Venezia 76, sulla laguna piovono stelle

Direttamente dall’ultima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ecco i look e i red carpet che abbiamo amato di più.

Luca Marinelli appare timido ma raggiante sotto le luci dei riflettori che fanno brillare i suoi grandi occhi penetranti, di un blu profondo come la sua elegante giacca di velluto cangiante firmata Giorgio Armani. Il giovane divo romano, classe 1984, è stato insignito, nel corso di una solenne cerimonia di premiazione, della meritata e ambita Coppa Volpi come migliore attore protagonista per il bel film ‘Martin Eden’ di Pietro Marcello distribuito da 01 Distribution Rai Cinema. Da notare che Rai Cinema quest’anno ha presenziato al festival con ben 20 titoli alcuni dei quali vincenti.

Marinelli che a 34 anni può già vantare un David di Donatello, è sicuramente il trionfatore dell’edizione 76 della rutilante mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia appena conclusasi con la guida di Alberto Barbera, e con Alessandra Mastronardi come radiosa ed elegante madrina. E anche se il Leone d’oro se l’è aggiudicato l’attesissimo film anti-fumetto ‘Joker’ di Todd Phillips interpretato da un istrionico Joacquim Phoenix affiancato da Robert De Niro, mentre il Leone d’argento gran premio della giuria è andato a ‘J’accuse’ pellicola storica e controversa diretta dal geniale Roman Polansky che finora non ha rilasciato interviste sul film incentrato sullo spinoso caso Dreyfus (interpretato da Jean Dujardin), l’Italia è riuscita a difendere le sue posizioni egregiamente con una serie di film azzeccati e di spessore.

A cominciare proprio da ‘Martin Eden’, storia liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Jack London in cui il regista Pietro Marcello racconta l’idillio napoletano, fra amore e politica, del giovane marinaio Martin Eden, squattrinato ma animato da un vibrante idealismo, e la bella e facoltosa Elena Orsini, sullo sfondo dei fermenti del socialismo e di un mondo che sta cambiando vorticosamente. Il suo premio il grande Marinelli l’ha dedicato a sorpresa a coloro che si battono per salvare i migranti.

Altri due premi per il bel paese sono andati a ‘La mafia non è più quella di una volta’ di Franco Maresco che ha vinto il premio speciale della giuria. Da segnalare altri due gioielli di grande cinema Made in Italy: ‘Vivere’ di Francesca Archibugi e ‘Tutto il mio folle amore’ di Gabriele Salvatores, anch’essi distribuiti da Rai Cinema. In ‘Vivere’ con Micaela Ramazzotti e Adriano Giannini (che sul red carpet ha sfoggiato un tuxedo sartoriale di Brioni), la regista romana che ricordiamo per ‘Con gli occhi chiusi’ e ‘Mignon è partita’, compone un film corale che è un tributo all’arte di vivere oltre la menzogna che ci attanaglia.

Per ‘Tutto il mio folle amore’ Salvatores propone un road movie in cui un cantante incontra per la prima volta il figlio adolescente autistico. Nel cast svettano nei ruoli centrali Claudio Santamaria, che nel film è un po’ un Modugno redivivo, e Valeria Golino. L’attrice, che è anche membro della giuria del Deauville Festival presieduta da Catherine Deneuve, è anche interprete del film di Costa-Gavras ‘Adults in the room’ ispirato ai diari dell’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis che i governi europei scelsero di affossare ai tempi della crisi greca del 2015. E a Venezia 76 ha triplicato perché è anche nel cast dello spassoso film ‘Cinque è il numero perfetto’ diretto da Igort, in cui il protagonista Tony Servillo affiancato da Carlo Buccirosso si cala nei panni di un camorrista in pensione che deve ritornare a uccidere per vendicare il figlio sullo sfondo di una surreale Napoli anni’70.

Ancora buon cinema italiano con ‘Nevia’ di Nunzia De Stefano con Pietra Montecorvino (la ricordate accanto ad Arbore in FFSS?), ‘Il sindaco del rione sanità’ di Mario Martone con Massimiliano Gallo e Francesco Di Leva ispirato a un testo teatrale di Eduardo De Filippo, e ‘Tony Driver’ di Ascanio Petrini distribuito da Wanted con Pasquale Donatone come protagonista, e dedicato anch’esso al tema dell’immigrazione e dell’integrazione, con una storia in equilibrio fra Taxy Driver e Will il Coyote.

Dall’Italia arrivano sulla laguna anche due attesissime serie televisive che promettono faville. La prima è firmata Paolo Sorrentino ed è il nuovo capitolo di ‘The New Pope’, storia dell’ambizione di due papi che aspirano a essere dimenticati, in cui Jude Law recita stavolta accanto a John Malkovich, e ‘ZeroZeroZero’, la nuova serie di Stefano Sollima tratta dall’omonimo nuovo libro di Roberto Saviano e imperniata sulle trame oscure che collegano i cartelli messicani, la n’drangheta e i business men corrotti americani.

