Il percorso di Andrea Pittorino, giovane talento del cinema italiano

Giovanissimo ma già piuttosto famoso, Andrea Pittorino inizia a recitare a soli 4 anni. Comincia tutto con Un ciclone in famiglia, show diretto da Carlo Vanzina, vestendo i panni di Ambrogino. Nel 2008 ha poi partecipato alla serie Mogli a pezzi, ma l’abbiamo visto anche in Le segretarie del sestoDov’è mia figliaDon MatteoIl tredicesimo apostoloLe tre rose di Eva e Squadra Antimafia – Il ritorno del boss. Andrea è stato anche fra gli attori di L’Aquila – Grandi speranze e ha recitato anche sul grande schermo. Gabriele Muccino, ad esempio, l’ha scelto per recitare in Gli anni più belli interpretando il ruolo di Paolo Incoronato. Una lunga carriera, non sempre facile e che ha richiesto numerosi sacrifici, ma nonostante i momenti di blocco e di maggiore incertezza, ha sempre ritrovato in se stesso la conferma di una passione che lo spinge ad andare avanti in questo percorso come racconta nella nostra intervista.

Stylist: Stefania Sciortino – Assistente: Rosamaria D’Anna 

Fotografo: Davide Musto – Assistenti : Dario Tucci, Emiliano Bossoletti 

Grooming: Marta Ricci per Simone Belli Agency

Location: Palmerie Parioli – Thanks to: Sonia Rondini

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Come è iniziata la tua carriera da attore?

La mia carriera da attore inizia all’età di 4 anni, con la partecipazione alla fiction “Un Ciclone in Famiglia”, tuttavia, essendo così piccolo, di quel periodo ho ricordi piuttosto offuscati. Nonostante i miei genitori non abbiano mai fatto parte del mondo dello spettacolo, mio padre ha sempre avuto una passione per l’arte vedendo in me del potenziale e spingendomi in questo campo. La prima produzione della quale ho memoria è “Don Matteo”dove interpretavo il ruolo di Agostino, un bambino orfano ospite della Canonica. Ho poi preso parte a svariate serie televisive e all’età di 10 anni, ho girato il mio primo film che sarebbe poi stato presentato nelle sale cinematografiche italiane, “Mai Stati Uniti”. Questo mi ha permesso di visitare parte degli Stati Uniti in compagnia di mio padre. Dopo aver lavorato ad altre due produzioni cinematografiche e alla serie “Le 3 rose di Eva”, all’età di 12 anni, è arrivata l’opportunità che sognavo da tutta la vita: il mio primo film da protagonista, “La vita possibile”.

Nonostante io non abbia mai studiato recitazione, ho sempre avuto un carattere molto sensibile e ricettivo e questo sicuramente mi ha aiutato durante gli anni. Ho avuto una vita speciale, diversa da quella degli altri miei coetanei poiché, sin da molto piccolo, alternavo la scuola al lavoro e avevo già molte responsabilità.

Tra i personaggi che hai interpretato, c’è un ruolo in cui ti sei rivisto in modo particolare?

Il personaggio di Valerio, protagonista de “La vita possibile”, mi ha influenzato moltissimo. All’età di 13 anni, a seguito di questa produzione cinematografica, ho deciso di mettere in stand-by la mia carriera da attore, rinunciando così a moltissime proposte lavorative. Ho preso questa decisione perché ero stanco di dover essere diverso dagli altri, a volte addirittura negavo di fare l’attore, definendomi un ragazzo di borgata, proprio per provare un brivido di normalità. Come segno di protesta, vi è stato un periodo durante il quale ebbi delle forti crisi interiori e decisi di rasarmi i capelli, proprio perché ero convinto che in quelle condizioni nessuno mi avrebbe più proposto un lavoro da attore. Inoltre, non sono mai riuscito a costruire delle vere amicizie, tranne pochissime, sicuramente a causa della mia vita così diversa da quella degli altri adolescenti.

Durante questo periodo di transizione però, mi sono reso conto che mi mancavano terribilmente il mio lavoro. Proprio per questo poi ho ripreso a recitare.

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Quale ruolo ti piacerebbe interpretare?

Ho sempre sognato di fare film dove esista anche il “nudo”, come avviene in produzioni quali Shame di Steve McQueen, Love di Gaspar Noè, il Cattivo Tenente di Abel Ferrara e molti altri ancora. Credo esista sempre un modo per raccontare la nudità, senza cadere nel volgare.

Che rapporto hai con i social?

Con i social ho un rapporto molto conflittuale, ancora non ho ben chiaro il ruolo che questi possono e potranno avere nella mia vita. Vi è stato un lungo periodo, mentre giravo un film diretto da Gabriele Muccino, durante il quale ho deciso di eliminare completamente tutti i social, whatsapp compreso, per entrare meglio nel ruolo di Paolo, un ragazzo di altri tempi. È in questo lasso di tempo che mi sono reso conto di non aver sentito in alcun modo la mancanza di queste piattaforme e anzi, credo che la mia vita in quel periodo fosse addirittura migliore. Penso che i social non siano un buon mezzo di comunicazione per i giovani, poiché rubano tempo che si potrebbe dedicare ad altre attività. Queste piattaforme possono essere utilizzate per esprimere messaggi, ma questi ultimi non potranno mai essere così forti come lo sono quelli trasmessi tramite musica, cinema e libri.

Che rapporto hai con la moda?

Non ho mai fatto moda nella mia vita, se non qualche servizio fotografico per la presentazione di nuovi film. Il mio primo vero shooting è stato proprio questo, con Manintown. L’esperienza si è rivelata incredibile, c’è stato subito un buon feeling con tutte le persone dello staff.  Ci siamo capiti perfettamente e abbiamo lavorato molto bene insieme.

Quali sono 3 capi che non possono mai mancare nel tuo guardaroba?

Generalmente mi vesto in maniera piuttosto semplice, oggi indosso una t-shirt e un maglioncino nero, un paio di jeans neri di Diesel e un paio di sneakers di Tod’s. Inoltre, vi sono anche degli accessori che non possono mai mancare, quali anelli e collane. Diciamo che nei miei outfit non rinuncio mai ad un paio di jeans e alla mia cintura nera con le borchie. Indosso anche camicie e giacche piuttosto eleganti, mentre un capo che proprio non mi piace è la tuta. Per quanto riguarda colorazioni e fantasie, prediligo colori neutri come il nero, il bianco e il blu.

Quando vivevo a Londra compravo spesso nei mercatini di Camden Town, mi piace inserire anche pezzi low cost nei miei look.

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Look MISSONI, Cappello in pelle con visiera Louis Vuitton

Ami viaggiare? Consigliaci una meta in cui recarci appena si potrà riprendere a farlo.

Mi piace tantissimo viaggiare. A mio parere, le tre città europee più belle sono Roma, Londra e Parigi. Un’altra città che mi è rimasta particolarmente nel cuore è Kyoto, in Giappone, con le sue case tipiche e i moltissimi alberi rosa durante la fioritura.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Puoi svelarci già qualcosa?

Non so che cosa mi riserverà il futuro, perché attualmente non ho ancora progetti confermati. Posso però dirti che vorrei fare tante cose, non solo nel cinema ma anche in altri frangenti. Ho un bisogno estremo di creare e ho molte idee, ma per ora non voglio ancora svelare nulla. Spero solo che tutti i miei sogni si possano realizzare presto.

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