Andrea Marcaccini, un influencer fra arte e moda

Romagnolo, da molti anni uno dei modelli italiani più amati, anche grazie al suo aspetto romantico e selvaggio, con i capelli lunghi e i tantissimi tatuaggi che ormai ricoprono interamente il suo corpo. Andrea Marcaccini non è più solo un modello, ma da alcune stagioni ha anche una collezione di abiti a suo nome, è seguitissimo sui social, è passato anche dal mondo dei reality, e ha un presente come artista, il ruolo che sente più suo e che si augura per il futuro.

Come sei arrivato alla professione di modello?
Ho iniziato a fare il modello a 16 anni, perché mio cugino ha mandato delle foto ad una agenzia di Bologna che mi ha preso e così ho cominciato. Per curiosità. A Milano sono salito a 19 anni, dopo aver lavorato con Mikael Kenta, che all’epoca era molto popolare.

Non più modello, ma influencer grazie ai social, e altre attività. Come è avvenuto questo passaggio e quando sei diventato anche designer?
Non è stato certo voluto o calcolato, il passaggio da modello a influencer, considerando che si sono affiancate altre attività nel corso del tempo. Ho iniziato a postare sui social alcune mie foto, che hanno creato un seguito, sono arrivate le prime richieste di collaborazione, soprattutto come consulenza grafica e stilistica. Dopo tre anni di questo per molti marchi italiani, ho deciso di lanciare un mio brand.

 Parlando del tuo mondo sui social, quanti dei tuoi consigli e delle tue immagini sono sincere e non sponsorizzate?
Parlando della mia presenza sui social non posso dire che non ci siano immagini sponsorizzate, alcune legate al lavoro lo sono, ma c’è anche molta mia vita privata, anzi ci son stati periodi in cui questa era davvero tanto in primo piano. Anche gli scatti meno privati, son sempre frutto della mia creatività, della mia visione. Sono assolutamente sincero. Se sposo un brand, questo avviene perché c’è affinità e vicinanza di ideali e pensiero, per cui anche le foto legate al lavoro non risulteranno mai una sponsorizzazione asettica e finta.

 Come vedi l’evoluzione del mondo social e del ruolo dell’influencer? Come immagini il tuo lavoro da “vecchio”?
Fino a quando avranno vita e valore i social, ci saranno influencer, ci saranno alcune persone che detteranno mode, una cosa è imprescindibile dall’altra, a mio avviso. Il mio lavoro come modello è sicuramente stato un momento importante, forse un passaggio per quello che voglio fare da grande, che è più legato a dare uno sviluppo alla mia creatività in senso artistico.

Lato negativo della tua professione?
Che in realtà non puoi programmare nulla, soprattutto le cose private, quelle che la gente normale dà per scontate, come organizzarsi per una vacanza. Sei sempre sottoposto a cambiamenti dell’ultima ora, lavori che arrivano last minute, e devi spostare appuntamenti, magari deludere le aspettative delle persone che ti sono vicino, come gli amici che volevano farla con te quella vacanza e tu sei partito per lavoro verso tutt’altra direzione.

Hai un consiglio di stile da condividere?
Oltre a indossare gli abiti della mia collezione? (Scoppia a ridere, ndr). Ognuno si deve sentire a proprio agio con quello che indossa, deve mettere quello che rappresenta al meglio la propria personalità, ma se ve la sentite cercate di osare! Esprimete sempre quello che siete, anche attraverso il vostro guardaroba, per distinguervi da quello che indossano tutti. Osate!

Quale città, visto che hai viaggiato molto, ti è rimasta nel cuore? Hai un posto preferito (locale, monumento, ristorante) che ci consigli? 
Una città che mi è rimasta nel cuore e dove potrei davvero andare a vivere è Barcellona. Una città piena di fascino, si mangia benissimo, la gente è bella, c’è un bel gusto della vita. Ricordo la prima volta che ho visto la Sagrada Famiglia. Lascia senza fiato, maestosa, un capolavoro che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero vedere. Ho amato molto anche Parigi, mentre trovo eccessivamente caotica e sovrastimata New York, dove sono andato più volte, abitandoci anche quattro mesi di fila. Trovo altre città più vivibili e interessanti. Mentre è sicuramente da considerare fra le più importanti per il nostro business.

Milano: dove mangiare, dove fare l’aperitivo, il locale che ti piace di più?
Per lavoro e per diletto frequento sicuramente molti locali, ma non ce n’è uno a cui sono affezionato di più. Tendo ad andare molto in quelli in zona Moscova, perché sono vicini a dive abito. Vorrei consigliare invece un ristorante. Se vi piace la cucina giapponese e il sushi, forse non per tutte le tasche, ma Iyo, in Via Piero Della Francesca, è davvero un’esperienza culinaria, imperdibile.

Chi sei in privato? Quali altri amori hai oltre la moda?
Il mio amore più grande, in realtà, è l’arte e devo confessarti che sto strutturando questa mia passione affinché diventi un lavoro in un futuro a brevissimo. A Milano ho una sorta di factory-laboratorio, dove lavoro. Si sono interessate ai miei quadri anche altre gallerie, non solamente in Italia, ma da Londra e Los Angeles. Insomma, questa passione sta davvero diventando una parte importante di me e della mia vita. Ovviamente il mio marchio è un grandissimo amore, da quando lo abbiamo lanciato a WHITE, a gennaio, ha subito acquisito aspetti considerevoli, siamo posizionati in importanti store ed è fra i quindici best seller italiani!

Un sogno nel cassetto?
Il vero sogno nel cassetto scaramanticamente non si può dire, ma spero anche di diventare un bravo artista!

Photo| Ryan Simo
Styling| 3
Grooming| Susanna Mazzola
Photo assistant| Alessandro Chiorri
Stylist assistants| Verena Kohl, Paula Anuska, Cristina Florence Galati

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