Simone Pollastri: «Date importanza al tempo, lavorate su voi stessi, e non fermatevi mai»

Solare, determinato e indubbiamente ingegnoso: Simone Pollastri, classe 1998, è più di ciò che sembra. Con il suo mix di stile e predisposizione in ambito digitale, oltre a costruire il proprio percorso da solo, oggi conquista i propri fan attestando che ci si può dedicare a molteplici passioni allo stesso tempo.

Siamo riusciti ad avere un po’ del suo prezioso tempo per riflettere sull’evoluzione in campo mediatico, futuro della moda e i cambiamenti che influiranno sulle esperienze nel settore creativo post-epidemia. 

Di che cosa si occupa la tua professione?

La mia professione si occupa di comunicazione, advertising e mondo del fashion. Nello specifico io sono un videomaker/director che opera nel campo della moda. Mi occupo di fashion film, campagne di advertising per vari brand come Moonboot, Superga, Dolce & Gabbana, Guess, Sara Giunti, Ermanno Scervino, LIUJO e tanti altri con i quali ho collaborato nel corso degli anni. Ho 21 anni, vivo a milano e come spiega la mia bio di instagram “both sides of the camera” di lavoro mi occupo anche di altro, lavorando come influencer e modello con l’agenzia Wannabe Management che mi rappresenta. Grazie ad essa, ho portato a termine progetti molto belli come campagne per Vans, Ellesse e tanti altri progetti digital che mi vedono in veste di talent per l’appunto. Una sorta di doppia personalità: davanti e dietro la telecamera. 

Come vedi il futuro del mondo della moda e dell’ambito creativo post-epidemia?

Mi ritengo fortunato perché per il tipo di lavoro che faccio come talent posso lavorare ovunque da casa o in giro per il mondo. Cosa diversa invece per quanto riguarda lato video in cui i progetti richiedono la mia presenza sul set etc. Sicuramente questo scenario che stiamo affrontando in questo periodo porterà a cambiamenti nel settore della moda, nuove tipologie di lavoro che prenderanno sempre più piede vedi lo smart working, nuovi canali di comunicazioni nuove piattaforme, una tipologia diversa nell’approccio a progetti di vario genere. Bisogna prendere questo periodo storico e farne tesoro per il futuro, imparare da quello che sta succedendo adesso per migliorarsi e migliorare tutti insieme una volta ripartiti. Spero fortemente che quello che stiamo vivendo in questo periodo serva soprattutto a far capire l’importanza di portare contenuti autentici in grado di sensibilizzare le grandi masse che seguono i talent su tematiche di vita concreta reale di tutti i giorni, non del “sogno Instagram” passatemi il termine che si cerca di far credere. Alla gente serve autenticità. 

Con l’avvento dei social, in particolar modo nel corso di questo periodo di instabilità economica e sociale, a tuo parere quale sarà lo scenario che cambierà maggiormente da ora in poi?

Una cosa che mi ha fatto riflettere molto in questo periodo è che nonostante io con i social ci lavori, prima che questa epidemia scoppiasse il social era visto come lo strumento che divideva le masse, la gente, l’opinione pubblica andava a togliere importanza alla relazione pubblica. Mentre adesso che ci troviamo chiusi in casa costretti a dare un nuovo valore al tempo, viene dato un nuovo valore anche ai social che sono visti invece come strumento di unione per informare e unire un popolo intero. Sicuramente il mio settore, così come tanti altri, sta subendo e subirà una forte battuta d’arresto dovuta a questa situazione e probabilmente lo scenario sarà quello di un settore che si ripartirà ma basandosi in gran parte il mondo della moda su eventi, relazioni pubbliche, sfilate, progetti, experience etc avrà bisogno di un pò di tempo prima che questa grande macchina torni a funzionare a pieno regime.

Quali sono le mosse che secondo te il sistema moda deve attuare per accingersi a un’etica di miglior impatto?

