Bottega Veneta : la prima campagna di Daniel Lee

E’ il tempo il vero lusso, ed è proprio sotto questo concetto che Daniel Lee, nuovo direttore artistico di Bottega Veneta, vuole celebrare la sua prima campagna.
Non c’è futuro senza passato, ma il risultato è paradossalmente senza tempo. Attraverso un’analisi dell’heritage della maison italiana, l’ex direttore di Celine vuole attuare un riposizionamento del brand nel panorama attuale della moda, una celebrazione del significato più profondo di Bottega Veneta che guarda al passato ma con un occhio verso il futuro.

Il fotografo Tyrone Lebon scatta uomini e donne che, prendendo in prestito il glorioso cinema neorealista italiano, ci mostrano la visione che Lee ha per Bottega Veneta, un calderone di personaggi appartenenti a generazioni e backround diversi ma che si riuniscono sotto lo stesso concetto di comunità, modelli e modelle che, se messi in contrapposizione, riescono a far risaltare ciò che li unisce, non ciò che li separa.
In una casa privata sull’isola di Ischia, giorno e notte fanno da sfondo a figure immerse in acqua, adagiate su una sedia o posizionate davanti a un balcone in pieno stile italiano. Ma è la pelle intrecciata la prima e vera protagonista, il simbolo indiscusso del brand vuole in questo contesto sottolineare le sue affinità con la pelle umana di una schiena nuda.

La moda è messa a nudo con l’intento di raggiungere la sua forma più pura, ed è identificando abiti e accessori simbolo della maison Italiana, in una perfetta unione tra passato presente e futuro, che è definita l’anima di Bottega Veneta.

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