La cantina Doga delle Clavule in gara con due vele storiche e due nuove etichette

Argentario Sailing Week

Vele storiche e buon vino hanno molto in comune: necessitano di una buona compagnia per essere apprezzati, acquistano fascino col passare degli anni e nascono dal legno e dall’intelletto umano applicato alla comprensione della natura.
Questo è il “messaggio in bottiglia” che ci si porta a casa dopo quattro giorni all’Argentario Sailing Week in compagnia della famiglia Angelini, produttrice di vino in più zone della Toscana e fra i partecipanti alla regata appartenente al prestigioso circuito del Comitato Internazionale del Mediterraneo.
Dal 15 al 18 Giugno al largo di porto Santo Stefano, quaranta barche storiche, progettate da alcuni dei migliori architetti navali degli ultimi due secoli, si sono date battaglia a colpi di bordi e strambate solcando i venti e le onde dell’Arcipelago Toscano.

L’evento è stato la cornice perfetta per la presentazione del nuovo Vermentino firmato Doga delle Clavule, cantina Maremmana sita a Magliano e di proprietà degli Angelini, già produttori a Montalcino con Caparzo e Altesino e nel Chianti Classico con Borgo Scopeto.
Pochi territori legano così intimamente mare e ruralità come la Maremma, dove in pochi minuti è possibile passare dalle lunghe spiagge selvagge alle alte colline a tratti verdeggianti di viti, a tratti argentate di ulivi o dorate di grano. Proprio questi colli dalla terra vermiglio, ricca di ferro e minerali, danno i natali al Vermentino della Costa Toscana e al Morellino di Scansano, un bianco e un rosso perfetti da bere freschi
durante le calde giornate estive.

I vini della maremma

Il Vermentino, vitigno per antonomasia dell’alto Tirreno, da queste parti è addirittura soprannominato “l’acqua di maremma”: agrumato, sapido e profumato di macchia mediterranea. È il compagno ideale di una schiaccia al prosciutto sotto l’ombrellone o di uno spaghetto aglio e olio improvvisato in barca ma anche di una cena a base di pesce in un ristorantino sulla spiaggia.
A sottolineare il legame con il mare, l’Igt Toscana Vermentino di Doga delle Clavule è tappato con Nomacorc Ocean, il primo tappo ad essere prodotto con rifiuti di plastica riciclata destinata a finire negli oceani di cui abbiamo parlato nel primo numero cartaceo di The Art of Wine.

Vermentino
Una bottiglia di Vermentino

Il Morellino di Scansano invece è così chiamato per l’analogia cromatica coi cavalli del luogo, i Morelli, dal manto scuro e brillante. Si ottiene da uve Sangiovese e riesce a racchiudere nel sorso la golosità della frutta rossa, la balsamicità dei pini marittimi che dominano i boschi locali e la sapidità delle brezze che risalgono dal mare. Rinfrescato leggermente, accompagna a meraviglia e senza distinzioni fiorentine alla brace, cacciucchi e guazzetti di pesce.
Se, come scrive il poeta Jean Claude Izzo “di fronte al mare la felicità è idea semplice”, lo è ancora di più bevendo un calice di questi vini mentre si ammirano le vele “piroettare” all’orizzonte. Si ha l’impressione di lasciarsi completamente pervadere dai profumi e dall’atmosfera libera ed elegantemente selvaggia di quest’angolo di costa che, per qualche giorno, si è arricchito della presenza di vere e proprie opere d’arte e d’ingegno del panorama velico mondiale.

Morellino di Scansano
Una bottiglia di Morellino di Scansano

Le barche storiche in gara

Alla 29esima edizione dell’Argentario Sailing Week c’erano imbarcazioni dalle storie avvincenti, di quelle che ti aspetteresti di trovare in un romanzo di Salgari o nel bar sotto al mare di Stefano Benni.
C’era Vanessa, un 15 metri del 1975 disegnato da Giulio Cesare Carcano, progettista motociclistico con la passione per la vela. Oggi appartenente alla flotta di Patrizio Bertelli patron di Luna Rossa e CEO di Prada, Vanessa si è aggiudicata la categoria Classic IOR per le barche costruite dal 1970 al 1984.
C’era il Moro di Venezia I, imbarcazione pluripremiata e sempre ammirata ovunque vada. C’era Viveka, l’incrociatore veloce del 1930 appartenuto a J.P. Morgan, fondatore dell’omonima banca e della General Elettric.

Argentario Sailing Week
Argentario Sailing Week ph. Marco Solari

C’era anche Orianda, la goletta di 26,5 metri in legno di quercia a bordo della quale i Rush, celebre rock band degli anni ’80, scrissero Signals, album che valse loro il disco d’oro, riconoscimento ancora incorniciato e appeso sottocoperta.
Oggi Orianda è di di Igino Angelini, fratello maggiore di Alessandra, donna del vino con un passato nella nazionale olimpica di vela. A bordo della splendida “Marga”, Alessandra ha partecipato all’Argentario Sailing Week nella categoria Vintage Aurici. Conoscendola anche un profano riuscirebbe a intuire quanto una passione così nobile e antica possa radicarsi nell’animo umano.

Il restauro di Marga

Alessandra ha incontrato Marga attraverso Tecnomar, il cantiere navale di Fiumicino che ha restaurato Orianda. Subito colpita dalla forma della chiglia che ne rivelava le nobili origini, scopre che Marga (nome che in sanscrito significa “colei che segue il giusto sentiero”) era stata varata nel 1910 a Götheborg e aveva partecipato alle Olimpiadi del 1912 con la squadra della Svezia.
Insieme a un team di ingegneri (che sarebbe più opportuno definire chirurghi) navali, Alessandra impiega 4 anni e mezzo per riportare la sua “bambina”, come la chiama lei, agli antichi fasti.
Parliamo di un vero e proprio restauro a regola d’arte, dove l’attenzione maniacale ai dettagli non ha niente da invidiare alla cura che si riserverebbe al recupero di un dipinto del Botticelli.
Basti pensare che il legno è stato impiegato per il ponte è stato personalmente scelto da Alessandra durante un viaggio in Nigeria e che i vecchi chiodi dello scafo sono stati completamente recuperati e fatti rifondere nella stessa forma per mantenere il più possibile i materiali originali.
Un’attenzione al dettaglio che, come nel buon vino, fa tutta la differenza del mondo e che contribuisce a mantenere viva una cultura del bello di cui avremo sempre più sete.

Argentario Sailing Week
Argentario Sailing Week ph. Marco Solari

Nell’immagine di apertura, Argentario Sailing Week ph. Marco Solari

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