Drumohr – Quel filo di cashmere di quarta generazione

È noto ai più con l’appellativo di biscottino. L’inconfondibile motivo “razor blade” diventato famoso per le sue infinite combinazioni cromatiche e che prende il suo nome da una battuta di Gianni Agnelli che trovò in quel disegno un’incredibile somiglianza con un “pavesino”. Un battesimo fortunato che ha dato il nome a un tema iconico che ha conquistato il guardaroba dei reali d’Inghilterra e di volti noti come quello di Audrey Hepburn, e ha contribuito al successo di quella pregiata fibra di cashmere, una delle più riconoscibili a prima vista, sotto il marchio di fabbrica Drumohr, fiore all’occhiello del Made In Italy dal 2006, la cui trama custodisce una storia legata alla tradizione tessile, lunga più di un secolo.
Filippo e Michele Ciocca rappresentano la quarta generazione di un’impresa che incarna tutti gli aspetti legati all’eccellenza del nostro Paese nel mondo. Il gruppo Ciocca, con più di 100 anni di storia alle spalle, raggiunge il successo nel settore delle calze, implementando sempre di più le tecniche di produzione e realizzando le collezioni dei brand più famosi del lusso: da Gucci a Celinè, a Paul Smith, solo per citarne alcuni.

L’azienda nasce a Milano, ma il bisnonno decide al momento giusto di spostare il suo headquarter in Franciacorta, a Quinzano D’Oglio, dove l’impresa di famiglia si rinnova, di generazione in generazione,  con progetti sempre nuovi, diversificando il prodotto grazie all’instancabile visione del papà Luigi e dei figli Michele e Filippo che hanno avuto il merito di credere, prima di tutto, come il nonno, nel più grande valore della famiglia Ciocca, quella di tutte le persone che hanno contribuito al suo successo e che hanno popolato la cittadella dalle sue origini.
Agli esordi i collegamenti con la città erano molto difficili, e fu quella la prima grande visione del nonno, che ha tirato le fila dell’azienda per 60 anni, riuscendo a mettere insieme i migliori operai, i pochi e più qualificati – per lo più cecoslovacchi – a far funzionare le macchine industriali dell’epoca.
Scopriamo le loro attività e il loro senso di appartenenza, attraverso momenti di aggregazione, come i campeggi organizzati tra le famiglie del luogo – con tanto di lambrette, fisarmoniche e sassofoni – per condividere un tempo libero di qualità, documentato dagli album fotografici d’epoca. Dai registri antichi, scritti con penna e calamaio, con una grafia impeccabile di chi non contrattava il fascino delle parole con la velocità d’archiviazione di un personal computer, scopriamo i bilanci del 17 ottobre 1912, in cui l’azienda partiva da 15.000 lire. Una storia che risuona come una favola perché rappresenta uno dei più grandi esempi di italianità e d’impegno costante volto a raggiungere quella soglia d’eccellenza che contraddistingue l’autenticità del Made In Italy a livello internazionale.
La stessa che entra a far parte di una pagina di storia della nostra società, quando si facevano strada i primi esempi di vera emancipazione femminile, che con eleganza e portamento entrava nelle fabbriche, concorrendo alla realizzazione della nuova generazione di donne. Dai racconti di papà Luigi, appassionato d’arte, man mano che ci addentriamo nel cuore pulsante dell’azienda, scopriamo le opere commissionate ad artisti del panorama contemporaneo, per raccontare l’universo della calza in una visione sempre inedita.



Tradizione e innovazione: una storia d’amore senza fine che richiede attenzione ed equilibrio reciproco. L’azienda ha visto diversificare la sua produzione – per impulso di Filippo e Michele – attraverso l’acquisizione di marchi come Drumohr, Rossopuro, Dalmine, Sozzi, Gian Marco Venturi e Stefano Ricci, creando un prodotto variegato in grado di rispondere alle diverse esigenze del mercato internazionale.
Abbiamo cercato sempre nuovi progetti satelliti per mantenere questo dinosauro in via d’estinzione e Drumhor é uno di questi” racconta Michele Ciocca, parlando dello storico brand di Drumfries (Scozia), in un mix di amore e profondo rispetto per l’azienda di famiglia che – in una visione che fa da trade-union tra tradizione, evoluzione stilistica e tecnologica – non perde occasione per avviare nuovi e ambiziosi progetti in grado di tradurre il know-how del gruppo Ciocca in una risposta coerente con la richiesta del mercato. Come il total look di Drumohr, che nel colore e nelle rifiniture impeccabili – come il pantalone con doppia pences e cimosa interna con l’istituzionale fantasia biscottino – offre alla clientela di nuova generazione un’eleganza Made in Italy aggiornata e sostenibile nella produzione.  È lo stesso Michele, infatti, a illustrarci l’obiettivo dell’azienda di raggiungere un piano di produzione a zero emissioni, grazie all’introduzione di macchinari e sistemi energetici sempre più sostenibili.
L’introduzione del total look, arriva in seguito all’impegno dell’azienda in periodo covid che ha introdotto nuovi macchinari per la produzione dei camici, attività di grande rilievo che ha messo in luce il grande senso civico delle imprese nostrane che in casa Drumohr si è poi trasformata in un progetto più ampio, col rientrare dell’emergenza.
Dai laboratori, in cui l’umidità deve mantenersi costante per evitare sbalzi nel trattamento dei filati, al magazzino pieno di bobine, Michele racconta dell’importanza del lavoro di ricerca delle materie prime e della precisione di ogni fase della tessitura che inizia tutte le mattine alle 6, in un ambiente rigorosamente privo di finestre, per mantenere alti gli standard di qualità e l’elasticità della trama identica in tutti i periodi dell’anno, nel corso del quale vengono prodotte circa 200 mila maglie. Ogni esemplare attraversa dai 2 ai 3 passaggi per raggiungere lo standard desiderato, le trame più sottili e pregiate subiscono un prestiro, due lavaggi e un’altra passata di stiro.

Una moda etica quella di casa Drumohr, fatta di filati cashmere seta, del famoso garzato, di lino stretch, e del neoarrivato total look, tagliato e prodotto interamente tra le mura dell’azienda, in maniera quasi autosufficiente, attraverso pannelli fotovoltaici di ultima generazione e l’obiettivo ambizioso di arrivare a zero emissioni.



Una produzione completa e complessa nella selezione di materiali e trame originali in cui le sovrapposizioni di righe orizzontali e verticali sulla maglieria rigorosamente in cashmere 100% e cotone cashmere, si combinano in un equilibrio grafico e cromatico rinnovato, raccontando la nuova attenzione per un’eleganza casual di altissima qualità da parte delle nuove generazioni.  I tagli sono comfort – nelle giacche sfoderate che prendono ispirazione dalle worker jacket – e la vestibilità impeccabile, complice una selezione di tessuti piacevoli al tatto che si sovrappongono in un mix and match di righe, leitmotiv della collezione che lascia grande spazio a una nuova creatività dedicata alla donna.
Il brand è presente oggi nei migliori department store del mondo come Lane Crawford Hong Kong, Le Bon Marché, Beams, Barneys New York ed Excelsior Milano, oltre ai 3 negozi monomarca in Italia, a Milano, Alassio e Torino e i 350 rivenditori multimarca nel mondo.

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