Roma incubatrice dei giovani talenti del menswear

Nella città eterna, mecca degli antichi saperi e di nuovi miti, sono Italo Marseglia e Federico Cina i trionfatori nella categoria menswear di ricerca dell’ultima edizione di Altaroma chiusasi pochi giorni fa, di scena al Pratibus District di Viale Angelico 52.

Il primo, emerso già da alcune stagioni, assertore di un nuovo corso della moda italiana dominato da sostenibilità e virtuosismi sartoriali sviluppati anche in chiave industriale da esportazione, ha creato per la nuova passerella sperimentale di talenti ‘Rome is my runaway’ nata in seno ad Altaroma a luglio 2019 per promuovere i creativi più interessanti di Roma e del Lazio, una minicollezione da uomo demi-couture. Capi freschi, candidi e gentili, immacolati e in tessuti ricercati e aggraziati, che tratteggiano il Dolce Stil Novo della moda.

Concorda con questo giudizio anche la bellissima talent scout e fashion consultant Simonetta Gianfelici, membro della illustre giuria del premio ‘Who is on Next?’ che appunto afferma: “Il menswear è una new entry per Altaroma. Anche alcune scuole di fashion design di Roma come l’Accademia di Costume e Moda propongono degli stili maschili sempre suggestivi e interessanti da cui trarre spunto”. E aggiunge:”Direi che la grande rivelazione di quest’anno, che io ho portato a Showcase un anno fa, è Federico Cina, vincitore del premio Franca Sozzani Who is on next? E del Pitti Tutoring & Consulting Prize.

Lo stilista romagnolo che ha esordito ad Altaroma in passerella a gennaio, nello show collettivo dei finalisti della competizione internazionale di Fashion Design, sulla base di un progetto no-gender ha reinterpretato magistralmente le sue radici in chiave sartoriale proponendo sulle note struggenti di Luigi Tenco, con la sua visione fresca e originale, il patrimonio estetico local esemplificato dalle fantasie delle tovaglie romagnole”. Tutti d’accordo, stampa e buyer, nel decretare il vincitore di quest’anno.

Ma non sono mancati altri spunti interessanti provenienti da altre idee alternative destinate all’uomo e provenienti sempre da ‘Rome is my runaway’ nuovo incubatore delle tendenze moda. Molto interessante per esempio è il mantra cyber-etnico di Gall che ha mandato in passerella un guerriero metropolitano un po’ survivor arabeggiante dall’immagine futuribile e ricercata con i copricapi reinventati della legione straniera, “quasi un Lawrence d’Arabia calato nella metropoli direi” commenta Gianfelici.

La sostenibilità è un focus importante delle collezioni dei giovani talenti della kermesse della settimana di moda romana, Vanta docet. “E’ un marchio da tenere d’occhio, in passerella hanno sfilato capi nati dal recupero delle prove colore delle industrie tessili che riportavano i codici numerici della campionatura”, l’uomo di Vanta ha il pollice verde e abbina ai suoi pants con coulisse e alle sue bluse boxy bicolori delle borsette green che sono in realtà piantine su vasi da portare a mano.

Originale anche la proposta di Programma che spazia fra militare e coloniale per un gusto minimal-chic “un uomo négligé ma raffinato nei dettagli” come chiosa Gianfelici. Colpo d’occhio anche su una elegante giacca sahariana con martingala, stampata a motivi batik e vista in pedana nello show finale di Accademia Koefia che ha siglato una partnership con l’ambasciata indonesiana. “Il mainstream del menswear attualmente non è molto influenzato dalle idee alternative degli stilisti. L’unico ambito in cui vedo una vera sperimentazione è lo streetwear e lo sportswear dove l’innovazione è di casa. C’è anche un ritorno al dandismo attraverso il paradigma dei sapeurs africani per un menswear eclettico, ravvivato da tinte bold e da echi afro”.

Foto: Dragone courtesy of Altaroma

In copertina: Accademia Factory 19

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