BIGMAMA E LA SAD: I LOOK UNCONVENTIONAL DI SANREMO BY LORENZO SEGHEZZI E ANGELO CRUCIANI

Il 74esimo Festival di Sanremo si è ufficialmente concluso. Tanti i volti che anche in questa edizione hanno saputo lasciare il segno, con esibizioni e brani che il palco del teatro Ariston difficilmente riuscirà a dimenticare. Come ogni anno, poi, a far parlare giornali e web sono stati i look indossati dagli artisti: dai bizzarri outfit firmati Moschino sfoggiati da Dargen D’Amico alla “tuta gold” Maison Valentino di Mahmood, gli outfit di Sanremo 2024 non sono sicuramente passati inosservati. E a proposito di moda, due giovani designer emergenti dal gusto originale e distintivo hanno particolarmente attirato l’attenzione. Parliamo di Lorenzo Seghezzi, ideatore dei look indossati da BigMama per il suo esordio al Festival, e Angelo Cruciani, mente dietro agli outfit punk portati sul palco dai La Sad.

Non solo capi, ma pezzi meticolosamente studiati e realizzati ad hoc per trasmettere uno specifico messaggio. Questo il punto-chiave che caratterizza e accomuna le collezioni dei due designer. Creativi dalla visione fresca e attuale con l’obiettivo di diffondere valori importanti attraverso la moda.

Lorenzo Seghezzi: a Sanremo 2024, una vera Queer Revolution

Milanese, classe 1997. Lorenzo Seghezzi sviluppa fin da piccolo una spiccata passione per il disegno e per tutto ciò che è in grado di stimolare la sua vena creativa. Profondamente innamorato dell’arte, della moda, dei viaggi, il giovane designer prima si iscrive al corso triennale in Fashion Design presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), poi, nel 2019, fonda il suo brand omonimo destinato a calcare passerelle e… il tanto ambito palco dell’Ariston.

Da sempre molto vicino alle cause in favore della comunità arcobaleno, Lorenzo Seghezzi non poteva vestire artista migliore della prorompente BigMama, anch’essa paladina dei diritti e voce contro le ingiustizie sociali. In occasione del Festival, la cantante campana diventa un autentico simbolo; un manifesto che, con le creazioni firmate Lorenzo Seghezzi, promuove una vera e propria Queer Revolution. I capi pensati dal designer per il debutto all’Ariston dell’artista descrivono un percorso dal nero al rosso, ponendo al centro di ogni outfit il corsetto, pezzo identitario di Seghezzi.

Durante la prima serata sanremese, BigMama indossa un look total black; una versione in chiave squisitamente contemporanea del ball gown edoardiano di inizio Novecento. Un abito realizzato a regola d’arte, in grado di valorizzare la silhouette grazie a un lungo corsetto rigido fino ai polpacci e una miriade di balze in tulle e popeline. Con la seconda serata del Festival, l’outfit della cantante è ancora una volta nero, lasciando però intravedere dei dettagli in rosso. E, a sorpresa, il look entra pienamente nel suo vivo nel momento in cui BigMama leva la gonna per dare spazio a leggins stampati rosso fuoco tempestati da strass neri “queer revolution”.

Lorenzo Seghezzi e il look per BigMama alla serata delle cover: «Mai come in questo outfit lo scopo è stato esaltare la bellezza della cantante»

Il giovane stilista milanese continua poi a stupire con l’outfit pensato per la serata dedicata a cover e duetti. Un’energica BigMama, affiancata da Gaia, Sissi e La Niña, conduce un’esibizione esplosiva tutta al femminile, indossando un corsetto Lorenzo Seghezzi nero su base nude, sovrapposto a una catsuit in latex firmata Vinnoire. «Mai come in questo outfit lo scopo è stato esaltare la bellezza della cantante, incorniciando la silhouette con materiali opposti tra loro: all’elasticità del latex si oppone la rigidità delle stecche in acciaio del corsetto». Così afferma il designer, fiero della sua creazione.

Si arriva quindi alla grande finale, la sera della resa dei conti definitiva per i protagonisti in gara. BigMama calca il palco dell’Ariston con un look total red, composto da un’enorme crinolina, un leggerissimo chiffon di seta e, immancabile, un corsetto in pieno stile Lorenzo Seghezzi. Un abito volutamente somigliante agli antichi costumi del passato che l’artista sfoggia come fosse una vera regina contemporanea. Anche in questo caso, non manca il fatto di voler trasmettere un messaggio forte e chiaro: BigMama incoraggia a scrollarsi di dosso i pregiudizi della gente e le cattiverie subite. Esattamente come il lungo drappo di tessuto che fa da gonna all’artista, il negativo deve essere lasciato alle nostre spalle. Solo così sarà davvero possibile sentirsi liberi.  

