Marco Bozzato, dal palcoscenico alle passerelle

Ballerino, modello e cittadino del mondo. Si è formato a La Scala di Milano e all’English National Ballet School di Londra. Marco Bozzato ha tutte le carte in regola per un futuro di successo e in questa intervista ci racconta quanto il vivere nuove esperienze sia indispensabile per capire bene chi si è veramente, cosa si può fare e fino a che punto ci si può spingere.

@marcbozz


Credits: Foto di Dmitry Maximov

Quando hai capito che il balletto era la tua passione? 

Non c’è stato un momento in cui è scattato qualcosa e ho capito che la danza era la mia passione, è sempre stata parte della mia vita da quando ho iniziato a quattro anni ed è stata una cosa graduale e inconscia. Quando ho iniziato a maturare mi sono reso conto di quanto realmente mi piacesse quello che già stavo facendo e così è andata.


Credits: Foto di Dmitry Maximov

Qual è il tuo più grande ricordo del balletto?

Uno dei miei più bei ricordi è sicuramente quello del mio primo spettacolo a San Pietroburgo. 

Dopo vari problemi burocratici legati al visto, ero finalmente libero di poter andare in scena e così ho fatto il mio primo spettacolo e ho avuto il mio primo ruolo da solista con il Teatro Mariinsky.

Un altro ricordo speciale è sicuramente quando ho avuto l’onore di ballare un pezzo di passo a due con una delle mia ballerine preferite, Alina Somova.


Credits: Foto di Ksenia Kirsanova

Ti sei mai sentito come se volessi rinunciare? Cosa ti ha aiutato a superarlo?

Capita spesso di scherzarci ma non ho mai pensato di lasciare la danza seriamente, perché anche nei momenti più brutti è il modo in cui io riesco a sfogarmi, liberarmi e sentirmi leggero, prova a chiederlo a qualsiasi ballerino, ballare è peggio di una droga.  

La sensazione che provo quando ballo – intendo quando ballo veramente con tutto me stesso – è qualcosa di troppo grande, potente e bello per poterci rinunciare.



Sei anche un modello, come hai iniziato questa carriera? 

Ho iniziato fare il modello subito dopo un infortunio che mi ha tenuto distante dalla sala di danza per quasi un anno. 

Dopo il diploma, mi ero rotto il legamento crociato – atterrando da un salto – poco dopo l’inizio del mio primo contratto di lavoro come professionista e sono dovuto tornare in Italia per operarmi. Sapendo che la riabilitazione sarebbe stata dura e molto lunga, la moda è una cosa che mi ha sempre affascinato e visto che mi sono guardato tutte le stagioni di America’s Next Top Model almeno quinci volte ho pensato di provare a realizzare anche questo mio sogno. 

Quindi appena ho ripreso a camminare dopo l’intervento mi sono messo in contatto con delle agenzie e così che D’Management ha deciso di rappresentarmi e affiancarmi un questo percorso.


Credits: Foto di Antonino Cafiero

La tua formazione da ballerino ti aiuta sul set fotografico?

Di sicuro la mia formazione mi permette di avere una consapevolezza e un controllo del mio corpo che chi non ha studiato danza classica per tanti anni non ha.

La difficoltà sta però nel prendere tutta la disciplina e il controllo insegnatami e trasformarli in scioltezza e naturalezza quando sono sul set.


Credits: Foto di Anastasia Senikova

Ci sono delle esperienze che ricordi con particolare piacere?

Una delle mie esperienze preferite – come modello – è di sicuro quella che ho fatto per Vogue e l’hotel St Regis a Roma l’anno scorso, aggiungerei anche la campagna che ho scattato e girato sui tetti di Parigi per Alphatauri. 

Oppure un’altra esperienza memorabile è stato il mio primo fashion show a San Pietroburgo per DLT. Sono state cose totalmente diverse tra loro ma tutte divertenti, appaganti e ragioni di crescita.


Credits: Foto di Daniel Estrada Gutierrez

Anche se siamo sicuri che non ci siano mai due giorni uguali, come è la tua “giornata tipica”?

In effetti è raro che io abbia giornate uguali nella mia vita ma in linea di massima la mia giornata tipica al momento inizia con la lezione di danza la mattina poi finita la lezione e fatto un po’ di stretching prendo il mio book e giro per Milano tra casting e shooting.


Credits: Foto di Diana Materukhina

Hai un account Instagram straordinario e un ottimo seguito, quali consigli potresti darci per distinguerci sui social?

Per quanto riguarda Instagram e i social media in generale io penso che il segreto sia quello di essere se stessi, di non copiare quello che fa il mondo ma di essere più possibile fedeli a quello che si è davvero, alla propria estetica e stile, ai propri gusti e ai propri pensieri. Oggigiorno la gente quando deve capire chi è una persona la prima cosa che fa è cercarla su Instagram, ai casting molto spesso ti chiedono il tuo nickname per vedere cosa, quanto e come pubblichi. Sinceramente anch’io sono il primo che appena mi arriva un lavoro vado a cercarmi ogni membro del team su Instagram così da farmi un’idea delle persone con cui lavorerò. Quindi quello a cui dobbiamo fare attenzione è proprio che l’impressione che il mondo ha di noi dai nostri profili social rappresenti al meglio quello che siamo davvero.


Credits: Foto di Diana Materukhina

Dove ti vedi nei prossimi cinque o dieci anni? 

Questa è una domanda molto difficile per me.

Io vivo tutto molto alla giornata e programmare il futuro non mi piace, anche se sinceramente tra cinque o dieci anni non mi immagino una vita molto diversa da quella che ho ora, a me piace la mia vita. Me la immagino migliorata, le mie carriere cresciute e io di sicuro più maturo, con occhi che vedono le cose diversamente, alla fine non si smette mai di imparare. Quindi per rispondere a questa domanda ti dico che mi immagino vivendo un update, un miglioramento, della mia vita attuale se così si può dire! 


Credits: Foto di Daniel Julia Orisha

Special thanks:

Marco Di Ciuccio – D’Management

Credits: Foto in evidenza di Emilio Tini

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