Eugenio Tibaldi ad Artissima 2023: un progetto per parlare di empatia ai bambini

A Torino torna l’appuntamento con Artissima 2023, la fiera Internazionale d’Arte Contemporanea arrivata quest’anno alla trentesima edizione. Le date da segnare sul calendario sono 3, 4 e 5 novembre, al Lingotto Fiere. Per il secondo anno, la fiera è diretta da Luigi Fassi e prosegue l’impegno nella ricerca, nella scoperta e nelle relazioni. Non manca poi un’iniziativa speciale tutta rivolta ai bambini dai 6 agli 11 anni: Artissima Junior. Quest’anno sarà animata dal progetto BE NET, ideato dall’artista Eugenio Tibaldi con il sostegno di Juventus.

MANINTOWN ha intervistato l’artista per avere uno sguardo in anteprima sul laboratorio che, attraverso il gioco, vuole parlare di valori fondamentali. «Il progetto che ho proposto è in linea col lavoro che sto portando avanti da un po’ di tempo – ci spiega Eugenio Tibaldi – ragionare sulle dinamiche della società attraverso figure provenienti dalla natura».

Umberto Di Marino, stand monografico su Eugenio Tibaldi  ad Artissima 2022
stand monografico su Eugenio Tibaldi ad Artissima 2022 di Umberto Di Marino

Il progetto di Eugenio Tibaldi ad Artissima 2023

Il progetto BE NET lavora sull’empatia e, anche se non è ancora iniziato, ha già raccolto centinaia di adesioni. I bambini, spiega Tibaldi, dovranno scegliere tra immagini di due mondi diversi: l’aria e l’acqua. Quindi da una parte troveranno figure di uccellini, mosche, insetti e dall’altra peschi, molluschi e così via. All’inizio i piccoli partecipanti dovranno scegliere un’immagine da cui si sentono attratti da uno dei due insiemi, poi dovranno scegliere, dall’insieme opposto, una creatura a cui associano sentimenti negativi: paura, ribrezzo, disgusto.

«Una volta scelte queste due immagini, chiederò loro di ibridarle insieme con forbici e collage e creare una terza immagine che prima non esisteva», aggiunge l’artista tutor. Unendo una parte di ciò che gli piace e una parte di ciò che li repelle, ogni bambino si confronterà con i sentimenti di accettazione e di tolleranza verso aspetti più o meno piacevoli di se stesso. «Attraverso le immagini provenienti dalla natura voglio parlare dell’animo umano, soprattutto di empatia e accettazione verso gli altri».

L'opera Simposio1 di Eugenio Tibaldi/Umberto di Marino
Simposio 1 di Eugenio Tibaldi (Courtesy of Umberto Di Marino)

L’idea di cura nel progetto per bambini BE NET

Il risultato finale del progetto di Eugenio Tibaldi ad Artissima è tutto in divenire: i bambini potranno portare a casa le loro creazioni, ma le copie degli animali ‘ibridi’ verranno collegate dall’artista in una rete, in diretta. Al termine dei 4 giorni, quindi, un grande arazzo mostrerà la composizione di tutte quelle identità. La rete richiama il nome del progetto, Be Net, che in inglese ha un doppio significato: essere rete e essere netti nelle scelte. Ma strizza anche l’occhio al gioco del calcio, riferendosi alla porta, e quindi allo sponsor Juventus.

Il workshop con i bambini non si concluderà lì, ma continuerà a casa con un piccolo ‘regalo’ dell’artista: quattro kit per la semina, tutti diversi, da scegliere in base al grado di cura. I bambini infatti non sapranno cosa nascerà dai semi, ma sceglieranno in base alla personalità. «Su uno c’è scritto: Se sarai molto attento, alla fine potrai mangiarmi. Oppure: Ti terrò compagnia per tutta l’estate. Questo per dare un doppio messaggio: cercare di capire chi sono e capire che, per crescere, devono avere cura delle cose».

Eugenio Tibaldi, foto di Barbara Sales

Il valore del lavoro manuale nell’arte

L’ispirazione arriva dal periodo della pandemia, che, per via dell’isolamento forzato, ci ha costretto a fare i conti con le parti peggiori di noi stessi. Alla base, c’è la centralità della cura, l’idea di comunità ma anche il valore del lavoro manuale: «Per me è un aspetto fondamentale. Il nome che ci hanno dato, quello di artisti, ha un’etimologia molto chiara: noi dobbiamo ‘fare ad arte’ qualcosa, costruire un’immagine e un immaginario».

Nonostante la centralità del lavoro manuale nella sua opera, spiega, Tibaldi guarda all’intelligenza artificiale con interesse: «Sarà uno strumento importantissimo in futuro, oggi è molto acerbo. Come tutti gli strumenti innovativi, va calibrato. L’intelligenza naturale pesca da un bacino che non esiste, l’IA da ciò che esiste già. Forse in futuro si potrà generare qualcosa di artistico attraverso l’intelligenza artificiale, ma sempre utilizzandola come uno strumento». Il rischio, secondo lui, è che il limite tra il disegno e il reale si assottigli: «Vediamo in giro palazzi che sembrano render», conclude.

I prossimi lavori di Eugenio Tibaldi

Dopo aver lavorato a lungo sul tema dei margine e delle periferie, seguito dall’esplorazione del senso di solitudine e dell’isolamento, il nuovo focus della sua indagine artistica è l’oblio: «Continuiamo a dimenticare alcune cose, come società, per poterci sentire bene e andare avanti». Non potevamo non chiedere a Tibaldi, alla vigilia di Artissima, di provare a definire l’arte e il mestiere dell’artista: «L’arte, dal mio punto di vista, deve riuscire ad astrarsi dalla realtà: non si deve assumere il peso di salvare niente o rispondere a domande epocali. Sperando che sia il lavoro ad incidere sulla società».

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