiori, bacche e foglie, come ortensia, ginepro, rosa, lavanda e gardenia si trasformano così in meravigliose composizioni creative. Il brand sostiene una proposta sostenibile, la stabilizzazione utilizza infatti le proprietà conservanti della glicerina vegetale.

Il trattamento di stabilizzazione è un processo di conservazione che sostituisce la linfa naturale con una glicerina vegetale, biodegradabile al 100%.  Il processo permette ai fiori di mantenere la loro forma e il loro colore originale, lasciandoli tattili, e capaci di mantenere la loro bellezza autentica per oltre un anno.Una soluzione che permette di ridurre lo spreco di risorse, di rifiuti e di acqua.

I fiori e le foglie di Mirai Flowers sono 100% naturali, totalmente ecologici e  ipoallergici; non richiedono irrigazione o trattamenti speciali e per questo sono una perfetta soluzione ecosostenibile da regalare o regalarsi. Il marchio si dedica anche alla progettazione di soluzioni di design per ambienti di lavoro, uffici, showroom ed eventi.Anche il packaging è ecologico e biodegradabile. Le composizioni sono avvolte da carta velina e nel caso sia un regalo, sono sempre accompagnate da un biglietto scritto a mano.

Fratelli Tallia di Delfino incontra il Cappellificio Biellese 1935: due realtà per uno stile internazionale

Il lanificio Fratelli Tallia di Delfino, grazie al suo esclusivo servizio tagli Gentleman’s Wardrobe, ha trovato una perfetta unione con un’altra eccellenza biellese del made to measure e del Made in Italy: lo storico marchio Cappellificio Biellese 1935. 

L’intesa nasce dai forti valori condivisi, che affondano le proprie radici nella cura del dettaglio e nella ricerca di un’eleganza unica e raffinata. I due brand portano in alto la stessa mission, quella di valorizzare e rinnovare costantemente il mondo dell’alta sartoria, facendo riscoprire il vero valore dell’artigianato.



Punti essenziali dell’intero progetto? Ovviamente, un rinnovato interesse nei confronti del più esclusivo bespoke e il ritorno del cappello come accessorio must have. 

Da qui, la scelta di Fratelli Tallia di Delfino di mettere a disposizione nelle boutique CB1935 l’intera selezione di tessuti del servizio al metro Gentleman’s Wardrobe. Si tratta di un servizio che permette ai clienti di ordinare online i tessuti che preferiscono per la realizzazione del modello di cappello perfetto: una vera espressione dell’eccellenza del made to measure. 



Un ulteriore risultato di questa speciale collaborazione è la creazione di un’esclusiva selezione di cappelli, realizzati con tessuti firmati Fratelli Tallia di Delfino. Dall’iconico modello County, al più ricercato Polly Boy fino al più informale Baseball Cap; questi pezzi unici sartoriali rappresentano, senza alcun dubbio, il cuore pulsante di questa partnership.

Come naturale evoluzione di questo progetto, che parte dal biellese per poi raggiungere tutto il mondo, queste creazioni verranno donate a selezionati ambassador, personaggi famosi e influencer, noti a livello internazionale. Questa speciale sinergia sarà destinata a continuare nel tempo, con interessanti sviluppi e novità anche nel mondo digital.



L’edizione 2021 del MM Award – International creative award premia i nuovi talenti del design

Sono stati svelati i vincitori dell’edizione 2021 del MM Award – International creative award, progetto lanciato nel 2017 dall’agenzia di consulenza creativa MM Company (che vanta tra i propri clienti brand del tenore di Prada Group, Micam e cc-tapis) per promuovere
e, appunto, premiare i nomi più promettenti del design italiano e non solo, nello specifico di tre ambiti che corrispondono alle categorie dell’award, ossia Fashion, Product e Interior Design.

Il contest si propone di creare e rafforzare una comunità di talenti provenienti da ogni parte del mondo, così da facilitarne la connessione con media, aziende e altri operatori del settore; è aperto a tre tipologie di partecipanti: studenti e new talent fino ai 25 anni;
professionisti e creativi di età compresa tra 26 e 35 anni; società, studi e collettivi fondati da massimo dieci anni.


Limitandoci al fashion design, la giuria (presieduta dal co-fondatore e creative director di MM Company Marco Magalini e formata da esperti, stilisti e altri addetti ai lavori come Federica Biasi, Luca Larenza, Studio DiDeA e Leonardo Talarico) ha deciso di premiare, tra i
giovani under 25, Tamara Fontana, che precede Sonia Ciamprone e Pawel Lyskawinski. Se la vincitrice, attraverso il progetto I Think Therefore I Am (Somewhere Else), esplora i paracosmi, realtà immaginarie popolate da figure che indossano outfit dall’allure avant
garde ed escapista, la Cloudy Imperfection della seconda classificata (che prende spunto dagli offuscamenti della depressione), considera i capi degli strumenti con cui esternare la propria interiorità, caratterizzati da lavorazioni studiatamente “imperfette” quali tagli in
sbieco rifiniti da cordoncini e plissettature manuali; Lyskawinski, invece, riversa negli abiti poliedrici di Nomadic Serendipity la sua concezione della moda come un viaggio in continuo divenire.



Passando ai professionisti, il terzetto dei vincitori è composto nell’ordine da Annarita Bianco, Giulia Soldà e Chiara Maltinti: la prima con il progetto 3020 – Artifacts from next millennium riflette sulle conseguenze dell’antropocene – l’era odierna nella quale l’azione
dell’uomo condiziona la vita sul pianeta a tutti i livelli, immaginando un futuro segnato da processi geologici influenzati da rifiuti elettronici e detriti, esemplificato qui da rocce sintetiche che includono scarti di cavi usb; la seconda nella sua Maatroom Collection n.0
firma un guardaroba definito da linee pulite e costruzioni dal gusto architettonico, riflesso dell’idea di femminilità sussurata ed equilibrata a lei cara; la terza grazie a Fit in home diluisce i confini tra abbigliamento e living, trasformando tre complementi d’arredo Ikea in
altrettanti capi dalla superfici fortemente materiche.


Per quanto riguarda aziende e studi professionali, il marchio brasiliano Room si è aggiudicato la vittoria con Pillow, un sandalo a fasce bombate frutto di uno studio meticoloso delle proporzioni; a seguire le mise girlish di Laju Slow Apparel, confezionate in modo da sprecare la minor quantità possibile di tessuto, e il borsone multiuso di Solferini Milano.
Il modello produttivo Zero Waste, che prevede di non produrre indumenti in più rispetto alle effettive richieste, la filiera corta, italiana al 100%, e il ricorso a filati certificati Gots e fibre di derivazione biologica sono poi valsi a Laju Slow Apparel la menzione speciale ‘Made in Italy is’.




La moda, a ben vedere, si è ritagliata spazi di tutto rispetto anche nella categoria Interior Design, tra il Concept store per Golden Goose di Sofia Teresa Bonvicini, esempio riuscito di combinazione della brand identity di una boutique con il genius loci della città che la ospita
(nel caso in questione, la metropoli cinese Shenzhen), l’analogo di Keti Diakonidze per Yves Saint Laurent, che indaga il rapporto simbiotico tra la maison e il mondo dell’arte, e lo Store Concept dello studio Stile Bottega Architettura, che mette da parte i trend du moment in favore di soluzioni capaci di trasmettere l’identità del marchio.
Tutti i vincitori, oltre agli attestati di merito e ai trofei griffati Cimento (riservati ai primi classificati), riceveranno un supporto comunicativo che può contare su un network di giornalisti, un database profilato e i contatti legati al concorso e all’agenzia MM Company.



Senti20, il podcast che esplora la Generazione Z

Un podcast che esplora il mondo della generazione Z con un occhio spontaneo, vero e , se vogliamo, moderno attraverso una delle piattaforme più utilizzate dai giovani , Spotify :Senti20 é il nuovo progetto che racconta i giovani e il loro mondo. 

Cosa significa oggi far parte della Generazione Z? Quali sono le sfide che un ventenne oggi affronta ? Questi e molti altri temi al centro di Senti20, progetto condotto dal team del canale editoriale digitale VENTI, composto da Sofia Viscardi, scrittrice e fondatrice del canale , con Irene Graziosi volto femminile del podcast e Lorenzo Luporini, volto maschile del canale e esperto in comunicazione.

Il progetto è stato ideato e prodotto da Show Reel Agency (parte di Show Reel Media Group) e si snoda attraverso 50 puntate , on stream ogni domenica , proprio su SPOTIFY che ha accolto il progetto confermandosi come una delle piattaforme più conosciute dai giovani e non solo . Dai rapporti sentimentali, ai social media, dalla vita universitaria al sesso, passando per la sensibilità , il femminismo è molto altro, questi gli argomenti principali al centro dei vari dibattiti sviluppati nel podcast. 

Lo show fa parte del progetto editoriale Venti, un luogo di traduzione culturale nato dall’esigenza di Sofia Viscardi di declinare l’informazione in forme e linguaggi più a familiari ai nativi digitali , creando un luogo di incontro tra generazioni che ambisce all’inclusività. Abbiamo intervistato uno dei volti di Sentì20 , Lorenzo Luporini che ci ha raccontato aneddoti e particolari del progetto.

Come nasce il progetto Senti20? 

Il nostro obiettivo é quello di raccontare un mondo , attraverso la ricerca di strade nuove , legate ai contenuti e ci è sembrato naturale esplorare questo ambito. Il nostro intento è proprio quello di cercare strade nuove, siamo legati ai contenuti che creiamo . Siamo fruitori di podcast per cui abbiamo valutato di seguire proprio questa strada insieme a Sofia Viscardi e Irene Graziosi . 

Perché proprio la Generazione Z al centro del progetto? 

In verità Molto di questo , ha radici nel lavoro condotto già da Sofia Viscardi : un giorno ha avuto un’intuizione cercando di capire quale fosse il medium che creasse una continuità per chi lo segue, in questo caso dai giovani. C’è stata quindi la necessità di creare un ponte tra quelli che erano i contenuti dei media tradizionali e quello che è il sentimento è la sensibilità di una generazione più giovane. C’è anche un discorso anagrafico: siamo tutti under30 per cui ci è sembrato naturale di dover parlare di cose che conosciamo in modo empirico, face to face. L’esperienza personale ci ha dato modo di esprimere anche un certo grado di verità , in modo che gli altri possano riconoscersi  nei racconti . 

Perché la scelta di SPOTIFY? 

É stata molto semplice la scelta di SPOTIFY: il podcast è stato creato dalla agenzia Show Reel Agency. Ci è sembrata normale la scelta di un mezzo che utilizzano in tanti, accessibile da tutti. 

É più facile dimenticare un microfono mentre ci si racconta perché ci permette di entrare in contatto facilmente , senza dover star davanti a una telecamera. Tutto molto spontaneo insomma. Io e le altre mie compagne di avventura siamo cintura nera di chiacchiere, quale mezzo se non il podcast ci permette di chiacchierare in modo naturale, spontaneo. Penso che i ragazzi e anche i più adulti , seguiamo contenuti piuttosto che la piattaforma e , con una punta d’orgoglio già dalla prima puntata ci ritroviamo al primo posto dei podcast , il che ci ha stupito particolarmente, siamo molto grati. Siamo intimi, leggeri e giocosi rispetto ad altre dinamiche.

Cosa significa avere vent’anni oggi ? Cosa è cambiato rispetto alle generazioni passate? 

Nella mia famiglia , di generazione in generazione , si è provato a trasmettere le competenze da madre a figlio, da padre a figlio ecc penso che oggi il divario che si è creato tra ciò che erano i giovani prima in relazione ai genitori e quello che sono oggi é davvero grande. 

Siamo una generazione che ha una cognizione della realtà totalmente diversa rispetto a quella dei nostri genitori: soprattutto a causa dei social e internet, presenti oggi in modo prepotente nelle nostre vite per esempio. É difficilissimo spiegare a un genitore, per esempio, cosa sia un content creator che si serve di YouTube per comunicare . Ma il divario e anche a livello sociale: siamo la prima generazione che non sa cosa significa lavorare in vista di una pensione , con la paura di tutele economiche . Il mondo è accelerato a tal punto che le generazioni oggi sono molto distanti tra loro. Ci piace pensare quindi che un podcast, per esempio, possa essere un ponte , che può essere ascoltato veramente da tutti, anche dai meno esperti delle tecnologie moderne . 

Tante le questioni e le storie che avete discusso nei vostri podcast . Amore, sesso, relazioni, quale aspetto vi ha dato la possibilità di trarre degli spunti interessanti? 

È difficile rispondere a questa domanda , Quello che posso dire è che sicuramente ciò che salta all’orecchio é il dibattito, cioè il parlare di certe questioni confrontandoci e raccontando ognuno il proprio pensiero al riguardo , grazie anche al podcast che ci ha permesso di raccontare e dibattere senza filtri e cesoie. Tante sono le puntate in cui discutiamo di vari aspetti raccontando ognuno il proprio punto di vista ed è stato molto divertente perché ci siamo sentiti più liberi, grazie alla sua aleatorietà . Ci ha permesso anche di appropriarci dei nostri spigoli, dei nostri errori. 

Oggi un giovane si trova in preda a una molteplicità di questioni a cui dover far fronte  , come pensate che questo podcast possa aiutare i giovani all’ascolto ? Quale è il beneficio che si può trarre?

Penso che quello più immediato sia la compagnia , in contrasto a tanta solitudine . Il podcast non è , tra l’altro, rivolto solo ai ragazzi anzi: penso che vada bene anche per persone più grandi. Mentre su YouTube , per esempio, dobbiamo adottare dei filtri, attraverso questo canale invece possiamo essere più liberi e di conseguenza scatenare una reazione positiva a chi ci ascolta . È difficile oggi far qualcosa per i giovani con le parole se non esserci . Sarebbe bello oggi non pensare ai giovani solo come uno strumento di marketing . Persone , non un target. 

Avete analizzato anche il rapporto con i social? Cosa avete riscontrato?

Su internet il rischio di prendersi sul serio è altissimo : poter ridere di noi stessi ci fa molto piacere. É un tema molto caldo questo : più che dei social, ci piace discutere della loro logica performativa, che causa un utilizzo quasi tossico se vogliamo dei social stessi. C’è proprio una puntata in cui parliamo proprio di questo principio del “self branding” che poi è la caratteristica definente il nostro tempo,; la cosa assurda é che mentre un brand può avere una linea editoriale / aziendale da seguire , un essere umano no, sarebbe mostruoso se così fosse. Puntiamo, invece, proprio su quella leggerezza che invece pensiamo che debba contraddistinguerci  , siamo persone . A tal punto mi piace citare un articolo di Irene Graziosi “Siamo mine” che parla di attivismo performativo, raccontando proprio il fatto che stiamo diventando succubi della nostra reputazione. 

Pensate ad una evoluzione del progetto?

Pensiamo sempre a un evoluzione , siamo pieni di idee che vorremmo sviluppare: un giorno ci piacerebbe, per esempio, portare questi contenuti nei luoghi come le scuole, le università  al fine di creare degli incontri veri e propri, sarebbe bello poterci toccare e guardarci dal vivo, raccontarci anche in presenza . Ci piacerebbe instaurare delle vere e proprie conversazioni e non “parlare alla platea” . 

E poi penso che se  vai nei luoghi dei ragazzi , loro si ricorderebbero anche dopo tempo . 

buon ascolto ! 

Alghero e il suo fiore all’occhiello dell’hospitality: l’Hotel La Margherita

L’hotel “La Margherita”, situato nel pieno centro di Alghero, nasce dall’estro della famiglia Masia nel lontano 1951. Il fiore all’occhiello della struttura, oltre alla sua collocazione a pochi passi dalla scogliera balneabile e dalla spiaggia convenzionata, è la Spa di circa 300mq dotata dei seguenti servizi: piscina riscaldata con Jacuzzi, bagno turco, doccia emozionale, sauna finlandese, doccia solare, due sale massaggi, manicure e pedicure.



Altro punto di forza de La Margherita è la terrazza solarium panoramica, dove in primavera e in estate vengono servite le ricche colazioni.

54 le camere con doccia o vasca complete di climatizzatore, tv color, telefono, Wi-Fi gratuita, frigo e cassaforte.Per chi si sposta in auto o moto a disposizione degli ospiti anche un garage.



Hotel La Margherita

Via Sassari 70, 07041 Alghero

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Il nuovo stile di MEDÏTERRANEO al MAXXI

Il progetto estivo 2021 dello spazio di tendenza ospitato a Roma nella piazza del Museo nazionale delle arti del XXI secolo ha aperto al pubblico giovedì 27 maggio, ripartendo dal successo della passata stagione e torna come un giardino urbano incantato pronto a sorprendere i clienti e a conquistarli attraverso delle experience all’insegna dell’enogastronomia di qualità e della buona musica, immersi un’isola di luci, colori e piante che caratterizzano il nuovo stile di MEDÏTERRANEO. Ristorante e Giardino del MAXXI.

Lo spazio, infatti, curato dallo studio di architettura Project On, si accende di atmosfera con un reticolato di luminarie pronto a ricreare un magico cielo stellato, mentre delle corde naturali, dei filari di edera e dei lampadari sospesi conferiscono alla location un tocco tropical. Tra complementi d’arredo in marmo, acciaio e legno di recupero, il locale ospitato nell’area esterna del Maxxi sfoggia poi la grande protagonista della stagione estiva: la consolle, regina dei live set dal martedì alla domenica, ingabbiata nell’iconica homi di bambù lanciata un anno fa come allestimento ecochic imprescindibile del ristorante open air. Stavolta, la proposta enogastronomica, continuando a puntare sulle materie prime di qualità e di territorio, e sulle ricette tradizionali rivisitate, sposa invece una formula più conviviale, con momenti dedicati al cibo all’insegna di piatti ripensati per la cena come portate da condividere, con main course nel weekend pure a pranzo, ma anche una grande varietà di assaggi in formato mini sfizi, dessert classici come il tiramisù e la cheesecake, o i sorbetti.

Racconta Alessandro Cantagallo, titolare e imprenditore romano: “L’esperienza dell’anno scorso ci ha consentito di capire alcune dinamiche e via via abbiamo apportato le modifiche necessarie a far funzionare uno spazio così grande. Noi siamo un ristorante atipico. Vieni per stare all’aperto, per stare bene e scopri che si mangia anche bene per essere un posto che fa così tanti numeri. Questa volta puntiamo sulla materia prima e sulla qualità, ma con una proposta nuova, quella dei mini piatti, dai piccoli hamburger al polpo in tre varianti, per far vivere ai clienti un momento di leggerezza che non rinuncia al gusto”, conclude Cantagallo. Ancora: non mancheranno invece dal martedì al venerdì per il pranzo le colorate bowl di poké, anche da comporre, del pop up Palmerie ai Parioli, altro ristorante di proprietà del gruppo, che sarà accolto proprio negli spazi di MEDÏTERRANEO. Spiega lo chef Emanuele Pompili: “Cerchiamo di spaziare chiaramente come sempre, con un piccole portate e pasti modulari, ma soprattutto un gusto che possa accontentare tutti, dal pesce sia cotto che crudo alla carne, tra carpacci, marinati e tartare. Cercheremo di accontentare anche vegetariani e vegani. In carta restano i primi dello scorso anno, che hanno funzionato e che riproponiamo come la Nerano, i 4 pomodori, e l’Aglio, olio, gambero rosso e lime”. Nello spazio che vanta circa 250 posti a sedere, infine, sarà dato spazio al brunch, che prevede due piatti principali sia di primo che di secondo da scegliere in base ai gusti. Altra protagonista della stagione sarà la selezione musicale, con la direzione artistica di Manfredi Alemanno: “In programma ci sono live session con anche ospiti internazionali, da band ad acclamati dj, per far ascoltare diversi correnti musicali, dal tribale alla house, fino agli show in duo voce e piano con pezzi anche pop per la domenica al tramonto”. Il barman Glauco, che arriva da Palmerie, nel frattempo, conquisterà i clienti a suon di cocktail della sua drink list ispirata ai profumi dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

VIVO: il vero sapore del mare dall’Argentario a Milano

A metà strada tra Brera e Moscova, una zona in cui tradizione e modernità si incontrano oggi più che mai, apre VIVO, il secondo ristorante dei fratelli Manno a Milano.

Una famiglia di pescatori alle spalle, che dal 1904 ha trasmesso di generazione in generazione l’amore per il mare, per l’arte della pesca e per la materia prima del pesce stesso, fino ad arrivare a oggi. Dalla tradizione di famiglia è nata l’esigenza di far conoscere agli amanti della buona cucina, i piatti tipici dei pescatori dell’Argentario; un progetto che ha lo scopo di onorare il mestiere del pescatore e allo stesso tempo comunicare, attraverso la cucina, l’importanza della filiera corta, che attribuisce una qualità superiore al prodotto ittico. 

L’intera filiera è formata da pescherecci di proprietà e attenzione all’ambiente. I piatti hanno sempre una storia da raccontare regalando il sapore del vero pesce, pescato poche ore prima e portato in tavola. La nuova straordinaria sfida del gruppo Manno, che proprio in questo momento di pandemia ha investito in un nuovo ristorante, perseguendo l’obiettivo quasi decennale di valorizzazione del pesce, per raccontare ai clienti la storia del piatto, oltre al gusto.

Il ristorante di Via Statuto 16 accoglie i suoi ospiti in un bellissimo dehor ampio in cui delle vele bianche fanno da cornice, coprendo i tavoli e il bancone, un gozzo del 1965 ristrutturato a mano da Mileo, l’ultimo maestro d’ascia dell’Argentario. Il locale profuma di mare e ci racconta la sua storia tramite le sue mura e con la cucina degli Chef Benedetto e Alessandro.

Un locale vivo per davvero, come Milano, che si prepara a riaprire dopo questo periodo buio di chiusure, pronto ad accogliere gli amanti del buon cibo e del buon bere in questo angolo di Rinascimento della città.

Polar Ignite 2: il nuovo fitness watch per l’estate

In questi ultimi mesi molti di noi hanno vissuto un periodo di pigra reclusione, mentre altri non hanno mai smesso di allenarsi (in e outdoor). A prescindere dalla vostra categoria, il sentimento comune è quello di correre verso l’estate migliorando o mantenendo al meglio la propria forma fisica per godere al meglio le occasioni all’aperto e magari quei viaggi che abbiamo rimandato da mesi.

Il nuovo Polar Ignite 2 risulta l’alleato perfetto per questo obiettivo perché offre tutto quello che si può desiderare da un fitness watch. Dal design unico, le funzioni con connessione smart watch, alla guida all’allenamento personalizzata e la durata della batteria fino a 5 giorni con una sola ricarica, caratteristiche che lo rendono perfetto e confortevole per essere indossato tutto il giorno. Prestando attenzione alla condizione fisica e al benessere mentale di ogni utente, Polar permette agli utilizzatori di migliorare le proprie performance e di affrontare al meglio questo 2021, per poter ritornare più forti che mai.


Tra le caratteristiche visive spicca sicuramente un design elegante, che si adatta ad ogni circostanza ed outfit, per essere sempre in forma senza rinunciare allo stile. Si può infatti personalizzare il proprio dispositivo con un’ampia scelta di quadranti, colore del display e cinturini, disponibili anche decorati con veri cristalli Swarovski. 

L’orologio rileva inoltre la frequenza cardiaca dal polso con la particolare tecnologia Polar Precision Prime™e negli allenamenti all’aperto utilizza il GPS integrato per registrare velocità, distanza e percorso. Le funzioni Sleep Plus Stages™e Nightly Recharge™offrono un approfondimento sul sonno, non solo sulla quantità ma anche sulla qualità, aiutandoci a capire in che modo il corpo recupera dagli sforzi sostenuti durante la giornata.

Infine, grazie ad esercizi mirati alla respirazione, si possono stabilire abitudini sane e mantenere in equilibrio corpo e mente. È disponibile inoltre la schermata del riassunto settimanale, per visualizzare i risultati e capire se siamo riusciti a stare al passo con la nostra sana routine.

Brand alert: Born Romantic Milano

Born Romantic Milano nasce dalle strade di Milano, da una giungla urbana e da una bomboletta spray. Un cult che cattura l’interesse dei passanti con questo semplice slogan. Tutte le zone della metropoli conservano una rosa morta, dove l’identità dell’autore rimane ancora un mistero. Dopo aver creato una mostra con soli supporti di riciclo ed aver concorso al Fashion Film Festival Milano 2021, oggi si prospetta un nuovo traguardo: la Red Label. Si tratta di una linea di abbigliamento che conta 5 certificati nel rispetto della salvaguardia ambientale e del lavoratore. E’ contraddistinta dalla patch rossa e sarà venduta esclusivamente nei migliori shop della Camera Italiana selezionati.




