Contaminazioni arte e vino: la nuova opera di Elisabetta Benassi per l’Antinori Art Project

Il mondo del vino rivela straordinarie contaminazioni con l’arte e in alcuni casi, come quello della cantina Antinori nel Chianti Classico, è un legame davvero storico che in questo caso parte nel 1385 e lega la famiglia Antinori alla passione per le arti: pittura, scultura, architettura, e naturalmente, l’arte di saper trasformare i frutti della terra in grandi vini. Da oltre seicento anni, la famiglia Antinori ha legato il proprio nome all’eccellenza nell’arte del vino e alla migliore tradizione mecenatistica. Due ambiti apparentemente molto diversi, ma che in realtà̀ hanno spesso proceduto in parallelo: la famiglia ha spesso affidato all’arte il compito di raccontare i valori e la storia della loro casata, il cui stemma è anch’esso un’opera di pregio artistico, uscita agli inizi del ‘500 dalla bottega fiorentina dello scultore e ceramista Giovanni della Robbia.

Veduta aerea della Cantina Antinori
Veduta aerea della Cantina Antinori

L’Antinori Art Project

Una relazione di lunga durata la cui sintesi è la nuova cantina inaugurata nel 2012, una struttura scavata nelle terre del Chianti Classico, che raccoglie dipinti, ceramiche e antichi manoscritti e numerose opere site specific create per raccontare questo legame speciale tra mondo del vino e l’arte. Concepito dall’architetto Marco Casamonti, l’edificio affonda nelle profondità della collina ricoperta di vigne e si immerge letteralmente nella terra con le sue linee sinuose, una sorta di invito alla comunione con la natura.

Da qui è nato un vero e proprio progetto Antinori Art Project che muove dall’idea di creare una naturale prosecuzione dell’attività̀ di collezionismo che fa parte della tradizione della famiglia, indirizzandola però verso le arti e gli artisti coevi. Antinori Art Project è infatti, una piattaforma di interventi in ambito contemporaneo, realizzata in collaborazione con curatori affermati, che raccoglie sotto un’unica progettualità̀ coerente tutte quelle messe in campo in questo settore. In questo modo la cantina è diventata un punto di riferimento non solo per gli appassionati del vino ma anche dell’arte e di tutti quelli che amano il bien vivre.

La nuova opera site specific di Elisabetta Benassi

Tra le new entry è l’opera site specific di Elisabetta Benassi che è partita da un telegramma che il compositore Giacomo Puccini inviò al Marchese Piero Antinori nel 1910, in occasione della Prima dell’opera lirica La fanciulla del West alla Metropolitan Opera di New York. Per l’occasione, l’artista ha realizzato un tappeto – La fanciulla del West, 2023 – in cui viene trasposto proprio quel celebre telegramma che racconta dell’eccezionale successo avuto da Arturo Toscanini.

Il telegramma originale è custodito dalla famiglia, insieme a un corposo carteggio, a testimonianza di un’amicizia storica che vide intrecciarsi la storia di questa antica famiglia fiorentina a quella della cultura italiana. Non solo un’opera d’arte, ma anche una testimonianza di saper fare artigianale: il tappeto è stato infatti annodato a mano a Katmandu, città in cui Benassi è tornata a più riprese, un’idea che evoca anche il viaggio dell’artista che si fonde nel progetto.

Commenta la stessa artista: “Questo telegramma è un messaggio di amicizia e condivisione che racconta del trionfo di quest’opera lirica rappresentata a New York nel 1910. Questo telegramma è una sorta di macchina del tempo che unisce il passato al presente, un tappeto volante e un ponte che collega questi due momenti. Mi piace l’idea che questo documento diventasse un oggetto comune, un tappeto su quale anche camminare”.

Il percorso tra le opere d’arte della cantina Antinori

Un vero e proprio spazio museale integrato nel percorso di visita all’interno della cantina che ospita la storica collezione della famiglia che ha visto uno speciale programma di commissioni annuali, molte delle quali site-specific, rivolto a importanti artisti della scena artistica nazionale e internazionale.

Gli interventi hanno visto nel biennio 2012/2013, a cura di Chiara Parisi, il coinvolgimento di Yona Friedman, Rosa Barba e Jean-Baptiste Decavèle.

Nel 2014, con l’arrivo di Ilaria Bonacossa alla direzione artistica biennale del progetto, ha visto la partecipazione di Tomàs Saraceno che ha realizzato l’opera Biosphere 06, cluster of 3, installata nello spazio verticale dello scalone interno della cantina; successivamente nel 2015 la mostra Still Life Remix, dedicata all’intramontabile tema della natura morta, l’installazione dell’opera Clessidra dell’artista Giorgio Andreotta Calò; nel 2016 l’acquisizione dell’opera site-specific, Giant Fruit di Nicolas Party nell’ambito di Antinori Art Project; la commissione dell’opera Portal del Angel dello scultore Jorge Peris, un precario arco di trionfo realizzato attraverso la riappropriazione di materiali locali, come gli antichi orci di terracotta usati storicamente per conservare l’olio.

Nel 2017 è stata la volta di Stefano Arienti che, in dialogo profondo con la preziosa Lunetta Antinori, ovvero La Resurrezione di Cristo di Giovanni della Robbia risalente al XVI Secolo, ha realizzato Altorilievo: una rielaborazione della logica compositiva dell’opera del Della Robbia. Nel giugno 2019 la famiglia Antinori, ha presentato Untitled (Antinori), un nuovo importante progetto installativo site-specific, commissionato all’artista statunitense Sam Falls (San Diego, 1983).

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