Ghemon al Festival di Sanremo 2021 – l’intervista

Gianluca Picariello, in arte Ghemon, è il rapper e cantautore avellinese che torna sul palco del Festival di Sanremo 2021 dopo il successo di “Un temporale”, tratto dal suo ultimo album “Scritto nelle stelle”.
Per la categoria big, Ghemon presenterà il brano “Momento perfetto“, una confessione, una spinta a guardarsi dentro e gioire delle bellezze della vita.


Il tuo nome d’arte, Ghemon, si rifa’ ad un personaggio di una serie di manga, Arsenio Lupin. Cos’avete in comune?
Niente! Me lo sono appiccicato addosso da ragazzo perchè mi affascinava la calma che il personaggio manteneva anche nei momenti più difficili, una virtù che non ho per nascita ma che ho imparato a coltivare. Per natura sono un po’ focoso.

Quest’anno tra le restrizioni del Festival ci sarà l’esibizione senza pubblico, come lo immagini?
L’esperienza delle prove mi dice che l’emozione rimane grande. E’ vero manca il contatto diretto con i destinatari del dialogo, manca l’accoglienza e il saluto quando hai finito, ma sono a casa che ci guardano e l’applauso virtuale lo si recupera dai bei messaggi che arrivano dal web.

La canzone che porti a questo Festival di Sanremo si intitola “Momento perfetto”, di cosa parla?
Parla di quello che può essere il “momento perfetto” per ciascuno di noi. E’ una spinta a guardarsi dentro, a capire chi siamo, a cercare gioia e motivazione e a non sentirsi secondi agli altri. Sui social siamo bombardati dalle vite altrui, che amiamo e invidiamo, e che ci “distraggono” dalle nostre, con questo testo vorrei che tutti riuscissero a trovare le motivazioni dentro di sé per essere felici.

Com’è nata?
Scrivo canzoni per me, non riuscirei a crearne una con l’intento di passare al Festival; la spontaneità, almeno nel mio caso, ha pagato. “Momento perfetto” è una onesta ammissione delle emozioni di un giorno, quello in cui l’ho scritta; mi sono seduto e ho confessato sperando fosse la confessione di tutti.

In che modo ha influito il lockdown sulla tua musica?
Era complicato realizzare cosa stesse succedendo, obbligati a vivere una condizione in maniera passiva e del tutto straordinaria; concentrarsi su altro era davvero difficile, ho ripreso a scrivere in studio solo dopo il lockdown, tutte le canzoni dell’album infatti sono giovani, hanno pochi mesi di vita compresa “Momento perfetto”, che fu una delle prime.

La cover dell’album ti vede con un gatto sulle spalle, che significato ha? E’ il tuo?
Jamie è il gatto di un amico, il ragazzo che ha scattato la foto. In realtà è il mio amico, proprietà del suo gatto, perchè sono sempre i gatti a comandare, per questo io ho scelto un cane.

Come i gatti, hai dichiarato di avere anche tu sette vite. Quali sono le altre sei?
Ho intrapreso la carriera artistica in maniera spontanea, senza che nella mia famiglia ci fossero artisti né che i miei amici fossero così convinti che ce l’avrei fatta; una laurea in legge, leader di una band, primo demo a 17 anni, primo disco ufficiale nel 2007, l’esperienza a Sanremo e poi il ritorno, oggi.

Il nuovo album è intitolato “Feriti e contenti”. Qual è la tua ferita più grande?
La depressione, ferita che sono riuscito a saturare col tempo, con molta disciplina, tanta forza di volontà, l’aiuto, il supporto e la sopportazione delle persone care. Quando si attraversa il fuoco delle cose, poi la felicità ha un altro sapore e la si vive con più intensità.

In un’ altra vita hai perso 40 chili in due anni
Era arrivato il momento di far combaciare la mia immagine con quello che sentivo dentro piuttosto che con quella dello specchio. E’ stato un lungo cammino di riappropriazione; finito quel percorso mi sono dato un cinque, sapevo ce l’avrei fatta.


Sui social hai lanciato dei divertentissimi sketch acchiappa like in cui chiami anche una zia in Australia
E’ una gag venuta in mente a me e Francesco del mio team management; le chiamate sono reali, la zia in Australia esiste davvero, la storia della mia famiglia parla di emigrazione, lì vivono nonni, bisnonni, nipoti. Poi il resto è freestyle, io sono così anche nella vita di tutti i giorni, un po’ cazzone.

Serata dei duetti con i “Neri per caso
Una bomba di presa bene! Un gruppo vocale con cui mi accomuna l’anima musicale!

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