A Gennaio 2020 è stato organizzata una proiezione in occasione del Fashion Film Festival Milano2021, sotto la giuria di Milovan Farronato, Anna dello Russo, Marcelo Burlon e Margherita Missoni. L’evento si è svolto nella galleria Art Mall in Via Torino, nel pieno centro di Milano. Durante la proiezione è stata presentata una capsule e un’esposizione artistica tutta focalizzata su materiali di recupero.

Queste opere sono dei manifesti sarcastici delle situazioni socio-politiche contemporanee, naturalmente create su materiali di riciclo, come vecchi manifesti in PVC o cartoni di scarto. Sono queste le iniziative che hanno lo scopo di donare una seconda vita ai materiali, altrimenti destinati alla discarica.

I valori del brand si amplificano: dall’attenzione al materiale utilizzato e ai meccanismi di produzione, si passa a tematiche di rispetto ambientale e di diritti umani, fino ad arrivare al supporto di iniziative sociali, artistiche e di ricerca. Dopo questo appagante percorso, l’azienda è arrivata alla creazione della Red Label di Born Romantic, una linea carry over con un collocamento più alto. Il prodotto è premium quality, proveniente da materiali di riciclo o di produzione biologica e certificati alla tutela dell’ambiente e dei lavoratori.



Fin dal primo giorno, l’azienda ha scelto di lavorare in modo sostenibile usando solo il cotone organico al 100%. La coltivazione utilizza metodi naturali, che non solo giovano all’ambiente, ma promuovono anche la salute e la qualità della vita dei contadini e delle loro comunità.

La campagna social attivata “WHO IS BORN ROMANTIC” abbraccia quindi sia il messaggio di community che quello di sensibilizzazione, in favore di una consapevolezza nel rispetto ambientale che non può essere sottovalutata.
Per coinvolgere sempre di più i follower in un progetto responsabile e consapevole, è stata creata appositamente una open call via Instagram Stories. Un’occasione unica per conoscere tutti e per realizzare una raccolta di foto e interviste, che saranno parte integrante del social media plan di Settembre.

Happy hour al tramonto: le migliori terrazze milanesi

La stagione degli aperitivi è ufficialmente iniziata e non esiste posto migliore delle terrazze milanesi per godersi un buon calice di vino durante il tramonto sulla città, in totale sicurezza. Abbiamo selezionato per voi le location più alla moda per ricominciare a godere degli spazi aperti.

Partiamo dal Radio Rooftop, affacciato su Piazza della Repubblica, con un ambiente vivace ed elegante nel quale è possibile assaporare aperitivi internazionali, ammirando la splendida vista dello skyline milanese. L’atmosfera è magica e accesa, grazie alla musica glamour e ai suoni deep house dei Dj.



Segue, a pochi passi dal centro, Ceresio 7 Pool and Restaurant, famoso in tutta la città per la panoramica terrazza, dove vengono serviti a bordo piscina cocktail e piatti di cucina italiana e contemporanea. All’ultimo piano del palazzo storico dell’Enel, è infatti possibile concedersi un momento di totale relax, arricchito dalla presenza di due piscine  ed una vista mozzafiato.



Se amate invece il centro storico, la Terrazza TownHouse è la soluzione ideale per voi. Affacciata su Piazza Duomo, la struttura si trova all’ultimo piano dello storico hotel TownHouse Duomo, offrendo una vista senza eguali. La location è dotata di uno spazio all’aperto dove è possibile vivere un’esperienza innovativa grazie al robotico bartender pronto a preparare i cocktail più alla moda e ricercati del momento.



Non può mancare all’appello la storica Terrazza Martini, che domina Milano da più di 60 anni: a 15 piani al di sopra di Piazza Diaz, si può gustare l’intero skyline in compagnia di un fresco Martini. Non solo, lo spazio aperto si presta anche per meravigliosi scatti, ideali per gli amanti dei social, pronti ad immortalare ogni singolo tramonto sulle loro piattaforme online.



Per i più eleganti e raffinati c’è la Terrazza Gallia, al settimo piano dell’omonimo hotel, meta prediletta da VIP italiani e internazionali. Da qui potrete ammirare la Stazione Centrale da un’affascinante prospettiva e godere di una suggestiva vista sulla zona di Porta Nuova. 



Ultimo ma non per importanza è il fascino di Clotilde Brera, nuovo indirizzo affacciato sulla suggestiva piazza San Marco: il secondo bistrot della stessa famiglia, dopo l’apertura del 2015 in Porta Nuova. Alla regia c’è lo chef  Domenico Della Salandra, di origini pugliesi ma milanese d’adozione, che dopo Taglio e Desino Lento, torna sulle scene cittadine etrova nel cuore di Brera nuova dimora. 



Best Western Hotel Galles: storia, innovazione e savoir faire

Best Western Plus Hotel Galles è un 4 stelle con 201 camere in pieno centro a Milano, situato all’interno di un elegante palazzo di fine ‘800, in Piazza Lima. L’Hotel segna l’albero genealogico del suo proprietario il Dottor Filippo Seccamani, membro attivo di varie associazioni alberghiere, con una lunga storia nel settore. 



Grazie alla vicinanza della stazione Milano Centrale è il punto di partenza ideale per visitare i punti d’interesse e scoprire tutti gli eventi a Milano. Infatti, grazie alla sua posizione strategica è possibile raggiungere in pochi minuti, in metro o a piedi, il Duomo, il Teatro alla Scala, la Galleria Vittorio Emanuele e il Quadrilatero della Moda. 

Il fiore all’occhiello dell’hotel sono il ristorante panoramico La Terrazza , con vista sullo skyline milanese apprezzabile anche dalle due Terrazze Panoramiche all’ottavo piano, e il  Centro Fitness & SPA con piscina, palestra, sauna e bagno turco. 



Tutte esperienze uniche valide anche per un daily use rigenerante.

La nuova chicca del Best Western è la SmartWorking Room. Lavorare da casa ti mette a dura prova? Silenzio e concentrazione sono ormai un ricordo? Con la SmartWorking Room puoi ottimizzare la tua operavità in un ambiente comodo, privato e sicuro!



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La Finestra sulla Città Eterna


Immaginate di svegliarsi la mattina, aprire la finestra ed intravedere la maestosità della Città Eterna che come non avesse riposato è già pronta ad accoglierci in attesa del caffè.

A pochi minuti dalle Terme di Diocleziano e Villa Borghese ci accoglie dal 1967 il Marcella Royal Hotel in un’oasi di tranquillità nel cuore pulsante della città. L’eleganza ed il calore della hall si mischiano alla modernità delle stanze, dalla più lussuosa alla classica senza dimenticare la cura per l’ospite.




Fiore all’occhiello, di recente ristrutturazione, è senza ombra di dubbio la “Terrazza Flavia” dal quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato dalla città di Roma ai Castelli Romani, dagli Horti Sallustiani, dalla Cupola di San Pietro fino a Monte Mario ed oltre. Quale modo migliore per iniziare la giornata degustando la colazione italiana ed americana con una vista mozzafiato? 

Il Roof Garden “Flavia” ci accoglie anche per un aperitivo, una cena con accompagnamento musicale o anche per un meeting di lavoro (che con una vista così non può che andar bene!)




Questo autentico gioiello della capitale deve la sua bellezza ed il suo nome a Marcella Angelini, albergatrice da oltre 50 anni, rappresentazione dell’archetipo della cultura alberghiera del nostro Paese: una meticolosa attenzione per la pulizia con l‘Ospite al centro delle attenzioni dei suoi Collaboratori.

 La classe, l’eleganza e la cura dei dettagli, la scelta di materiali di pregio e finiture di lusso erano nello stile della Signora Marcella già dal suo esordio.

Porsche Design Eyewear 2021 dedica a Patrick Dempsey un modello iconico

Risale al 1978 la creazione da parte il professor Ferdinand Alexander Porsche, dei primi occhiali al mondo dotati di un meccanismo di lenti intercambiabili, il P’8478, che diventò subito una vera icona di stile.

Oggi, dopo 43 anni e milioni di paia venduti, sono disponibili con un design quasi del tutto invariato. Una nuova versione di questo classico in stile aviatore squadrato con un taglio distintivo dal carattere forte interpretato da Patrick Dempsey che commenta così questo nuovo modello in occasione dell’evento digitale di lancio: “Il design classico è iconico ma si evolve con la tecnologia. Amo la palette colori delle lenti”.

La collaborazione tra Porsche Design e la famosa star di Hollywood è celebrata in modo speciale proprio con la limited P’8928 P Collector’s Edition. La combinazione di colori grigio scuro e nero, è un tributo allo stile e all’eleganza d’attore e il codice colore “P” è invece una dedica che riprende l’iniziale del suo nome.

Con la nuova Collector’s Edition, Porsche Design offre questa capsule speciale insieme a quattro paia addizionali di lenti colorate intercambiabili in una esclusiva custodia da viaggio. Grazie ad un semplice meccanismo, le lenti posso essere cambiate facilmente per adattarsi ad ogni situazione o a diverse condizioni di luminosità. Tutte le tonalità di lenti sono dotate della innovativa tecnologia VISION DRIVETM che fornisce protezione da graffi, resistenza, protezione UV400. La manifattura del telaio è fatta in titanio al 100% e garantisce vestibilità leggera necessaria per una sensazione di comfort. Disponibile dal 1 Maggio 2021 presso i Porsche Design Stores, una selezione di ottici e store specializzati in eyewear, e sul sito.

La primavera a New York sotto il segno della rinascita

Ristoranti e parchi affollati, bar e caffè che brulicano di gente, musicisti che si esibiscono all’aperto. Se non fosse stato per le mascherine, per le quali vigeva ancora l’obbligo, anche all’aperto, camminando per le strade di Soho, in un qualunque weekend di aprile, sarebbe risultato difficile credere di essere ancora nel bel mezzo di una pandemia. 

Da qualche settimana, infatti, a New York si respira un’aria nuova, complice ovviamente l’imponente piano vaccinale, grazie al quale, ad oggi, circa il 40% dei newyorkesi ha ricevuto almeno una dose del vaccino. 

Ristoranti pieni, nella nuova formula “all’Europa”, con servizio prevalentemente all’aperto: una novità introdotta in via sperimentale già la scorsa primavera, estesa poi a tutto il periodo invernale, nonostante le temperature rigide che caratterizzano la Grande Mela nei mesi freddi, ed infine confermata a tempo indeterminato dal sindaco Bill De Blasio, che ha fatto così di necessità virtù. 



Oggi i ristoratori che hanno resistito ai mesi neri del lockdown prima, e a quelli gelidi dell’inverno, poi, sono pronti a prendersi la rivincita, potendo compensare il dimezzamento della capacità interna, con ampie strutture esterne, che nulla hanno da invidiare a quelle tipiche delle principali piazze Europee, da tempo avvezze a pranzi e cene en plein air.     

E così, in questa primavera newyorkese, uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, sta diventando invece il simbolo più evidente e concreto della ripartenza post-CoVid. 



Ma a suggerire che la svolta per la città che non dorme mai, potrebbe essere davvero dietro l’angolo, c’è anche il settore immobiliare, come conferma Andrea Pedicini, broker immobiliare, da oltre undici anni a New York: “Nel primo trimestre dell’anno a Manhattan sono stati firmati ben 3.700 nuovi contratti di vendita: è il numero più alto dal 2007, in aumento del 58% rispetto allo stesso trimestre del 2020”. Ad incidere è stato in particolare l’effetto combinato di tre fattori, spiega: “Prezzi in media più bassi del 10-15%, tassi d’interesse ancora contenuti e un diffuso ottimismo derivante da un piano vaccinale concreto ed efficiente”. 

Molto positivi sono anche i dati legati al mercato degli affitti, con un aumento del 90% dei nuovi contratti di locazione registrati a marzo rispetto allo stesso mese del 2020: un incremento in linea con quanto visto anche tra gennaio e febbraio. “Si tratta – continua Pedicini – del segnale più evidente che le persone stanno tornando in città, anche in questo caso attratte da canoni di locazione decisamente vantaggiosi, con prezzi in calo mediamente del 15-20% rispetto a prima della pandemia”.



Dati, questi, che metterebbero a dura prova la tesi dei detrattori di New York, per i quali lo “svuotamento” della città registrato nei mesi del lockdown sarebbe stato definitivo, tanto più se si considera che al momento solo il 10% dei dipendenti che una volta affollavano la città dal lunedì al venerdì, sono effettivamente tornati in ufficio e che i turisti internazionali continuano a latitare a causa del blocco delle frontiere ancora in vigore. 

Ed in questo contesto, cresce anche l’interesse degli investitori italiani per Manhattan e dintorni, nonostante la temporanea impossibilità di potervisi recare di persona: “Dall’estate scorsa – afferma Pedicini, che a New York segue una clientela prevalentemente italiana, composta da imprenditori, manager d’azienda, ma anche attori e atleti professionisti – l’interesse dei nostri connazionali per il settore immobiliare newyorkese è cresciuto significativamente, come spesso accade in queste circostanze. C’è chi sta solo aspettando che le frontiere riaprano, e nel frattempo chiede di essere tenuto al corrente rispetto ai trend di mercato, e chi invece ha addirittura investito in remoto dall’Italia senza nemmeno vedere di persona la proprietà acquistata”.



E così, nella cornice della riapertura totale annunciata pochi giorni fa dal sindaco De Blasio, e prevista per il 1’ luglio, New York sembrerebbe davvero pronta a riaccogliere a braccia aperte i propri turisti, visto anche l’imponente stanziamento approvato dall’ente del turismo newyorkese, che ha destinato la cifra record di 30 milioni di dollari per la campagna “NYC Reawakens” (“New York City si risveglia”), il cui slogan principale è “Wish You Were Here in New York City”, letteralmente: “Vorremmo che fossi qui a New York”.

Photo Credits: Federica Carlet

Rum Diplomático e l’impegno per la sostenibilità con Distilled Consciously

Rum Diplomático, iconico brand venezuelano di rum premium, lancia “Distilled Consciously”, una piattaforma dedicata alla sostenibilità e inserita nel piano aziendale di Corporate Social Responsability, che si pone l’ obiettivo di allineare i propri sforzi e valori con i Sustainable Development Goals (SDG) promossi dalle Nazioni Unite. Si tratta di un progetto che rafforza l’impegno verso un processo di produzione e un consumo del rum più sostenibile.

Il marchio è conosciuto come “the heart of rum”, ma ciò che rende ancora più orgogliosi i produttori è il poterlo identificare come “a rum with a heart”. L’impegno verso una produzione più sostenibile è iniziato con la fondazione della distilleria stessa ed è da sempre stato un tema centrale per la casa produttrice. La produzione responsabile, l’attenzione all’ambiente ed il sostegno sociale sono da sempre valori fondamentali, arrivati ad essere profondamente radicati nella filosofia del marchio stesso, attraverso un impegno continuo e costante da parte di tutti i lavoratori dell’azienda. 

La nuova piattaforma “Distilled Consciously” segna un decisivo passo in avanti, e si pone l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere attivamente partner, distributori e consumatori di tutto il mondo. È proprio seguendo questo impegno che si arriva ad ottenere dei cambiamenti significativi. Il marchio continuerà a rafforzare il suo programma di sostenibilità sulla base di tre pilastri chiave: razionalizzazione dei processi, protezione dell’ambiente e rispetto delle persone. Ciascuno di questi elementi sarà sviluppato e affinato sempre perseguendo i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, in un panorama che consente di raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2030. 

Diplomático è stato da sempre un pioniere nell’impegno verso l’ambiente; Il marchio ha infatti sviluppato diverse azioni per rafforzare il proprio impegno in questo settore, come laboratori di formazione ambientale per i dipendenti e per le comunità locali, programmi di rimboschimento ed iniziative di pulizia delle spiagge. Ha dedicato inoltre un forte attenzione per la cura e la conservazione dell’acqua durante tutto il processo di produzione ed è riuscito a ridurne il consumo grazie agli investimenti nei sistemi di raffreddamento.

Anche la lotta contro lo spreco alimentare è sicuramente un tema che sta a cuore all’azienda, e di vitale importanza per la nostra società. è infatti grazie e collaborazioni con ONG e altre organizzazioni, che l’azienda si prefigge di sensibilizzare più persone possibili, principalmente attraverso workshop di formazione e campagne di raccolta alimentare che si svilupperanno nei prossimi anni.

L’azienda è infine molto legata anche alle tematiche sulla parità di genere, il marchio conta oggi un numero sempre maggiore di donne coinvolte sia nel lavoro in distilleria che nei vertici aziendali, nonché in posizioni decisionali mai assunte prima e continuerà a promuovere le pari opportunità tra i suoi dipendenti.

Ad Hoc Atelier, la start-up che raccoglie online il meglio della moda artigianale Made in Italy

Il Belpaese, si sa, custodisce un patrimonio incredibile di atelier, botteghe e maestranze in grado di coniugare creatività e savoir-faire artigianale, realizzando prodotti one of a kind che declinano in maniera esemplare il concetto buy less, but better, più che mai attuale in un’epoca come la nostra, che sembra avere finalmente compreso l’insostenibilità di un modello basato su sovrapproduzione e corsa esasperata alle novità.
A rendere disponibile online il lavoro delle realtà succitate è ora Ad Hoc Atelier, start-up totalmente italiana attiva con una piattaforma di vendita di abiti, accessori e gioielli maschili e femminili, 100% Made in Italy e stilosi al massimo grado; risultano dunque a portata di clic creazioni di nicchia, valorizzate dalla qualità impareggiabile che solo il know-how italiano riesce ad ottenere, immediatamente riconoscibili sia a livello di design sia di storytelling che portano con sé. 

I fondatori – Lorenzo Colucci, Carolina Du Chene, Giovanni Friggi, Vittorio Tatangelo – sono quattro ragazzi bocconiani under trenta, che la scorsa primavera hanno deciso di lanciare un marketplace che fosse la vetrina ideale per i marchi più eclettici sparsi nella Penisola, compiendo così idealmente un viaggio alla scoperta di brand magari poco conosciuti che, però, esprimono il meglio che l’Italia possa offrire, vale a dire bellezza e tradizione artigianale. Il sito fornisce agli utenti un prezioso carnet d’adresses, digitale e contemporaneo, composto di indirizzi selezionati attentamente, ricorrendo il più delle volte al passaparola, e traccia una panoramica delle eccellenze nostrane da nord a sud del Paese, e viceversa. 



L’obiettivo è offrire un sostegno concreto al Made in Italy sfruttando l’e-commerce (canale che negli ultimi tempi ha registrato un’accelerazione incredibile, concentrando in soli nove mesi una crescita equivalente a quella di sette anni) e mettendo al centro di tutto qualità e sostenibilità, nel segno del “comprare meno, ma meglio”.
Ad Hoc Atelier è già stato selezionato da Astra Incubator (un incubatore di start-up pensato per connettere i potenziali innovator, formando team caratterizzati da quante più competenze possibili) e ricerca continuamente lo straordinario, consentendo ad appassionati e fashion addicted di entrare in contatto con le migliori botteghe e imprese artigiane d’Italia.

Ad oggi sono circa cinquanta le label che hanno sposato la filosofia del progetto, presenti sull’e-store: si va in questo senso dai pezzi firmati Giglio Tigrato (Milano), che grazie alla pittura trasforma indumenti vintage in capi personalizzati unici nel proprio genere, alle proposte energiche, coloratissime di Emmecici (Torino), dai monili in oro, argento e bronzo – lavorati rigorosamente a mano – dell’orafa milanese Giulia Tamburini, agli abiti chic ed essenziali di Y’AM Capri, marchio che celebra l’appeal immortale dell’isola.



www.adhocatelier.it

Brand alert: la collezione Talon & Tempest di Osprey

Osprey nasce in California nel 1974, di fronte a una singola macchina da cucire, con la testa colma di idee e il desiderio di progettare e realizzare zaini innovativi della migliore qualità, mirando a diventare il brand più innovatore, trasparente e sostenibile al mondo. I suoi prodotti portano avanti quello spirito pionieristico, essendo utilizzati ovunque, sulle montagne più alte e nelle isole più remote.

L’azienda si dedica agli spazi aperti e l’aspetto chiave della sua strategia è la protezione e la conservazione dell’ambiente naturale. Da molto tempo collabora con l’European Outdoor Conservation Association (EOCA) in qualità di membro e sponsor di numerose iniziative in Europa e nel mondo. Dalla pulizia di ambienti di montagna a progetti per la tutela dei rapaci, cerca sempre modi per proteggere l’ambiente, in modo che anche le generazioni future possano goderne.

L’impegno a diventare il brand di beni durevoli più innovatore e sostenibile al mondo porta con sé l’esigenza di sviluppare nuovi modi di pensare. Sono questi i valori incrollabili di cui l’azienda si fa promotrice, sviluppando prodotti e processi produttivi nuovi e sostenibili, soggetti a continua innovazione.

I materiali sono il cuore degli zaini Osprey. Sono selezionati per adattarsi ai vari ambienti e alle diverse sfide della vita all’aria aperta, facendo in modo, al tempo stesso, che la sostenibilità resti un elemento fondamentale del loro design. Grazie all’uso di materiali robusti e durevoli, gli zaini restano più a lungo sui sentieri, riducendo la produzione di rifiuti.



La campagna AGAIN™segnala il tanto atteso lancio della 5° generazione degli zaini Talon&Tempest, portando l’esperienza e la competenza del passato alla tecnologia e alle prestazioni del futuro. Sono una delle serie di zaini più versatili e tecnici mai creati e sono stati sottoposti a totale riprogettazione all’insegna della sostenibilità. Dalle escursioni leggere di un giorno ai terreni impegnativi di montagna, con la sua agilità questa nuova collezione rappresenta l’evoluzione di un’icona.

Tra i miglioramenti apportati ai tessuti vi è uno dei primi utilizzi commerciali del nylon Robic®ad alta tenacità certificato Bluesign®e GRS®. La serie di zaini è progettata per essere idonea a tutte le necessità, adattandosi senza problemi alla camminata, all’hiking, al ciclismo e alla corsa.



La chiave di questa riprogettazione è il nuovissimo schienale AirScape™ regolabile in schiuma fustellata e stampato a iniezione. Il pannello del telaio stampato a iniezione permette di eliminare l’arrotondamento dello schienale anche quando il serbatoio idrico è completamente pieno. Inoltre, riduce quasi a zero la produzione di rifiuti plastici. Questo schienale, l’imbracatura BioStretch e la cintura in vita ad avvolgimento integrale lavorano all’unisono per garantire una vestibilità leggera, ventilata e aderente, l’ideale per accompagnare i movimenti dinamici del corpo durante le attività impegnative sui terreni più tecnici.

Milano Design City: Spinzi

Anche quest’anno, in occasione della Milano Design City (12 – 23 aprile) l’atelier creativo Spinzi (@_spinzi_) con base a Milano ci presenta le sue novità presso lo spazio di via Regaldi 6 a Milano. Traendo ispirazione dalla ricca eredità culturale ed industriale della città, lo studio crea collezioni di arredo e interni progettati ad hoc con uno stile industriale fortemente riconoscibile, caratterizzato dal “foro”, cifra stilistica di spinzi, e dalle finiture estremamente materiche. Ogni progetto è unico e concepito su misura per il cliente, che ci impegniamo a rappresentare in ogni dettaglio, nell’obiettivo di ricrearne il lifestyle attraverso un design di qualità. Questo processo include arte, stile, arredamento, styling, abbinamento dei colori e design a 360°. Il fondatore dello studio, Tommaso Spinzi, è un designer creativo e consulente specializzato nella decorazione di interni e nella progettazione di arredo.


Anime Mirror

In Anime ci si riflette e si riflette su una superficie che è profondità. I toni caldi, avvolgenti consolano dalla sensazione di perdersi in un infinito indefinito creato da cerchi concentrici di luce. Ci si cerca e ci si trova in un gioco di luminosità che trasforma le grandezze fisiche in metafore esistenziali. Uno specchio che restituisce spaccati di quotidianità senza cadere nell’ovvio.

Credits: Pietra Studio

Fóra

Il designer italiano Tommaso Spinzi e il marchio illuminotecnico tedesco Vanory hanno unito le loro forze per creare una collezione di lampade interattive e sorprendenti che cambiano la percezione dell’illuminazione: Fóra. La collaborazione esplora il futuro dell’artigianalità e dimostra come sia possibile reimmaginare il design dell’illuminazione con pezzi sensuali per un ambiente rilassato.
Ispirate dalle forme morbide del periodo space-age, ma anche dall’aspetto grezzo e materico dei macchinari meccanici, le luci combinano la sensualità degli anni ’70 con un carattere quasi industriale, omaggio alla città di Milano.

