Addio a Peggy Moffitt, la modella icona rivoluzionaria di stile e libertà femminile

peggy moffitt

Peggy Moffitt, una delle figure più emblematiche dello stile e dell’emancipazione degli anni Sessanta, si è spenta all’età di 87 anni a Beverly Hills, in California, dopo una lunga battaglia contro una malattia. Il suo nome è indissolubilmente legato alla moda di quel decennio, grazie non solo al suo lavoro come modella, ma soprattutto al suo ruolo di musa ispiratrice per il marito, il fotografo William Claxton, e per il visionario designer Rudi Gernreich, che la consacrò alla storia facendole indossare il controverso monokini.

Peggy Moffitt monokini
La modella Peggy Moffitt in uno scatto del 1964 di suo marito, William Claxton, con il costume da bagno monokini disegnato da Rudi Gernreich

Nel 1998, Carla Sozzani organizzò una mostra d’avanguardia che celebrava la triade creativa formata da Moffitt, Claxton e Gernreich. La mostra, accompagnata da una pubblicazione, esaltava la fusione tra la fotografia innovativa di Claxton, conosciuto per i suoi ritratti di musicisti jazz, e le audaci creazioni di Gernreich, reinterpretate con eleganza senza pari da Moffitt. La simbiosi tra la modella e i due artisti generò una serie di immagini iconiche che restano tra le più rappresentative di quel periodo di grande fermento creativo.

Carla Sozzani, riflettendo sul lascito di Moffitt, ha dichiarato sui social: «Peggy è stata molto più di una modella; è stata un faro di libertà ed emancipazione femminile, una musa inesauribile per il marito William Claxton e per il designer Rudy Gernreich. Il suo stile, il suo taglio di capelli distintivo e il suo make-up sono diventati simboli di un’epoca indimenticabile.»

peggy moffitt Pierre Cardin
Peggy Moffitt con un abito Pierre Cardin in uno scatto di William Claxton del 1965

Il mondo la ricorda soprattutto per uno scatto che ha segnato la storia: nel 1964, Peggy Moffitt posò per una fotografia in topless, indossando il monokini, un costume da bagno che all’epoca fece scandalo per la sua audace esposizione del seno. Realizzata dal marito William Claxton, la fotografia fece il giro del mondo, incarnando lo spirito di ribellione e il desiderio di libertà che caratterizzava il movimento femminile dell’epoca. In un contesto storico in cui le donne iniziavano a rivendicare con forza i propri diritti, quella foto divenne un potente simbolo di cambiamento.

Peggy Moffitt Rudi Gernreich
Peggy Moffitt con una creazione di Rudi Gernreich in uno scatto del 1968

Il look di Moffitt, però, non si limitava alla sola audacia del monokini. Il suo iconico taglio di capelli, noto come “Five point cut”, le fu realizzato all’inizio degli anni Sessanta dal celebre stilista Vidal Sassoon, e rifletteva le influenze del movimento Bauhaus. Questo haircut, moderno e geometrico, divenne talmente influente da essere adottato anche dalla stilista Mary Quant, un’altra icona di quel periodo. Non meno rivoluzionario fu il suo make-up, ispirato al teatro kabuki, che comprendeva ciglia finte e un eyeliner marcato, elementi che si inserivano perfettamente nelle tendenze grafiche dell’epoca.

La straordinaria parabola di Peggy Moffitt e il legame con Rudi Gernreich

Nata a Los Angeles, Peggy Moffitt intraprese la sua carriera nel mondo della moda a Parigi, sul finire degli anni Cinquanta. Tuttavia, prima di diventare una figura di spicco nel fashion system, Moffitt aveva studiato recitazione e danza, discipline che plasmarono profondamente il suo stile. La sua formazione artistica si rifletté in ogni aspetto del suo lavoro, in particolare nel suo modo di posare, caratterizzato da una fluidità e un’eleganza che la resero inconfondibile.

La sua vita professionale fu strettamente legata a quella di Rudi Gernreich, un designer di origine austriaca che, a soli 16 anni, emigrò negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo. Gernreich si distinse come uno dei creativi più innovativi e anticonformisti della sua epoca, spingendo i confini della moda con le sue idee rivoluzionarie. Fu il primo a utilizzare materiali come il vinile e le plastiche per creare abiti, e nel 1972 lanciò il “No-Bra“, un reggiseno privo di ganci che si indossava come un pullover. Peggy Moffitt non fu solo la sua modella preferita, ma anche la sua musa, incarnando alla perfezione lo spirito rivoluzionario delle sue creazioni.

Gernreich fu tra i primi a esplorare il concetto di moda unisex, mettendo in discussione le convenzioni di genere attraverso il design. Come egli stesso dichiarò nel 1970: «Il concetto di unisex è una dichiarazione totale sull’uguaglianza tra uomini e donne. Le diverse nature sessuali non hanno più bisogno di essere sostenute dalle differenze nell’abbigliamento. Unisex rivela la nostra comune umanità, senza nasconderla né confonderla.»

Peggy Moffitt Rudi Gernreich book
La cover del libro The Rudi Gernreich Book del 1991

L’eredità di Peggy Moffitt e Rudi Gernreich rimane ancora oggi un esempio straordinario di creatività e audacia, un testamento alla capacità dell’arte di sfidare e trasformare le convenzioni sociali. La loro collaborazione continua a essere fonte di ispirazione, ricordandoci quanto sia potente l’alleanza tra arte e libertà, in un’epoca in cui rompere con gli schemi precostituiti era tutt’altro che scontato.

Come Moffitt stessa dichiarò nel The Rudi Gernreich Book, descrivendo il legame che la univa al designer: «Senza Rudi non sarei stata una modella dotata e innovativa. Senza di me, lui non sarebbe stato un designer d’avanguardia geniale. È stato divertente, stimolante, una vera collaborazione, e sì, è stato amore.»

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