LIDIA VITALE: UNA DONNA, MILLE DONNE

Per Lidia Vitale fare l’attrice è sempre stato non solo un sogno, ma una vera e propria vocazione. Intrapresa la strada della recitazione fin da giovanissima, cresce professionalmente sotto la sapiente ala di Francesca De Sapio, tra i volti de Il Padrino – Parte II. Dopo il conseguimento della laurea in Sociologia, la carriera di Lidia sboccia: dall’esordio nel 2000 con il film Il furto del tesoro, di Alberto Sironi, allo spettacolo teatrale Solo Anna, dedicato alla grande Magnani, l’attrice prende parte in diversi progetti di successo. Tra le produzioni più recenti che la vedono come interprete, ricordiamo in particolare Vangelo secondo Maria, film di Paolo Zucca, e Maschile plurale, sequel di Maschile singolare.

«Chissà quante belle avventure ci aspettano!» direbbe oggi Lidia Vitale alla sé bambina che aspirava a una vita sul set. E di avventure, in effetti, l’attrice ne ha vissute tante, al cinema, in televisione e a teatro. È lei stessa a parlarcene, guardando entusiasta al futuro e alle mille altre donne che nuove produzioni le daranno occasione di interpretare.

Lidia Vitale
Lidia Vitale, ph. Azzurra Primavera

Lidia Vitale: «Ciascun ruolo che ho interpretato nel corso della mia carriera è andato di pari passo con la mia evoluzione personale»

Nel corso della sua ventennale carriera da attrice, si è sempre interfacciata con ruoli femminili importanti (per esempio, a teatro si è calata nei panni della grande Anna Magnani). Quale tra questi ha sentito più suo? Perché?

Ciascun ruolo che ho interpretato nel corso della mia carriera è andato di pari passo con la mia evoluzione personale. Ognuno di essi mi ha permesso di fare un passo avanti, di approfondire un aspetto della mia intimità o ha accresciuto le mie conoscenze in qualche ambito. Oppure, mi ha portato a scoprire luoghi nel mondo che mai avrei pensato di visitare. Mi è molto difficile sceglierne uno. Sicuramente l’incontro con Anna Magnani rappresenta il confronto, specie in termini di tempo, più ampio. In qualche modo ci siamo scelte a vicenda. O forse lei ha scelto me. Di sicuro grazie a lei ho avuto e continuo a stare in un processo intimo importante e singolare. 

Nel nuovo film Maschile plurale, sequel di Maschile singolare, interpreta il ruolo di Gaia Trevis, una famosa critica gastronomica. Quali aspetti contraddistinguono maggiormente questo personaggio?

Gaia è una donna con un gran bisogno di riconoscimento. Lo sono quasi sempre i personaggi di ‘potere’. Rispetto alla storia è sicuramente un elemento che mette in discussione il protagonista, lo espone alle sue insicurezze ma allo stesso tempo risulta una spinta ad osare e migliorarsi. Mi piace creare questo tipo di conflitti costruttivi.

Altro progetto recente che la vede tra i suoi interpreti è Vangelo secondo Maria, film di Paolo Zucca, in cui lei è Anna, madre di Maria. Che ruolo gioca il suo personaggio nel corso della narrazione? E, in generale, che esperienza è stata calarsi nei suoi panni?

Anna è una donna rappresentativa di quello che significa per me ‘introiettare il patriarcato’. È l’emblema della donna che ha fatto dell’abuso la sua normalità. Ultimamente mi capita spesso di interpretare questo tipo di ruoli. Forse è proprio perché oggi conosco molto bene questo tema e cerco di evitare in ogni modo di cadere nella trappola di replicare – ancora, nostro malgrado – certi modelli ancestralmente radicati in noi.

Vangelo secondo Maria
Lidia Vitale interpreta Anna, madre di Maria, nel film Vangelo secondo Maria

«Ci sono così tante donne da esplorare… sogno di esplorarne il più possibile»

Dal momento che temi quali la donna e il suo desiderio di autodeterminazione sono fortemente presenti all’interno del suo percorso, le chiedo: cosa consiglierebbe a una giovane donna che intende avvicinarsi al mondo della recitazione?

Rimani sempre fedele a te stessa, onesta rispetto alla tua verità. Dedica il tuo lavoro a te stessa. Continua a porti delle domande e provaci finché non succede, perché mentre ci provi stai già creando le condizioni affinché accada.

Parlando di sogni nel cassetto, c’è un ruolo che le piacerebbe molto interpretare, al cinema, in televisione o a teatro? Quale?

Il sogno lo sto già realizzando. Ancora oggi guardo quella bambina inconsapevole che voleva fare l’attrice e mi commuovo. Sono colma di gratitudine per aver perseverato, per quello che la vita mi ha regalato e per quello che ancora mi riserva. La guardo e le dico: “Chissà quante belle avventure ci aspettano!”. Ho una figlia, Blu Yoshimi, che è un essere speciale, un’anima libera. Un’artista eccezionale che ha scelto di fare l’attrice con gioia e autonomamente, nonostante le difficoltà che la vita le ha messo davanti, avendo io scelto questa strada prima di lei.

Ci sono così tante donne da esplorare… sogno di esplorarne il più possibile e di dar luce alla mia prima regia del lungo che ha vinto lo sviluppo sceneggiatura AMA’.

Potrebbe raccontarci qualcosa in anteprima riguardo ai suoi progetti futuri? La vedremo presto in qualche nuova produzione?

In post produzione ci sono la serie Netflix Mrs Playmen (interpretata da Carolina Crescentini) e il film Death Do Us Part di due giovani registi americani: Abigail Ory e David Chavez Grant. In uscita anche il film internazionale Verona di Timothy Scott Bogart.

Con la talentuosa Miriam Yacoubi Furniss alla regia, attendiamo festival di prestigio che ospitino il suo After The Very End con un cast internazionale d’eccezione. In ultimo, abbiamo tre cortometraggi ultimati (mi piace mettermi a servizio di nuovi talenti): Due Sorelle di Antonio de Palo (insieme a mia figlia Blu Yoshimi); Il Taglio di Jonas di Rosario Capozzolo (in collaborazione con l’Arte nel Cuore Onlus) e Tutti Uccidono di Francesco Puppini.

Lidia Vitale
Lidia Vitale, ph. Azzurra Primavera
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