Credits: Pietra Studio

M.E.C. Bookboard

il M.E.C. Bookboard è un piccolo ma fondamentale compagno, caratterizzato dai fori, cifra stilistica di Spinzi. Grazie alle sue ruote nascoste permette di spostare pile di libri da una parte all’altra della casa senza alcuna fatica, mentre aggiunge un tocco giocoso e maschile allo spazio.

Credits: Pietra Studio

M.E.C. Mirror

Perdersi in galassie lontane potrebbe essere più semplice di quanto si pensa, grazie all’ipnotico M.E.C. Mirror. Le sue forme geometriche sono l’esito di numerose suggestioni che arrivano dal mondo dell’auto, la fonte d’ispirazione preferita di Spinzi. Persino le macchie sul vetro dorato imitano le macchie di grasso che trasformano i vecchi motori in pezzi d’arte unici.

Credits: Pietra Studio

Earth Day 2021

La giornata mondiale della Terra, “Earth Day” è la più grande manifestazione ambientale si celebra il 22 aprile con l’obiettivo di proteggere e preservare il pianeta, sottolineando ogni anno diverse emergenze ecologiche. La celebrazione prende il via dopo il 1969, a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara. Tra le problematiche del pianeta che vengono evidenziate in questa occasione troviamo l’inquinamento dell’aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili; focalizzandosi sulla ricerca  di soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo come il riciclo dei materiali e la conservazione delle risorse naturali.

Il tema di quest’anno è Restore our heart, ed è incentrato non solo sul bisogno di ridurre il nostro impatto ambientale, mentre ci riprendiamo in seguito agli effetti del Covid-19, ma anche su cosa possiamo fare per rimediare ai danni che abbiamo causato. 

Oggi, la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta sempre di più, coinvolgendo oltre il miliardo di persone in tutto il mondo: la “Green Generation” ha lo sguardo rivolto verso un futuro responsabile e sostenibile. Diversi sono i volti noti che hanno deciso di contribuire alla diffusione del messaggio insieme ovviamente alle aziende più note che dedicano progetti ed eventi speciali per celebrare e supportare questa ricorrenza. Eccone alcuni…


Salvatore Ferragamo

In occasione della Giornata della Terra 2021, declinando in chiave contemporanea i suoi valori originari e celebrando l’impegno per uno sviluppo sempre più sostenibile, Ferragamo presenta Earth Top Handle bag e l’orologio F-80 Skeleton Sustainable. Presentata in edizione limitata di 500 pezzi, la Earth Top Handle bag rende omaggio al tradizionale legame tra Salvatore Ferragamo e il Made in Italy, e all’impegno della Maison a utilizzare materiali a ridotto impatto ambientale. Realizzata in sughero, sfoggia un look e una texture eterei, in armonia con la natura. Il sughero certificato FSC è infatti un materiale naturale e rinnovabile la cui raccolta non danneggia l’albero. Inoltre, la fodera è in puro lino, un materiale naturale e biodegradabile, la fettuccia della cerniera e il filo sono 100% di poliestere riciclato e certificato, e la colorazione della borsa è rifinita a base acqua.



Napapijri

Fedele alla sua missione di diventare un key-player nel disegnare il futuro della moda circolare, e determinato a diffondere la propria filosofia Choose Future, Napapijri presenta Circular Series, linea di giacche riciclabili al 100%, ora certificata Cradle To Cradle Gold, lo standard più avanzato al mondo per materiali e prodotti sicuri, circolari e responsabili. Per ricevere la certificazione, i prodotti vengono infatti valutati per le prestazioni ambientali e sociali attraverso cinque categorie critiche di sostenibilità: salute dei materiali, riutilizzo dei materiali, energia rinnovabile e gestione del carbonio, gestione dell’acqua ed equità sociale.



Samsonite

La collezione Magnum Eco rappresenta un’importante svolta innovativa nel settore del travel e segna per Samsonite un ulteriore passo avanti, nel suo percorso responsabile, per diventare l’azienda di valigie, borse e accessori lifestyle più sostenibile al mondo. Prodotta in Europa, la linea Magnum Eco è realizzata con plastica riciclata post-consumo che dà ai rifiuti una seconda vita e riduce l’uso di materiali vergini. Grazie alla tecnologia Recyclex®, i gusci sono composti da polipropilene riciclato (PP) * e il tessuto interno è costituito da bottiglie in PET riciclate **. 



& Other Stories

La linea vegana & Other Stories è registrata presso la Vegan Society – la prima e originale organizzazione vegana al mondo – ed è interamente prodotta in Svezia, al fine di garantire la massima sostenibilità possibile nonché un diretto controllo da parte del brand sul processo produttivo. Il packaging è stato attentamente studiato per custodire al meglio le differenti formulazioni e, contemporaneamente, garantire il minor impatto ambientale possibile. Per la maggior parte composta da flaconi in plastica riciclata certificata PCR, la linea include anche confezioni in alluminio– materiale riciclabile all’infinito – e in vetro, anch’esso prescelto in virtù del possibile riciclo successivo.


Timberland

In streaming dal multibrand store Orefici 11 a Milano, proprio il 22 Aprile alle ore 10 il brand celebra la Giornata Mondiale della Terra, ribadendo l’importanza delle comunità e l’impegno per ispirarle per creare un futuro più verde, con protagonisti i prodotti realizzati con pelle proveniente da agricoltura rigenerativa e una presentazione di workshop all’insegna dell’Urban Greening presso Cascina Nascosta in Parco Sempione a Milano. Tema principale del talk sono le comunità e l’importanza di queste nel poter cambiare il mondo. Infatti, l’impegno alla sostenibilità dei singoli è importante, ma solo attraverso una responsabilità collettiva è possibile avere degli effetti rilevanti, ottenibili grazie al coinvolgimento e al dialogo tra brand e comunità.



24Bottles

No waste e plastic free, focus del brand di design italiano nato nel 2013 per ridurre l’impatto delle bottiglie di plastica usa e getta sul pianeta e sulle nostre vite attraverso la ricerca della soluzione più comoda e funzionale per idratarsi in modo sano, elegante ed ecologico. Per l’Earth Day 2021, ci propone uno dei modelli della nuova collezione Primavera Estate 2021: Outdoor Romance è la proposta di un nuovo Romanticismo, interpretato con forza e delicatezza da Floral Collection, in cui le composizioni floreali sono evidenziate con colori vivaci su fondali delicati, mentre i dettagli ispirati all’aria aperta riportano le rose al centro della scena.



Moscova Vintage Market, apre per pochi giorni il caveau del vintage

Spazio dedicato alle private sale della moda, del design e del beauty , Moscova District Market apre le porte per un evento dedicato ad una grande selezione vintage dagli anni ‘60 ai 2000, in sinergia con partner leader come A.N.GE.L.O. e MyClosetMilano (shop specializzato nella vendita di accessori d’epoca). 



L’ambiente di 1000 mq è diviso in diversi nuclei, da un’area dedicata al lusso con le prime linee della moda italiana e francese come Hermès, Chanel, Dior, Louis Vuitton, Gucci e Prada, ad una più sportiva che offre Brand quali Nike e Adidas. Giacche in pelle, montoni, trench e denim completano l’offerta dell’abbigliamento.  



Non manca l’aspetto ludico, “Mani Nel Sacco”: si potrà accedere ad una specifica zona delimitata scegliendo e acquistando una shopper media da  25€ o grande da 50€, avendo a disposizione 10 minuti per riempire il sacchetto con i vari prodotti. Per creare un’esperienza immersiva e coinvolgente, è stato allestito un vero set con attori.

L’ingresso all’evento è possibile esclusivamente su prenotazione, in modo da garantire un accesso in totale sicurezza e in linea con la normativa di contingentamento (www.moscovavintage.it).



Les Amateurs: Designers in Quarantine

Un documentario che offre una riflessione sul futuro della moda attraverso le testimonianze di designers appassionati di tutto il mondo che mettono l’autenticità, la creatività, la sostenibilità e il loro amore per l’artigianato e il mestiere come prima priorità nel loro lavoro.
All’inizio della quarantena, la trend forecaster Li Edelkoort ha dato loro un nome, annunciando “l’inizio dell’era dell’Amateur” in un’intervista con il capo-redattore dell’influente rivista Business of Fashion.

La moda è sempre stata testimone del tempo in cui viviamo, di chi siamo ed è quindi naturale che anche le più grandi case di moda si pongano la stessa domanda: “E Adesso?”,”Come andiamo avanti?” Con questo film si propone una possibile risposta. Un modo per ripartire col piede giusto attraverso gli occhi, le mani e le storie di 20 designer da tutto il mondo. Vere menti e cuori creativi, tutti molto diversi tra loro, ma accomunati dalla stessa necessità: tornare a lavorare per amore del mestiere e per il puro piacere di creare.

Dopo una breve testimonianza del momento surreale a cui stiamo ancora assistendo, lo spettatore sarà trasportato in ogni angolo del mondo, invitato nelle case di 20 designer in quarantena. Filmandosi con i loro dispositivi mobili, parleranno della loro passione per il mestiere, attraverso un pezzo del loro guardaroba o archivio, scelto per il suo valore affettivo. Un simbolo dell’amore che hanno per la loro professione. Il film è diviso in tre capitoli, ciascuno introdotto da una figura di spicco dell’industria della moda:

• L’Amore per l’autenticità, introdotto da Angelo Flaccavento, critico e curatore di moda.

•L’amore per l’artigianato, introdotto da Marina Spadafora, presidente di Fashion Revolution Italia.

• L’amore per il pianeta e il patrimonio mondiale, introdotto da Sara Maino Sozzani, responsabile di Vogue Talents.

Credits video: Federico Cianferoni

Maserati scende in strada con David Beckham

Un secolo di innovazione, design e passione ha spinto Maserati a creare veicoli iconici, che hanno cambiato per sempre il modo di pensare alle automobili. Oggi, questa ricetta italiana unica, trova una definizione inedita con l’arrivo del nuovo Global Ambassador del Brand, David Beckham, icona sportiva a livello mondiale, filantropo, uomo d’affari e pioniere dello stile.



“Il Brand continua ad essere proiettato in avanti, inaugurando una nuova era. Maserati sfida ogni giorno lo status quo grazie al suo essere innovativa per natura, spinta dalla passione e unica per design. La partnership con David Beckham esprime tutti questi valori”, ha commentato Paolo Tubito, Chief Marketing Officer Maserati. L’ex calciatore ha dichiarato: “Per me è entusiasmante iniziare questa partnership con Maserati: un Marchio italiano iconico che condivide la mia stessa ammirazione per le innovazioni più grandi e per il migliore design. In un momento così cruciale della sua storia, non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con Maserati e di continuare con loro questa crescita su scala globale”.



La prima collaborazione che vede protagonisti i valori del marchio d’auto di lusso insieme alla figura di David Beckham è un film sorprendente, capace di evidenziare lo spirito innovativo, grazie all’ambassador che si esibisce in una prodezza alla guida di un SUV ad alte prestazioni del Marchio, Levante Trofeo.



Colori pastello uomo: cosa indossare in primavera

Un po’ di leggerezza nel guardaroba della prossima stagione, che ci fa dimenticare (o almeno ci prova) i toni cupi che abbiamo portato negli ultimi mesi.

In piena primavera, anche gli irriducibili del look total black dovranno cedere a colori pastello e con un tocco più pop, concedendosi almeno accenti di arancio, rosa, blu o salvia, oltre a giallo e grigio ( nuance proclamate da Pantone colori dell’anno). Nelle gallery alcune delle nostre proposte…

MCS
CDLP
Pence 1979
Piacenza Cashmere
Think Pink
Canali 1934

SWORD
Canada Goose

Personal Parade
Berwich
Re-HasH
RED
Jail Jam

ARThletes: Olimpiadi, Giappone e la dinamicità delle due ruote interpretati da 4 illustratori italiani

Quattro illustratori italiani di fama internazionale interpretano le doti tecniche dello scooter più iconico della casa nipponica, secondo un’ispirazione che richiami alcuni tra gli sport delle prossime Olimpiadi di Tokyo. Dal progetto ARThletes nascerà una mostra curata da Lorenza Salamon e Ale Giorgini e una livrea speciale che trasformerà il Suzuki Burgmann 400 in un’opera d’arte.

ARThletes unisce idealmente sport, arte e motori per una partnership culturale di alto livello. L’ispirazione nasce dalle prossime Olimpiadi di Tokyo, ove i migliori atleti del mondo si confronteranno per eccellere nelle proprie specialità.
Suzuki ha quindi chiesto a Gianluca Folì, Riccardo Guasco, Francesco Poroli e Van Orton di interpretare quattro caratteristiche fondamentali del nuovo Burgman 400, eleganzasportivitàstabilità sicurezza, abbinandole alle discipline del Pentathlon moderno (nuoto, laser run, equitazione e scherma) da rappresentare in 4 opere uniche. La tecnica scelta è quella dell’illustrazione, per le sue capacità di essere attuale in ogni epoca storica, e di suggestionare un ampio pubblico pur rimanendo espressione artistica autoriale. Gli artisti sono già all’opera e il progetto prenderà forma nei prossimi mesi, svelando al pubblico le inedite illustrazioni che diventeranno poi, restrizioni Covid permettendo, una mostra itinerante. Il progetto culminerà con la realizzazione di un Burgman da collezione con livrea speciale raffigurante una delle opere.


Competenza tecnica, cultura giapponese, gusto italiano e attualità 
si fondono per sottolineare i valori dell’atleta, non solo quello olimpico ma anche quello motociclistico poiché il nuovo modello iconico della casa di Hamamatsu, il Burgman 400 Model Year 2022 è considerato proprio l’Atleta elegante.

L’idea innovativa del progetto ARThletes nasce dal concept “l’atleta elegante”– dichiara Enrico Bessolo, Direttore Commerciale Suzuki Italia – grazie alle illustrazioni desideriamo mostrare il “fil rouge” che lega sport, Olimpiadi, Giappone e il nostro scooter attraverso un percorso espositivo che vedrà 4 opere uniche rappresentate da altrettanti illustratori”.

Francesco Poroli
Gianluca Forlì
Riccardo Guasco
VanOrton

I quattro artisti realizzeranno ognuno un’opera che dovrà unire, attraverso i tratti artistici tipici di ogni illustratore, le doti del mezzo motociclistico della casa nipponica e le caratteristiche sportive di ogni disciplina del Pentathlon Moderno. I fratelli Van Orton si dedicheranno alla scherma associata per il progetto al concetto di “sicurezza”; Gianluca Folì dovrà immergersi nel nuoto esaltandone l’”eleganza”Riccardo Guasco potrà interpretare l’equitazione nella disciplina del salto ad ostacoli legandola all’idea di “stabilità”, Francesco Poroli è stata assegnata la laser run per esprimere la “sportività”.

A coordinare il progetto, due figure importanti nel segmento dell’arte e dell’illustrazione. Lorenza Salamon, gallerista (Salamon Fine Art) e curatrice del progetto e della futura mostra dichiara: “Quattro talenti dell’illustrazione contemporanea, la più longeva delle arti, interpretano la campagna legata al nuovo modello Suzuki, duettando con le sue qualità. Ad ognuno abbiamo affidato un tema che corrisponde ad altrettanti punti di forza del veicolo per intraprendere un viaggio fra il virtuale e il reale la cui tappa finale è la prossima Olimpiade che si terrà a Tokyo”.

Mentre il coordinatore degli illustratori Ale Giorgini afferma “L’illustrazione è un linguaggio universale che abbatte i confini. Un linguaggio che unisce popoli e culture diverse, proprio come le Olimpiadi. In un momento come quello che stiamo vivendo, credo sia ancora più importante riuscire a creare connessioni – anche solo virtuali – fra luoghi e persone. Ho accolto quindi con grande entusiasmo il progetto ARThletes di Suzuki, così come lo hanno fatto i 4 illustratori con cui ho avuto il privilegio di lavorare. In un periodo in cui siamo stati costretti a limitarlo, celebrare il movimento e la libertà è un dovere morale”.

Suzuki celebra così le Olimpiadi e lo sport con un progetto di ampio respiro, che unisce gesto atletico e “gesto” artistico, mostrando quell’impegno culturale oggi sempre più richiesto e in conformità con la responsabilità cui è chiamata a far fronte nel suo ruolo di “corporate citizen”. Il suo impegno verso l’illustrazione è un primo passo verso un’arte che oggi riscopre tutto il suo valore e tutta la sua capacità di parlare e arrivare direttamente al cuore delle persone con un linguaggio estremamente variegato: ecco allora che le opere in mostra potranno riprendere stilemi tipici dei writer urbani, oppure di artisti acclamati come Basquiat.

I trend wellness su Spotify da seguire ora

A un anno dalla pandemia oggi facciamo un bilancio di come la nostra quotidianità sia cambiata e con essa anche le nostre abitudini, soprattutto a favore della cura della persona che è in testa. Spotify ha condotto un’indagine e noi vogliamo riportarvi i trend in fatto di contenuti legati proprio al mindfulness e alla cura di se stessi. 

Molti si chiedono come è cambiato il mondo dopo la pandemia ? I nostri gusti sono diversi, le abitudini stravolte eppure si trova il tempo di migliorare , o semplicemente cambiare , il proprio stile di vita.

Come quelle musicali, a cui Spotify ha fatto riferimento analizzando il modo in cui le persone hanno reagito e si sono reinventate in questa nuova quotidianità casalinga . Il risultato è l’aumento dell’interesse per i contenuti dedicati al benessere della persona: meditazione , cura de corpo, podcast su come adottare un’alimentazione equilibrata , a quelli per il dolce dormire. Ma non solo : anche quelli improntati sul business e sulla creatività . Un anno è passato e oggi forse è il momento più giusto per tutti noi di intraprendere percorsi che ci fanno vivere meglio , con una conoscenza e consapevolezza di se migliori. 

Ecco la top 10 dei podcast Wellness più popolari su Spotify in Italia da marzo 2020:

  1. Mindfulness in Voce
  2. Il podcast di PSINEL
  3. Yoga con Denise Podcast
  4. LiberaMente
  5. unmillimetroalgiorno
  6. Modelli di Successo
  7. Psicologia e benessere | Il podcast di GuidaPsicologi
  8. Psicologia – Momenti per crescere
  9. Get Sleepy: Sleep meditation and stories
  10. Meditation Life Skills Podcast – How To Meditate

Di seguito invece i 10 top podcast Business e Tecnologia su Spotify in Italia da Gennaio 2020:

  1. Marco Montemagno – Il Podcast
  2. Start – Le notizie del Sole 24 Ore
  3. Actually
  4. Comunicare in Meglio
  5. STORIE DI BRAND
  6. Dario Vignali Podcast
  7. Notizie a colazione
  8. Pillole di Business
  9. 3Fattori
  10. Warren Buffett Italia Podcast

Beauty alert: CO_ORGANIC SKINCARE

Una linea beauty, completamente naturale e intesa come rituale olistico per ritrovare una Bellezza e un Benessere in armonia con se stessi e il mondo. Un progetto con una filosofia ben precisa e valori forti nato per far crescere la cura e il rispetto del proprio corpo, ma anche coltivare l’attenzione per l’ambiente in cui viviamo.

Questa è la visione di Cosetta Giorgetti, che grazie a un lungo percorso come make up artist e beauty editor, ha deciso di lanciare CO_ORGANIC SKINCARE, un brand fondato su prodotti biologici e certificati, tutti realizzati in Italia con cura artigianale, dove sono banditi elementi chimici e sprechi. Non a caso anche il packaging è frutto di un meticoloso lavoro di recupero e riutilizzo: i ritagli di tessuti della filiera moda, che sarebbero andati al macero, sono stati riprogettati e assemblati grazie al lavoro della Cooperativa Alice, che gestisce una rete di laboratori di sartoria nelle carceri per poter reinserire le donne nel mondo del lavoro. Un’idea di bellezza che parte dalla natura per arrivare alla dimensione sociale.

Ritratto di Cosetta Giorgetti. Photographer: Rosi di Stefano

Come racconta la stessa fondatrice: «Durante 30 anni di fortunato lavoro nel mondo della moda ho avuto l’onore di lavorare con grandissimi artisti alla ricerca di tante forme di bellezza differenti, ma la grazia che ho visto perdurare e migliorare con il tempo è la bellezza che dall’anima irradia al corpo. La pelle è lo specchio del nostro tempio e su questo magico connubio ho basato lo studio dei miei prodotti per offrire ad ogni persona un rituale d’amore olistico. Curare se stessi è il primo necessario passo per onorare il proprio essere»

I prodotti sono tutti naturali e coltivati artigianalmente. Ogni ingrediente è cresciuto in una fattoria biologica ligure situata a 500 mt di altitudine, le raccolte sono effettuate a mano, i distillati sono eseguiti subito dopo la raccolta.
Conclude: «L’amore per la natura e per la bellezza di ogni essere umano è l’elemento alchemico che guida la mia linea di Skincare. La Rosa e la Lavanda sono gli alchimisti di questo mio progetto beauty»

The Brisket: la cultura del bbq texano a Milano

Nato dall’idea dello chef italo-argentino Lucas Duretti , The Brisket è una delle prime Smokehouse italiane, che ha diffuso a Milano la cultura del BBQ Texano. Nella sua vita Lucas ha vissuto un lungo periodo in Texas proprio per studiare e scoprire i segreti della tradizionale cottura della carne ‘Low&SLow’ e il risultato di questa esperienza lo troviamo proprio nel suo ristorante, che prende il nome dal piatto simbolo del BBQ Texano, il ‘Brisket’: la punta di petto di manzo che, avvolta da un mix di spezie (‘il rub’), viene cotta a bassa temperatura per 12 ore in uno smoker americano.



Ma questo non è l’unico piatto di punta del locale, possiamo infatti gustare altre specialità come il pulled pork, il maiale sfilacciato, e le costolette in salsa BBQ fatta in casa, possibilmente accompagnate da patate fritte, che qui come negli States sono a fette grosse e dal gusto deciso grazie dalla paprika. Non mancano ovviamente i dolci come la tradizionale ( e golosissima) cheesecake al burro d’arachidi.

The Brisket Milano si trova in Ripa di Porta Ticinese 65.

Un weekend di Pasqua indimenticabile

Un soggiorno di 3-4 giorni per staccare la mente e dedicarsi alla cura del corpo nello Small Luxury Hotel of the World di Villa Eden di Merano (Bz). Un soggiorno all’insegna dell’esclusività e della sicurezza per il primo Covid Safe Hotel d’Europa e da sempre adult only.



Ma come arrivarci? Si può richiedere alla struttura un certificato sanitario per gli spostamenti da altre regioni, grazie ai trattamenti da effettuarsi nella Medical Spa certificata. La proposta è quella di una short Remise en forme per combattere la sedentarietà imposta dai vari lockdown. Due le proposte: o 6 ore di trattamenti individuali a scelta e su consulto medico per 3 giorni oppure 8 ore di trattamenti individuali a scelta e su consulto medico per 4 giorni. 



Ma oltre ai pacchetti si prevede un’attenzione in più a chi passerà la Pasqua in questo paradiso delle Alpi: aperitivo all’arrivo, uno spa voucher di 50 euro a persona da utilizzare a piacimento, la formula Retreat Dining, per prendersi cura di sé al Mindful Restaurant; sessioni personalizzate di yoga e personal Fitness; eventuali escursioni guidate; la serata Diamonds Dinner per la cena del 3 aprile, in collaborazione con la gioielleria “Tiroler Goldschmied”, si parteciperà a un’esclusiva cena di gala dove, tra una portata e l’altra, verranno “serviti” dei piatti particolari, con le creazioni di gioielli con brillanti e diamanti; cena di Pasqua per il 4 aprile.



ANTI-DO-TO: l’abbigliamento come forma di attivismo

Contro tutto ciò che mina il nostro futuro, nel 2020 nasce ANTI-DO-TO, marchio attivista che identifica e affronta i problemi dei nostri tempi. Un manifesto di intenzioni e azioni, veicolato e amplificato dalla forza espressiva di un brand che fa dell’abbigliamento un mezzo per cambiare le cose. Il brand unisce persone con stili e background diversi, invitandole a prendere parte al cambiamento. Mai come oggi serve infatti schierarsi anti-status quo, ma occorre allo stesso modo passare positivamente all’azione, per costruire un mondo migliore.

Per ANTI-DO-TO l’abbigliamento diventa call to action, cambiamento “da indossare”: ogni capo è in sé una dichiarazione di intenti, un manifesto condiviso tra coloro che vogliono creare un futuro migliore e che invita chiunque creda negli stessi valori a partecipare al movimento.
Acquistando i prodotti infatti si contribuisce infatti, attivamente, a progetti d’impatto sociale e indossarli ispira ulteriori cambiamenti. Il 50% dei profitti netti derivanti dalla vendita è investito nel sostegno diretto di iniziative per il bene collettivo che ruotano intorno ai quattro temi cari al brand: il benessere mentale e fisico, l’inclusione, il senso di community e, cornice di tutto, il pianeta.



Il prodotto diventa così un act of change. Lo è nei messaggi che vuole diffondere e sui quali invita ad agire, e ancora più concretamente, nelle cause che supporta. La prima è la finalizzazione di uno skatepark nel porto di Gaza: l’obiettivo è creare attraverso la passione per un’attività naturalmente inclusiva come lo skate, un centro di aggregazione per i giovani, di libera espressione.

La prima collezione – disponibile esclusivamente online sul sito del brand – è composta da 15 capi: dalla T-shirt alla felpa girocollo o con cappuccio, anche nella versione di maglia. E poi: pantaloni fluidi, bermuda e le giacche waterproof. In questo kit urbano sono pensati anche due accessori per il capo: berretto e baseball cap. Oltre alla collezione base, arriveranno anche selezionate collaborazioni esclusive con designer, creativi, collettivi e altri brand vicini per valori e principi al mondo del brand.



I capi sono senza tempo e pensati per durare, caratterizzati da un design che va all’essenza. ANTI-DO-TO è anche un guardaroba essenziale, funzionale e trasversale, sia in termini di occasioni d’uso che di genere. Pensato e creato con massima attenzione alla qualità per durare nel tempo, lontano dal concetto di stagionalità. I colori esprimono in tutte le loro gradazioni, tra il bianco e il nero oppure nei toni vivaci ispirati alla natura, la sensibilità del marchio per l’inclusione. Un concetto abbracciato anche dall’ampia gamma taglie e dal fit volutamente morbido della collezione, che in alcuni casi si fa trasformista attraverso piccoli accorgimenti come bottoni e coulisse, diventando ancora più flessibile, accogliente, universale.

I materiali utilizzati sono sostenibili, essere responsabili per le persone e il pianeta, infatti, è nel DNA di ANTI-DO-TO. Per questo anche la sua collezione è stata ideata cercando soluzioni a basso impatto sul pianeta. Ogni capo è realizzato in materiali sostenibili certificati come il cotone organico GOTS, oppure fibre riciclate GRS come il nylon proveniente da scarti di produzione oppure rimanenze tessili destinate alla discarica. La collezione è prodotta interamente in Italia, principalmente Made in Veneto, un’area con una ricca storia di produzione, dove il marchio ha scelto piccoli laboratori indipendenti a conduzione familiare che realizzano con cura e attenzione i propri capi, nel rispetto dei principi etici e di responsabilità.

Roberto Di Stefano – Sustainable Voices Chapter One

Sei donne e sei storie di sostenibilità autentiche supportano la filosofia del brand.
Olga Pirazzi, Chiara Tronville, Orietta Pellizzari, Valeria Mosca, Cosetta Giorgetti e Giorgia Cantarini sono i volti che fanno parte del primo capitolo di ‘ Sustainable Voices’.

Photo credits: Federico Ghiani



Roberto di Stefano, brand di borse e accessori made in Italy fondato nel 2017 dall’omonimo designer, mette la sostenibilità al centro della propria visione, scegliendo per le proprie creazioni i materiali vegani e cruelty free sviluppati da Desserto®,  azienda messicana che ha brevettato un innovativo materiale ottenuto dalla pianta del cactus. Il progetto Sustainable Voices segna un ulteriore passo in questa direzione: si tratta di un talk articolato in vari capitoli, che chiama in causa figure di rilievo nei rispettivi settori – moda in primis, ma anche food, arte e beauty – invitandole a condividere i propri pensieri in materia, individuando tre parole chiave legate alla sostenibilità.



Il primo capitolo dell’iniziativa coinvolge sei personalità dai background eterogenei, cominciando da Valeria Margherita Mosca, forager, ricercatrice e direttrice di Wood*ing (un laboratorio di ricerca e sperimentazione sull’utilizzo del cibo selvatico), secondo cui con sostenibilità si intende l’essere ‘sopportabili’ per il sistema in cui siamo immersi, coscienti della sua esistenza e pervasività; i termini da lei individuati sono dunque osservazione, responsabilità e coscienza, “indispensabili per poter osservare – e comprendere – tutto ciò che ci circonda, agire responsabilmente e avere contezza di ogni scelta o azione”.



Segue la riflessione di Olga Pirazzi, responsabile del progetto Fashion B.E.S.T. di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, che trova nella sostenibilità una possibilità per creare consapevolezza e cambiare le cose, puntando sui tre concetti fondamentali di trasparenza, possibilità ed equilibrio. Per la giornalista di moda Chiara Tronville, invece, sostenibilità significa vivere in maniera più armonica con l’ambiente e la natura; le parole per lei importanti sono le 3 P – pianeta, persone, profitto felice – tutte esprimono il bisogno di agire con onestà e trasparenza, evitando qualsiasi integralismo o decrescita, definendo modelli di business sostenibili di per sé.



E ancora Orietta Pelizzari, esperta di mercati internazionali, consulente e fashion advisor, associa la sostenibilità all’onestà in senso lato, a tutti i livelli; sceglie perciò tre termini interrelati (responsabile, onesto, vero), poiché solo considerando il tema come una questione culturale (cultura del bello, del ben fatto, dell’heritage ecc.) si può essere onesti con tutti, dai produttori al pubblico finale. Giorgia Cantarini – senior editor de L’Officiel Italia e responsabile del progetto Sustainable Style di Pitti Immagine – lega la sostenibilità al rispetto per l’ambiente, le persone e gli animali, citando in proposito tre aggettivi, ovvero non inquinante, etico e tecnologico. Soprattutto ci ricorda come “nessuno comprerà la moda sostenibile in quanto tale, ma è imprescindibile un contenuto di stile: la sfida consiste dunque nell’unire queste due realtà”.


Chiude il panel la make up artist e fondatrice della start-up green Co_organic Skincare Cosetta Giorgetti, che ribadisce quanto la sostenibilità equivalga alla consapevolezza a 360 gradi, in ogni gesto, dal micro al macro;  la considerazione generale dell’argomento è radicalmente cambiata perché oggi siamo costretti a guardare in faccia la realtà, “la noncuranza ci ha condotti a una situazione drammatica come quella attuale e quindi la coscienza è fondamentale per il cambiamento”.



Il carattere di queste sei donne è stato raccontato attraverso una serie di ritratti e un video diretto da Federico Ghiani in cui si racconta la loro visione e impegno quotidiano verso le tematica green (sostenibilità, cruelty free, vegan) e nel supportare l’innovazione sostenibile.

Calcio e social media: i calciatori e gli sportivi più seguiti

Personaggio sportivo e pubblico al 2021 vuol necessariamente dire anche avere una reputazione online. Spuntano così atleti e sportivi con profili social gestiti in maniera sempre più professionale, e il più delle volte ciò si trasforma in introiti pubblicitari. Vediamo chi sono gli sportivi e i calciatori più attivi sui social, e che utilizzo ne fanno. 

I più seguiti su Instagram nel mondo: Ronaldo primo anche sul social, sorpresa cricket!

Il calciatore portoghese della Juventus non smette di battere record e vincere classifiche, e non poteva mancare anche quella dei social. Così la speciale graduatoria degli sportivi con più follower vede il numero “7” della Juventus incrementare il proprio distacco dal suo rivale di sempre, quindi non solo in campo, Leo Messi, portando a 253 milioni i propri fan sul social Instagram. In questa sfida a colpi di cuori e apprezzamenti, il terzo è Neymar Jr. A sorpresa è invece il giocatore di cricket Virat Kholi a rappresentare la quarta posizione, mettendosi alle spalle niente meno che LeBron James, che ha oltre 70 milioni di follower. La graduatoria continua con divi del calcio del presente e del passato come Ronaldinho e Beckham, finendo con Ibrahimovic, che entra nei primi dieci con i suoi 46 milioni di follower. Numeri impressionanti se si pensa che una delle Instagrammer più conosciute in Italia, Chiara Ferragni, porta a casa “solo” 22 milioni di follower. 

Gli sportivi amati in Italia: Valentino Rossi e Balotelli fra tutti, Buffon primo su Instagram

Nella lista dei primi venti sportivi più seguiti sui social in Italia considerando i tre maggiori canali: Twitter, Facebook e Instagram, compaiono ben 17 fra calciatori e allenatori e tre motociclisti. A comandare questa classifica c’è Valentino Rossi che con i suoi 13 milioni di apprezzamenti su Facebook e i 27 milioni totali, anticipa Balotelli di poco e Buffon, anche se il portiere della Juventus ed ex campione del mondo con l’Italia ha ben 9,2 milioni di follower su Instagram, che lo piazzano al primo posto in assoluto in questa classifica per ciò che concerne questo singolo social. Il primo della graduatoria è dunque un motociclista, ma per trovarne un altro bisogna passare per nomi come Carlo Ancelotti, Francesco Totti, e Andrea Barzagli. Proprio quest’ultimo, roccioso e talentuoso ex difensore di Juventus e nazionale italiana, anticipa Andrea Dovizioso, che si trova in posizione 17 con 2,7 milioni di fan. Chiude al ventesimo posto il terzo protagonista delle due ruote Andrea Iannone, che fa registrare quasi due milioni di follower su Instagram e 2,6 totali. 

Cristiano Ronaldo oltre a essere fra i più vincenti e prolifici calciatori di tutti i tempi e di diversi campionati nazionali, è ora anche il primo a livello mondiale per numero di follower su Instagram. La popolarità del campione bianconero si può paragonare a quella raggiunta da Pelé, per citare un collega del portoghese, o da Freddie Mercury, per menzionare leggende dello spettacolo. Inoltre l’account Instagram garantisce alle casse già ampiamente “soddisfatte” dallo stipendio di calciatore e dal suo brand personale, di aumentare gli introiti annuali dell’impresa CR7. 

Brand alert: Nove25 X BMW Motorrad

Una novità assoluta, unica nel suo genere che entusiasmerà gli appassionati del jewelery brand italiano e della casa motociclistica tedesca.

Una collezione di gioielli in argento unici e personalizzati, totalmente customizzabili con combinazioni infinite grazie al configuratore on-line #mynove25 Nove25 e BMW Motorrad condividono una continua tensione verso l’eccellenza, una sinergia che trova la sua essenza nei valori dell’artigianalità e della tecnologia, una continua ricerca e la massima scrupolosità nella scelta dei dettagli. 

Sono quattro i pezzi customizzabili direttamente sul sito e sull’app di Nove25: anello celebrativo e chevalier, pendente e bracciale. BMW Motorrad ha messo a disposizione i loghi, i design e le grafiche originali delle sue gamme più amate: R nine T, R 18 e, ovviamente, R 1250 GS. La personalizzazione prevede anche la scelta di lettere e numeri, per rendere unico il proprio gioiello, e due finiture perché sia in linea col proprio stile. 

I gioielli e le moto sono dei simboli che rappresentano chi siamo e come vogliamo che gli altri ci vedano, il nostro modo di comunicare la nostra appartenenza. Un motivo d’orgoglio per BMW Motorrad che con questa collaborazione, ha voluto sugellare la fede e l’amore dei suoi tanti appassionati. 

C.L.A.S.S. lancia il Manifesto per una moda responsabile

Un concorso annuale che premia un creativo visionario che unisce design, innovazione responsabile e comunicazione, capace di sensibilizzare il consumatore contemporaneo sui nuovi valori della moda sostenibile. E’ la Call to Action lanciata per trovare il C.L.A.S.S. ICON 2021 da Giusy Bettoni di C.L.A.S.S. nel panel Smart Voices “C.L.A.S.S. ICON: Award e Manifesto per una moda responsabile”, moderato dalla giornalista green Diana de Marsanich, e cha visto protagonisti lo scorso 10 febbraio lo stilista Gilberto Calzolari, insignito del premio internazionale per creativi visionari nel mondo della moda C.L.A.S.S. ICON Award 2020, e Federico Poletti, Direttore Marketing e Comunicazione di WHITE SHOW.

Durante la Smart Voice sono stati presentati il Manifesto C.L.A.S.S. per una moda responsabile, l’edizione 2021 del concorso C.L.A.S.S. ICON e la Formula della Sostenibilità.

Il premio internazionale è per creativi visionari nel mondo della moda, capaci di veicolare i valori della sostenibilità  non solo tra i professionisti del settore, ma anche al pubblico più ampio: i consumatori. “Abbiamo ideato C.L.A.S.S. ICON per premiare i designer visionari che creano le loro collezioni unendo design, innovazione responsabilità e che sono capaci di comunicare in modo autentico ed efficace ai consumatori i valori che sono dietro ai loro capi. E’ il momento che lo storymaking e lo storytelling si allineino, altrimenti è solo greenwashing” dice Giusy Bettoni.

Dal 15 febbraio al 15 aprile sarà possibile candidarsi inviando una e-mail a [email protected], con la descrizione e gli obiettivi del brand, i valori di sostenibilità adottati e la strategia, il profilo del designer, foto-video racconto dell’ultima collezione, eventuali premi precedenti vinti (tutte le info sul sito www.classecohub.org).

Durante il panel, lo stilista Gilberto Calzolari, primo vincitore del primo C.L.A.S.S. ICON Award, ha condiviso la sua visione per una moda responsabile e i progetti in corso. “Il mio brand è un laboratorio di sperimentazioni. Creo moda per aprire conversazioni e cambiare il modo di comportarsi e pensare. La mia creatività, dalla scelta di tessuti e lavorazioni sino all’immagine che decido comunicare, sono le armi a mia disposizione.  Fin dal primo momento sono stato davvero entusiasta di fare squadra con C.L.A.S.S. per condividere uno stimolante percorso comune, nell’ottica di iniziare a far parte di un network in continua crescita e reciproco supporto. Ho sempre concepito le mie collezioni come una call to action per un futuro migliore e ora più che mai, la mia missione come C.L.A.S.S. ICON è far capire che la sostenibilità può e deve andare di pari passo con la bellezza e l’eleganza. L’adagio “kalòs kai agathòs” è uno degli insegnamenti classici che non va mai dimenticato: l’estetica a mio avviso è inscindibile dall’etica. Per questo non mi rivolgo solo ai professionisti del settore, ma anche al consumatore finale, agli appassionati di moda e oltre” dichiara Gilberto.

Conclude Giusy Bettoni “Un Manifesto per una moda con un impatto il più basso possibile sul pianeta e sulla salute delle persone e degli animali grazie all’innovazione responsabile, perfettamente all’altezza delle sfide che ci pone il lifestyle contemporaneo. Per questo ho ideato la Formula della Sostenibilità che esiste solo quando si uniscono design, innovazione responsabile e siamo in grado di tracciare, misurare l’impatto di prodotti e processi e comunicare i loro valori in maniera adeguata. In una parola, quando c’è la conoscenza” .

Sneakers vintage: 3 brand da seguire

Nel vasto oceano di sneakers che popolano lo scenario moda attuale ci sono scarpe da ginnastica retrò perfette per ogni stile e da tenere assolutamente nel proprio guardaroba. L’ispirazione sono gli anni’70- ‘80, ma anche la moda anni ‘90. Ma lo sai perché le sneakers si chiamano così? Nella lingua inglese il verbo “to sneak” significa muoversi in silenzio, senza far rumore. Le prime scarpe da ginnastica furono inventate negli Stati Uniti nel 1800 e si chiamavano “plimsolls” ma gli fu dato il soprannome di sneakers poiché non facevano alcun rumore.

3 Brand di sneakers vintage

Adidas Stan Smith e Adidas Superstar

In pelle bianca immacolata, con la loro punta tonda e il peso leggero, le Adidas Stan Smith sono le scarpe da ginnastica bianche vintage a metà strada tra la divisa da club di tennis e il college inglese. Ma perché si chiamano così? In onore di Mr. Stan Smith, una star del tennis americano degli anni ‘60 che scelse di indossare per la prima volta scarpe in pelle e non in tessuto per giocare a tennis. Per chi ama le scarpe bianche sporty chic sono perfette le Adidas originals Superstar, nate sui campi di basket nel 1969 ai piedi dei migliori giocatori del mondo. Dopo quasi mezzo secolo, non hanno perso un pizzico del loro fascino e continuano ad essere super amate.

Converse All-Stars

Nel 1917 nascono le Converse All-Stars come scarpe da ginnastica per giocare a basket. Nel 1923 nascono le mitiche Chuck Taylor All-Stars che tutti noi amiamo, dal nome del giocatore dell’Indiana Chuck Taylor. Il modello perfetto però è quello del 1970 che presentano la suola in gomma vulcanizzata e la patch con la stella sulla caviglia.

Vans Old Skool

Le Vans compaiono nel 1977 con il nome di Style 36 e decorate con un semplice disegno ideato dal suo fondatore Paul Van Doren e subito spopolano fuori dal mondo skate dove sono nate. Le Vans Old Skool riportano una banda laterale in pelle ed è il loro segno distintivo un simbolo iconico per un modello di sneakers che sono state definite in tutto il mondo “jazz stripe” (banda jazz). La linea di queste scarpe è bianca ed è rimasta inalterata nel corso di questi lunghi quarant’anni, insieme al collo rinforzato, la suola in gomma e il tessuto scamosciato.

Prevenire i brufoli: 5 trucchi per limitare i danni

A chi non è capitato di svegliarsi una bella mattina e di scoprire un brutto brufolo sulla fronte o sul mento? I brufoli sono un problema dermatologico molto comune e rappresentano un fastidio più dal punto di vista estetico e psicologico che per la salute.

Inutile dire che non bisogna spremerli, anche se la tentazione è forte, perché si peggiora solo la situazione e restano segni sul viso.

Tutti sappiamo che prevenire è meglio che curare. Ma come fare per prevenire i brufoli? Scopriamolo insieme.

Come prevenire i brufoli?

I brufoli (o foruncoli) sono nient’altro che un’infiammazione cutanea provocata dall’ostruzione dei pori a causa dell’eccesso di sebo e cellule morte. Questa situazione causa il proliferare dei batteri che sono i diretti responsabili dei brufoli che tanto odiamo.

5 trucchi per prevenire i brufoli

Il primo trucco per prevenire i brufoli è l’igiene. Lavare il viso quotidianamente mattina e sera contribuisce a eliminare cellule morte e batteri. È importante però usare un detergente adatto naturale e delicato che rispetti il ph della pelle. A tal proposito consigliamo di controllare sempre la formulazione ossia la lista ingredienti o INCI.

Il secondo trucco riguarda l’idratazione della pelle del viso per la quale bisogna usare prodotti idratanti e nutritivi ma a base acquosa non oleosa. Il secondo trucco è evitare di toccarsi continuamente il viso perché le mani sono fonte di batteri e sporcizia.

Il terzo segreto per evitare la comparsa di brufoli è struccarsi sempre la sera e non dormire con il viso trucco. A tal proposito è bene ricordare che usando sempre il fondotinta non è consigliabile, bisogna lasciare la pelle libera di respirare.

Il quarto consiglio è controllare l’alimentazione. Bisogna bere tanta acqua ed avere un’alimentazione sana che migliora anche il benessere della pelle del viso. Sconsigliamo di mangiare spesso latticini e carne rossa e di preferire verdure e frutta rossa ricca di antiossidanti.

Il quinto segreto è tenere a bada lo stress. Difficile, ma non impossibile. Meglio incanalare lo stress non nel cibo e nella negatività, ma nello sport come yoga e pilates.

Infine ricordiamo che ad ogni zona del viso dove compare un brufolo corrisponderebbe un organo specifico coinvolto. I brufoli della zona del mento sono connessi agli ormoni e agli organi genitali, quelli sulla fronte all’intestino e così via. Interessante vero?

Rocky Balboa: 5 luoghi da visitare a Philadelphia

Rocky Balboa è stato molto amato dalle diverse generazioni e forse ancora oggi i giovani lo vedono volentieri.

Sicuramente chi ha amato i film di Rocky, desidera vedere i luoghi famosi dove Sylvester Stallone ha emozionato milioni di persone con la sua storia di amore e tenacia. Siete pronti per un tour di Philadelphia?

5 luoghi di Philadelphia da visitare in memoria di Rocky Balboa

La scalinata di Rocky

La celebre scalinata di Rocky ogni anno è meta di milioni di turisti da tutto il mondo. Chi non desidera correre sulla famosa scalinata che porta al Philadelphia Museum of Art dove Rocky si allenava?

La statua di Rocky

Ai piedi della scalinata del Museum of Art o meglio ai piedi della famosa scalinata di Rocky c’è una statua di Rocky che alza i pugni al cielo in segno di vittima. In passato la statua era in cima alle scale dove oggi ci sono le impronte dei piedi di Rocky.

La casa di Rocky

Un altro luogo super amato dai fan, dopo la scalinata, è senza dubbio la casa del noto pugile che si trova al 1818 Tusculum Street di Philadelphia. Nello specifico è la casa del pugile nei film Rocky I, Rocky II e Rocky III. Appare così come era all’epoca del film del 1976 con i mattoncini rossi dei muri, le scalette e il numero 1818 sbiadito all’entrata. La casa si trova a 15 minuti dal centro città.

La palestra di Rocky

Un luogo cult, la palestra dove si allenava il campione dista solo pochi minuti dalla sua abitazione. La Mighty Mick’s Gym è la palestra più famosa della storia del cinema. In verità non è mai stata una palestra e oggi è un locale abbandonato. C’è solo un disegno di guantoni all’esterno. Nei pressi spesso c’è un sosia di Rocky per intrattenere i turisti.

Il pet shop di Adriana

Il negozio di animali di Adriana si trova sulla stessa strada dove c’è la palestra. Anche in questo caso è un locale in disuso oggi e non un negozio attivo.

Il nostro consiglio è di visitare questi luoghi in autonomia. Gli ultimi tre citati si trovano a North Philly, un sobborgo popolare che dista 20 minuti dal centro e si raggiunge in metropolitana.

6 località sciistiche insolite e con pochi turisti

Chi ama sciare, spesso sceglie destinazioni note in montagna e super affollate di turisti. C’è però chi preferisce optare per mete insolite per sciare. Esistono luoghi non famosi per la loro cultura sciistica e che potrebbero piacevolmente sorprenderti.

Scopriamo insieme 6 destinazioni insolite dove andare a sciare. Siete curiosi?

Località sciistiche insolite dove andare a sciare

Dubai

Caldo, deserto, sole, mare. Certo quando si pensa a Dubai, non viene certo alla mente lo sci. Infatti a Dubai non ci sono famose località sciistiche naturali. C’è però un luogo dove sciare, la stazione sciistica coperta nel Mall of Emirates di Dubai di ben 22.500 metri quadrati. Ci sono anche una montagna artificiale di 60 metri e 5 pendii con diversi livelli di difficoltà, una torre di arrampicata e piste per slittini.

Australia

Anche in questo caso pensando all’Australia si pensa a un paese caldo e soleggiato tutto l’anno. In realtà ci sono bellissimi posti dove sciare, come Ben Lomond e Mount Mawson sull’isola della Tasmania o Victoria sul Monte Buller e le piste di Kiandra nel Nuovo Galles.

Corea del Sud

Yongpyong è la “Mecca asiatica per gli sport invernali”. Ci sono tantissime piste (ben 31) dove sciare e fare snowboard e 15 impianti di risalita. Negli anni passati si sono anche tenute qui gare per la Coppa del Mondo di sci alpino.

Hawaii

Non solo sole, mare e spiagge alle Hawaii, ma anche neve. Dove? Sul Monte Kea a gennaio e febbraio. Dimenticate però piste attrezzate o impianti di risalita.

Marocco

A soli 45 miglia a sud di Marrakech, ci sono le montagne dell’Atlante. Non deserti e strade polverose, ma sciate emozionanti vi aspettano. La stazione sciistica di Oukaimeden è la più alta dell’Africa intera con la sua seggiovia che sale sulla vetta di Jebel Attar fino a 3258 metri.

Repubblica Ceca

Per chi desidera sperimentare piste insolite lontane dalle mete gettonate e magari anche scegliere una destinazione più economica, la Repubblica Ceca è la meta europea perfetta con le sue favolose stazioni sciistiche come Sky Area di Mlyn, Ski Region, Jested e il Comprensorio dello Spicak e Sumava.

5 cose che non sai sulle noci

Sin dall’alba dei tempi le noci hanno rivestito un ruolo importante nell’alimentazione rurale. Viste le sue proprietà nutrizionali, era un alimento prezioso soprattutto nei periodi di carestia. A seguire sono diventate ingrediente di diverse ricette culinarie e consigliate anche da moltissimi nutrizionisti per un regime alimentare sano ed equilibrato.

Oggi, però, vi sveleremo delle curiosità sulle noci che sicuramente vi stupiranno!

5 curiosità sulle noci

Le noci e la notte di San Giovanni

Secondo la tradizione, nella notte di San Giovanni devono essere raccolte le noci per realizzare il nocino, un liquore ricavato dai malli delle noci ancora acerbe. Sempre secondo la tradizione, dovevano essere raccolte dalla donna più esperta nella preparazione di questo liquore che si arrampicava sull’albero a piedi nudi. Una volta raccolte, dovevano essere esposte alla rugiada tutta la notte.

Sognare le noci

Sognare le noci è legato a notizie positive e tesori da scoprire. Nella simbologia popolare portare una noce in tasca porta successo e allontana la cattiva sorte. E così anche nei sogni.

Il noce di Benevento e le streghe

A Benevento, all’epoca dell’imperatore Domiziano, si venerava la dea egiziana Iside (legata alla luna) che veniva identificata con la dea Diana. A venerarla erano le donne esperte di medicina naturale ed erbe officinali che venivano identificate come streghe dalla comunità locale. Secondo la leggenda, per secoli si riunirono intorno a un albero di noce per praticare i loro rituali. Fu il sacerdote Barbato ad abbattere il noce maledetto, che però, sempre secondo la leggenda, ricrebbe più vigoroso di prima.

La Ghianda di Giove

Il noce fa parte della famiglia delle Junglandacee. Il termine deriva dal latino e significa “ghianda di Giove”. Non a caso questo maestoso albero che cresce in luoghi isolati, lontano dalle altre specie arboree, veniva paragonato per sacralità e forza al re degli dei.

Tintura

Il mallo delle noci contiene tannino, usato nel Medioevo come inchiostro per scrivere. In cosmetica le foglie macerate di questa pianta, mescolate ad aceto rosso, scuriscono i capelli e possono anche essere usato per i pediluvi.

Massaggio lomi lomi: perché è diventato famoso

Il massaggio hawaiano noto come lomi lomi è una tecnica ispirata ai rituali degli antichi sciamani. L’atmosfera deve essere calda e rilassante, i movimenti fluidi ed armoniosi e le mani del massaggiatore riproducono esattamente il movimento dell’oceano. I movimenti sono profondi e ciclici e imitano il movimento delle onde del mare.

Questo massaggio rilassante si effettua usando un unguento e con il sottofondo di musica esotica. Il massaggio lomi lomi affonda le sue radici negli antichi rituali hawaiani di iniziazione. A farlo era uno sciamano (kahuna) che attraverso questi movimenti univa il cuore e la mente e conduceva l’anima a un nuovo livello vitale.

Ecco perché spesso questo massaggio viene anche chiamato “massaggio del cambiamento”. A fine seduta la persona si sente rinata, rigenerata e cambiata in meglio. Il massaggio lomi lomi consiste nell’alternanza di movimenti dolci e movimenti energici, e quindi è allo stesso tempo rilassante e tonificante, intenso e leggero.

Benefici e controindicazioni del massaggio lomi lomi

Questo massaggio è drenante e rilassante. Si allontanano tensioni fisiche e muscolari ed emotive. Trasmette serenità e calma e migliora la circolazione sanguigna e le funzionalità dell’apparato digerente e urogenitale. Si pensa che un evento negativo si manifesta fisicamente sotto forma di contratture muscolari che attraverso il massaggio lomi lomi si punta a sciogliere.

C’è da dire che a fine seduta si ritrova “unti”, il che può non piacere ad alcune persone. Il massaggio lomi lomi ha il potere di alleviare:

  • stress
  • affaticamento mentale
  • depressione lieve
  • dolori muscolari, ossei e articolari, anche cronici
  • dolori dovuti a infortuni o traumi

Prima di eseguire il massaggio, è importante fare un colloquio preliminare per conoscere esattamente lo stato psicofisico del paziente.

Controindicazioni del massaggio lomi lomi

Nonostante si tratti di un massaggio e si potrebbe pensare non abbia controindicazioni è bene sapere che il massaggio lomi lomi non va effettuato in presenza di febbre, patologie cutanee (eczemi, dermatiti, ustioni) e patologie cardiovascolari (flebiti, ipertensione, arteriosclerosi).

Curiosità

Il massaggio lomi lomi viene chiamato “massaggio dell’anima” o “loving hands massage”. In lingua hawaiana si chiama “lomi lomi nui”. L’obiettivo è ridare serenità e amore alla persona e ristabilire l’equilibrio tra anima e corpo. Il benessere mentale e psicofisico vengono  ristabiliti grazie a questo massaggio che punta a ristabilire l’energia vitale (mana) dell’individuo.

Come riconoscere lo stile beat?

La storia della beat generation nasce negli Stati Uniti agli inizi degli anni ‘50 per poi approdare in Europa. Alcuni membri di spicco, come Ginsberg, Corso e Burroughs, giungono a Parigi ed eleggono l’Hotel Rachou il “Beat Hotel” e successivamente si spostano a Milano.

Lo stile di vita della beat generation è fondato sulla rivendicazione della libertà personale contro i valori condizionanti e autodistruttivi della società consumistica. Tanti giovani portano i capelli lunghi (in italiano saranno chiamati “capelloni”) come segno di profondo dissenso nei confronti della società borghese e anticonformista.

Decidono di condurre una vita on the road, libera e senza agi. Libertà sessuale, uso di droghe psichedeliche ed esplorazione di religioni alternative sono le basi della beat generation. Bob Dylan, i Beatles e i Rolling Stones sono i loro miti.

Stile della beat generation

Lo stile dei ragazzi della beat generation ha segnato un’epoca. Zaini in spalle, camicie ariose, occhiali tondi e giacche corte: ecco alcuni tratti distintivi dello stile beat, proprio come li indossava il fondatore del movimento Allen Ginsberg.

Cosa rendeva così affascinanti questi giovani ribelli e anticonformisti negli anni Cinquanta? Oltre agli ideali e alla propaganda, un guardaroba distintivo, che era parte del loro manifesto che rifiutava i canoni classici dello stile dell’epoca. Sicuramente era un abbigliamento composto da capi pratici e comodi, adatti a una vita in movimento, in viaggio, on the road, dall’Oregon a San Francisco e caratterizzato dai colori della terra, beige, sabbia, rossi desaturati, grigi dalle sfumature dorate, che ricordavano le route americane lambite dal deserto.

I pantaloni morbidi, le pinces, i blazer senza struttura, e i materiali lino e cotone. Lo stile beat è solo apparentemente casual, ma ha una sua anima profonda e una sua identità. Le camicie sono caratterizzate da stampe vivaci, gli zaini in spalla hanno pattern floreali su fondi neutri.

Alla fine degli anni ‘50, il San Francisco Chronicle definisce questi giovani con il termine dispregiativo “beatnik”. Il look diventa total black e le scarpe bicolore.

Oggi molti ragazzi sono affascinati dallo stile beat e da quello che rappresentava un tempo e cercano di vestirsi e vivere come fu a quei tempo, purtroppo i tempi sono cambiati e anche questo stile ha segnato un periodo che nessuno dimenticherà in particolare chi lo ha vissuto davvero vivendo on the road.

Storia cravatta: 5 passaggi chiave importanti

La cravatta è da sempre il simbolo dell’eleganza maschile, un accessorio senza tempo che conferisce charme e fascino a qualsiasi tipo di abbigliamento. Sono finiti i tempi in cui era indossata solo dai business men in carriera e solo nelle occasioni formali.

Oggi la cravatta è un accessorio cool usato con nonchalance anche nei look più casual e nel tempo libero, grazie ai diversi modelli, colori e ai diversi stilisti che le abbinano nei loro look più svariati.

Questa icona di stile è stata reinventata da tanti brand, ma quali sono le sue origini? Scopriamole insieme.

Le origini della cravatta

Incredibile ma vero, la cravatta risale all’epoca egizia. A quei tempi, durante i riti funebri, sottili lembi di stoffa colorata venivano annodati al collo dei defunti. Il motivo di questa usanza è sconosciuto.

Nel Seicento furono i militari croati a diffonderla in tutta Europa, anche se fu Re Luigi XIV a decretare la nascita di questo accessorio di stile. Durante la guerra dei 30 anni, i soldati croati indossavano le cravatte e i francesi ne restarono affascinanti e decisero di introdurre la cravatta anche nella loro nazione.

Fu il Re Sole a sancire il successo di questo accessorio, introducendolo a corte, e istituendo una nuova professione, quella del “cravattaio”, colui che realizzava cravatte per i gentiluomini. Dopo aver conquistato la corte del Re Sole, la cravatta sbarcò in Inghilterra dove non conobbe però immediata fortuna.

Nel 1880 un gruppo di studenti di Oxford la scelse come segno distintivo di una protesta annodandola intorno ai loro cappelli di paglia. La cravatta ha poi conquistato il mondo dell’arte (come dimenticare l’opera di Modigliani “Ritratto di donna con cravatta nera”?) e quello del cinema (dai Blues Brothers a Christian Grey).

Negli anni ‘90 un noto matematico svedese Mikael Vejdemo Johansson ha scoperto, tramite una complessa formula matematica, che esistono ben 200.000 modi di annodarla. C’è stata addirittura una proposta, con tanto di raccolta firme, per istituire un Cravatta Day, una giornata dedicata ad omaggiare questo accessorio cult. Oggi in Croazia l’8 ottobre è il giorno dedicato alla cravatta poiché questa nazione vanta la paternità di questo oggetto, anche se è oramai opinione comune che la cravatta moderna sia nata in realtà in Inghilterra nel 1850 nel Surrey. 

Locali Francoforte: dove bere ottima birra

Francoforte è una città bellissima da visitare in qualsiasi stagione dell’anno. Città natale del famoso scrittore scrittore Johann Wolfgang von Goethe e meta turistica per diversi motivi, fra cui senz’altro i tour della birra.

Per gli amanti della birra un viaggio in Germania è una grande tentazione, con o senza Oktoberfest. I bevitori appassionati non possono progettare un viaggio a Francoforte, senza pensare a degustazioni di bionde e rosse

Ecco quindi 5 locali dove bere ottima birra a Francoforte, ma prima vediamo quali sono le birre tedesche assolutamente da provare.

Birre tedesche da provare assolutamente

Non sapete quale birra bere nella patria della birra tedesca? Ecco le più celebri birre tedesche da provare:

  • Augustiner: questa birra è uno dei fiori all’occhiello della tradizione bavarese. Dal sapore fresco e leggermente speziato, perfetta da aperitivo o per accompagnare piatti di carne
  • Hofbräu: dal sapore dolce, questa birra è da gustare rigorosamente in un boccale da un litro accompagnato a un bel piatto tipico tedesco a base di carne
  • Kölsch: dal sapore leggero e piuttosto amare, si lascia bere facilmente a tavola, quindi non ci si limita mai a un bicchierino
  • Paulaner: un grande classico che piace a tutti e sta bene con tutto.

5 locali Francoforte dove bere birra

Ora vi portiamo e conoscere i locali di Francoforte dove bere ottima birra:

  • Doctor Flotte: Un tipico pub caratteristico nel cuore della città dove bere un grande boccale di birra.
  • Drosselbart: un beer garden che ha posto all’interno e propone piatti caldi tipici, accompagnati da tanti tipi di birra
  • Paulaner Am Dom: a Domplatz 6, nei pressi della famosa Cattedrale, c’è questa famosa birreria con interni in legno e botti di rame. Qui si consuma ovviamente la famosa birra Paulaner con ricco cibo tedesco.
  • Zum Gemalten Haus: beer garden accogliente dove bere ottima birra tedesca
  • Bier-Hannes: un tipico birrificio con pub e biergarten (ovvero un giardino della birra tipico tedesco). Tre le birre che propone alla spina: Zwickel Pils, Export Dunkel e Hefeweizen. Ci sono anche birre stagionali disponibili però solo in bottiglia. Qui si possono consumare anche piatti tipici tedeschi. Non è in centro a Francoforte ma in periferia, ma ne vale davvero la pena.

Infine per gli amanti delle visite cittadine, ma che non vogliono rinunciare alla birra tedesca potreste optare per il BierBike, ovvero un tavolo mobile dove si pedala mentre si beve birra grazia ad una botte sotto il tavolo con uno spillatore. Qui è necessario essere in più persone visto che i posti a sedere sono 16, ma è un’alternativa davvero carina no?!

Vini cinesi: perché stanno invadendo il mercato europeo?

Dopo fiumi di parole e tanta attesa, sono arrivati finalmente in Italia i vini cinesi. La curiosità è davvero tanta. Il Gruppo Meregalli ha importato nel Belpaese ben quattro etichette di Chateau Changyu Moser XV. Ma come sono i vini cinesi? Conquisteranno i palati nostrani? Perché stanno invadendo il mercato europeo? Scopriamolo insieme.

Come sono i vini cinesi

La Cina rappresenta oggi il nono produttore di vino al mondo. I vini di questo straordinario paese sono tanti e il distretto principale è Helan Mountain in Ningxia, la regione identificata dal governo come cuore della produzione vitivinicola.

Ci troviamo nel centro del paese, in una zona desertica protetta dalle montagne e caratterizzata da clima continentale con scarse precipitazioni e inverni rigidi, ma un’ottima esposizione al sole. Questa provincia, grazie a significativi investimenti, ha conosciuto negli ultimi 20 anni una grande espansione e oggi sono ben 130 le cantine presenti, di cui alcune sul modello degli chateaux francesi e altre più piccole.

Changyu Moser XV è una cantina fondata nel 2013 con un investimento di 70 milioni di euro. I macchinari sono tutti altamente tecnologici. Il primo vino di cui parliamo è Helan Mountain Wine, un bianco, caratterizzato da aromi di pompelmo, frutta esotica e agrumi e come il rosso della stessa linea, Helan Mountain Red, non fa passaggi in legno ma solo acciaio. Il prezzo di ciascuna di queste bottiglie si aggira intorno ai 17 €.

L’altro vino bianco, invece, il Moser Family, di cui sono state prodotte 200mila bottiglie e il cui prezzo si aggira intorno ai 60€, è affinato in barrique francesi ed è una perla della produzione cinese.

Il vero vino di punta è però il Purple Air Comes From The Est, invecchiato per 24 mesi in ben 5 diversi tipi di botti francesi. Viene descritto come un vino con intensi profumi di frutti rossi e neri e con sentori di cedro, tabacco e un caldo tocco di vaniglia. Il prezzo si aggira oltre 200€ e quindi è un vino di alta fascia come quello prodotto da LVMH in Yunnan, provincia meridionale della Cina, e noto come Ao Yun.

L’Italia è uno dei primi produttori di vino al Mondo e forse non abbiamo bisogno di questo genere di vini, ma è bene conoscere le alternative sul mercato per non essere mai da meno e offrire al consumatore sempre una scelta varia.

Fondotinta per uomo: sì, avete letto bene

Il fondotinta, uno dei prodotti per il make up più utilizzato dalle donne, oggi vede la sua forma come fondotinta per uomo. Il suo impiego aiuta a correggere le piccole imperfezioni del viso maschile, ma offre anche una maggiore sicurezza di sé nella vita quotidiana.

L’uomo moderno non usa solo il profumo per sedurre e conquistare, ma anche la bellezza del proprio viso curato. Il make up uomo viene usato comunemente per coprire e nascondere occhiaie, brufoli, macchie, rughe e segni del tempo. Anche lo stress influisce non poco sulla bellezza della pelle del viso maschile e i segni di affaticamento si notano subito sul volto.

Esistono linee cosmetiche come Chanel, Clarins, Collistar, Biotherm, che hanno creato set di bellezza specifici per il trucco maschile. Per un uomo oggi è fondamentale essere sempre bello e impeccabile e “a prova di scatto”. Non solo per i social network che sono una presenza incombente nelle nostre vite, ma anche per un colloquio di lavoro o un’occasione speciale.

Fondotinta uomo per una pelle perfetta

Quali sono i migliori cosmetici maschili da usare? Se è vero che esistono prodotti make up per un trucco che c’è ma non si vede (basti pensare al fondotinta e al correttore), ci sono altri prodotti specifici per sottolineare l’estro maschile (come eyeliner e smalti).

Noi ci focalizzeremo sui prodotti per un effetto naturale. Prima di applicare qualsiasi make up e in particolare il fondotinta uomo, è bene usare un gel detergente viso per la pulizia quotidiana della pelle, una crema antirughe idratante e una crema contorno occhi. Senza dimenticare di tenere anche in ordine la barba.

Dopo questi passaggi essenziali, si può passare all’applicazione del fondotinta. C’è chi preferisce la BB cream, ossia una crema colorata leggera e idratante più semplice da applicare. Il fondotinta copre maggiormente le discromie del viso e le piccole imperfezioni, rende la pelle bella e luminosa e ha un effetto anti-age.

Si può applicare con i polpastrelli e spalmarlo come una qualsiasi crema o usare un pennello specifico. Inoltre il fondotinta è solitamente a lunga durata, no transfer e con protezione solare inclusa. Disponibile in decine di tonalità diverse, è importante scegliere la tonalità giusta per la propria pelle per evitare l’effetto mascherone finto. Meglio radersi prima di applicarlo ed evitare la zona occhi.

Cardigan sotto la giacca: sì o no? 4 regole di stile

Ci sono indumenti che non passano mai di moda, ma che si trasformano, adattandosi ai gusti del tempo, e che resistono a qualsiasi moda passeggera. Uno di questi è sicuramente il cardigan. Per capire come indossarlo sotto la giacca, è bene scoprire prima le caratteristiche di questo modello intramontabile.

Come indossare il cardigan

Il cardigan è un indumento camaleontico. Simile a un maglione, ma con un’apertura frontale come quella di una giacca, il cardigan non ha un colore iconico, come il beige per il trench, né un tessuto particolare. Ed è proprio questa la sua forza: si adatta a qualsiasi tipo di stile ed è unisex

Il secondo punto di forza di questo indumento è che si può indossare in qualsiasi stagione. In inverno come sotto giacca, prestando attenzione agli abbinamenti di colore e ai tessuti, in estate nelle sere fresche e nelle mezze stagioni per salvare l’outfit quando non sappiamo come vestirci.

4 regole di stile per indossare il cardigan in modo corretto

Ecco 4 regole di stile per indossare il cardigan come sotto giacca:

  • se è troppo aderente, è la taglia sbagliata. Il cardigan perfetto è morbido e non fascia le forme. Non deve essere neppure lungo o largo. Per capire la misura basta fare attenzione alla cucitura delle spalle e per la lunghezza deve coprire la cintura, ma non andare oltre le tasche dei pantaloni.
  • il colore è importante. Se gli abbinamenti non sono il vostro forte, scegliete uno a tinta unita e colori come beige per la donna e blu, grigio, marrone, bordeaux per l’uomo. Sono molto utilizzate anche le fantasie come scacchi e rombi. In questo caso la camicia sottostante badate bene che sia a tinta unita e lo stesso vale per la giacca.
  • il cardigan ideale ha i bottoni, ma per un look più casual c’è la versione con cerniera. Per un look da vero dandy, basta abbinare il cardigan come sotto la giacca a pantaloni dal taglio sartoriale, stivaletti in pelle e camicia. Il tocco in più è una sciarpa in cashmere da indossare aperta, senza girarla intorno al collo.
  • Bottoni e cerniera in questo caso i bottoni sono simbolo di eleganza e quindi in caso di un incontro formale optate per un cardigan con bottoni, un cardigan con cerniera è invece ideale nel tempo libero per un abbigliamento pratico e casual.

Cucina fusion: 3 ristoranti a Roma da provare

L’amore per la cucina fusion è in costante crescita anche nella bella capitale italiana- Roma-  I piatti nipponici ben si prestano alla contaminazione culinaria: dal Perù alle Hawaii, dalla Francia al Brasile..

Vediamo cos’è la cucina fusion e i ristoranti che troviamo a Roma.

Cos’è la cucina fusion

Il termine stesso indicata fusione, quindi facile capire che cucina fusion sta ad indicare la fusione di diversi ingredienti nella creazione del piatto, ma in particolare questo tipo di cucina unisce, gli ingredienti che arrivano da diverse tradizioni culinarie. La realizzazione è quindi quella di un prodotto culinario moderno e dal sapore unico.

Un esempio può essere l’unione di ingredienti della cucina francese, italiana e giapponese per realizzare un primo o un secondo piatto che soddisfi i palati più esigenti.

Nel senso pieno del termine con cucina fusion si intende quel tipo di cucina che sposa ingredienti ed elementi provenienti da diverse tradizioni culinarie per dar vita a qualcosa di nuovo, di moderno e globalizzato.

Roma: 3 locali con cucina fusion

Ecco 3 ristoranti con cucina fusione da provare a Roma per gli amanti di questo tipo di prelibatezza culinaria:

Coropuna

In via di Pietralata c’è Coropuna, un ristorante nikkei, ossia che tratta cucina nippo-peruviana. Nel menù si trovano patate dolci, buns di granchio o maiale e uramaki con olio alla menta o latte di cocco, accompagnati da mandarino cinese e Aji amarillo (un peperoncino peruviano con note di zenzero). Da provare le ceviche, ossia piatti a base di pesce crudo marinato nel lime con spezie e i tiradito, ossia il sashimi peruviano con spigola e leche de tigre.

Le Asiatique

Ben 300 mq e 100 coperti per questo locale nato dall’idea di Michelle Sermoneta e Stefano Calò. Il menù fonde Oriente ed Occidente: speck d’anatra affumicato con tartufo, i gyoza di foie gras con pecorino di Pienza, ceviche di orata marinata con cipolla rossa di Tropea. Anche il sushi incontra i sapori nostrani come uramaki con pomodori secchi di San Marzano o con gorgonzola e pera glassata. Disponibile anche una carta dei tè e menù pranzo in scatola monopasto giapponese.

Mahalo

In via Flaminia c’è un locale nippo-hawaiano firmato dallo chef Augustina Clara Mazzetti. L’ambiente ricorda i colori delle isole hawaiane, l’oceano e la cucina è a vista. Il piatto forte del menù sono le poke, a base di pesce crudo marinato in olio di sesamo con frutta esotica, avocado e verdura fresca. A tema “Pacifico” sono i rolls, con gamberi in panatura di cocco e farcito con mango e banana e le chips di taro (patate tropicali delle isole hawaiane). Imperdibile è anche la zuppa di gamberi alla tahitiana con rum e cocco.

Bar famosi a San Francisco

San Francisco è una città dalla vivace vita notturna. Ci sono tanti bar dove bere un drink fino a tarda notte, ma anche dove fare un’ottima colazione. Se vi trovate in questa splendida città per dovere/lavoro o per piacere dovete andare almeno una volta in uno di questi locali a degustare un’ottima colazione o un cocktails.

Ecco quali sono i bar famosi di San Francisco da non perdere.

8 bar famosi a San Francisco

Mama’s è uno di questi. Situato al 1701 St. Street, apre dalle 8 di mattina alle 3 del pomeriggio ed è quindi il luogo ideale per fare una golosa colazione, per chi desidera i veri pancakes americani ai frutti di bosco e sciroppo d’acero.

Cafe Du Nord a Castro, invece, è un bar situato al 2170 Market Street, e sta lì da prima del Proibizionismo. Si tratta di uno dei luoghi storici più amati in città dove sorseggiare cocktail al ritmo di musica dal vivo.

A Chinatown c’è Far East Cafè, al 631 Grant Street. Si respira aria di un’epoca ormai passata. Accanto a un bel drink, si gusta cucina cantonese e cinese.

Aub Zam Zam è un pezzo di storia a San Francisco, divenuto famoso per l’approccio antipatico del padrone di casa che cacciava letteralmente chi ordinava drink che non erano di suo gradimento.

The Bus Stop” è un bar famoso storico che ha visto la sua gloria nei mitici anni’60. Oggi è una meta più turistica che altro.

 Al 2301 Folsom Street c’è un locale del 1906 che era attivo anche durante il proibizionismo: “The Homestead”. Interni d’epoca e cocktail squisiti lo rendono un bar molto noto ancora oggi.

A Nob Hill c’è il “Tonga Room & Hurricane Bar” che risale al 1945 ed è famoso per il suo aspetto kitch e per la sua cucina.

“House of Shields” invece è un bar aperto nel 1944 come club solo per uomini (le donne furono accettate solo a partire dal 1976). Si tratta di un altro bar storico di San Francisco che merita una visita.

Infine consigliamo il “Vesuvio Cafe” al 255 Colombus Avenue, che era nei decenni passati luogo di ritrovo per hippies e per gli amanti del jazz.

