Un salotto nel cuore di Milano: la storia (al femminile) del bar Al Puro


Se si chiama Milano da bere, un motivo ci sarà. Il capoluogo lombardo vanta una fitta mappa di enoteche, pub, cocktail bar e vinerie: c’è un indirizzo per ogni gusto, un bicchiere per ogni occasione, dal rito dell’aperitivo alla birra tra amici. Dietro al bancone ci sono spesso storie da raccontare: come quella di Ginevra Ariemma, che gestisce il locale Al Puro, nel cuore del quartiere Isola.

Le bottiglie e gli interni della vineria Al Puro in via Borsieri a Milano
Gli interni del bar Al Puro di Milano

Le strade di Isola, negli ultimi anni, hanno conosciuto una rapida trasformazione e oggi ospitano una frizzante vita notturna tra ristoranti, bar club. In via Borsieri 22 è nato Al Puro, un piccolo locale che propone una selezione particolarissima di vini e amari. Uno spazio piccolo e confortevole, caratterizzato da luce soffusa, uno stile di arredamento molto particolare che combina oggetti di modernariato, candele e pennellate pop.

La padrona di casa è Ginevra Ariemma, poco più che ventenne, che da quasi tre anni gestisce il locale supportata dalla madre. La passione per il vino e per l’ospitalità erano già, in qualche modo, nel dna di famiglia. «Mia madre e mia sorella, qualche anno prima del Covid, hanno aperto una location per eventi e io spesso andavo a dare una mano. Seguendo il lavoro di mia madre e i catering ho imparato a conoscere questo mondo».

Gli interni della vineria Al Puro in via Borsieri a Milano
Gli interni del locale Al Puro

La storia del locale nasce in un momento storico particolare: il 2020, l’annus horribilis di bar e ristoranti, costretti ad abbassare le saracinesche per via della pandemia di coronavirus e del lockdown. «Abbiamo saputo che un nostro amico vendeva e c’era la possibilità di prendere il locale. In quel momento tutti avevano paura di fare qualsiasi cosa, però io ho detto: Mamma, ma se lo prendessi io?»

Al Puro, una storia di imprenditoria al femminile

Non proprio un salto nel vuoto, ma il desiderio di mettersi in gioco e trovare la propria strada. «Avevo appena finito il liceo – racconta – ho iniziato l’università il primo anno del Covid, a distanza, senza conoscere nessuno. Non è che mi convincesse molto… quindi mi sono detta, cosa faccio? Vado a lavorare? Al massimo a consegnare la pizza, che era tutto ciò che si poteva fare in quel momento…così ho voluto provarci. Ora lavoro da sola, ma sempre con l’aiuto di mia madre che, essendo già nel settore, poteva passarmi contatti».

Una storia di imprenditoria al femminile a conduzione familiare: madre e figlie impegnate nello stesso business. Ma essere una donna giovane alla guida di un’attività comporta anche le sue sfide: «Diciamo che, quando i clienti entrano e vedono una ragazza giovane, a volte pensano di poterti prendere in giro. Tanto è una donna, ed è piccola… Non solo: quando io e mia madre andiamo agli appuntamenti di lavoro capita che qualcuno, vedendoci, ci prenda meno sul serio».   

Ginevra spiega che questo non è solo un pregiudizio maschile: «Vale anche per le donne, che spesso non sono abituate a questo tipo di lavoro in cui non hai orari, né regole, né weekend liberi. Ti guardano e ti chiedono: ma perché lo fai? Nonostante sia il 2023 siamo ancora più abituati a vedere un uomo imprenditore, che una donna imprenditrice».

I tavoli all'aperto del bar Al Puro nel quartiere Isola
I tavoli all’aperto della vineria Al Puro

“C’è un mondo dietro al vino”

Ma lei è entusiasta del suo lavoro e della cura che può mettere nel semplice gesto di servire un bicchiere ai clienti. Al Puro, secondo lei, non è né una vineria né un bar ma «qualcosa da scoprire». Il suo punto di forza? Proprio la convivialità: «È come se fosse un salotto di casa, dove sentirsi a proprio agio. D’inverno la gente si siede intorno al bancone e si fa la conversazione anche tra sconosciuti. Il mio locale è intimo, è accogliente». Sugli scaffali non c’è solo vino, però, ma una selezione di amari di nicchia: «Mi piace far scoprire ai clienti qualcosa di buono, che magari non conoscevano prima».

La ricerca e la selezione delle bottiglie è un aspetto del lavoro che la affascina molto: «Abbiamo alcuni fornitori fissi che ci seguono da anni e spesso propongono loro le cantine… Ci sono aziende che non hanno bisogno di presentazioni, come Berlucchi, però ci sono anche tante storie da scoprire. C’è un mondo dietro al vino…» Un mondo fatto di persone, tradizioni, aneddoti e scoperte.

Un dettaglio selle bottiglie e dell'arredamento della vineria al Puro Milano in Isola
Al Puro Milano

Vini e i drink per fare un figurone: i consigli di Al Puro

Vista la sua esperienza di ‘talent scout’, abbiamo chiesto a Ginevra qualche consiglio per far bella figura al momento di ordinare al bar: «Per l’aperitivo consiglio un classico Sauvignon, leggero e facilmente abbinabile». Sulla bottiglia da portare a cena invece non ha dubbi: «Per il bianco direi un Pinot grigio ramato, che potrebbe sorprendere gli ospiti: secondo me è un ottimo vino con il pesce, la carne o con la pasta. Tra i rossi invece direi il classico Barolo: conquista sempre tutti essendo tutti ed è difficile trovarne uno che non sia buono». Un drink di tendenza? «L’Hugo Spritz: da quando l’ho scoperto lo propongo ai clienti al posto del classico sprtiz». 

L’ultimo consiglio di Ginvera è, invece, per tutti i ragazzi con grandi progetti: «Ai miei coetanei dico di non aver paura di niente: se a quest’età non ci provi… Io non vorrei mai arrivare a cinquant’anni e pensare di non aver fatto niente della mia vita, per la paura o per un rifiuto. Fatelo: se va bene va bene, se va male ci riproverete un’altra volta. Di sicuro, se non provate non lo saprete mai…»


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