‘Creative by Nature’, il binomio moda e natura a Pitti Uomo 101 nella mostra targata Manintown

Di Pitti Immagine Uomo numero 101, indicata quasi unanimemente, prima e dopo lo svolgimento, come l’edizione del ritorno alla sospirata normalità (beh, quasi), va sottolineata soprattutto la tenacia con cui gli espositori, unendo le forze in un momento tutt’altro che favorevole, segnato dagli scombussolamenti epocali degli ultimi due anni, sono tornati a presentare le novità stagionali nell’ambito del salone, impareggiabile quanto a reputazione e appeal su stampa e compratori del menswear.
Un segnale di speranza, si era detto giustamente alla vigilia, e in effetti i numeri finali sono confortanti, con 540 brand, quasi 5.000 buyer, 1.085 operatori dei media registrati, 8.000 presenze complessive. Certificano la vitalità del sistema moda italiano, centinaia di aziende di abbigliamento che costituiscono la spina dorsale del made in Italy.



Undici di esse hanno potuto beneficiare, nei giorni della fiera, di una cornice d’eccezione, la serra fredda del Giardino dei Semplici, un orto botanico modello, tra i più antichi del mondo, la cui storia data al XVI secolo, quando i Medici vollero instaurare nel centro di Firenze (non distante dalla sede principale di Pitti, la Fortezza da Basso) un vivaio di piante medicinali (i semplici, per l’appunto), teatro dal 10 al 12 gennaio della mostra Creative by Nature; abiti e accessori di griffe affermate ed etichette indipendenti, per le quali fatto a mano e identità creativa orgogliosamente italiana sono la propria ragion d’essere, sono stati calati in un’atmosfera a dir poco suggestiva, da giardino incantato, che ha amplificato il messaggio eco-conscious di produttori intenzionati ad unire la tradizione manifatturiera del Paese alle nuove tecnologie, sommandovi un quid fashion.


borsa De Marquet

Nelle parole di Federico Poletti, direttore di Manintown e curatore dell’exhibition, si è voluta «dare visibilità sia ad aziende più strutturate, sia a marchi di ricerca, tutti accomunati da un Dna artigianale in cui la tradizione è rivisitata in chiave contemporanea, con un occhio attento alla sostenibilità».



On show la camiceria d’auteur di Xacus, sintesi di expertise sartoriale e design caratterizzante, che ha varcato da tempo i confini nazionali, approdando nei mercati di riferimento, dagli Stati Uniti all’Europa del Nord; le rielaborazioni di capi vintage, stravolti nelle forme e nei fit, della designer di origini kazake Yekaterina Ivankova; il casualwear di Je Suis Vintage (risultato, come da nome, del riutilizzo estroso di indumenti dismessi e scampoli tessili), la pellicceria 2.0 di Sabelle Atelier, che dà nuova vita a vetusti fur coat, anche seguendo indicazioni e richieste dei singoli clienti.



Sul fronte accessori, gli zaini da viaggio Artichoke, tarati sulle necessità degli odierni globetrotter (il fondatore Lorenzo Scotto, golfista, ha viaggiato ovunque), nati dal reimpiego di vele dismesse, perfette quanto a resistenza e leggerezza del filato, l’upcycling in salsa sporty di BGBL Bouncing Bags, che recupera divise e attrezzature delle società sportive per farne tracolle, zainetti e secchielli dal design distinto, di produzione tassativamente artigianale, le borse dalle cover intercambiabili De Marquet, il cui elevato livello di personalizzazione non prescinde dall’irreprensibilità della pelletteria toscana. Ancora, le furlane The Scius Concept, che rendono le babbucce di velluto dalla calzata easy-on una scarpa di lusso made in Tuscany, prestando attenzione alla sostenibilità dei materiali, la capsule collection Fuori Contesto di Mani del Sud, in cui cappelli e foulard diventano, insieme ai papillon gioiello (capisaldi della label), i complementi ideali per rifinire l’outfit.




Presenti inoltre Rodo, maison fiorentina famosa per le borse intrecciate in paglia e midollino, con una capsule collection genderless, e l’haute joaillerie di Filippo Fürst, sublimazione dell’arte orafa attraverso creazioni dal valore inestimabile.



Collezioni dalla marcata sensibilità green, che i visitatori hanno potuto scoprire muovendosi tra palme, agrumi, succulente e cicadee, un’oasi rigogliosa per suggellare la correlazione tra moda e tutela del Pianeta, perché la tanto auspicata ripartenza, al Pitti come altrove, passerà inevitabilmente dalla consapevolezza ambientale. 


Camicia e papillon Mani del Sud

Credits:
Photographer & Creative Director Davide Musto
Stylist Alfredo Fabrizio
Make-up artist Romina Pashollari
Talent Riccardo Albanese

Nell’immagine in apertura, borsa De Marquet

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