Reflusso gastrico: come curarlo naturalmente e che cibi evitare

Il reflusso gastrico (o reflusso gastroesofageo) è un disturbo molto comune che può interessare persone di qualsiasi età. In molti per contrastarlo si affidano alla Farmacia per combattere il bruciore alla bocca dello stomaco, ma in realtà la prima cosa da fare è modificare il proprio stile di vita.

Alimentazione, sonno e fumo sono tutti fattori che influiscono sul reflusso gastrico. Alcuni cibi come i fritti, il cioccolato, gli alimenti piccanti, il caffè, il latte intero, le cipolle, i formaggi a pasta molle, gli alcolici e la menta, andrebbero evitati. Altri invece come gli agrumi e i pomodori nonché le bibite gassate andrebbero limitati perché aumentano l’acidità gastrica.

Alcuni accorgimenti possono limitare i problemi, ecco alcuni rimedi naturali per combattere il reflusso gastrico.

Rimedi naturali per il reflusso gastrico

Buona abitudine deve essere andare a dormire non prima di 3 ore dalla cena e non mangiare porzioni abbondanti che potrebbero causare risvegli e insonnia. In generale non bisogna mai sdraiarsi dopo aver mangiato neanche sul divano, ma restare in posizione seduta.

I sintomi con cui si manifesta il reflusso gastrico sono:

  • nausea
  • rigurgito acido
  • dolore toracico non cardiaco
  • bruciore retrosternale
  • sensazione di nodo alla gola
  • raucedine
  • mal di gola
  • gengivite
  • alitosi
  • tosse stizzosa
  • difficoltà di deglutizione

Si possono usare alcuni rimedi naturali per contrastare il reflusso gastrico fra cui: l’altea comune e la malva, ma anche la piantaggine. Piante officinali indicate per lenire i sintomi di questo disturbo. Si possono preparare infusi da bere, ma in ogni caso meglio consultare un medico di fiducia prima di assumerli.

Consigliati sono anche il gemmoderivato di fico e i frutti di mirtillo. Il primo ha un’azione disinfiammante e calma l’iperacidità e allevia i bruciori di stomaco. Il secondo ha un’azione protettiva e cicatrizzante dello stomaco. Per il mirtillo si può bere un bicchiere di succo 3 volte al giorno oppure 300 mg di estratto secco in pillole per 3 volte al giorno. Il fico invece va assunto sotto forma di macerato glicerico, 30 gocce in un dito d’acqua dopo i pasti 3 volte al giorno.

7 curiosità su Harvey Specter di Suits

L’uomo ideale, quello che tutte noi vorremmo avere al nostro fianco esiste? Chiedetelo alle fan di Suits, la famosa serie TV americana ormai giunta alla settima stagione.

Harvey Specter è l’uomo più desiderato del momento. Elegante (adora gli abiti di Tom Ford), sicuro di sé e delle sue risorse, brillante, talentuoso, carismatico ma anche arrogante, cinico, arrivista, e maniacalmente ossessionato alla cura della sua immagine. Ma è la sua personalità che attrae in modo irresistibile.

Harvey è un uomo istintivo, molto colto (è laureato ad Harvard), sensibile e altruista. Il protagonista di Suits è impersonato dal bell’attore Gabriel Macht.

Oggi vi sveliamo 5 curiosità che non sapete del vostro avvocato del cuore. Siete curiose?

7 cose che non sai sull’attore di Suits

Gabriel Macht interpreta Harvey, il classico uomo d’affari di New York, l’avvocato affamato di successo e bramoso di potere. Lui è il fulcro della serie, il cui nome Suits si riferisce proprio agli abiti di alta sartoria che lui ama indossare.

Nel corso delle stagioni si è svelata la sua più grande paura, ossia la solitudine, l’essere abbandonato dalle persone che ama e la sua corazza è stata violata. Harvey infatti riversa nel lavoro tutti gli insuccessi della vita privata.

Ecco 7 curiosità su Gabriel Macht:

  1. Il suo mentore è John Travolta.
  2. Ha un profilo Instagram seguitissimo con oltre 2,5 milioni di followers, dove pubblica diverse cose su di sé, ma lo usa anche per farsi auto romoziuone.
  3. Al contrario del personaggio di Suits, Gabriel è sposato e ha 2 figli ed è molto legato alla famiglia.La moglie è Jacinda Barrett.
  4. Con la collega Sarah Rafferty è molto amico, già da prima di Suits, fin dal 1993.
  5. Vorrebbe che la serie TV fosse girata a New York. Suits, pur essendo ambientata nella Grande Mela, viene girata a Toronto, perché la location è più economica per la produzione. Gabriel ama New York, essendo la sua città natale.
  6. Gabriel Macht è vegetariano dal 2008 e ha dichiarato che da quando lo è si sente molto meglio.
  7. E’ nato a New York il 22 gennaio del 1972 ed è alto 183 centimetri.

Attrici danesi famose nel mondo: 5 nomi da ricordare

Quando si parla di attrici spesso la mente vola verso gli Stati Uniti e la magica Hollywood ma vi sono attrici danesi degne di nota. Si perché la Danimarca non ha solo una bellissima città come Copenhagen, ma anche attrici che ne portano alta la bandiera di questo paese scandinavo in giro per il mondo.

Ecco i nomi delle 5 attrici danesi famose nel mondo.

5 attrici danesi famose nel mondo

Connie Inge-Lise Nielsen

Questa bella attrice e modella è nata a Frederikshavn nel luglio del 1965. Apparsa nel film italiano “Vacanze di Natale ‘91”, è nota però al grande pubblico per il suo ruolo seducente di Cristabella Andreoli ne “L’avvocato del diavolo”, al fianco di Al Pacino e Keanu Reeves, e per il ruolo della principessa Lucilla nel film Oscar “Il gladiatore” di Ridley Scott.

Brigitte Nielsen

Una delle super icone degli anni Ottanta, Brigitte è un’attrice, modella e conduttrice danese. Conosciuta per il suo fisico statuario (185 cm), è stata un sex symbol per un’intera generazione. Inizio subito dopo gli studi come modella possedendo tutti i canoni richiesti al tempo per entrare a lavorare come modelle. Fu poi notata da Dino De Laurentiis e portata in Italia. La carriera come attrice la vede recitare in particolare  in “Yado” con Shwarzenegger e poi in “Rocky IV” e “Cobra” con Sylvester Stallone. Qui i due attori si innamorano e solo dopo 9 mesi di fidanzamento si sposano, il matrimonio dura poco meno di due anni e come per il matrimonio anche la separazione fu ricca di scandali e clamore. Al fianco di Eddie Murphy recitò invece in “Beverly Hills Cop II”.

Sidse Babett Knudsen 

Questa attrice danese classe 1968, ha vinto il Premio César per la miglior attrice non protagonista nel film “La corte”. Ha recitato anche in “Inferno” e “Aspettando il re”.

Rie Rasmussen

Questa modella, attrice, regista e fotografa danese classe 1978, ha vissuto in California. Fu notata a New York e lì iniziò la sua carriera come top model internazionale. Come attrice esordisce in “Femme fatale” di Brian De Palma. Nel 2009 è uscito il film “Human Zoo” che la vede sia attrice che regista.

Ghita Norby

Figlia di un cantante lirico e una pianista, è stata sposata 5 volte. Nella sua carriera come attrice ha recitato in numerose pellicole tra cui: “Oskar”, “Amour”, “Il misantropo”, “La vita di Gauguin”, “The Kingdom 2” e “L’eredità”.

Bar di tendenza: 6 indirizzi a New York

La Grande Mela è una città che non vi deluderà mai. C’è davvero l’imbarazzo della scelta in tema di locali. Oggi però vogliamo proporvi solo quelli più trendy, originali, famosi e diversi dal solito. Come per lo shopping, anche per i bar la “Città che non dorme mai” saprà stupirvi! Siete curiosi di conoscere i bar di tendenza di New York? Ecco la nostra selezione dei 6 più trendy.

6 bar di tendenza a New York

Boom Boom Boom

Situato nel quartiere più mondaiolo della città, questo luogo merita sia per i cocktail strepitosi e la buona musica sia per la favolosa vista sull’High Line e sul fiume Hudson. Questo locale chic e glamour è collocato al 18esimo piano dello Standard Hotel del Meatpacking District.

Apotheke Cocktail Bar

Davvero insolito questo bar nel cuore di Chinatown al 9 Doyers Street. I baristi come divisa indossano un camice bianco e servono cocktail da dietro un vecchio bancone da farmacia.

Beauty Bar

Siete amanti dei saloni beauty? Questo è il posto giusto per voi. Aperitivo e manicure in un bar super fashion al 231 E 14th Street.

St Cloud a Knickerbocker Hotel

Per chi vuole provare la vera New York, consigliamo un rooftop bar esclusivo come il St Cloud che offre cocktail in stile anni ‘20 e una selezione di vini e liquori di altissima qualità. Aperto anche d’inverno, non c’è obbligo di consumazione.

The Press Lounge a Kimpton Ink48 Hotel

Nel quartiere di Hell’s Kitchen, sulla terrazza del Kimpton Ink48 Hotel, c’è uno dei rooftop bar più esclusivi della Grande Mela. La vista dal 16esimo piano dove è collocato è davvero mozzafiato: lo skyline di Manhattan è semplicemente la cosa più bella del mondo.

La specialità sono i cocktail accompagnati da raffinati stuzzichini. ll costo è piuttosto elevato ma ne vale senz’altro la pena almeno una volta nella vita, in particolare se siete solo di passaggio da New York.

Salon de Ning all’Hotel Penisula

Questo bar si trova al 23esimo piano dell’Hotel Penisula nel cuore della Fifth Avenue a Manhattan. Oltra alla vista spettacolare, a colpire è l’arredamento orientale ispirato alla casa di Madame Ning, una dama dell’alta società di Shangai degli anni’30.

Gel per capelli: come utilizzarlo nel modo corretto

Che abbiate un taglio di capelli medio, lungo o corto, lo styling è sicuramente il passaggio fondamentale per valorizzarlo. Esistono diversi prodotti per capelli da usare: spume, gel, olii e cere, ciascuno con effetti e risultati diversi.

Oggi parleremo del gel per capelli e di come utilizzarlo nel modo corretto.

Che cos’è il gel per capelli

Si tratta di un composto fluido morbido usato per fissare i capelli, ma ha molteplici funzioni. Il gel infatti modella i capelli a seconda dello styling che desiderate ottenere e, in base al tipo di gel (forte, medio, estremo) consente di creare un look scolpito o bagnato o naturale.

Il gel per capelli consente anche di tenere a bada le ciocche ribelli quando i capelli stanno crescendo e sono ingestibili. Sicuramente il gel può essere usato su tutti i tipi di capelli, senza distinzioni, ma è adatto soprattutto a chi ha un taglio corto, cortissimo, e volendo anche medio. Invece è sconsigliato per i capelli lunghi, per i quali è preferibile usare un olio o una schiuma modellante.

Come scegliere il gel per capelli

A seconda del tipo di capelli che avete e dell’effetto che desiderate ottenere, potete scegliere il vostro gel valutando l’intensità e la tenuta.

Potete optare per un gel leggero o spumoso per un look giovanile e disordinato, se detestate i capelli rigidi. Un gel a tenuta media è perfetto per chi desidera i capelli a punta dritti in testa o un bel look bagnato e definito. Infine un gel dalla tenuta estrema è scelto per la prestazione, ossia per chi desidera tenere in ordine i capelli tutto il giorno.

Come si usa il gel

Si prende un po’ di prodotto sul polpastrello e si strofinano le mani tra loro e poi si passano in testa tra i capelli in modo uniforme.

A seconda della lunghezza dei capelli potete variare l’applicazione:

  • se sono corti, potete modellare le ciocche con le dita e creare il look desiderato
  • se sono lunghi, una volta passato il gel nei capelli usate un pettine bagnato

Errori da evitare quando si usa il gel per capelli

Evitate di applicare il gel sui capelli troppo bagnati, sui capelli sporchi o se avete già applicato un altro prodotto per lo styling. Il rischio in questo caso è di far sembrare i capelli sporchi e trasandati.

Perché fare i fanghi è una buona idea

Quando si parla di fanghi si pensa subito ai numerosi benefici in campo cosmetico curativo. Per fango si intende una miscela composta da materiale solido argilloso e una certa quantità di acqua termale.

I trattamenti a base di fango sono sempre più richiesti come cura per inestetismi cutanei quali acne, cellulite, punti neri, smagliature, pelle a buccia d’arancia. Vengono persino consigliati come trattamento per la forfora. 

Sono tanti i medici che consigliano i fanghi anche per le loro proprietà antinfiammatorie in caso di dolori reumatici, articolari, osteoporosi e nevralgia. Per potenziarne l’effetto, è possibile arricchirli con oli essenziali o estratti fitoterapici. Per esempio nel caso di un fango anticellulite, si può aggiungere centella asiatica, ippocastano o edera per migliorare la microcircolazione, favorire il drenaggio dei liquidi ed eliminare le tossine.

Cos’è la fangoterapia

Si tratta di una terapia termale che consiste nell’applicazione di fango termale maturo, direttamente sulla pelle, ad una temperatura tra i 37° e i 38° per 20 minuti circa. Dopo il trattamento, la persona si sottopone a doccia calda e poi si immerge in una vasca termale con acqua alla temperatura di 37° 38° per 10 minuti circa.

Infine c’è il massaggio con oli. Il calore sulla pelle si combina ai benefici dei fanghi per un risultato davvero eccezionale.

Controindicazioni dei fanghi

Nonostante non si tratta di un trattamento medico, i fanghi non sono indicati per tutti. In particolare vanno evitati in caso di gravidanza, epilessia, ulcere emorragiche e artropatie acute.

Se avete dubbi sul loro utilizzo perché soffrite di malattie croniche o disturbi di vario genere, chiedete prima consiglio al vostro medico curante, se vi da l’ok potete prenotare la vostra seduta sempre facendo presente i vostri disturbi.

Perché utilizzare i fanghi

Ogni arma per combattere gli odiosi inestetismi della pelle è lecita. Per qualche tempo i fanghi, complice l’applicazione un po’ laboriosa, sono caduti nel dimenticatoio e si sono preferiti altri prodotti cosmetici meno efficaci.

Ecco 6 buoni motivi per fare i fanghi:

  • potenziano qualsiasi trattamento anticellulite
  • migliorano la grana della pelle (hanno un effetto anche esfoliante e il risultato è una pelle più compatta, ma anche più liscia e luminosa)
  • non interferiscono con il sole (ci si può esporre al sole subito dopo il trattamento)
  • donano leggerezza alle gambe che appaiono più sgonfie
  • ottimo rapporto qualità-prezzo

Infine non va dimenticato che fare i fanghi permette di dedicarsi del tempo per sé, rilassarsi e rigenerarsi anche mentalmente non solo fisicamente.

Le più belle spa italiane: 5 indirizzi da ricordare

Come allontanare stress, stanchezza e preoccupazioni? Il modo migliore è concedersi un bel break rilassante in una spa. Poche ore o un intero weekend in una delle migliori spa italiane bastano per sentirsi completamente rinati, rigeneranti e nuovamente carichi di energie e buoni propositi.

Massaggi orientali, percorsi rigeneranti, musica rilassante, atmosfera intima e accogliente: tutto rende le spa un luogo ideale di relax e benessere. Sauna, bagno turco, aromaterapia, piscina termale, fanghi: chi non pensa di meritare un’esperienza sensoriale di benessere? Ecco le migliori spa italiane che vi consigliamo.

5 SPA italiane fra le più belle

Vair, Borgo Egnazia

In dialetto pugliese “vair” significa “vero, autentico” e questo luogo di benessere, infatti, consente di coniugare il benessere di mente, corpo e spirito nel cuore della Puglia. I trattamenti sono tutti ispirati alla psicosomatica e alla naturopatia. Resterete incantati dalla terapia dell’acqua, della musica e degli aromi.

Bauer Palladio, Venezia

Un luogo storico oggi divenuto un luogo di benessere di prima qualità. In un ex convento del ‘700 sull’isola di Giudecca, di fronte Piazza San Marco, si trovano le terme di Bauer Palladio per coccolare mente e corpo. Un santuario di tranquillità e pace per rimettersi in sesto con vasche di vapore, massaggi, idromassaggio, hammam e vista mozzafiato sulla basilica.

Spa Tiberio, Capri

L’isola più bella del mondo è un luogo ideale per rigenerare mente e corpo e concedersi un momento di benessere. La SPA del Tiberio Palace è un centro di trattamenti benessere con sauna finlandese, bagno di vapore, frigidario e docce sensoriali (connettiva, emozionale, scozzese, e quella dei getti). Importanti anche i trattamenti viso con infusi di vitamine e minerali marini e i massaggi svedese e shiatsu.

Casta Diva, Blevio Como

A Villa Roccabruna, sul ramo del lago di Como celebre per il Manzoni, c’è il nucleo del Casta Diva Resort. Le ville e le suite con vista lago e il centro benessere sono tra i più particolari d’Italia. I rituali a base di cellule staminali vegetali e l’ambiente che ricorda un vecchio battello a vapore meritano una visita.

Kami Spa Avignonesi, Roma

Indimenticabile è il massaggio “Balinese Palm Message”, un rituale balinese fatto con il palmo delle mani con l’olio extravergine di cocco. Questa Spa nel cuore di Roma evoca il fascino dell’Asia con la sua grande vasca onsen e i bagni turchi, ma anche i massaggi fatti dallo staff buddhista.

“XMAS DINNER” by Flowe e Kidsofbrokenfuture: il video-progetto natalizio che sensibilizza le nuove generazioni sul futuro sostenibile

Si avvicinano le feste e il Natale è uno dei momenti più a rischio di over-consumption, ovvero di consumismo a 360°. Ecco perché Flowe, conto che aiuta a sviluppare il proprio potenziale prendendosi cura del pianeta, e KIDSOFBROKENFUTURE, brand produttore di abbigliamento contemporary streetwear in modo responsabile, lanciano un monito importante: non mettiamo a rischio il pianeta e il nostro futuro.



Il fulcro del percorso narrativo e della regia, affidata a Caterina Viganò, si ritrova nella famiglia, uno dei cardini più importanti nella società italiana che, nel video, viene volutamente descritta in maniera grottesca. Il video è la rappresentazione di comportamenti inadeguati di chi ignora le regole del rispetto tra le persone, gli animali e l’ambiente. I vizi di questa famiglia, composta da un padre, una nonna, due figli adolescenti e un cagnolino, sono interpretati da attori e artisti: il padre da Rodrigo Morganti, la nonna da Fausta Bonfiglio, il figlio dal musicista rap-punk Blanco, la figlia da Anna C e il fidanzato della figlia dall’artista di graffiti RED, con la partecipazione del cane Rocky.



Tutti i personaggi vivono in totale noncuranza degli altri, eccetto RED, che osserva con disprezzo i siparietti dei membri di questa famiglia. RED è “l’eroe” positivo, che sceglie di comprare un regalo di Natale dai risvolti etici, decide di effettuare un acquisto consapevole, ossia un capo KIDSOFBROKENFUTURE utilizzando la carta di debito Flowe, compensando la Co2 emessa piantando alberi.

Alla fine del video compare un claim, il cui messaggio è non fare nulla per compromettere il nostro pianeta, il tutto accompagnato da un disclaimer, che evidenzia come la produzione, gestita da Novembre e fondata da Marta Gasparini e Regina Del Toro, sia stata fatta nel rispetto di scelte sostenibili.


Credits video:

Director Caterina Viganò
Concept & Creative Direction KIDSOFBROKENFUTURE
Produced and supported by Flowe
Project curator Giorgia Cantarini

Production NOVEMBRE
Music & sound effects Smider
Photographer Tommy Biagetti
Set design Michela Natella
Food Stylist Emanuela Tediosi
Stylist Tiny Idols

Thanks to Flowe team & KOBF team

Doccia fredda: perché ne stanno parlando tutti

La doccia fredda è importante per avere una buona salute, un animo sereno e un corpo giovane e tonico, perché? Cosa succede quando il nostro corpo entra in contatto con il getto di acqua fredda?

Lo Ishnaan è il termine con cui si indica una forma di idroterapia nata in Oriente e che consiste nella la doccia fredda come beneficio del corpo e dell’anima. Nasce dall’unione di due parole: ISH “malattia” e NAAN “non esiste”.

La doccia fredda favorisce il ricambio sanguigno, poiché il tocco freddo sulla pelle costringe il cuore a raggiungere i capillari più esterni nel tentativo di riscaldare il corpo. Il risultato è una pelle più tonica di un colorito migliore, un alleviamento delle tensioni e dello stress e un’iniezione di giovinezza.

Come si pratica lo Ishnaan

Si tratta di una pratica molto sofisticata e precisa che consiste nel fare una doccia fredda, ma seguendo precisi movimenti. Con il getto d’acqua fredda sulla parte superiore del braccio massaggiando si agisce sullo stomaco. Anche lo spazio tra il gomito e il polso influenza il tratto digestivo. Il polso corrisponde al fegato e le punta delle dita al cervello.

I benefici della doccia fredda

Tantissimi sono i benefici dell’acqua fredda, al punto che andrebbe fatta sempre non solo d’estate per rinfrescarsi, ma anche nella stagione invernale. Si solo al pensiero molti sentiranno già freddo e penseranno che sia una pazzia, ma una volta che avrete letto i benefici della doccia fredda forse cambierete idea.

I benefici della doccia fredda sono:

  • mantiene la pelle luminosa, tonica e bella
  • aiuta a mantenersi giovani
  • migliora la circolazione sanguigna
  • allevia la depressione, l’ansia, lo stress e i malesseri mentali
  • migliora la qualità del sonno
  • favorisce il coraggio
  • aumenta le energie e la forza di volontà
  • rinforza il sistema nervoso
  • disintossica il corpo ma anche la mente
  • migliora il sistema immunitario
  • previene la menopausa precoce
  • contrasta la cellulite
  • favorisce la perdita di peso e velocizza il metabolismo
  • mantiene i capelli forti e sani
  • regola la temperatura corporea
  • migliora la respirazione
  • aumenta la produzione ormonale (sono utili per gli uomini che vogliono migliorare la propria fertilità)

Se si vuole favorire ancor più la circolazione si può puntare sulla doccia di contrasto, ossia alternando acqua calda e fredda durante la doccia e favorendo il processo di “vasocostrizione e vasodilatazione”.

I parchi più belli di Tokyo: itinerario nella natura

Tokyo non è solo la città dei grattacieli, dell’incrocio di Shibuya (il più trafficato al mondo), dei giardini zen, dei manga e dei negozi di videogiochi. Tokyo è anche la città dei parchi, quelli in cui sdraiarsi a sognare o a mangiare un bento box. Il periodo migliore per visitare la capitale del Giappone è quello della fioritura dei ciliegi (Hanami), ossia ad Aprile. Si tratta di uno spettacolo di pura emozione che rimarrà per sempre nei vostri cuori.

7 parchi più belli di Tokyo da vedere

Ginza

Un parco enorme, rigoglioso, curatissimo e bellissimo, dove passeggiare o fare pausa pranzo. Pagode, laghetti e alberi di ciliegio in fiore rendono questo luogo un incanto.

Maronouchi- Giardini orientali del Palazzo Imperiale

Il più importante parco del Palazzo Imperiale, non è a pagamento ed è super curato. Ci sono delle costruzioni antiche quali i resti di una prigione sotterranea, delle torri e un castello mai finito.

Shinjuku Goyen

Forse è il più bel parco di tutta Tokyo. Lo spettacolo della fioritura degli alberi di ciliegio è meraviglioso. Altrettanto bella è la fioritura dei crisantemi. Impossibile non restarne incantati. Si tratta di un parco a pagamento e chiude tutti i giorni alle 17.

Ueno Koen

Non è un vero e proprio parco, ma merita sicuramente una visita. Un bel laghetto che si può visitare a bordo di un pedalò a forma di cigno e che nel periodo dell’Hanami diventa un tappeto di petali rosa di ciliegio. I viali sembrano come quelli dei manga giapponesi: una bellezza da togliere il fiato. L’ideale è fare una bella passeggiata, contemplando le meraviglie della natura e fermarsi sotto un albero di ciliegio a mangiare un bento box o dell’ottimo street food.

Santuario di Meiji e Parco di Yoyogi

Questo santuario shintoista merita una visita per il suo meraviglioso giardino. Tanti sentieri, prati, percorsi ciclabili lo rendono una meta giovanile super amata.

Koishikawa Korakuen

Questa incantevole zona verde si trova a nord del Palazzo Imperiale. Bellissimo lo stagno, l’isoletta, il piccolo fiume. Tutto ricorda un tipico giardino da passeggio giapponese.

