Il cinema e Netflix celebrano l’identità gay

Riflettori puntati sul cinema rainbow, come si addice ai veri cinefili nel mese del Gay Pride. Mentre in un Parlamento rissoso da far west si discute il primo disegno di legge contro l’omofobia proposto dall’ottimo senatore del PD Alessandro Zan e il giornalista de ‘L’Espresso’ Simone Alliva pubblica la sua meritoria inchiesta ‘Caccia all’omo’ trasformata in libro sugli episodi italiani di omofobia di cui chissà perché non si parla mai, su miocinema.it, la piattaforma di cinema in streaming ideata da Luckyred e guidata dal suo illustre fondatore Andrea Occhipinti, approda una rassegna molto suggestiva che chi scrive consiglia a tutti i lettori: ‘Pride’.


Moonlight

Si tratta di un ‘rivediamoli’ abilissimo, orchestrato ad arte per vedere o rivedere classici a tematica LGBT che non hanno mancato di emozionarci in passato: da ‘La vie d’Adèle’ a ‘I segreti di Brockeback Mountain’, da ‘Pride’ a ‘Stonewall’, da ‘i ragazzi stanno bene’ a ‘Carol’, da Tomboy a Weekend, da ‘Eisenstein in Messico’ a ‘Milk’, e molti altri bellissimi titoli. “Ho sempre scelto i film che distribuisco da anni con la ‘Luckyred’ in base alla reazione emotiva che suscitano in me”, ha dichiarato Andrea Occhipinti che ha prodotto anche il bellissimo film su Stefano Cucchi ‘Sulla mia pelle’, un atto di denuncia contro la barbarie liberticida della polizia. E aggiunge: “Ho scelto di organizzare questa rassegna non solo perché sono openly gay da molti anni ormai, ma anche perché sono film che appassionano tutti secondo me, non solo il pubblico queer perché parlano il linguaggio universale del cinema”.



E Vladimir Luxuria, intervistata sulla rassegna di Miocinema ha dichiarato: ”il gay pride storicamente nasce dai moti di Stonewall a New York nel 1969 in cui per la prima volta un gruppo di trans del Greenwich Village ebbero la meglio sulla polizia omofoba, oggi siamo di nuovo in un periodo oscurantista in cui i diritti faticosamente conquistati dai gay in tutto il mondo sono in pericolo a causa del sovranismo più becero, siamo di fronte a un regresso: in Egitto per esempio Sarah Hijazi si è tolta la vita a 30 anni perché è stata umiliata e seviziata nelle prigioni del suo paese solo per aver sbandierato il vessillo arcobaleno in un concerto. Ebbene questo ci dà la percezione di quanto sta accadendo: dedichiamo a Sarah questa bella rassegna di cinema alto e di spessore che mette le ali alla nostra immaginazione e benedice la tolleranza e l’umanità”. Appuntamento quindi su miocinema anche con ‘Matthias e Maxime’ il nuovo film di Xavier Dolan, già enfant prodige del cinema francese e già testimonial di Louis Vuitton. Nel suo ultimo film presentato a Cannes, il regista di ‘Mommy’, ‘Tom à la ferme’ e ‘J’ai tué ma mère’, torna ad approfondire i temi a lui più cari: la famiglia, la ricerca della propria identità sessuale e le relazioni fra generazioni diverse.

Nella gallery: foto 1 e 2 serie tv Sex Education, foto 3 e 4 due pezzi della capsule collection di JW Anderson

Intanto mentre l’osannato stilista agender JW Anderson rinverdisce i fasti del mito erotico gay di Tom of Finland, simbolo della ‘clone generation’ anni ’70, e Versace, Diesel, Etro, Eastpak, Asos, Philosophy di Lorenzo Serafini e altri top brands del lusso dedicano originali e ghiotte capsule collection al Pride Month e alle sue festose celebrazioni seppur virtuali in tutto il mondo, confermando l’impegno costante del pianeta fashion a favore dell’inclusione e di tutte le diversità, anche Netflix fa la sua parte. La più grande e prestigiosa piattaforma mondiale di streaming online, che con le sue produzioni esclusive diffuse in 190 paesi del mondo ha allietato la nostra difficile quarantena, propone un ampio e succulento ventaglio di opzioni per gli estimatori del cinema a sfondo LGBT: Sex Education (acuto, garbato ed esilarante, una vera chicca), Special (unica stagione finora ma aspettiamo il sequel), Elite, La casa de Papel (acclamatissimo e monumentale, un vero gioiello), Toyboy, Sense8, Dynasty (un’apoteosi del glamour anni ’80 da vedere anche per i bellissimi abiti di scena firmati Gucci, Balmain, Dolce&Gabbana, Tom Ford e Versace), Hollywood e molte altre bellissime serie televisive.


In particolare ci soffermiamo su Elite: una serie tv da cardiopalma in tre stagioni che racconta il dramma dell’esclusione sociale e gli intrighi sentimentali in una scuola privata riservata ai rampolli della ‘elite’ spagnola di oggi. La lotta di classe e le liaison a sfondo omoerotico si intrecciano inestricabilmente in una raffica di colpi di scena, assolutamente da non perdere, incentrati sull’ambiguità del bel Polo, figlio di una coppia lesbo. Gli attori, giovani ma di grande talento, Jaime Lorente, Miguel Herràn, e la bellissima Marìa Pedraza, sono in parte gli stessi che spiccano anche in altre serie Netflix di enorme successo come ‘La casa de papel’ un autentico capolavoro di suspence e di fiction interpretato fra gli altri da Alvaro Morte (il professore), Itziar Ituno, Miguél Herràn, Rodrigo De la Serna (formidabile nel ruolo del rapinatore gay Palermo) e Ursula Còrberò (Tokyo) che sembra una Lara Croft rediviva.

Affronta in parte la tematica rainbow anche ‘Toyboy’ un thriller in 4 stagioni che rivela le trame oscure della upper class spagnola contro uno stripper professionista, l’aitante Hugo (Jesùs Mosquera), colpevole di essersi invaghito di una avvenente miliardaria arida e senza scrupoli, Macarena Medìn (Cristina Castano). Nel plot si dipana la love story del figlio di Macarena, il fragile Andrea dall’anima dark (Juanjo Almeida) e il bellissimo Jairo (Carlo Costanzia), spogliarellista latino muto e sensibile.

Notevole anche Hollywood, la serie prodotta e ideata da Ian Brennan e da Ryan Murphy (lo ricordiamo per Glee e Nip/Tuck che abbiamo amato molto) in cui campeggia una versione altamente idealizzata del giovane Rock Hudson, umiliato dal suo manager che si aggira fra i leggendari party queer di Cole Porter e George Cukor che attiravano una ridda di disponibili giovanotti. La serie ambientata negli anni ’50 racconta l’odissea sociale e sentimentale di un gruppo di aspiranti attori, registi, sceneggiatori alle prese con i pregiudizi della mecca del cinema a stelle e strisce in cui imperava all’epoca il Codice Hays. E così i protagonisti, tutti bravissimi, da Darren Criss a David Corenswet, da Patti LuPone a Jake Picking (nel ruolo del giovane Rock Hudson), si dibattono in un mondo dominato dai tabù sul genere e il colore della pelle, alla ricerca di un avvenire concreto che superi le barriere sessuali e razziali. Una serie attualissima nell’epoca dei tumulti per l’assassinio di George Floyd in America. Buona visione.

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