L’Italia è stata poi degnamente rappresentata da Paolo Virzì, uno dei nostri più brillanti cineasti, che sedeva nella giuria di questa edizione presieduta da Lucrecia Martel e composta fra gli altri da Piers Handling, Stacy Martin, Mary Arron, già famosa per il film ‘American Psycho’ con Chloe sevigny e Christian Bale, e oggi regista del film ‘Charlie says’ tuttora nelle sale, intenso film al femminile imperniato sul racconto della Charlie Manson family responsabile dell’atroce massacro di Bel Air dell’agosto 1969.

Da menzionare fra gli altri ‘Gloria Mundi’ di Robert Guédiguian che ha messo a segno una Coppa Volpi come migliore attrice protagonista grazie all’interpretazione folgorante e accorata di Ariane Ascaride, ‘Guest of honour’ l’ultima fatica di Atom Egoyan già noto per il film ‘Exotica’ che porta in scena il complesso rapporto fra un padre e una figlia, ‘La vérité’ di Kore-Eda Hirozaku sull’amore-odio fra una figlia e la madre attrice, con Juliette Binoche e Catherine Deneuve– che ha calcato il tappeto rosso con un look fiammante di Jean Paul Gaultier Haute Couture- e infine, dulcis in fundo, il film ‘Ema’ di Pablo Larrain, una buona prova che fonde linguaggio drammatico e musical e che si è portata a casa due riconoscimenti plebiscitari: il premio Unimed e il 18° premio Arcacinemagiovani.

Per questa edizione inoltre Hollywood ha traslocato sulla laguna schierando alcuni dei suoi più affascinanti e talentuosi protagonisti. Si parte da ‘Joker’ il cui regista Todd Phillips ha promesso di far piangere con le risate del pagliaccio più cattivo del mondo, per passare poi al colossal sci-fi ‘Ad Astra’ di James Gray distribuito da Fox con uno statuario Brad Pitt, un’odissea nell’animo umano e una revisione della mascolinità più stereotipata.

Non offre fianco a critiche l’inossidabile Meryl Streep, elegantissima in un abito stampato di Givenchy e protagonista insieme ad Antonio Banderas, a Sharon Stone e Gary Oldman, di ‘The Laundromat, ultima impresa di Steven Soderbergh, una ricostruzione lucida e rivelatrice dello scandalo dei ‘Panama papers’ dal romanzo del premio Pulitzer Jake Bernstein che documentava le losche manovre di 200 società offshore, fino ad arrivare a Johnny Depp, magistralmente diretto da Ciro Guerra in ‘Waiting for the barbarians’, film storico girato in Marocco in cui il divo americano si cala nei panni del violento e xenofobo colonnello Joll. Nulla di più attuale. Gara d’eleganza fra le star.

Ammiratissima nel suo conturbante abito imprimé rosso sangue flamenco style disegnato per lei da Dolce&Gabbana la splendida cinquantenne Monica Bellucci che era a Venezia per la versione integrale di ‘Irreversible’. Si accende di un rosso passione anche l’abito di paillettes da vamp generosamente scollato, disegnato da Hedi Slimane direttore creativo di Céline per Scarlett Johansson e da lei sfoggiato sul red carpet del film ‘Marriage story’ diretto da Noah Baumbach e da lei interpretato.

Difficile da dimenticare per la sua eleganza Kristen Stewart, fasciata da un lungo e sontuoso abito di pizzo rosa laminato di Chanel Couture e magnetica interprete di ‘Seberg’ di Benedict Andrews in cui la bellissima attrice interpreta l’attrice Jean Seberg indagata dall’FBI. Sembrava un po’ Cenerentola nel suo abito bianco di Ralph & Russo e i gioielli di Atelier Swarovski la diva Penelope Cruz che a Venezia ha portato il film ‘Wasp network’ di Olivier Assayas, storia di cinque prigionieri politici cubani infiltrati nella società americana attraverso la rete ‘Wasp network’.

Meritano un elogio anche il film storico ‘The king’ di David Michod in cui l’enfant prodige del cinema Timothée Chalamet, che Woody Allen ha scelto come protagonista del suo ultimo film, è Enrico V d’Inghilterra travolto dagli intrighi di palazzo accanto a Lily Rose-Depp. Di questa edizione ricorderemo sicuramente l’intramontabile carica rock di Mick Jagger nel cast di ‘The Burnt Orange Heresy’ di Giuseppe Capotondi che ha chiuso in bellezza il festival con un thriller ambientato nel mondo delle gallerie d’arte. Nel cast spicca anche Donald Sutherland. Bella prova, all’altezza di un festival da record che non dimenticheremo facilmente.

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