Valle Todoroki

Valle Todoroki è una vera oasi di pace, qui ci si immerge nella natura, si passeggia ascoltando i bellissimi rumori della natura e ci si lascia inebriare dai profumi dei fiori quando in fiore. Il fiume è attraversato da ponticelli e vi sono statue che decorano il parco in modo suggestivo con cascate.

Passeggiando in questo parco vi sono da ammirare diversi tesori di valore culturale e storico come monumenti e templi, un santuario e il tradizionale giardino giapponese.

Valle Todoroki è uno dei 100 posti più belli di Setagaya e amato dai turisti di tutto il mondo.

Suprema: il luxury outerwear da avere questo inverno

L’eccellenza e la qualità più alta possibile. E’ questo l’obiettivo di Alfio Vanuzzo e Morena Baldan sin da quando nel 1981 hanno fondato Suprema, azienda leader nella produzione di capi in pelle e in montone di qualità. Oggi, dopo il successo commerciale, la collezione si è ampliata e l’azienda prende il suo posto anche nel ramo della pellicceria reinterpretandola secondo le tendenze attuali, con l’obiettivo di offrire al pubblico prodotti raffinati e contemporanei, ma soprattutto riconoscibili.

Il montone resta certamente il must di Suprema, da oltre 30 anni, e si continua ad innovarlo con tecniche di lavorazione all’avanguardia. Stampati a laser, traforati, dipinti o spalmati. I capi vengono realizzati seguendo uno studio approfondito di forme e geometrie inusuali con forte personalità, ma senza tempo.

In questi mesi, gli iconici capi del brand sono stati apprezzati anche da quattro personaggi amati sui social, che li hanno reinterpretati sui loro profili Instagram per la stagione autunno/inverno 2020.

Alessandro Magni (Lifestyle influencer)

Alessandro indossa giaccone in montone merinos brisa, in colore stone, collo a rever, tasca con pattina e occhielli dei bottoni rivestiti in pelle a contrasto.


Elisa Taviti (Imprenditrice e fashion influencer)

Elisa ha scelto un modello in montone lacon francese costruito esattamente come gli iconici trench in gabardine in tutte le sue parti, ma realizzato nella varietà più pregiata di shearling.


Ludovica Valli (Digital influencer)

Ludovica indossa un parka in montone lacon francese rosso , con interno nappato in contrasto nero e coulisse in vita.


Giorgia Cantarini ( Giornalista di moda indipendente e curatrice)

Giorgia indossa un parka in montone lacon francese rame , con interno nappato in contrasto nero e coulisse in vita.

Orologi da uomo per mostrare il proprio stile

L’orologio è un emblema di stile e un oggetto di desiderio per molti uomini. Per coloro che apprezzano il “galateo” abbinare l’orologio all’abito è fondamentale.

Ovviamente si è liberi di indossare il proprio orologio preferito con qualsiasi tipo di abbigliamento a proprio piacimento. L’orologio è un accessorio da sfoggiare con classe e determinazione e come tale deve abbellire il look senza però dominarlo o rovinarlo.

Come abbinare un orologio a un outfit

Abbinare l’orologio all’abbigliamento non è affatto complicato, basta solo prestare attenzione ai dettagli.

Il primo consiglio è quello di abbinare i metalli fra loro: oro con oro, argento con argento e così via. Basta notare gli elementi metallici del tuo outfit (anelli, gemelli, fibbie della cintura) e abbinarli all’orologio.

A seguire presta attenzione al cinturino. Un cinturino in pelle deve abbinarsi ad altri accessori in pelle nel tuo look come le scarpe o la cintura. Altrettanta attenzione meritano le scarpe. Se sono eleganti e classiche, vanno abbinate a un orologio formale, se sono da ginnastica e casual possono essere abbinate a un orologio sportivo.

Un’altro aspetto da considerare è il quadrante dell’orologio. Se è di colore chiaro, è più adatto a un outfit diurno, se è di colore nero, marrone, kaki o grigio è perfetto per un abbigliamento serale.

Infine vi è la forma del quadrante qui la scelta è molto personale rotondo, quadrato, rettangolare?! Dipende molto dalla grandezza del proprio polso. Senz’altro il rotondo è molto più armonioso.

Su quale polso va indossato l’orologio?

Ognuno ha le sue preferenze e il suo stile. Come regola andrebbe indossato sulla mano meno dominante, ossia la sinistra. La mano dominante viene usata per tutte le attività e quindi sull’altra va l’orologio per guardare l’ora. Secondo il galateo, l’orologio non dovrebbe mai uscire da sotto il polsino della camicia quando sei in piedi, ma dovrebbe mostrarsi solo quando il braccio è piegato.

Dress watch- orologio elegante

Quando si indossa un orologio elegante? Se vuoi avere un solo orologio, meglio scegliere uno da sera ed elegante e abbinarlo anche al jeans oltre che all’abito da ufficio e usarlo per riunioni formali, eventi, colloqui e feste.

Field watch- orologio militare

Sono quegli orologi progettati per resistere a tutte le condizioni estreme e quindi sono duri e resistenti e leggibili di notte. Hanno lancette luminose, quadrante grande, numerazione bianca e sono di grandi dimensioni. Ideali per chi fa sport e ama ad esempio stare all’aria aperta anche di notte come fare campeggio.

Münn, l’innovativo processo produttivo nel settore della moda

Il designer coreano Hyun-min Han, dopo aver conseguito una laurea al Samsung Art and Design Institute, fonda nel 2013 Münn, l’esempio di un nuovo processo produttivo nel settore moda. 



Inizialmente rivolto ad un pubblico maschile e successivamente anche a quello femminile, il brand ha l’obiettivo di combinare l’abbigliamento formale al workwear, creando così silhouette moderne e strutturate. La realizzazione dei capi segue una linea precisa, opposta al canonico processo di confezione.



La costante necessità di esplorare lavorazioni e materiali rende l’azienda un esempio di innovazione, così come l’attenzione per il pianeta, che ha portato Münn ad utilizzare tessuti ecologici riconosciuti dal marchio “Join Life” e a bandire pellami e pellicce. Lo stilista è stato vincitore del premio internazionale Woolmark Asia, il quale ha riconosciuto la sua abilità eccezionale nell’utilizzo della lana Merino proveniente da tutto il mondo, facendosi conoscere nel settore dell’abbigliamento.



Avendo studiato visual design e fotografia, il suo approccio alla moda è unico. In qualità di designer fondatore del marchio sudcoreano di abbigliamento Münn, riprende la visione olistica di ogni collezione, infondendone però il suo spirito giovanile. “Quando disegno i vestiti riesco ad immaginare nella mia testa come trasformerò i pezzi in un lookbook, come saranno le immagini, come sarà la sfilata” spiega lo stilista, sottolineando il fatto che la moda nel 20esimo secolo non possa fermarsi alla mera creazione di vestiti. “E’ necessario prendere in considerazione tutti i diversi aspetti.”

Professione Naso: come diventare un esperto di profumi

La professione naso, meglio nota come maitre parfumeur o profumiere, indica quella persona che realizza i profumi e li firma, ma di cui quasi mai conosciamo il nome. Ciò avviene perché i maestri profumieri lavorano con realtà specializzate nella creazione dei profumi e non per i brand. Poco nota al grande pubblico, in verità si tratta di una professione molto ricercata.

Di cosa si occupa un professionista del naso?

Si tratta di un lavoro molto particolare. Il profumo è un potente strumento di comunicazione. Esso deve trasmettere le caratteristiche e i valori del brand che lo mette in vendita, ma deve incontrare anche i gusti del target del pubblico di riferimento: uomo, donna, bambino. Tenere in considerazione oltre al sesso a cui si rivolge anche l’età. Non sempre a 50 anni si usa ancora il profumo che si usava a 20 anni.

Il profumiere traduce un’idea, un’ispirazione in una creazione profumata. Carta e penna alla mano segna la formula che ha in mente, poi cerca di realizzare in laboratorio. Essenziale è la ricerca appassionata delle materie prime (naturali o chimiche) e delle essenze provenienti da tutto il mondo.

Quando nasce la professione naso?

Il maestro profumiere è un mestiere molto antico che vede le sue origini addirittura nell’Antico Egitto. È risaputo che i Faraoni avevano un loro profumo sacro: il celebre Kyphy. Nei secoli il mestiere è passato attraverso laboratori, alambicchi ed esperimenti alchemici fino all’epoca odierna.

Professione naso: talento naturale o percorso formativo?

Un aspirante maestro profumiere deve essere dotato di creatività e di una buona memoria olfattiva. Si perché è fondamentale che possamemorizzare ben 3000 sentori contro i 1000 di noi comuni mortali, se così vogliamo chiamarci.

Non solo un “professione naso” deve essere anche in grado di memorizzare gli odori e distinguere le note di testa, le note di cuore e quelle di fondo.

È evidente che profumieri si nasce, ma non è detto che non lo si possa diventare. Per formarsi servono anni di esperienza e un percorso specifico. Il maestro profumiere deve possedere una particolare sensibilità, un grande bagaglio artistico e tanta volontà che consente di trasformare le esperienze in creazioni profumate.

Vi abbiamo convinto ad intraprendere questo percorso e chissà domani essere i nuovi profumieri di un grande Brand?!

Gilead x Call4Artists: together we can stop the virus

Gilead lancia ‘Call 4 Artists’ il concorso artistico legato alla campagna di sensibilizzazione HIV Together we can stop the virus a cui ASA ha aderito nel 2019 e ha rinnovata la propria adesione anche in questa nuova iniziativa. L’obiettivo dell’iniziativa è trovare i nuovi artisti che arricchiranno con nuove opere sull’HIV la mostra nel 2021.
Magari proprio grazie a questa comunicazione scopriremo i futuri ‘artisti’ del progetto.

Da segnalare per questa edizione anche la presenza di Ilaria Bonacossa, Direttrice di Artissima, prima Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea in Italia che avrà un ruolo di ‘curatrice’ della mostra.

Chi può partecipare
Il concorso è rivolto ad artisti e professionisti della creatività sotto i 40 anni di ogni nazionalità o provenienza, emergenti o affermati, studenti o autodidatti, che vivano e/o lavorino in Italia. I vincitori dovranno vantare delle competenze sufficienti per generare un’opera multimediale in autonomia (affiancati da partner artistici e tecnologici del progetto) sul tema dell’HIV “Dalla diagnosi alla cura: i 4 90 dell’HIV”.
La partecipazione al Concorso dovrà avvenire esclusivamente attraverso la compilazione del Modulo di Presentazione del progetto accessibile dal sito web dedicato (https://www.hivstopthevirus.it/) con le modalità precisate nel sito stesso. La partecipazione con la relativa compilazione del Modulo sarà possibile a partire dalle h. 9.00 del giorno 1 dicembre 2020 fino – e non oltre – alle h. 12.00 del giorno 31 marzo 2021.

Premio
Il premio erogato per ogni artista selezionato si compone di un premio in denaro e di una Residenza Artistica, ovvero una formazione tecnica, teorica e pratica, sul linguaggio della realtà aumentata con focus in ambito artistico, nonché formazione sull’arte contemporanea e sul contesto scientifico dell’HIV. La Residenza sarà svolta in presenza o a distanza utilizzando una piattaforma digitale di comunicazione.

Vuoi essere l’artista della prossima opera?
Scarica il bando completo e compila il modulo di iscrizione!

Together we can stop the virus è il nome della campagna HIV di Gilead partita nel 2019 in collaborazione con 10 associazioni di pazienti, con lo scopo di raccontare in forma artistica la storia dell’HIV attraverso le varie fasi che la caratterizzano – Diagnosi, Trattamento, Successo della terapia, Qualità di vita – senza dimenticare lo Stigma, ancora radicato nella gran parte della popolazione. Nel 2020 si è aggiunta anche una nuova opera per interpretare le sfide delle persone con HIV durante l’emergenza Covid-19 6 opere visibili in realtà aumentata per immergersi nello storytelling dell’HIV a 360°.

8 spiagge dove fare surf in Europa

Se siete degli appassionati surfisti sempre alla ricerca dell’onda perfetta, sarete curiosi di scoprire le migliori spiagge europee dove fare surf. Certo quando si pensa al surf, tutti immaginiamo le favolose coste australiane, o magari quelle californiane, rese famosi dai telefilm americani. Non è necessario però andare così lontano per fare surf, poiché anche in Europa esistono fantastiche spiagge, come quelle della Spagna, dell’Irlanda e del Portogallo, da scegliere come destinazione. Siete curiosi?

Spiaggia di Sotavento (Fuerteventura), Spagna

I venti qui non smettono mai di soffiare e le onde sempre presenti l’hanno resa un paradiso per i surfisti. Si può andare tutto l’anno ed è adatta anche ai principianti.

Spiaggia di Mundaka (Vizcaya), Spagna

Essendo collocata nella Riserva della Biosfera di Urdabai, questa favolosa spiaggia lunga 90 m e larga 100, è poco urbanizzata ed è ideale per gli amanti della natura incontaminata. L’onda di Mundaka è considerata una delle migliori d’Europa: arriva quasi a 400 metri di lunghezza. Consigliata per gli esperti di surf come destinazione, è preferibile non andare in estate.

Spiaggia di Los Lances (Tarifa), Spagna

Questa spiaggia di sabbia finissima bianca, rinomata per la sua bellezza, è un’attrazione per i turisti di tutto il mondo. Adatta agli esperti, questa meta è consigliata tutta l’anno per il surf, eccetto d’estate.

Spiaggia di La Gravière (Hossegor), Francia

Famosa per le sue onde e i venti potenti, è un must per i surfist esperti e che amano le spiagge poco urbanizzate e che vogliono starsene lontani dalla folla.

Spiaggia di La Palue (Isola di Crozon), Bretagna

Surfabile solo con l’alta marea, è caratterizzata da onde lunghe e potenti ed è consigliata come meta per surfisti esperti tutto l’anno.

Spiaggia di Lafiténia (Saint-Jean-de-Luz), Francia

Una bellissima spiaggia selvaggia dove fare surf tutto l’anno, anche d’inverno, e magari anche campeggio. Adatta anche ai surfisti principianti.

Spiaggia di Bundoran, Irlanda

La migliore spiaggia d’Irlanda per gli appassionati di surf di tutti i livelli. Anche la zona circostante (un pittoresco villaggio di pescatori) è da esplorare.

Spiaggia di Easkey, Irlanda

Un’atmosfera rilassante e tranquilla caratterizza questa spiaggia dove è possibile fare surf tutto l’anno. Adatta anche a principianti.

8 posti da visitare nella Francia del Sud

La maggior parte dei visitatori afferma che i paesini più belli sono nel Sud della Francia. Tante sono le città famose che meritano una visita poiché sono veri gioielli di arte, architettura e archeologia, ma anche mete gastronomiche interessanti.

Scopriamo insieme quali sono le 7 mete imperdibili da visitare nella Francia del Sud.

8 luoghi da vedere nel sud della Francia

Nimes

Una città storica ricca di fascino è Nimes. Vi consigliamo di visitare la Cattedrale di Notre Dame nel centro cittadino, i Giardini della Fontana e la Maison Carrée, un antico tempio romano perfettamente conservato.

Montpellier

Un luogo dove è semplice trovare edifici ricchi di fascino ad ogni angolo. In centro c’è la celebre Place de la Comédie con l’Opéra Comédie e la Fontana delle Tre Grazie. Degni di una visita sono anche la Cattedrale di San Pietro, l’acquedotto di San Clemente e Porte du Peyrou.

Nizza

Vista la sua posizione, qui la principale attrattiva è il mare e i meravigliosi panorami al tramonto di cui consigliamo di godere dalla favolosa collina di Chateau. Non dimenticate una bella passeggiata per Piazza Massena.

Carcassone

Una delle città medievali più grandi d’Europa. Qui, tra antichi edifici, vicoli, castelli e fortezze, è facile fantasticare sul passato.

Arles

Questo pittoresco paesino è noto per il suo Anfiteatro e per il Teatro Romano. Degno di una visita è anche lo Spazio Van Gogh dove poter ammirare tante opere del celebre pittore.

Avignone

Sicuramente avrete sentito parlare di questa cittadina leggendo i libri di storia. Avignone è uno scrigno di gioielli architettonici come il famoso Palazzo dei Papi, in stile gotico.

Aix-en-Provence

I turisti visitano questa cittadina non per i suoi gioielli architettonici, ma principalmente per i suoi campi di lavanda, bellissimi e straordinariamente profumati. Tra metà giugno e la fine di agosto la Provenza si tinge di lilla. Uno spettacolo imperdibile!

Gordes

Gordes è definito fra i più bei villaggi presenti in Francia. Si trova arroccato su di una collina nel parco di Luberon. Caratterizzato da case con tetti in terracotta e facciate in pietra. Si trova anche un castello del IX secolo e il Museo etnografico de Les Bories.

Lavare barba: come lavarla in maniera corretta

Quando un uomo decide di farsi crescere la barba, è importante che sappia fin da subito come curarla, ma soprattutto che abitudini adottare per avere un risultato soddisfacente. Lavare la barba è sicuramente una pratica che rientra nella routine quotidiana.

Mano a mano che cresce, la barba tende a diventare terreno fertile per batteri e a catturare microparticelle di polvere e polline. Per non parlare dei caldi mesi estivi, quando il sudore complica le cose. 

Il lavaggio quotidiano è essenziale per prevenire problematiche come prurito e forfora. Bisogna usare prodotti specifici, formulati proprio per lavare la barba. Devono essere delicati, ma devono anche ammorbidire, districare ed idratare. Non bisogna mai usare i normali shampoo o bagnoschiuma perché sono prodotti molto aggressivi e quindi irritanti.

Scopriamo insieme step by step come lavare la barba correttamente.

Come si lava la barba? Vediamolo in 4 step

Bisogna in primis bagnare la barba con acqua alla giusta temperatura: deve essere tiepida, né troppo calda che danneggia i peli, né fredda che chiude i pori.

Il secondo step è il sapone da applicare in piccola quantità sulla barba, massaggiando delicatamente con movimenti circolari usando la punta delle dita.

Il terzo step è il risciacquo che deve avvenire sempre con acqua tiepida. È importante togliere bene tutti i residui di sapone, andando dall’alto verso il basso.

Dopo la lavatura si passa all’asciugatura. Non è consigliabile usare il phon, meglio un asciugamano. Il phon, infatti, danneggia i peli con la sua alta temperatura. Infine, bisogna passare l’olio per la barba e spazzolare per metterla in ordine.

Un’ultima accortezza è quella di utilizzare una colonia profumata per la barba, ma questo è un dettaglio molto soggettivo.

Ogni quanto lavare la barba?

Sarebbe buona abitudine lavarla quotidianamente, o almeno ogni 2 giorni. La barba si sporca facilmente in particolare se si fa un lavoro a contatto con polvere o altre sostanze come ad esempio cemento. E’ bene tenere alla larga batteri e microbi e prevenire pruriti ed irritazioni, che qualora si verificassero potrebbero anche infiammare la pelle al punto di dover essere costretti a tagliare tutta la barba. Allora si che sarebbe un problema, per chi porta la barba magari da anni e fatica ad abbandonare questo look. L’importante è usare sempre prodotti specifici per la pulizia di barba e cute e farla con costanza!

Giacomo B: la nuova linea beauty a base di olio di nardo

Trent’anni di lavoro come hairstylist, la conoscenza da vicino del settore beauty, e una presenza continua nelle Fashion Week, nazionali e internazionali, sono la base dell’expertise maturata da Giacomo Bergamini in tanti anni di attività. Lu sua è nuova linea di prodotti, per donne e uomini, di straordinaria efficacia dedicata alla bellezza e al benessere dei capelli con alla base l’estratto di radice di nardo. Si parte con lo shampoo rinforzante e il balsamo nutriente. Poi i prodotti per il corpo con olio essenziale di nardo: l’olio secco per il corpo e la lozione profumata per mani e corpo; si aggiungono due proposte per la casa: le candele relax all’estratto di radice di nardo e il diffusore ambiente all’olio essenziale di nardo.

È invece a base di aloe vera biologica, il gel purificante e igienizzante per le mani, un ingrediente che più si usa e più si scoprono i suoi effetti benefici e le sue proprietà. La collezione unisce due civiltà tanto lontane quanto vicine, sintetizzate in due luoghi Milano e Kathmandu, che esprimono il concept di tutta la linea: pregiati ingredienti del Nepal scelti e armonizzati con passione, completamente in Italia.

Noto per le sue molteplici proprietà benefiche, l’olio essenziale di nardo si presenta con una profumazione molto particolare e pungente.

Come dice lo stesso Bergamini: “Dopo tre anni di ricerca il mio team, in collaborazione con maestri profumieri, è riuscito a realizzare una fragranza delicata, esclusiva e molto elegante utilizzando altre sostanze come, il rosmarino, il bergamotto, il cardamomo e l’artemisia, che aggiunge all’efficacia dell’ingrediente una profumazione che sollecitando l’olfatto ha il potere di portare il buon umore, di richiamare la positività e di conquistare con un senso di equilibrio e di benessere. Sono segreti antichi sviluppati con le tecniche olfattive più avanzate ma che appartengono a culture millenarie”

Honor Watch Gs Pro: l’orologio sportivo per chi ama l’avventura

Se siete amanti dell’avventura, dello sport e non avete mai abbastanza di esplorare luoghi all’aperto il nuovo HONOR Watch GS Pro è lo smartwatch che fa per voi.

Vincitore dell’Outdoor Innovation Wearable Gold Award a IFA 2020, è un accessorio robusto e resistente la cui batteria ha una durata di 25 giorni e ha superato 14 diversi test MIL-STD-810G per resistere ad ambienti impegnativi, oltre che alla GPS e 100 modalità di allenamento. Ha inoltre a disposizione la funzione SpO2 Monitor per il monitoraggio dei livelli di saturazione nel sangue ed è in grado di prevenire i cambiamenti ambientali ed inviare avvisi in caso di variazioni delle condizioni meteorologiche.  

Il look robusto rimane sofisticato e confortevole al polso:  la lunetta è realizzata con un tipo di acciaio inossidabile noto come 316L, comunemente presente negli orologi e nei cinturini, progettato per resistere agli ambienti più difficili. Resiste inoltre alla corrosione, agli acidi e alle alte temperature. Per questo motivo, l’acciaio inossidabile 316L è spesso utilizzato per realizzare orologi di fascia alta per attività estreme come le immersioni, lo sci e l’escursionismo.


I cinturini sono disponibili in due varianti : in fluoro elastomero (materiale durevole che lo contraddistingue al posto del tradizionale silicone) nella colorazione Charcoal Black e  Marl White oppure in nylon, ideale per uno smartwatch da esterno grazie alla sua durata, al comfort e alla resistenza all’acqua (nelle versioni Camo Blue Camo Grey).  

Infine il suo quadrante rotondo, racchiuso da un anello di orientamento e da un anello metallico, è circondato da una lunetta e da un quadrante in acciaio inossidabile che sono a filo con il resto della cassa. Lo schermo rotondo AMOLED da 1,39 pollici è in grado di adattarsi a diversi livelli di luminosità, permettendo un facile utilizzo all’aperto. Inoltre, è preinstallato con una varietà di quadranti animati appositamente disegnati tra cui scegliere.  

Stone Island entra a far parte di Moncler

Moncler S.p.A. e Sportswear Company S.p.A., società detentrice del marchio Stone Island, annunciano di aver siglato un accordo secondo il quale Stone Island entrerà a far parte di Moncler, con l’obiettivo di sviluppare una nuova visione del lusso.



Uniti dalla filosofia “beyond fashion, beyond luxury“, i due brand italiani rafforzeranno la loro capacità di interpretare le evoluzioni dei codici culturali delle nuove generazioni, posizionandosi all’interno del segmento del nuovo lusso. Un concetto caratterizzato da esperienzialità, inclusività, senso di appartenenza e contaminazione di significati e mondi diversi.

Remo Ruffini, Presidente e Amministratore Delegato di Moncler S.p.A., e Carlo Rivetti, Presidente e Amministratore Delegato di Stone Island, consolidano così la loro visione del futuro e mettono a fattor comune culture imprenditoriali, manageriali e creative, oltre al loro know-how, per rafforzare la competitività di entrambi i brand. Moncler metterà a disposizione di Stone Island conoscenze ed esperienze per valorizzarne il grande potenziale di crescita nei mercati americano ed asiatico e nel canale DTC (Direct to Consumer), oltre alla sua cultura improntata alla sostenibilità.

Remo Ruffini, CEO di Moncler, commenta: “Da sempre ho lavorato per costruire un brand forte, dove unicità e vicinanza con il consumatore sono stati i principali cardini di uno sviluppo sempre oltre le mode e le convenzioni. La condivisione di una stessa visione ci porta oggi ad unirci a Stone Island per disegnare insieme il nostro futuro. […] I brand Moncler e Stone Island vogliono proporre alle nuove generazioni un nuovo concetto di lusso, lontano dai canoni tradizionali in cui i giovani non si riconoscono più. […] È un’unione che si concretizza in un momento difficile per l’Italia e per il mondo, quando tutto sembra incerto e imprevedibile. Credo però che sia proprio in questi momenti che si debbano stimolare nuove energie e nuove ispirazioni per progettare il domani. […]”.

Carlo Rivetti, CEO di Stone Island, continua: “Io e Remo abbiamo deciso di unire le nostre forze e le nostre visioni per affrontare insieme e più forti le sfide che ci aspettano. Abbiamo radici comuni, percorsi imprenditoriali simili e il massimo rispetto sia per i valori profondi dei nostri brand che per le nostre persone. E siamo italiani. […] Questa partnership rappresenta una grande opportunità per il percorso di sviluppo di entrambe le aziende […]. Sarà un’opportunità di scambio e crescita anche per tutte le persone di Moncler e Stone Island con il contributo delle quali continueremo a scrivere, insieme, una storia di ingegno, creatività e professionalità per fare onore all’Italia nel mondo.”

Contrastare l’ansia usando il CBD

Negli ultimi anni di attacchi di ansia sono diventati un problema molto grave per tantissime persone, perché a quanto risulta da alcuni studi circa il 25% della popolazione a causa dello stress e dello stile a cui sono costrette li ha riscontrati almeno una volta nella vita. 

Secondo lo studio del progetto europeo ESEMeD, gli attacchi di ansia cronica coinvolgono il 2% della popolazione in paesi come Francia, Italia, Germania Belgio Spagna e Olanda, con un trend pericolosamente in ascesa.

A livello clinico vengono proposte molte soluzioni per questo tipo di problematica, alcune coinvolgono psicoterapia e meditazione, altre sono più indirizzate verso un approccio farmacologico. Anche il CBD contenuto nella cannabis light, però, può essere notevolmente di aiuto per il contrasto di situazioni di ansia e stress permanenti. Purtroppo la legislazione italiana è un po’ confusa ed è necessario fare chiarezza sulla normativa in merito alla canapa legale che puoi leggere qui.

Che cos’è l’ansia

Di solito si utilizza in maniera impropria questo termine per indicare una condizione di paura e agitazione generalizzate che portano all’impossibilità da parte di un soggetto di svolgere in maniera normale le proprie funzioni.

È uno stato di agitazione che coinvolge anche fenomeni fisici come respiro affannoso, nausea, sudorazione, accelerazione del battito cardiaco, la sensazione di vertigini ed una diffusa secchezza della bocca.

Secondo studi clinici, situazioni di questo tipo sono molto frequenti per una considerevole fetta della popolazione europea, che tocca quasi 2,5 milioni di soggetti, che spesso riportano il continuo susseguirsi degli attacchi di ansia, anche non giustificata. 

Questa si manifesta cioè anche quando sembra non esserci una diretta fonte di stress ed è quindi molto complicato agire eliminando il problema all’origine. L’ansia, infatti si autoalimenta se non viene affrontata alla radice, diventando un meccanismo distruttivo e che porta alla ricerca di vie di fuga non salutari.

Dalle statistiche risultano essere leggermente più colpite da queste tipologie situazione le donne, mentre i maschi di solito tendono a ricondurre questi sintomi a disturbi di altra natura come la depressione e la distimia sempre più frequenti soprattutto tra i giovani.

Quali sono le cause di ansia e stress

Non si può delineare un quadro unico del soggetto ansioso, ma molto spesso la situazione si manifesta per colpa dello stile di vita a cui si costretti, in particolare dalla costante presenza di cambiamento a cui ci si deve per forza adattare.

Di solito è piuttosto facile riuscire a riconoscere la fonte più evidente dei problemi, perché la situazione precaria, in particolare dal punto di vista lavorativo e sentimentale e lo stress correlato alla continua ricerca di nuovi posti di lavoro perché non si riesce ad ottenere un contratto a tempo indeterminato sembrano essere le fonti più diffuse.

C’è poi in generale un deterioramento dei rapporti sociali che impedisce a molti di trovare una valvola di sfogo fisiologica di favorire le normali funzionalità organiche che in condizioni ottimali allontanano il pericolo di attacchi di ansia.

Ci si può affidare al CBD per l’ansia?

Da molto tempo si stanno studiando cure farmacologiche e fitooterapeutiche poco invasive per trattare gli stati ansiosi, in particolare quelli frequenti e cronici. Gli esperti hanno riscontrato come l’impiego di cannabis light possa essere di ottimo ausilio nel caso di disturbi mentali non gravi, cioè quando lo stato non è considerabile patologico, ma potrebbe cronicizzarsi e portare a gravi conseguenze se non affrontato per tempo.

L’olio di CBD sembra questo momento un’ottima fonte di controllo per le manifestazioni somatiche dei disturbi legati all’ansia e allo stress, perché consente di rilassare la muscolatura e riordinare i pensieri, evitando che si possano manifestare le classiche situazioni di confusione e rush tipiche degli stati ansiosi.

Queste infatti di solito conducono ad una spirale discendente che può addirittura portare ad attacchi di panico e in molti casi a optare per soluzioni provvisorie molto dannose, come per esempio cercare di abbassare i livelli di ansia utilizzando l’alcool, che notoriamente non è una soluzione, ma una causa di ansia.

L’olio di CBD, assolutamante legale, contiene quantità variabili di cannabidiolo a seconda della tipologia e della lavorazione. Si tratta di un cannabinoide che è noto per non possedere proprietà psicoattive. Questo significa che differenza del più famoso THC, assumere il suo olio non comporta nessuna forma di sballo o di alterazione mentale. 

Il CBD va ad interagire con il cosiddetto sistema endocannabinoide umano, che è legato al fatto che la cannabis per millenni è stata parte dell’alimentazione e quindi ci siamo sostanzialmente adattati ai suoi principi attivi.

Nel sistema sono presenti numerosi recettori che svolgono funzioni regolatorie per quanto riguarda gli equilibri del sistema nervoso e muscolare, senza però indurre stati di coscienza alterata. Si tratta di molecole in grado di legarsi al CBD e di essere sostanzialmente attivate dalla sua presenza.

In particolare sarebbero due specifici recettori cioè il CB1R e il 5-HT1A quelli interessati all’effetto del cannabidiolo, da quanto risulta da uno studio condotto dall’università di San Paolo in Brasile.

La ricerca medica si è concentrata principalmente sullo studio del recettore 5-HT1A, che è coinvolto in stati di depressione. Questo è un regolatore di 3 specifiche sostanze, neurotrasmettitori necessari per il mantenimento dell’equilibrio mentale di un soggetto. Nella fattispecie si tratta di dopamina, noradrenalina e serotonina.

Questi tre si trovano a volte chiamati con nome di neurotrasmettitori della felicità perché la loro alta concentrazione è correlata a stati di tranquillità e rilassamento.

Questi elementi sono alla base del contrasto degli accessi di ansia, perché riducono problematiche come il respiro affannoso e il battito cardiaco accelerato, che sono le basi meccaniche di questa situazione.

I vantaggi del CBD 

A quanto risulterebbe dagli studi dell’università di San Paolo, i due recettori sarebbero molto più sensibili al CBD piuttosto che ai farmaci SSRI, cioè gli inibitori selettivi del reuptake di serotonina, gli ingredienti degli psicofarmaci e degli antidepressivi di ultima generazione.

Nel 2006 il dipartimento di farmacologia e tossicologia dell’università di Bonn in Germania ha determinato la funzione allosterica negativa del CBD nei confronti dei recettori coinvolti nella dipendenza da sostanze stupefacenti.

In sostanza il cannabidiolo inibisce l’azione dei recettori μ-oppioidi e δ-oppioidi e la conseguente produzione di dopamina e serotonina in caso di assunzione di sostanze tossiche, riducendo quindi il desiderio e il craving che sono alla base della dipendenza da eroina. 

Trovare il CBD di qualità

Attualmente in Italia il CBD è disponibile in prodotti legali con concentrazioni di tetraidrocannabinolo pressoché nulle, principalmente su portali internet, che sono in grado di garantire qualità e filiera controllata. I canapai certificati, infatti sono alla base di un prodotto sicuro e a regola per il commercio e l’uso umano. 

Justbob.it è uno dei più famosi per distribuzione di prodotti contenenti cannabidiolo di qualità, con un controllo selettivo delle fonti e di tutta la trafila, sempre nel rispetto delle normative imposte dalla legge dello Stato italiano e dall’Europa, garantendo controllo, qualità e soglie di THC molto al di sotto della concentrazione massima.

Diego Armando Maradona: 13 frasi da ricordare del Pibe

Diego Armando Maradona, classe 1960, ci ha lasciati il 25 novembre 2020. Un mare di lacrime lo ha accompagnato nell’oltretomba. Era un semplice giocatore di pallone, dicono. No, Maradona ero lo sport, anzi un idolo, l’idolo della gente comune. Era un ragazzo povero definito da molti “disgraziato” diventato un idolo ed amato come un dio. Un uomo che ha fatto sognare tutto il mondo e che rimarrà per sempre nei cuori di tutti noi.

Ecco le sue frasi più celebri

13 frasi celebri di Diego Armando Maradona

  1. “Non ho toccato io quella palla, è stata la mano di Dio” (in merito al famoso gol durante i Mondiali Messico ‘86 nel match contro l’Inghilterra)
  2. “Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione”
  3. “In campo non ci si batte con le armi, ma col pallone” (22 giugno 1986, partita dei Mondiali contro l’Inghilterra)
  4. “So di non essere nessuno per cambiare il mondo, ma non voglio che qualcuno entri nel mio per condizionarlo”
  5. “È fantastico ripercorrere il passato quando vieni da molto in basso e sai che tutto quel che sei stato, che sei e che sarai non è altro che lotta”
  6. “Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla per divertire la gente”
  7. “Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio ed arrivasse un pallone sporco di fango, lo stopperei di petto senza pensarci”
  8. “Che significa Napoli per me? È la mia casa”
  9. Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo (Giugno 1978)
  10. “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires” (5 luglio 1984, alla presentazione ufficiale allo stadio San Paolo, oggi stadio Diego Armando Maradona, davanti a 70.000 tifosi)
  11. “Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano e ho visto i tetti d’oro e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto amigo, fai qualcosa!” (9 novembre 1985, dopo aver sentito la messa in Vaticano)
  12. “Giocare senza un pubblico è come giocare all’interno di un cimitero” (16 settembre 1987 dopo la partita Real Madrid-Napoli a porte chiuse).
  13. “Io sono sinistro, tutto sinistro, di piede, di fede, di cervello”

Diego-Go, il magico incontro fra fashion e homeware

Diego-Go è un progetto nuovo che si affaccia al fashion system con entusiasmo e tanta voglia di diversità. Diego-Go è sorriso e colore; afferma diversità ed inclusione, scopre l’universo latino e il valore di una famiglia nuova, imperfetta e sincera, la cosiddetta “familia desastre”.



Questo brand appena nato è frutto di un incontro magico e fortuito tra Diego Marquez, con una lunga esperienza come direttore creativo nella moda, e Massimiliano Lanza, proveniente dal mondo del digitale con una passione e un background artigianale nel mondo del pottery. Una sintonia inaspettata porta al concepimento di un marchio contemporaneo che il prossimo Gennaio 2021 presenterà la sua prima collezione di camicie unisex.



Il 2020, anno che verrà ricordato come un terremoto mondiale, può rappresentare un’opportunità di comunicare un messaggio forte e non convenzionale, dove le discipline, le categorie di prodotto e i background creativi più diversi si fondono. Ecco che al duo di Diego-Go si aggiunge Ana Villegas, illustratrice dall’immaginario poetico e dall’estetica dolce ma al contempo potente. Insieme pensano alle grafiche per la collezione in prossima uscita e decidono di tradurre la loro visione in una linea divertente e dissacrante di homeware e tableware con una proposta di ceramiche, in primis di piatti, coordinata alla collezione stessa. La casa mai come in questo momento rappresenta un luogo cruciale di personalità e ricerca visiva oltre che emozionale. Il piatto non solo diventa un oggetto da esibire e scegliere con grande attenzione, ma porta nella mise en place una nuova comunicazione.



A questo si aggiunge infine l’incontro con un altro artista dell’eyewear, Marco Melis, che dagli anni ‘90 si specializza in montature custom made per celebrity del calibro di Spike Lee e Monica Bellucci. Qui nasce il primo occhiale Diego Go, un unico modello in colori classici e lenti piattissime, che connota una personalità vintage e outsider.

Il loro goal? Creare un mondo personale e multidisciplinare.



DIVERGENTI, il Festival Internazionale di Cinema Trans

Dal 26 al 28 novembre torna Divergenti, il più longevo festival cinematografico in Italia interamente dedicato all’immaginario trans. Per la sua decima edizione, andrà in scena da Bologna in formato digitale su docasa.it, la piattaforma creata dall’associazione DER – Documentaristi dell’Emilia Romagna.



Ideato e organizzato da M.I.T. – Movimento Identità Trans, con la direzione artistica di Nicole De Leo e Porpora Marcasciano, il festival propone una selezione della migliore cinematografia e produzione audiovisiva a tematica trans, insieme ad una serie di incontri, allo scopo di promuovere la conoscenza della questione transessuale / transgender nelle sue diverse declinazioni, contrastando barriere e pregiudizi.



Il tema della decima edizione è ‘migrazioni trans’, intese come spostamento verso luoghi meno ostili, per sfuggire a fame, guerre e soprattutto pregiudizi transfobici. Verranno presentati undici titoli, di cui otto documentari e tre film di finzione, con due prime assolute e un’anteprima italiana. Realizzate da giovani registi emergenti ma anche da artisti già affermati, le undici opere abbracciano tematiche diverse – dall’immigrazione alla religione, dalla lotta per i diritti LGBTQI all’affermazione della propria identità di genere – esplorando la realtà transgender nel nostro Paese e nel mondo.



Nel convegno “Migrazioni Trans: attivismo, accoglienza, ricerca”, in streaming su Zoom, si parlerà esplicitamente del tema dello sfruttamento delle persone trans, in presenza di esperti e operatori del settore. Chiudono la sezione, l’incontro in streaming su Zoom di giovedì 26 novembre alle 18.30, con le due direttrici artistiche che dialogano con Mazen Masoud, protagonista del corto fuori concorso I Am Who I Say I am – Lotta o Fuga, e il regista Roberto Cannavo’ e i produttori di Divieto di Transito. Infine, a chiudere il festival, la premiazione dei film vincitori, in streaming sabato 28 novembre alle 20.

I film in concorso saranno valutati da una giuria composta dalla fotografa Lina Pallotta, dalla regista e attivista Giorgina Pi e dallo scrittore e giornalista Jonathan Bazzi, che assegnerà il premio al “Migliore Film” della decima edizione di Divergenti. Madrina virtuale di questa edizione sarà l’attrice e performer Silvia Calderoni, la quale aprirà la manifestazione insieme ai video saluti di altri due testimonials, il giornalista e scrittore Antonello Dose e l’avvocato Gianmarco Negri, primo sindaco trans d’Italia nel paese di Tromello.

Novità dell’edizione 2020, il festival ospiterà una nuova sezione, quella dei Vlog, ossia racconti in forma di blog o diario costituiti da filmati video. Il comitato di selezione del festival, presieduto da Richard Thunder, ha selezionato cinque racconti quotidiani che saranno disponibili sul canale Youtube dello stesso Richard Thunder durante i giorni del festival.

Tutti i film saranno visibili in streaming sulla piattaforma docacasa.it nel giorno di programmazione a partire dalle ore 10 per le 24 ore successive.

Gente Roma: “In bad times beautiful things are necessary”

“In bad times beautiful things are necessary” è il messaggio della nuova campagna 2020 di Gente Roma, storica catena romana di boutique multibrand del luxury fashion, punto di riferimento per l’estetica del bello in tutte le sue forme a livello internazionale. La profonda conoscenza della moda, l’attenzione verso l’universo femminile e l’eleganza sono le caratteristiche che distinguono Gente Roma dai propri competitors. Le sue boutique sono punto di ispirazione di numerose celebrità internazionali, quali Francis Ford Coppola, Dustin Hoffman, Jennifer Lopez, Tom Cruise, Zaha Hadid, Giuseppe Tornatore, Richard Gere, Kanye West, Kim Kardashian e molti altri ancora.



La campagna è apparsa lo scorso 7 Novembre con un’inaspettata affissione presso Piazza di Campo dei Fiori a Roma, comunicando un messaggio sociale forte e non un semplice prodotto. In un momento oscuro, in cui il mondo ha vissuto grandi stravolgimenti, Gente Roma lancia un messaggio importante volto alla sensibilizzazione del pubblico nei confronti della cultura in tutte le sue declinazioni. Un grido di speranza e un appello di solidarietà a supporto di tutto il mondo della moda, del cinema e dell’arte in generale, gravemente colpito dal Covid.



Gente ha nominato come art director Giulio Paternò che ha ideato il concept e la comunicazione della nuova campagna delle note boutique luxury fashion. Il risultato finale è un video emozionale che ripercorre le fasi della creazione e del lancio del manifesto finale, svelando il mistero dell’inquietante affissione anonima comparsa una settimana prima a Campo Dei Fiori.



L’attitudine a creare e a cogliere la bellezza costituisce la vera essenza che distingue l’uomo da qualsiasi altra forma vivente sulla Terra. La ricerca della bellezza deve essere un diritto alla portata di tutti; da qui l’idea dell’istituzione di un bando per borse di studio al quale potranno partecipare tutti i giovani creativi, presentando una creazione artistica sul tema “In bad times beautiful things are necessary”.

Smart 360 Flex Dockers® una nuova versione per i pantaloni dal massimo comfort

Dockers® ha lanciato il nuovo Smart 360 Flex nella versione corduroy. Parliamo dell’iconico pantalone caratterizzato dallo stretch quadrielastico che lo rende super versatile e confortevole.


Perfetto sia per il lavoro che per il tempo libero, è al passo con le tendenze moda uomo, pur mantenendo tutte le qualità che caratterizzano da sempre i modelli Smart 360 Flex Dockers. I pantaloni in velluto sono realizzati in due diversi fit: skinny o con gamba dritta, sono dotati di una cintura flessibile per garantire il massimo della comodità. Ultra funzionali sono anche le due tasche con chiusura a zip, una frontale e una sul dietro.



La gamma di colori, che include nero, grigio, cachi e blu carta da zucchero, si adatta ad ogni guardaroba che spazia dal casual al semi formale.

Perché nel pieno della pandemia ci stupiamo ancora di un fenomeno come Lidl

Tra meme e celeb non si fa altro che parlare delle sneakers rivendute su eBay fino a 2.700 euro

Nel caos tricolore divenuto oramai rosso, giallo e arancione, i fashion addicted italiani, o semplicemente i cani da tartufo (il cui impegno è quello di abbindolare i cool kids sui marketplace virtuali) lo scorso lunedì hanno invaso i Discountlanden.

Bando alla reticenza nei confronti dei prodotti sottomarca e negando ogni qualsivoglia commento pregresso in merito ai discount; nei quali non andrebbero nemmeno in tuta, a patto che non sia griffata, Lidl è diventata una delle keyword più cliccate dai Millenials e dalla Generazione Z. Il motivo? La Lidl Fan Collection.

Come ogni prodotto Lidl che si rispetti la collezione è stata lanciata nel mitico volantino giallo, rosso e blu, collezionato da tutti i pensionati di mezza Italia tra la mortadella in offerta e il plaid in pile con gli Orsetti del cuore.

Aste online che vedono un incremento di oltre il 20000% sul prezzo originario; sneaker da 12,99 euro, calzini e ciabatte rivenduti come set must have per i più incalliti collezionisti a caccia di limited editions.

Subito il Codacons ha izzato le proprie antenne, e in tempi record, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, alla Polizia Postale e all’Antitrust sperando in un oscuramento delle inserzioni, senza dimenticare i circuiti paralleli come Telegram e il Dark web.

Facendo un passo indietro il colosso tedesco non è l’ultimo della serie. Basti pensare al  trash filosovietico di Demna Gvsalia, attuale direttore creativo di Balenciaga, finito sotto i riflettori con la capsule collection ispirata al corriere Dhl e la shopper bag da 1700 euro, clonata alla più maistream delle borse da spesa: la classica Frakta di Ikea da 4,44 euro

Dockers ha avviato una partnership con Jon Rose, fondatore di “Waves For Water”

La partnership nasce dall’idea che tutto può essere realizzato, non importa quanto possa essere difficile, finché ci sono l’impegno e il duro lavoro. “Work Forward”, ‘Do what you love, and change your world’.

“Waves For Water” vuole porre fine alla crisi idrica globale fornendo sistemi di filtraggio portatili alle comunità che non hanno accesso all’acqua pulita, scavando e rinnovando pozzi e costruendo sistemi di raccolta e stoccaggio dell’acqua piovana. Ad oggi, “Waves For Water” ha fornito la possibilità di avere acqua pulita a oltre 3 milioni di persone in più di 44 paesi.



I due brand hanno molto in comune: entrambi nati in California, “Waves For Water” da dieci anni contribuisce a fornire acqua potabile pulita in tutto il mondo e Dockers® ha trascorso gli stessi dieci anni utilizzando WaterLess, il processo che consente di risparmiare fino al 73% della quantità d’acqua normalmente utilizzata durante le fasi di tintura e finissaggio, per contribuire a ridurre il proprio impatto ambientale. Solo per la Primavera 2020 sono stati risparmiati oltre 20 milioni di litri d’acqua durante i processi di finissaggio della produzione Dockers®. E anche se questo è solo l’inizio, Dockers® mira a diventare uno dei brand di abbigliamento più sostenibili del pianeta. Questo è ciò che rende la nuova partnership triennale con Jon Rose e “Waves For Water” una prospettiva molto interessante: sfruttare le potenzialità di entrambi per garantire un futuro migliore a tutta l’umanità.




Grazie ai valori che Rose e Dockers® condividono, ovvero la volontà di non arrendersi mai, il riconoscimento del potere della comunità, l’amore per la natura e il desiderio di vedere la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale raggiungere ogni parte del globo, è stata creata anche una piattaforma per ispirare gli altri ad agire senza remore.

I 4 vincitori dell’Italian Sustainability Photo Award

Durante dell’evento “L’Economia del Futuro”, curato dal Corriere della Sera e dedicato alla sostenibilità, sono stati annunciati i vincitori della prima edizione dell’Italian Sustainability Photo Award – ISPA. Il premio è stato ideato da Parallelozero, agenzia fotogiornalistica internazionale, con il fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sostenibilità.

Nella categoria Miglior Foto la giuria ha deciso di premiare l’immagine scattata da Vittoria Lorenzetti, che ritrae la funivia Skyway, sul Monte Bianco, assegnandole un premio di 1500 euro. Quest’opera è un esempio di sostenibilità nello spettacolare scenario delle Alpi, in quanto realizzata utilizzando le migliori tecnologie che permettono di risparmiare energia e acqua, preservando l’ambiente circostante.


Nella categoria Storia Fotografica, i vincitori sono stati Enrico Genovesi, con il lavoro sulla comunità alternativa di Nomadelfia in Toscana, dove il rispetto dell’ambiente regola la convivenza di circa 300 persone, le quali condividono ogni cosa, rifiutando individualismi e sprechi, e Gianmarco Maraviglia, con il lavoro su Fico, tempio dell’enogastromia alle porte di Bologna, nonché il più grande parco a tema alimentare del mondo, i quali si divideranno il premio di 3500 euro.


I diecimila euro del Grant, invece, sono stati vinti da Nicolò Panzeri, che il suo progetto “Feed us” dedicato al rapporto fra industria agro-alimentare, innovazione e sostenibilità, nel quale si racconta il cammino delle aziende italiane più avanzate nel settore agroalimentare.

Secondo la giornalista Tiziana Ferrario, presidente di giuria della prima edizione di ISPA, “l’Italia appare come un paese all’avanguardia, dove la creatività si realizza attraverso l’uso della tecnologia con attenzione alla salvaguardia del territorio e delle sue ricchezze naturali. Non è stato semplice per la giuria scegliere i vincitori e non a caso per la sezione Storia Fotografica sono stati decisi due premi pari merito”.

Il concorso è stato realizzato in collaborazione con PIMCO, una delle principali società di gestione di investimenti al mondo, che ha rivestito il ruolo di main sponsor e con il patrocinio di Compact NetworkItalia, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariverona.