Il film WIDOW CLICQUOT alla Festa del Cinema di Roma, la storia della donna che inventò lo champagne

Con Widow Clicquot la storia della Grande Dame della Champagne arriva alla Festa del cinema di Roma. A presentarlo il regista Thomas Napper, Haley Bennett (Barbe-Nicole Cliquot), Tom Sturridge (François Clicquot), Anson Boom, i produttori Joe Wright e Christina Weiss Lurie.

Widow Clicquot è la donna che creò lo Champagne. La storia sconosciuta di un grande marchio che molti di noi pensavano fosse legato a qualche azienda familiare francese. Il racconto di una delle tante donne che la storia si è dimenticata di tramandare.

Widow Clicquot al Festa del Cinema di Roma 2023, ph. Emanuele Manco
Widow Clicquot alla Festa del Cinema di Roma 2023, ph. Emanuele Manco

Widow Clicquot: una donna contemporanea in un film d’epoca

È il 1805, Barbe-Nicole Ponsardin, a soli 27 anni, rimane vedova del marito, François Clicquot. Erano stati innamorati, nonostante il loro fosse stato un matrimonio combinato, e insieme avevano lavorato per sviluppare metodi innovativi nella produzione vinicola dell’azienda di famiglia. Nonostante l’ostracismo del codice napoleonico alle attività imprenditoriali femminili, l’invadenza del suocero, l’ostilità di uomini potenti e l’embargo napoleonico dei prodotti francesi, Barbe-Nicole si ostina a proseguire l’attività, dalla coltivazione alla vendita. E crea il Veuve Clicquot, lo champagne più famoso del mondo.

Widow Cliquot è un film ben riuscito, con un’ottima fotografia, che risente fortemente della presenza di Joe Wright. La storia di una donna contemporanea racchiusa in un film d’epoca. Un film dallo svolgimento non lineare che procede su due binari paralleli: presente e passato, creazione di un futuro impero e vita privata. Madre, moglie, e imprenditrice. Una donna moderna che finalmente esce dal fondo di una cantina, dove era stata dimenticata, e ci ricorda che il metodo con cui si crea uno champagne che abbia bollicine piccole e non grandi “come occhi di rospi” è l’ennesimo contributo femminile a un mondo saccheggiato dagli uomini.

Le parole del regista Thomas Napper

Come racconta il regista Thomas Napper, la storia si svolge tra il 1789 e i primi anni del Ottocento. «Quando ho letto la sceneggiatura – esordisce Napper – mi ha stupito vedere personaggi dell’epoca così moderni. Mi colpì la scena, durante la prima notte di nozze, quando lui le propone che il loro matrimonio sia di qualità, di viverlo insieme, lavorare insieme e condividere pienamente le loro vite. Quella non sarebbe una sorpresa, se non fosse che siamo nel 1789. È una frase che ha in sé tutta l’idea della rivoluzione francese, i principi dell’uguaglianza che si andavano diffondendo nella Francia all’epoca. E, a partire da quel punto, loro evolvono: lavorano insieme, fanno squadra, lui le insegna e lei apprende più rapidamente di quanto lui forse vorrebbe. Sono moglie e marito che costruiscono insieme i loro futuro».

Il regista Thomas Napper
Il regista Thomas Napper, ph. Emanuele Manco

«Il film – continua Thomas Napper – mostra il viaggio intrapreso da una donna, la sua autorealizzazione che non avviene tramite un uomo. È incredibilmente moderna se pensiamo all’epoca, alla letteratura di autrici come Emily Bronte o Jane Austen. Le donne all’epoca cosa potevano fare, se non sposarsi presto, fare figli e abbellire la vita del marito? Non potevano possedere delle proprietà, conti in banca o gestire imprese. Il film vede il mondo attraverso gli occhi di una donna, che prende il possesso dei vigneti, li gestisce, comincia a interessarsi di contabilità, a capire come dovesse essere il sapore di un vino».

Il film è uno sguardo su una donna non solo che assume un simile ruolo, ma che eccelle in quel ruolo. E, soprattutto, mostra il duro lavoro e gli sforzi fatti per diventare la grande imprenditrice e innovatrice che è stata. Nonostante tutto. E che rifiuta di risposarsi per non perdere il diritto, garantito eccezionalmente dal codice napoleonico alle vedove, di essere imprenditrici dei beni ereditati dal marito.

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