A San Siro, nella settima data del suo tour negli stadi, Marco Mengoni porta, davanti a 60 mila persone, la magia della sua essenzialità. Perché è proprio vero che la musica per arrivare non ha bisogno di fronzoli e di forzature ma deve essere un concentrato naturale di emozioni e talento. A questo basti aggiungere una voce e un timbro unici, oltre che una personalità carismatica, e il gioco è fatto. Marco Mengoni incarna l’artista perfetto. Per la sua genuinità, per la sua capacità di stare su un palco come quello di San Siro senza dimenticarsi delle sue origini, delle sue radici e del percorso intrapreso e portato avanti, sempre con grande umiltà. Un cantante che andrebbe fatto studiare a chi decide di vivere la musica.
Marco Mengoni insegna e lo fa con la forza della sua fragilità e del suo stare al mondo. Lo fa ringraziando a più riprese chi gli ha permesso di essere lì, su quel palco, in quel momento: il pubblico a cui dedica un Grazie cantato dimostrando il potere della sua voce.
Molto si potrebbe dire del ragazzo che ha vinto Sanremo nel 2013 con L’Essenziale e nel 2023 con Due Vite. In dieci anni di strada ne ha fatta tanta, eppure su quell’enorme palco si comporta come fosse una semplice prima volta, emozionando e lasciandosi emozionare, urlando e facendo cantare a squarciagola, divertendosi insieme alle migliaia di persone presenti.
Tutte le anime di Marco Mengoni
Gli basta poco per far capire fin da subito ai presenti che quello che avrebbe portato sul palco non sarebbe stato un concerto qualunque. Questo però si è sempre saputo. Perché, che piaccia o meno, Marco Mengoni on stage ci sa stare e lo dimostra a più riprese.
Si parte con Cambia Un Uomo ed Esseri Umani e la risposta del pubblico non tarda ad arrivare, anzi, le voci di migliaia di persone si uniscono alla sua a significare l’affezione verso il giovane artista nato a Ronciglione.
Mengoni ha più anime, non solo musicali, e le tira fuori tutte in circa 2 ore e mezza di concerto tra grandi classici del suo repertorio come Pronto a Correre, Ti Ho Voluto Bene Veramente ma anche successi da album precedenti come Atlantico con i singoli Voglio, Muhammad Ali, Hola (I Say).
Non si risparmia sul palco milanese celebrando la musica a 360 gradi. Rock, pop, rap: dove gli altri non arrivano, Mengoni lo fa. Complice una voce che spazia tra note acute e più profonde e un’estensione vocale che deriva anche dalla passione per un genere come il blues che lo ha formato, attraverso veri e propri idoli, come Tina Turner, recentemente scomparsa e omaggiata dal cantante 34enne.
I duetti con Elodie e Ernia
Ad accompagnarlo nelle performance di Pazza Musica e Fiori D’Orgoglio, rispettivamente una Elodie in total white e un talentuoso Ernia, che hanno caricato il pubblico colto di sorpresa. Ed è proprio la contaminazione forse il segreto di Marco Mengoni, che attingendo ad un passato rock alterna cover come quella di Psyco Killer dei The Talking Heads a sonorità più commerciali con Mi Fiderò e No Stress, pur mantenendo la sua impronta vocale, in grado di rendere unico ogni suo brano.
Marco Mengoni e il valore di Essere Umani
E’ però nei momenti di massima intimità col pubblico e canzoni come Luce, Guerriero, Buona Vita che il Marco Mengoni con le M maiuscole si apre in un grido emozionato, ricordandoci come il sentirsi diversi, talvolta soli, a volte estranei a ciò che ci circonda, ci deve dare la forza per prendere in mano la nostra vita. Momenti di confidenza tra artista e proprio pubblico che si riflettono nella scelta di affidare a Drusilla Foer, attraverso un video, la presentazione della band, manifestando ancora una volta il valore e il significato più profondo dell’Essere Umani, e non c’è miglior persona a ricordarcelo di Marco Mengoni che, come un Muhammed Ali messo al tappeto ma rialzatosi ogni volta, sigla il suo riscatto personale in una cornice magica, diventando un tutt’uno col pubblico.
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