FASHION ARCHITECTURE E NON SOLO: A TU PER TU CON FABIO FERRILLO

Specializzato nella progettazione di interni di lusso e spazi commerciali per prestigiosi marchi italiani e non solo, Fabio Ferrillo sviluppa il suo stile peculiare formandosi a Milano per poi trasferirsi a Parigi. Nel 2010 rientra nella città meneghina per fondare Off Arch, studio di progettazione di interni e di prodotto capace di creare una perfetta armonia grazie agli interessanti riferimenti ai maestri del passato, che incontrano sapientemente nuove accattivanti prospettive.

Il tuo percorso passa per due città (Milano e Parigi) che sono un concentrato di Design.
Quanto hanno influito sulla tua visione architettonica?

Entrambe, profondamente. Milano è il luogo in cui ho studiato e mi sono formato come professionista, mi ha sedotto quando ero studente e mi ha accolto di nuovo quando ho fatto ritorno, portando stavolta con me il progetto OFF Arch. Parigi è la mia seconda casa, una città in cui mi sono riconosciuto, in cui ho imparato il rigore e la follia e che mi ha regalato alcune tra le più grandi soddisfazioni professionali. Lavorare ma soprattutto collaborare in una lingua che non è la tua insegna a sviluppare di sé il senso della disponibilità, della generosità e di una sana allegria. Parigi è stata ed è tuttora per me un luogo del cuore, della creatività e del pensiero.

Cosa ti ha spinto a scegliere Milano per aprire il tuo studio?

Aver vissuto per anni lontano da questa città mi ha permesso di apprezzarne il cambiamento col vantaggio della prospettiva. Milano vive un momento di grande energia culturale, è capace di accogliere realmente nuovi contenuti. Il più grande progetto che si sia visto a Milano negli ultimi vent’anni è Milano stessa. Era il posto giusto in cui tornare, forte di un progetto preciso. E come spesso accade le ragioni personali e emotive si organizzano attorno alle decisioni più importanti, a rendere ancora più evidente la scelta da farsi.

Hai realizzato concept store e shoowroom per Pucci, Chiara Ferragni MSGM e Moschino. Presente, passato e futuro convivono perfettamente con la tua visione, ce ne puoi parlare?

I quattro brand che hai citato nascono da esperienze e percorsi davvero differenti, alcune molto recenti, altre che affondano le proprie radici nella grande tradizione dello stile italiano. Tutte, però, hanno in comune un tratto fondamentale: la contemporaneità, che si è tradotta nella realizzazione di spazi che parlano una lingua attuale ed esprimono, nel rispetto del DNA di ciascuno, la tensione verso il futuro.

Per Msgm hai rivalutato una vecchia officina di fabbri trasformandolo in uno spazio industriale contemporaneo, quanto è importante l’attenzione al sostenibile nel tuo lavoro?

Molto, non ancora abbastanza. Credo che non solo il mondo dell’architettura, ma anche quello dell’interior design, oggi, abbiano il dovere di farsi carico di temi e contenuti quali la sostenibilità, l’approvvigionamento energetico, l’eco-compatibilità dei materiali, dei processi produttivi e, dunque, delle scelte progettuali. Esiste un tema etico legato alla professione che è strettamente connesso all’attenzione al sostenibile, sul quale abbiamo il dovere di formarci molto più di quanto noi professionisti non facciamo. E infine credo sia fondamentale comprendere quanto questi temi siano potenti in termini di comunicazione dell’identità dei progettisti stessi.

I tuoi lavori non girano solamente intorno al mondo della moda, hai anche collaborato con Campamac, ci sono alti progetti per il food & beverage?

Il food & beverage è un territorio per me elettrizzante. Il Campamac è stato un progetto amato, studiato, coltivato davvero con grandissima passione e che è stato occasione di grande approfondimento tecnico specifico. Rispondendo alla tua domanda, sì, senza dubbio sì e ne sono davvero orgoglioso, ma non posso dirti di più. Stay tuned.

Hai anche realizzato un concept store in Vietnam, ci puoi parlare di quel progetto?

Runway, ad Hanoi, costituisce un momento cruciale nella mia carriera. Il progetto nasce dal desiderio di unire i colori, le forme e le sensazioni dell’eccezionale vegetazione vietnamita alle linee essenziali della storia del design italiano, realizzando uno spazio fortemente contemporaneo. Coordinare il mio ufficio di Milano con le maestranze vietnamite e una squadra di fornitori tanto europei quanto asiatici non è stato semplice, ma la collaborazione sincera e l’accoglienza straordinaria dell’azienda e del suo presidente, Anh Tran, non solo hanno reso possibile che questo concept store nascesse, ma hanno permesso che si instaurasse tra OFF Arch e Runway una profonda fiducia che ci porterà presto a nuove esperienze laggiù. Ne vado davvero fiero.

Quali sono i progetti futuri?

La collaborazione con Moschino prosegue, stiamo lavorando a diverse nuove realizzazioni in Europa e negli Stati Uniti. Contemporaneamente lo studio sta sviluppando nuovi spazi commerciali per Twinset Milano, sul concept che abbiamo inaugurato con il recente store di c.so Vittorio Emanuele qui a Milano. Come ti accennavo le incursioni nel mondo del food & beverage saranno diverse qui in Italia ma ci porteranno inoltre di nuovo in Vietnam, dove sono allo studio in queste settimane anche progetti per nuovi departement store. OFF Arch si occupa poi con continuità di progetti di carattere residenziale su scale diverse, tra le altre sono prossime le realizzazioni di alcune ville nelle Langhe in Piemonte.

Runway Store, Hanoi
Runway Store, Hanoi
MSGM sede produttiva Filottrano
Credits: Lorenzo Fanfani
MSGM sede produttiva Filottrano
Credits: Lorenzo Fanfani
Credits: Elena Datrino
Moschino Paris
Credits: Elena Datrino
Campamac
Credits: Carmine Conte

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