La nostra top list 2020, tra prime volte streaming e battaglie culturali, il mondo ha continuato a girare

Vignette a cura degli artisti del colletivo @sputnink_

Di sicuro, è stato un anno di rottura. Dalla diffusione, a macchia d’olio, di una pandemia fuori controllo che ci ha colti del tutto disarmati, agli elenchi di regole improvvisati che andavano di pari passo con i dpcm. Quelli si, di sicuro la vita ce l’hanno cambiata. Valori della famiglia riscoperti, panificazioni e corsi di cucina riempiono le pagine dei social, mentre i balconi di tutta Italia si danno appuntamento alle 18.00 per il live del giorno, sotto gli slogan “Andrà tutto bene” e “Ne usciremo migliori” che tali sono rimasti, appunto slogan.
La nostra cartina politica ha assunto le sembianze di un puzzle con le calde sfumature del tramonto, o dell’alba se vogliamo darle accezione “positiva”. A proposito, mai termine fu più ostile di questo, negli ultimi mesi.

La scoperta del vaccino ha scatenato l’inferno, tra esperti virologi e medici improvvisati, come se già non ne avessimo avuto abbastanza da negazionisti e terrapiattisti.
Adesso i NO-VAX chiudono l’anno portando alta la bandiera della diffidenza con polemiche su effetti collaterali irreversibili e controlli globali attraverso la potentissima rete 5 G per mano di Bill Gates.

È di Re Giorgio la prima sfilata trasmessa integralmente in televisione e in contemporanea su armani.com. Una scelta responsabile e popolare, presa in seguito alle restrizioni messe in atto a causa della pandemia. La Giorgio Armani spring summer 2021, in passerella a porte chiuse, raggiunge il grande pubblico, mentre le collezioni Emporio Armani uomo e donna vengono presentate in digitale sulle piattaforme emporioarmani-buildingdialogues.com e Camera Nazionale della Moda Italiana.
Dopo essere stato il primo a effettuare una congrua donazione agli ospedali di Milano e Roma e alla Protezione Civile, per far fronte all’emergenza, non ha perso un’occasione per tenere alti i riflettori su un sistema già di per sé sofferente, facendo arrivare la bellezza agli occhi del mondo, senza arrendersi mai.

In un anno così delicato e di grande riflessione, anche la maison Valentino fa sentire al mondo il valore della sua identità, ritornando a sfilare a Milano, in via del tutto eccezionale, dopo 13 anni. Una scelta etica che ha voluto sostenere anche la Camera della Moda Italiana. «Questo momento senza precedenti, dovuto alla pandemia COVID-19, ci ha portato a riconsiderare dove presentare la nuova collezione Valentino, scegliendo così di sfilare per questa stagione a Milano anziché Parigi».

Ce lo aspettavamo live e come un evento senza precedenti, il debutto di Miuccia e Raf Simons come co-direttori di Prada. E in effetti lo è stato ma tutto in streaming e con uno sguardo più intimo, il “Dialogue” che ha visto i due direttori creativi interagire, coinvolgendo gli utenti da tutto il mondo con le loro domande. E visto che è l’anno delle prime volte, la trasmissione della spring summer 2021 su Tik Tok si è rivelata un’altra rivoluzione di grande successo.

Miuccia Prada e Raf Simons

Il movimento #Blacklivesmatter, scoppiato in seguito all’ennesimo caso di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine americane su George Floyd, è un vero atto di ribellione, a livello globale, alla lunga lista di violenze praticate a discapito degli afroamericani.
Il grido d’aiuto pronunciato tra la vita e la morte, col fiato spezzato da quel ginocchio tenuto troppo a lungo sul collo “I can’t breathe” ha mosso le coscienze di tutto il mondo che si è rifiutato di rimanere in silenzio, riportando l’attenzione sulla questione razziale come priorità costituzionale.


Una scia di sangue che ha attraversato l’oceano e che ha macchiato anche il nostro Paese, con la tragica morte del giovane Willy Monteiro Duarte. Pestato da quattro bulli con precedenti, dei giganti per un ragazzino indifeso che era intervenuto per evitare a un coetaneo la fine che invece è toccata a lui. Premiato da Sergio Mattarella con la Medaglia d’Oro al Valor Civile “per il suo altruismo e il suo coraggio”.

Murale dello street artist Ozmo realizzato a Paliano

Un vero big bang, dal punto di vista estetico, si compie con la rivoluzionaria visione della Maison Gucci, sotto la guida del Direttore Creativo Alessandro Michele, che introduce il concetto di no-gender nella collezione autunno – inverno 2020-21, facendo sfilare un modello con un abitino a quadretti con tanto di colletto da educanda e fiocco in vita. Un calcio mirato a ogni stereotipo, non per semplice provocazione, ma per una decisa dichiarazione di libertà.

Anche le modelle si uniscono per combattere un ideale di bellezza stereotipata e ingessata, già da diversi anni per fortuna. Ma visto che questo 2020 non si è fatto mancare niente, ancora su Gucci si puntano i riflettori, per un caso di body shaming ai limiti dell’assurdo, anche perché ha visto accanirsi un cospicuo numero di utenza femminile sulla modella armena Armine Harutyunyan, lanciata dalla Maison fiorentina (nel 2019) nella lista delle modelle più sexy del mondo, come proposta per le passerelle di Milano.
E via d’insulti e giudizi estetici da tutti i leoni da tastiera che dall’alto della loro esperienza hanno ritenuto Armine inadeguata a falcare le passerelle e a rappresentare l’ideale di bellezza e femminilità sulle pagine delle riviste di tutto il mondo, dove, proprio quel tribunale ha contribuito a farla finire.
Armine guarda avanti e si gode il primo goal della sua carriera.

Armine Harutyunyan

Un election day senza fine, con un Donald Trump, senza più carte in mano e per niente pronto ad accettare la sconfitta contro il nuovo inquilino della Casa Bianca Joe Biden. La sua vittoria ha assegnato, con il favore di tutta l’opinione pubblica mondiale, la vicepresidenza alla prima donna di colore della storia Kamala Harris, la quale ha dichiarato con fierezza “Sebbene io sia la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima. Penso a intere generazioni di donne che hanno battuto la strada per questo preciso momento. Penso alle donne che hanno combattuto e sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti, comprese le donne afroamericane, spesso trascurate ma che spesso dimostrano di essere la spina dorsale della nostra democrazia”.
Gli eventi che hanno interessato queste giornate, sono stati, senza dubbio, fonte d’ispirazione per i meme più creativi della storia delle elezioni.

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata