Rosana Auqué, l’artista del cielo e dei fiori

Rosana Auquè è una giovane artista di origine colombiana che scopre la passione per l’arte sin da bambina, avvicinandosi alla pittura all’età di 11 anni per poi proseguire gli studi d’arte al liceo e all’università, tra Cambridge, Colombia e Italia. 

Il risultato di questa lunga formazione emerge nelle sue opere che risentono fortemente delle ispirazioni della sua terra di origini e dell’Italia, due culture che continuano ad avere un grandissimo influsso sulla sua creatività, abbinate poi all’ispirazione dei maestri del Rinascimento e dell’arte moderna come Monet e Klimt. Il risultato sono opere colorate, gioiose e piene di gratitudine verso la natura.

Com’è nata la tua passione per l’arte e quando hai capito avresti voluto diventare un’artista?

Il mio interesse per l’estetica e per le cose belle della vita è nato da bambina, penso che la missione più importante di un’artista sia quella di cercare e di creare bellezza e così è stata la mia mentalità sin dagli inizi. Come diceva Dostoyevski “la bellezza salverà al mondo”, ed io ci credo profondamente.

Quando avevo 11 anni, ho cominciato a dipingere sistematicamente e a maturare la mia passione per l’arte, ho scoperto da quel momento che sono nata per fare l’artista.  Oggi, 19 anni dopo, continuo a creare la mia arte. Nel corso di questi anni ho lavorato sulla creatività e sul particolare interesse per il colore, esplorando nuove forme e tecniche posso dire che finalmente ho trovato il mio linguaggio artistico, quello che mi fa sentire a casa e in piena autenticità: la natura astratta.  



Parlaci della tua formazione…

Nel 2002, quando andavo al Liceo in Colombia, ho iniziato a frequentare delle lezioni extrascolastiche con dei maestri d’arte che venivano ogni settimana a casa. Ricordo che mio papà mi aveva destinato uno spazio speciale a casa vicino alla biblioteca per studiare, dove trascorrevo quasi tutti i giorni. Dopo essermi diplomata, mi sono trasferita in Inghilterra, per iniziare a studiare arte e pittura all’università di Cambridge; in quel periodo, ho passato due anni magnifici, per poi ritornare in Colombia e concludere la laurea in arte a Bogotà, all’Università De Los Andes.

Nel 2017 sono venuta in Italia per frequentare un Master all’Istituto Marangoni focalizzato sulla moda, e ad oggi continuo a vivere a Milano, una città che mi ha accolta e che mi nutre molto di cultura.

Ti dividi tra la Colombia e l’Italia, due paesi ricchi di arte e contrasti. Che influsso hanno queste due nazioni nel tuo lavoro?

Entrambe le culture, sia quella colombiana sia quella italiana, hanno un grandissimo influsso sulla creatività. Il mio più grande interesse, che si evidenzia in ogni creazione, è quello di trovare l’equilibrio tra il colore e la forma.  L’attrazione per il colore viene senz’altro dalle mie radici colombiane. La felicità che ti fa sentire il colore è unica! E questa gioia e libertà cromatica sono caratteristiche del folklore colombiano, così come l’accoglienza e la libertà in senso generale, tutti valori con cui sono cresciuta. Dell’Italia ho colto sicuramente la forma: l’interesse concettuale per quello che sto dipingendo, il fatto di approfondire l’argomento di mio interesse e creare una forma sistematica e disciplinata.

Il lasciarmi ispirare dai grandi artisti Italiani che più ammiro, dai maestri del Rinascimento ma anche quelli moderni e contemporanei, sentendo in ogni momento la presenza di una grande storia, o meglio, la più affascinante storia dell’arte nel mondo.



Le tue opere partono spesso da ispirazioni musicali, come è nato e come hai sviluppato questo legame musica-arte?

In realtà questo legame è nato in maniera organica. Da piccola i miei genitori mi hanno inculcato la passione per la musica. Ascoltavamo musica di ogni genere assieme e questa è una passione che ho continuato a coltivare negli anni.  Ho cominciato a dipingere i paesaggi dopo aver ascoltato “La Primavera” di Vivaldi, e da quel momento è stato inevitabile non immaginare la natura mentre ascolto la musica classica. Quando chiudo gli occhi, le immagini vengono a me: i campi di fiori colorati, la composizione e dimensione di ogni pittura. Senza alcun pensiero specifico, si tratta solo di sentire.

Sei stata definita l’artista del cielo e dei fiori. Come è nata questa passione per la natura e i colori?

Penso che questa passione sia stato il risultato di tante cose. Principalmente perchè mi piace guardare il cielo e i fiori. Tant’è che le persone più vicine a me, ogni volta che vedono un tramonto mozzafiato, delle belle nuvole o dei fiori particolari, mi inviano sempre una foto o mi chiamano; questa è una cosa bellissima perché così si crea un legame umano basato sull’ammirazione della bellezza della natura! Prendersi del tempo per ammirare quello che vedi, il sentirti grato di essere al mondo, capire che siamo tutti qui per goderci il nostro viaggio e che la vita ci regala tante cose belle come il cielo e i fiori, è tutto per me.



Raccontaci dal lato tecnico. Come lavori e impreziosisci le tue opere?

Ogni opera comincia da una spinta: dalla musica, da un concetto particolare, oppure da un sogno che ho fatto mentre dormivo. L’importante è avere sempre un’idea di base e una direzione iniziale, anche se durante la realizzazione dell’opera le cose possono un po’ cambiare. Come materiali, lavoro principalmente con l’olio e con l’acrilico su tela. In più, mi piace utilizzare metalli preziosi come l’oro e il bronzo per accentuare dei dettagli nell’opera e renderla più ricca ed interessante. 

Le tele che utilizzo sono principalmente quadrate (non rettangolari), ma di recente preferisco quelle rotonde, soprattutto per la serie dei cieli che sto dipingendo perché la forma circolare dona un senso di infinità e che il paesaggio si spande al di là del quadro. 

Quali sono le opere che hanno rappresentato per te un passaggio importante nel tuo percorso?

Sicuramente il lavoro di Monet ha influenzato molto il mio lavoro. I suoi paesaggi mi hanno colpita significativamente, in particolare la serie di “Water Lilies”. Penso sia affascinante che prima di dipingere questa serie, Monet abbia piantato e coltivato a casa sua quel giardino che ha poi ritratto sulla tela; è come pensare che prima di avere il pennello in mano, lui ha creato un capolavoro con i fiori veri, il processo creativo è nato da molto prima!

Un altro artista che ha avuto e continua ad avere un grande effetto su di me è Gustav Klimt e il suo utilizzo dell’ornamentazione e dell’oro nelle opere, trovo particolarmente meravigliosi i suoi dipinti di fiori e paesaggi pieni di dettagli e di colore.

Quali sono i tuoi luoghi preferiti in Colombia e in Italia che ti ispirano e ti ricaricano?

Il mare e i suoi paesaggi mi fanno sentire a casa, danno un senso di quiete che mi ispira. È un’esperienza che coinvolge tutti i sensi: il tatto della sabbia scaldata dal sole, l’aroma di freschezza, la musicalità delle onde. È un ambiente che non pretende niente da te, lì c’è solo pace e luce. Sicuramente i luoghi che più mi ricaricano di energia sono Santa Marta in Colombia e Napoli in Italia.

Quali sono i prossimi progetti e sfide per il futuro?

Continuare a dipingere è la mia più importante missione. Voglio fare questo, continuare nella mia crescita e ricerca pittorica. In più, voglio portare questo mio mondo ad altre situazioni e oggetti di uso quotidiano, creando la possibilità di vivere l’arte e la bellezza a 360°. 

Al momento sto lavorando per creare una fondazione d’Arte in Colombia, dove tutti i bambini possano avere accesso alla migliore educazione artistica, avendo l’opportunità di scegliere l’arte come un percorso reale di vita. Penso che una società che pone al centro la cultura e l’amore per la bellezza sia destinata al successo e ad un futuro più inclusivo. Questo nutrimento verso la cultura spero porti consapevolezza ad ogni persona della responsabilità che ha nella società, e la spinga a creare un mondo migliore in cui vivere. Infine vorrei portare ottimismo e ispirare le persone a nutrire la propria anima come solo l’arte sa farlo.

Photographer: Riccardo Albanese

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