Gli attori si riuniscono: alziamo la voce

Ci sono molti lavoratori, uomini e donne, che vivono numerose difficoltà dovute, come è noto, alla chiusura forzata durata ormai quasi due mesi e mezzo, e proprio in tale contesto, certe sensazioni di disagio e di isolamento vengono esasperate al punto che, spesso, capita che si crei un bivio che ti pone di fronte a due strade: la via dell’arresa o la via della lotta animata dalla propria passione, rinvigorita da quell’elemento dal quale non si può prescindere, la condivisione come forza comune. È questa la strada intrapresa da ‘Attrici e Attori Uniti’, una comunità di lavoratrici e lavoratori professionisti dello spettacolo in tutte le sue declinazioni che si riconoscono nella cultura etica del lavoro, nei suoi oneri e onori, nei suoi doveri e nei suoi diritti. Ad oggi conta più di 2000 membri. Essa agisce attraverso un confronto costante che è il fattore determinante di disparati tavoli di lavoro (comunicazione, azione, normative) che vedono fiorire tematiche importanti destinate ad uno spazio aperto in modo da poter cogliere delle proposte necessarie e concrete; il loro comunicato, rivolto al ministero, è espressione della volontà di non arrendersi, di affermare i diritti che vedono negati e di creare un movimento che ponga le basi per l’affermazione di tutele che non ci sono da troppo tempo.

Vedere con gli occhi della realtà la figura di chi ha la capacità di strapparci emozioni da sopra un palco appare cosa non semplice, infatti capita sovente di sottovalutare la vera dimensione all’interno della quale si muove l’attore. È doveroso andare oltre il palco, lo è per tutti noi, ma lo è ancor di più per chi ricopre un titolo politico, che ha, proprio nel termine della propria professione (politica), il significato di città, luogo di molti. Chi fa parte del mondo dello spettacolo vive di un’abnegazione quotidiana, continua che include uno sforzo psicologico e fisico estenuante, vi è una durezza riposta, dissimulata felicemente dalla gioia di fare della propria passione un mestiere.

Ci sono più di 10000 persone dello spettacolo che chiedono di istituire un dialogo con il governo, una maggiore vicinanza rispetto al contingente e difficile momento, ma soprattutto rispetto al futuro del sistema culturale del paese; una maggiore sensibilizzazione e presa di coscienza delle assenze di tutele porterebbe all’adozione di provvedimenti di sostegno emergenziale che, se in vigore, avrebbero evitato una serie di illeciti intercorsi da parte delle imprese per i quali ‘Attrici e attori uniti’ chiedono l’attivazione di un Osservatorio Nazionale. L’unione, si sa, fa la forza, e compatti la comunità chiede che si accendano i riflettori sui criteri di assegnazione di finanziamenti straordinari, con l’obbligo di onorare i contratti interrotti; non devono mancare, sottolineano, le garanzie sul versamento dei contributi e un sistema che si opponga totalmente a situazioni di sfruttamento che incredibilmente ancora esistono. 

Lo slancio di tale fenomeno ha posto le basi per l’idea di una campagna, chiamata ‘Tiriamo fuori la voce’, che ha l’intento di rinforzare le ambizioni culturali e artistiche e che, ora più che mai, necessita di un corpo normativo che valorizzi le loro prospettive. La comunità ‘Attrici e attori uniti’ risponde all’iniziativa del MiBACT di partecipare nella sezione ‘La cultura non si ferma’ con contributi e hashtag vari, attraverso la lettura senza voce dell’Infinito, la stessa opera cara al ministero che aveva voluto festeggiare il bicentenario della poesia Leopardiana facendola leggere a 22 cantanti di fama. La lettura senza voce allude chiaramente alla mancanza di voce appunto di cui è sprovvista tale categoria e che ha deciso di unirsi per segnare, con forza e grande impegno, un momento che può rappresentare una grande svolta per l’intero movimento. 

Ogni azione volta a sviluppare un legame con la cultura deve essere rispettata e se tale azione, come in questo caso, da semplice erudizione diventa parte integrante di una propria personalità morale allora merita davvero di essere vissuta. 

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