Il down di WhatsApp, Facebook e Instagram. Il blackout più lungo della storia dei tre social di Zuckerberg

Il collasso più lungo della storia (circa 6 ore) e che si stima sia costato 6 miliardi di dollari. WhatsApp, Facebook (incluso Messenger) e Instagram hanno smesso di funzionare, in Italia e nel resto del mondo, dalle 17:40 circa ore italiane. Nell’era della digitalizzazione – soprattutto post covid19 – la paralisi del messaggio instanteo e in tempo reale ha causato danni e problematiche con ripercussioni economiche di una gravità e durata senza precedenti. Da un’inconveniente che doveva durare poco tempo è scaturito una crisi che passerà alla storia, ma che soprattutto deve farci riflettere su quanto oggi la nostra vita sociale ed economica sia connessa a queste piattaforme.

Un primo picco di segnalazioni al sito downdetector.com è arrivato verso le 17. Un picco impressionante rispetto allo standard di segnalazioni arrivate in giornata. Non è dato ancora sapere al momento quali siano i motivi del crash. Impossibile ricevere e spedire messaggi. In down ad esempio anche il sito WhtasApp web per utilizzare sul pc la piattaforma di messaggistica.

Su Twitter gli hashtag #whatsappdown, #instagramdown e #facebookdown sono diventati immediatamente trending topic: i tre hashtag in pochi minuti hanno generato un volume di circa 100mila tweet.

UN DOWN DURATO OLTRE SEI ORE CHE PASSERA’ ALLA STORIA

Questo blackout passerà alla storia per le ripercussioni sociali, economiche e anche politiche ovunque nel mondo. Imprese abituate, dall’India al Brasile, a ricevere gli ordinativi e a fare le consegne comunicando attraverso le piattaforme si sono bloccate. Non è la prima volta che accade. L’ultimo disservizio che aveva interessato le tre app dell’ecosistema di Mark Zuckerberg risale allo scorso 19 marzo e quello ancora precedente al 3 luglio 2019. Il down di marzo scorso era durato 45 minuti. Secondo l’agenzia Bloomberg la perdita economica a livello mondiale è stata valutata di 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione della connessione digitale. 

Ci sono inoltre altre conseguenze non solo di tipo commerciale: molte persone che usano apparecchiature e sistemi di domotica attivati attraverso connessioni Facebook si sono trovati all’improvviso a non poter aprire la porta di casa, accendere la tv, attivare un termostato, entrare in un sito di shopping online. Tanto per fare alcuni esempi. Pare che per alcune ore lo stesso staff di Facebook non sia riuscito a entrare negli uffici perché il «buco nero» che ha colpito il gruppo ha fatto svanire, insieme all’intera architettura di sistema, anche i meccanismi di sicurezza interna, compresi quelli di riconoscimento dei badge dei dipendenti.

Sabotaggio? Un maligno con ironia potrebbe pensare alla vendetta di TikTok!  Certi media avevano segnalato l’ipotesi della ritorsione di una ex dipendente, la computer scientist Frances Haugen, che ha denunciato in una trasmissione televisiva della CBS una serie di scelte non proprio etiche della società. Stamattina l’accusatrice di Facebook verrà ascoltata dal Congresso di Washington che l’ha convocata per un’udienza. L’ipotesi di un attacco hacker, però, è stata accantonata quasi subito ed è stata ipotizzato un problema di rete causato da un errore nella configurazione di una componente essenziale del sistema

Un disastro che ha fatto crollare il titolo in borsa. Sono infine importanti le conseguenze sempre a livello economico: Facebook chiude la giornata in borsa a Wall Street perdendo il 4,9% per poi recuperare leggermente.

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