MATTIA CARRANO, STAR (DUE VOLTE) DI PRISMA: «E IO CHE NON VOLEVO NEANCHE FARE L’ATTORE…»

Mattia Carrano, senza aver mai studiato recitazione, viene catapultato da sua madre ai casting per la serie Amazon Prime Prisma, firmata da Ludovico Bessegato, già autore di Skam Italia. «Mi hanno selezionato per interpretare addirittura due gemelli, Marco e Andrea. Io che sono figlio unico!», scherza l’attore. In attesa della seconda stagione di Prisma, Mattia Carrano è stato premiato da MANINTOWN ai Next Generation Awards, in occasione della Mostra del Cinema di Venezia ed è la cover story di questo mese.

Nato a Roma il 13 maggio 2000, ha frequentato le scuole superiori all’ITS Rossellini e studia come montatore. «Purtroppo non l’ho finito», racconta Mattia. «Andai un anno in Ungheria con mamma, che è nata lì. Parlo ungherese madrelingua, ma ho difficoltà a scriverlo. Fui costretto a ricominciare dal primo anno. Lo supererai ma, tornato in Italia, dovevo ricominciare daccapo. Lasciai. Rifare più volte le stesse classi senza essere mai stato bocciato, mi sembrò un po’ too much. È andata così. Non ho avuto belle esperienze a scuola. Ero iperattivo. Stare seduto? Volevo morì…  Mi hanno anche mandato dallo psicologo della scuola. Io volevo solo fare cose sempre diverse, per questo facevo tanto sport. Non penso che la scuola sia brutta, questa è la mia esperienza. Altri si sono trovati bene». 

Total look Valentino Mattia Carrano
Total look Valentino

«Per uno come me era complicato anche studiare la parte. Però riuscivo a vivere quel ruolo e Ludovico evidentemente lo ha notato»

Partiamo dall’inizio: quindi non eri formato come l’attore quando hai passato il provino…

No. Zero. E non volevo neanche fare l’attore! Ma ci ho messo anima e corpo, ho provato ed è andata, anche se non sapevo niente. Mi chiedo sempre cosa Ludovico Bessegato abbia visto in me. Gliel’ho chiesto spesso, ma non mi ha mai risposto. Per uno come me era complicato anche studiare la parte. Però riuscivo a vivere quel ruolo e Ludovico evidentemente lo ha notato. Da lì mi sono dovuto mettere sotto

Per studiare recitazione, intendi?

Esatto! Ho sempre amato il cinema, ma pensavo di fare il regista o lavorare dietro la macchina da presa in altri ruoli. Era mia mamma a dirmi fin da piccolo «devi fare l’attore». 

In Prisma, Andrea vuole partire ma la madre non è d’accordo, mentre per Marco lei decide che deve fare nuoto. Cosa pensi delle aspettative dei genitori dei figli? Tua madre ha fatto più o meno la stessa cosa con te?

Sì, è vero. Credo che i genitori ti dicono sempre cosa vorrebbero che tu facessi. Vanno ascoltati, ma poi devi avere la ‘cazzimma’ di fare quello che vuoi. 

«Mi è cambiata la vita. Faccio più o meno le stesse cose, ma con un lavoro che mi permette di viaggiare e mi apre un sacco di porte»

Prisma è uscito un anno fa: un bilancio?

Mi è cambiata la vita. Faccio più o meno le stesse cose, ma con un lavoro che mi permette di viaggiare e mi apre un sacco di porte. Ho gli amici di prima. Conosco tantissime persone, ma l’amicizia è altro. Non sono una persona che si fida tanto. Sarebbe una cavolata dire: «Sono la stessa persona di prima, non mi è cambiato niente, perché io ho i piedi per terra». Sì, puoi anche avere i piedi per terra, ma vai sui red carpet, agli eventi, i fan ti scrivono, ti riconoscono per strada. Poi dipende da come lo vivi. Io resto più o meno lo stesso: ho iniziato che avevo 21 anni, ora ne ho 23. Cresco, imparo, maturo… almeno spero. Ero fidanzato, purtroppo non lo sono più. 

In Prisma interpreti due gemelli con due caratteri opposti. Come ti sei sentito alla fine delle riprese, dopo essere passato in continuazione da un ruolo a un altro?

Ho lavorato tanto sul linguaggio del corpo. Il cambiamento era istantaneo. Faccio sempre un esempio: se mi siedo sul divano, di lato, a gambe chiuse, braccia conserte, do una certa impressione. Se mi metto in mezzo al divano con le gambe aperte, spavaldo, ne do un’altra. Quello era il punto di partenza. Non avendo studiato recitazione, mi è venuto in mente di partire da là. Poi aggiungevo una voce diversa, un linguaggio diverso e tutto ciò che richiedeva il ruolo. Dopo il set cerco sempre di distaccarmi, mentre tanti colleghi fanno l’opposto: restano nel personaggio. Io non ce la facevo. Durante le riprese vivevamo a Latina, la sera tornavo in albergo e studiavo la parte per il giorno dopo. La mattina di nuovo sul set. In hotel c’erano gli altri del cast e la troupe, quindi alla fine non stacchi mai completamente

Prisma nasce da un’idea di Alice Urciuolo e Giovanna Cristina Vivinetto, licenziata dal liceo Kennedy di Roma perché trans. A gennaio ha vinto la causa perché il licenziamento non era per giusta causa, ma per discriminazione di genere. Cambierebbe qualcosa, per te, nell’avere una docente trans?

No, perché? L’importante è che tu sappia insegnare, che ti prenda cura di me come alunno..

Total look Fendi Mattia Carrano
Total look Fendi

«Mi chiedo sempre perché dobbiamo darci delle etichette. Si ha paura della libertà di essere chi si vuole e si cerca il proprio posto»

La contestazione era il modo di rompere gli schemi negli anni ‘60 e ‘70. Ora ci siete voi, una generazione a volte definita apatica: è così o semplicemente il cambiamento lo vivete e basta? Prisma può essere considerato un manifesto politico?

Prisma non l’ho mai visto come un progetto politico, ma avrebbe le carte per esserlo. In realtà racconta la vita quotidiana dei ragazzi. Una volta mi chiesero perché stavano esplodendo le serie teen. Perché, secondo me, hanno smesso di fare serie per ragazzi e incominciato a fare serie che parlano di ragazzi. Per strada mi fermano più quarantenni che ragazzi e ragazze. Evidentemente è un progetto che smuove le acque. 

La vostra generazione viene descritta come fluida. Sentite il bisogno di definirvi?

Non l’ho mai capita questa cosa. Mi chiedo sempre perché dobbiamo darci delle etichette. Si ha paura della libertà di essere chi si vuole e si cerca il proprio posto. E poi si va in cerca della libertà di essere se stessi, di fare ciò che si vuole, di essere felici. A me non sono mai piaciute le etichette.

Alcuni anni fa su Netflix c’era una serie che si chiamava Living with yourself, dove il protagonista si ritrova a vivere con il suo doppelgänger. Interpretare due gemelli, ti ha fatto scoprire un Mattia con cui non vivresti neanche pagato?

Io con Mattia non vivrei proprio! Avendo un carattere abbastanza forte, due Mattia sarebbero un po’ “too much”. 

Total look Dior Mattia Carrano
Total look Dior

«Sono così: se riesco a vedere il punto di arrivo ho bisogno di cambiare, di fare qualcosa di più difficile che non so fare»

Nel tuo recente passato ci sono i mondiali di un’arte marziale coreana. Perché hai lasciato?

Quando tornai da Los Angeles dopo i mondiali di Hwa Rang Do mi ruppi i crociati. Sono stato ingessato per tre mesi dall’anca alla caviglia, fui costretto a una lunga riabilitazione, ma non recuperavo. Mi dissero di allenarmi in vasca, ma su e giù dentro una vasca non fa per me. Scoprii la pallanuoto, che è un po’ un MMA del nuoto. È stato un periodo molto particolare della mia vita. Sono così: se riesco a vedere il punto di arrivo ho bisogno di cambiare, di fare qualcosa di più difficile che non so fare

Total look Fendi, shoes Hogan
Total look Fendi, shoes Hogan

Dopo Prisma, progetti per il futuro?

Non se ne può parlare. Abbiamo girato la seconda stagione di Prisma, ma non so quando andrà in onda. 

Si parla tanto di AI. Hai paura di essere sostituito da un computer?

È una cosa che mi fa venire i brividi. Credo che l’arte cinematografica morirebbe. Fellini diceva: non esistono film belli o brutti, esistono film vivi o morti. Con l’intelligenza artificiale, secondo me, i film nascono morti. Non c’è un’emozione, non c’è una persona che un giorno ha detto: “Cavolo che idea!” Ed è corsa a parlarne con altre persone per farne un film. Manca l’enfasi, l’amore per quello che si fa, l’emozione di raccontare agli altri quello che hai in testa

Total look Alexander McQueen
Total look Alexander McQueen

Credits:

Editor in chief Federico Poletti

Photographer Davide Musto

Stylist Sara Castelli Gattinara, Vanessa Bozzacchi – Other Agency

Make-up Eleonora Mantovani – Simone Belli Agency

Hair Elena – Contestarockhair

Photographer assistant Valentina Ciampaglia

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