Si è appena chiusa la 25a edizione della settimana della moda Barcellonese, una fucina di talenti in coro che hanno urlato il proprio motto in favore del pianeta e della libera creatività. Le passerelle si sono susseguite in uno dei maggiori esempi di modernismo catalano, Hospital de Sant Pau, tra mosaici luminosi, sculture ad alto impatto decorativo e archi in gotico fiorito immersi in un giardino che riprende il gusto lussureggiante della cultura moresca.
Avanguardia pura declinata in differenti e innovatrici personalità artistiche come quella di Juanjo Villalba Bermudez che con la sua Emotional Mythology racconta in dodici outfit unici (perché non verranno riprodotti per la vendita), un percorso dell’anima che si scontra con la bellezza e i patimenti dell’amore dal “prima di te” al “dopo di noi”. Dopo anni di brillante carriera nel marketing, fino all’età di 38 anni, la crisi colpisce anche lui portandolo alla scelta di creare una sua collezione che rappresenti la sua forza creativa, quasi un biglietto da visita portato all’ennesima potenza, nella speranza di essere notato e assunto da un’altra azienda, con un coraggio e una fiducia verso la vita mai visti prima.
Boris Bidjan Saberi
Il tedesco iraniano presenta una retrospettiva per celebrare i suoi 11 anni di creatività avanguardista. I suoi guerrieri metropolitani celebrano la sua duplice eredità culturale: da quella europea all’antico Medioriente, in cui l’attenzione alle materie prime si fonde con l’alta sartoria. Pelle e argento, materiali antifreddo e accessori in rame lavorati a mano si mixano prendendo la forma di armature contemporanee, in paesaggi metropolitani appartenenti a un’altra dimensione e latitudine, le cui coordinate sono espresse dal suono del vento ed elicotteri. Un vero sperimentatore che dal 2007 porta un contributo di alto rilievo nell’evoluzione dell’abbigliamento artigianale.


La grande padronanza della lavorazione della maglieria rende la collezione di Alled Martinez per la FW 20-21 un vero capolavoro. Lo stilista, vincitore del premio LVMH dopo la laurea alla Saint Martins, riesce a entrare nel team della Maison Givenchy. Il suo ritorno in Spagna determina la sua affermazione personale.
A 080 Barcelona Fashion, veste un dandy dal gusto anni 70, permeato di allure contemporanea prodotto Made in Italy. Completi gessati in maglia che riflettono la luce ed esaltano figure slanciate e longilinee, pantaloni in viscosa, camicie e jeans in maglia di lurex. Punti luce, leit motiv per lo stilista che li declina anche nel suo tuxedo, ancora più accattivante se portato con le più informali delle sneakers.

Sonia Carrasco
La trentunenne valenciana, molto sensibile al tema ambientale, emana buon senso ed energia positiva a primo impatto. 45.376543, 59.651328 è il nome della collezione per la stagione AW20-21, coordinate che si riferiscono alla situazione geografica del Mar d’Aral, in Kazakistan, scomparso a causa della coltivazione del cotone, che è considerata una delle peggiori catastrofi ambientali nella storia contemporanea. Capi in cui si riconosce una donna forte e pratica, votata a un’eleganza rivolta al quotidiano, al lavoro che facciamo tutti i giorni per il bene di qualcosa che appartiene a tutti. Come il mare e la biodiversità che vedono cedere il posto al deserto, ripreso nei colori e nei movimenti dei tessuti, fluidi come dune di sabbia.
Enaut
Prodotto eticamente a Barcellona, la sua collezione é una metafora del viaggio
interiore che lui definisce Exodus, un esodo da un un’ambiente devastato e
ostile. Il primo passo per questa fuga ben pianificata è una carta d’imbarco
che è l’invito del designer a riflettere sulla sua collezione presentata tra
paesaggi lunari, le cui rocce frastagliate sono riprese sulle fibbie delle
cinture in metallo e suoni che riportano al decollo di uno shuttle. Le forme
riprendono i volumi di una tuta da astronauta in morbida lana, tute in tessuti
semilucidi e materiali rigidi, colli ampi o salopette in piumino con cerniere
termosaldate.


®Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata