The Ferragnez: sì, la vita è tutto un post

The Ferragnez

Quella della serie The Ferragnez, prodotta nientedimeno che da Amazon e già venduta a scatola chiusa in tre quarti di mondo, è la più spettacolare mise en abyme degli svolgimenti narrativi italiani degli ultimi anni.

Il termine, che deriva dal lessico araldico – dove, per rappresentare un legame di parentela, veniva inserito lo stemma di una famiglia nobile all’interno di quello di un’altra famiglia – in letteratura viene usata quando un’opera contiene in sé un’altra opera, la quale tratta gli stessi argomenti dell’opera che la contiene.

Esempio tipico: l’Amleto di Shakespeare, allorché il pallido principe decide di allestire lo spettacolo L’assassinio di Gonzago costruito sul tema di un fratricidio, per chiarire se, durante la rappresentazione del dramma, il comportamento di suo zio Claudio gli riveli se è stato lui a uccidere suo fratello, cioè il papà di Amleto.

The Ferragnez, la serie TV


La crew

Qualcosa del genere accade in The Ferragnez: ci viene fatto credere che ciò che stiamo vedendo è un docufilm, laddove la presenza del nome nei titoli di coda di Peppi Nocera, autore e scrittore bravo e competente, fa scattare l’allarme.

Il metareality The Ferragnez

Sullo schermo c’è, casomai, un metareality, ovvero un reality su un reality in cui tutto è stato scritto, approvato e ratificato dalla coppia stessa se non anche dal figlio Leone, il più bravo di tutti a fingere di essere sé stesso. Fateci largo, The Matrix e The Truman Show, che passiamo noi. 

Chiara è solare, determinata, self-confident, sempre a suo agio, da un consiglio d’amministrazione alle coccole al figlio, truccata alla perfezione anche quando fa l’ecografia della seconda nascitura, Vittoria, neanche fosse la protagonista dello spot di Nuvenia Pocket. Fedez è un’appendice nella migliore accezione possibile.

Lui è un capitolo nella vita della moglie, un brufolo ma carino nella di lei vita organizzata come un Filofax; è ombroso, umbratile, di origini umili, tracagnotto, vorrebbe dormire mentre Chiara desidera fare stories su stories.

E, in più, si fa perculare perfino dal figlio, visto che dopo ore e ore di make-up teatrale per sembrare Babbo Natale, è immediatamente sgamato dal biondo e bellissimo pargolo. 

Chi sono i The Ferragnez

Come in un film neorealista o un documentario sulla Germania in guerra, in The Ferragnez gli altoborghesi (Chiara e le sue sorelle sono esponenti della Cremona bene, quella di dentisti, notai, avvocati e farmacisti), sono biondi e più gradevoli esteticamente.


La locandina

I poveri o ex-poveri – tranne la mamma di Fedez, sua agente, che infatti lo ignora e parla direttamente con la nuora, ma è tinta e quindi non vale – sono castani, poco interessanti, se non in versione “folklore locale” come quando lui, insicuro e imbranatissimo, va a farsi leggere le carte dalla nonna a Buccinasco, che ovviamente sbaglierà ogni pronostico. 

Tra le mura di casa di Chiara e Federico

Ma sbaglierebbe di grosso chi può considerare la coppia come un ossimoro convivente in case meravigliose e spaziosissime, dove nessuno mangia. Fedez e Chiara hanno capito che, nell’era postmoderna in cui viviamo sono evaporate le differenze tra proletari e capitalisti, tra pop e snob, tra belli e no: uniscono le loro rispettive fan base e, nel fare questo, può succedere che Donatella Versace si metta in ginocchio per fare l’orlo ai pantaloni di Leone (ve l’immaginate, Donatella Versace che si inginocchia per un marmocchio?) vestito uguale a papà – una pacchianata incredibile – prima di Sanremo.

E, al contrario, a Chiara può scappare una parolaccia “buffa”, “carina” mentre la sorella prende cantonate uditive da candidata all’Amplifon («Ma si chiama Saremo giovani o Sanremo giovani?», sbotta a un certo punto la sorellina minore Valentina, accessoriata di fidanzato bello e utile come un fuco).

L’uguaglianza lui-lei è soprattutto sul piano linguistico: lui intona canzonette che vorrebbe far capire ispirate e invece legano i denti dalla zuccherosità, lei esprime il suo entusiasmo mettendo davanti a ogni parola il prefisso –super e varia le sue profonde riflessioni sulle reciproche differenze caratteriali con due espressioni: «Fedez oggi è preso male, Fedez oggi è preso bene».


La première della serie, ph. via Ansa

The Ferragnez, dentro la coppia

Attentissimi alla visione dei loro guardaroba – tutto va pagato, contabilizzato, registrato, «vuole fattura?» – Chiara si veste Etro, Moschino e un trionfo di Versace, marchio scelto anche da lui che però sta attentissimo a far pixelare lo Swoosh della Nike sulle t-shirt (ma non le quattro frecce di Off-White) quando sono in casa: luogo dove discutono, lui sempre più incazzato col mondo, lei sempre più soavemente inflessibile ma non si scambiano gradi gesti di tenerezza o di passione bruciante.

Si direbbe che nel mega-appartamento di Fiera Milano City spiri sentimentalmente un vento gelido dentro e non fuori le mura: vedi durante una cena in famiglia Chiara, con un collier Bulgari mentre finge di deglutire qualcosa con le sorelle, non accompagna neppure a letto il figlio, che sparisce assieme alla tata.

The Ferragnez: La vita di coppia e Instagram

L’espediente della terapia di coppia (anche se lo psicoanalista non lo vediamo mai, ma ascoltiamo la sua voce fuori campo), è un perfetto meccanismo per descrivere gli alti e bassi – più bassi che alti – di una coppia che però, alla fine della prima stagione, con la nascita della figlia Vittoria, dimostrano di amarsi alla follia, nonostante le piccole incomprensioni: tutte naturalmente puntualmente registrate da troupe di tecnici, operatori della luce, cameramen, registi e suggeritori che affollano il set della pseudorealtà. E finalmente, una volta finita la prima stagione, si capisce che per scoprire davvero dove si annida l’autenticità della relazione dei due, la passione che li avviluppa serpentinamente, l’eccitazione che li fa vibrare all’unisono: su Instagram, naturalmente. È lì che ci sono i veri loro.



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