Cercare di diventare l’intero settore moda più SOSTENIBILE possibile. Come? Riducendo gli impatti ambientali per l’intero settore sulla produzione, utilizzando materiali riciclabili ed eco-sostenibile e cercando di ridurre al minimo i consumi. Ci sono già molte grandi azienda che hanno abbracciato questa policy per esempio Diesel con la quale ho avuto modo di collaborare ha lanciato la sua collezione Diesel-Up cycling for fatta di materiali riciclati da altri capi e messi insieme per formare un capo iconico. Ma adesso devo dire in generale che il settore moda essendo avanguardista è molto propenso a politiche di questo gente favorevoli all sostenibilità e come Diesel ci sono tante altra realtà. 

 A tuo parere, verso che rotta si sta orientando il settore creativo? E cosa punta a raggiungere in questi tempi?

Di questi tempi secondo me la creatività rimane sempre un arma a nostro favore, a cui far fronte se affiancate ad una buona iniziativa per lanciare un messaggio che possa aiutare o essere di conforto o di informazione alle persone. Quindi credo che i talent in un momento come questo debbano sentirsi stimolati e in dovere di mettere a disposizione la loro creatività, unire le forze per cercare di trasmettere un qualcosa di reale, che sia un messaggio positivo o di informazione di qualsiasi tipo farlo arrivare a più gente possibile. Ad esempio, sto partecipando in questi giorni ad una bellissima iniziativa proposta da Lacoste che ha deciso di affidare la gestione della sua pagina social alla creatività dei talent al fronte di creare una community di persone con scambi di idee  e opinioni di ogni tipo. Si disegna l’iconico coccodrillo di Lacoste sotto una nostra nuova interpretazione e lo si condivide sui nostri canali social creando un vero e proprio engagement e si mette a disposizione la nostra creatività per il brand. Un gesto semplice ma che può portare anche solo un sorriso o un po di felicità per tutte quelle persone che vogliono abbracciare l’iniziativa. 

Cosa ti spaventa di più appena cesserà l’epoca Covid-19?

Non è il cosa mi spaventa di più, perché come già dicevo prima sono convinto e ho già messo in contento che il nostro settore ripartirà, seppure con calma e con i suoi tempi, ma ripartirà e torneremo con il tempo a pieno regime. Ma il discorso è proprio questo, ovvero che non sappiamo di quanto tempo in realtà stiamo parlando di quando si ripartirà di quando si potrà tornare alla normalità e questo mi spaventa molto. Non è il cosa mi spaventa di più, perché come già dicevo prima sono convinto e ho già messo in contento che il nostro settore ripartirà, seppure con calma e con i suoi tempi, ma ripartirà e torneremo con il tempo a pieno regime. Ma il discorso è proprio questo, ovvero che non sappiamo di quanto tempo in realtà stiamo parlando di quando si ripartirà di quando si potrà tornare alla normalità e questo mi spaventa molto. 

Come cambierà il tuo lavoro dopo l’epidemia?

Non credo cambierà radicalmente perché come dicevo prima faccio un tipo di lavoro che mi consente di lavorare circa ovunque da casa dalla palestra in viaggio. Di certo all’inizio saranno ridotti gli eventi di moda ci sarà meno possibilità di relazionarsi con persone del settore per poi ripartire piano piano. Per il resto credo che cambieranno le tipologie di progetti per lo meno all’inizio viaggi per lavoro e progetti simili saranno in stand-by e inizierà a prendere piede a livello lavorativo anche Tik Tok che ormai è una realtà assodata già da tempo. 

Riflessioni conclusive?

Spero che questo tempo possa servire ad ognuno di noi per riprogrammarsi, rimettere ordine nella propria vita e soprattutto dare un nuovo valore al tempo e non sprecarlo mai. Inoltre credo che questo momento ci debba insegnare l’importanza delle piccole cose, in un momento così difficile per tutti il sapere di non essere soli, ma di avere i familiari, un abbraccio un sorriso sono tutti piccolo destri che nella vita di tutti i giorni non ce ne rendiamo conto ma adesso iniziamo ad assumere un significato speciale. Date importanza al tempo, lavorate su voi stessi, organizzate i vostri progetti futuri, ma non rimanete fermi. Mai.

Instagram: @simpll8

®Riproduzione riservata

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata