Antonio Spinelli non balla per vivere. Vive per ballare

Antonio Spinelli

Quando ci facciamo guidare dalla passione, il resto si evolve in funzione di essa. È questa la lezione di Antonio Spinelli, ballerino professionista che è entrato nel mondo della danza quando ha cominciato a muovere i primi passi e da quel momento non si è più fermato. «Non ho mai considerato la possibilità di fare della danza un mestiere, non mi è nemmeno mai interessato. Ballo perché è ciò che amo fare di più al mondo e continuerò a farlo finché ne avrò la possibilità, indipendentemente da dove mi condurrà la vita».

All’età di 4 anni Antonio viene accompagnato dal padre nella scuola di danza del paese. Originario di Mugnano, in provincia di Napoli, il ballo è una passione che condivide proprio con il padre. «Gli è sempre piaciuto ballare e quindi, quando c’era la sigla di Beautiful, mi prendeva sulle sue ginocchia e mi faceva andare a tempo con lui». A scuola Antonio si è formato cominciando dai balli latino-americani e spostandosi negli anni verso altri stili: danza classica, contemporanea e hip-hop. È quest’ultimo lo stile che maggiormente lo appassiona e a 14 anni entra a far parte della mega-crew Unbox Crew, che partecipa al celebre format di Italia’s Got Talent.

La conquista della semifinale dei mondiali negli Stati Uniti, fa capire ad Antonio che è il momento di affrontare lo step successivo. Lascia la crew e investe nella propria formazione in giro per l’Italia e l’Europa, studiando con coreografi di fama internazionale. Una serie di audizioni vincenti lo portano a esibirsi per gli MTV EMA, all’Eurovision, in un music video di Ed Sheeran e a far parte della crew di ballerini di Rosalía nel suo Motomami World Tour. Tra i grandi traguardi raggiunti di recente si annoverano l’aver ballato al Festival di Sanremo, all’O2 Arena con Dua Lipa in occasione dei BRIT Awards e l’esibizione con Bad Bunny ospitato al celebre Saturday Night Live. Infine, è stato l’unico italiano a esibirsi nel main stage del Coachella 2024 a fianco del cantante Peso Pluma (mentre nel 2023 aveva ballato con Rosalía).

«È la danza ad avermi trovato, ad avermi scelto, e non il contrario»

Quale credi sia stato il punto di svolta per farti arrivare dove sei oggi?

Credo che un grande punto di svolta nel mio percorso sia stato quando mi hanno selezionato per prendere parte al musical di Romeo e Giulietta. Ero in un momento un po’ particolare della mia vita: mi sono rotto prima il menisco sinistro e poi il destro a distanza di nemmeno un anno. Facevo fisioterapia per cercare di tornare a ballare, ma nel frattempo avevo iniziato l’università di economia aziendale per avere un piano B nella vita. Durante quel periodo difficoltoso, ho partecipato a una lezione di Veronica Peparini, e dopo neanche un mese mi hanno chiamato dalla produzione di Romeo e Giulietta per far parte dello spettacolo. Non me l’aspettavo.

Dico sempre che è la danza ad avermi trovato, ad avermi scelto, e non il contrario. Non ho mai pensato che fosse una cosa che potesse realmente portarmi da qualche parte. Ballavo semplicemente per il grande piacere e la passione di farlo, senza esigere niente in cambio. Tramite questa chiamata improvvisa invece, mi si è aperto un mondo. 

Antonio Spinelli
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Qual è l’aspetto più complicato dell’essere un ballerino in Italia?

Gli ostacoli nel mondo della danza in Italia sono molteplici. Nonostante l’alta qualità dei danzatori e dei coreografi, credo che il sistema di intrattenimento non valorizzi adeguatamente il settore. La possibilità di ottenere visibilità è limitata, le occasioni sono scarse; basta pensare che molto spesso anche solo gli artisti non impiegano ballerini nei loro progetti. Per questi motivi si tratta di una competizione per poche opportunità. Devi trovare un modo per emergere, mantenendo sempre un’etica professionale e di conseguenza investire moltissimo sulla tua preparazione e sulla tua immagine.

E da qui l’altro problema: la sostenibilità economica. Purtroppo, spesso le paghe sono basse, con addirittura progetti non remunerati, se non in “visibilità”. Investire in workshop, audizioni e concorsi è dispendioso, così come costruire e curare un’immagine riconoscibile e originale di sé e questo non viene considerato. Inoltre, la mia esperienza mi ha insegnato che in Italia i ballerini sono spesso considerati artisti di serie B, per cui vengono messi in secondo piano nei progetti. Può essere frustrante, ma molti di noi stanno lottando per ottenere maggior rispetto e giustizia nel settore.

Antonio Spinelli
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«Finora la danza mi ha portato in luoghi e fatto vivere situazioni che per me erano inimmaginabili»

Qual è l’esperienza legata alla danza che ricordi con maggior affetto?

Fatico a scegliere una sola esperienza, perché finora la danza mi ha portato in luoghi e fatto vivere situazioni che per me erano inimmaginabili. Ad esempio, essere stato selezionato per apparire nel videoclip di Ed Sheeran per il brano “Two Steps” è stato incredibile, soprattutto girando in Ucraina di notte sotto la neve. È stata un’esperienza che mi ha fatto riflettere sull’impatto che la danza ha sulla mia vita. Durante il tour di Rosalía, poi, ho avuto l’opportunità di scoprire culture diverse e imparare nuove tradizioni. Ho vissuto tanti momenti indimenticabili, come ballare di fronte a un pubblico super entusiasta a Buenos Aires e ammirare lo spettacolo di luci dei telefoni a un concerto in Spagna. Di fronte a certi panorami ti scendono le lacrime.

Un’occasione particolarmente speciale è stata quando ho ballato per la mia famiglia e i miei amici più cari, durante un concerto a Milano. Erano venuti a vedermi in una cinquantina di persone a me care, tra cui la mia famiglia, con cui poi abbiamo festeggiato. Ancora, partecipare a Sanremo è stato più emozionante di quanto mi aspettassi! Essendo un festival storico così caro agli italiani, mi hanno visto praticamente tutte le persone che conosco, cosa molto più rara quando mi esibisco in contesti più settoriali o internazionali. Sono stato travolto da congratulazioni e affetto, anche da chi non mi sarei mai immaginato. Mi ha fatto apprezzare ancora di più ciò che faccio e capire quanto sia importante per chi mi sta accanto.

«Per me, essere un ballerino non dovrebbe essere solo una carriera, ma uno stile di vita basato sulla passione e la dedizione»

Secondo te, quali sono gli aspetti fondamentali che una persona deve tenere a mente per riuscire a perseguire una carriera come ballerin*?

Per me, essere un ballerino non dovrebbe essere solo una carriera, ma uno stile di vita basato sulla passione e la dedizione. Continuo ad esplorare nuovi stili e a mettermi alla prova, uscendo dalla mia comfort zone. È importante farsi conoscere nella scena, partecipare a workshop e casting, ma non bisogna esigere immediatamente grandi risultati. Ho imparato che la vita di un ballerino non è sempre facile: ci sono davvero tanti momenti di sfida e di sacrificio. Tuttavia, è fondamentale perseverare con passione e dedizione, anche se c’è la possibilità di dover affrontare lavori diversi per sostenersi economicamente. Essere un ballerino è un percorso molto personale, e ci sono tante strade possibili da seguire: danzare per la televisione, in una compagnia, come insegnante, ecc. L’importante è continuare a muoversi in avanti, rimanendo sempre impegnati e pronti a reinventarsi.

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Credits

Photographer Luca D’amelio

Stylist Luigi D’elia

Make-up artist Beatrice Agnoli

Hairstylist Kevin D’ambrosi

Stylist assistente Michela Trupiano, Melissa Vitelli & Francesca Vona

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