Berlin Fashion Week: 5 brand eco-friendly da non lasciarsi sfuggire

Si è conclusa da pochi giorni la Berlinale dedicata alla moda firmata dalle nuove stelle del firmamento mitteleuropeo.
MIT approda “in town” e vi segnala i cinque sustainable brand che hanno lasciato il segno.

Platte Berlin

Più che un brand un concept all in one. Store, collettivo, studio e spazio espositivo che esplode a pochi passi da Alexander Platz.
Platte è un inno all’inclusività autentica e più audace che mai, nel rispetto dell’extravaganza berlinese libera da ogni convenzione.
La sua visione esplora tutte le subculture presenti nella capitale e si evolve con sensibilità nei confronti di ogni forma espressiva. Tutte le label indie sono Made in Platte, che promuove progetti interdisciplinari e contribuisce allo sviluppo delle idee creative nel segno della sostenibilità.
Prototipazione, ricerca e upcycling sono le principali proposte per il place to be da segnare nelle note e da seguire sui social.

Working Title 

Nate dall’estro di un architetto e di una fashion designer, Bjoern Kubeja e Antonia Goy,le silhouette minimali di Working Title si ispirano all’arte e all’architettura, privandosi di tutte le connotazioni temporali e stagionali.
L’intera filiera produttiva è sostenibile e si limita ad attivare i processi solo quando necessario, nonché a scegliere tessuti naturali e plastic free, come il cotone e la seta certificati. La realizzazione degli indumenti avviene in piccoli laboratori a conduzione familiare situati in tutto la Mitteleuropa più autentica e, in parte, anche nell’atelier berlinese, luogo d’incontro delle socialite che non si lasciano sfuggire la possibilità di indossare creazioni uniche nel loro genere.

Hund Hund 

Compagni nella vita e nel lavoro, Isabel Kücke e Rohan Hoole fondano Hund Hund nel 2016. I loro mondi, quello della progettazione nell’ambito moda e quello della cultura visiva, si uniscono per dare il via ad un prodotto dalle mille sfaccettature.
Berlino è stata la città scelta per porre le radici del brand e il zine omonimo svela tutto l’environment e il network che lo circonda. La produzione è a misura d’uomo, anzi di donna, visto che in azienda esiste una maggioranza di quote rosa. 
L’amore per i tessuti, e per il bello e il ben fatto, ha condotto i fautori a cercare forti sinergie con tutti i fornitori di dead-stock provenienti dalle più importanti case di moda italiane, per dar vita a un processo di recupero dell’heritage.

Natascha von Hirschhausen

Zero waste e zero km da oggi è possibile grazie al progetto visionario di Natascha von Hirschhausen, una vera e propria pioniera della moda sostenibile. Ribellandosi agli standard del fashion, definisce quelle che sono le fondamenta della moda del futuro: intramontabilità, minimalismo e ottimizzazione della materia.
Lo studio sulla tecnica l’ha condotta a ideare campionature dove non vi è alcuno spreco durante la fase di taglio. Gli stessi componenti dei capi sono organici, plastic free e monitorati lungo tutta la filiera per mantenere standard ecologici altissimi. La produzione, infine, avviene unicamente a livello local da abili mani artigiane.  E, non ultimo, il concetto di taglia viene eliminato per rendere le creazioni adatte ad ogni tipo di fisicità e distanti da qualsiasi produzione massiva.
La costanza e lo studio di Natascha non potevano che essere premiati con il Federal Award for Ecodesign dal Ministero federale dell’ambiente (BMU) e dall’Agenzia tedesca per l’ambiente (UBA) in collaborazione con l’International Design Center Berlin (IDZ). 

Sofia Ilmonen 

Sofia Ilmonen è la designer indipendente che ha convinto, con le sue creazioni femminili e modulabili, la giuria della 36esima edizione del Festival de Mode de Hyères vincendo il prestigioso premio per la sostenibilità Mercedes-Benz.
I cartamodelli dei suoi capi nascono da moduli squadrati che prendono vita e si assemblano grazie ad un meccanismo di bottoni e anelli, offrendo infinite possibilità di trasformare e modificare le silhouette in un momento ludico.
Laureatasi al London College of Fashion, vanta nel fresco background anche un’esperienza nell’ambitissimo reparto sartoria di Alexander McQueen.
Il suo studio pone le radici a Helsinki e la Berlin Fashion Week la accoglie come guest insignita del premio indetto dalla casa automobilistica.

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