Angelo Cruciani: con i La Sad il punk rivive in epoca contemporanea

Cantiano, provincia di Pesaro Urbino, città culla del Rinascimento italiano. Proprio qui nasce Angelo Cruciani, un giovane talento che, ispirato dalla ricchezza della sua terra d’origine, non poteva che innamorarsi perdutamente dell’arte. Una passione che lo porterà poi a esplorare il mondo della creatività fino a raggiungere lo sfavillante universo della moda. E lì Angelo Cruciani sente di aver finalmente trovato la sua missione di vita: proporre la propria visione del fashion design lasciando il segno. Lo stilista inizia il suo percorso nel mondo della moda facendo il modello, poi, dopo aver studiato e messo a frutto un suo personalissimo stile, fonda il marchio Yezael.

Il suo talento si fa ben presto conoscere in lungo e in largo conquistando show e passerelle. E, ciliegina sulla torta, arrivando addirittura fin sul palco dell’Ariston. Per il Festival 2024, il designer veste il collettivo La Sad, anticonformista, punk e oltre gli schemi; esattamente come l’estetica dei capi pensati dal giovane Cruciani.

In occasione della terza serata della kermesse, i tre giovani artisti hanno sfoggiato un omaggio al punk di Vivienne Westwood, indossando pezzi vintage e custom made firmati Yezael abilmente orchestrati dallo stilista marchigiano. Irriverenza e provocazione: queste le parole chiave che hanno contraddistinto il look dei La Sad; un tripudio di manette e spille da balia, borchie e catene.

Lorenzo Seghezzi e Angelo Cruciani
Look firmato Angelo Cruciani per la terza serata sanremese dei La Sad

Si arriva poi alla serata delle cover, in cui la punk band porta sul palco un’energica performance al fianco di Donatella Rettore. Per l’esibizione, l’outfit sfoggiato dai La Sad è sicuramente peculiare; un look avvolto in numerosi giri di scotch con la scritta “Fragile”. E proprio in quest’ultimo termine si cela il messaggio che Cruciani intende trasmettere: l’importanza di non nascondere la propria fragilità umana. Il tutto è stato poi pensato per rendere omaggio a quelle persone che si prendono cura degli altri e per sottolineare il senso di precarietà dell’esistenza.

Lorenzo Seghezzi e Angelo Cruciani
Look firmato Angelo Cruciani per la serata delle cover dei La Sad

Angelo Cruciani: «Le minoranze che non si sentono rappresentate dal lusso hanno avuto il loro momento di visibilità. La nostra presenza sul palco è la testimonianza che la moda non è solo un’industria ma soprattutto uno strumento di grande comunicazione»

«Sanremo è il palco più importante d’Italia; quest’anno la priorità non era quella di esserci in versione istituzionale ma quella di sostenere artisti che portano messaggi. Con La Sad abbiamo un rapporto di lunga durata ma il sodalizio è avvenuto nel momento in cui sono state accettate le mie proposte anticonvenzionali. Oggi più che mai essere obbedienti è sinonimo di paura; con tutto il rispetto per la società, il coraggio quest’anno era la mia priorità. Stimolare il pubblico non con i prodotti ma con la libertà creativa.

Volevo mostrare come ancora del punk c’è bisogno; la ribellione è stimolo culturale». Queste le parole dello stesso Cruciani, che poi continua dicendo: «Le minoranze che non si sentono rappresentate dal lusso hanno avuto il loro momento di visibilità. La nostra presenza sul palco è la testimonianza che la moda non è solo un’industria ma soprattutto uno strumento di grande comunicazione. Le fragilità umane hanno bisogno di uscire dalla vergogna ed essere riconosciute e curate; la salute viene prima dei vestiti, i concetti prima dell’estetica. Questa credo sia una sana evoluzione per non perdersi nell’individualismo e nella superficialità».

«Collaboro da dieci anni con i principali artisti e agitatori culturali del panorama musicale: i Maneskin, Ghali, Elodie, Achille Lauro, Rosa Chemical e tantissimi altri. Abbiamo scelto la musica proprio per il suo potere di influenzare il costume. È il mezzo che, più di qualsiasi altro, può sostenere un cambiamento necessario a quel mondo più dolce in cui tutti speriamo».

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata