JOKER, DIETRO LA MASCHERA: 10 ANNI SENZA HEATH LEDGER

Si racconta che durante la scena del fatidico bacio gay, ne I segreti di Brokeback Mountain, Heath Ledger mise così tanto impegno (e impeto) da rompere il naso al collega Jake Gyllenhaal, con cui aveva stretto una forte amicizia già anni prima, durante i provini per Moulin Rouge!, per cui entrambi erano stati scartati. La fine della sua storia – con la morte – la conosciamo e la ricordiamo tutti, anche a distanza di dieci anni, perché con l’incertezza delle cause e l’irruenza della gioventù spezzata, aveva violentemente colpito l’opinione pubblica. Prima della sua anticipata scomparsa, Heath Ledger era impegnato sul set di Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo (2009) di Terry Gilliam, di cui sarebbe dovuto essere (e comunque lo sarà postumo) il protagonista. Erano state girate, infatti, solo le scene esterne, prima del fatidico 22 gennaio 2008, ma la produzione, dopo aver subito una fase di arresto, dichiarò di voler finire a tutti i costi le riprese, proprio per non sprecare il lavoro che il giovane aveva svolto. A lui, nelle scene di interni, si sono, così, sostituiti ben tre attori: Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law (rappresentanti le tre trasformazioni del personaggio di Heath, Tony, nelle varie dimensioni dello specchio di Parnassus) accomunati dalla decisione di prendere parte al progetto gratuitamente, come tributo al collega scomparso. Nato a Perth, in Australia, il suo nome è un prestito dal romanzo ottocentesco di Emily Bronte, Cime Tempestose, da quel protagonista, Heathcliff, di cui ne ricalca la tempra passionale. Heath Ledger era, infatti, noto per la maniacale preparazione e documentazione sui personaggi che interpretava. Durante le riprese de, Il Patriota (2002) visse nella foresta per calarsi al meglio nei panni di un soldato coloniale, durante il periodo della Guerra d’Indipendenza americana, mentre per Lords of Dogtown (2005) ottenne in prestito i vecchi abiti del leggendario skater Skip Engblom. Molto più che dal destino insito nel nome, però, quello di Heath sembra essere stato segnato dai personaggi a cui si è prestato e che costituiscono un lascito immortale. Dopo la morte improvvisa, si è impresso nelle menti con la maschera tragica e distruttiva di Joker, l’antieroe per eccellenza, indossata ne, Il Cavaliere Oscuro (2009) diretto da Christopher Nolan. Il modo strano di parlare, dovuto nella finzione alle due cicatrici che ne disegnano il ghigno, fonte di aneddoti agghiaccianti, il modo goffo di ravvivarsi i capelli, sporchi, verdastri, quasi plastici, soprattutto i discorsi anarcoidi: un universo immaginifico, costruito trascorrendo sei settimane di preparazione isolato in una stanza d’albergo, annotando su un diario il lavoro quotidiano e concentrandosi sulla ricerca di una voce e una postura iconiche, in accordo all’aggressività di Joker. Il risultato è: «uno psicopatico senza coscienza delle sue azioni, un sociopatico assoluto, un assassino di massa a sangue freddo, con zero empatia», ma anche il ruolo più divertente della propria carriera. Un talento interrotto, il volto di un ragazzo destinato a un successo più grande, come conferma l’Oscar, vinto postumo, come miglior attore non protagonista (2009) proprio per il ruolo di Joker.

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