Francesco Martino ne “Gli anni amari”

Francesco Martino è un vero e proprio attore internazionale, infatti la sua vita si è divisa per parecchi anni tra Roma e Los Angeles avendo la fortuna di formarsi nelle migliori scuole.Lo abbiamo conosciuto in diverse serie TV, ma il suo battesimo al cinema è stato al fianco di Ferzan Ozpetek ne “La finestra di fronte”.

Ora lo possiamo finalmente vedere nel tanto atteso film “Gli anni amari”, al cinema dal 2 Luglio, ispirato e dedicato alla vita di Mario Mieli a cui è intitolato il circolo di cultura omosessuale. Lui che ha combattuto le prime battaglie per i diritti LGBT.



Come hai iniziato a fare l’attore?

Tutto è iniziato all’età di quattordici anni, ero un ragazzino molto timido, e quasi per caso feci un corso di teatro e misteriosamente salendo sul palcoscenico si sbloccò tutto.

Una volta provata quell’ebrezza è difficile dire non mi piace e tornare indietro, e così è successo anche a me.

Che tipo di formazione hai avuto?

Devo dirti due, una italiana molto classica ovvero l’Accademia di arte drammatica Silvio D’Amico e l’altra Americana a Los Angeles con Ivana Chubbik, entrambe durate circa tre anni l’una.


Cardigan: Paoloni, Pantaloni: Siviglia

Ti piace la vita sulla West Coast?

Beh, è molto diversa da qualsiasi città europea, in quanto è stata costruita per essere guidata e non camminata, è un po’ come se fosse una regione con vari centri abitati collegati tra loro da grandi autostrade. 

Questo ha un impatto fortissimo appena ci arrivi poi man mano capisci come rapportarti con le persone ed il modo di costruire i rapporti è anche molto diverso, sono molto più italiano sotto questo punto di vista.


Giacca e pantaloni Lardini, T-shirt: stylist’s own

“Gli anni amari” sarebbe dovuto uscire a Marzo..

Ebbene si, era previsto per il 12 marzo, ovviamente a due giorni dal lock-down, data non fortunata, e momento storico senza previsioni.

La scelta è slittata al 2 luglio proprio per non mandarlo direttamente su di una piattaforma digitale ma dando l’occasione di ritornare al cinema a tutti gli appassionati.


Parlami del film e di Mario Mieli.

Viene considerato uno dei padri del movimento di liberazione omosessuale, al tempo si chiamava così l’attività per la difesa dei diritti, che in quel periodo erano totalmente assenti.

Io personalmente ne sapevo pochissimo e quando ho letto la sceneggiatura e ho visto che quarant’anni fa a Sanremo si teneva un convegno per capire se l’omosessualità fosse una malattia psichiatrica da curare con l’elettro shock, mi ha fatto rabbrividire.


Giacca e pantaloni Lardini, T-shirt: stylist’s own

Dimmi del tuo ruolo nel film.

Io interpreto Corrado Levi, compagno storico di Mario Mieli, intellettuale, architetto, attivista e fu anche uno dei primi personaggi sposati con figli a fare coming out, cosa totalmente inaudita al tempo con il rischio di licenziamenti e linciaggio. Il quale fondò una pratica simile a quella del movimento femminista, ovvero quella di ritrovarsi e parlare tutti insieme delle stesse tematiche di cui non si parlava con nessuno a scopo terapeutico. Quello che fanno tutt’ora gli alcolisti anonimi.


Foto: Davide Musto @davide_musto

Styling: Filippo Casaroli @filippocasaroli

Special thanks: Mpunto Comunicazione

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