Cinecult : Tom à la ferme di Xavier Dolan

Dal mélo al thriller rurale, dalle metropoli canadesi a una fattoria che somiglia tanto al motel di Psycho riecheggiato dalla colonna sonora.
Il film ‘Tom à la ferme’ di Xavier Dolan, presentato al Festival di Venezia del 2013, e attualmente nelle sale italiane, è quello che precede direttamente l’epico dramma ‘Mommy’, davvero indimenticabile. Questo film interpretato da un Dolan dai capelli platinati nel ruolo di Tom un pubblicitario rimasto privo del suo compagno Guillaume, apre la finestra su una nuova, inquietante dimensione dell’immaginario queer del visionario cineasta canadese che insinua nella trama enigmatica delle sfumature surreali e con un plot sorprendente racconta i segreti di una fattoria dove tutto è ambiguo e ancestrale. Tom si reca in campagna a conoscere la bizzarra madre Agathe e il fratello Francis, macho e manesco, del suo compagno Guillaume. Ma scopre sconcertato che la mamma del suo defunto ragazzo è convinta che il figlio fosse legato a una ragazza, la sbarazzina Sarah che s’introduce nella trama del racconto quasi rompendo gli schemi di un ordine sociale dove la parola ‘omosessualità’ deve essere categoricamente bandita. Divertente la scena del tango fra Francis e Tom fra i quali nasce uno strano rapporto descritto in un climax di tensione e di violenza, fra l’aggressività di Francis e il carattere indeciso, vulnerabile di Tom, plagiato dal seducente bifolco che lo insegue nei campi di granoturco. Sicuramente una digressione di suspence e di giallo nella cinematografia del prolifico regista classe 1989. Non ha la carica e il pathos di ‘Mommy’ né l’ironia folgorante di ‘J’ai tué ma mère’ ma è senz’altro una pellicola interessante, con risvolti singolari e scene secche e forti cifra ormai distintiva di Dolan.

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