Carlo Merli: in questo periodo ci salverà la gentilezza

Convivenze forzate, parziali lock-down, l’Italia divisa in colori con regole diverse. Il nostro equilibrio fisico ma soprattutto mentale è stato messo a dura prova in questo momento storico segnato dalla pandemia globale. La psicoterapia più essere d’aiuto? Ansia e depressione, nemici sempre più agguerriti, possono essere sconfitti? Abbiamo incontrato lo psicoterapeuta Carlo Merli per approfondire con lui alcuni consigli al fine di trascorrere le festività il più serenamente possibile.



Come si diventa psicoterapeuta?

Quello dello psicoterapeuta è il percorso più lungo in Italia, accademicamente parlando. Richiede una formazione accademica molto precisa: dopo il proseguimento della laurea magistrale e dei vari tirocini segue la scuola di specializzazione di 5 anni per la psicoterapia.

Quali sono le caratteristiche che deve avere un bravo psicoterapeuta?

Avere un’ottima tecnica, essere rigoroso ma allo tesso tempo creativo. E’ la psicoterapia che si adatta al paziente e non il contrario! Lo psicoterapeuta è come un attore: versatile, si adatta alle diverse situazioni.



È difficile non farsi coinvolgere nel tuo lavoro?

E’ molto difficile. Solo l’esperienza ci insegna il modo migliore per essere coinvolti al punto giusto. Un atteggiamento distaccato ed un forte coinvolgimento potrebbero essere letali per il raggiungimento degli obiettivi della terapia. Ogni paziente che arriva da noi ha un bagaglio emotivo molto forte. Io in primis fatico a non farmi coinvolgere, ma l’esperienza insegna che la via di mezzo è quella che ci porta più lontani. 

Cos’è la terapia breve strategica?

E’ quella che utilizzo io: una nuova frontiera della terapia, portata in Italia da Giorgio Nardone che è stato il mio maestro. Da un punto di vista strategico per cambiare una situazione problematica non è necessario indagare le cause passate, ma risulta più utile lavorare sul problema nel presente e capire le strategie per creare un cambiamento efficace e duraturo. Per i principali disturbi come ansia, depressione, etc, ci sono specifici protocolli di intervento con una terapia di 10 sedute. 

Ansia o depressione, quale delle due è più presente in questo momento? 

Entrambi. Tuttavia la depressione è un disturbo secondario. L’ansia crea l’ambiente sfavorevole in cui le zone di conforto vengono ad essere sempre più strette e come conseguenza subentrano i sintomi depressivi. In questo momento storico si osserva un’alta percentuale di sintomi di tipo angoscioso. L’ angoscia, che è differente da paura e ansia, pone l’angosciato di fronte alla condanna certa del proprio destino. Come il virus che ci mette nella condizione di sentirci impotenti, di fronte a quello che è il nostro destino incerto. 

Cosa fare o evitare di fare in questo periodo per affrontare la situazione al meglio?

Evitare di parlare in continuazione del virus. Se parliamo troppo di un pensiero che ci tormenta, l’ansia ci travolgerà! Evitare la sovra-informazione. Evitare anche di sforzarsi a non pensare a qualcosa: pensare di non pensare è gia una forma di pensare! Consiglio invece di darsi da fare il più possibile: quante volte abbiamo desiderato più tempo per noi: ora lo abbiamo e lo possiamo sfruttare nel migliore dei modi dando sfogo libero alla nostra fantasia e creatività (riprendiamo in mano le nostre vere passioni come la lettura, gli allenamenti, la cucina, il cinema, etc…). Infine distribuire gentilezza. In una convivenza forzata abbiamo bisogno di regalare gentilezza per aggirare la rabbia. Più siamo gentili con gli altri più la casa in cui siamo obbligati a stare sembrerà un posto migliore. 

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