25 Novembre – La voce dell’arte e della moda nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne

L’urlo sordo di chi muore dentro perché non sa come liberarsi da quella prigione di una vita mai immaginata.
Il coraggio ritrovato, timido, reso vano da un’indifferenza, colpevole di una tragedia, almeno quanto quella del suo aguzzino.

La giornata di oggi è un pensiero lungo e profondo come un respiro, nei confronti di tutte quelle donne che subiscono quotidianamente violenza “fisica e verbale”, tra le mura di casa, sul posto di lavoro, per le strade della città. Questa giornata, istituita dall’ONU il 17 dicembre 1999, fa riferimento al tragico evento del 25 novembre 1960, in cui le sorelle attiviste Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal vennero uccise in maniera cruenta per essersi opposte al regime dittatoriale di Trujillo nella Repubblica Dominicana.

Non è un tema da prendere sotto gamba, né da prendere in considerazione solo una volta l’anno, visto che, nel 2020, le richieste d’aiuto al numero antiviolenza sono state 1522, ovvero l’119,6% in più rispetto all’anno precedente. Che sia stato il lockdown ad acuire il problema, poco importa; quello che succede al di là delle mura domestiche è prima di tutto un problema culturale che va estirpato alla radice, alla base dell’educazione di bambini e bambine: gli uomini e le donne di domani.

Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica il programma di questa settimana ad alcuni artisti che hanno alzato la bandiera in favore delle donne che vivono in prima persona questa condizione.
Per la serie #Extraflags l’artista turca Güneş Terkol presenta When push comes to shove (Quando il gioco si fa duro), opera tratta da un’immagine avuta in sogno dall’artista durante un periodo di residenza a Londra nel 2010, in cui frequentava The Women’s Library, e da cui è iniziata una ricerca rivelatasi fondamentale per la sua formazione e per la sua pratica futura.

La bandiera porta il volto indefinito di una donna con la bocca aperta nell’atto di urlare, che al posto della lingua fa uscire un grande coltello da cucina: non si tratta di un urlo violento, ma di una manifestazione di dissenso, un gesto di resistenza e un atto di solidarietà tra donne che chiedono un aiuto e donne che questo aiuto lo ascoltano.

Inoltre, un incontro per riflettere, proprio nella giornata di oggi, alle 18.30 con il titolo di Post Human. Corpi mutanti e nuove identità con Camilla Froio, ricercatrice all’università degli Studi di Firenze.

Con la sua mostra intitolata Post Human, il curatore Jeffrey Deitch, aveva riunito i maggiori artisti della scena internazionale del tempo coinvolgendoli in un dialogo serrato sul rapporto tra arte contemporanea e i media L’esposizione intendeva esplorare le implicazioni dell’ingegneria genetica e di altre forme di alterazioni fisiche del corpo umano. Al contempo, il dibattito abbracciava le altre urgenti questioni: la pornografia, la distorsione del corpo femminile e, non ultimo, il nuovo potere dell’industria del lusso.

Anche la moda fa la sua parte. È dall’azienda marchigiana di calzature Cult che risuona il progetto speciale “The Only One Cult” limited edition, che vede il lancio di una capsule collection, proprio in questa giornata speciale, tramite una finestra speciale sul canale Instagram del brand. Attraverso una diretta, possiamo scoprire l’opera di personalizzazione di un collettivo di giovani artisti, che lavorano sotto la direzione del poliedrico artista Mariano, per un’esperienza artigianale unica e coinvolgente.

Un modello selezionato sarà venduto all’asta sulla piattaforma CharityStars e “l’intero ricavato” sarà devoluto all’associazione no profit Dress for Success che, da oltre vent’anni, supporta le donne e la loro emancipazione.

Dopo il lancio social, The Only One Cult sarà in vendita, a partire dall’autunno 2021, in selezionati shop e in esclusiva sull’e-commerce del brand, ma una parte del ricavato delle vendite verrà comunque devoluto alla medesima associazione, per continuare a dare un supporto concreto in favore dell’empowerment femminile.

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